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23 maggio 2008 - Italia Nostra

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Gli incendi boschivi.Convegno nazionale di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> per una prossima emergenza (Roma, <strong>23</strong> luglio <strong>2008</strong>)_________________________________________________________________________Didattica e prevenzione: quali strumentidi Elena GaudioConsigliere nazionale di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong>Presento questa mia relazione sotto una “duplice investitura”: sia come Ministero dell’Istruzione che come<strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong>.Come docente che lavora al Ministero dell’Istruzione ho collaborato con la Federlegno Arredo per un’intesacon le scuole per la “formazione”. Va considerato infatti che in <strong>Italia</strong> abbiamo un’esigenza formativa di25mila addetti, ma ne formiamo appena 250 l’anno. Significa che il presidio del territorio deriva anche daattività formative che stanno scomparendo, dall’operatore del legno a quello agricolo, dal cantoniere alcarbonaio. Parlando di incendio boschivo non si può quindi ignorare che abbiamo tutta una serie di mestierial riguardo che nel tempo stanno perdendo significato e poi abbiamo anche delle aree ormaicompletamente in abbandono e in preda a un preoccupante dissesto idrogeologico.Come <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> vi informo che l’Associazione ha recentemente costituito delle Commissioni di studio perindividuare le problematiche dei grandi temi e proporre quindi soluzioni per la tutela del nostro grandepatrimonio storico, culturale e naturale italiano. Questo convegno è proprio parte di un progetto delgruppo sugli “Incendi”, e l’aspetto dell’educazione e della formazione si ritiene rivestano un ruolopreponderante. A latere della Commissione Incendi c’è il gruppo di lavoro “ Pianificazione del territorio edissesto idrogeologico” che si occuperà anche di incendi ma come intervento formativo per operare su unapianificazione e un intervento nel territorio.L’Associazione cerca di portare avanti attività di educazione ambientale finalizzate alla “prevenzione”, daintendersi però nell’accezione più ampia del termine, quindi dai campi estivi, al presidio, al rispetto degliequilibri naturali. Vorrei quindi parlarvi di due esperienze “concrete” in questo senso. La prima riguarda laFesta degli Alberi, un appuntamento istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione nel lontano 1899 e chenel 2000 riuscimmo a rinnovare attraverso un decreto interministeriale con il Ministero delle PoliticheAgricole. E così il 4 ottobre e il 21 marzo tutte le istituzioni scolastiche sono chiamate a partecipare allacelebrazione di questa importante Festa. Il problema però è che il Ministero della Pubblica Istruzione puòdare solo delle indicazioni sulla politica formativa, perché sta poi alle singole scuole decidere (essendodiventate autonome con la legge 59 e con il dpr scolastico del ’97). E <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong>, insieme al CorpoForestale dello Stato e all’Associazione Forestale <strong>Italia</strong>na, sta cercando di rendere il 21 marzo, ovvero laseconda giornata nazionale della Festa degli Alberi, un momento in cui le scuole vengano premiate perun’attività svolta durante l’anno, cioè mediante l’organizzazione di un concorso sul quale lavorare eriflettere.La seconda esperienza importante che vorrei ricordare riguarda l’impegno di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> sul recupero dellanaturalità, del rapporto con il territorio, dello sviluppo dei sensi che realizza in alcune strutture, come“Boscoincittà” a Milano. Questa è un’esperienza di eccellenza di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> che dal 1974, incollaborazione con il Comune, è stata chiamata per creare un bosco nel capoluogo lombardo che da 30ettari nel tempo è passato a 80 arrivando infine a 110. A questi poi se ne sono aggiunti altri 110 del Parcodelle Cave. Da semplice spazio agricolo, grazie a un gruppo di lavoro fatto di agronomi, forestali, ecc, si èricreato tutto un ecosistema, andando a identificare le piante autoctone, che ha portato al bosco come èora. E questo è diventato un punto di riferimento di una città complessa come quella di Milano. Qui leiniziative tendono a ricondurre a ritmi naturali e a esperienze anche semplici, per trasmettere dei valorifondamentali come l’essenzialità delle cose, il contatto con la natura, il rispetto della vita, valori chepurtroppo nella società “virtuale” di oggi si stanno perdendo sempre di più. Assistiamo quindi a esperienzecome “studiare il bosco”, “studiamo con le stagioni”, “perdersi e ritrovarsi”, “storie di un bosco”, “parck in67

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