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Il numero di Ottobre 2009 - Associazione Nazionale Venezia Giulia ...

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La Redazione rispondeRestituzioni,15 giorni soliper produrrei documentiA cura dell’Avv.Vipsania AndreicichA pagina 6anno XV - n° 10<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>L’Europa,settant’anni dopo<strong>Il</strong> 1° settembre ricorreva ilsettantesimo dal tragico inizio dellaSeconda guerra mon<strong>di</strong>ale, quelconflitto che – oltre ai milioni <strong>di</strong>vittime delle deportazioni, deibombardamenti e delle privazioni– avrebbe costretto intere popolazionidel continente europeo adeso<strong>di</strong> forzati senza ritorno.Danzica, la polacca Gdansk, èassurta ad emblema <strong>di</strong> quella guerrache infiniti lutti, e senza remissione,ha causato alle persone e alle anime, così come nobilmente ha ricordato,e più che ricordato, il cancelliere Angela Merkel nel suo <strong>di</strong>scorso allacerimonia <strong>di</strong> commemorazione svoltasi nella stessa città <strong>di</strong> Danzica. «Ioricordo con rispetto profondo – ha detto tra l’altro – tutti gli innocenti chedovettero morire <strong>di</strong> fame, freddo o malattia a causa della violenza <strong>di</strong> quellaguerra e delle sue conseguenze. […] Non ci sono parole che possano restituireil dolore atroce <strong>di</strong> questa guerra e dell’Olocausto. Io mi inchino davantialle vittime».Un’assunzione <strong>di</strong> responsabilità morale e storica piena, questa, da parte<strong>di</strong> un cancelliere che proviene, tra l’altro, dai territori orientali. «Se nel mioPaese pensiamo anche al destino dei tedeschi che, in seguito alla guerra,persero la loro patria, lo facciamo sempre nel senso [<strong>di</strong>] guardare al futurosenza <strong>di</strong>menticare o minimizzare la realtà storica in tutti i suoi aspetti». Unafrase coraggiosa, che per taluni sarà stata ar<strong>di</strong>ta. Ma tutto il suo intervento èstato improntato ad un criterio <strong>di</strong> severa chiarezza che ci comunica, conl’emozione delle trage<strong>di</strong>e rievocate, il sollievo della coscienza <strong>di</strong> quanto sipossa e si debba considerare superato, oggi in Europa, quel quadro <strong>di</strong>sumano<strong>di</strong> annientamento degli in<strong>di</strong>vidui e dei luoghi; e tra questi, dei luoghi cariagli Esuli italiani dalla <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e dalla Dalmazia, mai <strong>di</strong>menticatidopo oltre sessant’anni dall’esodo.<strong>di</strong> Patrizia C. Hansen (segue a pagina 2)Marinetti & Co., in Fiume(with D’Annunzio’s permission)In english language to page 14Marinetti & Co. en Fiume(permitiendolo D’Annunzio)En lengua española en la página 15perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e DalmaziaCentro Stu<strong>di</strong> padre Flaminio RocchiPola, febbraio-marzo 1947(foto Archivio storico Anvgd, Roma)Italiam quaero patriamVirgilio, , Eneide, I, 380Poste Italiane SpA - Spe<strong>di</strong>zione inAbbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. inL. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - RomaA novembreil XIX Congresso <strong>Nazionale</strong>nella splen<strong>di</strong>daVilla Recalcati <strong>di</strong> VareseLa Segreteria nazionale, in collaborazione con la Provincia<strong>di</strong> Varese, il Comitato Anvgd <strong>di</strong> Varese e la suapresidente avv. Sissy Corsi, sta ultimandol’organizzazione del XIX Congressonazionale dell’ <strong>Associazione</strong>, chesi terrà da venerdì 27 a domenica 29novembre prossimi.L’assise, che costituisce il più importanteappuntamento associativo,sarà ospitata nella Villa Recalcati, sededella Provincia <strong>di</strong> Varese e della Prefettura.L’intero complesso sarà a <strong>di</strong>sposizionedei delegati per tutto ilweek end. <strong>Il</strong> prestigioso immobile delSettecento si trova in Piazzale dellaLibertà, accanto alla Questura, ed è dotato <strong>di</strong> un ampio ecuratissimo parco.Questo, in sintesi, il programma del Congresso.Varese, la splen<strong>di</strong>da cortedella settecentesca Villa RecalcatiL’Istria <strong>di</strong> Anna Maria Morinella voce <strong>di</strong> Leo Gullottaal Teatro San Marco <strong>di</strong> RomaRoma, 13 ottobre. Indennizzi erestituzioni dei «beni abbandonati»dagli Esuli giuliano-dalmati sono statial centro della seduta del Tavolo tecnico<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento Governo-FederEsuli convocata alla Farnesina dalSottosegretario Alfredo Mantica.Ne dà notizia il presidente della Federazionedelle Associazioni degli Esuli,Renzo Codarin, che ha incontrato i sottosegretariAlfredo Mantica e RobertoSegue a pagina 9Segue a pagina 9Venerdì 27 novembre: apertura della segreteriacongressuale e inizio degli arrivi delle delegazioni. Dalle15.30 alle 18.30, lavori congressuali.Sabato 28 novembre: dalle 9.30alle 13.00: sessione mattutina. Dalle15.30 alle 19.00: sessione pomeri<strong>di</strong>ana.Domenica 28 novembre: dalle9.00 alle 11.00: apertura del seggioelettorale. Ore 11.30, proclamazionedegli eletti al nuovo Consiglio <strong>Nazionale</strong>e chiusura del congresso.Dalle 12.00 alle 13.00, primo Consiglio<strong>Nazionale</strong> per l’elezione dellecariche interne.Villa Recalcati, <strong>di</strong>mora nobiliare settecentesca, meritaqualche cenno storico. Affacciata sulle rive del Lago <strong>di</strong>Varese, fu e<strong>di</strong>ficata come una delle tante residenze estiveUno straor<strong>di</strong>naria interpretazione <strong>di</strong> Leo Gullotta hadato voce e presenza scenica alle pagine <strong>di</strong> Anna MariaMori de<strong>di</strong>cate all’Istria e a Pola davanti al pubblico <strong>di</strong>esuli e non accorso al Teatro San Marco al Quartiere <strong>Giulia</strong>noDalmata <strong>di</strong> Roma, il 22 settembre scorso. Uno deipiù prestigiosi attori del teatro italiano contemporaneo euna delle migliori firme del giornalismo e della narrativa,alla quale si devono due libri <strong>di</strong> memoria e <strong>di</strong> riflessione,Bora (a quattro mani con Nelida Milani) e Nata in Istria,hanno dato vita ad una messa in scena <strong>di</strong> sicura suggestionenel Teatro del Quartiere capitolino nel quale sonoancora ben vive le memorie dell’esodo degli italiani dalla<strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e da Zara al termine della Seconda guerramon<strong>di</strong>ale.Un protagonista del teatro italiano contemporaneo siè cimentato dunque con le aspre e intense pagine de<strong>di</strong>catedall’autrice, nativa <strong>di</strong> Pola ed esule, firma <strong>di</strong> puntadel giornalismo contemporaneo, alla sua Istria natale eraccolte nei volumi Bora – scritto a quattro mani conNelida Milani, scrittrice e stu<strong>di</strong>osa, esponente <strong>di</strong> prestigiodella Comunità italiana in Istria – e Nata in Istria. In entrambiAnna Maria Mori si confronta con la storia e con idestini dei connazionali <strong>di</strong> ogni ceto e orientamento politicocostretti all’esodo tra il 1947 ed il 1954 per nonsoggiacere al regime nazionalcomunista <strong>di</strong> Tito e conservare,con la vita, l’identità e la cultura italiane.Pagine scomode, almeno sino a pochi anni ad<strong>di</strong>etro,oggi meglio apprezzate in forza <strong>di</strong> una ritrovata coscienzastorica che, grazie anche al Giorno del Ricordo dell’esodoe delle Foibe (10 Febbraio) istituito dal Parlamentoitaliano nel 2004, permette <strong>di</strong> restituire piena verità aitragici anni che videro 350.000 italiani autoctoni doverabbandonare in circostanze drammatiche beni ed affetti.La scrittricepolesana,autricedei testi dai qualiè stata trattala lettura teatraleUltim’oraTavolo Governo-FederEsuli,convocato il 13 ottobre alla FarnesinaIn agenda indennizzi e restituzioniMenia.Con Codarin erano presenti anchegli esponenti delle associazioni che fannoparte della Federazione, tra cui ilPresidente Anvgd Lucio Toth.Per quanto riguarda gli indennizzi– precisa la nota <strong>di</strong> Codarin alle agenzie<strong>di</strong> stampa – le domande sono statein gran parte evase, mentre si attende<strong>di</strong> terminare l’iter entro la prima partedel 2010, in modo da chiudere il processoavviato con legge 137/2001.<strong>Il</strong> Governo ha quin<strong>di</strong> avanzato ipotesiper la soluzione definitiva dei dueproblemi, considerati centrali dalle associazionidegli Esuli, e che verrannovagliati entro il prossimo incontro, previstoa breve.Nei prossimi giorni sono previstiincontri e <strong>di</strong>battiti all’interno delle associazionifederate, per stabilire una“rotta” volta a chiudere il contenzioso.


2 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>fatti e commenticontinua dalla prima paginaL’Europa,settant’anni dopo«Sì – ha aggiunto la Merkel – è un miracolo, una grazia, il fatto che noieuropei oggi possiamo vivere in libertà e in pace». Ad un prezzo, aggiungiamo,altissimo, pagato anche dalle comunità <strong>di</strong> antico inse<strong>di</strong>amento storicoprivate del loro paesaggio naturale, spesso della vita, sempre dei beni nonmeno che degli affetti; separate da una cortina che o<strong>di</strong>ose contrapposizioniha generato nei decenni, per decenni cristallizzata negli animi.Ci è sembrato giusto fare riferimento alla cerimonia <strong>di</strong> Danzica e alleparole che vi sono state pronunciate per tornare a ricordare quanto tempohanno richiesto l’elaborazione della memoria storica e la presa <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanzada quegli eventi; e come, se da una parte un lungo percorso è stato compiuto(per la Germania certo molto più faticosamente), da un’altra (pensiamoagli Stati succeduti all’ex Jugoslavia <strong>di</strong> Tito) il tracciato sia ancora incerto,reso confuso dalle immancabili nostalgie vetero-comuniste <strong>di</strong> molti Paesidell’ex blocco sovietico e dal ra<strong>di</strong>cato nazionalismo <strong>di</strong> ampi strati dellepopolazioni assurte ad in<strong>di</strong>pendenza dalle guerre atroci degli Anni Novanta,prigionieri entrambi <strong>di</strong> griglie ideologiche smentite dalla storia. Così comeci è sembrata inappropriata – per citare un episo<strong>di</strong>o geograficamente piùvicino – l’osservazione avanzata da un’«anziana partigiana» (così almeno lastampa l’ha definita) al sindaco <strong>di</strong> Roma Alemanno nel corso della cerimoniadell’8 settembre a Porta San Paolo (qui, nel 1943, reparti militari italianitentarono una <strong>di</strong>sperata resistenza contro i tedeschi), del genere «Perché èqui, Lei che è fascista?». L’ennesimo sintomo <strong>di</strong> quel passato che non passa,che non si vuole far passare, al quale si resta abbarbicati perché incapaci <strong>di</strong>elaborare il tempo e i mutamenti che riplasmano la realtà: finendo per parlareuna lingua obsoleta.In quelle griglie ideologiche, ottuse e colpevoli, si è ritrovata prigionierala storia dei territori adriatici, cui sono toccati al contempo l’ingiuria dellaviolenza etnica, prima, e l’emarginazione dalla coscienza nazionale poi. Èora <strong>di</strong> restituire le vittime innocenti alla verità del loro sacrificio, che non haobbe<strong>di</strong>to ad imperativi e dogmi faziosi ma alla più semplice, nuda necessitàvitale della libertà e della vita.Patrizia C. HansenAmministrative in Istria,gli italiani elettiLe elezioni amministrative dello scorso maggio in Croazia, hanno vistoemergere 85 connazionali in seno alle amministrazioni comunali e regionali inIstria e nella regione del Quarnero e Gorski kotar. Un risultato che ha sod<strong>di</strong>sfattol’Unione Italiana. <strong>Il</strong> suo Esecutivo, presieduto da Maurizio Tremul, ha espressoun solo, sentito rammarico: la mancata elezione dei vice sindaci (come dastatuto civico) nelle municipalità <strong>di</strong> Parenzo e <strong>di</strong> Torre-Abrega, dove nessunpartito in lizza ha espresso un can<strong>di</strong>dato italiano alla carica <strong>di</strong> vicesindaco.«Siamo <strong>di</strong>spiaciuti per quanto verificatosi nelle due località istriane – ha dettoTremul – ma nello stesso tempo invitiamo le competenti autorità a in<strong>di</strong>re elezionisuppletive per avere vicesindaci connazionali a Torre-Abrega e Parenzo».Ricor<strong>di</strong>amo che la Comunità nazionale italiana enumera un vicepresidente<strong>di</strong> Regione (quella istriana),Viviana Benussi, affiliata alla Dieta democraticaistriana. I consiglieri regionali sono sette. Quattro gli italiani alla guida <strong>di</strong> amministrazionicomunali: sono Anteo Milos (D<strong>di</strong>) a Cittanova, E<strong>di</strong> Patrovicchio (In<strong>di</strong>pendente)a Valle, Doriano Labinjan (D<strong>di</strong>) a Verteneglio e Rino Dunis (D<strong>di</strong>) aGrisignana. I vicesindaci italiani sono 14, con 3 presidenti <strong>di</strong> consiglio municipale,5 vicepresidenti e 51 consiglieri comunali. La maggior parte degli elettisono espressione del partito regionalista della Dieta democratica istriana. «Atutti rivolgiamo l’invito a impegnarsi a fondo e con coerenza nella tutela dei<strong>di</strong>ritti dei connazionali – ha aggiunto Tremul – hanno una grande responsabilitàed è l’italianità, che devono portare avanti in ogni momento e <strong>di</strong>fenderla».Solo a Parenzo e Torre-Abrega (nella foto) non sono stati eletticonnazionali nelle amministrazioni comunaliPoste Italiane,nel database le province perduteCrevato Selvaggi:«una battaglia dell’Anvgd»<strong>Il</strong> sito www.vaccari.it, tra i più aggiornati e consultati inmateria <strong>di</strong> filatelia, ha ospitato la segnalazione <strong>di</strong> un utentecirca la presenza delle province <strong>di</strong> Pola, Fiume e Zara neldatabase degli uffici postali italiani.La risposta, pubblicata dal sito, viene da Bruno CrevatoSelvaggi, componente della Consulta nazionale della Filatelia,che riproduciamo. «La presenza negli elenchi <strong>di</strong> Fiume,Pola e Zara è la risposta alle richieste presentate dagliesuli dopo la guerra, che non volevano essere qualificaticome nati in Jugoslavia o, successivamente, in Slovenia,Croazia e ad<strong>di</strong>rittura Serbia-Montenegro. Fu una lungabattaglia, portata avanti soprattutto dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong><strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia [il corsivo è nostro, ndr].Solo una ventina d’anni fa una legge – la n. 54 del 1989 –ha chiarito la questione, imponendo agli uffici pubblici <strong>di</strong>in<strong>di</strong>care sulle carte <strong>di</strong> identità e sugli altri documenti, per iComuni ormai persi, il nome in italiano e senza Stato <strong>di</strong>attuale appartenenza. <strong>Il</strong> problema era emerso, in particolare,con i primi co<strong>di</strong>ci fiscali e, più <strong>di</strong> recente, con gli elenchielettronici, che non danno possibilità <strong>di</strong> scelta. Ancorapiù <strong>di</strong>fficile è stato introdurre la norma nel settore privatoma ora, almeno le gran<strong>di</strong> aziende fornitrici <strong>di</strong> servizi pubblici,fra cui appunto Poste italiane, hanno adeguato i proprielenchi».Finalmente Poste Italiane ha…fatto lucesulle province perdute, inserendo nel suo databasel’elenco delle località ceduteVertice italo-sloveno,saltato l’incontrodel 9 settembre e rinviato al 18Argomento “caldo”il rigassificatore <strong>di</strong> TriesteLa riunione del Comitato interministeriale italo-sloveno,previsto a Lubiana per il 9 settembre, che doveva affrontare,tra l’altro, il tema del rigassificatore <strong>di</strong> Zaule (Trieste),fortemente avversato da Lubiana, non ha avuto luogo. <strong>Il</strong>rinvio, è stato rimarcato dal parte italiana, è stato dovuto«a un problema banale e non politico», ad un impegno delministro degli Esteri, Frattini, proprio in quel giorno. Paroledel sottosegretario Alfredo Mantica, che avrebbe dovutopresenziare all’incontro <strong>di</strong> Lubiana.Secondo in<strong>di</strong>screzioni, tuttavia, il “niet” sloveno all’impianto,pronunciato dal ministro dell’Ambiente, Karl Erjavec,a motivo <strong>di</strong> un impatto definito «inaccettabile» del terminalsulla sicurezza della navigazione nel golfo <strong>di</strong> Trieste, avrebbesuscitato irritazione nel governo italiano. Ad illustrare leprocedure adottate e seguite dall’Italia, è intervenuto il ministroall’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Sulrigassificatore, ha detto, sono state «seguite con scrupolo erigore normativa nazionale ed europea» ed ha aggiuntoche «il progetto ha ottenuto il decreto <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>impatto ambientale al termine <strong>di</strong> una lunga procedura, che<strong>di</strong>scende da normative comunitarie e che tiene conto degliimpatti transfrontalieri. Nel corso del complesso iter – haconcluso Prestigiacomo – il governo sloveno è stato messoa conoscenza del progetto, ha presentato osservazioni erichieste, che in alcuni casi sono state accolte».La nuova data è stata fissata al 18, quando finalmente ilpresidente del Consiglio Berlusconi e l’omologo sloveno,Borut Pahor, si sono incontrati a Roma. Tra i temi in agendavi sono quelli relativi alle minoranze e al rigassificatore chel’iberica Gas Natural vuole costruire a Trieste.d.a.Stop alle “traduzioni”dei nomi nei documenti prodottiin Slovenia e CroaziaImportante notadel nostro Ministero degli InterniSi sono moltiplicati in questi ultimi tempi i problemiper <strong>di</strong>versi Esuli che richiedono ai Comuni <strong>di</strong> origine (oggiin Croazia o Slovenia) l’estratto dell’atto <strong>di</strong> nascita per<strong>di</strong>rimere negli attuali Comuni <strong>di</strong> residenza i “conflitti” traco<strong>di</strong>ce fiscale e dati anagrafici. E dai Comuni oltre confinegiungono spesso documenti nei quali il cognome italianooriginario risulta “tradotto” in versione slava, senza alcunmotivo apparente e senza alcuna autorizzazione.<strong>Il</strong> Ministero degli Interni (che sovrintende all’anagrafenazionale), su sollecitazione degli Esteri ha preso una posizionenetta in merito, dopo un intervento della FederEsuli e<strong>di</strong> altre rappresentanze, per evitare che ad anziani Esuli, adecenni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, venga imposto un cognome“slavizzato” che non hanno mai avuto, frutto <strong>di</strong> fantasiosementi amministrative.Ecco qui <strong>di</strong> seguito il testo della comunicazione degliEsteri che riassume la soluzione adottata in questa ennesimacomplicazione burocratica a cui tanti Esuli sono statisottoposti.«Questo Ufficio, su sollecitazione <strong>di</strong> varie rappresentanze,ha posto al Ministero dell’Interno il quesito se lacircolare n. 397/2008 (Applicabilità dell’art. 98 del DPR396/2000) possa trovare applicazione anche nei casi <strong>di</strong>alterazioni del cognome verificatesi nel corso del tempo ederivanti non da attuazione <strong>di</strong> normative locali bensì da<strong>di</strong>storsioni susseguenti ad errata comprensione della linguada parte delle Autorità locali non fatte notare, a suotempo, dal nostro connazionale.<strong>Il</strong> predetto <strong>di</strong>castero ha ritenuto che, in caso <strong>di</strong> soggettonato all’estero (si intende in Comuni attualmente non italiani,ndr) debba essere mantenuto il cognome in<strong>di</strong>catonell’atto <strong>di</strong> nascita anche se alterato nel tempo rispetto aquello del padre o dell’avo.È fatta salva però la possibilità, per l’interessato, <strong>di</strong> avvalersidel <strong>di</strong>ritto all’assegnazione del cognome paternospettantegli secondo la legge italiana, come previsto dallenuove linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo adottate nella predetta circolare n.397/2000.Firma e funzione: Dirigente Maria Cristina AntonelliCapo Ufficio III Direzione Generale per gli Italiani all’Esteroe le Politiche Migratorie, Ministero degli Esteri».Mesic-vescovi, lite sui simbolireligiosi negli uffici pubbliciÈ scontro in Croazia tra il presidente Stipe Mesic, al suoultimo anno <strong>di</strong> mandato, e la Chiesa cattolica a causa dellacontrarietà del capo dello Stato all’esposizione <strong>di</strong> crocefissinelle istituzioni pubbliche. Contrarietà che ha irritato gliambienti ecclesiastici, caricando <strong>di</strong> nuove inquietu<strong>di</strong>ni gliesponenti della gerarchia cattolica. Ha aperto le polemichequalche tempo fa il settimanale “Glas Koncila”, organodell’Arcivescovado <strong>di</strong> Zagabria, con un e<strong>di</strong>toriale del<strong>di</strong>rettore Ivan Miklenic, il quale ha accusato Mesic «<strong>di</strong> altotra<strong>di</strong>mento nazionale» per l’impegno a favore della consegnadei criminali <strong>di</strong> guerra croati al Tribunale penale dell’Aiaper i crimini commessi nelle guerre nella ex Jugoslaviadegli annio Novanta.In un’intervista alla ra<strong>di</strong>o nazionale, Mesic ha invitatola gerarchia cattolica ad accogliere la sua iniziativa <strong>di</strong> toglierei crocefissi da tutti i luoghi pubblici nelle istituzioni:«in uno stato d’animo euforico» per l’in<strong>di</strong>pendenza e lalibertà religiosa, secondo il presidente, molti adornarono iloro uffici con i crocefissi, anche in segno <strong>di</strong> orgoglio nazionale.Mesic crede che oggi ciò non abbia più senso e siappella alla Costituzione che definisce la Croazia qualeStato laico. I vescovi hanno <strong>di</strong>feso i crocefissi; le organizzazioni<strong>di</strong> centrodestra, sia politiche che culturali, si sonoschierate contro il presidente; la sinistra lo ha applau<strong>di</strong>to,pur avendolo in parte criticato per aver atteso gli ultimimesi in carica per aver sollevato la questione. Diversi commentatori,infine, hanno preferito interpretare l’accadutocome l’ultimo capitolo della vecchia insofferenza reciprocatra i vescovi e il presidente.Cavoglave, Dalmaziameri<strong>di</strong>onale, agosto 2008.<strong>Il</strong> vescovo <strong>di</strong> Sebenico,mons. Ante Ivas,alle manifestazioni per il«Giorno della Vittoria» dellaCroazia nella guerra deglianni Novanta.È accompagnatodal controverso cantante“Thompson”, molto vicinoagli ambienti ultranazionalisti e xenofobi (foto dal sitodella Diocesi <strong>di</strong> Sebenico, www.sibenska-biskupija.com).Mesic non vi ha partecipato,ufficialmente essendo in visita <strong>di</strong> Stato in Mongolia


<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICAcultura e libriCiviltà adriatica: 30 conferenzeA cura dell’Università della Terza Età e del Comitato Anvgd <strong>di</strong> U<strong>di</strong>neprevisto un secondo ciclo per il prossimo annoLe Università della Terza Età sonodelle istituzioni culturali che, al contrario<strong>di</strong> quanto in genere si pensa,sanno spesso svolgere una funzione<strong>di</strong>vulgativa <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne, e questo èil caso <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, presiedutada Paolo Braida, che nel corrente annosociale ha promosso e brillantementecondotto in porto un organico ciclo <strong>di</strong>trenta conversazioni e proiezioni sullaciviltà adriatica nelle sue <strong>di</strong>versecomponenti culturali, avvalendosi dellacollaborazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi collegatial locale Ateneo e della consulenzadel comitato provinciale dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> eDalmazia, condotto con intelligenzae capacità da Silvio Cattalini, esulezaratino, da anni impegnato a promuoverela conoscenza <strong>di</strong> storia ecultura della <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>, <strong>di</strong> Fiumee della Dalmazia nelle loro relazionicon l’altra sponda adriatica e con iretrostanti Balcani.A ragione non riducendo la storia<strong>di</strong> tale area solo e soltanto alle tragichevicende (foibe ed esodo) che l’hannosegnata in profon<strong>di</strong>tà in particolaretra il 1943 e il 1947 e alla sua <strong>di</strong>mensionemeramente politica e istituzionale,s’è voluto, pertanto, proporreal pubblico citta<strong>di</strong>no, e non esclusivamentea quello della <strong>di</strong>aspora, un <strong>di</strong>scorsoarticolato sulle <strong>di</strong>verse fasi,aspetti e componenti della complessae variegata civiltà fiorita sul versanteorientale dell’Adriatico, connotatodalle secolari dominazioni prima romana,poi veneziana, in<strong>di</strong> asburgica,mentre il Novecento è stato caratterizzatoda continui passaggi d’appartenenzastatuale, prima l’Italia, poi laJugoslavia e, da ultimo, Slovenia eCroazia.Collocato nella zona <strong>di</strong> raccordotra penisola italiana e balcanica e trabacino danubiano e me<strong>di</strong>terraneo, nelpunto d’incontro (e, nell’ultimo secolo,<strong>di</strong> scontro) e d’intersezione tramondo latino, tedesco e slavo, l’Adriatico– che si qualifica, secondo lapregnante definizione dello storicofrancese Fernand Braudel, come unasorta <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>terraneo in scala ridotta,un mare che non <strong>di</strong>vide, bensì liquidapianura che unisce, favorendo i contattie i rapporti tra le popolazioni viventisulle opposte coste – ha vistosorgere e affermarsi una culturapolifonica, ricca <strong>di</strong> voci <strong>di</strong>verse e complementari,che per secoli, finché nonsi sono scatenati i nazionalismi, hanno<strong>di</strong>alogato pacificamente tra loro,fornendo un contributo tutt’altro chetrascurabile alla civiltà europea. Unadelle maggiori acquisizioni della recentestoriografia italiana è stata l’affermazionedel rilievo internazionale,e non meramente municipale, <strong>di</strong> talefioritura intellettuale, che ha attirato l’attenzioneanche <strong>di</strong> prestigiosi stu<strong>di</strong>osistranieri.Di tutto ciò ha voluto rendere contotramite un inquadramento generale,con alcuni interventi specifici susingoli autori e personalità, accompagnatida cinque proiezioni <strong>di</strong> documentari,prodotti dall’Anvgd, sul localepatrimonio artistico e ambientale, ilcorso organizzato dall’Università dellaTerza Età, cui il prossimo anno neseguirà un secondo d’approfon<strong>di</strong>mento,data la quantità <strong>di</strong> questioni emersenello svolgimento del primo, cheha visto la partecipazione, oltreall’estensore <strong>di</strong> queste note – che hatracciato il quadro storico dall’antichitàa oggi e presentato l’emblematico romanzostorico La frontiera <strong>di</strong> VeglianiAdriatico orientale, Traù. Dettagli architettonici–, d’un esperto <strong>di</strong> storia adriatica qualeDiego Re<strong>di</strong>vo, che ha parlato <strong>di</strong>irredentismo, <strong>di</strong> vita musicale e Risorgimento,del caso Oberdan, dell’impresafiumana e del futurismo giulianoe dalmata, mentre Lorenzo Salimbeniha trattato il drammatico e crucialetema dell’occupazione italiana in Jugoslaviatra 1941 e 1943.Fulvio Senar<strong>di</strong>, oggi uno dei miglioriitalianisti a livello non solo regionale,ha illustrato, inoltre, le figure<strong>di</strong> Tommaseo, Italo Svevo, ScipioSlataper, D’Annunzio (quello “adriatico”ovviamente), Giani Stuparich,Umberto Saba, Fulvio Tomizza.Fabiana <strong>di</strong> Brazzà, per parte sua, hapresentato la figura e l’opera <strong>di</strong> PierAntonio Quarantotti Gambini e Lafoiba grande <strong>di</strong> Sgorlon, Edda Serra,invece, essendosi occupata <strong>di</strong> BiagioMarin non solo come poeta <strong>di</strong>alettalebensì anche come intellettuale militante.Da ultimo, Silvia Zanlorenzi,giovane e promettente stu<strong>di</strong>osa veneziana,è intervenuta su un tema finoraquasi del tutto ignorato, ma d’estremointeresse e che documenta le aperturead<strong>di</strong>rittura intercontinentali del LitoraleAustriaco <strong>di</strong> fine Ottocento, documentandola <strong>di</strong>ffusione del giapponismoin esso per merito d’un artista comeArgio Orell e d’un impren<strong>di</strong>tore qualeil barone Hutteroth.Da questa sommaria panoramicaemerge con evidenza come dal <strong>di</strong>scorsoper limiti <strong>di</strong> tempo siano rimastiesclusi, ad esempio, i versanti artistico,musicale, religioso, ma <strong>di</strong> ciò siragionerà il prossimo anno, così dadare maggior compiutezza eorganicità alla trattazione tanto felicementeavviata.Fulvio SalimbeniUn giovanePier AntonioQuarantottiGambini,del qualesi è parlatonel ciclo<strong>di</strong> conferenzesulla civiltàadriaticaIn questa cartolina d’epoca,il confine tra il Territorio Libero <strong>di</strong> Trieste e la JugoslaviaIn memoria<strong>di</strong> Fulvio TomizzaIniziativa dal 1° settembre,presso la sala Bobi Bazlen <strong>di</strong> Palazzo GopcevichTrieste. Un settembre nel segno<strong>di</strong> Fulvio Tomizza a cura dell’Assessoratoalla Cultura del Comune e deiCivici Musei <strong>di</strong> Storia ed Arte. Leiniziative in sua memoria hannoavuto inizio il 1° settembre, pressola sala Bobi Bazlen <strong>di</strong> PalazzoGopcevich, con una conferenza <strong>di</strong>Elvio Guagnini, docente or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong>Letteratura Italiana nell’Universitàdegli Stu<strong>di</strong> tergestina, «Itinerari narrativi»;la prima <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> sette,affidate a stu<strong>di</strong>osi anche provenientidall’estero. E ancora, il 7 settembre,Ulderico Bernar<strong>di</strong>, professoreor<strong>di</strong>nario nell’Università Ca’ Foscari<strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>, ha tenuto conversazionesu «Confronto tra culture. DaNiccolò Tommaseo a FulvioTomizza».L’ultimo appuntamento, lunedì14 settembre, ancora a cura <strong>di</strong> ElvioGuagnini, nonché <strong>di</strong> GianniCimador e Marta Angela AgostinaMoretto, curatori della mostra documentariasullo scrittore istriano,«Fulvio Tomizza. Destino <strong>di</strong> frontiera».Ha introdotto Roberto Collini,<strong>di</strong>rettore sede regionale del Friuli<strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> della Rai.Tomizza nel giar<strong>di</strong>nodella casa <strong>di</strong> Momichia,dopo aver ultimato le stesurade La miglior vita (1976-77).La foto (Stu<strong>di</strong>o Esseci sas)correda la mostra documentaria«Fulvio Tomizza.Destino <strong>di</strong> frontiera»allestita a Trieste3Argio Orell(Trieste1884-1942),manifestopubblicitario<strong>di</strong> Portorose(1920).Cartellonistae ritrattistaparticolarmenteattivo tra glianni Ventie Trenta,introdussenel <strong>di</strong>segnopubblicitarioitaliano stilie segnidella pitturagiapponese


4 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>A 90 anni dall’Impresa <strong>di</strong> FiumeD’Annunzio e Gigante, il «comandante»e il podestà nella «Città <strong>di</strong> vita»Novant’anni fa , il 12 settembre1919, aveva inizio l’Impresa <strong>di</strong> Fiume.<strong>Il</strong> giorno prima il poeta era giunto da<strong>Venezia</strong> a Ronchi, dove venne ospitatoin una modesta stanza <strong>di</strong> unaffittacamere, per poi trasferirsi pressoil podestà Alessandro Blasig. Dalla suavilla il vate si mosse, la mattina dopo,verso quella che avrebbe chiamato la«città <strong>di</strong> vita». Ma se le linee generalidella storia sono note, meno noti sonoi rapporti tra D’Annunzio e RiccardoGigante, eletto podestà <strong>di</strong> Fiume nel1919 e membro del Consiglio nazionale,esponente storico ed autorevoledell’irredentismo fiumano. <strong>Il</strong> contributoche segue ricostruisce, in necessariasintesi, il complesso quadro dellerelazioni tra il «comandante» e gli organirappresentativi della città nei turbolentimesi dell’Impresa.È soltanto con l’impresa fiumanache si può parlare <strong>di</strong> un vero e propriorapporto tra D’Annunzio e Gigante,anche se non erano in precedenzamancate occasioni <strong>di</strong> incontro. Comelo stesso Gigante ricordò sulla rivistafiumana “Termini” dell’ottobre 1936,egli – insieme ad alcuni esponenti della“Giovine Fiume” e del “Circolo Letterario”– aveva avuto modo <strong>di</strong> avvicinareD’Annunzio sin dal 24 ottobre1907 a Fiume (dove il poeta si era recatoper sottoporre agli attori dellaCompagnia “Stabile romana” il testoappena ultimato de La nave). Altro incontro,il 5 maggio 1915 alla «Sagra<strong>di</strong> Quarto», quando Gigante avevaassistito al <strong>di</strong>scorso interventista delpoeta. Due occasioni dalle quali, perquanto importanti, non si può tuttaviafar <strong>di</strong>scendere l’inizio <strong>di</strong> un rapportovero e proprio; che invece prese formadai primi mesi della permanenza<strong>di</strong> D’Annunzio a Fiume.È un rapporto che nasce come “ufficiale”,tra il «comandante» e il sindacoGigante, ma che non avrebbetardato ad assumere toni <strong>di</strong> crescentefamigliarità, destinati a rafforzarsi neltempo. La cor<strong>di</strong>alità, la schiettezza, lachiarezza <strong>di</strong> questi rapporti non reserocomunque meno onerosa la posizione<strong>di</strong> Gigante, che comeirredentista e nazionalista, non potevaper un verso non considerare D’Annunziocome il provvidenziale «liberatore»e «Salvatore» della città, perl’altro, investito <strong>di</strong> una carica pubblicae componente del Consiglio nazionale,al cui interno non mancavanosettori e singoli esponenti piuttosto critici(o almeno “tiepi<strong>di</strong>”) nei confronti<strong>di</strong> D’Annunzio, si trovò a dovercontemperare posizioni <strong>di</strong>verse e adaffrontare momenti realmente critici.Durante l’intero arco della permanenza<strong>di</strong> D’Annunzio a Fiume contrastisi sarebbero manifestati, tra ilComando da una parte e il Consiglionazionale e il Consiglio comunaledall’altra; che avrebbero toccato punteparticolarmente aspre nel <strong>di</strong>cembre1919 a proposito dell’accettazione omeno del «modus viven<strong>di</strong>» propostodal governo <strong>di</strong> Roma, e in genere pertutto il 1920, <strong>di</strong> fronte alle iniziativedel Comando (sotto la spinta del nuovocapo <strong>di</strong> gabinetto <strong>di</strong> D’Annunzio,il sindacalista rivoluzionario AlcesteDe Ambris) e ai timori per possibilisviluppi antistituzionali dell’impresa.Ma quei contrasti si erano manifestatisin dall’inizio, da quando la concentrazionedei poteri nella persona del«comandante» (poteri che peraltro glierano stati offerti dal Consiglio nazionalestesso, per opera del suo presidenteAntonio Grossich) sarebbe apparsaa molti un esautoramento dellarappresentanza citta<strong>di</strong>na.Nella tavola <strong>di</strong> Achille Beltrame in copertinadella Domenica del Corriere l’ingresso dei legionari a FiumeAvendo “captato” tale atmosfera,D’Annunzio si sarebbe in un certo senso“fatto scudo” del rapporto semprepiù amichevole con Gigante, chiamandoloa far da tramite con il Consiglionazionale e con quello comunale,soprattutto nei momenti <strong>di</strong> maggioreattrito con quegli organismi, soprattuttonel corso del 1920. <strong>Il</strong> 18 maggio<strong>di</strong> quell’anno il poeta scrisse per protestarecontro il Consiglio nazionaleche «lavora sottilmente <strong>di</strong> pretesti piùo meno burocratici per non adempierela promessa e per sottrarsi al dovere»(si trattava della paga ai legionari);il 30 maggio per protestare contro l’atteggiamentoeccessivamente remissivoassunto dai rappresentanti del Consiglionazionale a Roma nei confronti<strong>di</strong> Nitti dopo gli incidenti del 24 maggiotra studenti e forze dell’or<strong>di</strong>ne el’arresto <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni fiumani edalmati presenti nella capitale; il 10giugno per minacciare lo stesso Consiglionazionale <strong>di</strong> una «reazione violentache fino a oggi ho <strong>di</strong>fferita» qualora«pretendesse ingiolittirsi», comegià si era «incagojato» e non intendesseaffidare interamente al Comandante lacondotta politica. E ancora, il 7 settembre,si rivolse a Gigante perché siadoperasse affinché il Consiglio nazionaledeliberasse imme<strong>di</strong>atamente l’accettazioneo meno della Reggenza Italianadel Carnaro (il Consiglio nazionaleper tutta risposta si <strong>di</strong>mise in blocco).Attriti, quelli, in<strong>di</strong>cativi dello statod’animo della maggioranza della popolazionefiumana, quando ancoranon si erano manifestate appieno lepreoccupazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne politico edeconomico sulle sorti della città. Sipuò comunque ben immaginare,quanto sarebbe costato a Gigante, sulfinire del 1920, condurre, insieme aNino Host-Venturi, le trattative per lacessazione delle ostilità con le trupperegolari italiane, non senza aver primarivolto sulla “Vedetta d’Italia” durissimecritiche al Trattato <strong>di</strong> Rapallo:«ci offre lo stato in<strong>di</strong>pendente, il piccolostato corfiotto degli avi<strong>di</strong> affaristiinternazionali, dei truffatori balcanici,dei ladri <strong>di</strong> tutto il Levante europeo ...». Trattato deludente per quanti, comeGigante, non avevano mai desideratoaltra soluzione definitiva che non fossel’annessione semplice e <strong>di</strong>retta all’Italia.Così come infine <strong>di</strong>sincantatafu, da parte dello stesso Gigante, laconstatazione della confusione dominantedopo l’uscita <strong>di</strong> scena del «comandante»e delle truppe legionarie.Uno smarrimento denunciato in unalettera del 24 gennaio 1921 a D’Annunzio,che sembrava non voler risparmiarealcuno, compresi il Fascio localee Nino Host-Venturi in particolare.Più complesso e contrad<strong>di</strong>ttorioappare l’atteggiamento <strong>di</strong> D’Annunzio,che non mancò <strong>di</strong> lanciare frequentitirate polemiche nei confrontidei «tra<strong>di</strong>tori», <strong>di</strong> quanti cioè in Italianon si erano mossi al momento del«Natale <strong>di</strong> sangue» (bersaglio <strong>di</strong> talitirate, anche se mai apertamente <strong>di</strong>chiarato,erano i «Fasci <strong>di</strong> combattimento»e Mussolini che in effetti, al <strong>di</strong>là <strong>di</strong> sterili proteste verbali, si eranosegnalati per un perfetto immobilismo,ponendo anzi un deciso freno all’animositàdei fascisti triestini e fiumani).Altalenante fu anche l’atteggiamentodel poeta <strong>di</strong> fronte alle notizie provenientida Fiume da parte <strong>di</strong> vari informatori,dallo stesso Gigante a ErnestoCabruna, rimasto in città su suo or<strong>di</strong>necome «quinta colonna». Nonostantenel corso della campagna elettoraleper le elezioni per la Costituente fiumana,in appoggio alla lista dell’«Arcoromano» («Blocco <strong>Nazionale</strong>») fosseintervenuto <strong>di</strong> persona Mussolini, i risultatiscaturiti dalle urne il 24 apriledel ’21 avrebbero infatti fatto segnareun netto successo degli autonomisti,provocando una violenta reazionedegli sconfitti, guidati da Gigante.Sconfitta, come noto, rifiutata e cheportò gli estremisti a <strong>di</strong>struggere le urnee bruciare le schede elettorali.Pur continuando a lanciare appellicontro qualsiasi conciliazione e sottomissione,D’Annunzio mostrò dalcanto suo <strong>di</strong> nutrire fiducia nei risultatidelle elezioni politiche nazionali inprogramma per il 15 maggio 1921 che– attraverso il successo da lui erroneamentepronosticato per Mussolini –avrebbero svelato «agli Italiani ciarlierie sciocchi [...] la frode giolittiana». Inrealtà, a prescindere dai risultati delleelezioni del 15 maggio, quanto maideludenti per i «Fasci <strong>di</strong> combattimento»,tra le righe delle lettere <strong>di</strong> D’Annunziosi scorge l’intento del Comandante<strong>di</strong> sganciarsi dalla sempre piùconfusa situazione interna fiumanache proprio Gigante, in una lettera aLuisa Baccara, avrebbe così sintetizzato:«<strong>Il</strong> nostra calvario ha troppe stazionie troppi sterpi, né noi potremoreggere al peso della croce. È troppoquello che l’Italia ci fa soffrire e le conseguenzesono tremende . [...] Sembraquasi che il governo faccia <strong>di</strong> tuttoper buttare la città in braccio a Zanellao al <strong>di</strong>avolo [...]».II progressivo <strong>di</strong>simpegno <strong>di</strong> D’Annunzionon avrebbe peraltro intaccatoi suoi rapporti con Gigante, rimasticor<strong>di</strong>ali, e il poeta non avrebbe mancato<strong>di</strong> tornare a intervenire da lontanonella vita fiumana, «patrocinando»il colpo <strong>di</strong> stato a Fiume del 3 marzo1922. La cor<strong>di</strong>alità dei rapporti neglianni successivi al 1921 è <strong>di</strong>mostratanon solo dall’intervento <strong>di</strong> D’Annunziopresso Mussolini, agli inizi del1934, perché Gigante fosse nominatosenatore , ma anche la circostanza cheancora al «carissimo Riccardo» si rivolgesse,il 15 marzo <strong>di</strong> quell’anno,per riba<strong>di</strong>re il proprio <strong>di</strong>sconoscimentodell’annessione «<strong>di</strong>plomatica» <strong>di</strong> Fiume(«La Fiume <strong>di</strong> oggi [...] m’è estranea,più lontana del Catai <strong>di</strong> MarcoPolo»); e il 4 agosto (l’ultimo rapportoepistolare <strong>di</strong> cui si sia a conoscenza),a pochi giorni dal fallito putsch nazista<strong>di</strong> Vienna e nel XVI anniversario delsuo volo sulla capitale austriaca, telegrafandogli:«Vienna non ha mai <strong>di</strong>-Due emissioni fiumane,la prima delle quali riservata alle stampeGigante in una foto del 1921(foto Società <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Fiumani,in www.archividelnovecento.it)menticato il mio generoso ammonimento<strong>di</strong> nemico, e forse mi rivedrànel suo cielo per <strong>di</strong>fenderla control’Attila dalla Pennellessa» (un coloritoepiteto, questo, con cui D’Annunzioin<strong>di</strong>cava l’«imbianchino» Hitler).Potrebbe, in questo rapporto tantolungo e cor<strong>di</strong>ale, esistere una solaombra, rappresentata da un presunto«sgarbo» compiuto nel settembre1921 da D’Annunzio nei confronti <strong>di</strong>Gigante, fatto attendere inutilmente persette giorni a Gardone prima <strong>di</strong> ritornarea Fiume senza essere stato da luiricevuto. La notizia è fornita da ErnestoCabruna in una durissima lettera inviatail 29 settembre 1921 a D’Annunzio,ma il mancato ricevimento <strong>di</strong> Giganteè documentato da due missivescambiatesi tra loro, entrambe daGardone, il 5 e il 12 settembre 1921.Tra le ipotesi su tale comportamentoda parte del poeta, alcune manovre inatto in quel periodo intorno alla suapersona a seguito delle violente polemicheall’interno dei «Fasci <strong>di</strong> combattimento»nei confronti <strong>di</strong> Mussolini,dopo la firma del «patto <strong>di</strong>pacificazione» con i socialisti, nell’agosto1921, allorquando alcuni esponentifascisti <strong>di</strong> primo piano – DinoGran<strong>di</strong>, Italo Balbo, Pietro Marsich(che forse non partecipò personalmenteall’incontro) – avrebbero avvicinatoD’ Annunzio offrendogli la leadershipdel movimento.<strong>Il</strong> «comandante» non rispose deltutto negativamente, ma chiese tempo,adducendo sembra una sfavorevole«congiunzione astrale» che nongli consentiva al momento <strong>di</strong> assumereuna decisione definitiva; eMussolini, probabilmente meno <strong>di</strong>D’Annunzio «con<strong>di</strong>zionato» dagliastri, avrebbe imme<strong>di</strong>atamente approfittato<strong>di</strong> quei tentennamenti per riassumeresaldamente in mano le re<strong>di</strong>nidel movimento fascista. La presenza<strong>di</strong> Gigante a Gardone nella prima metàdel settembre 1921 si spiegherebbecon un suo estremo tentativo <strong>di</strong> farepressioni su D’Annunzio per ottenerneuna risposta: si potrebbe pensareche i passi <strong>di</strong> Gigante presso D’Annunziogli potessero essere stati sollecitatidagli stessi esponenti dei Fasci,che non ignoravano certo la particolarecor<strong>di</strong>alità dei suoi rapporti con il«comandante».Resta ancora un’ultima considerazione;una considerazione che si riferisceal giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Gigante sul valoredella «Carta del Carnaro». È notocome, all’interno del movimento fascista,esistesse una «corrente» nonsolo molto vicina a D’Annunzio, maanche propensa a fare delladannunziana (e deambrisiana) «Carta


<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICAComisso a Fiume.Dalla vita alla scritturaLo scrittore Giovanni Comisso (Treviso, 1895-1969), fu volontario a Fiumee dell’atmosfera esaltante <strong>di</strong> quei mesi ricavò il suo libro d’esor<strong>di</strong>o, <strong>Il</strong>porto dell’amore (1924), poi ripubblicato nel 1928 con il titolo Gente <strong>di</strong>mare. Nell’anno del 90esimo dall’Impresa, così lo ha ricordato Nico Nal<strong>di</strong>ni(biografo e stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> Comisso) sul “Piccolo” del 15 luglio scorso nel suoarticolo Comisso dal Carso all’impresa fiumana.5del Carnaro» la base costituzionale delfascismo stesso. Quanto a Mussolini,la sua posizione al riguardo era ben<strong>di</strong>versa. Se in un primo tempo, nel settembre1920, egli non aveva potutofare a meno <strong>di</strong> arrischiarsi a definiregli statuti dannunziani «vivi e vitali.Non soltanto per una città, ma per unanazione», successivamente, a <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> poco più<strong>di</strong> un anno, avrebbe fattomarcia in<strong>di</strong>etro e, pur esaltando lospirito patriottico della «Carta delCarnaro», avrebbe tassativamenteescluso che in essa il fascismo potesseBersaglieri lasciano Fiume nel gennaio 1921trovare «le sue tavole». Parlando poi,nella primavera del 1922, con TomAntongini, Mussolini avrebbe rincaratola dose, negando qualsiasi valore alprogramma sociale steso da De Ambrisnella «Carta», la cui fortuna era unicamentelegata al genio letterario <strong>di</strong>D’Annunzio, che ne aveva fatto «unostupendo squarcio <strong>di</strong> prosa».Una bocciatura senza appello,quella <strong>di</strong> Mussolini, non con<strong>di</strong>visacerto da Gigante, che ancora nel 1928avrebbe sostenuto l’esistenza <strong>di</strong> unachiara correlazione sia tra la marcia <strong>di</strong>Ronchi e la marcia su Roma, sia tra la«Carta del Carnaro» e il corporativismofascista. Un errore <strong>di</strong> valutazione, quello<strong>di</strong> Gigante, che non colse lacontrapposizione tra un «vento delCarnaro» e il «vento fascista» in<strong>di</strong>viduatanel 1939 da Gioacchino Volpe;un errore cui l’esponente politicofiumano fu indotto dal profondo senso<strong>di</strong> attaccamento alla figura e all’opera<strong>di</strong> D’Annunzio sia sul piano umanoche su quello ideologico.Guglielmo Salotti[…] Giovanni era un rampollo della borghesia trevigiana, un padre commercianteagiato, la madre sorella del famoso generale Tommaso Salsa. Mail giovane Comisso si era precocemente scontrato con i limiti della sua classesociale. Non amava il denaro e preferiva la libertà al successo (oggi <strong>di</strong>remmo”visibilità”). <strong>Il</strong> rapporto si era fatto così teso che Giovanni salutò laguerra come una sua personale liberazione. E infatti la guerra fu per lui unalezione <strong>di</strong> vita attraverso l’incontro con il mondo popolare italiano che dall’estremoSud al Nord si era per la prima volta mescolato nelle trincee fondandoil primo vero atto dell’Unità d’Italia.Ma non erano questi i problemi che agitavano Comisso. Egli volevasoprattutto conoscere il popolo nelle sue infinite varietà <strong>di</strong> lingua, <strong>di</strong> caratteree <strong>di</strong> storia, perché percepiva che in esso avrebbe trovato la libertà e lasaggezza ideali. […]La fine della guerra gli parò davanti i doveri che da lui si attendevano:una laurea e quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>gnitosa professione legale. E invece Giovannisognava le colline del Piave: là avrebbe voluto andare a vivere per sempre.[…] Ma non era stato proprio il tenente Comisso a teorizzare il caso comenecessaria guida alla nostra esistenza? <strong>Il</strong> caso, questa volta con una C maiuscola,si chiama D’Annunzio. Contro le decisioni internazionali circa il nuovoassetto dell’Europa, egli occupa il territorio <strong>di</strong> Fiume e lo riven<strong>di</strong>ca all’Italia.Sull’Impresa fiumana sono state scritte intere biblioteche. […] Ci bastanoalcune figure <strong>di</strong> questi legionari fiumani, giovani appena usciti dalla guerra,sedotti e ammaliati da D’Annunzio.Alcuni sono eroi autentici, altri avventurieri in cerca <strong>di</strong> fortuna; molti iragazzi scappati <strong>di</strong> casa insofferenti <strong>di</strong> tutto. Comisso non è più un ragazzo,è un ufficiale decorato, ma anche lui in qualche modo è scappato <strong>di</strong> casa.Ha <strong>di</strong>sertato l’esercito regolare e si è presentato alla sbarra che <strong>di</strong>vide ilRegno d’Italia dalla Fiume dannunziana, portando sotto il braccio i Dialoghi<strong>di</strong> Platone, perché anche lui forse sogna una Repubblica platonica.Viene accolto da D’Annunzio nella sezione del ministero degli Esteriori,dove conosce alcuni personaggi che gli resteranno legati per il resto dellavita. L’americano Henry Furst, che scrive sul supplemento letterario del NewYork Times. <strong>Il</strong> poeta belga Leone Kochnitzsky; e soprattutto il grande GuidoKeller. Grande, perché è stato un asso della squadriglia <strong>di</strong> Francesco Baraccae ha abbattuto sei aerei austriaci. Grande perché l’estetica dell’eroismoraggiunge in lui livelli ineguagliati. Adesso coltiva le premesse <strong>di</strong> una rivoluzionenon comunista, bensì nazionalista, idealista. […] Durante l’avventurafiumana Giovanni passa con veloce oscillazione da una certa débauchelegionaria alle aspirazioni <strong>di</strong> una vita ideale riassunta miticamente nel rifiutodei privilegi della cultura borghese e nella polemica contro l’Europa razionalee affaristica, da cui bisogna evadere al più presto.I genitori <strong>di</strong> Giovanni leggono le sue lettere un po’ sgomenti, un po’orgogliosi, augurandosi che il loro Giovanin metta presto la testa a posto.«[…] Io rido e lavoro. Rido con questa ragazza che si chiama Carmen e chemi è terribilmente piacevole come per Leopar<strong>di</strong> erano i gelati e il brodo...per la strada passa D’Annunzio (un fiore gli è caduto sopra al berretto) sbarcatoda una nave mentre i soldati e le donne si gettano in carnevale».Nico Nal<strong>di</strong>ni<strong>Il</strong> poeta-comandante estende alle donne <strong>di</strong> Fiume il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> votoUn convegno al Vittorialee 20 puntate su Ra<strong>di</strong>oDuea cura <strong>di</strong> Giuseppe Parlato<strong>Il</strong> 14 settembre si sono tenute alcune manifestazionial Vittoriale <strong>di</strong> Gardone in occasione del 90.esimodell’impresa dannunziana.Alle 11.00, nell’Au<strong>di</strong>torium, si è svolta la cerimonia<strong>di</strong> consegna agli Archivi del Vittoriale <strong>di</strong> due lotti <strong>di</strong>documenti dannunziani provenienti dall’ArchivioBaccara, recentemente acquisiti dalla Fondazione Cab.Contestualmente è stata inaugurata la Mostra Conservareintiera la libertà fin nell’ebbrezza.Nel pomeriggio, alle 15.00, si è tenuto il convegnoFiume 90 anni dopo. La politica, relatori GiuseppinaCaldera (Gli archivi fiumani del Vittoriale: una nuovabase per la ricerca storica), Maurizio Serra (Le sangd’un poète. L’impresa fiumana nella stampa francese einglese), Giuseppe Parlato (Nitti, Giolitti e la questione<strong>di</strong> Fiume), Lucio Villari (Or<strong>di</strong>ture e trame politiche aFiume).E dalla fine <strong>di</strong> agosto Ra<strong>di</strong>oDue Rai ha mandato inonda, per la trasmissione «Alle otto della sera», 20puntate curate dallo storico Giuseppe Parlato (PremioGiorno del Ricordo <strong>2009</strong>) e de<strong>di</strong>cate all’impresa fiumana.<strong>Il</strong> primo appuntamento lunedì 24 agosto con lapuntata «D’Annunzio a Fiume». Le puntate, <strong>di</strong> mezz’oraciascuna, sono proseguite dal lunedì al venerdìfino al 18 settembre.Un giovane Comisso in <strong>di</strong>visa


6 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>La Redazione rispondeRestituzioni, 15 giorni soli per produrre i documenti(e l’accoglimento della domanda è subor<strong>di</strong>nato ad un «accordo interstatale»)A cura dell’Avv.Vipsania AndreicichNel 2002 a seguito <strong>di</strong> una mo<strong>di</strong>fica dellalegge sulla denazionalizzazione degli immobiliin Croazia, che prevedeva una riaperturadei termini per la presentazione della domanda<strong>di</strong> restituzione, ho provveduto ad inoltrarela predetta domanda per la restituzione dei beniche i miei genitori avevano abbandonato nellaex Jugoslavia.Pochi giorni fa ho ricevuto una lettera daparte delle amministrazioni croate nella qualemi veniva chiesto <strong>di</strong> integrare la mia domandacon una serie <strong>di</strong> documenti, concedendomi15 giorni per provvedere a tale integrazione. Igiorni che mi vengono concessi sono troppopochi per riuscire a recuperare la documentazionerichiestami, cosa potrebbe succedere nelcaso in cui non riuscissi a provvedere a quantorichiestomi?Lettera firmataLa legge croata 5 luglio 2002 n. 81 ha integratoe mo<strong>di</strong>ficato la precedente normativa cheprevedeva la restituzione dei beni nazionaliz-Documenti storici conservati in un catastozati solamente ai citta<strong>di</strong>ni croati. Tale mo<strong>di</strong>ficadel precedente provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>denazionalizzazione dei beni in Croazia si èresa necessaria a seguito <strong>di</strong> una sentenza dellaCorte Costituzionale <strong>di</strong> Zagabria che ha previstola restituzione o l’indennizzo dei beni nazionalizzatidurante il periodo socialista anchea citta<strong>di</strong>ni non croati.La legge n. 81 del 2002 ha solo in parte<strong>di</strong>sposto la restituzione anche a citta<strong>di</strong>ni nonin possesso della citta<strong>di</strong>nanza croata, in quantol’articolo <strong>di</strong> legge che ha esteso il <strong>di</strong>ritto allarestituzione ai citta<strong>di</strong>ni non croati precisamentecosì <strong>di</strong>spone: «I <strong>di</strong>ritti prescritti da questa legge(ovvero <strong>di</strong>ritto alla restituzione-risarcimento)possono essere acquisiti anche dalle personefisiche e giuri<strong>di</strong>che straniere se ciò viene stabilitocon accor<strong>di</strong> interstatali [il corsivo è nostro]».La necessità <strong>di</strong> un accordo interstatale haimpe<strong>di</strong>to la totale equiparazione degli esuli italianiagli attuali citta<strong>di</strong>ni croati.In seguito alla emanazione della legge 81/02 e alla richiesta <strong>di</strong> un «accordo interstatale»il Governo italiano ha preso contatti con ilGoverno croato al fine <strong>di</strong> iniziare un negoziatoper il raggiungimento <strong>di</strong> una intesa. È stata, atal fine istituita una Commissione mista italocroatacomposta da due delegazioni, cinquemembri per parte, presiedute rispettivamentedall’ambasciatore Paolo Pucci <strong>di</strong> Benisichi edall’ambasciatore Mario Nobilio.I lavori <strong>di</strong> tale Commissione sono iniziatinell’ottobre del 2002, ma ad oggi, nonostantevi siano stati <strong>di</strong>versi incontri, non è stata raggiuntaancora nessuna intesa.A seguito delle domande presentate da parte<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni italiani, alcune amministrazionicroate hanno risposto con la richiesta <strong>di</strong> inviareulteriore documentazione ed in<strong>di</strong>cando brevissimitempi per provvedervi.Molto spesso la documentazione richiestaè molto <strong>di</strong>fficile da ottenere ed i tempi brevirendono quasi impossibile una risposta tempestiva.Tale comportamento da parte delle amministrazionicroate ci fa mal pensare, in quantola mancata risposta nei termini in<strong>di</strong>cati determinala definizione della pratica <strong>di</strong> restituzionecon il respingimento della domanda.Purtroppo però, anche nel caso <strong>di</strong> invio <strong>di</strong>tutta la documentazione nei termini in<strong>di</strong>cati, sirischia <strong>di</strong> vedere respinta la propria domandain quanto la legge prevede che nel caso in cuinon si è in possesso della citta<strong>di</strong>nanza croata,l’accoglimento della domanda <strong>di</strong>denazionalizzazione è subor<strong>di</strong>nata ad un «accordointerstatale», accordo che ancora l’Italianon ha raggiunto con la Croazia.Rileviamo, però, che attualmente non sonoancora stati chiusi i negoziati tra l’Italia e laCroazia ed il mantenere in vita le pratiche <strong>di</strong>restituzione potrebbe far sì che, andando avanticon gli anni, la Croazia potrebbe concedereanche ai citta<strong>di</strong>ni italiani gli stessi <strong>di</strong>ritti spettantiai citta<strong>di</strong>ni croati, e ciò anche in considerazionedell’ingresso della Croazia nell’UnioneEuropea.ELARGIZIONI E ABBONAMENTIQuesta rubrica riporta:- le elargizioni a “Difesa Adriatica”<strong>di</strong> importo superiore all’abbonamentoor<strong>di</strong>nario;- le elargizioni <strong>di</strong>rette alla Sede nazionaleAnvgd;- gli abbonamenti or<strong>di</strong>nari sottoscrittia “Difesa Adriatica”;All’interno <strong>di</strong> ogni gruppo, i nominativisono elencati in or<strong>di</strong>nealfabetico. In rispetto della normativasulla privacy non vengono citate lelocalità <strong>di</strong> residenza degli offerenti.Ringraziamo da queste pagine tutticoloro che, con il loro riconoscimento,ci inviano il segno del loro apprezzamentoe del loro sostegno. Le offertequi in<strong>di</strong>cate non comprendono leelargizioni ricevute dai singoli Comitatiprovinciali dell’Anvgd.ABBONAMENTICON ELARGIZIONIA “DIFESA ADRIATICA”(ccp 32888000)Le elargizioni si concentrano maggiormentetra fine e inizio anno, inoccasione del rinnovo dell’abbonamento.L’elenco comprende gli abbonatisostenitori o che hanno versatocomunque una quota maggiore dell’or<strong>di</strong>nario.MARZO Alacevich Marco € 50in memoria del padre Dalmi Alacevichmorto il 28-03-2000, Andretti Vanni€ 50, Babich Menapace Rina € 50,Bacchi Paolo € 50, Bar Giovanni €50, Barni Cardoni Sandra € 50 in memoria<strong>di</strong> Franco Cardoni, BertossaGiovanni € 40, Cherravaz Silvio € 60,Colli Graziella € 50, Corazza Marta€ 100, Corte Luciano € 50, Dell’OlioRosita € 50, Dettoni Loris € 50,Diviacco Maria € 50, Francetich Ugo€ 50, Francin Tocchio Alice € 40,Gerhar<strong>di</strong>nger Lina € 50, HausbrandtErmanno € 50, Laszloczky <strong>Giulia</strong>na€ 50 in ricordo della mamma Ines BurattiniLaszloczky, Lemessi Maria Luisa€ 50, Lupini Marina € 50, MacillisGigliola € 35, Miani Mario € 50,Otmarich Li<strong>di</strong>a € 50, Padovan Marina€ 50, Quattrone Maria Ausilia €60, Raggi Karuz Secondo € 60, SalviniFinestra Maria Pia € 50, SandaliNerina € 60, Sauro Antonio € 50,Scala Iolanda € 50 in ricordo del nipoteLivio Ghersina, Sincich Clau<strong>di</strong>o€ 50, Tabacchi Francesco € 50,Valdemarin Franco € 50, Verde Salvatore€ 50, Viola Italo € 100, ZiliottoLuigi € 60.APRILE Barone Donvio Annamaria€ 50, Bedendo Moro Mirta €50, Bergamo Giuseppe € 50,Bolognani Giorgio € 60, Calussi Andrea€ 60, Cauci Fulvia € 50 in ricordo<strong>di</strong> mamma e papà Nini e Auge,Damiani Luciano € 100, Di GrandeFoscarina € 50, Dussi Mariagrazia €40, Filippi Carmela € 120, FuscoCosco Fiorella € 35 ricordando mammaGigliola Sarinich e nonna GildaCarposio, Galiano Paolo € 100,Gambaletta Mario € 50, Gar<strong>di</strong>niOdette € 35, Lipizer <strong>Giulia</strong>no € 50,Livraghi Giuseppe € 50, Malusà Bruno€ 45, Nicolich Sergio € 80 in memoria<strong>di</strong> Morin Maria ved. Nicolichdai figli Gianni (Corgemont-Svizzera)I <strong>Giulia</strong>no-Dalmati del Canadaper i <strong>Giulia</strong>no-Dalmati d’AbruzzoGli Esuli giuliano-dalmati e i loro familiari residenti a Toronto (Canada),hanno raccolto oltre 2.000 dollari in favore del progetto <strong>di</strong> sostegno dell’Anvg<strong>di</strong>n favore degli Esuli residenti a L’Aquila e colpiti dal recente terremoto. Locomunica Guido Braini, presidente del Circolo <strong>Giulia</strong>no-Dalmata della cittàcanadese. Si tratta della più cospicua oblazione giunta in questi mesi allaraccolta fon<strong>di</strong> aperta dall’ Anvgd 5 ore dopo la terribile scossa del 6 aprile.Alla Comunità giuliano-dalmata <strong>di</strong> Toronto i più commossi ringraziamentiper la loro convinta partecipazione.e Sergio (Albisola Capo-Savona), OdorElisabetta € 60, OttomanielloRiccardo € 50, Pavan Antonio € 50,Perinovich Anna € 60, Pettazzi Giuseppe€ 40, Primozic Giuseppe € 50,Raccamarich Bruno € 100 in memoriadel fratello Antonio deceduto aRoma il 25 aprile, Raccamarich Isabella€ 100 in memoria del caro papàAntonio deceduto il 25 aprile, SkenderStelio € 40, Ulivi Fioranna € 50.MAGGIO ANVGD Varese € 50,Allazetta Annalisa € 50, BuccaranNi<strong>di</strong>a € 50, Dinelli Franca € 60,Fabretto Mario € 60, Forte BozzattiConcetta € 50, Frezza Maria € 35,Goacci Pozzi Laura € 45 nel 15° dellascomparsa <strong>di</strong> Carlo Pozzi (già Puz)lo ricordano la moglie Laura e i figliEuro e Mauro, Moritz Gemma € 50in memoria dei genitori Felice e AuroraSauli e i fratelli Fausto e Tonin,Muzzati Luca € 60, Paolini Ethel €40, Petrini Edoardo € 35, Saccon Vittoria€ 35, Scantamburlo Libera € 50in ricordo <strong>di</strong> papà Daniele infoibato il27.5.1945, Sirotti Luciano € 50,Stocovich Vilma € 50, Tentar<strong>di</strong>ni Enrico€ 50, Tomissich Egle € 50 in ricordodella cugina Li<strong>di</strong>a Tomissich ved.Rodnig.GIUGNO Adamic Liliana € 100,Apostoli Silveria € 50, Brescia ScaliaCornelia € 100, Galbusera Luigi € 35,Linar<strong>di</strong> Andrea € 100, Menesini Maria€ 50, Pavan Giorgio € 100, SoppaAlvaro € 50, Timeus Fabio € 50, VattaSergio € 50, Velicogna Lucio € 50,Zanelli Gigliola € 60, Zucchi ContiniIgea € 60, Zvietich Violetta € 60.LUGLIO Cavazzi Martinoli Sonia€ 50, La Rosa Antonino € 50,Menghini <strong>Giulia</strong>na € 100 in ricordodell’Ing. Carlo Di Re, MontenoviNoemi € 50, Petronio Erasmo € 35,Quarantotto Domenico € 50,Schvarcz Giulio € 50, Vosilla SimunMaria Anna € 50.AGOSTO Bergamo Giuseppe €50, Bressani Dapretto Caterina € 50,Ghidoni Anna € 50, Millich Paolo €50, Pogliani Mauro € 50, Vallery Paolo€ 60 per onorare la memoria deicari genitori e degli amici defunti.ELARGIZIONI DIRETTEALLA SEDE NAZIONALE ANVGD(ccp 52691003)MARZO Berghini Leo € 500 inricordo <strong>di</strong> Padre Rocchi, ScodnikRenata € 150.LUGLIO Leonardelli Fam. € 50in ricordo <strong>di</strong> Antonio.AGOSTO Schiaroli Elio € 50.ABBONAMENTI ORDINARIA “DIFESA ADRIATICA”(ccp 32888000)<strong>Il</strong> rinnovo degli abbonamenti siconcentra maggiormente tra fine e inizioanno, quando i lettori ricevonoinsieme al giornale il bollettino postaleprecompilato. L’elenco comprendesolo coloro che hanno versato la quotaor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> abbonamento.MARZO Amato Maria, BagnaleLiani Angelo, Baici Mara, BarbalichGiovanni, Barbetta Renzo, BascelliMiriam, Bascelli Zita, Baxa FrancescaRomana, Bembina Ampelia, BenussiLuigi, Benzoni Stelia, Bertini Fulvia,Biagini Stefano, Bidoli Iacobelli M.Luisa, Bonaparte Maria, BontempoFabio, Borlini Guido, BretschneiderFranco, Bussani Daria, CaizziTommaso, Calochira Luciana,Camponi Gelmi, Cavazza Novello,Cergnul Azaleo, Cesarello <strong>Giulia</strong>na,Cherti Franco, Clari Fam., Cogliati Ines,Copettari Walter, Coronica Pierina,Coslovich Armido, Costella Rosina,Perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e DalmaziaCentro stu<strong>di</strong> padre Flaminio RocchiDIRETTORE RESPONSABILEPatrizia C. HansenE<strong>di</strong>trice:ASSOCIAZIONE NAZIONALEVENEZIA GIULIA E DALMAZIAVia Leopoldo Serra, 3200153 Roma - 06.5816852Con il contributo della legge 72/2001Redazione e amministrazioneVia Leopoldo Serra, 3200153 RomaTel./Fax 06.5816852Grafica e impianti:CATERINI EDITORE (Roma)Servizi Integrati per l’E<strong>di</strong>toria e la ComunicazioneTel. 06.58332424 Fax 06.97255609E-mail: posta@caterinie<strong>di</strong>tore.comCovacci Felice, Cucci Caterina,D’Ancona Livia, D’Andre Mario,Deghenghi Liliana, Degiovanni Icilio,Depicolzuane Pietro, Devescovi Pietro,Di Lenna Alfredo, Diviacchi AnnaMaria, Dran<strong>di</strong> Luigi, Ellero Iolanda,Fabretto Lilia, Fedel Ernesto, FerrettiAlessio, Fiorentin Graziella, FiorespinoSelmi Nirvana, Fioretti Elio, FisichellaGiovanna, Friedmann Eliana, Gar<strong>di</strong>niOdette, Gaspar<strong>di</strong>s Giovanni, GelettiFlavia, Gherghetta Lucia, GherghettaMatteo, Giachin Lino, Giachin RuiuMaria, Gorlato Giorgio, GorlatoUccio, Gran<strong>di</strong> Aldo, Grigillo Miett inMazzucconi, Grunberger Romilda,Hervatin Edda Martini, IvanissevichBianca, Jurassich Giovanni, KriscovichZambiasi Maria, Kucich Arnaldo, LaRocca Michelino, Laurencich Mino,Lazzarini Livia, Lenzoni Anteo,Lenzovich Maria, Liceo KennedyRoma, Liessi Sergio, Lolli Loris,Madrinato Dalmatico, Maino Mario,Maltese Lino, Malusà Gianfranco,Marcon Giovanni, Marcon Ivana ved.Mioni, Marconi Lucio, MarottaCarmelo, Marpicati N., MartinoliAdriana, Martinuzzi Marsan Giovanna,Martinuzzi Plinio, Marussich Bruno,Maurini Norma, Me<strong>di</strong>zza Clau<strong>di</strong>o,Merchich Eugenio, Merviz BariAmalia, Moise La Rocca Dionisia,Mori Anita, Moriconi Santin MariaAntonietta, Musco Alberto.Segue nel prossimo <strong>numero</strong>Abbonamenti:Annuo 30 euroSostenitore 50 euroSolidarietà a piacereEstero omaggioUna copia 2 euro - Arretrati 3 euroC/c postale n° 32888000Intestato a “Difesa Adriatica”Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roman° 91/94 dell’11 marzo 1994Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento Postale <strong>di</strong> ROMAStampa:Romana E<strong>di</strong>trice Srl - S. Cesareo (RM)Finito <strong>di</strong> stampare il 15 ottobre <strong>2009</strong>


<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICA7dai comitatiDELEGAZIONEDI BARLETTAA completamento delle cronacherelative alla commemorazione delGiorno del Ricordo <strong>2009</strong>, la Delegazionepugliese ci informa che il 25marzo, nela grande sala multime<strong>di</strong>aledell’82° Reggimento Torino <strong>di</strong> stanzaa Barletta presso la Caserma Stella, ilprof. Giuseppe Dicuonzo, presentatodal Comandante del Reggimento ColonnelloArcangelo Vitucci alla presenza<strong>di</strong> oltre 300 tra Ufficiali, sottufficialie militari, ha tenuto una relazione daltitolo «Quando il Giorno del Ricordoserve a far rispettare la storia». <strong>Il</strong> relatoreha saputo creare nei giovani militariun’atmosfera <strong>di</strong> attenzione ecoinvolgimento <strong>di</strong>mostrato dai lorosguar<strong>di</strong> attoniti e dagli occhi luci<strong>di</strong> <strong>di</strong>commozione accompagnati da un silenzioassoluto, dai quali trasparivaprofonda attenzione.Significativi i passaggi che hannocontrad<strong>di</strong>stinto l’esposizione, con riflessionide<strong>di</strong>cate soprattutto al trattato<strong>di</strong> pace, con le quali il DelegatoAnvgd ha voluto inquadrare gli antefattie le conseguenze della trage<strong>di</strong>aistriana.<strong>Il</strong> prof. Dicuonzo ha ancherimarcato come sia doveroso onorarela memoria <strong>di</strong> chi ha molto soffertonell’abbandonare case ed affetti, ed haper anni conosciuto le ristrettezze, i<strong>di</strong>sagi e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> un inserimentonel lavoro e nella vita della società.Una memoria restituita a se stessa puòdare vita ad una cultura aperta allasperanza <strong>di</strong> un domani da vivere nellagiustizia e nella pace.Alla relazione è seguita la proiezione<strong>di</strong> un filmato sulla trage<strong>di</strong>a dellaFoibe e sull’Esodo della Venice-Filmin collaborazione con il CentroMultime<strong>di</strong>ale dell’Anvgd <strong>di</strong> Trieste. Lamanifestazione si è conclusa con loscambio dei gagliardetti tra le autoritàpresenti.Michele DicuonzoCOMITATO DI FERRARABarletta, sede de dell’82° Reggimento Torino, 25 marzo.<strong>Il</strong> delegato Anvgd, Dicuonzo (a sin.)con il Comandante del Reggimento, Col. Arcangelo Vituccidell’Anvgd ed una rappresentanzadelle crocerossine del Comitato regionaledella Cri <strong>di</strong> Trieste. Dopo la deposizione<strong>di</strong> una corona d’alloro,unitamente ai rappresentanti dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> dei Paracadutistid’Italia (con il presidente FrancoCrippa) è stata celebrata la S. Messadavanti alla Foiba.Pietro Cerlienco, nel prendere laparola ha voluto sottolineare come«ci sentiamo onorati <strong>di</strong> esserequi idealmente a nome <strong>di</strong> tutti gli esuligiuliano-dalmati della Diaspora. Viassicuro che parlare in questo Luogonon è cosa semplice, l’emozione cheprovo e che vedo nei vostri volti è violenta;questo silenzio è un frastuonoassordante dove si sentono le urla egli spari e si avverte ancora l’agghiaccianteferocia abbattutasi sui nostri fratelli.<strong>Il</strong> Comitato Anvgd <strong>di</strong> Monza eBrianza ha voluto iniziare da questosacro Luogo il suo percorso, onorandole vittime innocenti della barbarie.Da Loro attingiamo la forza pergridare la Verità, per troppi anni negatae per mantenere sempre viva lanostra cultura <strong>Giulia</strong>no Dalmata, pertroppo tempo soffocata».Ha voluto quin<strong>di</strong> ringraziare tutticoloro che hanno partecipatore alviaggio o che l’hanno reso più completo,dalle autorità che li ha accolti aTrieste, alla sig.a Rovetta, consiglieredel Comitato Anvgd <strong>di</strong> Brescia,il M.llodell’Arma e paracadutista GaetanoGalbiati e il sergente paracadutistaCarlo Busato, preziosi amici del Comitato,Sorella Mariella, esponentedella Croce Rossa <strong>di</strong> Monza, «e veraCapo<strong>di</strong>striana» l’ha definita Celienco.A fine cerimonia, Cerlienco, nelriba<strong>di</strong>re l’intenzione <strong>di</strong> rinnovare l’appuntamentocon Trieste, ha ricordatole attività che il neo-costituito Comitatointende sviluppare nel corso delprossimo biennio: “Ci proponiamo <strong>di</strong>mantenere viva la cultura <strong>Giulia</strong>noDalmata tramite conferenze e mostresia nella città <strong>di</strong> Monza che nella nuovaprovincia Brianzola, avvalendocidella <strong>di</strong>sponibilità dei nostri soci chesi occupano <strong>di</strong> storia e letteratura <strong>di</strong>rettamenteo per passione. Tra i nostricompiti anche l’intitolazione <strong>di</strong> vie opiazze ai Martiri delle Foibe ma anchel’organizzazione <strong>di</strong> concerti e rappresentazionial fine <strong>di</strong> coinvolgere leIstituzioni locali e sensibilizzare l’opi-nione pubblica. Nei nostri progettianche collaborazioni inter-associativicon Associazioni d’Arma e Rotaract/Rotary International Milano Leonardoda Vinci <strong>di</strong> cui sono consigliere”.(fonte www.arcipelagoadriatico.it)COMITATO DI ROMAUn’intervista a Oliviero Zoia, presidentedel Comitato Anvgd romanoè apparsa sull’ultimo <strong>numero</strong> del mensile“Ra<strong>di</strong>ci cristiane”, rilasciata al terminedel convegno svoltosi alla Provincia<strong>di</strong> Roma (si veda “Difesa” <strong>di</strong>agosto-settembre <strong>2009</strong>) con gli interventi<strong>di</strong> Maurizio Gasparri e LucianoViolante. Rispondendo alle domandedel giornalista, Zoia ha ricordatotra l’altro come «il 1 ° luglio è avvenutaa Villa Madama la <strong>di</strong>scussione per ilpossibile ingresso della Croazia in Europagià entro la fine <strong>di</strong> questo <strong>2009</strong>.Le valutazioni <strong>di</strong> carattere economicoche dovevano essere superate a livello<strong>di</strong> Commissione Europea sono staterivalutate, mentre manca ancora unritocco ai regolamenti interni concernentiil principio <strong>di</strong> “reciprocità”. Adesempio – ha rimarcato Zoia –, sui fattidelle foibe e sul riconoscimento <strong>di</strong>quegli ecci<strong>di</strong>, i croati hanno risposto:‘c’erano poche centinaia <strong>di</strong> italiani,alcuni fascisti, molti dei quali si sonosuicidati a causa della depressione cheli aveva colpiti gettandosi volontariamentenelle cavità carsiche’». Capiteche un popolo quale quello degli esuli,maltrattati e male accolti in Italia nelprimo dopoguerra, non può accettarequeste tesi qualunquiste, che irridonola memoria degli infoibati. Solo unGoverno pienamente sostenuto inmodo bipartisan – ha soggiunto – puòaffrontare con successo questo tipo <strong>di</strong>trattativa».Alla domanda su cosa gli esulichiedano al Parlamento per quanto riguardagli indennizzi, il presidente delComitato ha ricordato come «da semprela questione dei beni abbandonatiè stato un supplizio per gli Esuli, inquanto lo Stato italiano ha valutato inmodo iniquo tale argomento. […]È giunto il momento, per il Governo,<strong>di</strong> chiarire la posizione in meritoalla questione dell’esodo giulianodalmatae a quanto ad esso dannosamenteconseguito per i citta<strong>di</strong>ni italiani,in modo da avanzare, a testa alta,le richieste alla Croazia <strong>di</strong> risarcimentoe restituzione dei beni usurpati».COMITATO DI TRENTO<strong>Il</strong> Comitato Provinciale <strong>di</strong> Trentoha promosso a Rovereto un incontrodegli Esuli delle province limitrofe alTrentino, allargato a tutto il Triveneto.L’appuntamento, originariamente fissatoper domenica 20 settembre <strong>2009</strong>è stato spostato a domenica 11 ottobrecon inizio alle ore 11.00.La S. Messa, che ha aperto l’incontro,è stata celebrata all’interno dellastruttura d’accoglienza della Campanadei Caduti, quin<strong>di</strong> – dopo il salutodel Reggente della Campana – i convenutisi sono portati nel piazzale oveè posizionato il Sacro Bronzo che cheha suonato i cento rintocchi in memoriadei Caduti <strong>di</strong> tutte le guerre. LaCampana dei Caduti <strong>di</strong> Rovereto è lapiù grande Campana al mondo funzionante,è stata voluta da un sacerdotee costruita con il bronzo dei cannonidonati da tutte le nazioni coinvoltenella Prima guerra mon<strong>di</strong>ale.Suona tutte le sere alle ore 20 (d’inverno)ed alle 21 d’estate, a mezzogiornoin occasione <strong>di</strong> particolari visite.Sabato 12 settembre il Comitatoferrarese ha rinnovato le cariche interne,in una giornata che ha visto svolgersianche altri momenti unitari. Primadell’assemblea, presso il SeminarioArcivescovile, celebrazione <strong>di</strong> unaS. Messa officiato da Don RobertoSolera, vice<strong>di</strong>rettore del Seminario. Altermine del rito, commemorazione delCol. Antonio Varisco.Quin<strong>di</strong> alle 18.00 assemblea, conla relazione del Presidenteuscente Flavio Rabar. A seguire il<strong>di</strong>battitoed infine le operazioni <strong>di</strong> voto.Sul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> novembre i nomi deinuovi eletti.COMITATODI MONZA-BRIANZAUna delle prime iniziative del neonatoComitato Anvgd guidato dal giovanePietro Cerlienco è consistita nell’omaggioai Martiri delle Foibe aBasovizza. Ad accogliere la delegazionemonzese, i delegati del Comune <strong>di</strong>Trieste, guidati dal consigliere comunaleVincenzo Rescigno in rappresentanzadel sindaco Dipiazza e dallapresidente del settore Cultura ManuelaDeclich, il presidente della FederEsulie del Comitato Anvgd <strong>di</strong> Trieste RenzoCodarin, il gen. Riccardo Basile, presidentedella Federazione Grigioverdetriestina, il M.o Ernesto Beacovich, <strong>di</strong>rettoredella Banda musicaleBasovizza, quattro momenti dell’omaggio alla Foibada parte della delegazione del Comitato monzese


8 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>Alle ra<strong>di</strong>ci dell’italianitàL’intervento del giurista Sergio Bartolenel <strong>di</strong>battito su <strong>di</strong>aletti e unità nazionaleNel rovente agosto scorso è statoconcepito un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge cheprevederebbe l’insegnamento dei«<strong>di</strong>aletti ancestrali», oltre a quelli <strong>di</strong> usocorrente. Colpisce la definizione, vagamenteinquietante, <strong>di</strong> «ancestrali»per i <strong>di</strong>aletti (non per le lingue): cosas’intende? Cercansi lumi.Più seriamente, sul tema dell’accesa<strong>di</strong>scussione sorta intorno alla questioneregistriamo l’intervento delgiurista Sergio Bartole , apparso sul“Piccolo” <strong>di</strong> Trieste del 29 agosto conil titolo Alle ra<strong>di</strong>ci dell’italianità.Ne trascriviamo alcuni dei passaggipiù significativi, che fanno naturalmenteriferimento anche al <strong>di</strong>battito scaturitointorno al prossimo 150esimo dell’Unitàd’Italia.Le polemiche <strong>di</strong> questi giorni sull’identitànazionale italiana rivelano lapresenza nell’opinione pubblica <strong>di</strong>una larga fetta <strong>di</strong> insensibilità per unatema che tocca <strong>di</strong>rettamente le ragionidell’unità della Repubblica. […]Un’antica cartolina commemorativadelle gesta <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>Commemoratoa Trieste il sacrificio <strong>di</strong> SauroCodarin: «nel 2011 iniziativeper il 150esimo dell’Unità»Commemorato a Trieste, il 10 agosto, il sacrificio <strong>di</strong> Nazario Sauro nel93° anniversario dal martirio del capo<strong>di</strong>striano. A quasi un secolo da quegliavvenimenti il Comitato Onoranze – costituito da Comune <strong>di</strong> Trieste, <strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> Marinai d’Italia, Circolo Canottieri Saturnia, CircoloMarina Mercantile Nazario Sauro e Anvgd- Comitato <strong>di</strong> Trieste – continua aricordarne il sacrificio con una serie <strong>di</strong> cerimonie aperte, alle 10.30, con ladeposizione <strong>di</strong> un omaggio floreale al cippo a lui de<strong>di</strong>cato nel parco dellaRimembranza, sul colle <strong>di</strong> San Giusto.Una S. Messa è celebrata nella Chiesa del Rosario, da dove è partito ilcorteo in <strong>di</strong>rezione del Piazzale Marinai d’Italia. I natanti del Circolo Marinamercantile “Nazario Sauro” e del Circolo Canottieri Saturnia sono giunti alBacino San Marco, recando la corona d’alloro deposta ai pie<strong>di</strong> del monumentoa Sauro. Presenti il Gonfalone della Provincia e il Gonfalone delComune <strong>di</strong> Trieste, al quale sono stati resi gli onori militari. il Picchetto <strong>di</strong>Marinai in armi ha reso gli onori ai Caduti. L’intera cerimonia è stata accompagnatadalla Banda dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia.La presenza Circolo Marina mercantile è testimonianza <strong>di</strong> ciò che ilcanottaggio è stato per le città dell’Istria, Fiume e Dalmazia. I gesti <strong>di</strong> solidarietànei confronti <strong>di</strong> Sauro – si legge nelle cronache <strong>di</strong> questa cerimonia –vedono i canottieri protagonisti e partecipi in un gesto sportivo ma anchepolitico-nazionale che danno alla sua storia un senso epico. In mezzo algolfo <strong>di</strong> Trieste, nel punto in cui il comandante Sauro poteva vederli dallasua prigione, alzavano i remi in segno <strong>di</strong> solidarietà e con<strong>di</strong>visione. Così loha ricordato nel suo intervento Renzo Codarin, presidente del ComitatoOnoranze a Nazario Sauro, che ne ha ripercorso il cammino attraversol’educazione familiare e fino alla condanna finale. <strong>Il</strong> Comitato, ha anticipatoCodarin, avvierà nuove iniziative anche e<strong>di</strong>toriali nel 2011, nel 150° dell’Unitàd’Italia a «cui vogliamo partecipare – ha detto – de<strong>di</strong>cando unapagina importante al contributo dato al Risorgimento italiano dalle gentiitaliane <strong>Giulia</strong>ne Istriane Fiumane e Dalmate».Tra le autorità presenti il prefetto Balsamo, l’assessore regionale Rosolen,il consigliere comunale Grilli.Cartolina riproducente la cattura <strong>di</strong> Nazario Sauro,il 31 luglio 1916. Da una tavola dell’illustratore Vittorio PisaniSe è questione <strong>di</strong> insensibilità e la<strong>di</strong>scussione non trova reazioni convincentinell’opinione pubblica, è, però,inutile prendersela con chi <strong>di</strong> “carezze”ha parlato, e conviene invece allargareil <strong>di</strong>scorso e cercare <strong>di</strong> capirese si tratta <strong>di</strong> una tendenza che ha ra<strong>di</strong>ciculturali che vanno al<strong>di</strong>là dell’o<strong>di</strong>ernoepiso<strong>di</strong>o. Giustamente, neltentativo <strong>di</strong> trovare una spiegazione,Rusconi ha, sul quoti<strong>di</strong>ano “La Stampa”,addebitato una forte componente<strong>di</strong> responsabilità a quegli in<strong>di</strong>rizzistoriografici che hanno abbandonatoil terreno della ricostruzione dei processiche hanno portato all’unificazioneitaliana e al suo consolidarsi, perergersi a giu<strong>di</strong>ci delle scelte politicheche hanno guidato quei processi medesimi.Negli ultimi decenni frequente èstata, in effetti, la censura, in nome <strong>di</strong>non meglio precisati principi <strong>di</strong>federalismo, della centralizzazioneamministrativa dello Stato italiano. Alquale si è poi addebitata unaingiustificata insensibilità per le manifestazionireligiose del popolo italiano.[…] <strong>Il</strong> fatto è che quando si sonofatti questi <strong>di</strong>scorsi, si è preteso <strong>di</strong> sostituirele proprie valutazioni, in accordocon i parametri politici <strong>di</strong> oggi, algiu<strong>di</strong>zio delle classi politiche del passato,così rifiutando <strong>di</strong> riconoscerecome legittima componente della storiadel nostro Paese quel passato.Esercizio, questo, privo <strong>di</strong> qualsiasigiustificazione quando si pongonoa confronto momenti della nostra storialontani e fra loro non comparabili.[…]Frantumare la storia d’Italia in unaserie <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi decontestualizzati significaperdere <strong>di</strong> vista le ragioni <strong>di</strong> unosviluppo storico che ha visto ilsuperamento nel tempo, in forme sempre<strong>di</strong>verse e particolari, <strong>di</strong> vicende efenomeni che oggi trovano troppo facilecensura. Laddove è proprio inquello sviluppo storico che stanno lepeculiarità dell’identità nazionale italiana,che non è qualcosa <strong>di</strong> fermo edefinito una volta per tutte, ma è fatta<strong>di</strong> evoluzione e processi conclusi e in<strong>Il</strong> Gr. Uff. Aldo Clemente ringraziaquanti hanno risposto al suo appelloper il ripristino della Cappella dei SantiPatroni nella Chiesa del Quartiere <strong>Giulia</strong>noDalmata <strong>di</strong> Roma. Ecco glioblatori, comunicatici dal promotoredell’iniziativa.Hanno versato:Euro 324,88 il Club Santa Maria<strong>di</strong> Cherso - SidneyEuro 200,00 la Comunità <strong>di</strong>Neresine in Italia, Fiorespino SelmiNirvanaEuro 150,00 Anvgd <strong>di</strong> Bologna,Anvgd <strong>di</strong> Padova, Clemente AldoEuro 100,00 Barbi Paolo, DeragnaElena, Devescovi Flora, Fincantieri,Forti Marcello, Giorgieri Giorgia, GrassiSavino Mariella, GrunbergerRomilda, Maietta Alfonso, MartinuzziPlinio, Rocchi Giuseppe, FamigliaRusconi, Sancin Roberto, Sponza Giovannae Bruno, Vatta Loredana, ZorzinLelioEuro 90, 00 Staffetta AnnamariaEuro 50,00 Anvgd <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, BanoMirano, Conte Ferruccio, Lai Maria,Macuz Giorgio, Maghi-Negro,Martinoli Adriana, Moise Dionisia,Muzzolini Rosanna, Olovini Immacolata,Famiglia Polcaro, Rossi Elena,Scala Jolanda, Ziliotto LinaHanno inoltre contribuito:Martinuzzi Vanna, Famiglia RostirollaMartinoli, Sandorfi Amerigo, SpadaAntonio, Spada Paolo, Zelco Olga.In totale sono stati raccolti 3.749,00Euro. Ulteriori oblazioni possono essereinviate <strong>di</strong>rettamente alla Parrocchia.Trieste, Piazza dell’Unità, si esibiscono le Frecce Tricoloriatto, in cui hanno speciale rilievo siala chiusura dei conti con il passato chele aperture al futuro più o meno prossimo.Dimenticare questo profilo significabuttare via con l’acqua sporcadella transizione storica anche il bambino<strong>di</strong> un’Italia che si è fatta e si fagiorno per giorno.In tale prospettiva, dei segni dell’identitànazionale non è facile e consentito<strong>di</strong>sfarsi a meno che non ci sivoglia <strong>di</strong>sfare della continuità delloStato italiano. Talvolta ai concetti elaboratidai giuristi si rimproveraastrattezza e <strong>di</strong>sattenzione per la concretezzadella vita <strong>di</strong> ogni giorno. Però,pare giusto e sensato riconoscere chequando i costituzionalisti affermanoche lo Stato repubblicano <strong>di</strong> oggi è lostesso Stato dello Statuto Albertino <strong>di</strong>ieri, con la sola fondamentale variantedel cambio <strong>di</strong> costituzione, colgonobene la continuità dello Stato italianoe, quin<strong>di</strong>, della nostra identitànazionale, al<strong>di</strong>là delle <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong>or<strong>di</strong>namento politico e istituzionaleriscontrabili nel tempo. […]Sergio Bartole(“<strong>Il</strong> Piccolo”, 29 agosto <strong>2009</strong>)<strong>Il</strong> francobolloemesso nel 1911per celebrareil cinquantesimodell’UnitàRestauro della Cappelladei Santi patroni, gli oblatori


<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICA9continua dalla prima paginaL’Istria <strong>di</strong> Anna Maria Morinella voce <strong>di</strong> Leo Gullottaal Teatro San Marco <strong>di</strong> Roma<strong>Il</strong> testo pre<strong>di</strong>sposto per la performance<strong>di</strong> Gullotta ha previsto l’alternarsiai brani tratti dai libri <strong>di</strong> AnnaMaria Mori <strong>di</strong> citazioni dai maggioriquoti<strong>di</strong>ani italiani, americani ed inglesi<strong>di</strong> quel tempo, in un continuo rimandodalla pagina letteraria all’urgenzadella cronaca, che registrò con lento ecrescente stupore le violenze sui civilie l’ansia della popolazione per un destinolungamente incerto e temuto.Commozione tra il pubblico, e deiprotagonisti della serata. «Con l’esodoci siamo abituati alla durezza, tuttala nostra storia comune, nel miglioredei casi è una storia <strong>di</strong> durezze – hadetto tra l’altro Anna Maria Mori –, l’attenzionee l’affetto che ho percepitomi sorprende». Generoso è stato LeoGullotta, che ha fatto dono <strong>di</strong> una interpretazionemagistrale quale ci si attendevada un attore del suo calibro.Ricor<strong>di</strong>amo che Leo Gullotta è statoinsignito lo scorso febbraio del PremioInternazionale “Giorno del Ricordo”istituito dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong><strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia e conferitogliper la sua interpretazione nellafiction «<strong>Il</strong> cuore nel pozzo». AnnaMaria Mori ha ricevuto il medesimoPremio per la sezione Letteratura e perl’impegno profuso nella qualificata<strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> un capitolo della storiaitaliana sottaciuto per molti decenni.Ci piace proporre ai Lettori un branotratto dal “copione”, nel quale sonotrascritti alcuni passaggi dal libro Natain Istria e brevi citazioni dai quoti<strong>di</strong>anid’epoca.p.c.h.Tutta incentrata sull’Istria la lettura scenica <strong>di</strong> Leo Gullotta«Ripercorrere oggi l’Istria intera, a<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni e trage<strong>di</strong>e non ancoraelaborate, vorrei che fosse un raccontocapace <strong>di</strong> restituire il mio piccolotriangolo <strong>di</strong> terra nell’Adriatico,alla <strong>di</strong>mensione più grande che merita[…].Anche per risarcirla, almeno unpo’, <strong>di</strong> quel viaggio <strong>di</strong> sola andata inun gelido inverno <strong>di</strong> neve, su un bastimentonero, che dalla sua Istria dovevaportarla via per sempre: e l’ultimosguardo dal ponte sulla nave è l’ultimafotografia che si è portata poi <strong>di</strong>etroper sempre nella memoria e nell’anima.La fotografia triste e nera <strong>di</strong> una cittàa lutto. […]».Dal “Corriere d’Informazione”21 luglio 1945:«Tre atteggiamenti <strong>di</strong>versinei riguar<strong>di</strong> dell’Italia[…] sarebbe opinione del ForeignOffice che all’Italia […] non si vorrebbepermettere […] <strong>di</strong> conservare l’AltoA<strong>di</strong>ge e la <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> […]».9 settembre 1945«La conferenza <strong>di</strong> Londra“[…] Vi sono mutamenti territorialiche noi non possiamo accettare”<strong>di</strong>chiara Parri ad un’agenzia americana[…]».«Dagli anni Sessanta in poi, miamadre, […] ha cominciato a tornaretutti gli anni, a Pola e a Lussino. […]Tanto era felice <strong>di</strong> quel ritornare, cheera arrivata persino ad apprezzare quegliorribili alberghi (che però erano sulmare) fatti costruire dalla Jugoslavia <strong>di</strong>Tito […]. Le aveva perdute, la sua Polae la sua Lussino, e tornava a raccattarnele briciole, contenta se gliele lasciavanoraccogliere. […]«Ma quelli che sono venuti dopo,gli jugoslavi prima e poi i croati e glisloveni, hanno cambiato tutti i cognomie tutti i nomi delle località. Glisloveni pubblicizzano sulle loro guideturistiche le località istrianeaffacciare sul mare, Portorose e Pirano,e hanno deciso <strong>di</strong> abolire, per quantole riguarda, anche il nome Istria: tuttaquella fetta <strong>di</strong> terra oggi viene chiamata“Litorale” […]Perché, non si può “nazionalizzare”anche il panorama? Si può, sipuò…[…]».«Nella notte, il silenzio è ancorapiù assoluto, […]. E dentro quel silenzioabitato da tanti fantasmi, sotto uncielo nero che tinge <strong>di</strong> nero le casesenza gente e senza luce, […] il fattoLa locan<strong>di</strong>na dello spettacoloche tornino alla mente antichi versimandati a memoria […], sembra improvvisamentedel tutto naturale e giusto[…]: “Vaghe stelle dell’Orsa, io mirammento…”.“Rammentare”, al posto <strong>di</strong> ricordare:sono venuta qui per questo. […]»Da “<strong>Il</strong> Nuovo Corriere della Sera”13 febbraio 1947Corrispondenza<strong>di</strong> Indro Montanelli«[…] Ma questa gente fra cui mitrovo che gremisce i ponti e la stiva,[…] non c’è tentativo <strong>di</strong>contropropaganda che basti a“sdrammatizzarli”. […] Cosa troverannogli Slavi a Pola non so; nemmeno imorti, perché i polesi si stanno portandovia anche questi […]continua dalla prima paginaA novembre il XIX Congresso <strong>Nazionale</strong>nella splen<strong>di</strong>da Villa Recalcati <strong>di</strong> VareseLa copertina della prima e<strong>di</strong>zionedel libro <strong>di</strong> Anna Maria Mori e Nelida Milanidelle ricche famiglie milanesi che venivanoa trascorrere la stagione sullago. <strong>Il</strong> primo nucleo risale alla finedel XVII secolo. <strong>Il</strong> primo inse<strong>di</strong>amentovenne successivamente ingentilitonelle forme architettoniche ed arricchitonegli arre<strong>di</strong> nel corso del Settecento.Nel 1874 la <strong>di</strong>mora venne tramutatain uno dei più lussuosi e rinomatialberghi del Nord Italia, il Grand HotelExcelsior, frequentato da personaggidel calibro <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> e D’Annunzio.La recessione seguita al primo conflittomon<strong>di</strong>ale condusse l’Hotel al fallimentonel 1927; dal 1931 la Villa <strong>di</strong>venneproprietà della Provincia <strong>di</strong>Varese, che vi collocò la propria sede.Numerosi affreschi <strong>di</strong> pregevolefattura adornano l’interno. <strong>Il</strong> parco,originariamente già presente, solo nelXVIII secolo raggiunse il suo massimosplendore con la sistemazione <strong>di</strong> variesezioni, comprensive tra l’altro <strong>di</strong>un agrumeto e <strong>di</strong> un orto, e <strong>di</strong> una parte<strong>di</strong> giar<strong>di</strong>no alla francese.Red.Un particolare del curatissimo parco


10 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>Note dolorose<strong>Il</strong> 13 maggio <strong>2009</strong> è deceduta a <strong>Venezia</strong>Valeria Petrini in RocconiEra nata a Ossero, nell’isola <strong>di</strong> Cherso (Pola), il 28 <strong>di</strong>cembre1919.Dopo l’esodo si era sposata a <strong>Venezia</strong> ed aveva stabilito la suaresidenza a San Pietro <strong>di</strong> Castello.Con amore e riconoscenza per le Sua cristiane virtù La ricordanoil marito Leonardo (97 anni), i nipoti, pronipoti e i parentitutti.* * *Mercoledì 17 giugno <strong>2009</strong> è mancata a Conegliano (Treviso),la caraAnita Hungerprofuga da Zara, dove era nata nel 1916. Era moglie del dott.Antonio Stipanovic, deceduto nel 1991. Anita, come volontariadella Cri aiutò il marito durante i bombardamenti <strong>di</strong> Zara, lavorandopresso l’Ospedale Principe <strong>di</strong> Piemonte dal 2 novembre’43,fino al 9 gennaio ’44, allorquando l’Ospedale venne trasferitoa Trieste con il piroscafo “Sansego”. Una bellissima testimonianzadella Sua attività in tale periodo così terribile e drammatico per lanostra città, è stampata sulla rivista “Zara per non <strong>di</strong>menticare”,pubblicata nel 1993 dal Rime Rismondo.Lasciò Zara, assieme al suo Tonci,nell’aprile ’44, girovagandoper l’Italia: fu dapprima a Livorno, poi approdò nella MarcaTrevigiana, fermandosi infine a Conegliano. Era una donna generosa,estroversa, solare: lavorò attivamente alla S.Vincenzo dellasua parrocchia, impegnandosi parimenti in molteplici attività culturali;partecipò a <strong>numero</strong>si raduni Dalmati, dove trovò molte dellesue amiche <strong>di</strong> Zara.Dopo la morte del marito,ebbe un lento, ma inesorabile deca<strong>di</strong>mentofisico e morale. Ha trascorso gli ultimi anni della Sua vitain Casa <strong>di</strong> Riposo, dove è mancata la sera del 17 giugno. <strong>Il</strong> funeralesi è tenuto presso la Chiesa della Madonna delle Grazie <strong>di</strong>Conegliano, alla presenza <strong>di</strong> un buona rappresentanza <strong>di</strong> amiciIstriani e Dalmati. Per Suo espresso desiderio, la bara era avvoltanella ban<strong>di</strong>era Dalmata.Cara Anita, siamo tutti convinti che la Tua anima, liberata dalcorpo martoriato ,ha raggiunto, libera e felice, il caro Tonci e lasorella Li<strong>di</strong>a, trovando lassù anche la Tua cara Zara, quella deinostri ricor<strong>di</strong> e dei nostri sogni.Paolo Luxardo* * *<strong>Il</strong> giorno 13 giugno <strong>2009</strong> è deceduta la SignoraNicolina RocchiMadre del nostro fraterno amico e prezioso collaboratore Ten.Col. Marcello Rocchi.Al caro Marcello, alla sorella Gianna ed ai parenti tutti le condoglianzepiù sentite da parte dei giuliano-dalmati residente inTerra d’Abruzzo.Livio Gobbopresidente Comitato Anvgd de L’Aquila* * *Dopo una lunga malattia che nell’ottobre 2008 l’aveva vistorassegnare le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> Presidente del’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong>Carabinieri, si è spento a Roma, a 73 anni, ilGenerale <strong>di</strong> Corpo d’ArmataMichele Colavitonativo <strong>di</strong> Pola.L’alto ufficiale, laureato in Legge a 21 anni, dopo essere transitatoin servizio permanente nell’Arma dal servizio <strong>di</strong> complemento,comandò la Tenenza <strong>di</strong> Piacenza, poi la Compagnia <strong>di</strong> ReggioEmilia, il Gruppo Roma III, la Legione <strong>di</strong> Palermo, la RegioneLazio, e la 4/a e la 2/a Divisione. <strong>Il</strong> Generale Colavito è statoinoltre Comandante <strong>di</strong> Plotone, <strong>di</strong> Compagnia e Aiutante Maggiorepresso il V Battaglione Carabinieri <strong>di</strong> Bologna e il BattaglioneCarabinieri Paracadutisti, nonché capo dell’Ufficio Armamentoe Ricerche, dell’Ufficio Stu<strong>di</strong> e dell’Ufficio <strong>di</strong> Stato Maggiore alComando Generale. Cessò il servizio attivo nel 2000, venendoeletto nel <strong>di</strong>cembre 2003 Presidente dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong>Carabinieri in congedo, carica che ha mantenuto fino al 17 ottobre2008.Ecco come il polesano Colavito commentava nel 2007 alcunedelle vicissitu<strong>di</strong>ni che ancora oggi i nostri Esuli sono costretti avivere. Lo stralcio è tratto da un suo intervento sul notiziario dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> Alpini.«Nel mio piccolo, vado imme<strong>di</strong>atamente in non irrilevantiguai amministrativi quando provo, in un ufficio pubblico, ad in<strong>di</strong>careil mio luogo <strong>di</strong> nascita (Pola). Vengo a volte “sbattuto in Sardegna”(Pula) come accadeva ai “reprobi” nel sullodato secoloscorso. Più spesso vengo qualificato, illic et imme<strong>di</strong>ate, comeextracomunitario. E vallo a spiegare a quei testoni <strong>di</strong> computerche, quando sono nato, Pola e l’Istria erano, non solo geograficamente,italianissime (il superlativo mi sembra limitativo)».* * *È morta a Roma, dove abitava, all’età <strong>di</strong> 93 anni,Marina Marin Pettenatiuna delle figlie del grande poeta Biagio Marin. Come avevaavuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re suo padre, era colei che più gli assomigliava,essendosi de<strong>di</strong>cata alla poesia ed avendo vinto alcuni prestigiosipremi nazionali.Donna <strong>di</strong> grande fede, è stata attiva nel’ambito dell’Azionecattolica. Per l’ultima volta era tornata a Grado durante l’estatedello scorso anno e fin quando Le è stato possibile ha semprepresenziato alle manifestazioni che riguardavano Suo padre.* * *Si è spento dopo una lunga malattia, nel Queens (New York),dove abitava da molti anni,Lino BraccoEsule assieme alla moglie Imma da Neresine (Lussino), dov’eranato 82 anni fa, Lino era un uomo <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario caloreumano. Gentile e amichevole con tutti, insieme alla moglie partecipavaa tutte le festività e manifestazioni in ricordo delle Sue origini.Allegro e sempre aperto alla chiacchierata spiritosa, si intrattenevavolentieri con amici e conoscenti del sodalizio. Per anni siera de<strong>di</strong>cato alla <strong>di</strong>stribuzione, nell’area metropolitana <strong>di</strong> NewYork e negli stati circostanti, del perio<strong>di</strong>co dell’Anvgd “Difesa Adriatica”.In uno scritto inviato dal figlio all’<strong>Associazione</strong> <strong>Giulia</strong>ni eDalmati Usa si legge: «Era un capofamiglia eccezionale. Era animatoda devozione e integrità, una persona che capiva bene checosa voleva <strong>di</strong>re “una dura giornata <strong>di</strong> lavoro”. Non aveva maipotuto frequentare una università, però aveva una straor<strong>di</strong>nariaconoscenza della matematica. Da carpentiere nella costruzione<strong>di</strong> autostrade si serviva <strong>di</strong> questa sua innata abilità. Imparò a<strong>di</strong>nterpretare complessi progetti architettonici, altri si accorsero dellesue capacità per cui egli <strong>di</strong>ventò ben presto supervisore <strong>di</strong> cantiere».«Era un cattolico devoto – aggiunge il figlio – ed aveva prestatolavoro volontario al servizio della Chiesa qui negli Usa e aNeresine. A Natale, dopo la Messa ci portava tutti al RockefellerCenter dove ci mettevamo in fila al Ra<strong>di</strong>o City Music Hall percomperare i biglietti del Christmas Show con le Rockettes. Glipiaceva viaggiare, specie in Europa».* * *<strong>Il</strong> 4 maggio <strong>2009</strong>, a Torino, è mancato all’improvvisoMario Orlan<strong>di</strong>ninato a Orsera (Pola) il 11 <strong>di</strong>cembre1928, figlio <strong>di</strong> Maria Lizzardo (MariaPostina) e Giovanni Orlan<strong>di</strong>ni.Mario è stato, per oltre 50 anni, maritoamorevole <strong>di</strong> Maria Pia Chervatin<strong>di</strong> Visignano (Pola), con la quale il 26settembre <strong>2009</strong> avrebbe festeggiato 55anni <strong>di</strong> matrimonio. Padre affettuoso<strong>di</strong> Roberto, Loredana e Marino, nonnodolcissimo <strong>di</strong> Andrea, Paolo, Martae Clau<strong>di</strong>a.La figlia Loredana ricorda che Egliè stato per moltissimi anni affezionato abbonato e appassionatolettore <strong>di</strong> “Difesa”, attraverso la quale si teneva informato <strong>di</strong> fatti eavvenimenti della Sua amata Istria. Nella sua biblioteca non mancavanotesti storici e saggi che approfon<strong>di</strong>vano le <strong>di</strong>verse tesi storichesulle tragiche vicende dell’esodo, ma anche la bellezza e lastoria <strong>di</strong> questa terra e del suo mare.Con orgoglio e molta emozione partecipava alle manifestazionicivili e religiose del Giorno del Ricordo a Torino. Questoamore, insieme all’importanza dello stu<strong>di</strong>o e dell’approfon<strong>di</strong>mentodei temi storici e politici, ha trasmesso ai suoi figli e nipoti chepotranno continuare a tenere vivo il ricordo con i Suoi libri e coni Suoi racconti appassionati.«Per molti anni – ci scrive la figlia Loredana – da bambina hocreduto che i racconti dei miei genitori fossero un po’ fantascientificiperché nessuno dei miei compagni o insegnanti sapeva nulla nédell’Istria, né degli Istriani, poi con il tempo e con il lavoro <strong>di</strong> tantiesuli e anche grazie all’arrivo puntuale a casa del vostro apprezzatoperio<strong>di</strong>co, io e i miei fratelli abbiamo potuto meglio comprendere;l’istituzione del Giorno del Ricordo ha reso giustizia aldolore e al mancato riconoscimento delle sofferenze <strong>di</strong> un interopopolo che ha pagato a caro prezzo la scelta <strong>di</strong> essere Italiano».<strong>Il</strong> giorno 11 maggio <strong>2009</strong> si è spento dopo lunga malattia ilDott. Ego PauluzziEra nato a Verteneglio (Pola) il 3gennaio 1930. Nel 1934 si trasferì aTrieste assieme ai genitori BrunaTomasich ed Aqullino Pauluzzi. Finitigli stu<strong>di</strong> universitari con la laurea inChimica, si trasferì per lavoro a Milano,poi a Policarpo (Matera9 ed infinea Bologna. Andato in pensione ritornòa Trieste, dove è rimasto sino allascomparsa.La moglie Remigia Lo ricorda congrande dolore.* * *Antonio LeonardelliNato a Gallesano (Pola) il 10 maggio 1926. Deceduto a Romail 26 giugno <strong>2009</strong>.Che la Tua semplicità, la Tua gioia <strong>di</strong> vivere, la Tua umanità, ilTuo desiderio <strong>di</strong> trasmettere pace, serenità e allegria a tutti noi,accompagnino sempre i nostri giorni e le nostre notti.Che la Tua voce melo<strong>di</strong>osa, nel canto e nelle semplici parole,rimanga la musica più dolce e ricercata all’orecchio fine e attento.Ma soprattutto “la tua musica interiore”, <strong>di</strong> cui ci hai nutritosempre…come la vita oltre la vita!Arrivederci!II 12 agosto <strong>2009</strong>* * *Arturo Cardoneci ha lasciati. Costretto a letto da aprile dalla malattia, ha avutoun improvviso e repentino peggioramento che l’ha consumato inpochi giorni. Lo annunciano la consorte, signora Nives Saitti, e lafiglia Marzia.Era nato a Torino il 3 settembre1919. Suo padre eramilitare e per questo, quandoArturo era ancora bambino, lafamiglia fu trasferita a Pola, alloraitaliana. Trasferimento fortunato,perché a Pola, ancoraragazzo, conobbe Nives, chesposo l’8 giugno 1946.Con lei con<strong>di</strong>vise la trage<strong>di</strong>ae il dolore dell’esodo. Partironoentrambi con il “Toscana”.L’esodo li portò prima a Taranto,ove vivevano i parenti della signora Nives, poi aValdobbiadene, ove abitavano i genitori <strong>di</strong> Arturo. E infine a Treviso,ove si stabilirono e trovarono un lavoro. Arturo s’impiego presso laVetreria Lazza.Per la sua laboriosità e per l’affezione all’ambiente <strong>di</strong> lavoro,venne insignito del titolo <strong>di</strong> Cavaliere Ufficiale del Lavoro. Di Arturoi famigliari ricordano il carattere a volte un po’ burbero, ma buonoe onesto. La figlia ne ha appreso l’ amore per la famiglia, ilrispetto dei valori più importanti.Sotto la scorza del burbero, si nascondeva un cuore semplice,amante degli scherzetti, della critica ironica, del canto popolare.«E viva là... e po’ bon ... sempre alegri e mai pasion ...», questa erala canzone che più amava intonare quando si era in compagnia.Grande marito dopo ben 63 anni <strong>di</strong> matrimonio, nonno affettuosodei nipoti, padre buono. Ciao, papà.* * *<strong>Il</strong> Comitato Anvgd <strong>di</strong> Massa Carrara ci informa che nel mese <strong>di</strong>agosto <strong>2009</strong> è mancata la SignoraNerina Moscheni NizzaEra nata nell’isola <strong>di</strong> Brioni. <strong>Il</strong> Comitato carrarese, con il presidenteSergio Tabanelli, porge le più sentite condoglianze alla famiglia.Ti sei iscritto all’ANVGD?Cosa aspetti? Noi Ti aspettiamoRivolgiti ai nostri Comitati Provincialio contatta la nostra Sede nazionale(tel. 06 5816852)L’abbonamento a Difesa Adriaticanon equivale alla quota associativa


<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICAGiugno 1924,la tappa Bologna-Fiumedel Giro d’Italia11Dal nostro inviato nel tempo…Bologna ore 00.00. Un gran <strong>numero</strong><strong>di</strong> tifosi, nonostante l’ora tarda,si è radunata nei pressi della partenzaper assistere all’ inizio della più lungatappa <strong>di</strong> questa do<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zionedel Giro d’ Italia (415 km). Cori e<strong>di</strong>ncoraggiamenti sono in<strong>di</strong>rizzati a tuttii Girini, ma in particolar modo a FedericoGay e Giuseppe Enrici eRossignoli.Ore 15.30. Da Opicina aBasovizza, il percorso si snoda fra lecolline e strade strette, ma il fondoappare perfetto e il gruppo procedecompatto. Inizia la salita e al comando,dopo circa 200 metri, si incomincianoa vedere i primi <strong>di</strong>stacchi. Orala strada corre attraverso le verdeggiantied incantevoli colline istriane. I Girinisono a Castelnuovo, alle 16.00, e<strong>di</strong>niziano le dure pendenze che vedonoFerrario , Enrici e Gay affrontarlecon una ottima pedalata. DopoCastelnuovo, uno strappo violentocostringe Gay, che ha un duro rapportoa scendere dalla bicicletta per girarela ruota. In questo dorso <strong>di</strong> mulo,lungo circa 3 km, Ferrario, ha <strong>di</strong>staccatotutti con una facilità quasi irrisoria.Al termine della salita ha un nettovantaggio sugli inseguitori che sono:Enrici, Rossignoli, Martinetto, Tragelloe il romano Lazzaretti. A Rupa, che èal termine della <strong>di</strong>scesa, si arriva alle17.19 e qui Ferrario commette l’errore<strong>di</strong> fermarsi a girare la ruota, impiegandoquasi 45 secon<strong>di</strong>. Quando risalein bicicletta, gli inseguitori, ai qualisi aggiunge anche Sivocci, lo raggiungono.La strada è sempre ottima emagnifico è il fondo. Sono le 18.00 eai bor<strong>di</strong> della strada s’incomincia avedere i primi tifosi che gridano: «Forza,mancano 3 km all’arrivo!».Siamo ormai nei pressi <strong>di</strong> Fiumedove da poco ha smesso <strong>di</strong> piovereperché il lunghissimo Viale Italia è tuttofangoso. Ferrario, Sivocci, Lazzarettipreferiscono percorrere il vialetto rasenteil muro <strong>di</strong> cinta a destra dellastrada, perché più asciutto. Poi Ferrariosi porta al centro <strong>di</strong> Viale Italia, seguitoda Sivocci e Lazzaretti. Più <strong>di</strong>staccatici sono Rossignoli ed Enrici che battonoal centro del viale il cui fondo èuna specie <strong>di</strong> pavée. A 400 metri dall’arrivo,tutto il gruppo percorrono VialeItalia. <strong>Il</strong> fondo lastricato è asciutto ebuono benché sia tracciato dai binaridel tram. All’inizio degli ultimi 200metri, le forze sono ormai delineate:Sivocci e Lazzaretti precedono nettamente,per qualche decina <strong>di</strong> metri,Martinetto, Ferrario, Tragella,Rossignoli ed Enrici. Siamo ormai agliultimi 150 metri e Sivocci parte in volata,ma Lazzaretti tiene bene la ruota.A pochi metri dal traguardo Sivocciimprovvisamente si <strong>di</strong>sunisce e sbandaverso le transenne, Lazzaretti lopassa nettamente e vince.Così al Traguardo: 1. LazzarettiRomolo <strong>di</strong> Roma in 17.29 2. SivocciAlfredo <strong>di</strong> Milano in 17.29. 13. 3.Ferrario Arturo <strong>di</strong> Milano in 17.29.15.Treviso-Abbazia, 2 giugno 1940Sessanta corridori si riunisconoquesta mattina a Treviso, in piazza deiSignori pronti per la tre<strong>di</strong>cesima faticadel Giro. Dopo il via dato dal prefettoil gruppo procede con la massima calma.Al Ponte del Piave la carovana siarresta e la maglia rosa Coppi e la biancaDe Stefanis buttano nel fiume mazzi<strong>di</strong> fiori. Quin<strong>di</strong> la marcia riprende attraversoOderzo, Motta <strong>di</strong> Livenza,Annone. Una foratura <strong>di</strong> Mollo nonprovoca incidenti e il torinese riprenderapidamente imme<strong>di</strong>atamente leposizioni centrali del gruppo. Alle porte<strong>di</strong> Portogruaro si ha un certo movimentoperché nei pressi del traguardoa premi Coppi con un magnifico scattos’impone davanti a Rimol<strong>di</strong>. Sino alponte del Tagliamento (70 km) regnala calma. La corsa si riaccende nei pressi<strong>di</strong> Cervignano dove è fissato un altrotraguardo a premi. L’aumentatavelocità e l’allungamento del gruppo,offrono lo spunto a Cottur e ad Albani<strong>di</strong> iniziare un tentativo <strong>di</strong> fuga. SuperatoRonchi dei Legionari, si raggiungerapidamente Monfalcone, dove iltraguardo a premi viene aggiu<strong>di</strong>catoda Cottur.<strong>Il</strong> gruppo procede compatto fino aBasovizza (km 153) dove è situato ilrifornimento. La corsa appare monotonaed esasperante in quanto nessunodei concorrenti ha voglia <strong>di</strong> attaccare.Si arriva così a Castelnuovod’Istria (km 181) con il gruppo ancoraal completo. L’andatura <strong>di</strong>venta un po’più spe<strong>di</strong>ta. Verso la fine della salitaVicini tenta la fuga, ma Coppi è sempreprontamente alla sua ruota e glialtri a qualche metro. Superata la massimaquota (670 m) i corridori inizianoin fila in<strong>di</strong>ana la <strong>di</strong>scesa che è interrottada qualche chilometro <strong>di</strong> falsopiano, fino al Bivio per il Monte Nevoso,poi riprende verso Permani,Mattuglie, Abbazia. C’è chi tenta inquest’ultimo tratto <strong>di</strong> corsa <strong>di</strong> fuggiredal gruppo. All’ultimo chilometroServadei e Generati usciti dal gruppotentano la volata seguiti da Leoni e Vicini.Servadei riesce ad avere la megliosu generati seguono poi da Leonie Vicini e dal resto del gruppo.Strade sterrate, sudore e fatica per i Girini” nelle tappe istrianeL’ or<strong>di</strong>ne d’arrivo: 1. ServadeiGlauco in 6.36; 2. Generati Walter; 3.Leoni Adolfo; 4. Vicini Mario; 5.Chiappini Pietro.Abbazia-Trieste, 3 giugno 1940Dopo il via dato dal prefetto dellaProvincia del Carnaro, i Girini si <strong>di</strong>rigonocon calma verso Fiume. Nellatraversata della affollatissima città, ilgruppo si spezza in vari tronconi, cadonoSucci, che rompe la ruota, Generatiche guasta il manubrio eCanavesi. Sulla Salita del Monte Maggioreil gruppo nuovamente compatto,ripercorre la strada fino al bivio <strong>di</strong>Mattuglie, dove inizia la durissima salitasul Monte Maggiore. Dopo qualchechilometro, l’asfalto lascia il postoad una strada sterrata, coperta dagliorganizzatori <strong>di</strong> ghiaia. Bartali attacca:è Volpi a rinnovare gli scatti, Bartalilo raggiunge e lo pianta. La pendenzadella strada si fa sempre <strong>di</strong> più sentiree Bartali ne approfitta per staccare tuttigli avversari. La sua azione, all’inizioirresistibile, cala sempre più d’intensitàe Bizzi che è stato l’ultimo acedere, è il primo a riprendere.Rivengono anche Cecchi e Benente,mentre poco più giù si scorgono Coppie Vicini. Benente è primo al traguardo.<strong>Il</strong> «Diavolo rosso» è così primo alrifugio Duchessa d’Aosta (953 m) eprecede <strong>di</strong> 12 secon<strong>di</strong> Bizzi, Cecchi eBartali, <strong>di</strong> 20’ Vicini e Coppi, <strong>di</strong> 38’De Stefanis e Cottur, <strong>di</strong> un minutoMagni e Mollo.I 10 km <strong>di</strong> <strong>di</strong>scesa sono tremen<strong>di</strong>,per la fortissima pendenza e per il fondosconnesso. Tutti i corridori cercano<strong>di</strong> usare la massima cautela, ma gliincidenti non mancano. Bartali è ilprimo ad inaugurare la lunga serie.Nessun compagno era con luicosicché il fiorentino è costretto a cambiarsiil tubolare da solo. Un po’ piùin<strong>di</strong>etro Coppi cade in una svolta, masi rialza prontamente e si <strong>di</strong>fende conestrema energia e non perde ulterioreterreno. Raggiunta la cima, la strada èun durissimo succedersi <strong>di</strong> saliscen<strong>di</strong>.Coppi appare in buone con<strong>di</strong>zioni eal termine della breve <strong>di</strong>scesa che portaa Cerrato Istriano è a non più <strong>di</strong> 15secon<strong>di</strong> dai tre <strong>di</strong> testa. A Pisino, lamaglia rosa ha 25 secon<strong>di</strong> <strong>di</strong> ritardo,ma al bivio <strong>di</strong> Monpaderno il <strong>di</strong>staccorisale nuovamente a 45 secon<strong>di</strong>. Adaggravare la fatica c’è anche un fortevento contrario.A Visinada la situazione degli staccatisi è aggravata e peggiorerà ancorain seguito alla <strong>di</strong>scesa sul fiume Quieto(km 131.6) dove il quartetto checomprende la maglia rosa è a 4 minuti.Siamo così giunti ad una quarantina<strong>di</strong> chilometri all’arrivo. Sull’ultimasalita della giornata, quella <strong>di</strong>Basovizza, essi hanno soltanto 3.30 <strong>di</strong>vantaggio sul quartetto inseguitore,vantaggio che <strong>di</strong>minuirà sensibilmenteancora sino a ridursi all’ arrivo a pocopiù <strong>di</strong> 2 minuti. Bizzi è in testa, maVicini con un superbo scatto taglia vittoriosoil traguardo. Bartali cade e terminain ritardo: il campione fiorentinoa S. Antonio in Bosco ha avuto unnuovo incidente. Si è scorticato il ginocchioed ha battuto nuovamente lacoscia, che tanto lo ha fatto soffrire inquesti giorni e giunge al traguardo conMagni con mezz’ora <strong>di</strong> ritardo rispettoai vincitori.L’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo: 1. Mario Vicini,5.38.40; 2. Olimpio Bizzi, idem; 3.Cottur Giordano, 5.40.44; 4. MolloEnrico, idem; 5. Fausto Coppi, idem.Giorgio Di Giuseppe…e l’altrettantograndeBartali, quiperplesso dopola cadutanella tappaAbbazia-Trieste,nel Girodel 1940Un “aiutino” non si nega…Al Giro d’Italia 1940 il grande Coppi


12 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>Abbonarsi a “Difesa” conviene.E si “rischia” <strong>di</strong> vinceredue week end alle Terme <strong>di</strong> Abano!“Difesa Adriatica” è il mensile dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e Dalmazia- 16 pagine in formato tabloid, <strong>di</strong>cui 4 a colori e 2 in inglese e spagnolo- panorama completo del mondo dell’Esodoe della sua storia - cronache,approfon<strong>di</strong>menti, interventi- firmeprestigiose- abbonamenti Italia invariati,gratuiti per l’esteroTanti vali<strong>di</strong> motivi per abbonarVia “Difesa Adriatica”!Ma quest’anno ve ne <strong>di</strong>amo unoin più!Un Premio per i nostri abbonati:verranno assegnati tra gli abbonati dueweek end per due persone ciascunoall’Hotel Tritone Terme**** <strong>di</strong> Abano(Padova), comprensivo <strong>di</strong> viaggio, soggiorno3 giorni/2 notti in pensionecompleta e trattamenti termali: previstiun massaggio a scelta (totale,anticellulite, linfatico, ecc.), un trattamentoviso personalizzato, uso delle3 piscine termali con idromassaggi,dell’accappatoio e del telo spugna perla piscina, del centro saune “TermeRomane”, della palestra, delle biciclettee del tennis.Chi può concorrere al premio?Un week end sarà assegnato fratutti coloro che nel corso del <strong>2009</strong> (finoal 31 <strong>di</strong>cembre) avranno sottoscrittoun nuovo abbonamento al nostro giornalemensile (esclusi gli abbonamentiomaggio).Un secondo week end sarà assegnatofra gli abbonati (sia nuovi chevecchi) “sostenitori” e “solidarietà”,ovvero quelli che nel corso del <strong>2009</strong>avranno versato una quota <strong>di</strong> abbonamentopari o superiore a 50 €.L’assegnazione avverrà nel corsodel mese <strong>di</strong> gennaio 2010, appenasaranno completate le registrazioni deiversamenti effettuati dagli abbonati nel<strong>2009</strong>.Nelle immagini qui pubblicatequalche scorcio della splen<strong>di</strong>da cornicenella quale i vincitori trascorrerannoil loro week end in regalo.Dalle Benedettine <strong>di</strong> Fiumeun “salutare” regalo ai nostri abbonatiDopo i 2 week end che“Difesa Adriatica” assegneràtra i nuovi abbonati e fragli abbonati sostenitori/solidarietà,altri premi entranoin gioco per tutti i lettoriche avranno rinnovatol’abbonamento per il 2010entro il 31 <strong>di</strong>cembre prossimo.Si tratta <strong>di</strong> altri 25 premi così sud<strong>di</strong>visi:- 5 kit <strong>di</strong> prodotti dalle MonacheBenedettine del Monastero <strong>di</strong> SanRocco a Fiume, ora residenti presso ilMonastero <strong>di</strong> San Danielead Abano Terme. Ognunodei cinque kit contiene:un bagnoschiumaalla malva e tiglio, una cremaemulsione corpodopobagno, una confezione<strong>di</strong> miele, una tisanadepurativa, un sapone al miele, unabottiglia dell’antico liquore prodottodalle Monache(www.monasterosandaniele.eu).- 20 folder del francobollocommemorativo <strong>di</strong> Giovanni Palatucci(ultimo questore <strong>di</strong> Fiume italiana)emesso quest’anno da Poste Italiane.Ogni folder contiene: un francobollo da0,60 +, una tessera filatelica con francobolloincastonato, una cartolinaaffrancata primo giorno <strong>di</strong> emissione,una busta affrancata primo giorno <strong>di</strong>emissione.Gli abbonamenti andranno sottoscritticon l’apposito bollettino postaleche giungerà a casa Vostra con i prossiminumeri del giornale.I premi verranno assegnati entrogennaio 2010 e i titolari verranno avvisativia posta.«Imagine»,servizi fotografici La RoccaA Roma il fotografo Gaetano La Rocca, iscritto all’Anvgd, figlio e nipote<strong>di</strong> giuliano-dalmati, conduce un’avviata attività nel settore della fotografia,fornendo servizi <strong>di</strong>:Sviluppo e stampa, Stampa <strong>di</strong>gitale in 24 ore, Fototessera, Fotoritocco,Restauro foto antiche, Servizi fotografici per le scuole, Cerimonie ed eventi,Cataloghi, Calendari, Book personalizzati, Riversamenti video, Grafica pubblicitariae Siti web.L’azienda è denominata «Imagine» e si trova a Roma in via Fontanellato,45 (zona Montagnola-Laurentina) tel. 06.541 54 30.Ai soci Anvgd è garantito un trattamento particolare con uno sconto aloro de<strong>di</strong>cato.“La Voce del Popolo”11 luglio <strong>2009</strong>Dalmazia:i <strong>di</strong>ari <strong>di</strong> viaggiotra ‘400 e ‘600[…] Ricca <strong>di</strong> splen<strong>di</strong>de vestigiastoriche, in posizione privilegiata,ha offerto e offre tutt’oggi al viaggiatorericor<strong>di</strong> ed esperienze in<strong>di</strong>menticabili.Dalla Serenissima, navigando lungola costa orientale dell’Adriatico earrivando fino alla sua punta più estrema[…] la Dalmazia ha sempre attrattoviaggiatori ed esploratori <strong>di</strong> provenienzeterritoriali <strong>di</strong>versissime. […]Nel maggio 2007, la Società <strong>di</strong>Dalmata <strong>di</strong> Storia Patria <strong>di</strong> Roma, affiancatadall’Accademia <strong>Nazionale</strong> deiLincei, ha promosso a Palazzo Corsinidue giornate <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (22 - 23 maggio)sul tema: ”La Dalmazia nelle relazioni<strong>di</strong> viaggiatori e pellegrini da<strong>Venezia</strong> tra Quattro e Seicento”. Alconvegno […] ha preso parte unaquin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> relatori, i cui contributie saggi sono stati <strong>di</strong> recente pubblicatinell’ambito della collana Atti dei ConvegniLincei, n. 243, in un volume acura <strong>di</strong> Sante Graciotti, recante il titolodel simposio. Complessivamente384 pagine […]. Un percorso “inlibris”, ma non per questo meno affascinante,che supera i confini tratteggiatidell’area, spaziando dall’Istriaall’Epiro. […]Mille anni dopo il passaggio delmondo antico a quello me<strong>di</strong>evale,nell’età umanistica, i siti dalmati e<strong>di</strong>striani attraggono l’attenzione per illoro specifico fascino archeologico, hasottolineato il prof. Pastore Stocchi.Dante, predecessore dei viaggiatori delQuattro e Seicento (ospitato a Polanell’abbazia benedettina <strong>di</strong> San Michele),nel VI cerchio dell’Inferno ricordal’antica necropoli <strong>di</strong> Pola ed ilgolfo del Quarnaro (“A Pola, pressodel Carnaro / ch’Italia chiude e i suoitermini bagna”). […]L’itinerario proposto dagli umanistiè quello tra le biblioteche e sitiarcheologici. […] A partire dal Quattrocento,quin<strong>di</strong>, grazie alle opere degliumanisti, nella colta Europa si vacreando l’idea che tutta la Dalmaziasia una regione ad alta densitàarcheologica ed epigrafica […]. Questaregione adriatica <strong>di</strong>venta così oggetto<strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti culturali e indagini storiche.[…] Nel 1458 Enea SilvioPiccolomini, papa Pio II, tratta dellaDalmazia nel suo scritto De Europa,dove compie un’analisi etnica, geograficae storica del mondo […]. <strong>Il</strong> papa èconsapevole che il nascente scontrotra il cristianesimo e l’islam ha provocatocambiamenti geografici e la suaattività pontificia sarà ispirata da unpiano strategico […]. Traendo notiziestoriche da Georgius Camemberius, ilpapa <strong>di</strong>scorre della Dalmazia tra ilcapitolo 14 e 18 del suo stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong>stinguetra le terre illiriche la Dalmazia,l’Istria, la Croazia e la Liburnia. […](<strong>Il</strong>aria Rocchi)RASSEGNALa Dalmazia nella Italiae Novissima descriptio (1574)<strong>di</strong> Abraham Ortelius (poi Gastal<strong>di</strong> o Castal<strong>di</strong>)


<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>“<strong>Il</strong> Piccolo”21 luglio <strong>2009</strong>Sebenico: torna alla luceantico inse<strong>di</strong>amento romano[…] nell’imme<strong>di</strong>ato entroterra <strong>di</strong>Sebenico […] continua la campagna<strong>di</strong> scavi e prospezioni archeologicheavviate dal Museo civico <strong>di</strong> Drnis e aiquali danno un valido contributo glistudenti del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> archeologiadell’Università <strong>di</strong> Bologna. Giornodopo giorno vengono così riportatialla luce i resti dell’antico «castrum»romano <strong>di</strong> Burnum, che per quasi 160anni fece da centro logistico per duelegioni <strong>di</strong> stanza in <strong>Il</strong>liria: dapprima laXI Clau<strong>di</strong>a Pia Fidelis e quin<strong>di</strong> la IVFlavia Felix. A cominciare dalla finedel I secolo a.C. all’86 d.C.L’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Burnum giunsea ospitare da 4 a 6 mila legionari, <strong>di</strong>ventandouno dei centri militari piùimportanti della Provincia romana <strong>di</strong>Dalmazia. Nell’86 d.C. la regione venneproclamata «Provincia inermis» ela <strong>di</strong>fesa del territorio affidata non piùalle legioni ma a truppe ausiliarie.Burnum si trasformò così in centroabitato per assurgere al rango <strong>di</strong>«municipium» nel II secolo d.C. e perpoi lentamente estinguersi. Dell’anticocastro romano si ritrova poi traccianel 16.esimo secolo in uno scritto delcartografo veneziano Matteo Paganoe poi, più tar<strong>di</strong>, nel “Viaggio inDalmazia” dell’abate padovano AlbertoFortis. […] I resti dell’antico castrumromano sono oggi evidenti in alcuniarchi in blocchi <strong>di</strong> pietra calcarea locale,attribuibili al foro o a un e<strong>di</strong>ficio<strong>di</strong> culto, ai resti <strong>di</strong> strutture urbane e aquelli dell’emiciclo <strong>di</strong> un anfiteatro cheall’epoca del suo massimo splendoreavrebbe potuto accogliere alcune migliaia<strong>di</strong> spettatori.(f.r.)“<strong>Il</strong> Piccolo”22 luglio <strong>2009</strong>Quattro italiani guidano Cittanova,Valle, Verteneglio e GrisignanaLe elezioni amministrative, tenutesilo scorso maggio in Croazia, hanno«lanciato ai vertici» ben 85 connazionali,chiamati ad occupare gli incarichipiù alti in seno alle amministrazionicomunali e regionali in Istriae nella regione del Quarnero e Gorskikotar. […]L’ esecutivo presieduto da MaurizioTremul si è congratulato con gli italianieletti, esprimendo un solo, granderammarico: la mancata elezione deivice sindaci (come da statuto civico)nelle municipalità <strong>di</strong> Parenzo e <strong>di</strong> Torre-Abrega,dove nessun partito in lizzaha espresso un can<strong>di</strong>dato italianoalla carica <strong>di</strong> vice sindaco. «Siamo<strong>di</strong>spiaciuti per quanto verificatosi nelledue località istriane – ha <strong>di</strong>chiaratoDIFESA ADRIATICARASSEGNACastrum romano <strong>di</strong> Burnum nell’entroterra <strong>di</strong> Sebenico. Archi inpietra calcarea locale, del foro o <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto, e l’anfiteatro,che poteva accogliere alcune migliaia <strong>di</strong> spettatoriTremul – ma nello stesso tempo invitiamole competenti autorità a in<strong>di</strong>reelezioni suppletive per avere vice sindaciconnazionali a Torre-Abrega eParenzo».La Comunità nazionale italianavanta dunque un vicepresidente <strong>di</strong>Regione (quella istriana) e si tratta <strong>di</strong>Viviana Benussi, della Dieta democraticaistriana. I consiglieri regionali sonosette, <strong>di</strong> cui sei in istria e uno nellaContea litoraneo-montana. Quattro gliitaliani alla guida <strong>di</strong> amministrazionicomunali: sono Anteo Milos (D<strong>di</strong>) aCittanova, E<strong>di</strong> Patrovicchio (In<strong>di</strong>pendente)a Valle, Doriano Labinjan (D<strong>di</strong>)a Verteneglio e Rino Dunis (D<strong>di</strong>) aGrisignana. […]Andrea MarsanichAnsa22 luglio <strong>2009</strong>Frattini: minoranzepunto <strong>di</strong> forza integrazioneLe minoranze come ‘punto <strong>di</strong> forza’dell’integrazione: è il concettoespresso oggi, a Trieste, dal ministrodegli Esteri, Franco Frattini, che si èsoffermato sui rapporti bilaterali Italia-Slovenia.Pur ricordando che “la bilateralitàda sola oggi non basta” perché “siamotutti inseriti in un contesto europeopiù ampio”, il ministro, parlandodei rapporti con Lubiana, ha spiegatoche “le minoranze italiana in Sloveniae slovena in Italia sono da considerareun punto <strong>di</strong> forza dell’integrazione.Specie oggi che i confini politici del-l’Europa non ci sono più”. “Ecco quin<strong>di</strong>che per lo sviluppo integrato <strong>di</strong> unterritorio <strong>di</strong>venta fondamentale il ruolodelle minoranze - ha conclusoFrattini - che garantiscono incontri tratra<strong>di</strong>zioni, culture e lingue <strong>di</strong>verse”.Ansa22 luglio <strong>2009</strong>Ue: Frattini, subito summitper ingresso BalcaniUn summit tra tutti i capi <strong>di</strong> governodella ex Jugoslavia e dell’area balcanico-danubianaper decidere sull’ingresso in Europa dei Balcani del Sud:lo ha proposto, oggi a Trieste, il ministrodegli Esteri Franco Frattini.“A <strong>di</strong>eci anni dalla fine delle guerre<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione della ex Jugoslavia -ha detto Frattini - è giunto il momento<strong>di</strong> fare il punto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>re a tutti i Governiche si assumano le loro responsabilità.Propongo quin<strong>di</strong> una conferenzafra tutti i Paesi dell’area per favorire ilprocesso <strong>di</strong> adesione all’Ue <strong>di</strong> Paesiquali la Serbia, il Montenegro, laBosnia e l’Albania”.Secondo Frattini, questa conferenzadovrebbe svolgersi in tempi rapi<strong>di</strong>,al massimo nei primi mesi del 2010.[…]“<strong>Il</strong> Piccolo”8 agosto <strong>2009</strong>Un deputato Ueper gli italiani <strong>di</strong> CroaziaL’eurodeputato del Popolo delleLibertà Antonio Cancian rappresenteràa Bruxelles gli interessi della Comunitànazionale italiana in Croazia, soprattuttoin riferimento al finanziamento<strong>di</strong> progetti intesi allo sviluppo dellaComunità stessa e del territorio in cuivive.Questa una delle conclusioniemerse all’incontro a porte chiuse allaComunità degli italiani tra Cancian e imassimi esponenti dell’Unione Italiana,vale a <strong>di</strong>re il presidente dell’assembleaon. Furio Ra<strong>di</strong>n e il presidentedella giunta esecutiva MaurizioTremul.[…] Dal canto suo Cancian hacon<strong>di</strong>viso quanto illustrato da Tremule promesso tutto il suo appoggio nellasoluzione delle problematiche esposteaggiungendo che «le 52 Comunitàdegli italiani in Croazia e Slovenia stannosviluppando sul territorio non solamenteuna rappresentanza e un ricordod’italiani ma svolgono una funzionesociale importante che deveavere continuità». […](p.r.)13“La Voce del Popolo”10 agosto <strong>2009</strong>Per i lussignani nel mondocommovente ritorno a casaDall’Australia, Sud Africa, StatiUniti, Canada e vari Stati europei all’isolanatia per prendere parte al decimoraduno dei “Lussignani nel mondo”[…].Nel Duomo, […] il parroco decanodon Ivan Brnic, assistito da mons.Nevio Martinoli presidente deiLussignani non più residenti, e da altridue sacerdoti, hanno celebrato il ritodella S. Messa bilingue. Presenti inchiesa, tra gli altri la vice sindaco AnaKucic, che al termine del rito ha portatoi saluti del sindaco, Gari Cappelli[…]. <strong>Il</strong> coro della Comunità degli Italiani<strong>di</strong> Lussinpiccolo “AttilioCraglietto”, <strong>di</strong>retto dalla maestra BrunaTarabocchia-Vlakancic, ha intonatoin chiesa Sempre piena de sol e desplendori xe Lussin, quasi un Inno aLussino questo, le cui note hanno fattoscattare in pie<strong>di</strong>, commossi, moltidei presenti.[…] Notata la presenza in chiesadel segretario nazionale dell’Anvgd,Fabio Rocchi, <strong>di</strong> origini lussignanoneresinotte,giunto da Roma. Per laComunità degli Italiani <strong>di</strong>Lussinpiccolo erano presenti la presidente,Anna Maria Saganic, ed il vicepresidente dell’esecutivo, Mariano L.Cherubini. Numerosi in chiesa anchei componenti della Comunità deiLussignani non più residenti.“Corriere della Sera”13 agosto <strong>2009</strong>Croazia: Ministro turismochiede scusa a italiani aggre<strong>di</strong>ti<strong>Il</strong> ministro del turismo croato si èscusato personalmente, e a nome delsuo <strong>di</strong>castero, con i cinque turisti italianiche l’altro ieri notte sono stati vittime<strong>di</strong> un’aggressione da parte delproprietario <strong>di</strong> un ristorante inDalmazia. Lo scontro era avvenuto,secondo quanto hanno raccontato inostri connazionali, perché avevanochiesto invano la ricevuta fiscale dopouna cena.«Voglio esprimere la mia più fermacondanna <strong>di</strong> questo violento gesto»,ha scritto il ministro Damir Bajsin un comunicato […], sottolineandoche «un simile comportamento versoturisti stranieri non può essere e nonsarà tollerato». <strong>Il</strong> ministro ha ancheaggiunto <strong>di</strong> essere in contatto con lapolizia <strong>di</strong> Zara, che è competente nellazona dove è accaduta l’aggressione,e <strong>di</strong> aver invitato l’ispettorato delcommercio ad effettuare un controllodell’attività del ristorante ‘“Aquarius’”<strong>di</strong>proprietà <strong>di</strong> Zoran Ramov per accertarese la ricevuta in questione stataemessa o no. […]Verteneglio, le recenti elezioni amministrative del maggio scorsohanno portato alla guida del Municipio un esponente della minoranzaitaliana (nella foto, un’antica casa nella citta<strong>di</strong>na istriana)Lussingrande in una cartolina degli anni 1890-1900


14 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>1909-<strong>2009</strong>, 100 years of Futurism and the 90th anniversary of the Fiume IncidentMarinetti & Co., in Fiume(with D’Annunzio’s permission)This year marks the hundredthanniversary of the publication, onFebruary 5 th , of the Futurist Manifestoof Filippo Tommaso Marinetti in the“Gazzetta Emiliana”, picked up a fewdays later by other Italian dailies, towit, “L’Arena” of Verona and “<strong>Il</strong> Piccolo”of Trieste, as well as “Le Figaro”of Paris, the 20 th of February, the datethat later became known as the“official” birth date of the movement.And September marks the 90 thanniversary of the “Fiume Incident”,which saw poet Gabriele D’Annunzio,along with a group of volunteers,occupy that Julian city, which hadn’tbeen assigned to Italy in the post-WorldWar I peace conference.Throughout Italy, commemorationsare taking place to celebrate thedense history of artistic avant-garde thatmarked art and custom in the first partof the last century, not only in Italy, butin all of Europe, even Russia, as itwound itself together with other trends.Exhibitions, conventions, publicationsand performances are being offered tothe public as a way of showcasing theworks and famous people of Futurism,which has had a long life, and is usuallysub<strong>di</strong>vided into two parts, “first” and“second”, without taking into accountits many imitations.It is much less known (if we takeas one of few exceptions the recentstu<strong>di</strong>es by Clau<strong>di</strong>a Salaris) that therewas a Futuristic component thatcontributed to the Fiume takeover and,more generally, the Julian Futuristicmovement. Tullio Crali, a Dalmatianartist, was one of the most preciousmembers of this. It is the presence ofMarinetti in Fiume that we would liketo <strong>di</strong>scuss here.Marinetti arrived in Fiume toencounter D’Annunzio in the daysimme<strong>di</strong>ately following the poet’sentrance with his legionnaires, the 12 thof September, 1919. Ferruccio Vecchiwas with him: Vecchi was the Captainof the “Ar<strong>di</strong>ti” special forces. A kind ofpolitical-esthetical mix had beencreated, in fact, between Futurism andthe Ar<strong>di</strong>tists: Ar<strong>di</strong>ti members such asMario Carli and Vecchi had joinedMarinetti’s movement and had exaltedthe common revolutionary charge.On one hand, D’Annunzio’s featgave a perfect opportunity to theFuturists to form a temporalconvergence between the avant-gardeand the poet, who was already undercriticism for clinging to a type ofliterature that was considered outdatedand intolerable. In fact, in 1924Marinetti wrote “(…) Artistically, thecreative genius that was D’Annunzioconquered the Italian Fiume. There, Iexperienced the greatest joy I had everexperienced in all my life (…)”. TheOctober 23rd, 1919, e<strong>di</strong>tino of the Fiumedaily, “La Vedetta” de<strong>di</strong>cated a noteto the Futurists of Fiume, inclu<strong>di</strong>ng thisquote: “(…) (the Futurists) maintain thatD’Annunzio’s feat has a typicallyFuturistic quality, and that is, arevolutionary quality (…)”.Marinetti and Vecchi has but a shortstay in Fiume: they left for Milan onthe 30 th of September. Some historians,citing a letter written by Marinetti andVecchi to D’Annunzio, in which theydenied accusations of havingformulated se<strong>di</strong>tious propaganda, feelthat this was the reason for their quickretreat from Fiume. Emilio Gentile (TheMyth of the Modern State, 1982)<strong>di</strong>scussed this when he wrote, “(…)Numerous Futurists arrived to seeD’Annunzio (…). Benjamin Cremieuxnoted that the Futurists had abandonedtheir anticlassist complaints againstD’Annunzio because now they sawin him an authentic Futurist personality(…) Marinetti, too, went to Fiume,perhaps with the ambition of obtaininga command post, and in the hope oforganizing a subversive Republicanmovement”.The hopes of the Futurists cameunattended. After Marinetti came, soonafter, Mario Carli, accor<strong>di</strong>ng to the“Vedetta d’Italia” of October 13 th ,1919: “After Marinetti and Vecchideparted, Mario Carli arrived amongus, and the Futurists came togetheraround him, and imme<strong>di</strong>ately theFascist Futurists of Fiume was founded.(…) Soon there will be a Futurist soireeat the Ver<strong>di</strong> Theater”. Cesare Cerati wasa member of this group; with him, Carlifounded a magazine entitled “La Testa<strong>di</strong> Ferro” (“The Iron Head”), whichconsidered itself the “journal ofFiumenism”, as they coined the term.The evening that this journal wascoming to light, as cited by Carli inCon D’Annunzio a Fiume, 1920, onthe 27 th of October, 1919, at the Ver<strong>di</strong>Theater, he stated, “Do you want proofthat ar<strong>di</strong>tism and futurism are sisterterms, if not identical? The ar<strong>di</strong>ti whoaren’t a part of the futurist movement,wanting to put on a performance asar<strong>di</strong>ti, had no choice but to select theFuturist Theater”. With these words,Carli presented the Fiume public witha new form of art, the “SyntheticFuturist Theater”.The presence of this mixed groupwas anything but dull: if Mario Carliaffirmed that “the atmosphere beingThe front cover of theweekly “Domenica del Corriere”,dated May 11th-18 th , 1919,and designed by A. Beltrame.The citizens of Fiume, anxiousto have their city be annexedby Italy, celebratethe representative of the Italiangovernment, General Grazioli,who had set up headquartersin what had been the HungarianGovernment PalaceA World War I Italian propagandapostcard. At the end of theconflict, Fiume was not assignedto Italy, unlike Istria; this wasa circumstance that caused bothdomestic and international crisis,culminating in GabrieleD’Annunzio’s takeover of Fiume.In 1924 Fiume was assigned toItaly in the Treaty of Rome, signedby the Kingdom of Yugoslavialived out now is decidedly futuristic”,Giovanni Comisso remembereddecades in which “Futurists had thehabit of stan<strong>di</strong>ng up on tables in cafésand exalting Italy and D’Annunzio”.“Not underestimating theemotional charge present at the time,”stated Fer<strong>di</strong>nando Cordova (Ar<strong>di</strong>ti elegionari dannunziani, 1969), “wemust recognize that they neverproduced consistent political results,even if the news that certain exponentshad reached Fiume could easily havecontributed to creating a certain climeof passion…)”.The Fiume Historical Archive andMuseum, in Rome, possesses a rarecopy of the “Manifesto of FuturistArtists”, undated, printed in Fiume atthe “Minerva” Printing Company, donein typical futurist style, graphicsincluded. In it, there are allusions toFiume institutions and famous people,even if a historian such as Clau<strong>di</strong>aSalaris expressed doubt about it.In any case, Marinetti’s sense offin<strong>di</strong>ng himself in the “city of life”seems in line with that given by manyknowledgeable historians, for whomthe concept of following D’Annunzioto Fiume meant adhering to a newspirit of innovation and revolution, therefusal of a <strong>di</strong>fficult and problematicreinsertion into society after the GreatWar – a society that was so very<strong>di</strong>fferent than what they had been usedto during the war – as well as a form ofprotest.Patrizia C. HansenItalian Irredentismtowards <strong>Venezia</strong>-<strong>Giulia</strong>in a graphic interpretationby Filippo Tommaso Marinetti,1914. Ink, pastels,collage on paper.Lugano, private collectionMarinetti,founder of the Futuristmovement, in World War Isol<strong>di</strong>er’s uniformVenetian Monumentsand Works of Art in Istria and DalmatiaRestored through Fun<strong>di</strong>ng by the Region of VenetoSince 1994, the Veneto regional government has been financingrestoration and preservation of Venetian monuments and works of art thanksto a law enacted in that year, regar<strong>di</strong>ng the “intervention for recovery,preservation, and valuing of the cultural treasures of Venetian origin in Istriaand Dalmatia”. Up to now, the region’s government has invested hundredsof thousands of euros in the recovery of historical and artistic memory inIstria.At the end of July of this year, the <strong>2009</strong> program was approved by theVeneto Regional Council. Six hundred eighty thousand euros have beenbudgeted, in total. We list here the urban areas that will receive significantcontributions: Albona (Labin), Momiano (Momjan), Capo<strong>di</strong>stria (Koper),Dignano (Vodnjan), Montona (Motovun), Canfanaro (Kanfanar), for Istria;Zara (Zadar); and Kolocep in the Ragusa (Dubrovnik) area.Regar<strong>di</strong>ng the cultural activities of research, study and promotion ofliterature and historiography, the Veneto region will be financing the following:The Italian Communities of Spalato (Split), Cattaro (Kotor), Abbazia (Opatija),and Zara (Zadar); the Dalmatian Cultural Research Center of Spalato, theDante Alighieri Society of Zara, the Italian Community of Lussinpiccolo (MaliLosinj), the Italian Community of Buie (Buje), “Galileo Galilei” ElementarySchool in Umago (Umag), and the Documentary Heritage Preservation Centerof Cattaro.(traduzioni <strong>di</strong> Lorie Simicich Ballarin)Momiano (Istria), the ruins of the castle, which had been builtin the 13 th century. It was abandoned in 1839 and thus beganits decline. The Veneto regional government has financedthe restoration of a painting which depicts its original stateSan Lorenzo del Pasenatico (Istria), Saint Martina’s Church.This small yet ancient burg has received financingin the past few years to recover historical buil<strong>di</strong>ngs


<strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>DIFESA ADRIATICA1909-<strong>2009</strong>, cien años de Futurismo y en el 90º de la Empresa de FiumeMarinetti & Co. en Fiume(permitiendolo D’Annunzio)Se cumplen este año, el 5 defebrero, los cien años de la publicacióndel Manifiesto futurista de FilippoTommaso Marinetti en la “Gazzettadell’Emilia”, retomado algunos díasdespués por otros <strong>di</strong>arios italianos,entre los cuales “L’Arena <strong>di</strong> Verona” y“<strong>Il</strong> Piccolo” de Trieste, y para acabaren “Le Figaro” de Paris, el 20 defebrero, fecha convertida acontinuación en la “oficial” delnacimiento del movimiento. Y en elmes de septiembre se cumplían losnoventa años de la Empresa de Fiume,que vio el poeta Gabriele D’Annunzioocupar con sus voluntarios laciudad giuliana, no asignada a Italiapor la conferencia de paz mantenidadespués de la Primera guerra mun<strong>di</strong>al.Han sido muchas las iniciativastomadas en Italia para celebrar la densahistoria de una vanguar<strong>di</strong>a artística queha marcado el arte y las costumbresdel primer Novecientos y no solo ennuestro País, habiendo alcanzado yhabiéndose cruzado con las nuevascorrientes europeas, hasta Rusia.Muestras, convenios, publicaciones,performance teatrales han re propuestoal grande publico obras y personajesdel Futurismo, que ha tenido larga viday se sub<strong>di</strong>vide convencionalmente enun «primer» y en un «segundo», sintener en cuenta los muchos epígonos.Mucho menos notorio, al menoshasta los más recientes ensayospublicados (en particular aquellos deClau<strong>di</strong>a Salaris), la contribuciónfuturista a la Empresa de Fiume y, másen general, el Futurismo giuliano, delque el pintor dalmata Tullio Crali hasido uno de los más preciadosexponentes. Deseamos re evocar aquíprecisamente la presencia de Marinettien la ciudad adriática.Marinetti alcanzó a D’Annunzioen Fiume en los días inme<strong>di</strong>atamentesiguientes a la entrada del poeta consus legionarios, el 12 de septiembrede 1919. Lo acompañaba FerruccioVecchi, capitan de los Ar<strong>di</strong>ti. Se habíacreado, efectivamente, entre Futurismoy ar<strong>di</strong>tismo una especie de connubiopolítico-estético: Ar<strong>di</strong>tos como MarioCarli y Vecchi había adherido almovimiento de Marinetti y exaltan lacomún carga “revolucionaria”.Por una lado, la ocasiónproporcionada por la Empresadannunziana a los animososexponentes futuristas permitió unaconvergencia temporánea entre lavanguar<strong>di</strong>a y el poeta ya objetivo delos dardos en cuanto exponente deuna literatura juzgada decadente eintolerable. Y en efecto, algunos añosdespués, en el 1924, Marinettiescribiría: «[…] Artísticamente, el geniocreador de D’Annunzio conquistóla Fiume italiana. En la Fiume italiana,yo sentí el más agudo espasmo dealegría de mi vida […]». “La Vedettad’Italia”, el <strong>di</strong>ario de Fiume, de<strong>di</strong>có,el 23 de octubre de 1919, una nota alos «futuristas en Fiume», en la que seleía entre otras cosas: «[…] [Losfuturistas] sostienen que la empresadannunziana tiene un caráctertípicamente futurista, es decir,revolucionario […]».El fundador del futurismo,Filippo Tommaso Marinetti(a la derecha), en Fiumecon el «Ar<strong>di</strong>to» y futuristaFerruccio VecchiPero la estancia fiumana deMarinetti y Vecchi fue muy breve: el30 de septiembre partieron haciaMilán. Algunos historiadores,sufragando la hipótesis con una cartade Marinetti y Vecchi a d’Annunzio,con la que rechazaban las sospechasde propaganda se<strong>di</strong>ciosa, han visto enestos el más probable motivo de surepentina partida de Fiume. Sobre elepiso<strong>di</strong>o se ha detenido Emilio Gentile(<strong>Il</strong> mito dello Stato nuovo, 1982) quea proposito ha escrito: «[…]Numerosos futuristas […], alcanzarona D’Annunzio […]. BenjaminCremieux notó que los futuristashabían abandonado su polémicaanticlasista contra D’Annunzio porqueahora veían en él una autenticapersonalidad futurista. […] TambiénMarinetti fue a Fiume, quizás con laambición de obtener un puesto demando y con la esperanza deorganizar un movimiento republicanosubversivo».Las esperanzas de los futuristasfueron de todas maneras incumplidas.A Marinetti sustituyó, poco después,el futurista y ar<strong>di</strong>do Mario Carli,llegado – según la crónica de la “Vedettad’Italia” – el 13 de octubre del’19. «Después de la partida deMarinetti y de Vecchi, habiendollegado a nosotros Mario Carli, losfuturistas se han reunido con el y seha fundado inme<strong>di</strong>atamente el FascioFuturista fiumano. […] En una de lospróximos aniversarios habrá en el TeatroVer<strong>di</strong> una velada futurista». Al FascioFuturista habían adherido, entreotros, Cesare Cerati, con el que Carlifundó en Fiume el perió<strong>di</strong>co “La Testa<strong>di</strong> Ferro”, «<strong>di</strong>ario del fiumanismo».La velada a la que “La Vedetta d’Italia”se refería transcurre, comorecuerda Carli (Con D’Annunzio enFiume, 1920), el 27 de octubre del919 en el Teatro Ver<strong>di</strong>. «¿Queréis unaprueba de que ar<strong>di</strong>tismo y futurismoson términos afines, si no idénticos?[…] Estos ar<strong>di</strong>tos que no forman partedel movimiento futurista […],queriendo hacer una representaciónar<strong>di</strong>ta, no han po<strong>di</strong>do elegir más queel Teatro Futurista». Con estas palabrasCarli presentó al publico fiumano la«nueva forma de arte, el “TeatroSintético Futurista”».La presencia de aquel grupo defuturistas, de «ar<strong>di</strong>tos-futuristas» nodebía ser poco vivaz: si Mario Carliafirmaba que «la atmosfera que se viveactualmente es deci<strong>di</strong>damentefuturista», Giovanni Comisso recordódecenios después que «los futuristastenían la costumbre de subirse a lasmesas de los cafés con imágenes [sic]sobrepuestas exaltar Italia y a D’Annunzio».«Aun valorando la carga emotivapresente – subrayaba Fer<strong>di</strong>nandoCordova (Ar<strong>di</strong>ti e legionaridannunziani, 1969) – hace faltareconocer que estos no produjeronresultados políticos consistentes,aunque las noticias de que algunosar<strong>di</strong>tos y futuristas habían llegado aFiume podía […] contribuir a crear uncierto clima de pasión […]».El Archivo del Museo histórico deFiume en Roma conserva una rarísimacopia del «Manifiesto de los artistasfuturistas», sin fecha, impreso en Fiumeen el Establecimiento Tipográfico“Minerva”, redactado, tambiéngráficamente, en el estilo de los textosfuturistas, en el que se encuentrancitaciones y alusiones a institucionesy personajes fiumanos, también a unaestu<strong>di</strong>osa del movimiento devanguar<strong>di</strong>a como Clau<strong>di</strong>a Salarisexpresa dudas al respecto.En cualquier caso, el sentido elapresurarse Marinetti a la «ciudad devida» nos parece lo relevado porhistóricos de peso: para muchos seguira D’Annunzio a Fiume […] quisosignificar la adhesión al espíritu deinnovación y de revolución, el rechazode una <strong>di</strong>fícil y problemáticareinserción en la sociedad después dela Grande Guerra, una sociedad muy<strong>di</strong>versa de aquella a la que el conflictomun<strong>di</strong>al los había habituado, ytambién una forma de protesta.Patrizia C. HansenEl poeta-«comandante»Gabriele D’Annunzio <strong>di</strong>vide elrancho con sus legionarios.Al final de la Primera Guerramun<strong>di</strong>al la ciudad de Fiumeno fue asignada a Italia,al contrario que Istria;circunstancia que causó elcomienzo de una crisis internae internacional culminadacon la Empresa de D’Annunzio.Fiume fue sucesivamenteatribuida a Italia en el 1924,con el Tratado de Romaescrito por el entoncesreino de Yugoslavia15Monumentos y obras de artevenecianas en Istria y DalmaziaRestauradas por la Región VenetoDesde 1994 la Región Veneto financia la restauración y la conservaciónde los monumentos y de las obras de arte venecianas en Istria gracias a unaley del 1994 sobre las «Intervenciones para la recuperación, la conservacióny la valorización del patrimonio cultural de origen veneto en Istria y enDalmazia». Hasta ahora la Región ha investido en la recuperación de lasmemorias histórico-artísticas en Istria centenares de miles de euros.Al final del julio pasado ha sido aprobado por el Consejo regional deVeneto el programa <strong>2009</strong>. La suma total puesta a <strong>di</strong>sposición es de 680 mileuros. Estos son los centros urbanos que se beneficiaran de importantescontribuciones: Albona (Labin), Momiano (Momjan), Capo<strong>di</strong>stria (Koper),Dignano (Vodnjan), Montona (Motovun), Canfanaro (Kanfanar), para Istria;Zara (Zadar); y Kolocep en Ragusa (Dubrovnik).Por lo relacionado a las actividades culturales de investigación, estu<strong>di</strong>o ypromocion del patrimonio literario e historiográfico, recibirán, entre otros,los financiamientos de la Región Veneto: la Comunidad de los Italianos deSpalato (Split); la Comunidad de los Italianos de Cattaro (Kotor, Montenegro);la Comunidad de los Italianos de Abbazia (Opatija); la Comunidad de losItalianos de Zara; el Centro de investigaciones culturales dalmata de Spalato;la Sociedad “Dante Alighieri” de Zara; la Comunidad de los Italianos deLussinpiccolo (Mali Losinj); la Comunidad Italiana de Buie (Buje); la escuelaelemental “Galileo Galilei” de Umago (Umag); el Centro preservación patrimoniodocumentario de Cattaro.Dalmazia, isla de Lesina (hoyHvar), el León de San Marco,emblema de la Republica deVenecia, esculpido sobre la antiguatorre. La Región Veneto financiauna investigación sobre lossímbolos de la Serenissima<strong>di</strong>fun<strong>di</strong>dos así en Dalmazia comoen Istria, cincelados o quitadospor los yugoslavos despuésde la segunda guerra mun<strong>di</strong>al(traduzioni <strong>di</strong> Marta Cobian)Capo<strong>di</strong>stria, la esplen<strong>di</strong>da fuente de Ponte,del nombre del podestá veneciano Lorenzo que la hizo erigir en el 1423.Fue restaurada en el 1666. Ha sido notoria en estos años la contribuciónde la Región Veneto para la restauración y la conservaciónde los monumentos del arte veneciana en la ciudad istrianaAlbona, la bonita fachada de laIglesia de la Beata Virgen Maria,adorna el León de San Marco.Fue e<strong>di</strong>ficada en el 1336 sobre unapreexistente iglesia del siglo XI.Fiume, 1919 o 1920, pequeños«bersaglieri» en el transcursode una manifestación patrióticaEl encabezamiento del folio “La Testa <strong>di</strong> Ferro”,órgano de los legionarios fiumanos,del que era <strong>di</strong>rector el futurista Mario CarliPerzagna (Prcanj), en los alrededores de Cattaro (Kotor),la Iglesia de San Nicola. Fue financiadala restauración de una preciosa pala de altar.


16 DIFESA ADRIATICA <strong>Ottobre</strong> <strong>2009</strong>Toth scriveal “Resto del Carlino”sui toponimi8 luglio <strong>2009</strong>Gentile Direttore,<strong>Il</strong> quoti<strong>di</strong>ano da Lei <strong>di</strong>retto, tra i piùautorevoli del nostro Paese e seguitoda centinaia <strong>di</strong> famiglie <strong>di</strong> esuli istrianie dalmati che – come la mia – vivonotra l’Emilia e le Marche, ha pubblicatonei giorni scorsi inserzioni pubblicitarierelative a località della costa istrianae dalmata.Spesso i nomi delle città vengonoin<strong>di</strong>cati in croato anziché in italiano,come sono state conosciute da sempre,ancora prima <strong>di</strong> entrare nel Trecentonei “domini da mar” della Serenissima,e come venivano in<strong>di</strong>catenelle carte e negli atti pubblici dell’imperoaustro-ungarico.Non si tratta <strong>di</strong> nazionalismo, ma<strong>di</strong> rispetto della lingua italiana, cosìcome gli altri popoli (inglesi, greci, francesi,tedeschi) rispettano la propria.Parenzo è stata chiamata così non soloda chi ci abitava, ma da tutta la letteraturae la storia dell’arte italiana, per lasua splen<strong>di</strong>da basilica in stile ravennatee per i tanti artisti veneti che vi sononati e vi hanno operato: da BernardoParentino ad Alvise Vivarini.Infine – fatto giuri<strong>di</strong>camente essenziale– Parenzo/Porec è tra i comuniistriani cui è riconosciuto l’uso dell’italianocome lingua ufficiale, ai sensidella legislazione croata e degli accor<strong>di</strong>internazionali, frutto <strong>di</strong> laboriose trattative.Perché allora mortificare i sentimentidegli istriani che vivono sull’attualesuolo della nostra Repubblica e<strong>di</strong> tutti gli italiani che lì sono rimasti esono orgogliosi <strong>di</strong> esserlo? […]On. Lucio TothAd Halifax da tutto il Canadaper rivedere il “primo approdo”23 luglio <strong>2009</strong>Ora come allora il tempo è il medesimo.Quando i giuliani, istriani,fiumani e dalmati dai primi anni Cinquantae fino a metà anni Sessanta,continuarono in varie ondate a raggiungereil Canada, approdarono aHalifax immersa nella nebbia o coperta<strong>di</strong> neve. […] La Federazione deiClub giuliano-dalmati del Canada havoluto organizzare qui, sabato 18 luglio,nella città principale della NuovaScozia, un Raduno per rivedere illuogo dove tutto ebbe inizio […].[…] «<strong>Il</strong> Canada per le nostre gentiè stata una promessa mantenuta – cosìcome sottolineato dal rappresentantedell’<strong>Associazione</strong> <strong>Giulia</strong>ni nel Mondo,Rosanna Turcinovich Giuricin, anome del Presidente Dario Locchi.«[…] Voi siete stati in grado <strong>di</strong> trasformarela sofferenza in speranza e la tra<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> un popolo lavoratore in unsuccesso per la vita. […] Oggi il 10Febbraio è <strong>di</strong>ventato anche per voiun’occasione per farvi conoscere dalmondo che vi circonda». […](fonte www.arcipelagoadriatico.it)I nuovi contributi del Venetoper restauri in Istria e Dalmazia23 luglio <strong>2009</strong><strong>Il</strong> Consiglio regionale del Venetoha approvato all’unanimità il programma<strong>2009</strong> degli interventi per ilrecupero, la conservazione, lavalorizzazione del patrimonio culturale<strong>di</strong> origine veneta nell’Istria e nellaDalmazia. La somma complessivamessa a <strong>di</strong>sposizione […] ammonta a680 mila euro. Tra le decine <strong>di</strong> restaurifinanziati figurano anche quello dellacappella della Chiesa <strong>di</strong> Santa MariaMaddalena <strong>di</strong> Albona (40 mila euro),del Leone marciano del bastione dellacittadella <strong>di</strong> Zara (33.500 euro), delPalazzo Portarol “Castelletto” <strong>di</strong>Dignano (150 mila euro); e inoltre ilprogetto “Due castelli” restauro emusealizzazione <strong>di</strong> una città veneta aCanfanaro (44 mila euro) e lo scavosottomarino e recupero del relitto <strong>di</strong>una nave veneziana con carico <strong>di</strong> ceramichee vetri <strong>di</strong> Murano a Koloceppresso Ragusa (20 mila euro).(fonte Ansa)Presidente croato Mesic:«Gli italiani sono i benvenuti»25 luglio <strong>2009</strong>[…] <strong>Il</strong> presidente ha concesso alla“Voce del Popolo” (quoti<strong>di</strong>ano in italianoe<strong>di</strong>to a Fiume) un’intervista inesclusiva, <strong>di</strong> cui riportiamo il passaggioche riguarda l’Italia.«Sui rapporti tra Croazia ed Italia,il presidente ha parlato <strong>di</strong> serenità edamicizia: vale a <strong>di</strong>re è chiusodefinitivamente il capitolo della Secondaguerra mon<strong>di</strong>ale. Ottimi poi i rapporticon il presidente della Repubblicaitaliana, Giorgio Napolitano, incontrato<strong>di</strong> recente e considerato da Mesicpersona <strong>di</strong> altissimo valore morale e<strong>di</strong>ntellettuale. Ottimi pure i rapporti conla minoranza italiana in Croazia, tutelata[…] da una legge costituzionale[…]. «La nostalgia c’è sempre e nonho nulla contro chi prova un sentimentodel genere. Tuttavia non si può pensare<strong>di</strong> cambiare l’architettura <strong>di</strong> unospazio». […]Nota della Redazione: infatti, «l’architettura<strong>di</strong> uno spazio» non si puòmo<strong>di</strong>ficare, quando informa <strong>di</strong> sé l’interoambiente <strong>di</strong> una regione. E, purtroppoper il presidente, quell’architetturanon parla croato.La rubrica <strong>di</strong> “Difesa”www.anvgd.itUn dettaglio dell’interno della splen<strong>di</strong>da Basilica eufrasiana <strong>di</strong> Parenzo,con il ciborio e i mosaici absidali. E<strong>di</strong>ficata a partire dal IV sec. su una <strong>di</strong>moraromana, fu completata nel VI sec. Lo stile architettonico e musivo la collegastrettamente alla grande arte ravennate, che le era contemporaneaA Pesaro un concorsoper il prossimo Giorno del Ricordo29 luglio <strong>2009</strong>L’Ades, “<strong>Associazione</strong> degli amicie <strong>di</strong>scendenti degli esuli giuliani,istriani, fiumani e dalmati” organizza,con il patrocinio del Comune <strong>di</strong> Pesaroe la collaborazione della bibliotecaSan Giovanni, un concorso de<strong>di</strong>catoall’Istria e alla sua storia in vista del“Giorno del Ricordo”, il 10 febbraio2010.Possono partecipare tutti i citta<strong>di</strong>nicon racconti, saggi, poesie, canzonio qualunque altro mezzo creativo. <strong>Il</strong>avori devono essere consegnati entroil 15 novembre <strong>2009</strong> […]. <strong>Il</strong> bandodel concorso si può scaricare dal sitodel Comune:www.comune.pesaro.pu.it.(fonte www.viverepesaro.it)«Non parli bene il croato?Vattene in Italia!»29 luglio <strong>2009</strong>Con il grande turismo ritornanoanche certe situazioni, <strong>di</strong>ciamo unpo’… antipatiche. Come quella <strong>di</strong> essere“stranieri in casa propria”. Unazagabrese, in un noto locale <strong>di</strong>Umago, non ha esitato a “mandare inItalia” una cameriera perché non capivabene quello che la cliente voleva.“Se non parli bene il croato alloravattene in Italia!” ha sbottato lazagabrese, parole offensive quantoantipatiche da <strong>di</strong>re e da sentire.Nella foto, l’antico Palazzo Portarol a Dignano, per il cui restauro la Regione Venetoha stanziato parte dei fon<strong>di</strong> per il recupero, la conservazione, la valorizzazionedel patrimonio culturale <strong>di</strong> origine veneta nell’Istria e nella Dalmazia[…] Di nazionalismo, la Croaziane è piena, su questo non ci sono dubbi.[…] In una città plurilingue emultietnica come Umago, certe offesesono estremamente fuori luogo.Poco tempo fa un umaghese è statoripreso allo stesso modo, dal solitoimbecille <strong>di</strong> turno, che un secondodopo è finito <strong>di</strong>steso sotto il banco <strong>di</strong>un bar. […] Forse quella signora <strong>di</strong>Zagabria doveva essere allontanata dallocale, vada a manifestare la propriaintolleranza da qualche altra parte, seproprio ha voglia <strong>di</strong> farlo. […]Franco Sodomaco(“La Voce del Popolo”)I dati <strong>di</strong> luglio del nostro sito1 agosto <strong>2009</strong>Continua inarrestabile anche a lugliol’ascesa dei frequentatori del nostrisito internet.Nel mese appena trascorso la visiteson state 5.009 (+38% rispetto aluglio 2008), compiute da 2.103navigatori (+20%) per un totale mensile<strong>di</strong> 16.819 pagine visualizzate(+8%). <strong>Il</strong> nostro sito a luglio è statovisualizzato da utenti <strong>di</strong> 39 nazioni,tra cui fra le prime: Italia, Croazia,Slovenia, Australia, Canada, Stati Uniti,Argentina, Germania.Per le 190 località italiane da cui èstato visitato il nostro sito, il maggior<strong>numero</strong> <strong>di</strong> connessioni è giunto da:Roma, Milano, U<strong>di</strong>ne, Torino, Padova,Napoli, Genova, Trieste, Treviso,Firenze.Uno scorcio dell’isola <strong>di</strong> Jan Mayen,al largo della Groenlan<strong>di</strong>a, dovefu allestita tra il 1882 e il 1883una stazione <strong>di</strong> ricerca austriaca,trasportata sulla nave “Pola”ad equipaggio istrianoAl Polo Nord la tomba<strong>di</strong> un marinaio istriano6 agosto <strong>2009</strong>La croce è ancora lì, vicino ai restidella base polare austriaca. È la tomba<strong>di</strong>menticata dove riposa TommasoViscovich-Sturla, <strong>di</strong> Albona, marinaiodella nave Pola, morto il 15 luglio del1882 tra i ghiacci artici della baia <strong>di</strong>Marie Muss Bucht, sull’isola <strong>di</strong> JanMayen, al largo della Groenlan<strong>di</strong>a. Daallora nessun italiano risulta essere maistato lì. Fino a qualche settimana fa,quando l’esploratore triestino EnricoMazzoli ha ritrovato i resti dell’anticastazione polare austriaca e la tombadel marinaio istriano, morto <strong>di</strong> tubercolosinel corso della missione, riaprendocosì un capitolo della storiadelle esplorazioni artiche poco notoma strettamente legato a Trieste. «È statauna grande emozione – raccontaMazzoli, da poco tornato dalla spe<strong>di</strong>zione– […]. Tuttavia […] l’emozionemaggiore l’abbiamo provata ritrovandola semplice croce in legno che segnail posto dove Tommaso Viscovich-Sturla giace sepolto sotto un mucchio<strong>di</strong> pietre: è chiaro che nessun congiunto,nessun amico ha mai potuto raccogliersi<strong>di</strong>nanzi alla tomba <strong>di</strong> quelgiovane, nessuno vi aveva mai potutoporre un fiore». […]Smontata e caricata sulla nave ausiliariaPola, la stazione viene trasportatae rimontata a Jan Mayen, non senza<strong>di</strong>fficoltà a causa dei ghiacci cheostacolano l’avvicinamento all’isola.Qui la base rimane operativa dall’agostodel 1882 al luglio del 1883[…]. Diquesta missione fanno parte, tra gli altri,il primo ufficiale tenente <strong>di</strong> vascelloRiccardo Basso <strong>di</strong> Trieste, gli ufficialiStefano Rocco <strong>di</strong> Rovigno e GiovanniSamanich <strong>di</strong> Veglia e i marinai GiuseppeBaretincich <strong>di</strong> Fiume, AngeloFurlani <strong>di</strong> Trieste, Giuseppe Giordana<strong>di</strong> Fiume, Antonio Mukacich <strong>di</strong> Brazza,Tommaso Diminich <strong>di</strong> Portoré. Pure ilcomandante della spe<strong>di</strong>zione, tenente<strong>di</strong> vascello Emil Edel vonWohlgemuth, viene in<strong>di</strong>cato negli attiufficiali come “triestino”, in quantoresidente in questa città. […]Pietro Spirito(“<strong>Il</strong> Piccolo”)La Croazia pronta a venderele isole Brioni6 agosto <strong>2009</strong>La crisi economica sta strozzandola Croazia. […] Così il governo <strong>di</strong>Zagabria sta pensando […] <strong>di</strong> metteresul piatto, per «fare cassa», anche icosiddetti «12 gioielli» che compongonoil tesoro economico-ambientaledel Paese. E tra questi ci sono anche leisole Brioni […] l’insieme <strong>di</strong> 14 tra isolee isolotti a circa un miglio dal<strong>di</strong>rimpettaio abitato <strong>di</strong> Fasana, <strong>di</strong>chiaratoParco nazionale […] sin dal 1983.Ornate da una vegetazione che vantaoltre 600 varietà arboree, che fa dacornice a incantevoli lagune e scogliere,ma anche a resti <strong>di</strong> antiche villeromane e bizantine, le Brioni […]potrebbero effettivamente essere unodegli ultimi assi nella manica <strong>di</strong> ungoverno ridotto alla <strong>di</strong>sperazione. […]Non molto tempo ad<strong>di</strong>etro, e comunqueprima della crisi globale, un’offertaera arrivata fino a due miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong>euro per l’intero arcipelago, «chiavi inmano». Adesso che i tempi sono cambiatigli esperti stimano che il ricavopotrebbe comunque arrivare a unacifra compresa fra gli 800 milioni e 1,2miliar<strong>di</strong>. A patto però <strong>di</strong> poter rimuoverei vincoli imposti dal regime <strong>di</strong>Parco nazionale.Mauro Manzin(“<strong>Il</strong> Piccolo”)Episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> intolleranza verbale a Umago (nella foto),denunciato dalla “Voce del Popolo”

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