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23 maggio 2008 - Italia Nostra

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Gli incendi boschivi.Convegno nazionale di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> per una prossima emergenza (Roma, <strong>23</strong> luglio <strong>2008</strong>)_________________________________________________________________________in ritardo delle somme disponibili e previste dal Piano (500mila euro a favore del CFS, 300mila per i Vigilidel Fuoco, 80mila per le Guardie Ecologiche Volontarie, 420mila per gli operai specializzati, 215mila perl’acquisto del software per il “catasto incendi”) per un totale di 1 milione e 515 euro ai quali vanno aggiunti754mila euro provenienti dal fondo Protezione Civile. Tali ritardi ovviamente hanno avuto ripercussioni sututta la macchina organizzativa. A tutt’oggi nulla si conosce sulle perimetrazioni delle aree percorse dalfuoco previste dalla legge e che avrebbero dovuto scongiurare speculazioni o il ripetersi di tali episodi. Atermine della stagione infuocata del 2007 – è stato evidenziato ‐ la Basilicata è stata esclusa dal DPCM del27 luglio 2007 che dichiarava lo stato di emergenza in tutte le regioni d’<strong>Italia</strong> meridionale. Un’esclusioneche ha creato non pochi problemi e difficoltà nell’affrontare anche il post evento e soprattuttol’obbligatorietà con tempi certi dell’attuazione dell’art.10 della L.353/2000 inerenti i vincoli prodotti dallarealizzazione del “catasto incendi” da parte dei comuni i cui territori sono stati percorsi dal fuoco.Attualmente non ci sono dati pubblici di queste aree (e quindi le Associazioni di Protezione Ambientale nonpossono esercitare un’adeguata vigilanza su eventuali fenomeni speculativi), a differenza di altre regionicome la Puglia e la Campania che li hanno resi disponibili su internet e non solo presso gli albi pretoricomunali così come prescrive la legge, essendo questi di scarso o difficile accesso da parte di quantivogliano prendere visione.A tutto ciò si è manifestata una carente azione di coordinamento e programmazione delle squadre divigilanza, di intervento e delle azioni previste dalla L.R. n.13 del 2005 (operai ex SMA in mobilitazione ecassa integrazione oggi da reimpiegare nel progetto vie Blu, guardie volontarie attivate in ritardo per gliavvistamenti, contrariamente a quanto è stato fatto negli anni precedenti. Insomma un quadro rimastoimmutato che rischia di ripresentarsi anche durante la prossima estate ormai alle porte.Lo scorso anno inoltre sono stati nuovamente presi di mira dagli incendiari i pini loricati del Pollino. Ogniqualvolta si attenta al “Pino Loricato”, albero simbolo del Pollino, si vuole colpire il parco. La storia delparco, dall’epoca dell’istituzione nel 1993, è infatti anche “storia” di attentati, di un fuoco appiccatodall’ostilità interessata di quanti armano la “mano incendiaria”. Ma gli incendi boschivi aggravano unasituazione già di per sé critica per i nostri boschi lucani, sempre più degradati e cementificati tanto daminare la preziosa biodiversità forestale delle aree protette. E qui la Regione autorizza, attraverso parerirelativi ai Piani di Assestamento Forestali, tagli boschivi e Piani Economici e di Assestamento Forestali checonsiderano prevalentemente gli aspetti produttivi economici della “massa legnosa”del bosco e non quelliecologici e per la biodiversità. L’auspicio è quello di veder salvaguardate le residue vetuste foreste dellearee protette. Non certo da destinare ad un nuovo sfruttamento commerciale su vasta scala, così comeaccade nel parco nazionale del Pollino dove si vuole prelevare cippato vergine e pellets per alimentare“insostenibili” grandi centrali a biomasse. Uno sfruttamento commerciale per la cosiddetta “filiera” dellegno resa possibile grazie all’incentivo pubblico denominato CIP6, che alla tradizionale impresa boschivaha sostituito la grande industria energetica finalizzata a trarre profitto dall’uso della cosiddetta biomassalegnosa. In cambio di poche decine di migliaia di euro pagate ai comuni dalle società energetiche, ed inassenza di indennizzi per il mancato taglio che potrebbero essere erogati ai comuni pure previsti dalla legge394/91, i boschi del parco potrebbero finire per diventare legname e pellets (450.000 tonnellate all’anno)per il funzionamento della centrale Enel del Mercure (40 MW) che è oggi in attesa di AutorizzazioneIntegrata Ambientale da parte della Regione, mentre i comuni del parco nazionale chiedono diriperimetrare il parco stralciando proprio i boschi che invece rappresentano la vera ricchezza e fonte di vitada generazioni.Per l’estate del <strong>2008</strong>, si spera non si ripetano tali gravi inefficienze. Grazie infatti alla collaborazione diProvince, Comunità montane, Comuni, Corpo forestale e Vigili del fuoco, coordinati dalla Sala operativaunificata permanente (SOUP), presso cui opereranno funzionari dei dipartimenti regionali Ambiente eTerritorio e Infrastrutture e Protezione civile, verrà assicurato il raccordo con tutte le componenti delsistema antincendio ed in particolar modo con il centro operativo del Corpo forestale.Il Programma antincendio <strong>2008</strong> dovrebbe costituire lo strumento che dà completa attuazione a quantoprevisto dal Piano antincendio 2006‐<strong>2008</strong>. Sulla base dell’esperienza, particolarmente dura, maturata inoccasione della scorsa stagione estiva, attraverso una forte sinergia tra i due Dipartimenti regionali econtinue proficue interazioni con le altre componenti del complesso sistema antincendio, tra cui ilvolontariato antincendio nella funzione di avvistamento e spegnimento, sono state implementate, grazie63

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