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La qualità di vita nel paziente prostatectomizzato - Casettagiovanni.it

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINOFACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIACorso <strong>di</strong> <strong>La</strong>urea in infermieristica abil<strong>it</strong>ante allaProfessione san<strong>it</strong>aria <strong>di</strong> infermiereAnno Accademico 2004-2005<strong>La</strong> qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> <strong>nel</strong> <strong>paziente</strong> <strong>prostatectomizzato</strong>: leinformazioni ricevute prima dell’intervento, sono stateesau<strong>di</strong>enti?Can<strong>di</strong>datoLuca CorvinoRelatoreProf. Giovanni Casetta


In<strong>di</strong>ceEpidemiologiaDiagnosi precoce e screeningSintomatologiaDiagnosi1. Esplorazione <strong>di</strong>g<strong>it</strong>o rettale (DRE)2. Dosaggio del PSA3. Ecografia trans-uretrale (TRUS)4. Agobiopsia prostaticaCenni <strong>di</strong> Anatomia Patologica1. Classificazione TNM2. Valutazione del grado, sta<strong>di</strong>o e volume della neoplasiaApproccio Terapeutico1. Brach<strong>it</strong>erapiaDefinizioneIter del trattamentoComplicanze tar<strong>di</strong>veFollow-up2. Ra<strong>di</strong>oterapiaRa<strong>di</strong>oterapia ra<strong>di</strong>caleRa<strong>di</strong>oterapia post-operatoriaRa<strong>di</strong>oterapia palliativa3. Terapia chirurgica


Prostatectomia Ra<strong>di</strong>caleProstatectomia ra<strong>di</strong>cale perinealeProstatectomia ra<strong>di</strong>cale retropubicaAltre opzioni terapeutiche1. Crioterapia2. High Intens<strong>it</strong>y Focused Ultrasound (HIFU)3. Ra<strong>di</strong>ofrequency Interst<strong>it</strong>ial Tumor Ablation (RITA)Campioni e Meto<strong>di</strong>RisultatiConclusioniBibliografia


EPIDEMIOLOGIA<strong>La</strong> maggior parte dei Registri Tumori rileva un aumento dell'incidenza delcarcinoma prostatico, che attualmente, in molti Paesi occidentali, rappresenta ilsecondo tumore più frequente <strong>nel</strong> sesso maschile.In alcuni Paesi, come gli Stati Un<strong>it</strong>i e i Paesi Scan<strong>di</strong>navi, il carcinoma dellaprostata rappresenta il tumore più frequente fra i maschi.Da circa venti anni negli USA e in Canada e da circa <strong>di</strong>eci anni in molti Paesioccidentali industrializzati, anche se con un andamento meno evidente e piùlento, l'incidenza ha sub<strong>it</strong>o un rapido aumento, fino a circa 10 volte, per poi<strong>di</strong>minuire ed attestarsi su valori <strong>di</strong> circa 1.5-2 volte rispetto all'attesa in base altrend storico degli ultimi 30 anni.Tale evenienza si spiega essenzialmente con l'aumentato uso, in questi Paesi,della determinazione dell'antigene prostatico specifico (PSA), in forma <strong>di</strong>screening opportunistico e la conseguente <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> un numero molto elevato<strong>di</strong> carcinomi asintomatici e preclinici.<strong>La</strong> mortal<strong>it</strong>à non è aumentata in uguale misura, anche se il carcinomaprostatico rimane pur sempre la seconda causa <strong>di</strong> morte per malattianeoplastica fra i maschi negli Stati Un<strong>it</strong>i.Nei paesi della Comun<strong>it</strong>à Europea il tasso d'incidenza del carcinoma prostaticoè <strong>di</strong> 55 casi per 100.000 e quello <strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> 22,6 decessi per 100.000in<strong>di</strong>vidui.


Il rischio cumulativo <strong>di</strong> ammalarsi <strong>di</strong> carcinoma prostatico, considerato finoall'età massima <strong>di</strong> 74 anni, è del 3,9%, e quello <strong>di</strong> morire per questa malattia èdel 1,2%.<strong>La</strong> <strong>di</strong>screpanza tra l'aumento dell'incidenza e la sostanziale stabil<strong>it</strong>à dellamortal<strong>it</strong>à, con un lim<strong>it</strong>ato flesso <strong>di</strong> quest' ultima osservato negli ultimi annispiegabile dai miglioramenti della terapia me<strong>di</strong>ca delle forme avanzate, perdurada oltre un decennio dopo il picco <strong>di</strong> incidenza.Tale <strong>di</strong>screpanza conferma che l'anticipazione <strong>di</strong>agnostica è me<strong>di</strong>amente <strong>di</strong> 10anni e suggerisce che buona parte dei carcinomi identificati in tal modo sia <strong>di</strong>fatto sovra<strong>di</strong>agnosticata e destinata, in assenza <strong>di</strong> screening, a non manifestarsiclinicamente <strong>nel</strong>la <strong>v<strong>it</strong>a</strong> (carcinoma "latente").È infatti ben documentata l'esistenza <strong>di</strong> una prevalenza autoptica <strong>di</strong> oltre il 30%<strong>di</strong> carcinomi "latenti"in maschi aventi più <strong>di</strong> 50 anni d'età.L'età avanzata e la presenza d'ormoni androgeni biologicamente attivi <strong>nel</strong>sangue circolante e <strong>nel</strong> tessuto prostatico rappresentano ancora oggi i fattoricausali più rilevanti.Non vi è dubbio tuttavia che, come per la maggior parte dei tumori soli<strong>di</strong>,l'eziologia del carcinoma prostatico sia multifattoriale e sia il risultato <strong>di</strong> unacomplessa interazione <strong>di</strong> fattori genetici ed ambientali con l'età e lo statoormonale dei soggetti a rischio.I fattori genetici sono responsabili della familiar<strong>it</strong>à, con una <strong>di</strong>versa incidenzadella malattia <strong>nel</strong>le <strong>di</strong>verse razze umane.Per esempio, l'incidenza è alta <strong>nel</strong>la popolazione <strong>di</strong> colore negli Stati Un<strong>it</strong>i; percontro, in alcuni Paesi del Sud-Est asiatico si riscontrano tassi d'incidenzamolto bassi, inferiori <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci volte al tasso d'incidenza <strong>nel</strong>l'America del Nord ein molti Paesi dell'Europa.


Tale <strong>di</strong>fferenza è ancora più spiccata se si considerano particolari gruppi etnici.Nel 1997 è stata registrata un'incidenza <strong>di</strong> 137 per 100.000 Afro-Americani e<strong>di</strong> 2 per 100.000 Cinesi (Shangai).I fattori ambientali, che sono molto più <strong>di</strong>fficili da identificare, spieganotuttavia la maggiore incidenza <strong>di</strong> tumore negli emigranti, per esempio ilsignificativo aumento dell'incidenza che si riscontra negli in<strong>di</strong>vidui asiaticidopo che sono immigrati negli Stati Un<strong>it</strong>i o in Europa, soprattutto a partiredalla seconda generazione.I fattori ambientali comprendono i fattori <strong>di</strong>etetici e forse anche alcunicancerogeni presenti <strong>nel</strong>l'ambiente, soprattutto in quello <strong>di</strong> lavoro.Mentre non è possibile pensare d' interferire con i fattori genetici, esiste lapossibil<strong>it</strong>à, almeno teorica, <strong>di</strong> ridurre l'esposizione ai fattori ambientali che sir<strong>it</strong>iene possano intervenire <strong>nel</strong>la promozione del carcinoma prostatico,riducendo così l'incidenza <strong>di</strong> questa malattia.Ciò è sugger<strong>it</strong>o dal fatto che la prevalenza autoptica del carcinoma latente <strong>nel</strong>lepopolazioni in cui si riscontra una bassa incidenza <strong>di</strong> forme clinicamentemanifeste è del tutto analoga a quella riscontrabile <strong>nel</strong>le popolazioni ad altaincidenza.D'altra parte, osservazioni recenti suggeriscono che la <strong>di</strong>eta e in particolare uneccessivo apporto calorico e <strong>di</strong> grassi, possa avere un ruolo causale, mentrel'esposizione alla luce solare sembra avere un ruolo protettivo.<strong>La</strong> bassa incidenza <strong>di</strong> carcinoma prostatico <strong>nel</strong>le popolazioni asiatiche potrebbepertanto essere messa in relazione con una <strong>di</strong>eta a basso contenuto lipi<strong>di</strong>co e adalto contenuto in fibre e f<strong>it</strong>oestrogeni, che a loro volta potrebbero svolgere unruolo protettivo.Gli isoflavonoi<strong>di</strong> ed i lignani posseggono tutti una debole attiv<strong>it</strong>à estrogenica esono presenti nei semi <strong>di</strong> soia, <strong>nel</strong> granoturco, in alcuni frutti e <strong>nel</strong>le verdure.Particolare interesse ha susc<strong>it</strong>ato il licopene, contenuto <strong>nel</strong> pomodoro, crudo ocotto, e <strong>nel</strong>la salsa.Questi composti possiedono ulteriori attiv<strong>it</strong>à biologiche che, <strong>nel</strong> tempo,possono alterare significativamente il metabolismo e la bio<strong>di</strong>sponibil<strong>it</strong>à degliormoni steroidei.<strong>La</strong> concentrazione <strong>di</strong> queste sostanze, determinata <strong>nel</strong>la saliva, <strong>nel</strong> sangue e <strong>nel</strong>liquido prostatico <strong>di</strong> varie popolazioni in Europa ed in Asia, presenta <strong>di</strong>fferenze


significative che sembrerebbero avvalorare ulteriormente il ruolo della <strong>di</strong>etacome possibile fattore causale del carcinoma prostatico.DIAGNOSI PRECOCE E SCREENINGPoiché non è preve<strong>di</strong>bile una riduzione d'incidenza della malattia attraversouna prevenzione primaria efficace, non vi è dubbio che la prevenzionesecondaria rimanga l'unico mezzo teoricamente <strong>di</strong>sponibile per influire sullastoria naturale della malattia e ridurre la mortal<strong>it</strong>à.Il mezzo ipotizzabile è quin<strong>di</strong> lo screening, in<strong>di</strong>viduale-opportunistico o <strong>di</strong>popolazione: il test <strong>di</strong> screening che appare più confacente allo scopo, perconsiderazioni complessive <strong>di</strong> costi, convenienza ed accuratezza <strong>di</strong>agnostica, èquello del PSA.Peraltro, perché una procedura <strong>di</strong> screening sia accettabile, sia a livelloin<strong>di</strong>viduale che <strong>di</strong> popolazione, necess<strong>it</strong>a che l’efficacia (riduzione dellamortal<strong>it</strong>à) e il rapporto costi/benefici dello screening siano confermatioltre ogni dubbio.<strong>La</strong> sola <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> una anticipazione <strong>di</strong>agnostica, che <strong>di</strong> per séstessa comporta un aumento, in parte o del tutto solo apparente (leadtime bias) della sopravvivenza dalla <strong>di</strong>agnosi, non può esseresufficiente a garantire l’efficacia dello screening (riduzione effettiva dellamortal<strong>it</strong>à): <strong>di</strong> questo esistono esempi molteplici <strong>nel</strong>la storia delloscreening oncologico (screening del ca. polmonare, screeningmammografico


Pertanto, fino alla pubblicazione dei risultati non sarà possibile definire l'util<strong>it</strong>ào meno dello screening.L'evidenza <strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à sugger<strong>it</strong>a da stu<strong>di</strong> non controllati <strong>di</strong>screening, quale quello condotto in Tirolo o stu<strong>di</strong> controllati, ma con bias <strong>di</strong><strong>di</strong>segno, come quello condotto in Quebec, non è scientificamente accettabileper la sua inaffidabil<strong>it</strong>à statistica ed è ampiamente contraddetta da altrettanta,se non superiore evidenza non controllata sugger<strong>it</strong>a dallo stu<strong>di</strong>o comparativoSeattle/Connecticut e da quello relativo all'andamento dell'incidenza e dellamortal<strong>it</strong>à negli USA, riguardo al carcinoma della prostata.Peraltro, questi stu<strong>di</strong> controllati ed altri stu<strong>di</strong> pilota <strong>di</strong> screening hanno<strong>di</strong>mostrato che l'anticipazione <strong>di</strong>agnostica ottenibile è molto elevata, oltre 10anni, e che, in particolare per l'aspettativa <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> lim<strong>it</strong>ata dei soggetti can<strong>di</strong>datiallo screening, buona parte dei casi <strong>di</strong>agnosticati non era destinata amanifestarsi clinicamente <strong>nel</strong>l'arco della <strong>v<strong>it</strong>a</strong>.Una simile sovra<strong>di</strong>agnosi, quantizzata a seconda della aggressiv<strong>it</strong>à delloscreening dal 50 (un carcinoma "latente" ogni due carcinoma potenzialmenteletali) al 300% (tre carcinoma "latenti" per ogni carcinoma potenzialmenteletale), viene segu<strong>it</strong>a pressoché ab<strong>it</strong>ualmente da un sovratrattamento, essendo atutt'oggi impossibile <strong>di</strong>stinguere un carcinoma "latente" da un carcinomapotenzialmente letale.<strong>La</strong> notevole anticipazione <strong>di</strong>agnostica, la sovra<strong>di</strong>agnosi e il sovratrattamentocost<strong>it</strong>uiscono importanti effetti negativi dello screening, sia per la lorofrequenza che per la loro ent<strong>it</strong>à.Basti pensare come l'anticipazione o ancor peggio la gratu<strong>it</strong>à dellaconsapevolezza <strong>di</strong> malattia e degli effetti collaterali delle terapie, sottoponganol'in<strong>di</strong>viduo a biopsie prostatiche non necessarie e per la bassa specific<strong>it</strong>à de<strong>it</strong>est <strong>di</strong>agnostici lo espongano alla possibile morbil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> trattamenti moltoinvasivi, come la prostatectomia ra<strong>di</strong>cale, non esente da complicazioni qualil'impotenza sessuale o l'incontinenza, che possono avere un effetto drammaticosulla qual<strong>it</strong>à della <strong>v<strong>it</strong>a</strong>.È più che evidente che lo screening abbia "comunque" considerevoli aspettinegativi e quin<strong>di</strong> una sua attuazione non può prescindere, per motivi etici, dauna <strong>di</strong>mostrazione della sua efficacia e da una valutazione del bilancio traeffetti negativi e pos<strong>it</strong>ivi.Non stupisce che molti consessi scientifici, non ultima la Comun<strong>it</strong>à Europea,abbiano riba<strong>di</strong>to la non etic<strong>it</strong>à dello screening su qualsiasi soggetto in assenza<strong>di</strong> una <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> efficacia.


Purtroppo alcune autorevoli associazioni come l'Associazione Americana <strong>di</strong>Urologia (AUA) e l'Associazione Americana per il Cancro (ACS) hannoprodotto raccomandazioni relative all'opportun<strong>it</strong>à del dosaggio del PSA neimaschi <strong>di</strong> età superiore ai 50 anni, sia pure in assenza <strong>di</strong> evidenza scientificache lo giustifichi.Questo, assieme ad una <strong>di</strong>ffusa campagna a favore dello screening da parte deimezzi d'informazione e <strong>di</strong> "testimonial" importanti, quantomeno nondocumentati, hanno fatto sì che, certamente negli USA, ma recentemente anchein Europa, lo screening "opportunistico" si sia molto <strong>di</strong>ffuso.Questo non solo cost<strong>it</strong>uisce un problema per gli stu<strong>di</strong> randomizzati in corso,essenziali per la definizione dell'efficacia dello screening, con"contaminazione" della popolazione <strong>di</strong> controllo e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> potenza statistica,ma soprattutto espone i soggetti esaminati ai rischi soprain<strong>di</strong>cati delloscreening senza che si possa promettere loro un beneficio verosimile e tantomeno quantizzarlo." L'American Cancer Society raccomanda <strong>di</strong> eseguire l'esplorazione rettale unavolta l'anno, a partire dai 40 anni, per lo screening combinato dei carcinomidella prostata e del retto.Raccomanda, inoltre, <strong>di</strong> associare all'esplorazione rettale il dosaggio del PSAnegli in<strong>di</strong>vidui con più <strong>di</strong> 50 anni e <strong>di</strong> iniziare il dosaggio del PSA a 40 anni seil <strong>paziente</strong> è afroamericano o presenta una storia familiare pos<strong>it</strong>iva percarcinoma della prostata.Raccomandazioni simili sono state formulate dall'American UrologicalAssociation e dall'American College of Ra<strong>di</strong>ology. <strong>La</strong> Cana<strong>di</strong>an Task Force onthe Perio<strong>di</strong>c Health Examination (CTF) sconsiglia l'uso del PSA .Riassumendo, il carcinoma della prostata rappresenta un grave problema <strong>di</strong>san<strong>it</strong>à pubblica nei Paesi industrializzati e si rende responsabile <strong>di</strong> complicanzeassociate allo sviluppo <strong>di</strong> metastasi.Benché alcuni test <strong>di</strong> screening, come il dosaggio del PSA, abbiano unasensibil<strong>it</strong>à adeguata per in<strong>di</strong>viduare tumori clinicamente rilevanti a uno sta<strong>di</strong>oprecoce, e quin<strong>di</strong> "curabili", è probabile che essi identifichino anche un grannumero <strong>di</strong> neoplasie <strong>di</strong> significato clinico incerto.<strong>La</strong> storia naturale del carcinoma della prostata è, al momento attuale,conosciuta in modo troppo superficiale per poter stabilire con certezza qualineoplasie siano destinate a causare sintomi clinici o a influire sullasopravvivenza, quali neoplasie siano destinate a crescere in modo aggressivo equali neoplasie siano destinate a rimanere latenti.


<strong>La</strong> biologia del carcinoma della prostata è complessa e presenta ancora moltiaspetti oscuri, che riguardano l'eterogene<strong>it</strong>à, le interazioni tra tumore eorganismo osp<strong>it</strong>e e l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> categorie a cattiva prognosi chebeneficerebbero <strong>di</strong> trattamenti precoci.Lo screening è fonte <strong>di</strong> benefici, ma può causare anche notevoli danni; unoscreening su larga scala e in<strong>di</strong>scriminato causerebbe a molti in<strong>di</strong>vidui l'ansia <strong>di</strong>aver ricevuto un risultato anomalo al test e il <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> doversi sottoporre a unabiopsia prostatica; un trattamento aggressivo dei tumori in<strong>di</strong>viduati alloscreening esporrebbe migliaia <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui al rischio <strong>di</strong> incontinenza, impotenzae altre conseguenze, in assenza <strong>di</strong> conferme univoche <strong>di</strong> beneficio.L'impatto negativo <strong>di</strong> queste complicanze sulla qual<strong>it</strong>à della <strong>v<strong>it</strong>a</strong> potrebbesuperare i potenziali benefici del trattamento; sono attualmente in corso inEuropa e negli Stati Un<strong>it</strong>i stu<strong>di</strong> con protocolli <strong>di</strong> screening me<strong>di</strong>anteesplorazione rettale e PSA.I risultati <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong>, tuttavia, saranno <strong>di</strong>sponibili solo tra una decina d'anni.Allo stato attuale delle conoscenze non è pertanto lec<strong>it</strong>o, al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>prospettici <strong>di</strong> efficacia dei quali si attende l'es<strong>it</strong>o, sottoporrein<strong>di</strong>scriminatamente la popolazione maschile a test <strong>di</strong>agnostici, quali il PSA, inassenza <strong>di</strong> sintomi basandosi unicamente sul maggiore rischio legato all'età.Altra importanza assume invece l'uso del PSA in amb<strong>it</strong>o clinico, per la<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> quadri che presentino anche un minimo dubbio <strong>di</strong>neoplasia: in queste s<strong>it</strong>uazioni il PSA è <strong>di</strong> grande util<strong>it</strong>à per la <strong>di</strong>agnos<strong>it</strong>empestiva, in associazione alla esplorazione rettale e alla ecografiatransrettale.


SINTOMATOLOGIAPremesso che il carcinoma prostatico ha un comportamento biologicoaltamente impreve<strong>di</strong>bile e una storia naturale tra le più variabili tra le neoplasienote, tuttavia si può affermare che generalmente origina, si sviluppa e crescemolto lentamente rispetto ad altri tumori.Si stima che, dal momento della sua origine, occorrano circa <strong>di</strong>eci anni perchéla lesione neoplastica raggiunga un volume <strong>di</strong> 1 cm3. È, quin<strong>di</strong>, estremamente<strong>di</strong>fficile attuare da un lato una <strong>di</strong>agnosi molto precoce, dall'altro e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>re un“overtreatment” e stabilire scelte terapeutiche ben bilanciate come costobeneficioper il <strong>paziente</strong>.Nel CaP se un nodulo dà segno <strong>di</strong> sé, determinando segni o sintomiclinicamente rilevabili dal <strong>paziente</strong> o dal me<strong>di</strong>co, è perché ha ormai raggiunto<strong>di</strong>mensioni rilevanti con conseguente prognosi <strong>di</strong>versa rispetto a una lesioneidentificata precocemente.Negli sta<strong>di</strong> precoci della malattia, la maggior partedei pazienti è asintomatica.<strong>La</strong> comparsa <strong>di</strong> sintomi delle basse vie urinarie (<strong>di</strong>suria, pollachiuria),sol<strong>it</strong>amente, viene r<strong>it</strong>enuta secondaria a malattia localmente avanzata.Ad essere interessata è l'area "reflessogena" del tratto cervico-uretrale,comprendente l'uretra prostatica, il collo ed il trigono vescicale.<strong>La</strong> comparsa,invece, <strong>di</strong> sintomatologia dolorosa rifer<strong>it</strong>a allo scheletro può essere espressione<strong>di</strong> localizzazione secondaria ossea.L'anuria ostruttiva o la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione <strong>di</strong> un rene possono conseguire allainfiltrazione degli ureteri a livello del trigono od a segu<strong>it</strong>o della lorocompressione da parte dei linfono<strong>di</strong> iliaci interni metastatici all'imbocco dellapiccola pelvi.Qualche volta, parestesie, dolori o defic<strong>it</strong> motori agli arti inferiori, incontinenzafecale ed urinaria possono essere secondari a compressione midollare dametastasi vertebrali protrudenti <strong>nel</strong>lo speco vertebrale.Solo <strong>nel</strong> 10-15% dei casi <strong>di</strong> carcinoma prostatico incidentale, la sintomatologiaè <strong>di</strong> tipo ostruttivo, legata, cioè, all'ipertrofia prostatica benigna.


L'ematuria è presente in meno del 15% dei casi, mentre la r<strong>it</strong>enzione acutad'urine è, ormai, raramente annoverata fra i sintomi d'esor<strong>di</strong>o del carcinomaprostatico.Sintomi <strong>di</strong> malattia sistemica, quali per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso ed astenia, interessano nonpiù del 10% dei pazienti.DIAGNOSI<strong>La</strong> <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma prostatico si basa essenzialmente sulle seguentiindagini:Esplorazione <strong>di</strong>g<strong>it</strong>o-rettale (DRE)Dosaggio del PSAEcografia transrettale (TRUS)Agobiopsia prostaticaEsplorazione <strong>di</strong>g<strong>it</strong>o-rettale (DRE)I mezzi che attualmente vengono impiegati in clinica per <strong>di</strong>agnosticare unnodulo prostatico sono l'esplorazione <strong>di</strong>g<strong>it</strong>o-rettale (DRE) e l'ecografiatransrettale della prostata (TRUS).<strong>La</strong> DRE deve, comunque, cost<strong>it</strong>uire il primo approccio <strong>di</strong>agnostico al <strong>paziente</strong>che presenti sintomatologia riferibile ad una patologia prostatica.Viene preferibilmente esegu<strong>it</strong>a con il <strong>paziente</strong> in pie<strong>di</strong>, piegato in avanti con igom<strong>it</strong>i sostenuti da un supporto rigido oppure in posizione genu-pettorale.


Con la DRE si apprezzano il tono dello sfintere anale, lo stato <strong>di</strong> ripienezzadell'ampolla rettale, le <strong>di</strong>mensioni, la consistenza, la configurazione dellaprostata, la persistenza del suo solco me<strong>di</strong>ano, la simmetria fra i due lobi, ladolorabil<strong>it</strong>à della ghiandola e l'eventuale presenza <strong>di</strong> un nodulo <strong>di</strong> indurimentoo <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa consistenza ghiandolare.Del nodulo si possono definire i contorni e, soprattutto, una sua estensioneextracapsulare.Con la vescica ed il retto vuoti, è più agevole apprezzare la regioneperiprostatica: la base della vescica, l'angolo prostato-vescicolare ed i solchilaterali.Con la DRE si riescono ad apprezzare solo tumori che originano <strong>nel</strong>la zonaperiferica della ghiandola.Sfuggono, invece, quei tumori a partenza dalla zona <strong>di</strong> transizione o che nonsono molto estesi.Ogni area della prostata può essere sede della neoplasia.Va segnalato ogni cambiamento della consistenza e della configurazione dellaghiandola, senza <strong>di</strong>menticare che, oltre al carcinoma, altre patologie nonneoplastiche, quali la calcolosi, le prostat<strong>it</strong>i, la TBC, aree d'infarto, unareazione post-bioptica ed anche noduli <strong>di</strong> ipertrofia, possono esserneresponsabili.<strong>La</strong> DRE fa parte <strong>di</strong> una regolare valutazione del <strong>paziente</strong>.<strong>La</strong> presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> indurimento o la loro persistenza, anche dopo 2-4 mesi<strong>di</strong> trattamento con antibatterici ed antinfiammatori, soprattutto se accompagnatiad aumento del PSA, rappresentano il cr<strong>it</strong>erio clinico <strong>di</strong>scriminante perdecidere sulla opportun<strong>it</strong>à <strong>di</strong> eseguire una biopsia.In conclusione, ai vantaggi della semplic<strong>it</strong>à e della non invasiv<strong>it</strong>à, la DRE,presa isolatamente, contrappone gli svantaggi della variabil<strong>it</strong>à soggettiva edell'impossibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> apprezzare l'intera prostata.


Il PSA:1. <strong>La</strong> scoperta del PSACirca 15 anni fa l’introduzione dell’antigene specifico prostatico (PSA) hacreato una piccola rivoluzione: si trattava del primo marker circolanteveramente efficace <strong>nel</strong>l’identificazion precoce <strong>di</strong> un carcinoma <strong>di</strong> elevataincidenza e mortal<strong>it</strong>à come il carcinoma prostatico.Il passo verso l’impiego del PSA quale test <strong>di</strong> screening è stato rapido, speciein certi paesi pronti agli entusiasmi e alla scarsa riflessione come gli USA.È infatti emblematico che negli anni in cui società scientifiche (AmericanUrological Association) e parascientifiche (American Cancer Society)americane raccomandavano lo screening come pratica corrente, dall’altra partedell’oceano si gettavano le basi per il più grande stu<strong>di</strong>o randomizzatodell’efficacia dello screening 1.L’atteggiamento degli USA è, come sempre pragmatico, entusiasta, fideistico,mentre quello dell’Europa è prudente, riflessivo, cauto.Ma la cosa non è fin<strong>it</strong>a lì: la moda del PSA, tipicamente americana, canadese eaustraliana (ma anche in parte europea), ha portato ad un aumento vertiginosodelle <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma con un’impennata stupefacente dell’incidenza.Ancora una volta la cosa è stata interpretata secondo due spir<strong>it</strong>i opposti.Negli USA l’aumento delle <strong>di</strong>agnosi è stato interpretato come in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong>anticipazione <strong>di</strong>agnostica, terapia precoce e quin<strong>di</strong> foriero <strong>di</strong> una riduzione <strong>di</strong>mortal<strong>it</strong>à.In Europa il dato è stato interpretato con cautela: tassi <strong>di</strong>agnostici così elevatisuggerivano stime <strong>di</strong> anticipazione <strong>di</strong>agnostica più che decennale, in<strong>di</strong>cativenon tanto <strong>di</strong> una riduzione <strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à, quanto del pericolo <strong>di</strong> sovra<strong>di</strong>agnosi,identificazione <strong>di</strong> neoplasie latenti, non aggressive, che non sarebbero mai


giunte alla fase sintomatica, né tanto meno avrebbero comportato pericolo <strong>di</strong><strong>v<strong>it</strong>a</strong>.<strong>La</strong> sovra<strong>di</strong>agnosi (e il quasi automatico sovratrattamento) erano fenomeni notianche <strong>nel</strong>lo screening del cervico-carcinoma e del carcinoma colorettale (ove lasovra<strong>di</strong>agnosi peraltro riguarda lesioni preneoplastiche) e mammario (ove lasovra<strong>di</strong>agnosi è dell’or<strong>di</strong>ne del 5%): per il carcinoma prostatico le cose eranopreve<strong>di</strong>bilmente <strong>di</strong>verse per, con<strong>di</strong>zioni particolari, specifiche <strong>di</strong> questamalattia:a) la nota elevata frequenza <strong>di</strong> carcinomi latenti (stu<strong>di</strong>autoptici riportano una prevalenza del 30%, contro unrischio <strong>di</strong> manifestare la malattia in <strong>v<strong>it</strong>a</strong> dell’8-10%);b) la scarsa specific<strong>it</strong>à del PSA, che risulta elevato <strong>nel</strong>12-15% dei maschi oltre i 5 anni;c) la pratica <strong>di</strong>ffusa della biopsia random della prostatain soggetti con PSA elevato, con<strong>di</strong>zione ideale per la<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinomi latenti;d) l’impossibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i carcinomi latenti daquelli aggressivi, con sovratrattamento ovviamenteconseguente alla sovra<strong>di</strong>agnosi;e) l’importanza degli effetti collaterali del trattamento(specie quello chirurgico) e quin<strong>di</strong> del sovratrattamentoconseguente alla sovra<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinomi latenti.E ancora una volta i comportamenti ai due lati dell’Atlantico sono quasiopposti: negli USA il PSA si <strong>di</strong>ffonde, l’incidenza aumenta e le prostatectomieaumentano vertiginosamente.In Europa l’atteggiamento è molto più cauto, il PSA è meno usato, la biopsianon scatta automaticamente al rilievo <strong>di</strong> PSA elevato, l’atteggiamentoterapeutico è più cauto (in Svezia, ad esempio, la pratica del watchful wa<strong>it</strong>ing,vigile attesa senza terapia imme<strong>di</strong>ata, per tumoriapparentemente iniziali è molto <strong>di</strong>ffusa).Ovviamente l’Atlantico non è una barriera così impenetrabile.


In Europa c’è comunque un aumento dell’uso del PSA, e un aumentodell’incidenza, ma non ai livelli USA: <strong>di</strong> contro negli USA esiste una corrente<strong>di</strong> pensiero che in<strong>v<strong>it</strong>a</strong> alla cautela, che fa capo al National Cancer Inst<strong>it</strong>ute, chesi è scontrato furiosamente con la più demagogica American Cancer Society eche ha varato lo stu<strong>di</strong>o randomizzato PLCO (Prostate, Lung, Colonand Ovary) che si ripropone <strong>di</strong> testare nuovi approcci <strong>di</strong> screening me<strong>di</strong>ante un<strong>di</strong>segno randomizzato.I dati statistici che si stanno accumulando in questi ultimi anni (è questa laprima vera nov<strong>it</strong>à) sembrano dare ragione all’Europa.Dopo oltre 10 anni dal grande aumento dell’incidenza, l’auspicata e annunciatariduzione della mortal<strong>it</strong>à ancora non si vede.Un modesto flesso della mortal<strong>it</strong>à c’è, ma può benissimo spiegarsi con ilmiglioramento della terapia, per l’introduzione <strong>di</strong> nuove terapiefarmacologiche, ed è infatti chiaramente presente anche in paesi dove loscreening me<strong>di</strong>ante PSA praticamente non esiste.Rischio <strong>di</strong> tumore prostatico in relazione al livello <strong>di</strong> PSAPSA=10 ng/ml 55%2. Il dosaggio del PSAIl PSA può essere considerato l'unico marcatore da utilizzare routinariamentenei pazienti con patologia prostatica.<strong>La</strong> PAP (Fosfatasi Acida Prostatica) fornisce infatti informazioni menoaccurate del PSA in pressoché tutte le s<strong>it</strong>uazioni cliniche e non dovrebbe esserepiù utilizzata.Il PSA è una serin-proteasi callicreino-simile prodotta principalmente daltessuto prostatico.In realtà, si è <strong>di</strong>mostrato che il PSA viene prodotto anche da altri <strong>di</strong>stretticorporei nei quali sembra sia soggetto a regolazione ormonale.


Tuttavia, solo il PSA prodotto dalla prostata raggiunge livelli ematiciquant<strong>it</strong>ativamente significativi e come tali <strong>di</strong> rilevanza clinica.Quin<strong>di</strong>, da un punto <strong>di</strong> vista pratico, il PSA può essere considerato ancora oggiun marcatore specifico per il tessuto prostatico.Il PSA circola <strong>nel</strong> sangue sia libero che legato a inib<strong>it</strong>ori enzimatici qualil'antichimotripsina e l'alfa-2-macroglobulina.I meto<strong>di</strong> immunometrici comunemente <strong>di</strong>sponibili riconoscono il PSA liberoed il PSA legato all'antichimotripsina, mentre non riescono a misurare il PSAlegato all'alfa-2macroglobulina.<strong>La</strong> percentuale <strong>di</strong> PSA libero rispetto al PSA totale è maggiore nei pazienti conipertrofia prostatica che nei pazienti con cancro della prostata.Aumenti del PSA, fino a 10-20 volte rispetto ai valori normali <strong>nel</strong>le formeacute, sono riscontrabili anche <strong>nel</strong>le prostat<strong>it</strong>i, meno spiccati <strong>nel</strong>le formecroniche, con variabili rapporti fra PSA libero e PSA totale.Recentemente, sono state identificate e stu<strong>di</strong>ate altre forme <strong>di</strong> PSA circolante:il pro-PSA ed il PSA intatto, con attiv<strong>it</strong>à enzimatica conservata. Inoltre,continua la valutazione del significato dei livelli ematici della hK2 (humanKallikrein 2), proteasi che ha il ruolo biologico <strong>di</strong> clivare il pro-PSA in PSA. Iprimi risultati delle valutazioni cliniche in corso mettono in evidenza ilpossibile ruolo <strong>di</strong>agnostico sia delle nuove forme <strong>di</strong> PSA che della hK2 nei casicon PSA totale compreso <strong>nel</strong> range <strong>di</strong> normal<strong>it</strong>à.Tuttavia, anche questi nuovi biomarcatori sono ancora in fase <strong>di</strong> valutazioneiniziale.Pertanto il loro impiego deve essere rigorosamente lim<strong>it</strong>ato a ricerchefinalizzate alla loro valutazione ed i risultati della loro eventualedeterminazione non devono essere riportati <strong>nel</strong> referto del laboratorio.Analogamente ai biomarcatori in valutazione per la caratterizzazione biologica,l'unica raccomandazione sostenibile riguarda la metodologia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, chedeve rispettare le raccomandazioni della GLP (Good <strong>La</strong>boratory Practice) e/oNCCLS (National Comm<strong>it</strong>tee for Clinical <strong>La</strong>boratory Standards), nonchéseguire le in<strong>di</strong>cazioni recentemente forn<strong>it</strong>e dallo STARD (Standards forReporting of Diagnostic Accuracy).


Ecografia prostatica transrettale (TRUS)L'uso appropriato della TRUS <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>agnosi del cancro della prostata èstrettamente correlato alla familiar<strong>it</strong>à che l'esaminatore ha con un'idonea sondaad alta risoluzione da 7-7.5 MHz multiplanare e con un sistema da biopsia.È noto che le comuni indagini <strong>di</strong> imaging poco aggiungono alla sensibil<strong>it</strong>àspecific<strong>it</strong>àdella combinazione PSA-DRE per la <strong>di</strong>agnosi precoce delcarcinoma della prostata.<strong>La</strong> TRUS può essere <strong>di</strong> ausilio alla DRE grazie al fatto che <strong>nel</strong> 70% dei casi learee neoplastiche appaiono come aree ipoecogene.Ciò è dovuto alla elevata cellular<strong>it</strong>à del tessuto neoplastico che produce unnumero minore <strong>di</strong> echi interni.In considerazione della minima <strong>di</strong>stanza fra trasduttore e ghiandola, la TRUSpermette <strong>di</strong> misurare in maniera precisa il volume della prostata e <strong>di</strong>visualizzarne la morfologia, l'aspetto ecografico interno, nonché quello dellestrutture a<strong>di</strong>acenti.I parametri valutabili con la TRUS sono così riassumibili:volume prostatico in toto;volume approssimativo della neoplasia;integr<strong>it</strong>à della capsula;ecostruttura ghiandolare;rapporti con organi a<strong>di</strong>acenti.Tuttavia, le seguenti con<strong>di</strong>zioni lim<strong>it</strong>ano la sensibil<strong>it</strong>à/specific<strong>it</strong>à:a) un terzo dei tumori può risultare isoecogeno e simile allazona periferica normale. Questo potrebbe essere dovuto alfatto che tali neoplasie sono ben <strong>di</strong>fferenziate e possiedonouna normale morfologia ghiandolare;b) foci ipoecogeni possono essere il risultato <strong>di</strong>


flogosi acuta, infarti, piccoli noduli d'iperplasia, vasisanguigni, atrofia cistica o tessuto muscolare;c) il 20-30% dei tumori della prostata che originano <strong>nel</strong>lazona centrale o <strong>nel</strong>la zona <strong>di</strong> transizione sono <strong>di</strong>fficilmenteidentificabili con la TRUS.Le lim<strong>it</strong>azioni della TRUS <strong>nel</strong>la valutazione del rischio <strong>di</strong> carcinoma dellaprostata sono ben note.Infatti, in molte casistiche viene riportato appena il 6.7% <strong>di</strong> pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à a segu<strong>it</strong>o<strong>di</strong> biopsie condotte su aree ipoecogene alla TRUS, compresi i PIN ad altogrado.<strong>La</strong> mancanza <strong>di</strong> un quadro ecografico patognomonico <strong>di</strong> carcinoma èprobabilmente il vero fattore che giustifica questi insod<strong>di</strong>sfacenti risultati.L'impiego del color doppler, anche dopo somministrazione <strong>di</strong> mezzo <strong>di</strong>contrasto ecografico, non ne aumenta, in maniera statisticamente significativa,la sensibil<strong>it</strong>à e la specific<strong>it</strong>à.Rispetto alla TC ed alla RMN, la TRUS ha vantaggi quali il costorelativamente basso, la mancanza d'impiego <strong>di</strong> mezzo <strong>di</strong> contrasto e <strong>di</strong>ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti.Attualmente per la bassa sensibil<strong>it</strong>à/specific<strong>it</strong>à, la TRUS ha un ruolo ancillaresia <strong>nel</strong>la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma che <strong>nel</strong> follow-up della malattia in faseavanzata.Dopo trattamenti per malattia organo-confinata, la TRUS può essere riservataai casi in cui la sintomatologia è in<strong>di</strong>cativa <strong>di</strong> una progressione locale dellamalattia.Il suo ruolo è, al contrario, insost<strong>it</strong>uibile <strong>nel</strong>l'esecuzione <strong>di</strong> biopsie per ottenereuna conferma istologica <strong>di</strong> un sospetto carcinoma della prostata.In conclusione, se la TRUS, salvo eccezioni, è rinviata al momentodell'esecuzione delle biopsie ecoguidate, è necessario ottenere un'accuratadescrizione del reperto ecografico realizzato in questa occasione.


Agobiopsia prostatica<strong>La</strong> biopsia viene esegu<strong>it</strong>a in tutti i casi in cui vi sia il sospetto <strong>di</strong> neoplasiaprostatica alla DRE, alla TRUS o <strong>nel</strong> caso vi sia una variazione "sospetta" delPSA.In genere, viene esegu<strong>it</strong>a per via transperineale o transrettale, quasi sempresotto guida ecografica.Si raccomanda <strong>di</strong> effettuare un'agobiopsia prostatica anche nei casi in cui la<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> carcinoma appare ovvia per <strong>di</strong>versi motivi (quadro palpatoriotipico, con estensione extracapsulare, PSA elevato, con o senza metastasiossee) per avere, comunque, la definizione dell'istotipo e del gra<strong>di</strong>ng, elementinecessari per la prognosi e la previsione <strong>di</strong> ormonosensibil<strong>it</strong>à.In questi casi è leg<strong>it</strong>timo effettuare solamente 1-2 prelievi <strong>di</strong>g<strong>it</strong>o-guidati.Nel 1981 Holm eseguì il prelievo bioptico della prostata per via transperineale"a vista", sotto controllo ecografico.Venne utilizzata una sonda transrettale a scansione ra<strong>di</strong>ale.Sull'asta centimetrata <strong>di</strong> tale sonda era av<strong>v<strong>it</strong>a</strong>to un adattatore metallico chepresentava delle scanalature per consentire il passaggio d'aghi fino a 14 G <strong>di</strong>calibro.A tali scanalature corrispondevano sul mon<strong>it</strong>or altrettanti markers luminosi.Successivamente, alla sonda ra<strong>di</strong>ale si sono associate sonde a scansio<strong>nel</strong>ong<strong>it</strong>u<strong>di</strong>nale e, più recentemente, a scansione multiplanare.Queste permettono <strong>di</strong> visualizzare l'ago bioptico sub<strong>it</strong>o dopo la suapenetrazione <strong>nel</strong>la cute del perineo o <strong>nel</strong>la mucosa rettale, permettendo quin<strong>di</strong><strong>di</strong> orientarlo sul nodulo da biopsiare in maniera precisa, e <strong>di</strong> prelevare laquant<strong>it</strong>à necessaria <strong>di</strong> tessuto prostatico.Gli aghi.


<strong>La</strong> scelta dell'ago da utilizzare varia a seconda della preferenza edell'esperienza dell'operatore e dell'anatomo patologo cui viene inviato ilprelievo.<strong>La</strong> classificazione degli aghi è basata sul calibro esterno, espresso in "gouge" oin millimetri, sul tipo <strong>di</strong> prelievo, c<strong>it</strong>ologico, istologico o c<strong>it</strong>o-istologico e sullatecnica bioptica che si vuol eseguire, aghi trancianti ed aghi non trancianti,automatici, semiautomatici e manuali.<strong>La</strong> biopsia ecoguidata con sonda transrettale con ago 18G è ormai <strong>di</strong>ventata lamodal<strong>it</strong>à standard.Se esegu<strong>it</strong>a per via transrettale, non necess<strong>it</strong>a <strong>di</strong> alcuna anestesia ed è gravatada una bassa percentuale <strong>di</strong> complicanze.Esecuzione del prelievo.Il <strong>paziente</strong>, con assetto coagulativo <strong>nel</strong>la norma, effettua, qualche ora primadell'esame, un clistere basso <strong>di</strong> pulizia.L'antibioticoterapia, da iniziare 24 ore prima della biopsia e da continuare ne<strong>it</strong>re giorni successivi, è in<strong>di</strong>cata, in genere, solo <strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> prelievo per viatransrettale.È necessario sospendere la somministrazione <strong>di</strong> acido acetil-salicilico o altriantiaggreganti piastrinici una settimana prima del prelievo.Anche per le biopsie transrettali, è raccomandata un'anestesia locale, comein<strong>di</strong>cato da Soloway che ne descrive la tecnica e riporta i risultati <strong>di</strong> recentistu<strong>di</strong> randomizzati che ne <strong>di</strong>mostrano la notevole util<strong>it</strong>à.Per il prelievo transperineale il <strong>paziente</strong> è in posizione l<strong>it</strong>otomica con la sondaecografica introdotta <strong>nel</strong> retto.Dopo <strong>di</strong>sinfezione della cute del perineo, si anestetizzano i piani profon<strong>di</strong> dellostesso, <strong>nel</strong> lato corrispondente alla lesione sospetta.Dopo aver fissato sull'asta centimetrata l'adattatore metallico, come inprecedenza rifer<strong>it</strong>o, si procede alla biopsia.Nelle scansioni long<strong>it</strong>u<strong>di</strong>nali, una volta introdotto l'ago <strong>nel</strong>lo spazio ischiorettale,si avrà cura <strong>di</strong> e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>re il retto, la vescica, le vene periprostatiche, levescichette seminali e l'uretra; ciò sarà possibile tenendo sempre sotto controlloecografico l'ago.


Una volta giunti a livello del nodulo prostatico si procederà al prelievo deltessuto.Il numero dei prelievi varia a seconda delle <strong>di</strong>mensioni della ghiandola, dellapresenza o meno <strong>di</strong> aree sospette alla ecografia.Numerosi sono gli schemi bioptici: "a sestanti"; "a sestanti laterale"; "a sestanti+ laterale";"five-region"; "Vienna nomograms"; "10-core"; "11-core"; "10/12-core"; "a sestanti x 2"; "12-core", solo per c<strong>it</strong>arne alcuni.<strong>La</strong> biopsia esegu<strong>it</strong>a per via transrettale segue, in pratica, la stessa modal<strong>it</strong>àdella tecnica per via transperineale.L'ago può essere guidato sulla sola lesione, qualora si apprezzi alla DRE e visia un PSA >10 ng/ml. In tutti gli altri casi <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> lesione o con PSA


In tali casi sia lo sta<strong>di</strong>o che lo score <strong>di</strong> Gleason non cambiano, rispetto allebiopsie pos<strong>it</strong>ive al primo tentativo.I tumori <strong>di</strong>agnosticati alla seconda o terza biopsia sono quasi sempre localizzatia livello della parte più dorsale dell'apice prostatico.I tumori scoperti alla terza, quarta biopsia sono <strong>di</strong> grado, sta<strong>di</strong>o e volume piùbasso, mentre aumenta solo la morbil<strong>it</strong>à della procedura, perciò si raccomanda<strong>di</strong> sottoporre a ripetute biopsie solo casi molto selezionati.Nei casi in cui venga <strong>di</strong>agnosticata una PIN (Prostate Intraep<strong>it</strong>helial Neoplasia)<strong>di</strong> alto grado, poiché essa si associa <strong>nel</strong> 50% dei casi al carcinoma, èraccomandabile ripetere imme<strong>di</strong>atamente la biopsia prostatica.ComplicanzeLe complicanze <strong>di</strong> una biopsia prostatica possono essere:complicanze settiche, che a volte possono verificarsi <strong>nel</strong>l'accessotransrettale, per contaminazione del tessuto prostatico con batteri <strong>di</strong>origine fecale.complicanze emorragiche: una mo<strong>di</strong>ca ematuria dopo la biopsia per leprime minzioni non è da considerare una vera complicanza. Di rado,l'ematuria è così massiva da richiedere un cateterismo <strong>di</strong> urgenza. Neicasi più gravi può anche essere necessaria un'emotrasfusione.emospermia trans<strong>it</strong>oria.r<strong>it</strong>enzione acuta <strong>di</strong> urina; a volte, può verificarsi in pazienti portatori <strong>di</strong>ostruzione cervico-uretrale, poiché l'edema post bioptico puòdeterminare un blocco minzionale acuto spesso trans<strong>it</strong>orio;fistole urinose uretro-perineali o lesioni ureterali sono molto rare.


ALGORITMO DIAGNOSTICOLegenda:DRE = Esplorazione rettale;Ecografia TR = Ecografia transrettale;PSA = Antigene Prostatico Specifico;


PSA T = Antigene Prostatico Specifico totale;PSA L/T = Rapporto PSA Libero / PSA Totale (PSA ratio)ANATOMIA PATOLOGICA1 Classificazione TNM del carcinoma prostatico2 Valutazione del grado, sta<strong>di</strong>o e volume della neoplasia1 Classificazione TNM del carcinoma prostaticoTumore prim<strong>it</strong>ivo (T)ClinicaTX Il tumore prim<strong>it</strong>ivo non può essere defin<strong>it</strong>oT0 Non segni del tumore prim<strong>it</strong>ivoT1 Tumore clinicamente non apprezzabile, non palpabile né visibile con la<strong>di</strong>agnostica per immaginiT1a Tumore scoperto casualmente <strong>nel</strong> 5% o meno del tessutoasportatoT1b Tumore scoperto casualmente in più del 5% del tessutoasportatoT1c Tumore <strong>di</strong>agnosticato me<strong>di</strong>ante agobiopsia (ad esempio, acausa del PSA elevato)T2 Tumore lim<strong>it</strong>ato alla prostata*


T2a Tumore che interessa la metà o meno <strong>di</strong> un loboT2b Tumore che interessa più della metà <strong>di</strong> un lobo ma nonentrambi i lobiT2c Tumore che interessa entrambi i lobiT3 Tumore che si estende attraverso la capsula prostatica**T3a Estensione extraprostatica (mono- o bilaterale)T3b Tumore che invade la/e vescichetta/e seminale/iT4 Tumore fisso che invade strutture a<strong>di</strong>acenti oltre allevescichette seminali: collo della vescica, sfintere esterno, retto,muscoli elevatori e/o parete pelvica.* un tumore scoperto in uno o entrambi i lobi me<strong>di</strong>ante agobiopsia, ma nonpalpabile o visibile me<strong>di</strong>ante la <strong>di</strong>agnostica per immagini, è classificato comeT1c.** l'invasione dell'apice prostatico o della capsula prostatica (ma non oltre) nonè classificata come T3 ma come T2.Patologica (pT)pT0 Assenza <strong>di</strong> tumorepT2* Tumore lim<strong>it</strong>ato alla prostatapT2a Tumore monolaterale, che interessa la metà o meno <strong>di</strong> unlobopT2b Tumore monolaterale, che interessa più della metà <strong>di</strong> unlobo ma non entrambi i lobipT2c Tumore che interessa entrambi i lobipT3 Estensione extraprostaticapT3a Estensione extraprostatica**pT3b Infiltrazione della(e) vescichetta(e) seminale(i)pT4 Invasione della vescica o del retto* non esiste classificazione patologica T1.** la pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à dei margini deve essere in<strong>di</strong>cata dal suffisso R1 (malattiaresidua microscopica).Linfono<strong>di</strong> regionali (N)


ClinicaNX I linfono<strong>di</strong> regionali non possono essere defin<strong>it</strong>iN0 Non metastasi nei linfono<strong>di</strong> regionaliN1 Metastasi in linfonodo(i) regionale(i)PatologicapNX I linfono<strong>di</strong> regionali non sono stati prelevatipN0 Non metastasi nei linfono<strong>di</strong> regionalipN1 Metastasi in linfonodo(i) regionale(i)Metastasi a <strong>di</strong>stanza (M)*MX <strong>La</strong> presenza <strong>di</strong> metastasi a <strong>di</strong>stanza non può essere accertataM0 Non metastasi a <strong>di</strong>stanzaM1 Metastasi a <strong>di</strong>stanzaM1a Metastasi in linfonodo(i) extraregionale(i)M1b Metastasi osseeM1c Metastasi in altre se<strong>di</strong> con o senza metastasi ossee* In caso <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> metastasi in più se<strong>di</strong>, si utilizza la categoria piùavanzata. pM1c è quella più avanzata.SUDDIVISIONE IN STADISta<strong>di</strong>o I T1a N0 M0 G1Sta<strong>di</strong>o II T1a N0 M0 G2, G3-4T1b N0 M0 ogni GT1c N0 M0 ogni GT1 N0 M0 ogni GT2 N0 M0 ogni GSta<strong>di</strong>o III T3 N0 M0 ogni GSta<strong>di</strong>o IV T4 N0 M0 ogni G


ogni T N1 M0 ogni Gogni T ogni N M1 ogni GGra<strong>di</strong>ng istopatologico GGX Il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione non può essere accertatoG1 Ben <strong>di</strong>fferenziato (lieve anaplasia) (Gleason 2-4)G2Moderatamente <strong>di</strong>fferenziato (moderata anaplasia) (Gleason5-6)G3-G4Scarsamente <strong>di</strong>fferenziato/in<strong>di</strong>fferenziato (marcat anaplasia)(Gleason 7-10)n.b.1. Il gra<strong>di</strong>ng istopatologico della classificazione TNM non è quasi maiadoperato. Ad esso infatti viene prefer<strong>it</strong>o il gra<strong>di</strong>ng secondo Gleason(ve<strong>di</strong> cap. 4.4).2. In or<strong>di</strong>ne cronologico, è stata proposta per prima la classificazioneamericana che viene attualmente utilizzata solo occasionalmente, basatasu 4 sta<strong>di</strong>: A = carcinoma occasionale; B = carcinoma intraprostatico; C= carcinoma extraprostatico (localmente avanzato); D = carcinomametastatico (D1 = metastasi linfoghiandolari, D2 = a <strong>di</strong>stanza).2. Valutazione del grado, sta<strong>di</strong>o e volume della neoplasia<strong>La</strong> prognosi nei pazienti con tumore della prostata <strong>di</strong>pende da fattori clinici, <strong>di</strong>laboratorio (come ad esempio il livello sierico <strong>di</strong> PSA), morfologici emolecolari. I parametri che attualmente rivestono un ruolo fondamentale sono:grado istologicosta<strong>di</strong>o


<strong>di</strong>mensioni o volume della neoplasiaQuesti parametri vanno valutati sia su prostatectomie ra<strong>di</strong>cali che su biopsie.Sul pezzo chirurgico da prostatectomia ra<strong>di</strong>cale deve essere valutato anche lostato dei margini.Grado istologicoIl sistema <strong>di</strong> Gleason è considerato il sistema <strong>di</strong> riferimento internazionale. Sibasa sulla valutazione delle caratteristiche arch<strong>it</strong>etturali della neoplasia.Vengono riconosciuti cinque <strong>di</strong>versi pattern:Gleason 1: Tumore composto da noduli <strong>di</strong> ghiandole ben delim<strong>it</strong>ati,strettamente ravvicinate, uniformi, singole e separate l'una dall'altra.Gleason 2: Tumore ancora abbastanza circoscr<strong>it</strong>to, ma con eventualeminima estensione delle ghiandole neoplastiche alla periferia del nodulotumorale, <strong>nel</strong> tessuto prostatico non-neoplastico.


Gleason 3: Tumore che infiltra il tessuto prostatico non-tumorale; leghiandole presentano notevole variabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> forma e <strong>di</strong>mensione.Gleason 4:Ghiandole tumorali con contorni mal defin<strong>it</strong>i e fuse fra loro;possono essere presenti ghiandole cribriformi con bor<strong>di</strong> irregolari.Gleason 5: Tumore che non presenta <strong>di</strong>fferenziazione ghiandolare, ma ècomposto da cordoni soli<strong>di</strong> o da singole cellule.Il pattern primario o predominate e quello secondario vengono valutatiseparatamente e poi combinati <strong>nel</strong>lo score <strong>di</strong> Gleason.Il suo range è da 2 (1 + 1) a 10 (5 + 5).Per quanto riguarda l'utilizzo del sistema <strong>di</strong> Gleason, vanno fatte le seguenticonsiderazioni, soprattutto per le biopsie:È raro osservare uno score 2-4 <strong>nel</strong>le biopsie. In genere tumori con questoscore sono presenti <strong>nel</strong>la zona <strong>di</strong> transizione e sono campionati con laTURP.In biopsie con tumore <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori al 5% della biopsia stessa,lo score finale si ottiene raddoppiando il valore del pattern osservato. Seè presente solo un pattern 3, per esempio, lo score attribu<strong>it</strong>o è 3+3=6.Nei casi in cui lo score è uguale a 7, vanno specificate le duecomponenti, cioè 3+4 oppure 4+3. È stato osservato che i tumori conscore 4+3=7 hanno un comportamento più aggressivo <strong>di</strong> quelli con3+4=7.Nei casi <strong>di</strong> eterogene<strong>it</strong>à tra i <strong>di</strong>versi prelievi, a ciascuno <strong>di</strong> essi deveessere assegnato un <strong>di</strong>stinto score. Infatti, nei pazienti con score 4 + 4 =8 presente in un prelievo e con pattern 3 negli altri è probabile che ilcomportamento tumorale corrisponda a quello <strong>di</strong> una neoplasia <strong>di</strong> altogrado (4+4=8) piuttosto che ad una neoplasia score 4+3=7.


In una minoranza <strong>di</strong> casi, il tumore mostra anche un pattern terziario, inaggiunta a quello primario e secondario. In questi tumori è stato vistoche un pattern terziario ad alto grado ha un valore prognostico.Il sistema <strong>di</strong> Gleason non va utilizzato, in quanto inaffidabile, nei pazienti chesono stati sottoposti a trattamento ormonale neoa<strong>di</strong>uvante; in questi casi deveessere fatto riferimento al Gleason bioptico pre-ormonoterapia.Un sistema <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>ng alternativo, ma meno utilizzato per le neoplasieprostatiche non trattate, è quello proposto da Mostofi, che prevede una lorosud<strong>di</strong>visione in tre gra<strong>di</strong> in relazione all'ent<strong>it</strong>à dell'anaplasia nucleare.Sta<strong>di</strong>o della neoplasiaLo stu<strong>di</strong>o anatomo-patologico del materiale prelevato con la prostatectomiara<strong>di</strong>cale deve fornire informazioni utilizzabili <strong>nel</strong>la definizione dello sta<strong>di</strong>odella malattia secondo il sistema TNM, la cui più recente revisione è statapubblicata <strong>nel</strong> 2002. In particolare, il referto del patologo deve contenereinformazioni che permettano <strong>di</strong> definire:Estensione locale del tumore (pT).Questa include la valutazione del rapporto della neoplasia con i lim<strong>it</strong>ianatomici della prostata (cosiddetta capsula).Il superamento <strong>di</strong> questi lim<strong>it</strong>i anatomici è defin<strong>it</strong>o come estensione extraprostatica(EPE, Extraprostatic Extension) (pT3a).È sconsigliato l'uso del termine d'estensione extracapsulare in quanto laprostata non ha una vera capsula, bensì una condensazione periferica dellostroma fibro-muscolare.


È importante che il patologo <strong>di</strong>a un'in<strong>di</strong>cazione dell'estensione della cosiddettaEPE, cioè focale oppure non-focale, poiché questa caratteristica ha unarilevanza prognostica.L'estensione extra-prostatica viene considerata focale quando è uguale oinferiore a due campi ad alto ingran<strong>di</strong>mento (40 x) e non-focale quando èpresente in più <strong>di</strong> due campi.Stato dei margini chirurgici.I margini sono defin<strong>it</strong>i come postivi o negativi.Il margine è pos<strong>it</strong>ivo quando la neoplasia raggiunge il margine segnato conl'inchiostro utilizzato per la identificazione dei margini chirurgici.È importante che il patologo <strong>di</strong>a un'in<strong>di</strong>cazione dell'estensione dei marginipos<strong>it</strong>ivi, pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à focale oppure non-focale, in quanto ha una rilevanzaprognostica.Non vi è consenso sul metodo da utilizzare per la definizione dell'estensionedella pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à dei margini.In generale, la <strong>di</strong>stinzione tra focale e non-focale è basata sugli stessi cr<strong>it</strong>eriutilizzati per la definizione <strong>di</strong> EPE.Stato linfonodale (pN).Metastasi parenchimali (pM).Volume tumoraleIl volume della neoplasia ha un valore prognostico aggiuntivo a quello delgrado e dello sta<strong>di</strong>o sia <strong>nel</strong>le biopsie che <strong>nel</strong>le prostatectomie.Non esistono meto<strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzati per la determinazione del volume.Sono stati proposti <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> per quanto riguarda le biopsie: percentuale <strong>di</strong>biopsia occupata dalla neoplasia o misura lineare della biopsia e dellaneoplasia.Meto<strong>di</strong> tri<strong>di</strong>mensionali sono utilizzati per la valutazione delle <strong>di</strong>mensioni deltumore <strong>nel</strong>la prostatectomia.


APPROCCIO TERAPEUTICOBRACHITERAPIA1. Definizione<strong>La</strong> Brach<strong>it</strong>erapia permanente (BT) è una forma <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia in cui dellepiccole capsule ("semi") contenenti sorgenti ra<strong>di</strong>oattive (Palla<strong>di</strong>o 103/Pd-103 oIo<strong>di</strong>o 125/I-125) vengono impiantate <strong>nel</strong>la prostata sotto guida ecografica. S<strong>it</strong>ratta <strong>di</strong> una procedura minimamente invasiva che si completa in un'unicaseduta operatoria della durata <strong>di</strong> circa 90 minuti.Ciascun "seme" rilascia continuamente una piccola quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> energia ra<strong>di</strong>antead una lim<strong>it</strong>ata porzione <strong>di</strong> tessuto prostatico.Il "ristretto" raggio <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> ciascun seme e la assoluta precisione con cuiviene esegu<strong>it</strong>o l'impianto consentono, rispetto alla ra<strong>di</strong>oterapia a fasci esterni,<strong>di</strong> non danneggiare strutture a<strong>di</strong>acenti alla prostata quali il retto, la vescica el'uretra.Per contro, l' elevato numero <strong>di</strong> sorgenti impiantate <strong>nel</strong>la prostata (in me<strong>di</strong>a 80-100 per il Pd 103 e 70-90 per lo I-125) consente <strong>di</strong> trattare il tumore con unadose <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni estremamente elevata (13.500 rad o 135 Gy per il Pd -103 e14.500 rad o 145 Gy per lo I-125).I "semi", essendo sorgenti ra<strong>di</strong>oattive, decadono in un tempo caratteristico perogni tipo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oisotopo.


Il Palla<strong>di</strong>o (tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzamento -T1/2- <strong>di</strong> 17 giorni) rilascia il 90% dellasua energia iniziale in 2 mesi e perde tutta la sua energia in 6 mesi, mentre perlo Io<strong>di</strong>o (tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzamento 60 giorni) tali tempi aumentano a 6 mesi e 1anno rispettivamente, in segu<strong>it</strong>o i "semi" resteranno per tutta la <strong>v<strong>it</strong>a</strong> inattivi,inerti <strong>nel</strong>la prostata del <strong>paziente</strong>, che non avvertirà minimamente la loropresenza.Caratteristiche fisiche delle sorgenti:I-125 Pd-103Energia 28 keV 21 keVT1/2 60 giorni 17 giorniRateo <strong>di</strong> Dose 8 cGy/h 24 cGy/hRateo <strong>di</strong> Dose: tempo in cui la dose <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione viene rilasciata alla prostataProtocolli terapeutici:MonoterapiaCombinata(4 5 Gy EBRT + BT)I-125 145 Gy 110 GyPd-103 135 Gy 105 GySino agli anni '70 gli impianti <strong>di</strong> sorgenti ra<strong>di</strong>oattive <strong>nel</strong>la prostata avvenivanoattraverso una incisione chirurgica addominale.I "semi" venivano quin<strong>di</strong> inser<strong>it</strong>i "a mano libera" <strong>nel</strong>la prostata, ma la assolutamancanza <strong>di</strong> precisione <strong>di</strong> questa tecnica condusse a dei risultatiinsod<strong>di</strong>sfacenti.


All'interno della ghiandola prostatica, infatti, rimanevano delle aree "fredde",prive <strong>di</strong> semi, che non ricevevano una dose <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni sufficiente a<strong>di</strong>struggere il cancro.I deludenti risultati portarono pertanto ad un <strong>di</strong>sinteresse nei confronti <strong>di</strong> questameto<strong>di</strong>ca.Verso la fine degli anni '80 tutta una serie <strong>di</strong> nuove conoscenze e <strong>di</strong> sofisticatetecnologie consentirono ad alcuni stu<strong>di</strong>osi del Nord America <strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzareuna innovativa e precisa tecnica <strong>di</strong> impianto che non richiedeva alcunaincisione chirurgica:-l'introduzione delle biopsie prostatiche ecoguidate e la affermazionedell'antigene prostatico specifico (PSA) quale valido test <strong>di</strong> screening per iltumore della prostata, condussero ad una <strong>di</strong>agnosi dei tumori della prostata insta<strong>di</strong> decisamente più precoci e quin<strong>di</strong> meglio curabilirispetto al passato.-nuove conoscenze si resero <strong>di</strong>sponibili sulle caratteristiche delle sostanzera<strong>di</strong>oattive, quali il Pd-103 e lo I-125, utilizzabili a scopo terapeutico.-l'introduzione della ecografia transrettale, della TAC e della RisonanzaMagnetica consentirono <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are con precisione la morfologia dellaghiandola.-l'introduzione <strong>di</strong> software de<strong>di</strong>cati permise <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la <strong>di</strong>stribuzione dellesorgenti ra<strong>di</strong>oattive all'interno della ghiandola (piani <strong>di</strong> trattamento).-l'introduzione <strong>di</strong> software applicati alle apparecchiature ecograficheconsentirono <strong>di</strong> posizionare con assoluta precisione gli aghi ed i " semi " <strong>nel</strong>laprostata, conformemente al piano <strong>di</strong> trattamento.<strong>La</strong> moderna tecnica <strong>di</strong> impianto prevede che le sorgenti ra<strong>di</strong>oattive venganorilasciate all'interno della prostata attraverso sottili aghi introdotti sottocontrollo ecografico attraverso la cute del perineo.Ne risulta una regolare <strong>di</strong>sposizione spaziale dei "semi " e conseguentemente ilrilascio su tutta la ghiandola della dose <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione necessaria per ottenere lamorte delle cellule tumorali.


<strong>La</strong> pubblicazione dei risultati oncologici ottenuti nei pazienti trattati con questainnovativa tecnica <strong>di</strong> impianto per carcinoma localizzato della prostata, hasusc<strong>it</strong>ato enorme interesse in amb<strong>it</strong>o scientifico: infatti le percentuali <strong>di</strong> cura(espresse in termini <strong>di</strong> pazienti vivi e liberi da progressione biochimica <strong>di</strong>malattia e cioè senza risal<strong>it</strong>a del PSA ) sulle prime serie <strong>di</strong> pazienti trattati circa12 anni fa, sono risultate sovrapponibili a quelle ottenute con la chirurgia( intervento <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale ) e superiori a quelle consegu<strong>it</strong>e con lara<strong>di</strong>oterapia convenzionale a fasci esterni (comparazioni retrospettive).<strong>La</strong> Brach<strong>it</strong>erapia (BT) può e deve essere proposta in alternativa all'interventochirurgico <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale nei pazienti affetti da adenocarcinomaprostatico clinicamente localizzato.Ciascun <strong>paziente</strong> presenta caratteristiche cliniche, fisiche e psicologiche cheporteranno il me<strong>di</strong>co a suggerire il trattamento più idoneo (Brach<strong>it</strong>erapia,intervento chirurgico o altre forme <strong>di</strong> trattamento del tumore prostatico).<strong>La</strong> BT viene proposta come monoterapia <strong>nel</strong> tumore prostatico localizzato, abasso rischio <strong>di</strong> avere <strong>di</strong>ffusione extraprostatica; nei pazienti a rischiointerme<strong>di</strong>o o alto <strong>di</strong> avere una malattia extraprostatica viene proposta inassociazione alla ra<strong>di</strong>oterapia esterna.Brach<strong>it</strong>erapia Brach<strong>it</strong>erapia +Ra<strong>di</strong>oterapia EsternaSta<strong>di</strong>o Clinico T1, T2a, (T2b) T2b, T2cPSA < 10 ng/ml 10-20 ng/mlSomma <strong>di</strong> Gleason < 7 7Esplorazione rettaleNegativaNodulo (> T2a)


Nodulo (T2a)Al <strong>di</strong> là delle in<strong>di</strong>cazioni squis<strong>it</strong>amente oncologiche, è inoltre in<strong>di</strong>spensabileuna accurata selezione dei pazienti, al fine <strong>di</strong> ridurre al minimo il rischio <strong>di</strong>effetti collaterali e <strong>di</strong> eventuali complicanze.Controin<strong>di</strong>cazioni alla BTLe <strong>di</strong>mensioni prostatiche, la presenza <strong>di</strong> una sintomatologia ostruttiva urinariae pregressi interventi sulla prostata possono cost<strong>it</strong>uire una controin<strong>di</strong>cazione altrattamento. Non sono can<strong>di</strong>dabili i pazienti con volume ghiandolare prostatico< <strong>di</strong> 20cc e > <strong>di</strong> 60cc (stimato in base alle <strong>di</strong>mensioni ecografiche).Qualora il peso della ghiandola ecceda i 60cc è possibile far precedereall'impianto una terapia ormonale (3mesi) che andrà poi continuata per 3 mesidopo il trattamento; tale terapia porta ad una riduzione del volume prostaticosino al 40%.Precedenti interventi sulla prostata possono esporre il <strong>paziente</strong> ad un rischio <strong>di</strong>incontinenza urinaria dopo l'impianto e ciascun caso dovrà essere valutatosingolarmente.Una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ostruzione al deflusso dell'urina (flusso massimo urinario 50 cc, punteggio al questionariosintomatologico inerente la minzione IPSS > 19) espone il <strong>paziente</strong> ad unaumentato rischio <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione urinaria dopo l'impianto.L'impianto andrà sconsigliato ai pazienti affetti da turbe psichiatriche e infine aquei pazienti che non possano assumere durante l'impianto la posizione "ginecologica" ad esempio per patologie dell'anca.In<strong>di</strong>cazioni alla BT


<strong>La</strong> BT può essere proposta ai pazienti con peso ghiandolare compreso tra 20 e60 cc, flusso massimo urinario > 12 ml/s, residuo post-minzione < 50 cc epunteggio al questionario sintomatologico inerente la minzione IPSS


volume della ghiandola prostatica; questo stu<strong>di</strong>o serve per calcolare quantesorgenti ra<strong>di</strong>oattive dovranno essere or<strong>di</strong>nate e successivamente impiantate<strong>nel</strong>la ghiandola.Il <strong>paziente</strong> viene fatto accomodare su un lettino in posizione "ginecologica";attraverso una sonda ecografica endorettale vengono acquis<strong>it</strong>e numeroseimmagini della prostata per ottenerne una ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale; questaverrà utilizzata dal Ra<strong>di</strong>oterapista e dal Fisico San<strong>it</strong>ario per determinare ilnumero e la posizione dei semi ra<strong>di</strong>oattivi che dovranno successivamenteessere impiantati (stesura del piano <strong>di</strong> trattamento).L'esame dura circa 30 minuti e non è doloroso.Attualmente questa procedura è stata mo<strong>di</strong>ficata: una semplice maaccurata valutazione del volume della prostata consente infatti in pochi minuti<strong>di</strong> stimare quante sorgenti ra<strong>di</strong>oattive devono essere or<strong>di</strong>nate; la valutazionemorfovolumetrica della ghiandola, il riconoscimento delle strutture dapreservare e la stesura del piano <strong>di</strong> trattamento verranno esegu<strong>it</strong>e il giornostesso dell'impianto, in tempo reale, in sala operatoria.Tale procedura permette <strong>di</strong> effettuare lo stu<strong>di</strong>o volumetrico con il catetere,senza arrecare <strong>di</strong>sagio al <strong>paziente</strong> e senza artefatti dovuti alla contrazione dellamuscolatura pelvica, viene assicurata inoltre la perfetta corrispondenzavolumetrica tra piano <strong>di</strong> trattamento ed impianto.Per contro si ha un allungamento della procedura <strong>di</strong> soli 15 minuti.Prima del ricovero per l'impianto, il <strong>paziente</strong> viene sottopostoambulatorialmente ai routinari esami preoperatori, e ad una vis<strong>it</strong>aanestesiologica per stabilire quale anestesia sia più idonea.L'inquadramento pre-operatorio può comprendere anche una vis<strong>it</strong>a andrologicadurante la quale viene valutata la fuzione erettile del <strong>paziente</strong> (anamnesi, esameobiettivo, ecocolordoppler penieno <strong>di</strong>namico, rigidometria peniena notturna,compilazione del questionario inerente la funzione erettile IIEF -InternationalIndex of Erectile Function).Nei giorni precedenti l'impianto viene consigliata una <strong>di</strong>eta priva <strong>di</strong> scorie el'astensione da bevande gasate .Eventuali terapie anticoagulanti o antiaggreganti (Aspirina) dovranno esseresospese o sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e circa una settimana prima dell'impianto previa accordo coni Me<strong>di</strong>ci del Reparto.


<strong>La</strong> sera prima e la mattina dell'impianto verranno esegu<strong>it</strong>i clisteri rettali: unacorretta preparazione intestinale permette infatti <strong>di</strong> rimuovere i residui fecalidal retto e <strong>di</strong> ottenere immagini ecografiche transrettali <strong>di</strong> migliore qual<strong>it</strong>à.L'impianto viene esegu<strong>it</strong>o in regime <strong>di</strong> day surgery o con un ricovero <strong>di</strong> 2giorni.Viene esegu<strong>it</strong>o in sala operatoria, in anestesia generale o spinale o ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>turalocale e dura in me<strong>di</strong>a meno <strong>di</strong> 90 minuti.Il <strong>paziente</strong> viene posizionato sul lettino operatorio in decub<strong>it</strong>o "ginecologico".Una sonda ecografica viene inser<strong>it</strong>a <strong>nel</strong> retto per visualizzare la ghiandolaprostatica.Il catetere vescicale serve come repere per visualizzare l'uretra e la base dellavescica.Me<strong>di</strong>ante appos<strong>it</strong>i, sottilissimi aghi, vengono quin<strong>di</strong> inser<strong>it</strong>i una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 80 -100 semi ra<strong>di</strong>oattivi <strong>nel</strong>la prostata, ciascuno lungo circa 5 mm e spesso 0.8mm.Tutta la procedura viene esegu<strong>it</strong>a sterilmente.Gli aghi vengono infissi attraverso la cute del perineo (tra lo scroto e l'ano) eme<strong>di</strong>ante l'apparato ecografico vengono guidati all'interno del parenchimaghiandolare con precisione, grazie ad una sorta <strong>di</strong> mirino (template) applicatoalla sonda ecografica.Tutta la procedura viene esegu<strong>it</strong>a sotto continuo mon<strong>it</strong>oraggio ecografico era<strong>di</strong>ologico in accordo con il piano <strong>di</strong> trattamento stilato dal Ra<strong>di</strong>oterapista edal Fisico San<strong>it</strong>ario.<strong>La</strong> accuratezza dell'impianto è uno dei car<strong>di</strong>ni del potenziale successoterapeutico.Al termine della procedura si controlla ecograficamente e ra<strong>di</strong>ologicamente chenon siano rimaste aree prostatiche "fredde", non adeguatamente trattate: in talcaso possono essere impiantati dei "semi" aggiuntivi.Una uretrocistoscopia viene esegu<strong>it</strong>a al termine della procedura per rimuovereeventuali "semi" <strong>di</strong>slocatisi in vescica e/o in uretra.


Si posiziona infine temporaneamente un catetere vescicale che verrà rimossodopo alcune ore <strong>nel</strong>la camera <strong>di</strong> degenza.Al termine della procedura il <strong>paziente</strong> viene riportato <strong>nel</strong>la stanza <strong>di</strong> degenza.Viene applicata una borsa del ghiaccio sotto lo scroto per ridurre l'edemadovuto al passaggio degli aghi attraverso il perineo.Vengono, inoltre, somministrati degli antibiotici per prevenire possibiliinfezioni, degli antiinfiammatori-antidolorifici e corticosteroi<strong>di</strong> a bassissimodosaggio per contenere l'edema della prostata.Nella maggior parte dei casi il catetere vescicale viene rimosso già poche oredopo l'impianto.I pazienti trattati in anestesia spinale o locale potranno alimentarsi la serastessa.Alla <strong>di</strong>missione verrà impostata una terapia domiciliare con antibiotici,antiinfiammatori e/o antidolorifici, e alfa bloccanti (farmaci che migliorano ilgetto minzionale) per un periodo variabile da in<strong>di</strong>viduo ad in<strong>di</strong>viduo.Si consiglia <strong>di</strong> e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>re una attiv<strong>it</strong>à fisica intensa almeno per i primi 2 giorni <strong>di</strong>convalescenza a casa; in segu<strong>it</strong>o il <strong>paziente</strong> sarà in grado <strong>di</strong> tornarerapidamente alle normalim attiv<strong>it</strong>à della <strong>v<strong>it</strong>a</strong> quoti<strong>di</strong>ana.Gli effetti collaterali generali delle ra<strong>di</strong>azioni sono rari e modesti dopo una BT,in quanto l'azione ra<strong>di</strong>oterapica è circoscr<strong>it</strong>ta ad un'area lim<strong>it</strong>ata del corpo; puòverificarsi una modesta stanchezza, ma generalmente non sono presenti <strong>di</strong>sturbipiù marcati quali nausea, vom<strong>it</strong>o, <strong>di</strong>arrea cronica.Nei giorni successivi all'impianto è possibile:-osservare la comparsa <strong>di</strong> sangue <strong>nel</strong>le urine, fenomeno che non richiedealcun trattamento specifico salvo una adeguata assunzione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>, eche si risolve spontaneamente <strong>nel</strong>l'arco <strong>di</strong> alcuni giorni;-avvertire sintomi irr<strong>it</strong>ativi <strong>di</strong>surici quali una minzione frequente o<strong>di</strong>fficoltosa con riduzione del getto urinario, urgenza minzionale,bruciori uretrali e minzionali più o meno intensi;-rilevare una sintomatologia rettale, caratterizzata da bruciori anali efasti<strong>di</strong>o durante la defecazione: generalmente più rara può esserecontrollata con l'ausilio <strong>di</strong> clisteri me<strong>di</strong>cati.


Tale sintomatologia può essere importante ed avere un acme dopo circa 3settimane dall'impianto con il Pd-103 e dopo 4-5 settimane dall'impianto con loI-125, ma successivamente tende gradualmente e spontaneamente a ridursimano a mano che i semi perdono la loro energia.Tali <strong>di</strong>sturbi possono perdurare in modo più o meno sfumato anche per 3-12mesi dopo l'impianto, ma possono essere alleviati con terapie specifiche (cheverranno consigliate singolarmente al <strong>paziente</strong> caso per caso) e attenendosi adalcune semplici norme comportamentali (e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>re alcoolici, caffeina, cibispeziati e piccanti e lim<strong>it</strong>are l'uso <strong>di</strong> bicicletta, cyclette e motocicli).Circa il 10% dei pazienti può andare incontro ad una r<strong>it</strong>enzione urinaria acuta,che comporta il temporaneo posizionamento <strong>di</strong> un catetere vescicale o <strong>di</strong> unacistostomia sovrapubica.Dopo l' impianto si può verificare eccezionalmente l'emissione <strong>di</strong> "semi" con leurine, pertanto nei primi giorni è consigliabile urinare attraverso un filtro (unsemplice colino); il <strong>paziente</strong> dovrà contattare i me<strong>di</strong>ci del reparto per losmaltimento della sorgente ra<strong>di</strong>oattiva eventualmente espulsa.I pazienti possono riprendere una normale attiv<strong>it</strong>à sessuale precocemente dopola Brach<strong>it</strong>erapia, salve le norme ra<strong>di</strong>oprotezionistiche atte alla salvaguar<strong>di</strong>adella salute della partner (lim<strong>it</strong>are l'esposizione della partner, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> unmetro, a meno <strong>di</strong> 20 ore alla settimana nei primi mesi dopo l'impianto).Nei primi rapporti il liquido seminale può apparire scuro: questo aspettotemporaneo non deve generare alcuna preoccupazione, essendo conseguenteall'emissione <strong>di</strong> piccole quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sangue coagulato con lo sperma.Solo eccezionalmente, <strong>nel</strong> corso dei primi rapporti, si possono r<strong>it</strong>rovare deisemi <strong>nel</strong>lo sperma: per tale motivo è in<strong>di</strong>cato l'utilizzo del preservativo neiprimi mesi dopo l'impianto. Infatti, superati i 2 mesi dall'infissione con sorgenti<strong>di</strong> Pd-103 e i 4 mesi con sorgenti <strong>di</strong> I-125, i semi eventualmente eiaculati nonsono più significativamente ra<strong>di</strong>oattivi a fini ra<strong>di</strong>oprotezionistici.Circa un terzo dei pazienti riferisce inoltre <strong>nel</strong> periodo iniziale bruciore ofasti<strong>di</strong>o durante l' eiaculazione.Qualora si manifestasse un iniziale defic<strong>it</strong> erettile, potrà essere in<strong>di</strong>cato untemporaneo ciclo terapeutico riabil<strong>it</strong>ativo con Sildenafil o con Prostaglan<strong>di</strong>ne.È comunque fondamentale sottolineare che, salvo i casi eccezionali sopradescr<strong>it</strong>ti, nè le urine nè lo sperma del <strong>paziente</strong> risultano in alcun modora<strong>di</strong>oattive.


Circa 3 settimane dopo l'impianto <strong>di</strong> sorgenti <strong>di</strong> Pd-103 e 4 settimane dopol'impianto <strong>di</strong> sorgenti <strong>di</strong> I-125 verrà esegu<strong>it</strong>a una valutazione della qual<strong>it</strong>àdell'impianto, me<strong>di</strong>ante una TAC della pelvi e/o una Risonanza Magnetica;sulla base <strong>di</strong> tali immagini <strong>di</strong>agnostiche viene ricostru<strong>it</strong>o l'impianto realmenteesegu<strong>it</strong>o e controllata la copertura dosimetrica (post-planning).Qualora venga evidenziata una insufficiente qual<strong>it</strong>à dell'impianto, iltrattamento dovrà essere completato con il posizionamento <strong>di</strong> ulteriori "semi"<strong>nel</strong>le aree scoperte, oppure con un ciclo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia esterna.Come per ogni procedura me<strong>di</strong>ca c'è una probabil<strong>it</strong>à', per quanto lim<strong>it</strong>ata, chesi verifichino complicanze a lungo termine o ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura permanenti.Queste possibil<strong>it</strong>à andranno <strong>di</strong>scusse prima del trattamento con i me<strong>di</strong>ci dellaéquipe.3. COMPLICANZE TARDIVELe complicanze tar<strong>di</strong>ve dopo BT sono estremamente rare.L'incontinenza urinaria e le fistole urinose interessano meno dell'1% deipazienti trattati, e possono comportare un intervento chirurgico correttivo.Il rischio <strong>di</strong> incontinenza urinaria è maggiore nei pazienti precedentementesottoposti ad interventi <strong>di</strong>sostruttivi sulla prostata (TURP, Adenomectomiatransvescicale).Nei soggetti con prostate voluminose o con una marcata riduzione del flussourinario può verificarsi una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione urinaria che, se protratta<strong>nel</strong> tempo, potrà richiedere un intervento <strong>di</strong>sostruttivo endoscopico; taleintervento dovrà essere <strong>di</strong>ffer<strong>it</strong>o <strong>di</strong> alcuni mesi per minimizzare i rischi <strong>di</strong> unapossibile incontinenza urinaria.Le fistole rettali, che comportano un intervento chirurgico correttivo, sonoancora più rare <strong>di</strong> quelle urinarie, e si verificano in genere a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 24-36mesi dall'impianto.


Il rischio aumenta in quei pazienti trattati con associazione <strong>di</strong> terapia (BT +Ra<strong>di</strong>oterapia Esterna).A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo dall'impianto, molti pazienti notano una <strong>di</strong>minuzione dellaquant<strong>it</strong>à del liquido seminale ed un <strong>di</strong>verso colore dell'eiaculato.È noto dalla letteratura che alcuni pazienti conservano la fertil<strong>it</strong>à senzaconseguenze teratogene sulla progenie.Peraltro, ai pazienti che desiderino avere dei figli, si consiglia <strong>di</strong> eseguire deidepos<strong>it</strong>i <strong>di</strong> sperma <strong>nel</strong>le appos<strong>it</strong>e Banche del seme.Complessivamente circa il 70 - 75 % dei pazienti mantiene una potenzasessuale inalterata dopo la BT; l'impotenza erigen<strong>di</strong> viene rifer<strong>it</strong>a da unapercentuale <strong>di</strong> pazienti che <strong>di</strong>fferisce a seconda della fascia <strong>di</strong> età: si va dal10% (pazienti con età inferiore ai 60 anni) al 20% (60-70 anni), fino al 50%(pazienti con età superiore ai 70 anni);il <strong>paziente</strong> potrà eventualmente beneficiare <strong>di</strong> un ciclo <strong>di</strong> riabil<strong>it</strong>azionefarmacologica per via orale (Viagra) o iniettiva endocavernosa(Prostaglan<strong>di</strong>ne).I pazienti sottoposti a Brach<strong>it</strong>erapia Permanente rappresentano una fonte <strong>di</strong>irra<strong>di</strong>azione significativa solo a <strong>di</strong>stanze inferiori ad un metro.Il <strong>paziente</strong> sottoposto a BT, solo per un periodo <strong>di</strong> 2 - 4 mesi dopo l'impiantorispettivamente con sorgenti <strong>di</strong> Pd-103 e I-125, deve osservare alcune norme <strong>di</strong>ra<strong>di</strong>oprotezione per lim<strong>it</strong>are l'esposizione dei propri familiari e dellacollettiv<strong>it</strong>à; infatti in tale arco <strong>di</strong> tempo l'attiv<strong>it</strong>à delle sorgenti impiantate <strong>nel</strong>laprostata va progressivamente riducendosi sino a livelli ra<strong>di</strong>oprotezionistici nonsignificativi.Successivamente il <strong>paziente</strong> potrà riprendere le proprie ab<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ni senza adottarealcuna cautela; i "semi" rimarranno <strong>nel</strong>la prostata per tutta la <strong>v<strong>it</strong>a</strong> del <strong>paziente</strong>senza dare segno della loro presenza.Vengono <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o riportate le norme comportamentali ra<strong>di</strong>oprotezionisticheper il <strong>paziente</strong> sottoposto a BT, sugger<strong>it</strong>e dal Servizio <strong>di</strong> Fisica San<strong>it</strong>ariadell'Ist<strong>it</strong>uto Scientifico Ospedale San Raffaele <strong>di</strong> Milano.Frequentazione <strong>di</strong> persone con età maggiore <strong>di</strong> anni 18 (escluse donne ingravidanza):


durante le otto settimane (Pd-103) e se<strong>di</strong>ci settimane (I-125) successiveall'impianto, il <strong>paziente</strong> deve lim<strong>it</strong>are la permanenza, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> unmetro, a meno <strong>di</strong> venti ore alla settimana. Nessuno dei familiari dovràpertanto dormire la notte a fianco del <strong>paziente</strong>.Trascorse le otto-se<strong>di</strong>ci settimane dall'impianto nessuna lim<strong>it</strong>azione.Frequentazione <strong>di</strong> bambini, adolescenti (età inferiore a 18 anni) e donnein gravidanza durante le otto-se<strong>di</strong>ci settimane dall'impianto: il <strong>paziente</strong>deve lim<strong>it</strong>are la permanenza, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un metro, a meno <strong>di</strong> 2 ore allaSettimana.Trascorse le otto-se<strong>di</strong>ci settimane dall'impianto il <strong>paziente</strong> deve lim<strong>it</strong>arela permanenza, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un metro, a meno <strong>di</strong> 4 ore allaSettimana.Trascorse le se<strong>di</strong>ci-ventiquattro settimane dall'impianto non vi è nessunalim<strong>it</strong>azione.All'atto della <strong>di</strong>missione dall'Ospedale, un<strong>it</strong>amente ad una copia dellesovradescr<strong>it</strong>te norme ra<strong>di</strong>oprotezionistiche, il <strong>paziente</strong> riceverà unascheda plastificata contenente tutte le informazioni relative all'impiantoed i numeri telefonici cui rivolgersi in caso <strong>di</strong> emergenza.Il <strong>paziente</strong> è tenuto a portare sempre con sé tale documento e a mostrarloal personale san<strong>it</strong>ario che dovesse, per qualunque motivo, prestareassistenza nei suoi confronti.4. FOLLOW-UP


I pazienti, 3-5 settimane dopo l'impianto, vengono sottoposti a TAC e/o aRisonanza Magnetica Nucleare della pelvi per valutare la qual<strong>it</strong>à dell'impianto,ossia che tutta la prostata abbia ricevuto una copertura dosimetrica (dose <strong>di</strong>ra<strong>di</strong>azione) adeguata.<strong>La</strong> moderna tecnica <strong>di</strong> impianto consente un controllo <strong>di</strong> qual<strong>it</strong>à in tempo realedurante la procedura, pertanto una inadeguata copertura dosimetrica cost<strong>it</strong>uisceun'eventual<strong>it</strong>à'spora<strong>di</strong>ca.Qualora venga evidenziata una insufficiente qual<strong>it</strong>à dell'impianto, iltrattamento dovrà essere completato con il posizionamento <strong>di</strong> ulteriori "semi"<strong>nel</strong>le aree scoperte, oppure con un ciclo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia esterna.Inoltre, vengono esegu<strong>it</strong>e una uroflussometria con valutazione del residuo postminzione, una urinocoltura, il PSA ed una vis<strong>it</strong>a andrologica (che comprende lacompilazione del questionario inerente la qual<strong>it</strong>à della funzione erettile IIEF-International Index of Erectile Function).Particolare cura viene posta alla qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> del <strong>paziente</strong>, valutata me<strong>di</strong>antela compilazione del questionario sintomatologico inerente la minzione IPSS(International Prostate Symptom Score) e del questionario inerente la qual<strong>it</strong>àdella <strong>v<strong>it</strong>a</strong>, specifico per pazienti affetti da carcinoma prostatico, FACT-P.Successivamente i pazienti vengono mon<strong>it</strong>orati con l'esame del PSA ogni 3-4mesi per il primo anno dopo l'impianto ed in segu<strong>it</strong>o ogni 6 mesi.Nei primi 2 anni dall'impianto si possono registrare delle oscillazioni dei valoridel PSA che non rivestono significato patologico.Sono considerati possibili in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> fallimento del trattamento i seguentiriscontri: PSA superiore a 0.3 ng/ml dopo 24 mesi dall'impianto e 3consecutivi rialzi del valore del PSA.Lo Specialista potrà' consigliare l'esecuzione <strong>di</strong> una scintigrafia ossea e <strong>di</strong>agobiopsie prostatiche ecoguidate oltre ad una eventuale TAC dell'addome.Nel caso tali accertamenti dovessero mettere in evidenza una reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong>malattia a livello prostatico, ci sono <strong>di</strong>verse opzioni terapeutiche: l'interventochirurgico <strong>di</strong> asportazione della prostata (prostatectomia ra<strong>di</strong>cale), la terapiaormonale (blocco androgenico) o trattamenti ancora in fase sperimentale qualila criochirurgia o la termoterapia


RADIOTERAPIA1 Ra<strong>di</strong>oterapia ra<strong>di</strong>cale<strong>La</strong> ra<strong>di</strong>oterapia "convenzionale" del cancro prostatico, cioè la ra<strong>di</strong>oterapia afasci esterni, tipicamente erogata con pianificazione bi-<strong>di</strong>mensionale (2-D) edose totale


<strong>La</strong> RT conformazionale 3-D è, allo stato dell'arte, considerata da molti centriinternazionali e nazionali lo standard <strong>di</strong> riferimento ra<strong>di</strong>ante <strong>nel</strong> trattamento delcancro prostatico localizzato e localmente avanzato (T1-T3).<strong>La</strong> comun<strong>it</strong>à oncologica ra<strong>di</strong>oterapica dovrebbe concorrere a <strong>di</strong>ffonderel'utilizzazione della tecnica e delle tecnologie conformazionali 3-D ben al <strong>di</strong> làdel numero <strong>di</strong> Centri ra<strong>di</strong>oterapici attualmente esperti in tale meto<strong>di</strong>ca.<strong>La</strong> revisione degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase II, degli stu<strong>di</strong> comparativi non randomizzati edegli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fase III con RT conformazionale 3-D mostra che, a par<strong>it</strong>à <strong>di</strong> dosesomministrata, le tossic<strong>it</strong>à collaterali acute e croniche a carico <strong>di</strong> retto e vescicasono significativamente ridotte per la miglior <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> dose ottenuta conla RT conformazionale.Le esperienze cliniche che hanno utilizzato dosi superiori a quelle"convenzionali" (>70 Gy) stanno evidenziando un incremento significativo <strong>nel</strong>controllo <strong>di</strong> malattia, fino al 30% <strong>di</strong> aumento <strong>nel</strong> controllo biochimico <strong>di</strong> PSA a5 anni.L'effetto biologico delle ra<strong>di</strong>azioni è espresso da una curva dose-effetto <strong>di</strong> tiposigmoide che <strong>nel</strong> cancro prostatico evidenzia un iniziale livello <strong>di</strong> saturazionedella stessa attorno agli 80 Gy.<strong>La</strong> relazione dose-effetto è <strong>di</strong>mostrata sia dal decremento <strong>di</strong> pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à bioptichepost-ra<strong>di</strong>oterapia, sia dal miglioramento della sopravvivenza libera da ricaduta<strong>di</strong> PSA, con l'aumento <strong>di</strong> dose ra<strong>di</strong>ante somministrata.Complicanze e sequele<strong>La</strong> tossic<strong>it</strong>à acuta del trattamento ra<strong>di</strong>ante ra<strong>di</strong>cale tende ad evidenziarsi dallaterza settimana e scompare generalmente entro alcune settimane.Il trattamento è ben tollerato anche se <strong>nel</strong> 60% dei pazienti i <strong>di</strong>sturbi urinari e/orettali (cisto-uretr<strong>it</strong>e/proct<strong>it</strong>e) richiedono un trattamento farmacologicocoa<strong>di</strong>uvante.I <strong>di</strong>sturbi intestinali acuti (<strong>di</strong>arrea, meteorismo) associati, all'eventualeirra<strong>di</strong>azione dei linfono<strong>di</strong> pelvici, peraltro poco frequenti se vengono utilizzatetecniche <strong>di</strong> esclusione dell'intestino dal campo <strong>di</strong> terapia, sono generalmenteben controllati da una <strong>di</strong>eta adeguata o da antispastici.


Le eventuali tossic<strong>it</strong>à tar<strong>di</strong>ve sono strettamente dose/tecnica-<strong>di</strong>pendente, sisviluppano in generale dal 3°al 39° mese dal completamento del ciclora<strong>di</strong>oterapico e si risolvono spontaneamente, ad eccezione della <strong>di</strong>sfunzioneerettile, in circa la metà dei pazienti entro un anno dalla loro comparsa.L'utilizzo <strong>di</strong> cortisonici può abbreviare e alleggerire la sintomatologia correlata.L'evento tar<strong>di</strong>vo più frequente a carico del retto è rappresentato dalsanguinamento saltuario in circa il 10-20% dei pazienti; tossic<strong>it</strong>à gravi quali, ilsanguinamento persistente che richiede emotrasfusioni o correzioni chirurgichee la necrosi della parete rettale sono eventi assai rari, riscontrabili in menodell'1% dei casi, al pari <strong>di</strong> quelli cisto-uretrali.<strong>La</strong> stenosi dell'uretra, evento che si verifica in meno dell'1% dei casi, ècomunque più frequente nei pazienti sottoposti precedentemente a resezioneprostatica trans-uretrale.<strong>La</strong> <strong>di</strong>sfunzione erettile è in genere determinata dal danno vascolare causato daltrattamento ra<strong>di</strong>ante.L'erezione è mantenuta <strong>nel</strong> 70-80% dei pazienti, nei primi 15-18 mesi e siriduce, anche naturalmente per l'avanzare dell'età, al 30-61% a 5 anni dallara<strong>di</strong>oterapia.L'utilizzo del Sildenafil, o dei suoi derivati, è in grado <strong>di</strong> ripristinare lafunzione erettile <strong>nel</strong> 74% dei casi.Con ra<strong>di</strong>oterapia conformazionale 3-D, la sopravvivenza libera da ripresabiochimica (bNED) a 5 anni ,valutata per classi <strong>di</strong> rischio (classi <strong>di</strong> rischiomutuate in parte da quelle del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center e delNational Comprehensive Cancer Network -NCCN-americano) mostra:


Classe a rischio basso (T1-T2a, GS = 6, PSA = 10)bNED: ~85% (± 10%)Classe a rischiointerme<strong>di</strong>o (T3, PSA = 10, GS = 6) bNED:~65% (± 10%)Classe a rischio alto(T1-T3, PSA > 10, GS = 7 o T3,PSA = 10, GS = 7 o T3, PSA > 10,GS =6) bNED: ~35% (± 10%)Classe a rischio molto alto(T3c-T4, N 1-3, GS: 8-10, PSA>20) bNED: ~15% (± 10%)Ra<strong>di</strong>oterapia ra<strong>di</strong>cale in associazionead ormonoterapia neoa<strong>di</strong>uvante/a<strong>di</strong>uvanteLo scopo dell'utilizzo dell'ormonoterapia con modal<strong>it</strong>à neoa<strong>di</strong>uvante è <strong>di</strong>ridurre il volume prostatico prima del trattamento e parallelamente <strong>di</strong>sensibilizzare le cellule tumorali all'insulto ra<strong>di</strong>ante.<strong>La</strong> riduzione <strong>di</strong>mensionale della ghiandola e del tumore prostatico comporta asua volta una riduzione dei campi <strong>di</strong> irra<strong>di</strong>azione e quin<strong>di</strong> degli organi cr<strong>it</strong>iciperiprostatici (retto, vescica, uretra), con conseguente potenziale decrementodegli effetti collaterali.Vi è evidenza clinica che l'ormonoterapia neoa<strong>di</strong>uvante in associazione allara<strong>di</strong>oterapia ra<strong>di</strong>cale incrementa la sopravvivenza libera da ripresa biochimica<strong>di</strong> malattia, la sopravvivenza libera da malattia ed il controllo locale.<strong>La</strong> principale final<strong>it</strong>à dell'ormonoterapia a<strong>di</strong>uvante alla ra<strong>di</strong>oterapia è quella <strong>di</strong>sterilizzare eventuali se<strong>di</strong> <strong>di</strong> malattia residua locale, regionale e/o sistemica.I dati <strong>di</strong> letteratura derivati da stu<strong>di</strong> randomizzati <strong>di</strong> comparazione trara<strong>di</strong>oterapia ra<strong>di</strong>cale esclusiva o associata ad ormonoterapia a<strong>di</strong>uvante


<strong>di</strong>mostrano che la soppressione ormonale è in grado <strong>di</strong> miglioraresignificativamente la sopravvivenza bNED, la sopravvivenza globale ed ilcontrollo locale, essenzialmente nei pazienti con malattia localmente avanzatae ad alta aggressiv<strong>it</strong>à.Tuttavia, non deve essere <strong>di</strong>menticato che la scelta, la qual<strong>it</strong>à (blocco totale oparziale) e la durata dell'ormonoterapia vanno sempre valutati <strong>nel</strong> contesto <strong>di</strong>un adeguato rapporto costo-beneficio, perché essa può causare effetti collateralisignificativi che possono alterare la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> dei pazienti.Ra<strong>di</strong>oterapia ra<strong>di</strong>cale:in<strong>di</strong>cazioni e strategie terapeuticheLe strategie terapeutiche qui riportate e che coinvolgono la ra<strong>di</strong>oterapiara<strong>di</strong>cale sono forn<strong>it</strong>e sulla base delle classi <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> ripresa <strong>di</strong> malattiamutuate in parte dal National Comprehensive Cancer Network (NCCN)americano.1. Rischio <strong>di</strong> fallimento basso (T1-T2a e Gleason score2-6 e PSA 20 ng/ml): ra<strong>di</strong>oterapia


conformazionale 3-D associata a ormonoterapianeoa<strong>di</strong>uvante e a<strong>di</strong>uvante4. Rischio <strong>di</strong> fallimento molto alto (T3c-T4):ra<strong>di</strong>oterapia conformazionale 3-D associata aormonoterapia neoa<strong>di</strong>uvante e a<strong>di</strong>uvante.2. Ra<strong>di</strong>oterapia post-operatoria<strong>La</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale è in grado <strong>di</strong> guarire la maggior parte dei pazientiaffetti da cancro localizzato della prostata.Tuttavia a 10 anni dalla chirurgia, il 30-40% <strong>di</strong> questi pazienti presenterà unincremento <strong>di</strong> PSA.In attesa dei risultati <strong>di</strong> due stu<strong>di</strong> randomizzati (EORTC 22911 e SWOG 8794),che stanno valutando l'efficacia della ra<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvante dopoprostatectomia ra<strong>di</strong>cale, allo stato attuale <strong>di</strong> conoscenze sono possibili leseguenti considerazioni generali.Ra<strong>di</strong>oterapia post-operatoria a<strong>di</strong>uvante(somministrata generalmente entro 6 mesi dalla chirurgia)Vi è evidenza crescente che i fattori <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> fallimento biochimico, chesuggeriscono l'utilizzazione della RT a<strong>di</strong>uvante, sono rappresentati da tumoricon GS =7, dalla presenza <strong>di</strong> margini chirurgici pos<strong>it</strong>ivi o <strong>di</strong> interessamentomultiplo periprostatico.L'analisi della letteratura <strong>nel</strong> caso <strong>di</strong> pazienti pT3a, b (TNM 1992) sottoposti ara<strong>di</strong>oterapia a<strong>di</strong>uvante, mostra un ottimo controllo biochimico <strong>di</strong> malattia(bNED) a 5 anni (70-90%).


<strong>La</strong> dose totale sugger<strong>it</strong>a è <strong>di</strong> 60-66 Gy, somministrata al letto periprostatico;tuttavia se la malattia residua è consistente, ad esempio margini pos<strong>it</strong>ivimultipli, è consigliato un sovradosaggio per una dose totale =70 Gy e l'utilizzo<strong>di</strong> tecniche conformazionali.Nel caso non vi sia interessamento delle vescicole seminali e/o dei linfono<strong>di</strong>pelvici, la pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à dei margini chirurgici rappresenta l'elemento significativoche con<strong>di</strong>ziona i risultati poiché, in assenza <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia post-operatoria, ilfallimento biochimico a 5 anni può arrivare al 60%.I dati preliminari dello stu<strong>di</strong>o EORTC 22911 confermano l'ottima tolleranza esicurezza della RT a<strong>di</strong>uvante: le tossic<strong>it</strong>à acute e tar<strong>di</strong>ve <strong>di</strong> grado 3 sono infattiinferiori al 3% a 3 anni dal trattamento.<strong>La</strong> presenza <strong>di</strong> linfono<strong>di</strong> pos<strong>it</strong>ivi alla linfadenectomia, cost<strong>it</strong>uendo un altrofattore fortemente significativo <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> fallimento clinico-biochimico(essenzialmente a <strong>di</strong>stanza), non può implicare, allo stato attuale <strong>di</strong>conoscenza, una in<strong>di</strong>cazione sicura alla RT post-operatoria, anche se rimanepossibile l'opzione <strong>di</strong> una combinazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia pelvica eormonoterapia a<strong>di</strong>uvante.Tale in<strong>di</strong>cazione è attualmente oggetto <strong>di</strong> un trial randomizzato RTOG.Ra<strong>di</strong>oterapia post-operatoria <strong>di</strong> salvataggio(somministrata dopo 6 mesi dalla chirurgia)Nonostante la revisione della letteratura non offra valutazioni chiare edefin<strong>it</strong>ive per l'inclusione <strong>nel</strong>le casistiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti variabili pre-trattamento,<strong>di</strong> tecniche o modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> trattamento non omogenee, <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi intervalli <strong>di</strong>follow-up e <strong>di</strong> definizioni <strong>di</strong> "fallimento" non univoche, la ra<strong>di</strong>oterapia <strong>di</strong>salvataggio è in grado <strong>di</strong> produrre un decremento del PSA <strong>nel</strong> 70-80% deipazienti e <strong>di</strong> conseguire l'azzeramento <strong>nel</strong> 40-50%.A 5 anni dal trattamento combinato, il 10-50% dei pazienti rimane in controllobiochimico <strong>di</strong> malattia.Il trattamento <strong>di</strong> salvataggio dovrebbe essere attuato il più precocementepossibile dal riscontro del fallimento biochimico, poiché le reci<strong>di</strong>ve localihanno un'aggressiv<strong>it</strong>à maggiore rispetto ai tumori prim<strong>it</strong>ivi e la persistenza


locale <strong>di</strong> malattia può essere una causa significativa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sseminazionemetastatica.I pazienti con PSA post-prostatectomia azzerato e PSA pre-ra<strong>di</strong>oterapiainferiori a 0,5 ng/ml, dovrebbero ricevere 60-66 Gy sul letto operatorio.Tuttavia la presenza <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va locale (clinica e/o bioptica e/o strumentale)richiede un dosaggio superiore a 70 Gy e quin<strong>di</strong> la necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> utilizzaretecniche conformazionali.Deve essere sottolineato che nei pazienti ad alto rischio <strong>di</strong> fallimento a <strong>di</strong>stanza(tempo <strong>di</strong> raddoppiamento <strong>di</strong> PSA inferiore a 6 mesi, intervallo tra chirurgia ecresc<strong>it</strong>a <strong>di</strong> PSA inferiore a 2 anni, GS >7, vescicole seminali pos<strong>it</strong>ive, linfono<strong>di</strong>pelvici pos<strong>it</strong>ivi) il trattamento ra<strong>di</strong>ante loco-regionale <strong>di</strong> salvataggio dovrebbeessere ragionevolmente associato a trattamento sistemico con ormonoterapiaanche se non è chiaro quale possa essere l'impatto <strong>di</strong> questo trattamento sullasperanza <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> del <strong>paziente</strong>.Numerosi stu<strong>di</strong> stanno valutando l'efficacia dell'associazione RT <strong>di</strong> salvataggioe ormonoterapia, tra i quali lo stu<strong>di</strong>o RTOG 96-01 che paragona la ra<strong>di</strong>oterapia<strong>di</strong> salvataggio esclusiva, Bicalutamide 150 mg/<strong>di</strong>e esclusiva verso ra<strong>di</strong>oterapia-Bicalutamide 150 mg/<strong>di</strong>e in associazione.3. Ra<strong>di</strong>oterapia palliativaAl pari <strong>di</strong> ogni altra neoplasia con tendenza alla <strong>di</strong>ffusione sistemica, lara<strong>di</strong>oterapia esterna svolge un ruolo palliativo importante anche <strong>nel</strong> cancrometastatico della prostata.Ra<strong>di</strong>oterapia palliativa a fasci esterni<strong>La</strong> ra<strong>di</strong>oterapia locale è particolarmente in<strong>di</strong>cata <strong>nel</strong>le seguenti con<strong>di</strong>zioni:Dolore da metastasi ossee singole (80% circa <strong>di</strong> effetto antidolorifico)Fratture patologiche evidenti o potenziali, accompagnate o meno dasintomatologia dolorosa


Sintomi neurologici causati da secondarismi osseiEmergenze ra<strong>di</strong>oterapiche, quali la compressione midollare o ilsanguinamento da infiltrazione tissutale patologicaSintomi causati da interessamento dei linfono<strong>di</strong> pelvici,para-aortici,me<strong>di</strong>astinici, sovraclaveari.Metastasi cerebrali<strong>La</strong> scelta degli schemi terapeutici (frazionamento singolo/multiplo e dosetotale), dovrebbe essere dettata da un'attenta valutazione della qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>del <strong>paziente</strong> e del contenimento delle potenziali tossic<strong>it</strong>à collaterali causate daltrattamento stesso.Terapia ra<strong>di</strong>ometabolicaAlcuni ra<strong>di</strong>ofarmaci quali lo Stronzio-89 cloruro ( 89 Sr cloruro), il Samario-153lexidronam ( 153 Sm EDTMP), il Renio-186 etidronato ( 186 Re HEDP), possonoessere vantaggiosamente usati <strong>nel</strong> trattamento del dolore da metastasi ossee neicasi refrattari ad altri tipi <strong>di</strong> terapie.L'in<strong>di</strong>cazione per questo tipo <strong>di</strong> terapia è la presenza <strong>di</strong> metastasi ossee in più<strong>di</strong> una sede, associata a reazione osteoblastica <strong>di</strong>mostrabile con scintigrafiaossea.Lo 89 Sr è un emett<strong>it</strong>ore ß con energia me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 1.4 MeV, percorso me<strong>di</strong>o <strong>nel</strong>tessuto <strong>di</strong> 2.4 mm ed emi<strong>v<strong>it</strong>a</strong> <strong>di</strong> 50.5 giorni.Il 153 Sm emette particelle ß <strong>di</strong> energia me<strong>di</strong>a 0.23 MeV con range <strong>nel</strong> tessuto <strong>di</strong>0.6 mm, fotoni gamma <strong>di</strong> 0.103 MeV ed emi<strong>v<strong>it</strong>a</strong> <strong>di</strong> 1.9 giorni. Il 186 Re emetteparticelle ß con energia <strong>di</strong> 0.3 MeV con range <strong>nel</strong> tessuto <strong>di</strong> 1.1 mm, fotonigamma <strong>di</strong> 0.137 MeV, e ha una emi<strong>v<strong>it</strong>a</strong> <strong>di</strong> 3.7 giorni.Questo tipo <strong>di</strong> terapia viene esegu<strong>it</strong>a me<strong>di</strong>ante somministrazione e.v. <strong>di</strong> 89 Srcloruro,attiv<strong>it</strong>à 150 MBq (4mCi), o <strong>di</strong> 153 Sm EDTMP, attiv<strong>it</strong>à 37 MBq/kg(1mCi/kg) o <strong>di</strong> 186 Re HEDP attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> 1295 MBq (35 mCi).Il trattamento può essere ripetuto ad intervalli <strong>di</strong> 3-12 mesi in caso <strong>di</strong> ripresadel dolore, tenendo conto che generalmente la risposta al secondo e aisuccessivi trattamenti può essere inferiore a quello evidenziato in occasionedella prima somministrazione.


In generale, la remissione della sindrome dolorosa si manifesta <strong>nel</strong> 60-80% deicasi e da 1 a 3 settimane dopo il primo trattamento.<strong>La</strong> durata della risposta può essere <strong>di</strong> alcuni mesi; la ripresa del doloregiustifica la ripetizione del trattamento,se c'è stata risposta alla primasomministrazione.Controin<strong>di</strong>cazioni al trattamento sono tutte le s<strong>it</strong>uazioni in cui l'emoglobina è


Il trattamento può essere associato a campi lim<strong>it</strong>ati <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia esterna;l'impiego <strong>di</strong> campi estesi <strong>di</strong> irra<strong>di</strong>azione è invece controin<strong>di</strong>cato in associazionecon la terapia ra<strong>di</strong>ometabolica.Eventuali chemioterapie mielosoppressive devono essere sospese almeno 4settimane prima della somministrazione <strong>di</strong> 89 Sr, 153 Sm EDTMP o 186 Re HEDP.<strong>La</strong> ripresa <strong>di</strong> tali terapie me<strong>di</strong>che deve avvenire almeno a 6-12 settimane <strong>di</strong><strong>di</strong>stanza dalla somministrazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oisotopi,per e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>re una severamielosoppressione.E' necessario controllare il quadro ematologico e biochimico almeno unasettimana prima dal trattamento ed è opportuno mon<strong>it</strong>orare la crasi ematica perun certo tempo, in quanto gli effetti collaterali più comuni sono la leucopenia ela piastrinopenia, che si manifestano, <strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o, da 4 a 6 settimane dall'iniezionedei ra<strong>di</strong>oisotopi.In genere, la ripresa midollare avviene in un periodo da 4 a 6 settimane, se lariserva midollare è conservata.Concom<strong>it</strong>anti trattamenti con bifosfonati possono ridurre la captazione <strong>di</strong>questi ra<strong>di</strong>onucli<strong>di</strong> <strong>nel</strong>le metastasi ossee e ridurre l'effetto <strong>di</strong> palliazione deldolore.E' raccomandabile un intervallo minimo <strong>di</strong> 48 ore tra la somministrazione <strong>di</strong>89 Sr, 153 Sm EDTMP, o 186 Re HEDP e l'assunzione <strong>di</strong> fosfonati.


TERAPIA CHIRURGICAProstatectomia ra<strong>di</strong>caleCon il termine <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale si intende l'intervento chirurgico cheprevede l'asportazione in blocco della prostata e delle vescicole seminali con lasuccessiva anastomosi della vescica con il moncone uretrale.L'intervento è <strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o preceduto da una linfoadenectomia pelvica cioè dallaasportazione dei linfono<strong>di</strong> che drenano i linfatici dalla ghiandola prostatica.<strong>La</strong> selezione del <strong>paziente</strong> can<strong>di</strong>dato a tale intervento <strong>di</strong>pende dallo sta<strong>di</strong>oclinico, dall'aspettativa <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> e dalle con<strong>di</strong>zioni psicofisiche.In genere è r<strong>it</strong>enuto can<strong>di</strong>dabile ad intervento <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale, conintenti curativi, il <strong>paziente</strong> con neoplasia prostatica clinicamente localizzata,con aspettativa <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> <strong>di</strong> almeno 10 anni e in con<strong>di</strong>zioni generali sod<strong>di</strong>sfacenti.Lo scopo che l'intervento si propone è quello <strong>di</strong> rimuovere chirurgicamentetutto il tumore, consentendo la guarigione del <strong>paziente</strong>.Tuttavia occorre ricordare che, purtroppo, all'analisi istologica sul pezzoasportato in una alta percentuale <strong>di</strong> casi, superiore al 50%, il tumore risulta nonessere confinato <strong>nel</strong>la prostata o presentare margini <strong>di</strong> sezione pos<strong>it</strong>ivi.<strong>La</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale è considerata un intervento <strong>di</strong> chirurgia maggiore ecome tale non è scevro da complicanze.


Il tasso <strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à peri-operatoria, cioè quello che avviene nei trenta giornisusseguenti all'intervento chirurgico, varia dall'1 al 4,6%; mentre la mortal<strong>it</strong>àoperatoria è inferiore allo 0,5%.Le complicanze dell'intervento <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale si possonosud<strong>di</strong>videre in tre gruppi:1) Intra-operatorie2) Post-operatorie precoci (fino a 30 giorni dopo l'interveto chirurgico)3) Post-operatorie tar<strong>di</strong>ve (dopo trenta giorni dall'intervento chirurgico)Globalmente la frequenza <strong>di</strong> tali complicanze varia dal 7,5 al 18,5%;1) Tra le prime occorre ricordare l'emorragia intraoperatoriache si verifica in meno del 10% dei casi conuna per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sangue che me<strong>di</strong>amente non supera i1.200/1.500 ml.<strong>La</strong> perforazione della parete rettale viene riportata<strong>nel</strong>lo 0,1/0,2% dei casi; mentre le lesioni ureteralihanno un'incidenza variabile dallo 0,1 al 4,7%.<strong>La</strong> perforazione rettale se minima è riparata <strong>nel</strong> corsodell'intervento stesso; se la lesione rettale è <strong>di</strong><strong>di</strong>mensioni più cospicue e la sola riparazione non dasufficienti garanzie, si è sol<strong>it</strong>i confezionare unacolostomia temporanea per permettere una più sicuraguarigione.Le lesioni ureterali invece necess<strong>it</strong>ano <strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o <strong>di</strong> unreimpianto dell'uretere in vescica.2) Tra le complicanze post-operatorie precoci vannosegnalate quelle trombo-emboliche 0,7-2,6%, quellecar<strong>di</strong>ovascolari 1-4%, le infezioni <strong>di</strong> fer<strong>it</strong>a 0,9-1,3%, lalinforrea o linfocele 0,6-2%.<strong>La</strong> stenosi dell'anastomosi vescico-uretrale vieneriportata in una percentuale variabile tra lo 0,6 e il 32%dei casi ed è sol<strong>it</strong>amente trattabile per via endoscopica.3) Tra le complicanze tar<strong>di</strong>ve vanno menzionate a partel'incontinenza urinaria e l'impotenza sessuale.


Per quel che riguarda il problema dell'incontinenzaurinaria l'approccio anatomico “descr<strong>it</strong>to da Walsh”<strong>nel</strong>la prostatectomia ra<strong>di</strong>cale ha consent<strong>it</strong>o <strong>di</strong> ridurrel'incidenza della incontinenza urinaria post-operatoria.L'incidenza storica “dell'incontinenza urinaria” dopoprostatectomia ra<strong>di</strong>cale varia dal 2,5 al 47% dei casi inrelazione alla definizione <strong>di</strong> incontinenza utilizzata;alcuni autori infatti r<strong>it</strong>engono presente un'incontinenzain tutti i pazienti con minima incontinenza da sforzo,mentre altri considerano nei loro dati solol'incontinenza totale.L'incontinenza, quando grave, può essere corretta con l'applicazione <strong>di</strong> protesi.Nelle casistiche <strong>di</strong>sponibili sulle prostatectomie ra<strong>di</strong>cali l'incidenzadell'incontinenza totale varia dallo 0 al 12,5% dei casi.Quel che riguarda il problema dell'impotenza sessuale esiste in letteratura unanotevole variabil<strong>it</strong>à dei dati riguardanti il recupero della potenza dopo taleintervento che vanno dal 10 al 75% dei casi trattati.L'intervento <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale preceduto dalla linfoadenectomia ha unadurata <strong>di</strong> circa tre ore e viene esegu<strong>it</strong>a in regime <strong>di</strong> ricovero or<strong>di</strong>nario con unadegenza variabile dai 7 ai 14 giorni.<strong>La</strong> convalescenza per questo tipo <strong>di</strong> intervento è <strong>di</strong> circa 20-30 giorni dalla<strong>di</strong>missione.Il primo controllo viene effettuato a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 40-60 giorni con unadeterminazione del PSA, un'esame <strong>di</strong> urine ed un'urinocoltura;mentre i successivi controlli, variabili da caso a caso, saranno programmatime<strong>di</strong>amente alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 6 mesi dopo la prima vis<strong>it</strong>a.<strong>La</strong> sopravvivenza libera da malattia a lungo termine in pazienti con malattialocalmente confinata, sottoposti a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale, è riportata <strong>nel</strong>laseguente tabella.Numero 5 anni 10 anni 15 anni


PazientiHan, 2003 2,091 84% 72% 61%Hull, 2002 1,000 78% 75% -Catalona, 1998 1,778 78% 65% -Pound, 1997 1,623 80% 68% -Zincke, 1994 3,170 70% 52% -Prostatectomia ra<strong>di</strong>cale perineale<strong>La</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale perineale fu descr<strong>it</strong>ta da Young più <strong>di</strong> un secolo fa.In pazienti selezionati correttamente, questa procedura garantisce unasopravvivvenza libera da malattia simile a quella attesa in soggetti appartenentialla popolazione generale comparabili per età, anche per perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>osservazione fino a 30 anni. I dati sul controllo a lungo termine della malattianeoplastica sono ben conosciuti.Dopo un intervento perineale vi è un minor <strong>di</strong>sagio per il <strong>paziente</strong>, con un piùrapido r<strong>it</strong>orno dell’ appet<strong>it</strong>o e della funzione intestinale, e un più rapidorecupero dell’ attiv<strong>it</strong>à usuale, e ognuno <strong>di</strong> questi fattori riduce la durata delricovero.Grazie all’ampio utilizzo dell’antigene prostatico specifico e della esplorazionerettale, è in aumento la percentuale <strong>di</strong> pazienti a cui viene fatta la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>carcinoma prostatico <strong>di</strong> basso sta<strong>di</strong>o e grado, in cui si può e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>re unalinfoadenectomia pelvica.I vantaggi tecnici includono un’ agevole esposizione ed accesso all’apiceprostatico, che ottimizzano la rimozione completa <strong>di</strong> questo margine chirurgicocr<strong>it</strong>ico e permettono una sezione precisa dell’uretra, una minore per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>sangue e il serraggio dei punti uretrovescicali sotto visione <strong>di</strong>retta in modo dagarantire un’anastomosi uretrovescicale impermeabile, non in tensione declive.SELEZIONE DEI PAZIENTIIl pazienta can<strong>di</strong>dato a questo tipo <strong>di</strong> intervento dovrebbe avere una neoplasiaconfinata alla prostata, una spettanza <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> più lunga della storia naturale dellaneoplasia e non presentare significativi fattori <strong>di</strong> rischio chirurgico.


Questi cr<strong>it</strong>eri includono i pazienti con neoplasie istologicamente provate allosta<strong>di</strong>o clinico T1b, T1c o T2.L’intervento è necessario solo se la neoplasia è causa <strong>di</strong> una morbil<strong>it</strong>àimportante per il <strong>paziente</strong> o solo se ne <strong>di</strong>minuisce sensibilmente la spettanza, osperanza <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>.Il <strong>paziente</strong> dovrebbe avere almeno 15 anni <strong>di</strong> spettanza <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>e, dopo una<strong>di</strong>scussione su rischi, qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>,, storia naturale ed opzioni terapeutiche,manifestare la volontà <strong>di</strong> sottoporsi all’intervento.L’intervento dovrebbe essere <strong>di</strong>ffer<strong>it</strong>o almeno <strong>di</strong> settimane dopo l’esecuzionedell’agobiopsia transrettale della prostata, e ancor <strong>di</strong> più se ad essa si sonoassociati sanguinamento o infezione.Questo intervento può essere effettuato facilmente con un’anestesia epidurale ospinale, ma alcuni anestesisti si trovano maggiormente a proprio agio conun’anestesia generale ed intubazione tracheale.POSIZIONE DEL PAZIENTEE’ importante che i glutei siano portati il più avanti possibile, proprio sull’orlodel tavolo operatorio, e che questo sia molto stabile e monol<strong>it</strong>ico; si fissanoquin<strong>di</strong> le caviglie alle staffe e si abbassa la parte terminale del tavolo.Il <strong>paziente</strong> viene posto in posizione l<strong>it</strong>otomica spinta, portando in alto le astedelle staffe; si posiziona un sostegno al <strong>di</strong> sotto del sacro in modo che ilperineo sia quasi parallelo al pavimento.Durante l’intervento viene mantenuta un’adeguata esposizione alzando iltavolo operatorio, ma e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>ndo <strong>di</strong> utilizzare la posizione <strong>di</strong> Trendelenburg, checomporta il rischio <strong>di</strong> aumentare la pressione sulle spalle e <strong>di</strong> far perdere laposizione del <strong>paziente</strong>; la posizione l<strong>it</strong>otomica spinta risulta raramente unproblema se si eccettuano i pazienti con anchilosi dell’anca o quellimarcatamenti obesi.Una semplice prova, eseguibile anche in ambulatorio, consiste <strong>nel</strong> far giacere il<strong>paziente</strong> supino sul lettino <strong>di</strong> vis<strong>it</strong>a e <strong>nel</strong> portare le sue ginocchia al petto; una<strong>di</strong>fficoltà <strong>nel</strong>l’eseguire tale azione è una controin<strong>di</strong>cazione a tale tecnica.


COMPLICANZE<strong>La</strong> maggior parte dei pazienti sottoposti a prostatectomiara<strong>di</strong>cale perineale puòessere <strong>di</strong>messa <strong>nel</strong>la seconda giornata postoperatoria.E’ imperativo che i pazienti vengano <strong>di</strong>messi con precise istruzionipostoperatorie riguardo alle attiv<strong>it</strong>à permessa, alla <strong>di</strong>eta, alla terapiaantidolorifica, al controllo intestinale e, cosa più importante, a quandochiamare l’urologo (se il drenaggio aumenta, in caso <strong>di</strong> edema o arrossamentodella fer<strong>it</strong>a, brivi<strong>di</strong> o febbre superiore a 38°C, urine maleodoranti e torbide,ematuria ingravescente, drenaggio vescicale inefficiente o per<strong>di</strong>ta del catetere).<strong>La</strong> fistola fecale è una complicanza postoperatoria e richiede una colostomiaper 3 o 4 mesi, e uno stu<strong>di</strong>o accurato per accertare che si sia chiusa, prima <strong>di</strong>affondare la colostomia.Se si verifica una fistola urofecale tar<strong>di</strong>va, questa può essere trattata attraversola stessa incisione perineale utilizzando un <strong>di</strong>to infilato <strong>nel</strong> retto come guida;si posiziona quin<strong>di</strong> un catetere sovrapubico.Una cistouretrografia viene esegu<strong>it</strong>a attraverso il catetere sovrapubico dopodue o tre settimane, e il catetere viene rimosso una volta chiusa la fistola.L’incontinenza urinaria necess<strong>it</strong>a da 3 settimane fino a 3 mesi per risolversi.Ogni forma <strong>di</strong> costr<strong>it</strong>tore penieno o <strong>di</strong> condom va e<strong>v<strong>it</strong>a</strong>ta per i primi 6 mesi.Se dopo tale periodo <strong>di</strong> tempo dovesse perdurare un’incontinenza significativa,si possono prendere in considerazione un costr<strong>it</strong>tore penieno o uno sfintereartificiale; un incontinenza <strong>di</strong> questa grav<strong>it</strong>à può essere osservata in circa il 3%dei casi.Nel caso si verifichi un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> r<strong>it</strong>enzione urinaria<strong>nel</strong> primo giorno dallarimozione del catetere, basta semplicemente riposizionare un catetre da 20 Frper un’altra settimana.Se invece il problema si manifesta a <strong>di</strong>stanza, allora il <strong>paziente</strong> necess<strong>it</strong>a <strong>di</strong> unacistoscopia e probabilmente della <strong>di</strong>latazione <strong>di</strong> una stenosi dell’anastomosi.In caso <strong>di</strong> persistenza del problema occorrerà considerare una <strong>di</strong>latazione sottoanestesia, segu<strong>it</strong>a da ripetute e quoti<strong>di</strong>ane auto<strong>di</strong>latazioni con palloncino per 6


settimane; un uretrotomia endoscopica spesso es<strong>it</strong>a in una incontinenzaurinaria.Per quanto riguarda le ab<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ni sessuali, <strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o i pazienti non subisconomo<strong>di</strong>ficazioni <strong>nel</strong>la sensazione orgasmica; se però, l’impotenza erettile perduraoltre 3 mesi dopo l’intervento, il <strong>paziente</strong> viene avviato ad un programma <strong>di</strong>farmacoerezione o con vacuum device; in caso <strong>di</strong> impotenza defin<strong>it</strong>iva, il<strong>paziente</strong> può prendere in considerazione l’impianto <strong>di</strong> una protesi peniena.Prostatectomia ra<strong>di</strong>cale retropubicaIl pioniere dell’accesso retropubico ra<strong>di</strong>cale fu Millin <strong>nel</strong> 1947.Negli ultimi venti anni l’acquisizione <strong>di</strong> ulteriori conoscenze anatomiche hamigliorato la capac<strong>it</strong>à dei chirurghi <strong>di</strong> asportare completamente il tumore e <strong>di</strong>ridurre in modo sostanziale la morbil<strong>it</strong>à perioperatoria.Il miglioramento della conoscenza dell’anatomia periprostatica ha consent<strong>it</strong>omargini <strong>di</strong> resezione più ampi; l’intervento <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>caleretropubica è considerato uno degli interventi più <strong>di</strong>fficili <strong>nel</strong> campodell’urologia.I tre obiettivi del chirurgo, in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza, sono il controllo dellamalattia neoplastica, la conservazione della continenza urinaria e lapreservazione della funzione sessualeL’intervento chirurgico deve essere procrastinato <strong>di</strong> 6 o 8 settimane dopoun’agobiopsia prostatica e <strong>di</strong> 12 settimane dopo una reseione transuretrale dellaprostata.Questo intervallo consente alle aderenze infiammatorie <strong>di</strong> risolversi, cosicchè irapporti anatomici tra la prostata e le strutture circostanti possano tornare aduno stato <strong>di</strong> normal<strong>it</strong>à prima dell’esecuzione dell’intervento.Durante questo intervello i pazienti hanno la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> donare 2 o 3 un<strong>it</strong>à <strong>di</strong>sangue autologo astenendosi dall’assunzione <strong>di</strong> aspirina o altri antiinfiammatorinon steroidei.I pazienti vengono ricoverati il giorno dell’intervento e si pratica loro unclistere leggero.


Si preferisce usare un’anestesia spinale o epidurale: questo tipo <strong>di</strong> anestesiasembra essere associato a minori per<strong>di</strong>te ematiche e a una ridotta frequenza <strong>di</strong>embolia polmonare.Il <strong>paziente</strong> viene posto in posizione supina con il tavolo spezzato <strong>nel</strong> mezzo peraumentare la <strong>di</strong>stanza tra il pube e l’ombelico; il tavolo viene quin<strong>di</strong> inclinatoper assumere la posizione <strong>di</strong> Trendelenburg sino a che le gambe del <strong>paziente</strong>non si trovino quasi parallele al pavimento.Il decorso postoperatorio è sol<strong>it</strong>amente tranquillo e il <strong>paziente</strong> ab<strong>it</strong>ualmentepuò camminare la mattina del giorno seguente l’intervento.Il dolore è controllato tram<strong>it</strong>e una pompa antalgica endovenosa con morfina.I pazienti assumono <strong>di</strong>eta liquida il primo giorno del postoperatorio, una <strong>di</strong>etaa basso contenuto lipi<strong>di</strong>co il secondo giorno e dal terzo giorno sono a <strong>di</strong>etalibera.I tubi <strong>di</strong> drenaggio a circu<strong>it</strong>o chiuso vengono lasciati in sede per tutto il tempoche restano secernenti.Il <strong>paziente</strong> viene <strong>di</strong>messo dalla terza alla quinta giornata postoperatoria con ilcatetere <strong>di</strong> Foley ancora in sede, che verrà rimosso dopo tre settimane.COMPLICANZELe complicazioni possono essere <strong>di</strong>vise in intraoperatorie e postoperatorie.<strong>La</strong> complicanza intraoperatoria più frequente è rappresentata dall’emorragia,che sol<strong>it</strong>amente è venosa.Può avvenire durante la linfoadenectomia pelvica in caso <strong>di</strong> inavvert<strong>it</strong>alacerazione <strong>di</strong> un ramo della vena ipogastrica, e può essere controllato con untamponamento temporaneo, oppure, ove questo non fosse sufficiente, con unasutura con punti vascolari.L’emorragia si può verificare anche all’atto dell’incisione della fasciaendopelvica, se questa viene praticata troppo vicino alla prostata, all’atto dellasezione dei legamenti puboprostatici se questi non sono stati isolati dal ramosuperficiale della vena dorsale o dalla fascia prostatica anteriore o infine,


durante la preparazione dell’apice prostaticoalla sezione del complesso venosodorsale.Complicanze meno frequenti sono rappresentate dalla lesione del nervootturatorio, durante la linfoadenectomia pelvica, e da lesioni del retto edell’uretere.<strong>La</strong> fer<strong>it</strong>a dovrebbe essere copiosamente irrigata con soluzione antibiotica e il<strong>paziente</strong> coperto con antibiotici ad ampio spettro sia per germi aerobi cheanaerobiLe complicanze postoperatorieIl sanguinamento dopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale viene defin<strong>it</strong>o come unaemorragia postoperatoria significativa che richiede un’emotrasfusione urgenteper sostenere la pressione arteriosa.I pazienti che necess<strong>it</strong>ano <strong>di</strong> una emotrasfusione d’urgenza per una ipotensionedopo prostatectomia ra<strong>di</strong>cale dovrebbero essere sottoposti ad un successivointervento per evacuare l’ematoma pelvico, <strong>nel</strong> tentativo <strong>di</strong> ridurre leprobabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> stenosi del collo e <strong>di</strong> incontinenza urinaria.L’incontinenza può essere attribu<strong>it</strong>a a vari meccanismi <strong>di</strong>fferenti: lesioni delmeccanismo sfinterico <strong>di</strong>stale, variazioni in<strong>di</strong>viduali <strong>nel</strong>la lunghezza delsegmentouretrale <strong>di</strong>stale, stenosi del collo vescicale, denervazione ed instabil<strong>it</strong>àdetrusoriale.In segu<strong>it</strong>o a perfezionamenti delle tecniche chirurgiche la ripresa dell’atti<strong>v<strong>it</strong>a</strong>sessuale è <strong>di</strong>ventato un’obiettivo raggiungibile.Si identificano tre fattori correlati con il ripristino della funzional<strong>it</strong>à sessuale:l’età, lo sta<strong>di</strong>o clinico-patologico e la tecnica chirurgica (conservazione oasportazione delle banderelle neurovascolari).Finchè non si ripristinano le normali erezioni, i pazienti dovrebbero essereincoraggiati ad usare il <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo vacuum o le farmacoprotesi abbinati ad uncostante incoraggiamento.


ALTRE OPZIONI TERAPEUTICHE1. CRIOTERAPIA<strong>La</strong> crioterapia (CT) si basa sul principio che temperature estremamente basse,inferiori a -20°C segu<strong>it</strong>e da lento scongelamento causano uno shock termicocon denaturazione delle proteine, <strong>di</strong>sidratazione cellulare, concentrazione <strong>di</strong>soluti tossici e formazione <strong>di</strong> cristalli <strong>di</strong> ghiaccio intracellulare, danno allemembrane cellulari, stasi vascolare e conseguente morte cellulare.Nel 1964, Gonder e collaboratori <strong>di</strong>mostrarono che il congelamento producevauna <strong>di</strong>struzione tissutale <strong>nel</strong>la prostata del cane.L'applicazione della tecnica all'uomo fu esegu<strong>it</strong>a due anni dopo, <strong>nel</strong> trattamentodell'ostruzione vescicale da carcinoma e dell'ipertrofia benigna, esegu<strong>it</strong>a concriosonde.Allo scopo <strong>di</strong> ridurre le complicanze ostruttive che il trattamento transuretraleprovocava per la necrosi uretrale, Flocks dapprima, introdusse l'accessoperineale a cielo aperto.In segu<strong>it</strong>o Megalli e collaboratori introdussero la criochirugia transperinealechiusa, in cui una singola criosonda era posizionata e controllata conl'esplorazione rettale.Nel 1988 Onik e collaboratori <strong>di</strong>mostrarono che l'ecografia transrettale in realtimepoteva essere utilizzata per mon<strong>it</strong>orare le varie fasi della crioterapiaprostatica percutanea transperineale.


I progressi della criotecnologia, lo sviluppo della ecografia transrettale ad altarisoluzione e l'adozione delle tecniche interventistiche percutanee, hannonotevolmente migliorato la procedura, minimizzato le complicanze, ridottol'invasiv<strong>it</strong>à ed esteso l'utilizzo a numerosi Centri.TecnicaIl <strong>paziente</strong>, in anestesia periferica o generale, è posto in posizione l<strong>it</strong>otomicadorsale.Viene inser<strong>it</strong>o un catetere sovrapubico 10-14 F per il drenaggio vescicale,mentre un catetere uretrale od un <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo <strong>di</strong> riscaldamento uretrale permettela circolazione <strong>di</strong> soluzione salina a 40-44°C, allo scopo <strong>di</strong> salvaguardare dalcongelamento l'uretra, il collo vescicale e lo sfintere uretrale esterno.Il controllo ecografico del trattamento viene effettuato con sonda biplanaretransrettale.Sotto controllo ecografico vengono posizionati per via perineale aghimandrinati da 18 G <strong>nel</strong>la prostata fino a raggiungere il collo vescicale.Sol<strong>it</strong>amente vengono impiegati 5 aghi che permettono il posizionamento <strong>di</strong> 5criosonde, due anteriori e tre posteriori, per una copertura ottimale <strong>di</strong> tutta laprostata.Le criosonde vengono collegate all'apparato per la crioterapia e si avvia ilprocesso <strong>di</strong> congelamento attivando a rotazione le sonde a partire da quelleanteriori, la cui temperatura scende rapidamente a -180°C, -195°C.All'estrem<strong>it</strong>à della punta <strong>di</strong> ogni sonda comincia a formarsi una sfera <strong>di</strong>ghiaccio (ice ball), rilevabile ecograficamente.Il tempo <strong>di</strong> congelamento per ogni sonda varia da 5 a 15 minuti, mentre iltempo <strong>di</strong> scongelamento è <strong>di</strong> circa 20 minuti, con tempo operativo complessivome<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 120 minuti (range 80-285).<strong>La</strong> maggior parte dei criochirurghi esegue <strong>di</strong> routine due cicli <strong>di</strong>congelamento/scongelamento in tutti i pazienti specialmente se la sfera <strong>di</strong>


ghiaccio non interessa adeguatamente l'apice prostatico o se la neoplasia siestende oltre la capsula prostatica.Il secondo ciclo viene esegu<strong>it</strong>o spostando le criosonde.Il <strong>paziente</strong> viene <strong>di</strong>messo in prima o seconda giornata, con il cateteresovrapubico, che viene rimosso non appena il residuo postminzionale simantiene al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 100 cc, me<strong>di</strong>amente entro 15 giorni.In<strong>di</strong>cazioni<strong>La</strong> Crioterapia può essere proposta sia con intento ra<strong>di</strong>cale che a scopopalliativo, con applicazione quin<strong>di</strong> sia <strong>nel</strong>le forme localizzate che in quelleavanzate.Per quanto riguarda queste ultime, si possono in<strong>di</strong>viduare le seguentipossibil<strong>it</strong>à d'impiego:Controin<strong>di</strong>cazionia) pazienti anziani o non suscettibili <strong>di</strong> procedurechirurgiche,b) pazienti trattati senza successo con ra<strong>di</strong>oterapiaesterna o con brach<strong>it</strong>erapia ed aspettativa <strong>di</strong><strong>v<strong>it</strong>a</strong> <strong>di</strong> almeno 5-10 anni,c) pazienti con neoplasie molto voluminose, altosta<strong>di</strong>o, PSA >10, Gleason score >7, allo scopo<strong>di</strong> lim<strong>it</strong>are le complicanze locali qualil'ostruzione e l'ematuria ricorrente,d) pazienti che non possono o non vogliono esseresottoposti a terapia chirurgica e che sono stat<strong>it</strong>rattati in precedenza con ra<strong>di</strong>oterapia per altrepatologie addominali.<strong>La</strong> Crioterapia non può essere proposta ai pazienti con PSA in aumento incorso <strong>di</strong> ormonoterapia, perché secondo la maggior parte degli Autori non c'èalcuna efficacia statisticamente significativa.


Complicanze<strong>La</strong> crioterapia prostatica, nei primi 10-20 anni della sua applicazione, è stataassociata ad una significativa morbil<strong>it</strong>à, per l'elevato rischio <strong>di</strong> danno dacongelamento della parete rettale, dell'uretra, del collo vescicale e dello sfintereuretrale esterno, con conseguenti fistole rettouretrale, incontinenza o r<strong>it</strong>enzioneurinaria.L'introduzione della "nuova criochirurgia" con sonde transperineali sottocontrollo ecografico transrettale, più recentemente associata al controllo dellatemperatura periprostatica me<strong>di</strong>ante termocoppie interstiziali e l'uso <strong>di</strong><strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivi per il riscaldamento uretrale, ha notevolmente ridotto la morbil<strong>it</strong>àcomplessiva e, prevalentemente, quella dovuta alle lesioni maggiori (fistolerettouretrali, ostruzione, incontinenza, impotenza).L'incidenza delle fistole rettouretrali varia dallo 0% al 6%.E' riportata una percentuale più elevata nei pazienti trattati per reci<strong>di</strong>va dopora<strong>di</strong>oterapia (10%) fino ad un rischio 26 volte maggiore.L'ostruzione al flusso è presente in tutti i pazienti <strong>nel</strong> periodo post-operatorio erichiede un cateterismo sovrapubico me<strong>di</strong>o da 1 a 3 settimane.<strong>La</strong> persistenza dell'ostruzione richiede una TUR prostatica o del collo vescicaledal 12% al 55% dei casi.Sebbene molti fattori possano contribuire alla <strong>di</strong>sfunzione erettile dopocrioablazione prostatica, il danno vascolare sembra giocare il ruolo piùimportante.L'impotenza è documentata in quasi tutti i pazienti trattati, <strong>nel</strong>l'imme<strong>di</strong>atoperiodo post-operatorio.Nei pazienti in precedenza sessualmente attivi, l'impotenza è presente dal 46%al 84% dei casi, per lo più in valutazioni dopo 6 mesi dal trattamento.Estremamente lim<strong>it</strong>ata è l'incidenza <strong>di</strong> incontinenza, con percentuali variabilida 0% al 3-4%, ma fino al 73% nei pazienti precedentemente sottoposti ara<strong>di</strong>oterapia o TURP.


L'impiego <strong>di</strong> efficaci <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivi <strong>di</strong> riscaldamento uretrale e <strong>di</strong> termosensoriinterstiziali permette sia un più completo congelamento della prostata, sia laprotezione delle altre strutture con conseguente riduzione delle complicanze.Risultati<strong>La</strong> maggior parte degli Autori in<strong>di</strong>ca come parametri <strong>di</strong> valutazione dellarisposta, la biopsia prostatica ed il valore del PSA,nei follow-up, identificandoquattro tipi <strong>di</strong> s<strong>it</strong>uazioni:1) biopsia negativa e PSA non dosabile,2) biopsia negativa e PSA nei range <strong>di</strong> normal<strong>it</strong>ào incrementato, ma stabile,3) biopsia negativa e PSA in cresc<strong>it</strong>a (fallimentobiochimico),4) biopsia pos<strong>it</strong>iva (fallimento locale).I risultati della crioablazione vengono, per lo più riportati in follow-up a brevetermine (da 3 a 6 mesi), solo in pochi casi a 12, 24 mesi.In follow-up a 3-6 mesi, la crioterapia determina negativ<strong>it</strong>à bioptica dal 77% al95%.A 12 mesi, il tasso <strong>di</strong> biopsie negative riportato varia dal 92% al 96%.


Carcinomi a basso sta<strong>di</strong>o (T1, T2) mostrano una migliore risposta nei confronti<strong>di</strong> quelli localmente avanzati (T3 - T4) (92-92% e 43-69% <strong>di</strong> biopsie negative,rispettivamente).L'ent<strong>it</strong>à della risposta è però influenzata, oltre che dallo sta<strong>di</strong>o, anche dallatecnica adottata: il numero <strong>di</strong> criosonde utilizzato ed il numero <strong>di</strong> cicli <strong>di</strong>congelamento/riscaldamento effettuati mo<strong>di</strong>ficano la risposta.Onik ha riscontrato il 37,5% <strong>di</strong> biopsie pos<strong>it</strong>ive con un <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo criogeno aduna sonda, contro il 6,7% impiegando un moderno sistema a sonde multiple edue cicli.Inoltre, passando da un unico ciclo <strong>di</strong> trattamento ad un doppio ciclo sonoriportati incrementi <strong>di</strong> biopsie negative dal 50% al 93%, al follow-up <strong>di</strong> 6 mesi.Nel controllo locale del tumore dopo fallimento della ra<strong>di</strong>oterapia (crioterapia<strong>di</strong> salvataggio), sono documentate percentuali <strong>di</strong> negativ<strong>it</strong>à alle biopsie dal59% a 86% in follow-up da 3 mesi a due anni.Ruolo del PSA <strong>nel</strong>la valutazione della rispostaL'esatto livello <strong>di</strong> PSA necessario per raggiungere la guarigione rimane dadefinire.Valori elevati <strong>di</strong> PSA pre-trattamento sono in<strong>di</strong>cati come pre<strong>di</strong>ttivi dellarisposta alla crioablazione.Per PSA


Shinohara e coll. hanno rilevato che il livello na<strong>di</strong>r del PSA dopo crioterapiacorrela sia con la ripresa <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a del PSA (biochemical failure) sia con lapos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à bioptica.Nei casi <strong>di</strong> crioterapia <strong>di</strong> salvataggio, si riscontra PSA non dosabile o basso <strong>nel</strong>35% dei casi che però si riduce marcatamente nei follow-up più lunghi,in<strong>di</strong>cando una significativa <strong>di</strong>screpanza tra guarigione "bioptica" e guarigione"biochimica".Il livello <strong>di</strong> PSA non è in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare la ripresa locale o a <strong>di</strong>stanzadella malattia.Nei pazienti sottoposti a crioterapia tale valore può rappresentare PSA secretodalle ghiandole periuretrali, sopravvissute con il riscaldamento dell'uretra, cosìcome da tessuto prostatico benigno o da carcinoma residuo o metastasi a<strong>di</strong>stanza.Percentuali variabili <strong>di</strong> biopsie negative, dal 19% al 77%, <strong>di</strong>mostrano tessutoghiandolare prostatico benigno.Imaging <strong>nel</strong>la valutazione della risposta alla crioterapiaNon sembra che attualmente esistano tecniche <strong>di</strong> immagine che possanoaccuratamente valutare l'efficacia della crioablazione del carcinoma prostatico.L'ecografia transrettale, in<strong>di</strong>spensabile in fase <strong>di</strong> trattamento per l'esattoposizionamento delle sonde, sovrastima l'area <strong>di</strong> tessuto <strong>di</strong>strutto dalcongelamento.L'identificazione della sfera <strong>di</strong> ghiaccio (ice ball) con il suo margineiperecogeno, non è in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione tissutale, poichè la temperaturaalla sua periferia varia da 0° a -2°C, mentre la <strong>di</strong>struzione cellulare richiedetemperature da -25°C a -50°C. Pertanto, la necrosi tissutale si realizza alcunimillimetri all'interno della sfera <strong>di</strong> ghiaccio e non può essere controllataecograficamente.


<strong>La</strong> crioterapia induce mo<strong>di</strong>ficazioni strutturali <strong>nel</strong>la prostata che non possonoessere <strong>di</strong>fferenziate dalla reci<strong>di</strong>va neoplastica con la Risonanza Magnetica adalta risoluzione, che pur permette il riconoscimento delle mo<strong>di</strong>ficazioniintraprostatiche e dei tessuti periprostatici indotti dal trattamento criogeno.2. High Intens<strong>it</strong>y Focused Ultrasound (HIFU)Temperature superiori a 45°C inducono necrosi coagulativa tissutale.L'ipertermia può essere indotta da ultrasuoni ad alta energia, microonde, laser;contrariamente alle altre modal<strong>it</strong>à, gli ultrasuoni non richiedono contatto con iltessuto da trattare.In un mezzo assorbente, l'energia ultrasonica è continuamente assorb<strong>it</strong>a econvert<strong>it</strong>a in calore.Lo scopo dell'HIFU è <strong>di</strong> riscaldare i tessuti a temperature superiori a 65°C<strong>di</strong>struggendoli me<strong>di</strong>ante una necrosi coagulativa.Con un fascio estremamente focalizzato, attraverso una lente acustica,l'intens<strong>it</strong>à degli ultrasuoni <strong>di</strong>venta elevata <strong>nel</strong>l'area focale e decrescerapidamente tra il fuoco e la faccia anteriore del transduttore.Così il fascio ultrasonico è capace <strong>di</strong> indurre un netto incremento dellatemperatura (60-100 °C) <strong>nel</strong> tessuto compreso <strong>nel</strong>l'area focale, in pochisecon<strong>di</strong>.A <strong>di</strong>fferenza degli altri tipi <strong>di</strong> ipertemia, il flusso ematico risente solominimamente degli effetti della temperatura in una esposizione così breve.


Al <strong>di</strong> fuori dell'area focale, l'intens<strong>it</strong>à del fascio ultrasonico è così bassa che <strong>it</strong>essuti circostanti non vengono danneggiati.Il trattamento con HIFU impiega transduttori ultrasonici ad alta frequenzacapaci <strong>di</strong> produrre, <strong>nel</strong> punto focale, una energia 104 volte superiore a quelladegli ultrasuoni <strong>di</strong>agnostici.In funzione <strong>di</strong> una determinata quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> energia, la <strong>di</strong>struzione tissutale èdeterminata da due <strong>di</strong>stinti effetti fisici <strong>di</strong>pendenti dalla intens<strong>it</strong>à acustica:1. effetto termico che si ottiene applicando basse intens<strong>it</strong>à (inferiori a500 W/cm 2 ) <strong>di</strong> ultrasuoni, per perio<strong>di</strong> superiori ad 1 secondo2. effetto <strong>di</strong> ca<strong>v<strong>it</strong>a</strong>zione che si ottiene con picchi <strong>di</strong> intens<strong>it</strong>à elevata(maggiori <strong>di</strong> 3000 W/cm2).Le lesioni indotte sono caratterizzate da lisi cellulare con formazione <strong>di</strong> cav<strong>it</strong>à.L'obiettivo è <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere il tessuto prostatico me<strong>di</strong>ante gli effetti termici(necrosi coagulativa) ed il fenomeno della ca<strong>v<strong>it</strong>a</strong>zione, me<strong>di</strong>ante ilraggiungimento <strong>di</strong> temperature intraparenchimali intorno agli 80-85°C.Il <strong>paziente</strong> viene trattato in anestesia generale o spinale, in decub<strong>it</strong>o lateraledestro.E' in<strong>di</strong>spensabile l'immobil<strong>it</strong>à assoluta.Previa <strong>di</strong>latazione dello sfintere anale viene introdotta la sonda ecografiaaccoppiata al trasduttore <strong>di</strong> ultrasuoni, così che sia possibile pianificare iltrattamento e seguirlo <strong>nel</strong> suo svolgimento.Punto d'inizio è l'apice prostatico e la prostata viene sud<strong>di</strong>visa in strati <strong>di</strong> 16mm <strong>di</strong> spessore; l'area d'impiego può essere monolaterale, interessante un sololobo o bilaterale, coinvolgente entrambi i lobi.Si <strong>di</strong>stinguono, perciò, un trattamento parziale ed uno completo.Sono possibili più sedute; la tecnica è in grado <strong>di</strong> rispettare in buona misura ifasci neuro-vascolari e può quin<strong>di</strong> essere conservativa nei confronti dellafunzione erettile (ove presente).Nell'imme<strong>di</strong>ato periodo post-HIFU, la prostata ha un incremento <strong>di</strong> volume del30%, causando conseguentemente <strong>di</strong>sturbi urinari <strong>di</strong> tipo ostruttivo, ovviati con


l'applicazione <strong>di</strong> una cistostomia sovrapubica oppure me<strong>di</strong>ante cateteretransuretrale mantenuto per 5 giorni.Dopo 30 giorni il volume prostatico r<strong>it</strong>orna alle <strong>di</strong>mensioni iniziali e dopo 3mesi può <strong>di</strong>minuire <strong>di</strong> oltre il 50%.VantaggiAssenza <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te ematiche, bassa morbi<strong>di</strong>tà, possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> ripetere iltrattamento senza danno alle strutture contigue, ospedalizzazione molto breve,1-2-giorni, basso costo e buon controllo locale della malattia.SvantaggiCirca il 17% delle biopsie <strong>di</strong> controllo risulta pos<strong>it</strong>ivo per carcinoma dellaprostata.<strong>La</strong> massima <strong>di</strong>stanza del fuoco è <strong>di</strong> 25 mm, pertanto la maggiore lim<strong>it</strong>azione èlegata alle <strong>di</strong>mensioni del tumore ed in particolare della prostata, il cui<strong>di</strong>ametro antero-posteriore non deve superare i 25 mm così da poter trattarel'intero spessore della prostata.Sono allo stu<strong>di</strong>o apparecchiature che permetteranno una penetrazione <strong>di</strong> 30mm.ComplicanzeNelle esperienze preliminari era stata descr<strong>it</strong>ta una incidenza <strong>di</strong> complicanze<strong>nel</strong> 4,8% dei casi che si sono drasticamente ridotte da quando è stata introdottauna sonda perfrigerante endorettale.Stress-incontinence, stenosi uretrale, sclerosi del collo vescicale, r<strong>it</strong>enzioned'urina sono le più frequenti, ma raramente, meno dell'1%, sono <strong>di</strong> gradosevero.Le fistole retto-uretrali, descr<strong>it</strong>te con la prima generazione <strong>di</strong> apparecchi, sonovirtualmente scomparse dalle casistiche con l'uso della perfrigerazioneendorettale a circolazione d'acqua.In<strong>di</strong>cazioniI dati <strong>di</strong>sponibili in letteratura offrono risultati a breve termine moltopromettenti in termini <strong>di</strong> azzeramento del PSA e <strong>di</strong> negativizzazione dellebiopsie a sei mesi dal trattamento.


Su oltre 4000 pazienti, trattati a tutt'oggi nei <strong>di</strong>versi centri europei, lapercentuale <strong>di</strong> biopsie negative a sei mesi, si avvicina globalmente al 90%.Dividendo i pazienti per classi <strong>di</strong> rischio, nei soggetti ad alto rischio si arrivaad una percentuale <strong>di</strong> biopsie negative del 75%, mentre nei soggetti a bassorischio la percentuale è <strong>di</strong> circa il 95 %.Data la minima invasiv<strong>it</strong>à, la bassa incidenza <strong>di</strong> complicanze e lo scarso effettosulle strutture circostanti, l'in<strong>di</strong>cazione principale è rappresentata dal carcinomaprostatico localizzato in pazienti a rischio elevato per la chirurgia, anziani conspettanza <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> superiore a 5 anni.Anche se principalmente in<strong>di</strong>cata per le forme circoscr<strong>it</strong>te intraprostatiche, èpossibile prevederne l'impiego anche <strong>nel</strong>le forme localmente avanzate.Un altro campo <strong>di</strong> applicazione estremamente promettente è quello dei soggettiche presentano una ripresa <strong>di</strong> malattia intraprostatica dopo ra<strong>di</strong>oterapia conintento ra<strong>di</strong>cale.<strong>La</strong> mancanza <strong>di</strong> dati relativi a follow-up a lungo termine (10-15 anni) nonconsente attualmente <strong>di</strong> estendere l'in<strong>di</strong>cazione a soggetti giovani e con lungheaspettative <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>, per i quali lo standard resta la prostatectomia ra<strong>di</strong>cale o lara<strong>di</strong>oterapia.Ciò non toglie che il progressivo aumento dei tempi <strong>di</strong> osservazione possaportare nei prossimi anni a una migliore definizione del ruolo <strong>di</strong> tale meto<strong>di</strong>ca<strong>nel</strong> trattamento del carcinoma prostatico localizzato.RisultatiI lavori <strong>di</strong> Gelet e collaboratori su 94 pazienti con neoplasia T1-T2, con followupfino a 80 mesi, in<strong>di</strong>cano una risposta completa con biopsie negative<strong>nel</strong>l'86% dei casi, con valori <strong>di</strong> PSA me<strong>di</strong>


<strong>di</strong> 0,2 ng/ml, a sei mesi dal trattamento.I risultati ottenuti dagli stu<strong>di</strong> finora condotti e nei quali si <strong>di</strong>spone dei datiiniziali su pazienti trattati per fallimento locale <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia esterna sonoriportati in tabella.Su circa 70 pazienti oltre il 90% presenta una negativizzazione della biopsiaprostatica a sei mesi dal trattamento, anche se circa il 27% presenta unaprogressione a <strong>di</strong>stanza.Biopsie negative PSA Na<strong>di</strong>rStu<strong>di</strong>o multicentrico europeo 87,2 % 0,1Lione 86,0 % 0,1Monaco 88.9 % 0,1Como 86,9 % 0,23. Ra<strong>di</strong>ofrequency Interst<strong>it</strong>ial Tumor Ablation (RITA)Correnti alternate ad alta frequenza (ra<strong>di</strong>ofrequenze) trasportate nei tessutime<strong>di</strong>ante elettro<strong>di</strong> producono un effetto termico locale che risulta in un nettoinnalzamento della temperatura con conseguente vaporizzazione dei liqui<strong>di</strong>intra ed extracellulari, coagulazione vascolare con ischemia locale e necrosicoagulativa.Le apparecchiature oggi <strong>di</strong>sponibili permettono <strong>di</strong> ottenere delle lesionisferoidali riproducibili e programmabili.Uno degli schemi più utilizzati prevede un riscaldamento a 100°C per 7 minutie 2 minuti <strong>di</strong> raffreddamento.In genere, è possibile sovrapporre i confini delle lesioni per garantire iltrattamento <strong>di</strong> tutto il tessuto.Il trattamento è ripetibile <strong>nel</strong> tempo.<strong>La</strong> produzione <strong>di</strong> calore e gli effetti termici non <strong>di</strong>fferiscono da quelli prodotticon altre sorgenti <strong>di</strong> energia (laser, microonde, HIFU), ma l'attrezzaturanecessaria alla produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ofrequenze risulta <strong>di</strong> costo lim<strong>it</strong>ato.


L'utilizzo delle ra<strong>di</strong>ofrequenze si è <strong>di</strong>mostrato sicuro ed efficace <strong>nel</strong>trattamento dell'iperplasia prostatica benigna, come alternativa alla TURP,seppure manchino risultati a lungo termine e stu<strong>di</strong> clinici randomizzatiprospettici.Decessi per compromissione car<strong>di</strong>aca pongono il sospetto <strong>di</strong> interferenze tra lealte frequenze e il r<strong>it</strong>mo car<strong>di</strong>aco.Attualmente sono stati condotti solo stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fattibil<strong>it</strong>à su pazienti con neoplasieprostatiche sottoposti poi a prostatectomia ra<strong>di</strong>cale.Le ra<strong>di</strong>ofrequenze sono state <strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>e <strong>nel</strong> tessuto prostatico con un accessotransperineale sotto controllo ecografico transrettale.I trattamenti sono esegu<strong>it</strong>i sia in anestesia generale che in anestesia spinale.Non vengono riportate complicanze.I controlli istologici post-prostatectomia hanno mostrato la presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>necrosi, che includevano sia la capsula che la zona periferica, correlate <strong>nel</strong>lalocalizzazione e <strong>nel</strong>la sede con i reperti ecografici transrettali e <strong>di</strong> imaging arisonanza magnetica.Solo in un caso non è stata riscontrata presenza <strong>di</strong> carcinoma residuo.Un lim<strong>it</strong>ato gruppo <strong>di</strong> pazienti, trattati con sola RITA hanno presentato, a tremesi, una netta riduzione dei valori <strong>di</strong> PSA.Tali risultati, tuttavia, forniscono solo informazioni e sono necessari ulterioristu<strong>di</strong> per una futura applicazione <strong>di</strong> questa forma <strong>di</strong> energia <strong>nel</strong> trattamento delcarcinoma prostatico localizzato.È stata stu<strong>di</strong>ata, come per l'HIFU, la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> utilizzare la RITA comesalvataggio nei fallimenti delle terapie loco-regionali, in particolare dellara<strong>di</strong>oterapia.In uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fase I condotto dal gruppo <strong>di</strong> Houston, in assenza <strong>di</strong>complicanze maggiori, la percentuale <strong>di</strong> controlli bioptici pos<strong>it</strong>ivi a 24 mesi èstato del 25% e a 36 mesi del 40%.Il decremento del PSA è risultato maggiore del 50% <strong>nel</strong>l'88% dei pazienti emaggiore dell'80% <strong>nel</strong> 43% dei pazienti, con un decremento da 13,1 a 7,6 delloscore IPSS e una sostanziale conservazione della qual<strong>it</strong>à della <strong>v<strong>it</strong>a</strong>.Lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>mostra che il trattamento, se pure ancora sperimentale, è fattibile eben tollerato, deve essere proposto solo a pazienti selezionati e potrebbe essere


ulteriormente migliorato da un affinamento tecnologico, che consentaun'ablazione ra<strong>di</strong>cale.CAMPIONI E METODILo stu<strong>di</strong>o è stato impostato attraverso una revisione <strong>di</strong> articoli e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> relativialla qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> del <strong>paziente</strong> <strong>prostatectomizzato</strong>.Lo scopo principale è stato quello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re gli aspetti principali dellaqual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> dei pazienti sottoposti ad un <strong>it</strong>er <strong>di</strong>agnostico-terapeutico cosìangosciante e a volte umiliante, che a causa dell’invecchiamento dellapopolazione soprattutto dei paesi sviluppati, interessa sempre più soggetti.Inoltre, obiettivo dello stu<strong>di</strong>o, era valutare la capac<strong>it</strong>à del personale me<strong>di</strong>co einfermieristico <strong>nel</strong>l’erogazione <strong>di</strong> assistenza e <strong>di</strong> informazioni, dalla <strong>di</strong>agnosi alricovero.Il campione preso in esame è stato in<strong>di</strong>viduato tra i pazienti sottoposti a<strong>di</strong>ntervento <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale, per un periodo compreso tra il febbraio2004 e il gennaio 2006.Lo stu<strong>di</strong>o è stato svolto sottoponendo telefonicamente a 82 pazienti, unquestionario <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci domande; si è scelto <strong>di</strong> concentrare le domande pere<strong>v<strong>it</strong>a</strong>re la <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> dati.Tra questi, 2 erano deceduti, 8 non è stato possibile reperirli e 5 non sono statein grado <strong>di</strong> rispondere al questionario telefonicamente.


L’utilizzo del questionario sottoposto telefonicamente, e<strong>v<strong>it</strong>a</strong> il rischio <strong>di</strong><strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> dati, a <strong>di</strong>fferenza del questionario inviato a domicilio.Inoltre i soggetti a cui è rivolto lo stu<strong>di</strong>o hanno concluso il loro <strong>it</strong>er <strong>di</strong>agnosticoterapeutico; ciò e<strong>v<strong>it</strong>a</strong> contaminazioni <strong>nel</strong>le risposte, causate da malesseri fisicopsichico-sociali,propri <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> chirurgia maggiore.Inoltre, si è scelto <strong>di</strong> non sottoporre ai pazienti, domande sulla <strong>v<strong>it</strong>a</strong> sessuale,poiché trattasi <strong>di</strong> argomento delicato, da affrontare preferibilmente in ambienteambulatoriale.Sono stati esclusi dall’indagine i pazienti reci<strong>di</strong>vi, i pazienti in fase terminalee/o sottoposti a cure palliative, e i pazienti ricoverati in strutture <strong>di</strong>lungodegenza.Inoltre, <strong>nel</strong> trattamento dei dati personali si è garant<strong>it</strong>o l’anonimato.Il questionario sottoposto ai soggetti campione è il seguente:1) Come valuterebbe, da 1 a 10 , la sua qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> ?(1: pessima; 10 ottima)2) Come valuterebbe, da 1 a 10 , il suo stato <strong>di</strong> salute dopo l’interventochirurgico ? (1: pessimo; 10 ottimo)3) Quanto, da 1 a 10, le sue con<strong>di</strong>zioni fisiche o il suo trattamento me<strong>di</strong>co,hanno interfer<strong>it</strong>o con le sue attiv<strong>it</strong>à sociali ? (1: per niente; 10: moltissimo)4) Quanto, da 1 a 10, le sue con<strong>di</strong>zioni fisiche o il suo trattamento me<strong>di</strong>co,hanno interfer<strong>it</strong>o con la sua <strong>v<strong>it</strong>a</strong> famigliare? (1: per niente; 10: moltissimo)5) Come valuterebbe, da 1 a 10, i problemi relativi all’aumento/per<strong>di</strong>ta<strong>di</strong> peso dopo l’intervento? (1:per nulla problematici; 10: molto problematici)6) Come valuterebbe, da 1 a 10, i problemi <strong>di</strong> incontinenza dopo l’intervento?(1:per nulla problematici; 10: molto problematici)7) Come valuterebbe, da 1 a 10, le <strong>di</strong>fficoltà <strong>nel</strong> fare lavori faticosi (esempiosollevare una borsa della spesa pesante o una valigia) dopo l’intervento ?(1:per nulla problematici; 10: molto problematici)8) Al termine del suo percorso <strong>di</strong>agnostico terapeutico, come valuterebbe,


(da 1 a 10) il personale me<strong>di</strong>co/infermieristico, in relazione a:INFORMAZIONI RICEVUTEASSISTENZA EROGATAPROFESSIONALITA’EFFICIENZARELAZIONE UMANA9) Quanto, da 1 a 10, il personale me<strong>di</strong>co/infermieristico, è stato esau<strong>di</strong>ente<strong>nel</strong>l’esporre le problematiche relative all’intervento?10) Quanto, da 1 a 10, il personale me<strong>di</strong>co/infermieristico è stato in grado <strong>di</strong>colmare eventuali dubbi relativi all’intervento?(1: non è stato in grado; 10 li ha colmati tutti)11) Quanto, da 1 a 10, il personale me<strong>di</strong>co/infermieristico è stato in grado <strong>di</strong>fornire informazioni esau<strong>di</strong>enti?RISULTATIPossiamo sud<strong>di</strong>videre i risultati dello stu<strong>di</strong>o, in due lavori separati macomplementari.<strong>La</strong> prima tranche valuta gli aspetti basilari della <strong>v<strong>it</strong>a</strong> del <strong>paziente</strong>;la seconda, prende in esame la qual<strong>it</strong>à del servizio erogato dal personaleme<strong>di</strong>co/infermieristico.Come rappresentato dalla Tabella 1, i giu<strong>di</strong>zi forn<strong>it</strong>i dai soggetti campione,sono <strong>nel</strong>la stragrande maggioranza totalmente negativi o totalmente pos<strong>it</strong>ivi,per entrambe gli oggetti dello stu<strong>di</strong>o.Tabella 1G I U D I Z IDOMA1 2 3 4 5 6 7 8 9 101 3 6 7 14 12 252 3 3 4 6 15 9 273 42 6 9 104 63 3 15 35 8 3 3 8 7 36 40 4 6 2 2 137 39 3 258A 1 10 15 41


NDE8B 2 23 428C 1 7 24 358D 1 9 15 428E 1 1 9 8 489 1 2 2 3 4 5510 2 5 3 5711 3 3 3 2 56Per quanto riguarda la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>, il 38% dei pazienti la valuta ottimamente,segu<strong>it</strong>o dal 21% che si attribuisce un 8, e da un 18% che valuta 9 la propriaqual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>; il 9% invece, la valuta insufficiente segu<strong>it</strong>o da un 4% che<strong>di</strong>chiara un’insod<strong>di</strong>sfazione totale (GRAFICO 1).114%59%1038%610%821%918%Alla domanda posta sulla valutazione del proprio stato <strong>di</strong> salute, i soggettiinteressati hanno mantenuto una certa omogene<strong>it</strong>à rispetto alla percezione dellaqual<strong>it</strong>à della <strong>v<strong>it</strong>a</strong>.Anzi, il 41% valuta al massimo il proprio stato <strong>di</strong> salute, segu<strong>it</strong>o dal 13% chegiu<strong>di</strong>ca 9/10 e il 23% 8/10; solo il 4% la r<strong>it</strong>iene insufficiente e un altro 4% lar<strong>it</strong>iene pessima, quasi invivibile. (GRAFICO 2).


sub<strong>it</strong>o alcun tipo <strong>di</strong> cambiamento mentre solamente l’1% <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> avercompletamento stravolto la propria <strong>v<strong>it</strong>a</strong> famigliare (1/67);Il restante 4% r<strong>it</strong>iene responsabile la malattia, <strong>di</strong> un lievissimo peggioramentodelle propri attiv<strong>it</strong>à familiari. (GRAFICI 4a, 4b).6757473727177-34a633 11 2 3 4 5 6 7 8 9 104b34%101%195%Nell’affrontare una malattia oncologica,il peso corporeo rappresenta unimportante in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>, soprattutto per il <strong>paziente</strong> stesso.Il 53 % dei pazienti intervistati <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non aver avuto problematicherelative all’aumento/per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso dopo l’intervento, mentre solo il 4% r<strong>it</strong>ieneproblematica la variazione. ( GRAFICI 5a, 5b).5 a5 b40353025201510501 2 3 4 5 6 7 8 9 10612%710%54%44%313%153%L’incontinenza rappresenta una delle complicanze più fasti<strong>di</strong>ose, seconda soloall’impotenza. Nel decorso post-operatorio la manifestazione è quasi obbligata,soprattutto nei primi mesi, ma viene risolta con successo <strong>nel</strong> breve periodo.Infatti il 60% del campione preso in esame r<strong>it</strong>iene non problematico il <strong>di</strong>sturbo,mentre il 6% attribuisce 5/10 e il 19% lo r<strong>it</strong>iene interamente responsabile <strong>di</strong>una pessima qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> (GRAFICI 6a, 6b).


6 a1019%6 b504030201069%160%01 2 3 4 5 6 7 8 9 1056%Nello svolgimento delle attiv<strong>it</strong>à quoti<strong>di</strong>ane, l’impossibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sollevare piccolipesi abbassa notevolmente la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> percep<strong>it</strong>a dal <strong>paziente</strong>;Questa incapac<strong>it</strong>à è legata all’intervento e tende a risolversi <strong>nel</strong> breve periodo.Il 59% r<strong>it</strong>iene che questa incapac<strong>it</strong>à non <strong>di</strong>a problematiche, poiché giustificatadall’ intervento chirurgico; il 37% invece r<strong>it</strong>iene molto problematica questaincapac<strong>it</strong>à, non risolta neanche <strong>nel</strong> lungo periodo, tanto da determinare untotale insod<strong>di</strong>sfacimento della propria qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>. (GRAFICI 7a, 7b)7 a7 b4540353025201510501 2 3 4 5 6 7 8 9 101037%84%159%<strong>La</strong> seconda parte dello stu<strong>di</strong>o, prende in esame l’esperienza personale <strong>di</strong>malattia, dalla <strong>di</strong>agnosi fino al ricovero per l’intervento chirurgico.Questo questionario è stato sottoposto ai pazienti in cura per valutare alcuniparametri del servizio erogato dal personale me<strong>di</strong>co/infermieristico.Alla domanda posta sulla valutazione delle informazione ricevute dalpersonale, il 62% esprime la propria completa sod<strong>di</strong>sfazione, segu<strong>it</strong>o dal 18%che valuta 9/10, e dal 13% con 8/10; solamente un <strong>paziente</strong> sull’intero


campione (1%) r<strong>it</strong>iene le informazioni ricevute gravemente insufficientiesprimendo il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> 1/10.Informazioni ricevute11%815%1062%922%Prendendo in esame la domanda riguardante l’assistenza, si nota un lieve calodel giu<strong>di</strong>zio più elevato (51%), a favore delle valutazioni 7/10, 8/10 e 9/10, <strong>di</strong>conseguenza si evidenzia una buon livello <strong>di</strong> assistenza erogata; raddoppianoinvece i giu<strong>di</strong>zi totalmente negativi, con 2 soggetti su 67 che valutanol’assistenza 1/10.Assistenza13%1063%934%<strong>La</strong> professional<strong>it</strong>à del personale me<strong>di</strong>co/infermieristico è r<strong>it</strong>enuta ottima da35 pazienti su 67 (53%) e altri 24 la valutano 9/10 (36%) segu<strong>it</strong>o da un 10%che la r<strong>it</strong>iene “<strong>di</strong>screta”; l’unico giu<strong>di</strong>zio non sufficiente è totalmentenegativo e rappresenta l’1%.


Professional<strong>it</strong>à11%710%1053%936%Anche l’efficienza è valutata ottimamente dai pazienti riscuotendo il 64% <strong>di</strong>10/10, il 22% <strong>di</strong> 9/10, il 4% <strong>di</strong> 8/10 e il 9% <strong>di</strong> 7/10; anche in questa vocepermane la totale insod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> un solo <strong>paziente</strong> sull’intero campione.Efficienza 11%713%1064%922%Il giu<strong>di</strong>zio sulla relazione umana prende in analisi la quant<strong>it</strong>à e la qual<strong>it</strong>a deltempo de<strong>di</strong>cato dagli operatori san<strong>it</strong>ari ai pazienti ma anche la <strong>di</strong>sponibil<strong>it</strong>à eil livello <strong>di</strong> attenzione recep<strong>it</strong>o dall’assist<strong>it</strong>o. Il 73% dei soggetti campioner<strong>it</strong>iene ottima anche la relazione umana offerta dal personale;Relazione Umana11%71%813%1073%912%


6050403020100Valutazione del personale me<strong>di</strong>co/infermieristico1 2 3 4 5 6 7 8 9 10InformazioniricevuteAssistenzaProfessional<strong>it</strong>àEfficienzaRelazione UmanaEsporre completamente le problematiche relative all’intervento rappresentaun’importante in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> professional<strong>it</strong>à e <strong>di</strong> attenzioni nei confronti del<strong>paziente</strong>: la decisione <strong>di</strong> affrontare l’intervento è una scelta importante, efornire dettagliatamente i rischi e i benefici della procedura aiuta il <strong>paziente</strong> aelaborare la propria con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> malattia, riporre fiducia <strong>nel</strong>lo staffme<strong>di</strong>co/infermieristico e a sedare l’ansia.L’83% dei soggetti campione valuta 10/10 l’esposizione delle problematiche,segu<strong>it</strong>o da un 13% che reputa me<strong>di</strong>amente buone (8/10) le complicanze esequele dell’intervento; il restante 3 % le valuta insufficientemente (5/10) el’1% le r<strong>it</strong>ene per nulla esau<strong>di</strong>enti. (GRAFICI 9a, 9b)


60509 a9 b11%53%63% 84%403020101083%96%01 2 3 4 5 6 7 8 9 10<strong>La</strong> necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sottoporsi ad un intervento chirurgico, fa nascere <strong>nel</strong> <strong>paziente</strong>una serie <strong>di</strong> dubbi.L’86% dei pazienti r<strong>it</strong>iene che il personale me<strong>di</strong>co/infermieristico sia stato ingrado <strong>di</strong> colmare completamente i dubbi sollevati;Il 7% invece valuta insufficientemente la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> far fronte ai dubbipre-operatori e il 3 % risulta interamente insod<strong>di</strong>sfatto. (GRAFICI 10a, 10b)10 a10 b13%57%60504030201001 2 3 4 5 6 7 8 9 10Fornire informazioni esau<strong>di</strong>enti rappresenta uno dei meto<strong>di</strong> più efficaci perfar crescere qual<strong>it</strong>ativamente l’erogazione <strong>di</strong> un servizio assistenziale,soprattutto in un’un<strong>it</strong>à operativa ambulatoriale.Rendersi <strong>di</strong>sponibili e far fronte alle momentanee esigenze del <strong>paziente</strong>,innalza notevolmente il livello <strong>di</strong> fiducia <strong>nel</strong> personale e <strong>di</strong> conseguenzaaumenta anche il grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione dell’utente.Anche in questa domanda l’equipe me<strong>di</strong>co/infermieristica raccoglie lamaggioranza dei consensi: l’86% valuta 10/10 le informazioni ricevutesegu<strong>it</strong>o da un 3% con 9/10 e un 4% che le r<strong>it</strong>iene sufficienti (6/10);Il 4% r<strong>it</strong>iene non sufficientemente esau<strong>di</strong>enti le informazioni ricevute, segu<strong>it</strong>eda un’altrettanto 4% che attribuisce al personale il peggiore dei voti (1/10)1086%94%


11 a6011 b504030201001 2 3 4 5 6 7 8 9 101085%14%54%93%64%CONCLUSIONIIl questionario sottoposto ai soggetti campione, <strong>di</strong>mostra come la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>nei 2 anni successivi all’intervento <strong>di</strong> prostatectomia ra<strong>di</strong>cale, sia r<strong>it</strong>enuta piùche buona dai pazienti.<strong>La</strong> capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> far fronte alle attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong> quoti<strong>di</strong>ana, come <strong>nel</strong> periodoprecedente l’intervento, favoriscono la cresc<strong>it</strong>a <strong>di</strong> autostima del <strong>paziente</strong>, che,supportato da un efficiente un<strong>it</strong>à operativa urologica, lo rende consapevole


delle sue possibil<strong>it</strong>à nei confronti della malattia, favorendo una miglioregestione delle complicanze.Anche la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> poter continuare a praticare i passatempo prefer<strong>it</strong>iincidono sulla percezione della qual<strong>it</strong>a <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>: si sono <strong>di</strong>mostrate praticabilisenza alcun tipo <strong>di</strong> variazione rispetto al periodo precedente l’intervento, <strong>nel</strong>63% dei casi.Come del resto lo svolgimento delle attiv<strong>it</strong>à famigliari che rimane invariato <strong>nel</strong>95% dei casi.Prendendo in considerazione lo stato <strong>di</strong> salute percep<strong>it</strong>o dai pazienti, si notacome le valutazioni siano molto sod<strong>di</strong>sfacenti e concorrano ad incrementare laqual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>.L’incontinenza, uno dei motivi principali <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfazione <strong>nel</strong>la percezionedella qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>v<strong>it</strong>a</strong>, si è <strong>di</strong>mostrata maggiormente problematico nei pazientiche hanno sub<strong>it</strong>o l’intervento da pochi mesi rispetto alla somministrazione delquestionario.Ciò implica un margine <strong>di</strong> miglioramento <strong>nel</strong> me<strong>di</strong>o-lungo periodo.<strong>La</strong> parte dello stu<strong>di</strong>o riguardante l’analisi del servizio assistenziale erogato dalpersonale me<strong>di</strong>co/infermieristico, ha dato ottimi risultati.<strong>La</strong> capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> fornire informazioni esau<strong>di</strong>enti, facil<strong>it</strong>a l’instaurarsi <strong>di</strong> unrapporto <strong>di</strong> fiducia tra il personale san<strong>it</strong>ario e l’utente:migliora anche la gestione dell’ansia e della paura legata alla malattia,permettendo <strong>di</strong> affrontare in seren<strong>it</strong>à l’approccio terapeutico.I risultati ottenuti evidenziano in modo lampante la sod<strong>di</strong>sfazione dei pazientinei confronti del personale me<strong>di</strong>co/infermieristico.Il giu<strong>di</strong>zio maggiormente negativo riscontrato, si è registrato proprio <strong>nel</strong>fornire informazioni esau<strong>di</strong>enti, con il 4% del campione che valuta 1/10,segu<strong>it</strong>o da un 3% <strong>nel</strong>l’assistenza erogata e da un’altrettanto 3% <strong>nel</strong>larisoluzione dei dubbi pre-operatori.


Le informazioni ricevute raggiungono una elevata sod<strong>di</strong>sfazione (il 99% deisoggetti le valuta in me<strong>di</strong>a 9.47/10), mentre <strong>nel</strong> fornire informazioni esau<strong>di</strong>entila percentuale <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi pos<strong>it</strong>ivi scende al 92%, raccogliendo una valutazioneme<strong>di</strong>a del 9.77/10, quin<strong>di</strong> maggiore, ma incrementano anche i giu<strong>di</strong>zi negativipassando dall’1% all’8% con un giu<strong>di</strong>zio me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 3/10.Questa lieve, ma significativa <strong>di</strong>fferenza, evidenzia una <strong>di</strong>spersione qual<strong>it</strong>ativa<strong>di</strong> informazioni.Analizzando i dati ottenuti dall’assistenza erogata i giu<strong>di</strong>zi negativiraggiungono il 3% con un giu<strong>di</strong>zio me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 1/10, il peggiore;il restante 97% attribuisce al personale un giu<strong>di</strong>zio me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 9.65/10.Anche la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> risolvere i dubbi legati all’intervento raccoglie il 10% <strong>di</strong>giu<strong>di</strong>zi insufficienti con una valutazione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 3.9/10; il restante 90%invece raggiunge 9.95/10, ottenendo la me<strong>di</strong>a più alta tra i risultati pos<strong>it</strong>ivi.I risultati <strong>di</strong>mostrano come la quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> informazioni elarg<strong>it</strong>e agli utentidell’un<strong>it</strong>à operativa siano molto sod<strong>di</strong>sfacenti e allo stesso tempo in<strong>di</strong>ca unalieve <strong>di</strong>spersione dei dati sottolineata da un livello qual<strong>it</strong>ativo <strong>di</strong> informazionileggermente inferiore.I risultati ottenuti dallo stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>mostrano l’elevato grado <strong>di</strong> efficienzadell’un<strong>it</strong>à operativa e rispecchia appieno le sod<strong>di</strong>sfazioni degli utenti.Il miglioramento dell’assistenza personalizzata permetterà <strong>di</strong> colmare quellalieve <strong>di</strong>fferenza tra la quant<strong>it</strong>à e la qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> informazioni erogate:obiettivo raggiungibile apportando lievi mo<strong>di</strong>fiche all’ <strong>it</strong>er terapeuticoottimizzando le risorse <strong>di</strong>sponibili e approfondendo la conoscenza del singolo<strong>paziente</strong>.BIBLIOGRAFIAEPIDEMIOLOGIAHolund B. <strong>La</strong>tent prostatic cancer in a consecutive autopsy series. Scand JUrol Nephrol 1980; 14: 29-43Montie J.E. Observations on the epidemiology and natural history ofprostate cancer. Urology 1994; 44: 2-8


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