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L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...

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di nuovo in balia del<strong>la</strong> madre.Bisogna tener conto che <strong>per</strong> i Laufer lo sviluppo del bambino deve essere visto al<strong>la</strong> luce di<strong>una</strong> progressiva separazione del proprio corpo dal corpo del<strong>la</strong> madre e <strong>una</strong> progressiva rinunciaall’idea di un soddisfacimento dei bisogni libidici da parte del<strong>la</strong> madre.Mentre tuttavia nel <strong>per</strong>iodo di <strong>la</strong>tenza <strong>la</strong> masturbazione può essere sentita, in fantasia, comeun modo con cui viene ripristinato un bambino idealizzato e tutt’uno con <strong>la</strong> madre, durantel’adolescenza invece più che fungere da fonte di rassicurazione può aumentare l’angoscia e <strong>la</strong> pauradi <strong>una</strong> passività.La medesima scelta, <strong>per</strong> così dire, di optare <strong>per</strong> un corpo maschile o femminile può esseresentita come dura limitazione dell’onnipotenza, così come le trasformazioni inevitabili del corpopossono essere sentite come <strong>per</strong>dita del<strong>la</strong> <strong>per</strong>fezione narcisistica, nel senso che il proprio corpopotrebbe essere diverso da come si s<strong>per</strong>ava che fosse e quindi conferma dell’odio che <strong>la</strong> madrenutriva <strong>per</strong> il proprio bambino.È in questa luce, cioè quel<strong>la</strong> di ritrovare un equilibrio narcisistico, che gli adolescenti possonorivolgersi al gruppo dei pari come <strong>una</strong> sorta di nuovo ideale dell’Io da cui dipendono le loro risorsenarcisistiche.Qui, come del resto già messo in evidenza da Anna Freud, vi possono essere diversesituazioni, <strong>per</strong> esempio quello che i Laufer chiamano uno «pseudoideale dell’Io» (Laufer, Laufer,1984, p. 87) nel senso di <strong>una</strong> specie di conformismo adattivo di su<strong>per</strong>ficie, sia rispetto al gruppo deipari, sia rispetto alle esigenze genitoriali, che <strong>per</strong>ò <strong>la</strong>scia intatti i legami con gli oggetti edipiciinfantili. Oppure vi può essere il caso dell’adolescente vulnerabile che cercherà di usare come idealedell’Io il rapporto con un oggetto fantasticato che pretende il controllo del corpo sessualmentematuro, come è già stato messo in evidenza nel paragrafo precedente a proposito dell’ “ascetismo”.Vi è infine da segna<strong>la</strong>re che il break-down evolutivo appare più grave se si verifica durante <strong>la</strong>pubertà; se invece avviene più tardi, cioè nel<strong>la</strong> tarda adolescenza, l’organizzazione difensiva puòconsentire all’adolescente di trovare risposte alternative ai desideri incestuosi. In questo ultimocaso, infatti, anche se le proiezioni di questi adolescenti possono risultare estremamente disgregantie possono compromettere gravemente <strong>la</strong> loro capacità di distinguere <strong>la</strong> realtà dal<strong>la</strong> fantasia -tentatividi suicidio, anoressia, droga, depressione grave o un improvviso fallimento sco<strong>la</strong>stico- vi è tuttaviaun tentativo di integrare in qualche modo i genitali fisicamente maturi nell’immagine del corpo.2.4. Il ritorno del<strong>la</strong> tematica edipica e il “rigetto” delle figure genitorialiSecondo Edith Kestemberg, come già accennato nel primo capitolo, il <strong>per</strong>iodo adolescenzialecorrisponde a uno “sconvolgimento profondo” <strong>degli</strong> investimenti oggettuali e <strong>degli</strong> investimentinarcisistici indotti dalle modificazioni corporee proprie di questa età.Tuttavia, se viene data <strong>una</strong> certa attenzione al fatto che l’equilibrio economico libidico èrimesso in discussione, in seguito ai cambiamenti del corpo e al<strong>la</strong> confrontazione con i bisognisessuali, sono le re<strong>la</strong>zioni oggettuali profonde e i conflitti affettivi il vero interesse di questa autrice.I cambiamenti puberali mettono infatti l’adolescente di fronte a delle domande di fondo: «chisono e che cosa sono» e «come posso fare ad essere».Tali quesiti si giocano sul<strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> ricerca di <strong>una</strong> propria identità e nel contemporaneorifiuto delle immagini genitoriali in <strong>una</strong> crisi dura, inevitabile, ma necessaria: «[...] il rigetto delleimmagini genitoriali - e dunque del conflitto d’identificazione - si inscrive in <strong>una</strong> ricercaangosciante dell’identità propria dell’adolescente» (Kestemberg, 1962).Si risentono probabilmente in questa impostazione le considerazioni del Freud di Disagiodel<strong>la</strong> civiltà nel<strong>la</strong> direzione di un contrasto di fondo tra <strong>la</strong> maturazione sessuale genitale e quel<strong>la</strong>affettiva che non viene aiutata dal contesto sociale in cui gli adolescenti si trovano a vivere.Le modificazioni del corpo possono accompagnarsi, infatti, a un sentimento di inutilità e di14

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