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L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...

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La normalità deve essere intesa nei termini di <strong>una</strong> situazione complessa, instabile, con unsenso di <strong>per</strong>icolo interno e angoscia, in cui è insita l’idea di oscil<strong>la</strong>zioni, capovolgimenti o anche<strong>una</strong> rigidità accettabile.È in questo senso che Anna Freud par<strong>la</strong> dell’adolescenza come di «un disturbo evolutivo» cheriguarda non solo <strong>la</strong> sensibilità, ma anche altre dimensioni come l’aggressività, <strong>la</strong> rivolta e <strong>la</strong>ribellione sul piano sociale, e che rappresenta un inevitabile e necessario passaggio sul pianodell’adattamento: «Ciò che è di importanza fondamentale è sa<strong>per</strong>e quale tipo di tumultoadolescenziale sia meglio adatto a introdurre il tipo più soddisfacente di vita adulta» (A. Freud,1966, p. 1005).Di partico<strong>la</strong>re rilievo è <strong>la</strong> distinzione che Anna Freud ha proposto rispetto al<strong>la</strong> differenza tra:a) difese contro i legami oggettuali infantili;b) difese contro gli impulsi.Tale lettura del<strong>la</strong> problematica adolescenziale, sebbene ancora racchiusa all’interno delmodello c<strong>la</strong>ssico, merita spazio e attenzione <strong>per</strong>ché coglie gli sforzi del singolo adolescente <strong>per</strong>sentirsi libero dalle figure genitoriali e determinarne il distanziamento.Per Anna Freud, come del resto, pur con alcune differenze, <strong>per</strong> altri autori come <strong>la</strong>Kestemberg, Winnicott, Meltzer, l’investimento sul gruppo adolescenziale appare in un certo sensol’aspetto più normale del<strong>la</strong> età come modalità di passaggio dalle re<strong>la</strong>zioni dell’infanzia con ifamiliari a quelle intime, di coppia e del<strong>la</strong> vita adulta; le altre modalità difensive contro i legamioggettuali infantili vanno nel<strong>la</strong> direzione di <strong>una</strong> crescente patologia.Tra le difese contro i legami oggettuali infantili vanno annoverate:1. Difesa <strong>per</strong> spostamento del<strong>la</strong> libido Molti adolescenti affrontano l’angoscia provocatadall’attaccamento ai loro oggetti infantili con <strong>la</strong> fuga, cioè anziché <strong>per</strong>mettere un processo digraduale distacco dai genitori, ritirano da essi <strong>la</strong> loro libido all’improvviso e rapidamente. Ciò <strong>la</strong>sciain loro un appassionato desiderio di compagnia che può essere trasferito sull’ambiente circostante aldi fuori del<strong>la</strong> famiglia.In questa luce può essere letto l’attaccamento a figure diametralmente opposte a quelle deigenitori, sia i cosiddetti capi , generalmente <strong>per</strong>sone in età compresa fra quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> generazionedell’adolescente e quel<strong>la</strong> dei genitori, spesso assunti a ideali, sia gli appassionati nuovi legami concoetanei dello stesso sesso od opposto, sia <strong>la</strong> partecipazione a bande giovanili.2. Difesa mediante inversione dell’affetto Anche questa difesa viene innescata contro iltimore <strong>degli</strong> attaccamenti infantili, ma è considerata da Anna Freud «più infausta internamente».L’adolescente infatti, forse proprio <strong>per</strong>ché non è riuscito a spostare <strong>la</strong> libido dai genitori, volge taliemozioni nel loro opposto: l’amore in odio, <strong>la</strong> dipendenza in ribellione, il rispetto e l’ammirazionein disprezzo e derisione. Tali atteggiamenti segna<strong>la</strong>no tuttavia che il distanziamento non è ancoraavvenuto e «<strong>la</strong> messa in atto rimane all’interno del<strong>la</strong> famiglia» (A. Freud, 1957, p. 643).Il rischio è che i sentimenti di ostilità e aggressività siano sentiti intollerabili e siano respinti otramite <strong>la</strong> proiezione, attribuendo il ruolo di <strong>per</strong>secutori e oppressori ai genitori, o siano rivolti versodi sé, generando depressione, tendenze all’autodenigrazione e autolesionismo o infine tentativisuicidali.3. Difesa mediante ritiro del<strong>la</strong> libido verso di sé Si incomincia in questo caso ad andareverso <strong>una</strong> crescente patologia; se infatti le angosce e le inibizioni bloccano <strong>la</strong> strada verso nuovioggetti al di fuori del<strong>la</strong> famiglia, <strong>la</strong> libido rimane all’interno del sé e può essere impiegata <strong>per</strong>investire l’Io e il Su<strong>per</strong>-Io, provocando così <strong>una</strong> loro inf<strong>la</strong>zione.Sul piano clinico, a tale dinamica può essere ricondotta <strong>una</strong> sintomatologia in cui compaionoidee di grandezza, fantasie di potere illimitato sugli altri, o fantasie messianiche e di salvazione delmondo.11

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