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23 maggio 2008 - Italia Nostra

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Gli incendi boschivi.Convegno nazionale di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> per una prossima emergenza (Roma, <strong>23</strong> luglio <strong>2008</strong>)_________________________________________________________________________Case History<strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong>: tre testimonianze di un disastro annunciato.La Siciliadi Leandro JanniPresidente del Consiglio Regionale Siciliano di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong>L’ESTATE DEL 2007In questa estate del 2007, la Sicilia, insieme soprattutto alle regioni del Meridione d’<strong>Italia</strong>, ha subito danniassai rilevanti a causa degli incendi. A Patti, nel Messinese, roghi di origini dolose hanno determinato latragica scomparsa di diverse vite umane.All’inizio della stagione estiva, <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> ha chiesto al Presidente del Consiglio Romano Prodi di affidare ilcensimento delle aree percorse dal fuoco alla Protezione Civile di Guido Bertolaso e alle Prefetture. Instretto collegamento con il Corpo Forestale dello Stato, Protezione Civile e Prefetture possono procedere,senza indugi, a porre in essere gli atti necessari per la tutela del territorio.Il Corpo Forestale ha dichiarato di avere già disponibile la rilevazione della quasi totalità delle areeincendiate nel 2006, che aveva posto a disposizione degli enti locali. Purtroppo, questi non l’hannoutilizzata. Risulta ormai chiaro come siano ben pochi i comuni italiani (in Sicilia, a fine luglio di quest’anno,ancora nessun comune) i quali, dopo addirittura sette anni dall’entrata in vigore della Legge antincendi,hanno inteso applicarla. La Legge 353/2000 obbliga a congelare, nelle aree percorse dal fuoco, per unperiodo di 15 anni, le destinazioni d’uso originarie e, per 10 anni, fa scattare il divieto di edificazione eimpedisce inoltre la speculazione legata sia alla riforestazione sia alla pastorizia. Nelle regioni come il FriuliVenezia Giulia, l'Emilia Romagna o le Marche che sono state più ottemperanti nel rispettare la legge, sisono registrati molti meno incendi. Il Meridione e la Sicilia, invece, si dimostrano ancora una volta “terra dinessuno”.SICILIA, FIAMME E STIPENDILa Sicilia è la regione italiana con più agenti forestali. La Sicilia è anche una delle regioni del nostro Paesecon minore superficie boschiva (l’8% del territorio, a fronte di una media del 30%). Eppure la Sicilia è unadelle regioni d’<strong>Italia</strong> più colpita dagli incendi. Fornire una risposta a questa eclatante, apparentecontraddizione può spiegare la causa di tanti roghi che devastano ogni anno l’Isola. Una cosa è certa: lagestione degli operatori stagionali antincendio boschivo, in Sicilia, è quantomeno scandalosa. I politiciregionali hanno più volte ammesso che si tratta di una sorta di “ammortizzatore sociale”, che il numero diaddetti in questo settore è sovradimensionato per assicurare lavori retribuiti in una terra dove di lavoro cen’è sempre troppo poco. E con questa giustificazione, l’Assemblea Regionale Siciliana per prima haalimentato un meccanismo infernale e perverso. I “precari del fuoco” sono tanti, ma non riescono a frenarele fiamme che si mangiano ettari ed ettari di vegetazione. Come mai?Il motivo è in parte spiegato dal business economico alimentato dai roghi. I precari dell’antincendio, spesatidalla Regione Siciliana, nell’Isola sono 30.745, poco meno della metà di tutti i forestali italiani, che sono68.000. In pratica, ciascuno di loro controlla 12 ettari di territorio, mentre in Umbria (dove ci sono molti60

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