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23 maggio 2008 - Italia Nostra

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Gli incendi boschivi.Convegno nazionale di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> per una prossima emergenza (Roma, <strong>23</strong> luglio <strong>2008</strong>)_________________________________________________________________________La fruizione dei pascoli è segnata dal ritmo di crescita della vegetazione erbacea e l’irregolarità delleprecipitazioni e delle temperature rende, di frequente, la disponibilità alimentare insufficiente. Finisce cosìper essere una fonte infinita di conflittualità tra i pastori senza terra e quelli che dispongono di pascolirecintati, una conflittualità che si può anche esprimere con atti criminosi di vario genere, fino all’incendio. Ilreato di abigeato è più presente di quanto indicato dalle statistiche, poiché interessa il 10 ‐ 20% delleaziende, ma nella società pastorale non si parla mai di furto, piuttosto di animali perduti.Per ridurre il numero degli incendi dolosi attribuiti ai pastori la prevenzione deve tenere contodell’ambiente, dei rapporti tra le persone e soprattutto deve essere rivolta al conseguimento di una vitadignitosa basata sulla produzione di qualità, che quindi deve avere uno spazio sicuro sul mercatoagroalimentare.La seconda categoria che contribuisce al fenomeno degli incendi dolosi è legata al settore edile, che hapotuto beneficiare di una forte espansione negli ultimi decenni nelle zone rurali. L’uso del territorio ècambiato e le fiamme si presentano con sempre <strong>maggio</strong>re frequenza in prossimità degli abitati e delle casesparse, il cui inserimento raramente ha tenuto conto dei rischi presenti nella morfologia del suolo e dellavegetazione arborea ed arbustiva. La prevenzione richiede l’impiego delle moderne tecnologie per ilrilevamento delle modifiche territoriali, compreso il sistema satellitare. E pene certe e severe per il reato diincendio boschivo, assimilato ad un delitto contro l’incolumità pubblica, con la reclusione da quattro a diecianni, riducono notevolmente lo spazio di manovra per la speculazione edilizia nelle aree boscate.Infine, un breve accenno merita la piromania. Questa è assimilata ai disturbi del controllo degli impulsi,insieme alla cleptomania, al gioco d’azzardo, alla pantoclastia (“furia distruttiva”). Il piromane nel contestorurale ha un comportamento analogo a quello di chi vive in città e la prevenzione dovrebbe essere rivoltaad aiutarlo e ad assisterlo. Il piromane mentre provoca un incendio è conscio di determinare un danno, mainvece di provare un senso di colpa, trae piacere. Per il piromane il necessario ingrediente non èsemplicemente l’idea del fuoco o la fantasia di appiccare gli incendi, ma il fuoco vero, che condiziona senzasperanza la sua vita. A fianco dei piromani, fortunatamente poco numerosi, le cronache fanno registrare unrapido aumento degli incendiari per passatempo. Si tratta generalmente di giovani, di famiglie normali, cheper divertimento appiccano il fuoco alle balle di fieno, alle baracche abbandonate, alla vegetazione lungo ibordi delle strade e dei sentieri, ai cassonetti… Sono segnali di un cambiamento del rapporto dei giovanicon il territorio e con l’ambiente, ma anche della mancanza dell’azione educativa delle famiglie e dellascuola. Senza scordare che purtroppo, il numero dei giovani che vivono in situazioni di disagio, esposti allesuggestioni della droga, sta aumentando anche nelle aree rurali e montane ed il rischio più grave è chepossano venire strumentalizzati da chi persegue disegni criminali contro l’integrità del territorio e delpatrimonio boschivo.Ad esempio recentemente è stato individuato un sito terrorista che invita a dare inizio alla campagna degliincendi forestali <strong>2008</strong> nei paesi degli infedeli in guerra contro l’Islam (compresi gli Stati Uniti, l’Europa el’Australia), quale mezzo per mantenere elevata la paura per lunghi periodi di tempo, degradare l’ambientee provocare danni all’economia. Questa strategia è stata attribuita ad Abu Masub Al Suri, esponente di AlQaida, catturato in Pakistan.La prevenzione mirata è di piena attualità e le iniziative non mancano da parte dello Stato, delle Regioni,dei Comuni, delle Associazioni ambientaliste e del volontariato, ma per essere veramente efficaci ci siaugura che siano svolte in modo da suscitare una sempre più vasta partecipazione diretta delle popolazioninella difesa contro il degrado del nostro patrimonio arboreo: solo in questo modo si potrà contenere ilnumero degli incendi e la loro diffusione.52

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