La qualità di vita nel paziente prostatectomizzato - Casettagiovanni.it

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12.07.2015 Views

durante la preparazione dell’apice prostaticoalla sezione del complesso venosodorsale.Complicanze meno frequenti sono rappresentate dalla lesione del nervootturatorio, durante la linfoadenectomia pelvica, e da lesioni del retto edell’uretere.La ferita dovrebbe essere copiosamente irrigata con soluzione antibiotica e ilpaziente coperto con antibiotici ad ampio spettro sia per germi aerobi cheanaerobiLe complicanze postoperatorieIl sanguinamento dopo prostatectomia radicale viene definito come unaemorragia postoperatoria significativa che richiede un’emotrasfusione urgenteper sostenere la pressione arteriosa.I pazienti che necessitano di una emotrasfusione d’urgenza per una ipotensionedopo prostatectomia radicale dovrebbero essere sottoposti ad un successivointervento per evacuare l’ematoma pelvico, nel tentativo di ridurre leprobabilità di stenosi del collo e di incontinenza urinaria.L’incontinenza può essere attribuita a vari meccanismi differenti: lesioni delmeccanismo sfinterico distale, variazioni individuali nella lunghezza delsegmentouretrale distale, stenosi del collo vescicale, denervazione ed instabilitàdetrusoriale.In seguito a perfezionamenti delle tecniche chirurgiche la ripresa dell’attivitasessuale è diventato un’obiettivo raggiungibile.Si identificano tre fattori correlati con il ripristino della funzionalità sessuale:l’età, lo stadio clinico-patologico e la tecnica chirurgica (conservazione oasportazione delle banderelle neurovascolari).Finchè non si ripristinano le normali erezioni, i pazienti dovrebbero essereincoraggiati ad usare il dispositivo vacuum o le farmacoprotesi abbinati ad uncostante incoraggiamento.

ALTRE OPZIONI TERAPEUTICHE1. CRIOTERAPIALa crioterapia (CT) si basa sul principio che temperature estremamente basse,inferiori a -20°C seguite da lento scongelamento causano uno shock termicocon denaturazione delle proteine, disidratazione cellulare, concentrazione disoluti tossici e formazione di cristalli di ghiaccio intracellulare, danno allemembrane cellulari, stasi vascolare e conseguente morte cellulare.Nel 1964, Gonder e collaboratori dimostrarono che il congelamento producevauna distruzione tissutale nella prostata del cane.L'applicazione della tecnica all'uomo fu eseguita due anni dopo, nel trattamentodell'ostruzione vescicale da carcinoma e dell'ipertrofia benigna, eseguita concriosonde.Allo scopo di ridurre le complicanze ostruttive che il trattamento transuretraleprovocava per la necrosi uretrale, Flocks dapprima, introdusse l'accessoperineale a cielo aperto.In seguito Megalli e collaboratori introdussero la criochirugia transperinealechiusa, in cui una singola criosonda era posizionata e controllata conl'esplorazione rettale.Nel 1988 Onik e collaboratori dimostrarono che l'ecografia transrettale in realtimepoteva essere utilizzata per monitorare le varie fasi della crioterapiaprostatica percutanea transperineale.

durante la preparazione dell’apice prostaticoalla sezione del complesso venosodorsale.Complicanze meno frequenti sono rappresentate dalla lesione del nervootturatorio, durante la linfoadenectomia pelvica, e da lesioni del retto edell’uretere.<strong>La</strong> fer<strong>it</strong>a dovrebbe essere copiosamente irrigata con soluzione antibiotica e il<strong>paziente</strong> coperto con antibiotici ad ampio spettro sia per germi aerobi cheanaerobiLe complicanze postoperatorieIl sanguinamento dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale viene defin<strong>it</strong>o come unaemorragia postoperatoria significativa che richiede un’emotrasfusione urgenteper sostenere la pressione arteriosa.I pazienti che necess<strong>it</strong>ano <strong>di</strong> una emotrasfusione d’urgenza per una ipotensionedopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale dovrebbero essere sottoposti ad un successivointervento per evacuare l’ematoma pelvico, <strong>nel</strong> tentativo <strong>di</strong> ridurre leprobabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> stenosi del collo e <strong>di</strong> incontinenza urinaria.L’incontinenza può essere attribu<strong>it</strong>a a vari meccanismi <strong>di</strong>fferenti: lesioni delmeccanismo sfinterico <strong>di</strong>stale, variazioni in<strong>di</strong>viduali <strong>nel</strong>la lunghezza delsegmentouretrale <strong>di</strong>stale, stenosi del collo vescicale, denervazione ed instabil<strong>it</strong>àdetrusoriale.In segu<strong>it</strong>o a perfezionamenti delle tecniche chirurgiche la ripresa dell’atti<strong>v<strong>it</strong>a</strong>sessuale è <strong>di</strong>ventato un’obiettivo raggiungibile.Si identificano tre fattori correlati con il ripristino della funzional<strong>it</strong>à sessuale:l’età, lo sta<strong>di</strong>o clinico-patologico e la tecnica chirurgica (conservazione oasportazione delle banderelle neurovascolari).Finchè non si ripristinano le normali erezioni, i pazienti dovrebbero essereincoraggiati ad usare il <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo vacuum o le farmacoprotesi abbinati ad uncostante incoraggiamento.

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