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23 maggio 2008 - Italia Nostra

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Gli incendi boschivi.Convegno nazionale di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> per una prossima emergenza (Roma, <strong>23</strong> luglio <strong>2008</strong>)_________________________________________________________________________comportamento degli abitanti che svolgono la loro attività in maniera permanente in un territorio rurale oboscato, da coloro che fruiscono dello stesso ambito solo per brevi periodi, legati alla presenza delleseconde case o per esigenze turistiche e ricreative. Nel primo caso, la prevenzione è rivolta allaresponsabilizzazione nell’impiego in sicurezza di interventi colturali tradizionali, che non vienesufficientemente rispettato per mancanza di mano d’opera, o all’uso di nuove attrezzature di cui non siconoscono pienamente le caratteristiche operative.In generale, una <strong>maggio</strong>re diffusione delle norme di polizia forestale e della conoscenza del significatopratico delle “giornate a rischio d’incendio” tra le comunità rurali da parte dei Comuni, del CFS, delleorganizzazioni di categoria che operano sul territorio, può portare a risultati positivi. Tuttavia, il progressivoinvecchiamento della popolazione rurale e la conseguente minore presenza a presidio del territorio, nonesclude che alcuni incendi determinati da cause colpose possano assumere anche proporzioni imponenti.Comunque rimane il fatto che 3429 incendi su una superficie boscata inferiore ad 1 ettaro, rappresentanoun impegno in uomini e mezzi molto elevato, che va a scapito della tempestività degli interventi su areecomprese tra 5 e 100 ha, che rappresentano da sole il 36% degli eventi.Nel caso degli incendi colposi provocati dallo svolgimento di attività occasionali come quelle del tempolibero, la prevenzione oltre essere mirata a limitare il danno ambientale deve soprattutto riguardarel’incolumità delle persone. L’elevato incremento delle presenze durante tutti i periodi dell’anno, sopratuttonei mesi estivi, rende necessario disporre di nuove forme di sensibilizzazione, passando da quella generalea quella mirata su particolari categorie che utilizzano i mezzi di trasporto aereo, marittimo e ferroviario. Ilcoinvolgimento delle società aeroportuali e marittime che provvedono a canalizzare milioni di passeggeriverso la Sardegna, la Sicilia, l’Elba, la Liguria, la Calabria, le Puglie, tutte Regioni a notevole rischio diincendio, potrebbe presentare il vantaggio di concentrare le informazioni in pochi centri ad altafrequentazione. A fianco dei grandi scali nazionali, i più significativi sono quelli regionali come Verona, Bari,Olbia, Varese, che hanno raddoppiato i movimenti giornalieri. Considerazioni analoghe possono essereformulate per le compagnie di navigazione che imbarcano milioni di passeggeri in pochi porti turistici per leisole e le coste del Mediterraneo. Nelle aree di attraversamento obbligato, non dovrebbe essere troppooneroso diffondere, durante i periodi critici, gli avvertimenti per far comprendere quanto possa esseredannosa la disattenzione e la superficialità di comportamento nelle aree boscate.La presentazione delle conseguenze del passaggio del fuoco in una località facilmente riconoscibile,prossima all’area di destinazione, può suscitare <strong>maggio</strong>re attenzione di un generico messaggio disalvaguardia. ambientale. In questa ottica, un ruolo fondamentale potrebbe venire svolto dalle Regioni, chesono titolari del trasporto su rotaia e su gomma, utilizzando le stazioni su cui convergono durante l’estateimponenti flussi turistici. L’obiettivo è quello di accrescere in una larga parte della popolazione la sensibilitàad un corretto rapporto con il territorio. Il messaggio è quindi necessariamente diverso da quello sulcontenimento degli incendi per cause dolose.La prevenzione degli incendi dolosi, che sono la parte preponderante, oltre il 65% degli eventi verificatisinel 2007, ma che sono una costante solidamente affermata anche negli anni precedenti, richiede unimpegno particolare, poiché le motivazioni sono difficilmente individuabili. L’accurata ricerca del CFSattribuisce alle attività pastorali il 30% degli eventi, seguono la speculazione edilizia, la piromania e laprotesta.L’allevamento degli ovini sta attraversando un periodo difficile, sia l’adeguamento alle norme comunitariesulle produzioni zootecniche, che per la marginalizzazione che subisce rispetto al settore agricolo che godedi una <strong>maggio</strong>re capacità di miglioramento beneficiando da più tempo della meccanizzazione, dellaselezione genetica, delle moderne tecniche di trasformazione dei prodotti. D’altro canto però, stacrescendo la richiesta sul mercato di prodotti genuini di qualità, di sapori antichi, della riscoperta delletecniche artigianali, di formaggi locali.Nel volgere di pochi anni, alle regole antiche della società pastorale se ne sono aggiunte una miriade legateall’estensione delle aree protette, che impongono un sensibile cambiamento nell’uso dei pascoli. Le Regionihanno stabilito nuovi divieti, limiti agli spazi, controlli severi, multe ingenti per sconfinamenti occasionali. Lafigura del pastore sta scomparendo ed il loro numero si è ridotto del 90% negli ultimi trent’anni, tuttaviasussistono 77mila allevamenti che danno lavoro a 150mila addetti.51

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