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CARL SCHMITT ED IL NOMOS DELLA TERRA ... - Rivista S.S.E.F.

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Giancarlo Montedoro ( * )<strong>CARL</strong> <strong>SCHMITT</strong> <strong>ED</strong> <strong>IL</strong> <strong>NOMOS</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>TERRA</strong>L’ammirazione e l’imbarazzoIl Nomos della terra è una delle opere più note di Carl Schmitt. Ed anche una delle più attuali. SuSchmitt – come su Junger 1 – i bombardamenti degli alleati lasciarono tracce profonde.E’ un’opera strutturata sulla grande coppia oppositiva terra –mare. Sull’antitesi fra dirittocomunitario e diritto astratto, fra istituzione e norma, fra legittimità e legalità, fra radicamento alterritorio, all’heimat, e sradicamento, fra stanzialità e nomadismo, fra eurocentrismo edamericanismo.Questo breve scritto vuole solo ricordare di cosa quell’opera ci parla ancora, e, soprattutto, di comeparla allo studioso di diritto pubblico, all’amministrativista in particolare. Quell’opera come operaconclusiva del pensiero di Schmitt.Per chiarire ciò, può essere opportuno prendere le mosse da M. S. Giannini : come risulta chiaro achi legga un suo noto intervento dedicato al pensatore, il Maestro italiano non aveva in granconcetto C. Schmitt 2 : troppo poco giurista, troppo vago lo strumentario adoperato, troppo forte ilbuco nero della suggestione data dalla radice politica del diritto, dalla decisione sullo statod’eccezione, dalla continua riemersione realistica della forza e dell’uomo che si legge quale matriceunitaria del pensiero al di sotto della trama argomentativa degli scritti dedicati al diritto dal “nazistasenza coraggio” 3 .Forse, e senza forse, al tempo in cui Giannini leggeva Schmitt, giustamente pesavano, nella lettura,senza che ciò venisse apertamente denunciato, ipoteche ideologiche: troppo vicina l’esperienzadella guerra, la violenza del nazismo, troppo fragile l’approdo alla democrazia, troppo ambigue leposizioni tenute dal politologo tedesco nei confronti del totalitarismo del Novecento per potersipermettere cedimenti “estetizzanti”, per poter lasciare il campo all’ammirazione ed al senso divertigine che prende il lettore di certe pagine schmittiane in cui si sintetizzano tendenze di lunga1 Di Junger la cui influenza nell’analisi, dovuta alla cultura tedesca, del moderno nichilismo è vasta e memorabile cfr.E. Junger – M. Heidegger Oltre la linea Milano 1989 .2 M. S. GIANNINI La concezione giuridica di C. Schmitt : un politologo datato ? in Quaderni costituzionali 1986, 447e ss.3 Come è noto questa è la definizione che di Schmitt ha dato A. Predieri, in una sua monumentale opera dedicata algiurista tedesco. A. PR<strong>ED</strong>IERI Carl Schmitt, un nazista senza coraggio. Firenze 1998. Fondamentale sul tedesco èanche l’opera, politologica, di C. GALLI Genealogia della politica . Carl Schmit e la crisi del pensiero politicomoderno Bologna 1996.


durata della storia europea, e si analizzano, con realismo e singolare preveggenza, i mutamentidelle forme dello Stato nello jus publicum europeum .Forse oggi, soprattutto perché forti di amore sconfinato per la cultura ebraica e per il suo lascitoall’Europa, possiamo rileggere Schmitt senza paure, senza timore di cedimenti, ammettendo, senzaimbarazzo, quell’ammirazione rimasta malcelata.A chi legga oggi l’opera di Schmitt senza pregiudizi ideologici essa fa lo stesso effetto del pensierodi Heidegger. Due robusti e “difficili” pensatori, ambiguamente coinvolti con il nazismo, macapaci di dare corpo ad una lettura della modernità imprescindibile anche per i contemporanei chenon vogliano limitare il proprio pensiero ad una mera declinazione senza fine del pensiero liberaleanglosassone. 4Schmitt nella lettura di GianniniGiannini ricorda che non era possibile parlare di Schmitt con Romano e Zanobini, consideravanoinfatti l’opera del tedesco una degenerazione, un ritorno a prima di Laband, alla situazioneprecedente la pandettistica.Schmitt per Giannini era uno studioso che non conosceva il diritto privato, che tuttavia egli vedevacaratterizzato da una certa coerenza di pensiero, avendo elaborato, per tutta la vita , una sorta dianalisi sempre più raffinata delle forme e del concetto di Stato.Dittatura, sovranità, concetto della politica in contrapposizione ad altre sfere dell’esperienza umana,necessità di meccanismi di salvaguardia costituzionale ( il Custode della Costituzione), fino agliscritti su Terra e Mare e sul Nomos della Terra.Giannini analizza e contesta ciascuna delle acquisizioni del pensiero schmittiano.L’opera “La Dittatura” non viene stroncata per quanto in essa vi è di ricerca storico erudita distampo romanistico, con la sua distinzione fra dittatura commissaria e dittatura istituzionale, la4 Nella stessa area culturale, tedesca, non liberale,ma da opposte sponde rispetto a Schmitt, nell’esilio americano,matura la riflessione sull’utopia e sulla speranza di Bloch, che come ricorda Bodei, finì poi per approdare al marxismoin modo acritico ( l’ambizione a pensare la totalità produce fraintendimenti ). Il punto di partenza di Bloch è che tuttiabitiamo questo continente della speranza, che è assai affollato, però è così inesplorato, dice lui, come l'Antartide, perquesto "Il principio speranza" di Bloch è una grande mappa di tutti i territori della speranza; e la speranza Bloch laconcepisce contro Heidegger , contro il principio della angoscia, se vogliamo chiamarlo così, in quanto, secondo Bloch,non bisogna prendere il mondo così com'è; la speranza ci mostra il mondo in movimento, in evoluzione. Quindi l'idea diBloch è che la speranza non è semplicemente un premio di consolazione per le disgrazie necessarie della vita degliindividui e della storia; la speranza è piuttosto uno sforzo per vedere come le cose stanno in movimento, come sievolvono, quindi la nostra mente non è simile a uno specchio che riflette una realtà ferma, la nostra mente è piuttostoqualche cosa che si inserisce nel mondo della speranza. E. BLOCH Il principio speranza , Milano 1994. Per una letturadel pensiero giuspolitico europeo da parte di un filosofo postanalitico , che confronta l’orizzonte politico “liberal” conHeidegger ed i francesi R. J. BERNSTEIN La nuova costellazione. Gli orizzonti etico-politici delmoderno/postmoderno Milano 1991.


prima destinata a risolversi, sul modello romano , in una magistratura straordinaria con poterieccezionali, mentre la seconda si risolve in un vero e proprio avvento di un ordine nuovo ( con laproposizione del classico tema del rapporto fra costituzione e mutamento costituzionale ).Il concetto di sovranità esposto nella “Teologia Politica” e nelle “Categorie del Politico” , checonsiste nella celebre identificazione fra sovranità e potere decisionale sullo stato di eccezione parea Giannini il frutto di un fraintendimento giuridico, poiché esistono tante decisioni correnti edordinarie nel diritto pubblico che non costituiscono decisioni sullo stato di eccezione ecionondimeno sono decisioni sovrane.Anche il potere di imporre tributi è una decisione sovrana eppure in esso non vi è nulla dieccezionale sicché la teoria di Schmitt appare un arnese inservibile al giurista, mentre appare aGiannini che tutta questa ansia per la ricerca del sovrano tradisca un atteggiamento nostalgico econservatore, tipico dei filosofi conservatori, critici della Rivoluzione Francese ai quali Schmitt siispirava ( De Maistre, Bonald , Donoso Cortes).E’ infatti la decapitazione del sovrano che fa nascere il problema della collocazione della sovranità ;quest’ultima per Schmitt, ovunque venga collocata, rimane definita da una capacità, la capacità didecidere sullo stato di eccezione.Quanto alla politica come arte della distinzione fra amico e nemico ed all’analisi delle progressivespoliticizzazioni e neutralizzazioni della vita, connotate da una dominanza dell’economico sulgiuridico, Giannini nota che il tedesco elabora questa analisi a partire da una concezione dello Statoantikelseniana, non normativista , ma decisionista, non disposta ad accettare la scissione modernafra Stato e società civile.In sostanza, di fronte all’incalzare della crisi delle Stato moderno ed all’emersione delle esperienzetotalitarie, in Europa si forgiano tre grandi risposte nel pensiero giuridico : la risposta Kelseniana ,il normativismo, ossia la neutralizzazione dell’esperienza giuridica, che viene separata da ognicontaminazione derivante dalla politica, dall’economia, da altre sfere vitali; la risposta Romaniana,dell’istituzionalismo, per cui l’esperienza giuridica viene riportata alla sua radice organizzativa, eviene annegata nel pluralismo sociale ed istituzionale, nel quale lo Stato, persa la sua unità,recupera una capacità di mediazione quale ordinamento giuridico generale, che contieneordinamenti particolari; ed , in ultimo la risposta Schmittiana, che riduce l’esperienza giuridica alsuo fondamento politico, alla sua scaturigine dalla forza e dalla logica di dominio, al suo esserecostitutivamente altro dalla regola posta, ordinata, interessando di più la dinamica dell’ordoordinans della statica dell’ordo ordinatus 5 .5 Sull’analisi di queste tre risposte può impostarsi, da una particolare angolazione storica, quella della crisi dello Statomoderno, un corso di Istituzioni di diritto pubblico completamente esaustivo.


L’antitesi fra legalità e legittimità , presente nell’opera Legalitat und Legitimitat declina unametodica dello stato di crisi, ed analizza l’evoluzione delle forme dello Stato ( Stato giurisdizionale,Stato governativo, Stato amministrativo, Stato legislativo ) con la perenne nostalgia per lo Statoassoluto inteso non quale concreta forma storica ma come paradigma dell’unica forma dello Statoche non conosce la scissione fra sfera pubblica e sfera privata.L’ambigua posizione tenuta da Schmitt nei confronti del parlamentarismo è stigmatizzata daGiannini in brevi considerazioni che sottolineano come la democrazia sia uno stato di crisi per laimpossibilità di decidere che la caratterizza ( la borghesia come classe “discutidora” ; il potere comepotere perennemente dialogante e quindi paralizzato ).Amministrare invece per la visione del tedesco è esercitare summa potestas, mentre i partititendono, soprattutto quando operano come partiti di opposizione, a costituirsi in anti-Stato.E’ il crinale più delicato del pensiero di Carl Schmitt, quello in cui egli non si avvede dellamodernità della scissione fra Stato e società, della natura in certo senso “pubblica” dei partiti (indagata da M.S. Giannini), che fungono da cerniera fra Stato e società, fino all’adesione alnazismo, con il quale tuttavia egli non consente sulle teorie razziali, divenendo così, dopo esserestato un giurista ufficiale del Regime, un isolato politico, al quale Giannini guarda con diffidenza,mentre, stranamente, secondo il Maestro, il pensiero neomarxista lo rivaluta 6 .La lettura di NigroMario Nigro ha avuto occasione di soffermarsi sullo Stato amministrativo nella concezioneschmittiana. 7Lo Stato amministrativo – nota Nigro – contrapposto da Schmitt allo Stato legislativo, è connotatoda concretezza, dalla capacità di porre regole e statuizioni in aderenza ai fatti, dalla immediataapplicabilità del comando pubblico, dato dall’esecutivo e non dal giudice, ed il meglio al mondo –per il pensatore tedesco - è un comando.Lo Stato amministrativo è lo Stato in cui campeggia il provvedimento amministrativo, inteso comeatto unilaterale, autoritativo, imperativo, avente attitudine a divenire inoppugnabile e così via.Tuttavia il provvedimento si deve giustificare soprattutto per la sua adeguatezza allo scopo, per ilsuo riferimento ad una situazione specifica e sostanziale.6 Si pensi al pensiero di M. Cacciari.7 M. NIGRO Carl Schmitt e lo Stato amministrativo in Quaderni costituzionali , 1986, 461 e ss.


Ma lo Stato amministrativo è lo Stato nel quale anche gli altri atti di diritto pubblico, ossia la leggee la sentenza, divengono atti amministrativi e questa è una tendenza, ricorrente anche oggi, cheSchmitt ha saputo analizzare con anticipo.La legge-provvedimento, l’eccessiva discrezionalità del giudice sono degenerazioni del sistemaliberale , basato sulla divisione dei poteri, che producono tensioni istituzionali irrisolte.Nello Stato schmittiano – nota Nigro - la distinzione formale –materiale fra i poteri e le funzionicessa di essere un principio d’ordine , perché lo Stato, nel suo complesso, si ordina attorno ad unprincipio unificante, che ne caratterizza la forma .Nigro trova altresì somiglianze fra il pensiero giuridico di Schmitt e quello di Santi Romano.L’idea dell’essenzialità dell’amministrazione accomuna i due pensatori, ma poi essi divergono sullastruttura dello Stato amministrativo, fatta per accogliere le diversità e la pluralità delle istituzioni edegli ordinamenti per Romano, fatta per decidere per Schmitt.Schmitt inoltre, nota acutamente Nigro, non ama l’amministrazione, considerandola espressionedella società, corpo burocratico articolato, mentre egli è affascinato da uno Stato che esprime unordine essenzialmente politico, non weberianamente calcolabile ( né democraticamente partecipatoo sindacabile in via giurisdizionale ).Il Nomos della TerraIl Nomos della Terra è l’antitesi di ogni spoliticizzazione e neutralizzazione moderna.La grande politica europea – rectius occidentale - è di tipo continentale –insulare ( Germania edInghilterra ora Europa –America ). Attorno alla terra ed al mare nascono sistemi politico giuridicidifferenti, orientati secondo un diritto ( nomos ) primordiale.Il nomos della Terra è un’istituzione territoriale capace di interpretare e rappresentare il diritto diogni popolo all’occupazione e divisione della terra. Soggetto del nomos della Terra è lo Stato,Soggetto del nomos del Mare è la società, il potere marittimo, la superiorità economica.E’ interessante lo scavo semantico , quasi filologico, il lavoro che Schmitt compie sulle parole.La terra viene identificata per il suo significato nel linguaggio mitico di madre del diritto.La terra fertile serba infatti dentro di sé una misura interna, la fatica, il lavoro,la semina , lacoltivazione sono ricompensati con giustizia dalla terra mediante la crescita ed il raccolto.Il terreno dissodato reca tracce dell’opera umana, tracce che delimitano campi, prati, boschi, così lelinee tracciate sulla terra divengono principio di ordine.La terra poi ospita i segni pubblici di tale ordine, con recinzioni, delimitazioni, pietre di confine,mura, case, altri edifici.


Il diritto è serbato dalla terra come ricompensa giusta del lavoro dell’uomo, mostrato su di sé comeconfine, recato su di sé come contrassegno pubblico dell’ordinamento.Nel mare invece non esistono linee rette, il duro lavoro si accompagna alla fortuna della pesca, checonosce meno proporzione rispetto al lavoro della semina e del raccolto, nel mare le navi nonlasciano tracce. Sulle onde tutto è onda. Il timore del mare ha lasciato, per Schmitt, tracce profondenella letteratura 8 .Nell’epoca della globalizzazione le due forze ancora si fronteggiano, ma , con il venir meno delloius belli teorizzato da Alberico Gentili e con la pretesa delle potenze marittime di combattere guerregiuste, con le micidiali armi della tecnica moderna ( qui Schmitt è in consonanza con l’Heideggerche legge la tecnica moderna come grande fonte di alienazione e spaesamento ) il mondo interodiviene teatro di battaglie che hanno come scopo l’annientamento.Il modello ideale del conflitto per Schmitt è quello dello ius publicum europeum, della libertà daivalori poiché sono i valori che conducono all’annientamento, mentre il realismo politico è ragionedi raffreddamento del politico e , quindi, dei conflitti.La storia del diritto è storia di occupazione di spazi : questo nell’epoca del diritto internazionalepreglobale comportava la distinzione fra casa e non-casa, fra cosmo e caos, fra ordinamentopacifico e disordine senza pace, fra luoghi custoditi e luoghi selvaggi, con il limes, l’idea di confineattorno a cui costruire le nostre sicurezze.Gli Stati sono costituiti dai tre elementi noti : popolo, sovranità,territorio,ove è all’ultimo èdemandato il compito di tracciare i confini, fra dentro e fuori, fra amico e nemico, intrecciandorelazioni con altri Stati, pacifiche od ostili, fatte di “legazioni, accordi commerciali, salvacondotti,alleanze, guerre, armistizi e trattati di pace, relazioni interfamiliari, diritto d’asilo, estradizioni ecatture d’ostaggi”. 9 Nel mondo preglobale è possibile la distinzione fra amico e nemico, il nemico èiustus hostis, con il conseguente trattamento garantito dal diritto bellico. Nell’epoca del terrorismoglobale anche queste distinzioni saltano 10 : il nemico diviene criminale , la guerra penetra i confini,8 Agli esempi citati da Schmitt, ( quarta egloga di Virgilio, Apocalisse di Giovanni ) può affiancarsi LUCREZIO,studiato da H. Blumeberg nell’aureo libretto Naufragio con spettatore ,ed. or. Schiffbruch mit Zucshauer. Paradigmaeiner Daseinmetapher , Frankfurt am Main 1979, studio dedicato all’incipit del secondo libro del De rerum natura, chesi apre con l’immagine potente di uno spettatore che contempla dalla riva un naufragio in lontananza e medita sulcontrasto fra la propria condizione di sicurezza e la rovina altrui. Bisogno di proteggersi e gusto del pericolo, estraneitàe coinvolgimento, contemplazione ed azione, ritiro ed intraprendenza, pongono all’uomo moderno problemi diidentificazione ora con lo spettatore ora con il naufrago. Per Z. Bauman invece la modernità è, senz’altro, l’epoca dellafluidità cfr. Bauman Modernità liquida, Bari 2002 l’individuo prevale sul cittadino, lasciato al compito diautocostituirsi, che, tuttavia, per superare gli ostacoli di fatto richiede più non meno sfera pubblica.9 Così C.<strong>SCHMITT</strong> Il nomos della terra , Milano 1991, 33.10 Per un’analisi compiuta sul tema cfr. A. BALDASSARRE L’incertezza del nomos della terra ed il disordine globalein Globalizzazione contro democrazia Bari , 2002.


pervade il diritto interno, la pace non è assicurata in nessun luogo, la logica del movimento marinoscuote il mondo in un grande contrappasso. 11Per un mondo minacciato dal terrore, governato dall’economico, il ritorno dello Stato, dell’ordinepolitico, sarebbe ancora qualcosa.( * ) Consigliere di Stato11 Si è tentata una descrizione del fenomeno in altro lavoro, di intonazione schmittiana, Guerra al terrorismo esospensione delle garanzie costituzionali in corso di pubblicazione.

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