libri / porto&<strong>diporto</strong>La patata vien dal marePubblicato il nuovo volume della collana Valorie Valore coordinato dal giornalista e scrittoreGiancarlo Roversi e dal ricercatore Luigi Frusciantedell’Università di Napoli Federico II.Lo sapevate che la patata è diventatala quarta coltura mondialedopo il riso, il grano e ilmais? E sapete il perché? Non esistealtro prodotto che fornisca tante caloriee proteine per ettaro coltivato.La sua “lunga marcia”, attraversandol’Oceano, è partita dalle Ande, ha raggiuntoprima l’Europa, poi il Nordamericae l’Australia, quindi l’Africa e l’Asia.La patata giunge a Siviglia tra il 1560e il 1564, solo qualche decennio dopola sua scoperta da parte degli spagnoli.Ma qui in Europa, dove si presenta giàcon l’immagine di cibo povero, non havita facile.Affermatasi in Europa alla fine del‘700 ha risolto molte carestie ed oggisi è arrivati a produrne ogni anno oltre320 milioni di tonnellate: il 20% in piùrispetto ad appena vent’anni fa.Oggi il maggiore produttore e consumatoremondiale è ormai la Cina. InItalia ha il più alto indice di gradimentotra tutti i prodotti agricoli: il 94% degliitaliani la vuole in tavola. Tuttavia neconsumiamo solo 40 kg a testa l’anno,contro i 107 degli inglesi e addiritturai 189 degli abitanti della Bielorussia,che detengono questo record mondiale.Per noi mediterranei la prima fontedi carboidrati resta infatti il grano, coiquali facciamo il pane e la pasta. Lapatata è rimasta un contorno o un ingrediente.Se ne è parlato in occasione dellapresentazione del nuovo volume “Lapatata”, il tredicesimo della collana“Coltura&Cultura” edito dalla BayerCropScience che dedica approfonditivolumi monografici ai diversi prodottiagricoli.Le due giornate hanno visto unamassiccia presenza mediatica che siè interfacciata “in campo” con gli specialistidella pataticoltura italiana pressoaziende altamente qualificate ed inpubblico con l’intera filiera. “Il nostroimpegno nella comunicazione dell’agricolturavera e della sostenibilità neifatti – ha affermato Frank Terhorst, AmministratoreDelegato di Bayer Crop-Science in Italia – ha visto realizzato,in queste due giornate, l’ambiziosoobiettivo di avvicinare la stampa allafiliera pataticola italiana, per sostenerela conoscenza e la formazione degliimprenditori agricoli. Tutto questo in unmomento felice in cui cresce l’interessee l’occupazione dei giovani in agricoltura,e la consapevolezza dei media sulvalore dell’innovazione in agricoltura,al pari di altri settori, per uno svilupporealmente sostenibile”.Messaggi ripresi da Paolo Bruni, presidentedi COGECA, che afferma “Perimmaginare un’agricoltura sostenibiledobbiamo pensare ad un triangolodove ai due lati troviamo la società el’ambiente ma alla base c’è l’economia.E fare sistema, perché i valori della patatasi traducano in reale valore per iproduttori”. E da Tiberio Rabboni, AssessoreAgricoltura della Regione EmiliaRomagna, che prosegue dicendo:“Continua l’impegno verso il compartocon leggi regionali specifiche e il finanziamentodi un progetto di filiera eproponendo future misure di sostegnoalla pataticoltura italiana nell’ambitodell’adempimento di normative europee”.Il grande traguardo raggiunto è aversuperato il divario che divide il mondodella produzione e della ricerca dalconsumatore, reso possibile dai momentidi comunicazione e cultura di58 - <strong>giugno</strong> 2011
una rappresentanza dei 104 autori,come Luca Goldoni, celebrato scrittore,Paolo Villoresi De Loche, presidente diItalian Cooking Forum di New York,Giovanni Ballarini, Presidente dell’AccademiaNazionale della Cucina e MarcoSpagnoli, giornalista e critico cinematografico.A conferma che la patatanon è una semplice commodity, ma lastraordinaria interprete dei prosceni piùdisparati: dal cinema, al fumetto, allamoda, alla fotografia, dall’arte figurativa,al costume, alla letteratura, e cosìvia, per offrire nuovi stimoli di comunicazioneagli addetti ai lavori e nuovimotivi di attrattiva per i consumatori.Un prodotto altamente versatile che haaccompagnato l’uomo nella storia, davero oro degli Inca a prelibatezza deire, e la scienza nel progresso, attraversola ricerca che spazia dal campoagronomico, a quello medico e nutrizionale,a quello delle energie rinnovabili,per assicurare la sicurezza di cibo pertutti e la diversificazione dei prodotti offertial mercato.“Con “la patata” – ha dichiarato RenzoAngelini, Technical Management &Communications Head di Bayer Crop-Science in Italia - la pluralità degli autoriha saputo dimostrare la centralitàdell’agricoltura oltre l’aspetto produttivoe la reale possibilità di fare sistema traricercatori, produttori e comunicatori,senza dimenticare la preziosa collaborazionedella ristorazione, rappresentatadalle 50 ricette descritte da altrettantichef italiani”.Bayer CropScience, una consociatadi Bayer AG, è una delle società leaderper volume d’affari e per innovazionenelle tecnologie applicate all’agricolturaed è presente in più di 120 Paesi. BayerCropScience nel nostro Paese includele aree della protezione delle colture(Crop Protection) e delle scienze ambientali(Environmental Science).Alcuni concetti guida dell’attività diBayer CropScience sottolineano chesenza spirito creativo non c’è innovazionee senza conoscenza o condivisionel’innovazione non si diffonde. Allabase di questi principi stanno le numerosee diversificate attività che da anniBayer CropScience porta avanti percontribuire alla crescita professionaledegli operatori del settore agricolo.Ogni anno l’azienda organizza incontrie varie iniziative durante i quali è lasciatolargo spazio all’aggiornamentotecnico-scientifico sui temi di attualità incollaborazione con esperti del mondouniversitario, della ricerca, della produzionee della distribuzione.Pat Lupimusei / porto&<strong>diporto</strong>Daphne MuseumL’arte del Novecento a NapoliIl Daphne Museum, l’associazionesenza scopo di lucro, nataper gestire patrimoni archeologiciprivati, ha un nuovo progetto, ed esordiscecome promotrice di arte contemporanea,con la mostra “Grande NapoliArte”, dal 7 al 27 <strong>giugno</strong> a Castel Nuovoin sala della Loggia. La rassegnacurata da Evan De Vilde si proponecome un contenitore che mette a confrontoin un unico percorso artisti digenerazioni e linguaggi diversi, comesenso di continuità tra presente e passato,attraverso la prima e la secondametà del Novecento. Stili e tecnichediverse, che l’esposizione intende approfondiree far conoscere, soprattuttoalle nuove generazioni, con artisti napoletanidi indiscussa qualità, rappresentatividell’arte di un secolo vivace,e che hanno operato in un territorio nonsempre pronto a valorizzarli. In mostraopere di Antonio Asturi, Renato Barisani,Andrea Bisanzio, Enrico Cajati,Rubens Capaldo, Roberto Carignani,Luciano Caruso, Giuseppe Casciaro,Giuseppe Ciavolino, Salvatore Ciaurro,Carlo Cordua, Eduardo Dalbono, LucioDel Pezzo, Evan De Vilde, SalvatoreEmblema, Vincenzo Gemito, SergioGioielli, Antonio Isabettini, Luigi Grossi,Maria Rosaria Marchi, Elio, Luigi e RosarioMazzella, Emilio Notte, GiovanniParlato, Mario Persico, Errico Placido,Mario Rossetti, Mario Sangiovanni,Michele Spatuzzi, Domenico Spinosa,Carlo Striccoli, Gianni Strino, TTzoi,Gennaro Villani, Salvatore Vitagliano,ed Elio Waschimps che hanno saputovivere e trasferire su tela l’avanguardiadella ricerca artistica, collegata strettamentealla scena internazionale. Unacollettiva di 37 artisti selezionati conattenzione, da interpretare come unasignificativa dichiarazione d’intenti delMuseo per indagare una fase particolarmentefervida, che vide all’avanguardiadella ricerca artistica, una schiera dipittori e scultori, che seppero portare losguardo ben oltre i confini provinciali ecollegarsi a quanto accadeva sulla scenainternazionale.Lidia ScarpelliGiugno <strong>giugno</strong> 2011 - 59