L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...
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indubbiamente <strong>una</strong> tappa importante, ma non l’unica.In questa prospettiva, l’adolescente deve riconnettere l’immagine del Sé che vigevadall’infanzia e dal <strong>per</strong>iodo di <strong>la</strong>tenza — e a ciò concorrono indubbiamente i temi legati al<strong>la</strong> pubertàal<strong>la</strong> rappresentazione del corpo, all’eccitazione sessuale come è stato messo in evidenza da moltiautori (Marcelli, Braconnier, 1988), ma essi appaiono oggi solo un aspetto accanto al compito del<strong>la</strong>“riorganizzazione” delle varie interiorizzazioni e identificazioni proiettive.Il secondo aspetto strettamente legato a questo è <strong>la</strong> maggiore attenzione al contesto sia nel suosignificato <strong>la</strong>to, cioè socio-culturale, sia nel senso del<strong>la</strong> rete di legami affettivi che diventa piùcomplessa facendo sì che “il luogo dell’Inconscio”, <strong>per</strong> così dire, si estenda e si “dis<strong>per</strong>da”.In questo capitolo quindi cercherò di inseguire gli aspetti peculiari di queste linee di tendenzaa colpi di pennello “impressionista” senza avere <strong>la</strong> pretesa di effettuare <strong>una</strong> rassegna sistematica deinumerosi <strong>la</strong>vori di studiosi stranieri o italiani sull’adolescenza o tentare un’omologazione <strong>per</strong>altro, amio avviso, non possibile.2.2. Le strategie difensive dell’Io: il contributo di Anna FreudIl contributo di Anna Freud si inserisce nell’ambito di quel filone che in psicoanalisi hacontribuito a fare evolvere e rendere più complesso il modello di Freud, almeno <strong>per</strong> i riferimenti aitemi del<strong>la</strong> libido, del<strong>la</strong> problematica del corpo e dei meccanismi di difesa. Dobbiamo tener contosoprattutto di due presupposti:a) l’attenzione alle strategie impiegate dall’Io <strong>per</strong> control<strong>la</strong>re le pulsioni;b) l’idea dell’adolescenza come interruzione di <strong>una</strong> crescita pacifica.Le premesse di questa impostazione possono essere già rinvenute nel famoso saggio del 1936.L’Io e i meccanismi di difesa, in cui l’autrice dedica due capitoli all’adolescenza: L’Io e l’Es nel<strong>la</strong>pubertà e Angoscia pulsionale nel<strong>la</strong> pubertà.Lo studio dell’adolescenza veniva considerato rispetto al tema di fondo del saggio, cioè lelotte dell’Io <strong>per</strong> padroneggiare le tensioni e le pressioni che originano dai derivati pulsionali, lotteche in casi normali portano al<strong>la</strong> formazione del carattere e nel loro esito patologico al<strong>la</strong> formazionedei sintomi nevrotici.L’aspetto innovativo del <strong>la</strong>voro di Anna Freud è l’attenzione alle capacità di re<strong>la</strong>tivoadattamento dell’Io in un contesto in cui tutti i metodi di difesa disponibili sono messi in gioco esottoposti al<strong>la</strong> massima tensione.In questa prospettiva sono possibili due diverse strategie: l'eventualità che l'organizzazionedell'Io e del Su<strong>per</strong>-Io si alteri sufficientemente , tanto da accoglierne le nuove mature forme disessualità, o che, al contrario, un Io rigido, immaturo , riesca a inibire o deformare <strong>la</strong> maturitàsessuale (A. Freud, 1957, p. 529). In questo caso, gli impulsi dell’Es riescono a creare enormeconfusione e caos in quello che è stato un Io ordinato durante il <strong>per</strong>iodo del<strong>la</strong> <strong>la</strong>tenza.Vi è da precisare tuttavia che se da un <strong>la</strong>to Anna Freud presuppone che <strong>la</strong> capacità adattiva eorganizzativa dell’Io abbia il compito di armonizzare e portare verso <strong>una</strong> giusta meta l’evoluzionedel<strong>la</strong> libido, anche nel<strong>la</strong> prima delle due possibilità suddette non vi è da aspettarsi un passaggiotranquillo e indolore. In un certo senso potremmo dire che se da un <strong>la</strong>to vi è il rischio del caos,dall’altro dobbiamo aspettarci <strong>per</strong>lomeno un <strong>per</strong>iodo di “naturale disordine”.Se infatti l’adolescenza deve <strong>la</strong> sua tipicità al turmoil inevitabile legato allo sviluppo del corpoe alle sue tensioni, rappresentando «<strong>per</strong> sua natura un’interazione di <strong>una</strong> crescita pacifica», ilmantenimento di un equilibrio stabile durante il processo adolescenziale «è in sé anormale» (A.Freud, 1957).10