12.07.2015 Views

06_giugno - Porto & diporto

06_giugno - Porto & diporto

06_giugno - Porto & diporto

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

associazioni / porto&<strong>diporto</strong>Propeller ClubDirettivo Nazionale a BrindisiCome possono i portiitaliani adeguarsi algigantismo navaledei prossimi anni? Dove reperirele risorse economicheper realizzare le infrastrutturenecessarie a colmare il gapcon il resto dell’Europa? E,soprattutto, come si superanoscetticismi e localismi delconsenso territoriale? La XIIConvention dell’InternationalPropeller Club, che si è svoltaa Brindisi il 27 e 28 maggioscorsi, ha provato ad affrontarnele problematiche, proponendoanche esempi e realtà(come quella di Trieste) in cuile logiche portuali si stannoadattando al mercato.Al centro delle tre sessionidi lavoro “Le infrastrutture necessarieall’Italia. Consensolocale, realizzazione, gestione”.Ad aprire la discussione,che ha potuto contare sugliinterventi qualificati di moltiesperti rappresentanti di istituzioni,governo ed enti locali, è statoil presidente del Propeller di Brindisi,Nicola Zizzi che ha commentato moltopositivamente la riuscita del convegno.Partendo dalla condizione attuale delPaese, è stato il presidente nazionaledel club Mariano Maresca ad analizzarei motivi che hanno portato a renderele infrastrutture portuali italiane inadatteal mercato. “Gli scali europei sonoriusciti ad anticipare le tendenze delmercato – ha spiegato Maresca – mal’Italia, anche a causa di una legislazioneche subisce continue modifiche,non riesce a stare al passo con i tempi.Per farlo, non basterebbe neppureavere tante risorse; occorrerebbe inveceanche un minimo di lungimiranzanel leggere le evoluzioni del settore”.Nonostante l’allargamento del Canaledi Suez ad esempio, l’Italia è rimasta aguardare, senza pensare alla realizzazionedi infrastrutture che le avrebberopermesso di sfruttare meglio la proprioposizione geografica.Un concetto ampiamente condivisoanche dall’ammiraglio Felicio Angrisano,direttore marittimo per la Liguria ecomandante della Capitaneria di Genova.“Il vero punto di partenza per chiprogramma lo sviluppo di un porto – hadetto l’ammiraglio Angrisano nella primagiornata della convention – deveessere l’obiettivo finale. Solo valutandocosa è più funzionale per uno scalo, sipuò pensare di progettare infrastruttureutili al territorio”. Ma la città scelta per losvolgimento del convegno vive questadiscrepanza, tra il passato (ed il presente)di porto industriale e una volontàcondivisa dalla popolazione di avere(almeno in futuro) una vocazione strettamenteturistica. Il sindaco DomenicoMennitti ha colto l’occasione anche perricordare i motivi per cui Brindisi si opponealla costruzione dell’impianto dirigassificazione che British Gas intendecostruire poco distante dal porto interno.“Abbiamo già dato il nostro contributoall’Italia – ha voluto sottolineareMennitti – nella produzione di energia.Il nostro è un porto che non deve ospitaresolo carboniere o gasiere”. Perl’ex presidente dell’Autorità portuale diLa Spezia, Giorgio Bucchioni, l’esempiodi Brindisi è l’emblema di come siscoraggino gli investitori stranieri. “Persopperire alla lentezza burocratica – hadetto Bucchioni – bisogna coinvolgerei privati nella realizzazione delle opereinfrastrutturali, senza limitarsi a offrireloro la gestione”. Una teoria in partecondivisa anche dal presidente delConsiglio superiore dei Lavori pubblici,Francesco Karrer, che ha suggerito dipuntare sul concetto di rete ma semprein prospettiva futura “per limitare i dannidelle lungaggini burocratiche che inquesti anni hanno reso l’Italia un Paesearretrato”. Puntare sulle sue caratteristichegeomorfologiche e impegnandosianche ad utilizzarle meglio è stato inveceil suggerimento di Ercole Incalza,capo struttura tecnica del Ministero perInfrastrutture e Trasporti. “In Italia lamovimentazione delle merci – ha spiegatoproprio Incalza – avviene per lamaggior parte su gomma, mentre solouna piccolissima parte su ferroviama.Questo dato spiega anche i limiti dellapolitica economica che è stata portataaventi negli ultimi dieci anni”. Sollecitazioni,giunte da professionisti delsettore, che hanno fornito un quadromolto dettagliato degli errori commessiin passato con un’attenta analisi fattaanche di proposte per il futuro.Francesca Cuomo50 - <strong>giugno</strong> 2011

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!