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23 maggio 2008 - Italia Nostra

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Gli incendi boschivi.Convegno nazionale di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> per una prossima emergenza (Roma, <strong>23</strong> luglio <strong>2008</strong>)_________________________________________________________________________La prevenzione mirata al fine di ridurre gli incendi boschivicon particolare riferimento a quelli dolosidi Ervedo GiordanoProfessore emerito Università degli Studi della TusciaDesidero ringraziare il Presidente Giovanni Losavio per avermi dato la possibilità di prender parte a questaimportante iniziativa di <strong>Italia</strong> <strong>Nostra</strong> dedicata agli incendi boschivi.Come è stato ricordato dagli autorevoli relatori che mi hanno preceduto, la prevenzione rappresenta unacomponente significativa nella strategia per contenere un fenomeno, quello degli incendi nell’ambienterurale, che sta assumendo dimensioni preoccupanti. Il Dott. Corrado ed il Dott. Vadalà hanno presentato, direcente, all’Accademia dei Lincei, due dettagliate pubblicazioni del Corpo Forestale dello Stato dedicateall’analisi dell’andamento degli incendi boschivi nella stagione 2007 ed alla valutazione dei danni boschivi.Mi limito quindi a segnalare che dal 1997 non si verificava un numero così elevato di incendi, oltre 10.000,che hanno percorso circa 225.000 ha, di cui 110.000 boscati; la superficie media di ogni evento è risultata di21,3 ha,valore mai raggiunto dal 1970. Purtroppo, il bilancio dei danni non si limita a quelli ambientali,poiché è stata molto pesante anche la perdita di <strong>23</strong> vite umane, tra cui tre piloti, caduti durante leoperazioni di spegnimento.Va subito detto che queste cifre impressionati avrebbero potuto essere molto più gravi senza lostraordinario impegno degli uomini del Corpo forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco, della ProtezioneCivile, delle Regioni, delle Organizzazioni di volontariato, come purtroppo si è verificato in altri Paesi delMediterraneo.Nonostante l’imponente spiegamento di forze e di mezzi sempre più sofisticati, il costante incremento nelnumero degli incendi merita qualche riflessione. Infatti, le previsioni per i prossimi decenni, formulate inoccasione della Conferenza Nazionale sui cambiamenti climatici, svoltasi alla FAO nel settembre 2007, lasciapochi dubbi sull’aumento della temperatura atmosferica, dell’aridità e sulla riduzione delle precipitazioni inalcuni contesti territoriali. Il rischio di incendio è quindi destinato ad aumentare ed a rendere difficile laconservazione degli ecosistemi forestali, poiché l’incremento della temperatura dell’aria ha comeconseguenza una <strong>maggio</strong>re frequenza ed intensità dei venti e l’aumento della turbolenza all’interno deisoprassuoli forestali. Il fuoco stesso riscaldando l’aria nelle sue immediate vicinanze, le imprimeun’accelerazione verso l’alto assicurando una rapida sostituzione dell’ossigeno impiegato nelle reazioni dicombustione.I moti verticali influenzano direttamente la velocità di propagazione ed in particolare lo spotting, cioè ilfenomeno di combustione provocata a distanza da particelle e da detriti legnosi incandescenti. I getti dicalore (thermals) che animano l’atmosfera convettiva ed il moto orizzontale delle masse d’aria possonoinnescare nuovi focolai, lontani dal fronte principale centinaia di metri, trasportando il materialeincandescente al suolo. In pratica, i moti discendenti lungo una pendice schiacciano la massa d’aria che sisposta orizzontalmente e disperdono i detriti infuocati.Dal rapporto del CFS per il 2007 risulta che su un totale di 10614 incendi, il 13,4 % ha avuto origini colpose,cioè si è trattato di roghi non volontari provocati da disattenzione, fuochi accesi per attività rurali oturistiche, mozziconi di sigarette, giochi pirotecnici e così via. Il 65,5 % è invece attribuibile a cause dolose,come la ricerca di un profitto, il risparmio di mano d’opera, la rinnovazione dei pascoli, la speculazioneedilizia, il bracconaggio, la piromania, la protesta… I rimanenti sono dovuti in minima parte a cause naturalie circa il 20% rimane di dubbia motivazione.È evidente che la prevenzione per contribuire al contenimento degli incendi deve venire effettuata inmaniera mirata in rapporto alle cause determinanti. Per gli incendi colposi va infatti distinto il50

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