fedespedi / porto&<strong>diporto</strong>Antonio SticcoACCSEA - proporre e svilupparenuove iniziative“La nostra associazione, in modi diversi ma sempre condizionantiper l’economia, l’Egitto e la Tunisia, cittadino sono sicure. Poi ci sarebbe ilnavi che entrano ed escono dal portomentre vive un momentodi maggiore aggregazione l’Algeria e la Libia e che ha oltremodo Piano Sud, che ancora non decolla. Ile di sviluppo della base associativa, èpreoccupata sulla riduzione dei traffici.Oltre alla crisi economica mondiale siaggiunge in Campania la mancanza diinfrastrutture che possono far decollareun sistema logistico basato sulla intermodalità.Non si notano segni evidentidi soluzione della crisi nel comparto industrialee commerciale e le notizie cheacquisiamo sul mercato non sono confortevoli.E’ implicito che lo sveltimentodella prassi burocratica, una maggioresicurezza, investimenti mirati allo sviluppo,ammortizzatori sociali, un pianodi sviluppo per il Sud possono senz’altroaiutare la categoria”. A parlare èAntonio Sticco, 70 anni, operatore nelsettore delle spedizioni, noto a livellonazionale e dal <strong>giugno</strong> 2010 presidenteAccsea, l’Associazione Campana diCorrieri, Spedizionieri e Autotrasportatorialla quale aderiscono circa 100aziende ed imprese del territorio.Presidente, quali sono le difficoltàmaggiori per i vostri associati?La congiuntura del comparto non èin fase risolutiva; direi anzi che la situazioneè stagnante in tutte le attività chehanno riflessi sul mercato che ci riguarda.Oltre alla crisi economica internazionaleche non accenna ad allentarela morsa, ci sono anche gli ultimi avvenimentiche vedono il Nord Africa infiamme. Una vicenda che ha coinvolto,aggravato la crisi del nostro settore. Lacosa grave è che non è ancor chiarocome e quando se ne uscirà.Quanto ha inciso questa situazionesulle vostre attività?I traffici si sono bloccati per il 90%,poiché solo in Tunisia si riesce a lavorareancora. Ma quello che ci preoccupaè che questo clima infuocato possaestendersi anche ai paesi del MedioOriente, complicando una situazionegià difficile.Che cosa proponete?In un momento di crisi così duroè necessario che si muovano tutte lecomponenti del settore per promuovereun’organizzazione tra il pubblico e iprivati. C’è bisogno di un sistema burocraticopiù snello per permettere al prodottonazionale di essere competitivosui mercati internazionali.Ci faccia un esempio.Penso all’abbassamento delle tassein funzione di un piano per l’occupazioneche ci permetta di mantenere stabileil personale senza dover ricorrere ailicenziamenti. C’è necessità di creareun sistema che renda il porto di Napoliuna base operativa del Mediterraneocon una specializzazione dei serviziche consenta risparmi economici suscala. Importantissimo è poi il temadella sicurezza. Deve essere centrale.I nostri clienti debbono sapere che leMeridione oggi si basa quasi esclusivamentesul commercio, perché molte industriestanno scomparendo. Sarebbeimportante utilizzare gli ingenti finanziamentiprevisti dal piano per invertirequesta tendenza e per rafforzare lalogistica.Quale ruolo può avere l’Accsea?Purtroppo il nostro ruolo può esseresolo quello di sensibilizzare gli entipubblici su questi temi e farci portavocedelle istanze del settore nelle sedi istituzionali.A questo scopo ci attiveremopresso la Regione, Comune e Cameradi Commercio per chiedere maggioreattenzione alle nostre iniziative cheandremo ad intraprendere nell’interessedella categoria. In concreto, però,non possiamo cambiare il flusso deglieventi. Certo non ci tireremo indietro,poiché quando il momento è buono ele cose sono semplici è facile risolvere iproblemi, ma quando c’è crisi e le cosesono difficili i problemi devono essereaffrontati e risolti. Noi siamo prontia fare la nostra parte, ma ci auguriamoche dall’alto delle istituzioni vi siala volontà di fare cose importanti. Nelcontempo lanciamo ai nostri associati ilmessaggio “Siamo con Voi, resistiamoed andremo avanti in attesa di tempimigliori”.Brunella Giugliano10 - <strong>giugno</strong> 2011
Il mondo della logistica è in allarmeper l’imminente pubblicazione deicosti minimi ministeriali che dal 12<strong>giugno</strong> dovranno essere applicati aicontratti di trasporto merci.“Se i valori ricalcassero quelli già definitidal Ministero per i contratti verbali– afferma Fausto Forti, Presidente dellaCONFETRA Confederazione GeneraleItaliana dei Trasporti e della Logisticain una lettera inviata al Sottosegretarioal Ministero delle Infrastrutture edei trasporti, Bartolomeo Giachino - ilmercato si troverebbe a subire aumentivariabili nella maggioranza dei casi dal40% al 60%. E’ evidente come nessunsettore per nessun motivo, specialmentein questo momento così delicatoper l’economica del Paese, può esseresottoposto a shock di questa entità.Seguirebbe una stagione di forte contrapposizionetra committenti e vettori– continua Forti - a danno del sistemalogistico e conseguentemente di tutto ilmondo produttivo”.Oggi le tariffe pagate in Italia all’autotrasportosono in linea con quelle prafedespedi/ porto&<strong>diporto</strong>Allarme ConfetraI costi incompatibili con i valori di mercatoticate in tutti i maggiori Paesieuropei. “Il Governo – concludeForti - deve farsi carico diquesta situazione; deve saperaffrontare le irragionevolipretese dell’autotrasporto confermezza e responsabilità,fissando nuovi costi minimicompatibili con le capacità diassorbimento del mercato”.A questo proposito ancheFrancesco Tavassi, consiglieredella FEDIT, FederazioneItaliana Autotrasportatorie coordinatore AssologisticaNapoli, ha dichiara: “Il dispositivoemanato dal Governo porteràdegli aumenti peraltro nongraduali, alle tariffe di mercato.Le associazioni datorialihanno proposto al Sottosegretariodi attenuare l’impatto escludendodai “costi della sicurezza” quei costiaziendali che riguardano aspetti comeil marketing oppure i servizi informatici.Mi auguro che il Governo recepiscaquesta istanza. Comunque i costi di tra-Francesco Tavassisporto aumenteranno notevolmente equesti costi graveranno inevitabilmentesui prezzi dei prodotti con il rischio diperdere quote di mercato a favore dialtre nazioni”.Giacomo Canarsa