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Scarica relazione Prof. Don Leonardo Salutati

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• Continued work on the phragmites effort in Door County in conjunctionwith Mark Martin.Joe Henry, DNR, joseph.henry@wisconsin.gov• Just scattered phragmites control on Brillion WA and Killsnack WA inCalumet County. Maybe use helicopter spraying for cattail control and justinclude the few areas where we have phragmites.Josh Jackl, WDNR, joshua.jackl@wisconsin.gov• Yes. I work for DNR in the SE Region (Wash, N. Mil. Co.) Phragmites isjust getting started primarily along the Hwy 41/45 corridor. I’m hoping DOTwill take some kind of action on controlling the few spots wherePhragmites has begun.Tom Isaac, WDNR Wildlife Biologist, SE Region,Thomas.isaac@wisconsin.gov• Yes, small clones on state property; all DNR Fund; possibility of volunteerhelpAaron Buchholz; WDNR, aaron.buchholz@wi.gov• Follow up on area sprayed last fall and attack for first time an area ofapproximately 1 acre. Also survey for additional areas. All these areas arewithin Woodland Dunes area.Jim Welnetz, Woodland Dunes, jwelnetz@charter.net• Yes, we are working on surveying and treating phragmites within thepreserve at Woodland Dunes. We have been approved for an A15 EarlyDetection/Rapid Response Grant. Survey is done; we are doing treatmentand follow-up (through 2009).Jim Knickelbine, Woodland Dunes Nature Center,woodlanddunes@lakefield.net• I will do followup on Dick Campbell’s 2007 spraying the ½ mile LakeMichigan shoreline on County Rd U north of Algoma, Kewaunee County. Ithink the homeowners will be willing to chip in to hire a backpack sprayerto hit surviving phragmites.Shirley Griffin, 920-487-2499, The Nature Conservancy/SturgeonBay; Glacial Lakes Conservancy (land trust); quercus@dishmail.net• Yes, invasive species at High Cliff State Park. One small patch (< 15stems) was dug up last fall and will continue to be monitored by staff. Theother invasives (buckthorn, G.M., honeysuckle, j. knotweed) are going tobe a REAL mitfil. We need a workshop for other invasives!• Enhancing, developing neighborhood phragmites/invasives control workgroups.• Continuation of two research projectsBetsy Galbraith, Oneida Tribe, bgalbrai@oneidanation.org• Wisconsin Weed Watchers, Statewide early detection invasive mappingproject.Brendon Panke, WDNR, brendon.panke@wi.gov• We will be working with Wisc. Wetlands Assoc. to try to get an A15 grantto coordinate Phragmites inventory and strategic planning.


È questo un insieme di considerazioni che accentuano la consapevolezza circala necessità di una più ampia “responsabilità sociale” dell'impresa. Anche se leimpostazioni etiche che guidano oggi il dibattito sulla responsabilità socialedell'impresa non sono tutte accettabili secondo la prospettiva della dottrina socialedella Chiesa, è un fatto che si va sempre più diffondendo il convincimento in baseal quale la gestione dell'impresa non può tenere conto degli interessi dei soliproprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie disoggetti che contribuiscono alla vita dell'impresa.La finanziarizzazione dell’economiaConsiderate le dinamiche nel mondo della finanza odierno dove il mercato deicapitali è fortemente liberalizzato e le moderne tecnologie inducono a pensare cheinvestire sia solo un fatto tecnico e non anche umano ed etico, occorre riflettereche se è vero che un certo capitale possa fare del bene, se investito all'esteropiuttosto che in patria, devono però essere fatte salve le esigenze di giustizia,tenendo conto di come quel capitale si è formato e dei danni alle persone checomporterà il suo mancato impiego nei luoghi in cui esso è stato generato (PP 24).È eticamente doveroso evitare che il motivo per l'impiego delle risorsefinanziarie sia speculativo e ceda alla tentazione di ricercare solo profitto di brevetermine, e non anche la sostenibilità dell'impresa a lungo termine, il suo puntualeservizio all'economia reale e l'attenzione alla promozione, in modo adeguato edopportuno, di iniziative economiche anche nei Paesi bisognosi di sviluppo.Pertanto bisogna dire che non è però lecito delocalizzare solo per godere diparticolari condizioni di favore, o peggio per sfruttamento. Il fenomeno delladelocalizzazione dell’attività produttiva non è un fatto neutro, senza conseguenzeper il proprio Paese e per la Nazione ospite (CV 41)6


Caritas in veritate n. 41Nel contesto di questo discorso è necessario rilevare che l'imprenditorialità hae deve sempre più assumere un significato plurivalente. La perdurante prevalenzadel binomio mercato-Stato ci ha abituati a pensare esclusivamente all'imprenditoreprivato di tipo capitalistico da un lato e al dirigente statale dall'altro.In realtà, l'imprenditorialità va intesa in modo articolato.L'imprenditorialità, infatti, prima di avere un significato professionale, ne hauno umano. Tra l’altro essa è inscritta in ogni lavoro, visto come «actus personae»,per cui è bene che a ogni lavoratore sia offerta la possibilità di dare il proprioapporto in modo che egli stesso «sappia di lavorare “in proprio”».L’uomo-imprenditore mette a frutto la sua capacità ‘creativa’ ed esercita “inproprio” la piena responsabilità delle sue scelte:“Il senso di responsabilità che scaturisce dalla libera iniziativaeconomica si configura non solo come ‘virtù individuale’ indispensabile per lacrescita umana dei singoli, ma anche come ’virtù sociale’ necessaria allosviluppo di una comunità solidale… Nella creatività e nella cooperazione èscritta l’autentica concezione della competizione imprenditoriale…” (CDSCn.343 che riorende CA 32).La Chiesa riconosce al “ruolo dell’imprenditore un’importanza centrale dalpunto di vista sociale, perché si colloca al cuore di quella rete di legami tecnici,commerciali, finanziari, culturali che caratterizzano la moderna realtà dell’impresa”(CDSC 344) e che può rappresentare nella società moderna, un fattore di crescita edi difesa del bene comune che, insieme alla giustizia, Benedetto XVI richiamaespressamente come criteri orientativi dell’azione morale.Per questo Gli imprenditori e i dirigenti non possono tener contoesclusivamente dell'obiettivo economico dell'impresa, dei criteri dell'efficienzaeconomica, delle esigenze della cura del «capitale» come insieme di mezzi diproduzione: è loro preciso dovere anche il concreto rispetto della dignità umana deilavoratori che operano nell'impresa (CCC 2432) Questi ultimi costituiscono «il7


patrimonio più prezioso dell'azienda» (CA 35) il fattore decisivo della produzione(CA 32-33). Nelle grandi decisioni strategiche e finanziarie, di acquisto o di vendita,di ridimensionamento o chiusura di impianti, nella politica delle fusioni, non ci sipuò limitare esclusivamente a criteri di natura finanziaria o commerciale.La dottrina sociale insiste poi sulla necessità che l'imprenditore e il dirigentesi impegnino ad assecondare, alla luce di una visione integrale dell'uomo e dellosviluppo, la domanda di qualità (CDSC 345) «delle merci da produrre e daconsumare; … dei servizi di cui usufruire; … dell'ambiente e della vita in generale»;(CA 36).La visione antropologica della DSC ripresa da Caritas in veritate.Nel ribadire che la Dottrina sociale della Chiesa non pretende di offriresoluzioni tecniche sull’economia e lo sviluppo (n. 9), occorre però ricordare che, invirtù della incarnazione, la Chiesa è «esperta in umanità» 1 , nel senso che ha una«missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società amisura dell'uomo, della sua dignità, della sua vocazione» (CV 9).Scopo della Chiesa non è quello di indicare uno specifico sistema economicoma, piuttosto, quello di proporre principi che riguardano tutte le attività umane,comprese le attività della politica e dell’ambito pubblico (CV 56) e ogni fasedell’attività economica (CV 37).Benedetto XVI richiamando l’insegnamento di Giovanni Paolo II che, dopo ilcrollo dei sistemi economici e politici dei paesi comunisti dell’Europa orientale, disseche c’era bisogno di un nuovo complessivo progetto di sviluppo, non solo in queipaesi, ma anche nel mondo Occidentale, constata che questo «continua ad essereun reale dovere al quale occorre dare soddisfazione» (CV 23).1 PAOLO VI, Discorso all’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, 4ottobre 1965, n. 3.8

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