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Scarica l'itinerario di Collevecchio - Cultura Lazio

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5. Palazzo PistoliniIl Palazzo, fatto costruire da MonsignorFabio Menichini alla fine del XVI sec., èsituato ai margini della cinta muraria delpaese sul lato ovest. Sul portale della facciataè presente uno stemma <strong>di</strong> forma ovale contre stelle e una rosa nella metà superiore e tretulipani nella metà inferiore. Nella parte cheincornicia lo stemma è riconoscibile un elmocon criniera alla sommità e ai lati, delle alipiumate. La sigla CP sopra la porta rimandaalle iniziali <strong>di</strong> Carlo Pistolini. Attiguo allafacciata sud c’è un sottopasso che immettesulla piazzetta-cortile retrostante sulla qualeaffaccia un’altra entrata al palazzo, sormontatadal medesimo stemma gentilizio.2. Palazzo Flori<strong>di</strong>Il primo nucleo del palazzo risale alla conquista<strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> da parte <strong>di</strong> Narni(1283). L’e<strong>di</strong>ficio fu ristrutturato e ampliatoda Marco Antonio Cerbelli agli inizi del‘600 e alla fine del ‘700 ospitò il tribunale.Dopo il trasferimento del governo pontificionel 1816, il palazzo fu venduto dalla<strong>di</strong>ocesi ai conti Flori<strong>di</strong>. Alla morte delcapofamiglia fu <strong>di</strong>viso tra le due figliespose <strong>di</strong> Nicola Filippi e <strong>di</strong> Pio Pezzi.Quest’ultimo acquistò anche la parte deiFilippi e tuttora il palazzo è abitato dallafamiglia Pezzi. Caratteristiche della costruzionesono la torre circolare e la presenza <strong>di</strong>un pozzo nel cortile.3. Palazzo FilippiIl palazzo risale alla metà del Seicento. Èformato da due e<strong>di</strong>fici preesistenti, uno deiquali era il convento delle MonacheSalesiane <strong>di</strong> Roma, acquistati da FeliceFilippi negli anni Venti dell’Ottocento. Lascala che porta dal pianterreno al primopiano è <strong>di</strong> stile neoclassico con colonne.L’altra scala, che porta ai piani superiori finoal tetto, apparteneva al convento e presentaaffreschi secenteschi sulle lunette delleporte. Le due facciate che danno sul centrodel paese, recentemente restaurate, hannouna linea molto semplice, con il <strong>di</strong>versocolore che scan<strong>di</strong>sce il pianterreno dal primopiano e con i caratteristici portali.6Regione <strong>Lazio</strong>, CTR, 1:10.000stralcio foglio: 3560701. Palazzo del Governatore ApostolicoSulla piazza principale del paese, in origineera il palazzo degli Orsini, cui si riferisce lostemma sul portale d’ingresso. Nel 1605,quando papa Paolo V Borghese elevò ilpaese a sede governatoriale, l’e<strong>di</strong>ficio<strong>di</strong>venne residenza del GovernatoreApostolico della Provincia Sabina.Un’epigrafe sulla facciata ricorda che nellastessa circostanza il papa avviò anche lacostruzione delle carceri annesse al palazzo.Sul prospetto principale compaiono fregiraffiguranti draghi e stelle ottagone da riferirsipresumibilmente, i primi, ai papiGregorio XIII Boncompagni (1572- 1585) ePaolo V Borghese (1605- 1621), le seconde,a Clemente XI Albani (1700- 1721) che fugovernatore <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong>.5123COLLEVECCHIO7. CicignanoQuesto piccolo borgo, <strong>di</strong> antica origineromana, conserva nella sua strutturaurbanistica l’aspetto del castello me<strong>di</strong>evale.Particolarmente ben conservataappare la cinta muraria che chiude inuna forma quasi circolare l’interoborgo. Sulla piazza si affaccia la chiesaintitolata ai Ss. Apostoli Pietro e Paolo,voluta da Orso Orsini, vescovo <strong>di</strong>6. Poggio Sommavilla, Castello OrsiniIl Castello <strong>di</strong> Poggio Sommavilla, giàproprietà dell’Abbazia <strong>di</strong> S. SalvatoreMaggiore, passò nel corso del XIVsecolo agli Orsini, a cui rimase fino al1575 quando venne ere<strong>di</strong>tato daiGaetani, che nel 1595, <strong>di</strong>etro autorizzazione<strong>di</strong> Clemente VIII, lo alienarono.Successivamente appartenne aiCapponi, al conte Giraud e al marchesePier Francesco De Rossi, ai Cacciae ai marchesi Canali. Nel 1936/38 lequote dell’antico Castello vennero<strong>di</strong>vise tra le famiglie Piacentini eMoreschi. Dell’antico e<strong>di</strong>ficio sopravvivono,quali elementi <strong>di</strong> particolarerilievo, il portico, l’antico loggiato <strong>di</strong>bugne in finta pietra, mancante dell’originariacopertura, e il portale d’ingressoad arco.Teano e signore del castello. Fu restauratanel ‘700, periodo a cui risale anchel’immagine della Madonna tra santiche decora l’altare. A memoria della<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> Niccolò V che nel 1448concede Cicignano in feudo alla famigliaOrsini, si conserva, nella facciata<strong>di</strong> un’abitazione alle spalle della chiesa,lo stemma della nobile famiglia con larosa e le barre traverse.4. Palazzo Coperchio - PiacentiniIl palazzo fu fatto costruire da PaoloCoperchio alla fine del ‘500, sotto il pontificato<strong>di</strong> Papa Clemente VIII Aldobran<strong>di</strong>ni.Consta <strong>di</strong> due piani e presenta le caratteristichetipiche dei palazzi del periodo, comepossiamo vedere dalle modanature dellefinestre, dalle cornici dei lucernari inferiori,dai due fornici superiori e dal modelloaggettante della loggia che si affaccia su viaRoma, corredata dallo stemma papale. Sulportale d’ingresso su Via SenatorePiacentini si trova lo stemma della famigliaCoperchio. Per il progetto è stato fatto ilnome <strong>di</strong> Antonio da Sangallo il Giovane. Ilpalazzo era completato da un giar<strong>di</strong>no all’italianasottostante, trasformato <strong>di</strong> recente.itinerariculturaliTirocini e valorizzazione del territorio47Regione <strong>Lazio</strong>, CTR, 1:10.000stralcio foglio: 356060, 356070


Regione <strong>Lazio</strong>Comune <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong>Università degli Stu<strong>di</strong>Roma TreItinerari culturaliTirocini e valorizzazione del territorio6Comune <strong>di</strong><strong>Collevecchio</strong>5 241 31. Palazzo delGovernatore Apostolico2. Palazzo Flori<strong>di</strong>3. Palazzo Filippi4. Palazzo Coperchio -Piacentini5. Palazzo Pistolini6. Poggio Sommavilla:Castello Orsini7. Cicignano<strong>Collevecchio</strong>. Dimore gentilizie in SabinaCarta Tecnica Regionale 1:10.000stralcio fogli: 356020, 356030, 356060, 356070, 356100, 3560107Nel cuore della Sabina, il borgo rinascimentale <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> sistaglia con i suggestivi palazzi nobiliari, le caratteristiche stradelastricate in porfido e le chiese, a testimoniare un glorioso passatoper buona parte ancora oggi intatto nei suoi monumenti, comesi potrà osservare passeggiando per il centro storico.Sin dall’antichità <strong>Collevecchio</strong> aveva ricopertoun ruolo importante nell’amministrazionedella Sabina; dal 1368 era dominato dagliOrsini <strong>di</strong> Monterotondo, che rimasero lasignoria egemone del paese fino al 1594,quando con la morte <strong>di</strong> Valerio Orsini, ultimoerede della famiglia, il governo della cittàpassò alla Camera Apostolica.Il vero impulso venne nel 1605 con Paolo V Borghese(1605-1621) che assegnò alla Sabina un Governatore pontificiocon nomina <strong>di</strong>retta da parte del Pontefice. <strong>Collevecchio</strong> venne presceltocome sede più opportuna del Governo della Chiesa sul territoriosabino. Il paese era “…in quel tempo popolato e ricco…” perinteressamento <strong>di</strong> Paolo Coperchio, citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> eCommissario della Camera Apostolica pro-tempore. Nel Palazzorisiedeva il Governatore con la sua “corte”. Gli stretti legami tra ilPapato e il Governatorato determinarono un inevitabile innalzamentoculturale del paese che favorì la costruzione <strong>di</strong> numerosie<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> notevole interesse architettonico, i quali rientrano nelnostro itinerario <strong>di</strong> visita. Tra questi palazzo Pistolini, fatto costruireda Fabio Meneghini con linee architettoniche che ricordano lostile del Vignola; palazzo Piacentini, fatto e<strong>di</strong>ficare da PaoloCoperchio, alla fine del se<strong>di</strong>cesimo secolo, con linee architettonicheaffini ad Antonio da Sangallo il Giovane.L’egemonia politica del paese in Sabina perdurerà perquasi due secoli fino a che, intorno alla fine delSettecento, iniziò fatalmente a scemare; unadelle cause fu l’inidoneità del palazzoApostolico che costrinse alcuni Governatoria risiedere altrove. Ma bisognò attendere ildeclino del dominio napoleonico per vedereattuato il trasferimento del Governo <strong>di</strong> Sabina,quando il Car<strong>di</strong>nale Consalvi portò con il Motuproprio del 6 luglio 1816, una nuova ripartizione delloStato Pontificio. Con il trasferimento del Governatorato alla metàdell’Ottocento, iniziò il declino per il paese.L’itinerario della visita a <strong>Collevecchio</strong> con le sue bellezze artistichee architettoniche e delle frazioni <strong>di</strong> Cicignano, vecchio castellome<strong>di</strong>evale, e Poggio Sommavilla, <strong>di</strong>venuto famoso per gli scaviarcheologici effettuati nell’Ottocento, fa parte <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong>collaborazione tra la Regione <strong>Lazio</strong> – Assessorato <strong>Cultura</strong>, Sporte Turismo e l’Università <strong>di</strong> Roma Tre – Dipartimento <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>Storico- Artistici, Archeologici e sulla Conservazione per lo svolgimento<strong>di</strong> attività <strong>di</strong> tirocinio finalizzate alla valorizzazione epromozione del territorio del <strong>Lazio</strong>.


Regione <strong>Lazio</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> Università degli Stu<strong>di</strong>Roma Tre1. Palazzo del GovernatoreApostolico2. Palazzo Flori<strong>di</strong>3. Palazzo FilippiItinerari culturaliTirocini e valorizzazione del territorio5421 34. Palazzo Coperchio -Piacentini5. Palazzo Pistolini2. Palazzo Flori<strong>di</strong>Carta Tecnica Regionale 1:10.000stralcio foglio: 356070Il primo nucleo del palazzo risale alla conquista <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> daparte <strong>di</strong> Narni, avvenuta nel 1283. L’accordo <strong>di</strong> resa, avvenuto trai Narnesi e Pietro <strong>di</strong> Gregorio <strong>di</strong> Giovanni Ridolfi, delegato per letrattative, prevedeva, tra l’altro, il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> Narni <strong>di</strong> costruire unarocca con palazzo e torre, in un luogo da scegliersi autonomamente:il palazzo venne così costruito con annessatorre circolare, visibile ancora oggi.L’e<strong>di</strong>ficio fu ristrutturato e ampliato dal gesuitaMarco Antonio Cerbelli agli inizi del XVIIsecolo. Successivamente, dopo la morte <strong>di</strong>peste nel 1630 del gesuita, ultimo <strong>di</strong>scendentedella famiglia Cerbelli, il palazzo feceparte della dote della cappella <strong>di</strong> S. Caterinadella Collegiata, lascito probabilmente del nipoteFrancesco Jacobelli o dell’abate Jacobelli, mortonel 1713, che chiuse la <strong>di</strong>scendenza Cerbelli - Jacobelli.Durante i lavori <strong>di</strong> restauro del palazzo governatorio, alla fine del1799, il palazzo, chiamato allora “del seminario” o “dei preti”, ospitòil tribunale, come risulta da alcuni atti amministrativi ivi compiuti.Dopo il trasferimento del governo pontificio nel 1816, quandola provincia sabina fu <strong>di</strong>visa in due governatorati, <strong>di</strong> Rieti e <strong>di</strong>Poggio Mirteto (<strong>Collevecchio</strong> passò nel <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> PoggioMirteto), il palazzo fu venduto dalla <strong>di</strong>ocesi ai conti Flori<strong>di</strong>,antica famiglia trasferitasi da Nepi a <strong>Collevecchio</strong> tra la fine delSeicento e l’inizio del Settecento. Alla loro munificenza si devela donazione dell’organo della Collegiata, avvenuta verso il1735. Nel XIX secolo Papa Pio VII, al fine <strong>di</strong> abbonirsi la classearistocratica, istituì l’Or<strong>di</strong>ne del Patriziato Sabino e insignì iFlori<strong>di</strong> dell’onore. Questa famiglia si estinse intorno alla metàdell’Ottocento: i Flori<strong>di</strong> avevano tre figlie, Geltrude, Carolina eLucia, spose rispettivamente <strong>di</strong> Nicola Filippi, Pio Pezzi e delconte Francesco Antamoro. Alla morte del capofamiglia, ilpalazzo fu <strong>di</strong>viso tra le due sorelle spose <strong>di</strong> Filippi e <strong>di</strong> Pezzi.Quest’ultimo acquistò anche la parte <strong>di</strong> Filippi e tuttora ilpalazzo è ancora abitato dalla famiglia Pezzi.L’e<strong>di</strong>ficio presenta un bel portale dell’iniziodel XVII secolo, con lo stemma gesuitico eil fregio romano della linea ininterrottadella vita, <strong>di</strong> ispirazione classica, chescan<strong>di</strong>sce i due piani, l’inferiore decoratoa bugnato. Le finestre sono incorniciateda un motivo geometrico. Nella parte internadel cornicione è presente un motivo decorativoraffigurante delle palmette. Caratteristicadell’e<strong>di</strong>ficio è anche la presenza <strong>di</strong> un pozzo, all’internodel palazzo, a sinistra dell’androne.


Regione <strong>Lazio</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> Università degli Stu<strong>di</strong>Roma Tre1. Palazzo del GovernatoreApostolico2. Palazzo Flori<strong>di</strong>3. Palazzo FilippiItinerari culturaliTirocini e valorizzazione del territorio5421 34. Palazzo Coperchio -Piacentini5. Palazzo Pistolini3. Palazzo FilippiCarta Tecnica Regionale 1:10.000stralcio foglio: 356070Il palazzo risale alla metà del Seicento, come si rileva dall’impiego<strong>di</strong> mattoni gran<strong>di</strong>, databili a quel periodo, visibilisul lato orientale dell’e<strong>di</strong>ficio e dalla caratteristica flessioneal centro della facciata principale, <strong>di</strong> influsso borrominiano.Venne ristrutturato da Nicola Filippi intorno al 1825,quando la famiglia, che fino ad allora si era<strong>di</strong>stinta solo per incarichi curiali, acquisìmaggior prestigio con il matrimonio <strong>di</strong>Geltrude Flori<strong>di</strong> con Nicola Filippi.La costruzione risulta formata da due e<strong>di</strong>ficipreesistenti, acquistati da FeliceFilippi, uno il 20 Gennaio 1820 dal Cav.Fidanza e l’altro il 14 Gennaio 1823 dalleMonache Salesiane <strong>di</strong> Roma, alle quali erastato donato da Brigida Rigozzi nel 1685, per <strong>di</strong>venirela sede del loro convento. La cesura tra le duecostruzioni è visibile sul tetto. La scala che porta dal pianterrenoal primo piano è <strong>di</strong> stile neoclassico, con colonne (a). L’altrascala, che porta ai piani superiori, fino al tetto, apparteneva alconvento ed è caratterizzata da affreschi secenteschi presentisulle lunette delle porte, purtroppo in cattivo stato <strong>di</strong> conservazione(b). Il soffitto <strong>di</strong> uno dei saloni del palazzo presentavaun affresco raffigurante le Quattro stagioni, oggicoperto da successivi interventi <strong>di</strong> ristrutturazione,l’ultimo risalente al 1920. Le due facciateche danno sul centro del paese sonostate invece recentemente restaurate secondola loro conformazione originale, dallalinea molto semplice, con il <strong>di</strong>verso coloreche scan<strong>di</strong>sce il pianterreno dal primo pianoe con i caratteristici portali. Nelle cantine,anch’esse appartenenti al convento, è presente unforno, ancora funzionante. Attualmente il palazzo è ancora<strong>di</strong> proprietà della famiglia Filippi.ab


Regione <strong>Lazio</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> Università degli Stu<strong>di</strong>Roma Tre1. Palazzo del GovernatoreApostolico2. Palazzo Flori<strong>di</strong>3. Palazzo FilippiItinerari culturaliTirocini e valorizzazione del territorio5421 34. Palazzo Coperchio -Piacentini5. Palazzo Pistolini5. Palazzo PistoliniCarta Tecnica Regionale 1:10.000stralcio foglio: 356070Il Palazzo, ex Menichini, è situato ai margini della cintamuraria del paese sul lato ovest. La pianta è irregolare e lavolumetria è articolata dalla presenza <strong>di</strong> una torre che dominal’intero fabbricato.Fu fatto costruire da Monsignor Fabio Menichini,giu<strong>di</strong>ce e cavaliere, si <strong>di</strong>ce su <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno delVignola (Jacopo Barozzi 1507-1573), ma <strong>di</strong>questi illustri natali non si trova riscontronelle biografie dell’artista. Si sa solo chel’architetto lavorò in Sabina intorno al1570 quando, impegnato nel progetto delPalazzo <strong>di</strong> Caprarola per AlessandroFarnese, lasciò anche alcuni <strong>di</strong>segni e realizzazioninella zona del Reatino: l’arco <strong>di</strong>ingresso al Palazzo abbaziale <strong>di</strong> Poggio Mirteto(1577); il nuovo monastero a Fara Sabina (1584); il rinnovamentodell’Abbazia <strong>di</strong> Farfa (1586).Il portale della facciata principale è delimitato da due paraste <strong>di</strong>tipo dorico schematizzate che sottendono un arco a tutto sesto <strong>di</strong>cui è sottolineata la chiave <strong>di</strong> volta. Al sommo è presente uno stemma,anch’esso in pietra, <strong>di</strong> forma ovale bombato con fascia <strong>di</strong>visoriaorizzontale. Sono presenti tre stelle ed una rosa nella metà superioree tre tulipani nella metà inferiore. Nella parte che incornicialo stemma è riconoscibile un elmo con criniera alla sommità dell’ovalee, ai lati, tra due serie <strong>di</strong> volute, delle ali piumate. La siglaCP inclusa nella decorazione metallica sopra la porta in legno,richiama alle iniziali <strong>di</strong> Carlo Pistolini, suo antico proprietario.Attigua alla facciata sud è un’ala sopra ad un arcone con sottopassoche immette sulla piazzetta-cortile retrostante delimitatada due lati dal palazzo stesso e dal lato sud della chiesaParrocchiale dell’Assunta e dal quale si apre la Porta Umbra,una delle storiche vie <strong>di</strong> accesso al paese. Su questapiazzetta affaccia un altro portone del palazzo,probabilmente quella che fu l’entrata principale,anch’esso con arco a tutto sesto,incorniciato da bugnato in pietra conconci lisci e scalpellati alternati, sormontatodal medesimo stemma gentilizio.Nel sottopasso è posta un’iscrizione a letterenere, fissata al muro con quattro ganci<strong>di</strong> ferro nella quale si legge:“FRANCESCO CECCANI DETTO MOSCANTE / DA STIMIGLIA-NO / PERE / OMICIDIO IN PERSONA DEL VICEPODESTA’ / E FERITEAL BALIVO DI DA TERRA / IN ODIO DI GIUSTIZIA ANO 1753”,donata dai fratelli Gaetano e Armando Pistolini al Comune <strong>di</strong><strong>Collevecchio</strong> il cui contenuto, piuttosto sibillino, fa supporrericor<strong>di</strong> il luogo in cui fu giustiziato Francesco Ceccani detto“Moscante”, colpevole <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o.Con i restauri eseguiti nel 1986-87, la facciata fu molto semplificata:furono rimosse le cornici aggettanti in stucco cheerano presenti nella parte superiore delle finestre al secondopiano ed al piano nobile fu eliminata la leggera ondulazionenell’architrave delle finestre centrali che danno sul balcone.È attualmente <strong>di</strong> proprietà privata.


Regione <strong>Lazio</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> Università degli Stu<strong>di</strong>Roma TreItinerari culturaliTirocini e valorizzazione del territorio6. Castello OrsiniCartaTecnica Regionale 1:10.000stralcio foglio: 356070Il Castello Orsini è situato sulla sommità dell’altura su cuisorge il borgo <strong>di</strong> Poggio Sommavilla. L’e<strong>di</strong>ficio, opera <strong>di</strong>maestranze locali, è a pianta trapezoidale dai cui angoli emergonole torri a base quadrata. Dal portale d’ingresso si accedenel cortile attualmente pavimentato a terra battuta,ma che anticamente presentava una pavimentazione<strong>di</strong>segnata a ciottoli <strong>di</strong> fiume.Sul lato ovest del cortile sorge l’anticologgiato porticato, la cui copertura delsecondo livello risulta essere statademolita. Il portico, costruito in pietra emattoni, è a tre archi e presenta unacopertura a volte a crociera. Da sotto illoggiato a destra si accede alla rampa <strong>di</strong>scale, che conduce al piano superiore, dovesono ancora visibili i due pilastrini in mattoni e i duetravi in legno, a testimonianza della precedente copertura delloggiato.Gli unici elementi dell’antico decoro sopravissuti fino adoggi sono il loggiato <strong>di</strong> bugne in finta pietra, il portale d’ingressoad arco con cornici modanate e l’antico stemma dellafamiglia Orsini che originariamente era posto al centro dell’architravedel portale.Nessun elemento <strong>di</strong> particolare rilievo decorativo presentano iprospetti intonacati in vario modo e interrotti da piccole finestree portoncini. La mancanza <strong>di</strong> uniformità nel <strong>di</strong>segno delle finestreprobabilmente è dovuta a rimaneggiamenti avvenuti in seguitoal frazionamento dell’e<strong>di</strong>ficio in tante unità abitative.Originariamente il castello faceva capo all’Abbazia <strong>di</strong> S.Salvatore Maggiore. Passò poi <strong>di</strong> proprietà agli Orsini nelcorso del XIV secolo; infatti nel 1398, Bonifacio IX assegnòil castello a Rinaldo <strong>di</strong> Buccio Orsini, già feudatario <strong>di</strong><strong>Collevecchio</strong>, riconoscendone però la proprietàalla suddetta abbazia. Alla famiglia il castelloappartenne per lungo tempo, finché nel1575, esauritasi la linea maschile degliOrsini, passò per lascito testamentario alcar<strong>di</strong>nale Enrico Gaetani, a PietroGaetani, duca <strong>di</strong> Sermoneta e a DonRuggero Gaetani, che furono autorizzatida Clemente VIII ad alienarlo nel 1595.Passò così ai Caccia, che ne vendettero unametà a Bernar<strong>di</strong>no Capponi.Fallita la banca del Capponi, nel 1642 la sua metà fu vendutaai Giraud, mentre l’altra passò al marchese Pier FrancescoDe Rossi, al quale nel 1655, per <strong>di</strong>ritto testamentario, pervenneanche l’altra metà dei Caccia. Le ultime vicende dellasuccessione del castello videro come protagonisti i marchesiCanali <strong>di</strong> Rieti.Nel 1816, il marchese Giovanni Taddeo Canali rinunciò aisuoi <strong>di</strong>ritti sull’e<strong>di</strong>ficio, che nel 1833 venne acquistato daBenedetto Piacentini. Finché nel 1936-38 le quote dell’anticocastello vennero <strong>di</strong>vise tra gli attuali proprietari: Piacentini eMoreschi. Attualmente è a<strong>di</strong>bito ad abitazione condominiale.


Regione <strong>Lazio</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Collevecchio</strong> Università degli Stu<strong>di</strong>Roma TreItinerari culturaliTirocini e valorizzazione del territorio7. CicignanoCartaTecnica Regionale 1:10.000stralcio fogli: 356060, 356070Diverse fonti attestano le antiche origini <strong>di</strong> questo inse<strong>di</strong>amento,probabilmente legato alla famiglia romana dei Cecilii(G. Moroni, vol. LX, p. 52).Cicignano è a lungo sottoposto al dominio dell’Abbazia <strong>di</strong>Farfa alla quale, nel 1118 appartiene soltanto la chiesae una parte del “Po<strong>di</strong>o Cicilianus”, acquistatonel 1067, non il paese.Decaduto il dominio <strong>di</strong> Farfa, il castellotorna alla <strong>di</strong>retta amministrazione dellaCamera Apostolica che lo cede in feudo,nel 1368, al nobile perugino Francescod’Ugolino degli Arcipreti. Con la bolla<strong>di</strong> Bonifacio IX del 1392 Cicignano entraa far parte del comitato <strong>di</strong> Tarano ed è a essosottoposto. Nel 1398 Luca Savelli, membro dell’affermatafamiglia del patriziato romano che fra isuoi avi annovera due pontefici (Onorio III e Onorio IV),occupa <strong>di</strong>versi centri della Sabina, tra cui Cicignano.Nel 1448, il pontefice Niccolò V lo concede in feudo aGiacomo e Lorenzo <strong>di</strong> Orso degli Orsini. Alla morte dell’ultimodegli Orsini nel 1594, il feudo è nuovamente sottopostoalla Curia. Il castello rimane a lungo nella giuris<strong>di</strong>zione delgoverno della Sabina, residente in <strong>Collevecchio</strong> e nel 1817<strong>di</strong>venta “appo<strong>di</strong>ato” <strong>di</strong> Montebuono.Il piccolo borgo <strong>di</strong> Cicignano conserva, nella sua strutturaurbanistica, l’aspetto del castellome<strong>di</strong>evale, che si sviluppa concentricamenteattorno al nucleo costituitodalla chiesa.Per secoli sottoposta alla chiesa <strong>di</strong> S. Maria <strong>di</strong> Fianello, lachiesa, intitolata ai S.S. Apostoli Pietro e Paolo, viene ricostruitae riconsacrata col permesso del car<strong>di</strong>nale OlivieroCarafa, vescovo della Sabina, da Orso Orsini, vescovo <strong>di</strong>Teano e signore del castello. L’aspetto attuale si devead un intervento <strong>di</strong> restauro settecentesco.Al suo interno l’altare settecentesco ospita il<strong>di</strong>pinto, coevo, raffigurante la Madonna conBambino tra i santi Pietro e Paolo. Allo stessoperiodo risale l’immagine della Madonnacon Bambino posta sul muro a destra dell’altare.Al tardo Seicento risale l’immagine <strong>di</strong>S. Domenico che adora la Madonna.Quasi alla spalle della chiesa nella facciata<strong>di</strong> una casa del borgo si legge la data “DIE 22MADII1472” che sovrasta lo stemma in travertinodella famiglia Orsini, con la rosa nella parte superiore e lebarre trasverse nella parte inferiore. Le lettere gotiche P e Asono le iniziali <strong>di</strong> Potestate Apostolica.A fianco <strong>di</strong> questacasa si trovava un e<strong>di</strong>ficioad un solo piano icui resti sono rintracciabilinel muro chedelimita l’attuale giar<strong>di</strong>nopubblico e nelleporte tamponate che siaffacciano nel latoposteriore.

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