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Tesi di MASTER in - surfacetreatments.it

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UNIVERSITA’ DEGLISTUDI DI PADOVAFacoltà <strong>di</strong> Scienze MM.FF.NNFacoltà <strong>di</strong> IngegneriaISTITUTO NAZIONALEDI FISICA NUCLEARELaboratori Nazionali <strong>di</strong> LegnaroIn collaborazione con la Federazione Regionale degli Industriali Veneti<strong>Tesi</strong> <strong>di</strong> <strong>MASTER</strong> <strong>in</strong>“Trattamenti <strong>di</strong> Superficie Applicati a TecnologieMeccaniche Innovative per l’Industria”Stu<strong>di</strong>o e preparazione <strong>di</strong> campioni bulk massivi <strong>di</strong> MgB 2viaInfiltrazione Liquida Reattiva e s<strong>in</strong>tesi <strong>di</strong> precursori <strong>in</strong>novativiper la deposizione <strong>di</strong> film sottili <strong>di</strong> MgB 2via L.P.C.V.D.Relatori: Dott. G. GiunchiDott. P. ZanellaCan<strong>di</strong>dato:N o Matr.:dott. Tommaso Cavall<strong>in</strong>887844-CMAnno Accademico 2003/04


In<strong>di</strong>ceCap<strong>it</strong>olo1 Diboruro <strong>di</strong> Magnesio1.1.Introduzione……………………………………………………………………………………..61.2.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:struttura reticolare1.3.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:Tc1.4.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:lunghezza <strong>di</strong> coerenza1.5.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:dens<strong>it</strong>à <strong>di</strong> corrente cr<strong>it</strong>ica1.6.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:valutazioni f<strong>in</strong>aliCap<strong>it</strong>olo2 Liquid Reactive Infiltration Preparazione del campione2.1.Premessa………………………………………………………………………………………...152.2.Introduzione2.3.Aspetti strutturali del Boro cristall<strong>in</strong>o2.4.Mac<strong>in</strong>azione della polvere <strong>di</strong> boro e selezione <strong>di</strong>mensionale del particolato utilizzabile2.5.Modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> preparazione ed esecuzione della <strong>in</strong>filtrazione reattivaCap<strong>it</strong>olo tre Liquid Reactive Infiltration Analisi del campione3.1.Driv<strong>in</strong>g force…………………………………………………………………………………...203.2.Bagnabil<strong>it</strong>à delle polveri3.3.Comportamento del magnesio3.4.MgB 2Cap<strong>it</strong>olo quattro S<strong>in</strong>tesi per deposizione chimica da fase vapore (CVD)4.1.Premessa………………………………………………………………………………….….....304.2.Le tecniche CVD4.3.Thermal CVD4.4. Plasma Enhanced CVD4.5. Photochemical CVD4.6.C<strong>in</strong>etica e meccanismi <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> massa del processo CVD4.7. Lo strato lim<strong>it</strong>e


4.8. Concentrazione dei reagenti4.9.Modelli <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a dei film4.10. I composti precursoriCap<strong>it</strong>olo c<strong>in</strong>que Low pressare Chemical Vapour depos<strong>it</strong>ion5.1.Premessa………………………………………………pages mo<strong>di</strong>fied…………………..445.2.Struttura del sistema5.3.Proce<strong>di</strong>mento della deposizione5.4.Valutazioni del sistema L.P.C.V.D.Cap<strong>it</strong>olo sei Precursori e Coat<strong>in</strong>gs via LPCVD6.1.Precursori………………………………………….. pages mo<strong>di</strong>fied…………………….556.2.S<strong>in</strong>tesi del precursore.6.2.1.Via Grignard.6.4.Conclusioni.


IntroduzioneIl seguente lavoro <strong>di</strong> tesi si sviluppa <strong>in</strong> tre partiParte prima : comprende i primi due cap<strong>it</strong>oli relativi agli aspetti generali della superconduttiv<strong>it</strong>àfocalizzandosi sulle proprietà del <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio.Parte seconda: descrive e sviluppa la realizzazione <strong>di</strong> campioni bulk <strong>di</strong> <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio bendensificato via Infiltrazione Liquida Reattiva.(basato sul lavoro svolto presso lo I.E.N.I.-C.N.R.<strong>di</strong> Lecco-Supervisore Dott. G.Giuchi).Parte terza: <strong>in</strong>troduce gli aspetti generali delle tecniche <strong>di</strong> deposizione chimica da fase vapore,descrive la metodologia C.V.D. a basse pressioni (L.P.C.V.D.) e riporta gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> alcunipossibili precursori per il <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio .(basato sul lavoro svolto presso lo I.C.I.S.-C.N.R. <strong>di</strong> Padova-Supervisore Dir. P.Zanella).


Cap<strong>it</strong>olo unoDiboruro<strong>di</strong>Magnesio


1.1.IntroduzioneFu una scoperta sensazionale quando Jun Akim<strong>it</strong>su e colleghi annunciarono la loro scoperta nel nelgennaio 2001 che il <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio <strong>di</strong>veniva superconduttore attorno ai 40 K. L’<strong>in</strong>teressedegli autori era <strong>in</strong>izialmente rivolto verso il semiconduttore CaB6 , il quale <strong>di</strong>viene ferromagneticoa segu<strong>it</strong>o <strong>di</strong> trattamento leggero <strong>di</strong> dop<strong>in</strong>g.La loro <strong>in</strong>tenzione era quella <strong>di</strong> sost<strong>it</strong>uire parzialmentedegli atomi <strong>di</strong> carbonio con altri <strong>di</strong> magnesio, omologo come shells elettronici ma più leggero, e gliparve conveniente utilizzare il <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio (ben noto s<strong>in</strong> dal 1953) per questo scopo.L’aspetto <strong>di</strong>vertente è che il magnesio <strong>di</strong>boruro è un composto molto usato nelle reazioni <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesidel boro, dei borani, o <strong>di</strong> bururi <strong>di</strong> metalli <strong>di</strong> transizione e facilmente reperibile <strong>in</strong> qualsiasilaboratorio <strong>di</strong> chimica. E’ dunque facile immag<strong>in</strong>arsi lo stupore del mondo scientifico quando fucomunicato che il MgB2 <strong>di</strong>viene superconduttore a temperature mai raggiunte s<strong>in</strong>o ad allora dasistemi basati su semplici leghe <strong>in</strong>termetalliche non ossidate. Le fievoli speranze ed il derivantem<strong>it</strong>igato <strong>in</strong>teresse che vi era attorno ai superconduttori all’<strong>in</strong>izio della seconda metà del 1900 eradovuto soprattutto a due figure <strong>di</strong> rilievo nell’amb<strong>it</strong>o dei superconduttori:B.T.Matthias il quale aveva preparato, drogato e testato le proprietà superconduttive <strong>di</strong>migliaia <strong>di</strong> composti tra cui ossi<strong>di</strong> metallici, n<strong>it</strong>ruri, carburi e numerosi boruri riscontrandopochissimi risultati pos<strong>it</strong>ivi per ciò che riguardava la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> nuovi superconduttoriJ.R.Gavaler sostenne che il valore <strong>in</strong> Tc <strong>di</strong> 23 K raggiunto col Nb 3 Ge fosse il lim<strong>it</strong>esuperiore fisicamente <strong>in</strong>superabile per i superconduttori.A segu<strong>it</strong>o <strong>di</strong> queste rivelazioni vi fu un periodo <strong>di</strong> relativo <strong>di</strong>s<strong>in</strong>teresse nei confronti dellasuperconduttiv<strong>it</strong>à. Tutto cambiò quando nel 1986 Bednoz e Muller presentarono il primooxocuprato con Tc=40 K. Da allora vi fu una frenetica corsa al superconduttore, che portò nel 2000alla scoperta dei nuovi superconduttori ceramici ad alta temperatura cr<strong>it</strong>ica.Oggigiorno i range più sp<strong>in</strong>ti della Tc sono oltre i 100 K raggiunti con i cuprati <strong>di</strong> ultimagenerazione anche se per avere proprietà <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> corrente <strong>in</strong>teressanti per applicazionipratiche si deve comunque scendere ben più <strong>in</strong> basso <strong>in</strong> temperatura.


Fig2.1.:Confronto tra le strutture <strong>di</strong> alcune classi <strong>di</strong> superconduttoriRispetto al moderno panorama <strong>di</strong> superconduttori il MgB 2 presenta <strong>in</strong>teressanti proprietà qualielevate proprietà meccaniche <strong>di</strong> resistenza a stressil mantenimento <strong>di</strong> buone proprietà superconduttive anche <strong>in</strong> strutture policristall<strong>in</strong>e,un buon comportamento nelle proprietà <strong>di</strong> natura magnetica e flux-p<strong>in</strong>n<strong>in</strong>g,una relativa facil<strong>it</strong>à nel migliorare determ<strong>in</strong>ate proprietà via dop<strong>in</strong>g.Di segu<strong>it</strong>o viene riportata una tabella con le caratteristiche <strong>di</strong> comune <strong>in</strong>teresse nell’amb<strong>it</strong>osuperconduttivo del <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio(tabella2.1.).


Tabella1.1.: delle caratteristiche tipiche del MgB 21.2.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:struttura reticolareLa struttura del MgB 2 è esagonale e contiene fogli <strong>di</strong> boro e magnesio alternati lungo l’asse c. Gliatomi <strong>di</strong> B formano una <strong>di</strong>stribuzione honeycomb net simile a quella degli atomi del carbonio nellagraf<strong>it</strong>e.


Fig.1.2.:Struttura del MgB2 contenente strati planari tipo graf<strong>it</strong>eseparati da strati <strong>di</strong> Mg <strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>i secondo l’exagonal close-packed.La presenza dello ione Mg 2+ tra questi strati planari <strong>di</strong> boro conferisce uno sviluppo tri<strong>di</strong>mensionaleall’arch<strong>it</strong>ettura reticolare. Tale s<strong>it</strong>uazione provoca, concordemente con calcoli sulle strutture <strong>di</strong>banda, una stabilizzazione dell’orb<strong>it</strong>ale π perpen<strong>di</strong>colare al piano pz creando una shift dei suoivalori energetici al <strong>di</strong> sotto delle bande relative ai legami p-σ. Tale fenomeno corrisponde ad uneffetto hole-dop<strong>in</strong>g (drogaggio <strong>di</strong> lacune ) <strong>di</strong> questi livelli.Tale s<strong>it</strong>uazione consente <strong>di</strong> lavorare <strong>in</strong> uno stato vortice molto vasto che si estende da valori <strong>di</strong> Hc1(campo cr<strong>it</strong>ico <strong>in</strong>feriore) <strong>di</strong> circa 25 mT f<strong>in</strong>o a valori <strong>di</strong> 32 T del Hc2 (campo cr<strong>it</strong>ico superiore).


1.3.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:TcLa sua temperatura <strong>di</strong> transizione è a Tc = 39 K, un primato per i materiali non ceramici o basati sustrutture C60. Tale valore sembra comunque <strong>in</strong>nalzabile attraverso dop<strong>in</strong>g <strong>di</strong> carburi <strong>di</strong> silicio (SiC)o nanotubi <strong>di</strong> carbonio. Sembra comunque che i risultati migliori nello shift della Tc si siano f<strong>in</strong>oraottenuti a segu<strong>it</strong>o <strong>di</strong> dop<strong>in</strong>g+anneal<strong>in</strong>g del campione.Sono state registrate <strong>in</strong> alcuni casi temperature cr<strong>it</strong>iche pari a 42 K.14.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:lunghezza <strong>di</strong> coerenzaIl MgB 2 è caratterizzato da un valore particolarmente alto della lunghezza <strong>di</strong> coerenza (tra icomposti) che conferisce affasc<strong>in</strong>anti proprietà superconduttive.Viene presentata <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o una tabella riportante i valori della lunghezza <strong>di</strong> coerenza ξ (ve<strong>di</strong>cap<strong>it</strong>olo uno) <strong>di</strong> alcuni elementi e composti tipici nell’amb<strong>it</strong>o superconduttivo (tabella2.2.).Tabella2.2.: Alcuni tipici valori della lunghezza <strong>di</strong> coerenza ξIl MgB 2 ha un valore tipico <strong>di</strong> ξ = 3.7 nm con una lunghezza <strong>di</strong> penetrazione pari a = 100-180 nm.Ciò determ<strong>in</strong>a un rapporto K GL = λ / ξ , def<strong>in</strong><strong>it</strong>o da Gizburg-Landau, avente valore pari a≈ 48,6 . Si può valutare un superconduttore come afferente al tipo I o al tipo II valutando il


parametro K GL : se tale valore risulta esser <strong>in</strong>feriore a 0.71 allora il superconduttore è <strong>di</strong> tipo I,altrimenti esso viene considerato <strong>di</strong> tipo II (cfr Grafico 2.1)Type Iκ ≡ λ ξ < 1 2Type IIκ ≡ λ ξ > 1 2Abrikosov lattice <strong>in</strong> MgB2, 2003B<strong>it</strong>ter Decoration; MgB2 crystal, 200GL. Ya. V<strong>in</strong>nikov et al. Inst<strong>it</strong>ute of Solid StatePhysics, ChernogolovkaPhys. Rev. B 67, 092512 (2003)Grafico 2.1.:a) Tipo I: K GL < 0.71; b) Tipo II K GL >0.71Il grafico sovrastante rappresenta la variazione <strong>di</strong> B (campo magnetico generato nelsuperconduttore) <strong>in</strong> presenza del campo applicato Ha e la variazione <strong>di</strong> Ψ 2 =n s che è la frazione deisuperelttroni nel modello dei due flui<strong>di</strong> (ve<strong>di</strong> cap<strong>it</strong>olo uno).Di segu<strong>it</strong>o viene riportata una tabella con i valori del rapporto K GL <strong>in</strong> alcuni elementi e composti(tabella 2.3.).


MaterialCoherencelengthLondonpenetration depth(nm)(nm)Sn 230 34 0.16Al 1200 16 0.010Pb 83 37 0.45Cd 760 110 0.14Nb 38 39 1.02YBCO 1,5 80 53,33MgB2 3,7 180 48,64Tabella2.3.: esempi <strong>di</strong> valori del rapporto K GLSi noti che il <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio presenta un elevato valore della lunghezza <strong>di</strong> coerenza. SapendocheHH⎛ λ ⎞≈ ⎜ ⎟⎝ ξ ⎠c1H c⎛ ξ ⎞≈ ⎜ ⎟⎝ λ ⎠c2H cSi <strong>in</strong>tuisce che un valore <strong>di</strong> ξ comporta un valore <strong>di</strong> Hc2 più basso (che comunque è tra i 14-25 T),ma questa con<strong>di</strong>zione permette al <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio <strong>di</strong> conferire una sorta <strong>di</strong> trasparenza ai bor<strong>di</strong><strong>di</strong> grano nei confronti dei bor<strong>di</strong> <strong>di</strong> grano. Infatti l’ YBCO può esser solamente utilizzato comemonocristallo dato che una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> orientazione maggiore <strong>di</strong> 10 ° tra dom<strong>in</strong>i cristall<strong>in</strong>icomporterebbe il quasi abbattimento della trasmissioni delle supercorrenti (grosso lim<strong>it</strong>e nellas<strong>in</strong>tesi!) mentre il MgB2 funziona perfettamente anche <strong>in</strong> fase policristall<strong>in</strong>a (che è quella utilizzatapiù rfrequentemente).1.5.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:dens<strong>it</strong>à <strong>di</strong> corrente cr<strong>it</strong>icaValori tipici della dens<strong>it</strong>à <strong>di</strong> corrente cr<strong>it</strong>ica con campioni a granulometria dell’or<strong>di</strong>ne delle dec<strong>in</strong>e<strong>di</strong> micron (campioni S) e delle cent<strong>in</strong>aia <strong>di</strong> micron (campioni L) con campi esterni = 0 e 1 Tesla(Grafico 1.2.):


800000Jc (A/cm2)700000600000500000400000300000S - 0TS - 1TL- 0TL- 1T20000010000000 5 10 15 20 25 30 35T K)Grafico 1.2.: Dens<strong>it</strong>à <strong>di</strong> corrente cr<strong>it</strong>ica con campioni a granulometria variabile1.6.Il Diboruro <strong>di</strong> magnesio:valutazioni f<strong>in</strong>ali‣ MgB2 è una sempre più concreta possibil<strong>it</strong>à per l’applicazione <strong>in</strong> campi magnetici <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>( 2 – 3 T) e temperature d’esercizio <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>e (15 – 25K)‣ Una sua elevate potenzial<strong>it</strong>à è legata al basso costo dei suoi elementi <strong>di</strong> partenza e dellaspesa per I rtattamenti <strong>di</strong> s<strong>in</strong>terizzazione ,che sono sicuramente <strong>in</strong>feriori ad esempio <strong>di</strong> quell<strong>in</strong>ecessary per produrre alter famiglie più complesse <strong>di</strong> superconduttori.‣ MgB2 può pos<strong>it</strong>ivamente venire testato come portare <strong>di</strong> corrente, magnetic screen<strong>in</strong>g,lev<strong>it</strong>azione magnetica, rotori per motori a riluttanza, lim<strong>it</strong>atori per le cadute <strong>di</strong> corrente, edaltro ancora…


Cap<strong>it</strong>olo dueLiquidReactiveInfiltration.Preparazione del campione


2.1.PremessaI seguenti due cap<strong>it</strong>oli sono de<strong>di</strong>cati allo stu<strong>di</strong>o della tecnica <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi e contemporaneas<strong>in</strong>terizzazione dello MgB 2 , denom<strong>in</strong>ata I.R.L. (Infiltrazione Liquida Reattiva). Questa tecnicaappartiene al campo delle metodologie <strong>di</strong> s<strong>in</strong>terizzazione denom<strong>in</strong>ate “<strong>in</strong> s<strong>it</strong>u”, <strong>in</strong> quanto essaavviene tra reagenti elementari posti all’<strong>in</strong>terno del conten<strong>it</strong>ore <strong>di</strong> reazione. La tecnica prevede chedel Mg (nello stato liquido <strong>in</strong> quanto mantenuto a temperature superiori alla fusione) <strong>in</strong>filtri dellapolvere <strong>di</strong> boro dando orig<strong>in</strong>e alla reazione <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi del <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio e contestualmentealla densificazione dei grani cristall<strong>in</strong>i prodotti. Uno dei grossi vantaggi <strong>di</strong> questa tecnologia è chesi fa avvenire il processo all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un conten<strong>it</strong>ore chiuso (tipicamente un acciaio dolce)riducendo notevolmente la presenza all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> gas atmosferici ed <strong>in</strong>ibendo qu<strong>in</strong><strong>di</strong> sensibilmentela possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> all’<strong>in</strong>terno del campione. Un altro aspetto a favore <strong>di</strong> questatecnica è che riesce a produrre un’ altissima densificazione dei grani cristall<strong>in</strong>i <strong>di</strong> MgB2 senzanecess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> applicare una pressione esterna al conten<strong>it</strong>ore <strong>di</strong> reazione.2.2.IntroduzioneIn questo cap<strong>it</strong>olo viene descr<strong>it</strong>to il modus operan<strong>di</strong> per preparare un campione massivo bendensificato <strong>di</strong> MgB 2 , a partire dall’ I.R.L. <strong>di</strong> polvere <strong>di</strong> boro cristall<strong>in</strong>o.2.3.Aspetti strutturali del Boro cristall<strong>in</strong>oIl boro, a seconda delle metodologie <strong>di</strong> preparazione, si può presentare <strong>in</strong> forma amorfa o <strong>in</strong> formacristall<strong>in</strong>a. La forma amorfa, ottenibile a bassa temperatura, è la più usata nelle tecniche <strong>di</strong>s<strong>in</strong>terizzazione ma ha purezze <strong>in</strong>feriori al 95% e dal spettro <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione <strong>di</strong> raggi x evidenzia al <strong>di</strong>sopra <strong>di</strong> aloni tipici della fase amorfa anche la presenza <strong>di</strong> una microcristall<strong>in</strong><strong>it</strong>à, probabilmenteassociata a clusters icosaedrici tipici delle fasi cristall<strong>in</strong>e. Le forma cristall<strong>in</strong>e del boro, <strong>di</strong> purezzasuperiore al 99%, sono essenzialmente due : la fase α-romboedrica e la fase β-romboedrica La faseα può essere formata dalla fase amorfa del boro raggiungendo la temperatura <strong>di</strong> cristallizzazioneattorno ai 1190 °C, ha costante reticolare a= 5 Å ed è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a <strong>di</strong> soli clusters icosaedrici B 12posizionati ai vertici della cella romboedrica. Questa fase è <strong>in</strong>stabile ad alte temperature e a circa1210 °C gli atomi <strong>di</strong> B si riarrangiano irreversibilmente nella fase β.Poiché oggetto <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è la trasformazione <strong>in</strong> MgB 2 del Boro cristall<strong>in</strong>o β−romboedrico,pren<strong>di</strong>amo <strong>in</strong> esame brevemente le caratteristiche strutturali <strong>di</strong> questo materiale.Una rappresentazione grafica della posizione dei s<strong>in</strong>goli atomi <strong>di</strong> B nella cella cristallografica delsistema β-romboedrico è riportata <strong>in</strong> Fig. 2.1.


Fig. 2.1. Sistema β-romboedrico : posizione dei 105 atomi <strong>di</strong> B all’<strong>in</strong>terno della cella elementareL’un<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cella consiste <strong>di</strong> 105 atomi che si <strong>di</strong>stribuiscono all’<strong>in</strong>terno della struttura <strong>in</strong> clusters <strong>di</strong> 12e 28 atomi. Quest’ultima tipologia <strong>di</strong> clusters è realizzata attraverso l’unione <strong>di</strong> tre clusters B 12 checon<strong>di</strong>vidono facce triangolari e spigoli. I B 12 sono posizionati ai vertici ed al centro degli spigolidell’ un<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cella romboedrica def<strong>in</strong><strong>it</strong>a con una costante reticolare a=10.14 Å ed un angolo <strong>di</strong>edropari a 65.18 o . I clusters B 28 sono s<strong>it</strong>uati lungo la <strong>di</strong>agonale della cella nell’ or<strong>di</strong>ne B 28 -B-B 28 .Una caratteristica peculiare <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> struttura β-romboedrica è che essa offre un <strong>in</strong>teressantespazio <strong>in</strong>terstiziale vuoto <strong>in</strong> cui si possono <strong>in</strong>serire droganti appropriati( Fig.2.2.).Fig. 2.2. S<strong>it</strong>i vuoti nel sistema β-romboedrico del boro B 105


I s<strong>it</strong>i <strong>in</strong>terstiziali pr<strong>in</strong>cipali sono denom<strong>in</strong>ati A 1 -, E- e D-. All’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> una un<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cella B 105 visono due s<strong>it</strong>i A 1 -, due E- e sei D <strong>in</strong>terstiziali. A 1 - e D- sono però troppo vic<strong>in</strong>i per esser occupaticontemporaneamente. Tale struttura è <strong>in</strong>dubbiamente <strong>di</strong>fferente da quella esagonale del MgB 2 ,presentata nel cap<strong>it</strong>olo precedente, ma presenta analogie con quella del nuovo composto MgB 12.5che verrà <strong>di</strong>scusso <strong>in</strong> segu<strong>it</strong>o nel cap<strong>it</strong>olo 4. Viene <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o riportato un grafico XRD dellastruttura β-romboedrica del boro (Grafico 2.1.).PWB - Polvere <strong>di</strong> Boro β-romboedrica mac<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> pressa20001800160014001200cps1000800600400200010 20 30 40 50 60 70 802 tetaGrafico 2.1. XRD del Boro β-romboedrico


L’ immag<strong>in</strong>e del conten<strong>it</strong>ore sigillato e pronto per il trattamento termico è riportata <strong>in</strong> Figura 3.4.Saldatura TIGKanthal ATermocoppia KT1Termocoppia KT2Tubo Ferro dolceST 37.5Kanthal ASaldatura TIGFig. 2.4. Immag<strong>in</strong>e del conten<strong>it</strong>ore pronto per il trattamento termico- Trattamento termicoPer il trattamento termico si è usato un forno tubolare verticale avente una zona <strong>di</strong> uniform<strong>it</strong>à <strong>di</strong>temperatura <strong>di</strong> ± 2°C per una lunghezza superiore a quella del conten<strong>it</strong>ore dei reagenti. Il campioneviene <strong>in</strong>ser<strong>it</strong>o dall’alto, quando il forno ha già raggiunto la temperatura <strong>di</strong> set po<strong>in</strong>t e viene tolto ,sempre dall’alto, al term<strong>in</strong>e del tempo <strong>di</strong> reazione, e lasciato raffreddare all’aria.Il trattamento termico risulta pertanto caratterizzato da due parametri:1. La temperatura <strong>di</strong> set-po<strong>in</strong>t2. Il tempo <strong>di</strong> permanenza del conten<strong>it</strong>ore a tale temperaturaLe con<strong>di</strong>zioni operative e il tipo <strong>di</strong> forno tubolare usati <strong>in</strong>ducono una veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sal<strong>it</strong>a dellatemperatura del campione <strong>di</strong> valore me<strong>di</strong>o stimato tra i 50 e 100°C/m<strong>in</strong>Le temperature <strong>di</strong> set po<strong>in</strong>t sono state scelte al <strong>di</strong> sopra del punto <strong>di</strong> fusione del magnesio( T m =648°C), a partire da 652 °C f<strong>in</strong>o a 760°C.Per ogni temperatura settata, si sono <strong>in</strong>ser<strong>it</strong>i nel forno due campioni : uno corrispondente ad untempo <strong>di</strong> permanenza <strong>di</strong> 10’ all’<strong>in</strong>terno del forno (tempo misurato dal momento <strong>in</strong> cui letermocoppie annesse al conten<strong>it</strong>ore raggiungevano la temperatura <strong>di</strong> set po<strong>in</strong>t) ed un altrocorrispondente ad un tempo <strong>di</strong> permanenza <strong>di</strong> 30’.


Cap<strong>it</strong>olo treLiquidReactiveInfiltration.250200150MgB12.5cps100MgB12.55000 10 20 30 2 teta 40 50 60 70Analisi dei campioni


Driv<strong>in</strong>g force.I risultati ricavati da gli esperimenti effettuati a temperature hanno dato <strong>in</strong>teressanti <strong>in</strong>formazioni suquella che è la driv<strong>in</strong>g force della reazione.Innanz<strong>it</strong>utto si deve notare che se il campione viene scaldato ad una temperatura <strong>di</strong> circa 652-665°Cnon si ha formazione né del composto MgB 2 né <strong>di</strong> altre strutture sovrastechiometriche <strong>in</strong> boro. Talerisultato è <strong>in</strong> buon accordo con i dati riportati <strong>in</strong> letteratura da Liu et alii.Avviene comunque la risal<strong>it</strong>a del Mg all’<strong>in</strong>terno della polvere <strong>di</strong> boro contrastando e v<strong>in</strong>cendo laforza <strong>di</strong> grav<strong>it</strong>à agente <strong>in</strong> verso contrario. In tali con<strong>di</strong>zioni non si può sostenere che il liquidorisalga a segu<strong>it</strong>o <strong>di</strong> fenomeni legati a delle reazioni <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi poiché abbiamo riscontrato l’assenza<strong>di</strong> queste mo<strong>di</strong>ficazioni del sistema. E’ utile soffermarsi un attimo su come il boro si presentaall’<strong>in</strong>terno del campione per coglierne meglio la natura e le proprietà. La polvere viene pressataall’<strong>in</strong>terno del campione raggiungendo valori <strong>di</strong> dens<strong>it</strong>à pari a d = 1.30 gr/cm 3 (ve<strong>di</strong> cap.3)*.Considerando che la dens<strong>it</strong>à del B bulk è <strong>di</strong> 2.35 gr/cm 3 la polvere <strong>in</strong>trodotta si presenta <strong>in</strong> realtàcome un mezzo poroso con volumi <strong>di</strong> poros<strong>it</strong>à pari a circa il 40-50% ( a seconda delle <strong>di</strong>mensionidella povere) del volume totale. Il tipo <strong>di</strong> modello che dobbiamo qu<strong>in</strong><strong>di</strong> ricercare è quello relativoad un sistema poroso <strong>in</strong>filtrato da un liquido. Le con<strong>di</strong>zioni <strong>in</strong> cui operiamo vengono def<strong>in</strong><strong>it</strong>e daJacob Bear <strong>in</strong> Dynamics of Fluids <strong>in</strong> pourous me<strong>di</strong>um , ricavando il valore <strong>di</strong> n per cuiVpor<strong>in</strong> =Vtottot<strong>in</strong> cuiV pori tot è il volume totale dato dalla somma dei pori <strong>in</strong>terconnessi e quelli isolati all’<strong>in</strong>ternodel me<strong>di</strong>umV tot è il volume ricavato dalla somma del materiale effettivamente presente (matrice bulkreale) ed il volume della poros<strong>it</strong>à,come un me<strong>di</strong>um mixed sand state <strong>in</strong> cui l’<strong>in</strong>filtrazione è realizzabile con buona uniform<strong>it</strong>à.Chiar<strong>it</strong>o questi aspetti si è cap<strong>it</strong>o che il Mg risaliva nella polvere per capillar<strong>it</strong>à.Le due equazioni che si devono eguagliare <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio sono quella grav<strong>it</strong>azionalelegata alla massa del Mg liquido e la forza capillare agente legata alla sua tensione superficialeall’<strong>in</strong>terfaccia liquido-vapore ed all’angolo <strong>di</strong> contatto ν presente tra il liquido ed il solido. Disegu<strong>it</strong>o vengono riportate le due formule e viene ricavata l’espressione <strong>di</strong> h pari all’altezza delcil<strong>in</strong>dro <strong>di</strong> Mg nel tubo.*Tale valore <strong>di</strong> dens<strong>it</strong>à è <strong>in</strong>crementabile aumentando ulteriormente la pressione sulla polvere f<strong>in</strong>o ad un valore attorno a 1.6-1.7gr/cm3 ma una compattazione così sp<strong>in</strong>ta richiederebbe un conten<strong>it</strong>ore ed un sistema <strong>di</strong> saldature (le saldature a TIG senzariporto <strong>di</strong> materiale e senza elevata profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> penetrazione non sono adeguate) <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> sopportare le pressioni sviluppateall’<strong>in</strong>terno del campione durante la variazione <strong>di</strong> dens<strong>it</strong>à a segu<strong>it</strong>o della reazione del boro col magnesio.


2F Gr= πrhdgover è il raggio del cil<strong>in</strong>dro <strong>di</strong> Mg,d è la dens<strong>it</strong>à del Mg,g è l’accelerazione grav<strong>it</strong>azionaleF =Cap2πrγLGcosνove2πr è la circonferenza su cui agisce la forza capillare,γLGè la tensione superficiale all’<strong>in</strong>terfaccia liquido gas,ν è l’angolo <strong>di</strong> contattoEguagliando le due espressioni si ricava2γLGcosνh =dgrutilizzando la legge Young-Duprè per l’angolo <strong>di</strong> contatto ν:γGS= γLS+ γLGcosνoveγGSè la tensione superficiale all’<strong>in</strong>terfaccia gas solido,γ è la tensione superficiale all’<strong>in</strong>terfaccia liquido gas,LGγ è la tensione superficiale all’<strong>in</strong>terfaccia liquido solido.LSTale modello è <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> spiegare alcune osservazioni raccolte sui campioni e che vengonoriportata <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o.Bagnabil<strong>it</strong>à delle polveriLa capillar<strong>it</strong>à è un fenomeno che è espressione <strong>di</strong> due proprietà contrastanti:


L’Adesione che descrive le <strong>in</strong>terazioni tra le particelle del liquido e quelle del solidoLa Coesione che descrive quanto fortemente siano <strong>in</strong>teragenti le particelle del liquido traloro.A seconda <strong>di</strong> come agiscono questi pr<strong>in</strong>cipi contrapposti si ha l’andamento della bagnabil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> unliquido su <strong>di</strong> una superficie solida.Questa grandezza <strong>in</strong>timamente legata alle caratteristiche chimiche e fisiche degli elementi ci puòesser <strong>di</strong> grande aiuto per la comprensione <strong>di</strong> quanto segue.Quando si sono realizzati i campioni a temperatura <strong>di</strong> poco superiore a quella <strong>di</strong> fusione del Mg si èvisto che quest’ultimo non <strong>in</strong>filtra dal centro della sezione trasversale all’asse pr<strong>in</strong>cipale delcil<strong>in</strong>dro, ma pre<strong>di</strong>lige sempre un’<strong>in</strong>filtrazione dal perimetro esterno.Tale con<strong>di</strong>zione avviene anche a temperature più alte <strong>in</strong> cui, dopo aver s<strong>in</strong>tetizzato campioni bendensificati <strong>di</strong> MgB 2 bulk si è scoperto che all’<strong>in</strong>terno osp<strong>it</strong>avano zone non reag<strong>it</strong>e <strong>in</strong> cui vi eraancora B β-romboedrico.Tale osservazione è avvallata anche dalla presenza spora<strong>di</strong>ca ma non irrilevante <strong>di</strong> “venaturera<strong>di</strong>ali” <strong>di</strong> Mg puro che penetrano nel solido dall’esterno verso il centro.Ma perché ciò avviene?Una risposta semplice si può ottenere considerando tutte le superfici che il magnesio <strong>in</strong> fase liquidapuò bagnare, il boro <strong>in</strong> polvere, gas presenti all’<strong>in</strong>terno dei volumi dei pori all’<strong>in</strong>terno e sullasuperficie della polvere e le pareti d’acciaio del conten<strong>it</strong>ore.La polvere <strong>di</strong> B si presenta come un sistema ricco <strong>di</strong> cav<strong>it</strong>à capillari potenziali ma a causa <strong>di</strong> essefortemente <strong>di</strong>scont<strong>in</strong>uo ed irregolare. La parete d’acciaio <strong>in</strong>vece si presenta <strong>in</strong> ottimo contatto con illiquido (essendone il conten<strong>it</strong>ore) e senza drastiche variazioni <strong>di</strong> uniform<strong>it</strong>à. Sommato a ciò si deveconsiderare la possibil<strong>it</strong>à che la polvere sia parzialmente ossidata. Tale con<strong>di</strong>zione ridurrebbeulteriormente la bagnabil<strong>it</strong>à del B da parte del Mg <strong>in</strong> quanto lo stato <strong>di</strong> ossido fungerebbe dapassivante nei confronti dell’<strong>in</strong>terazioni tra particelle <strong>di</strong> Mg e B <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uendo l’adesione del primosul secondo. Tale motivazione risulta essere un parametro determ<strong>in</strong>ante <strong>in</strong> alcune s<strong>it</strong>uazioni <strong>in</strong> cui,dato un elevato livello <strong>di</strong> <strong>in</strong>ertizzazione della polvere da parte dell’ossido su <strong>di</strong> essa, avviene che ilMg riesca <strong>in</strong> alcuna maniera ad <strong>in</strong>filtrare anche se le con<strong>di</strong>zioni termo<strong>di</strong>namiche lopermetterebbero.Si può qu<strong>in</strong><strong>di</strong> riconoscere una duplice natura del processo d’<strong>in</strong>filtrazione:


1. Fenomeno <strong>di</strong> capillar<strong>it</strong>à: che si esprime maggiormente lungo le pareti d’acciaio delcampione e che avviene <strong>in</strong> tempi molto rapi<strong>di</strong>.2. Fenomeno d’<strong>in</strong>filtrazione vero e proprio: che si esprime dall’ esterno ricco <strong>di</strong> magnesiora<strong>di</strong>calmente verso l’<strong>in</strong>terno. Tale fenomeno è fortemente <strong>in</strong>ficiato dallo stato <strong>di</strong> ossidazionedelle polveri.Tali <strong>in</strong>formazioni sono molto utili nell’amb<strong>it</strong>o <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> prodotti bulk ben densificatipoiché si potrebbe ad esempio fare un pretrattamento termico del sistema <strong>in</strong> modo da <strong>in</strong>durre unabuona <strong>in</strong>filtrazione del Mg nel campione ed <strong>in</strong> segu<strong>it</strong>o aumentare la temperatura al valore <strong>di</strong>reazione desiderata. Appare altresì evidente che <strong>in</strong> questa configurazione la <strong>di</strong>stribuzione saràsempre lim<strong>it</strong>ata dalla grav<strong>it</strong>à agente su <strong>di</strong> essa e che potendo realizzare <strong>di</strong>versi sistemi la soluzioneottimale sarebbe quella <strong>di</strong> porre il Mg al <strong>di</strong> sopra delle polveri.Comportamento del magnesio.Nei campioni realizzati alle temperature 652-665° C non vi erano notevoli <strong>di</strong>fferenze, neppure tra icampioni tenuti 10 o 30 m<strong>in</strong>uti all’<strong>in</strong>terno del forno rispettivamente. Essi si presentavano secondolo schema riportato <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o (Fig.3.1.):AcciaiodolcePolvere β-romboedricaTappo <strong>di</strong> MgPolvere mo<strong>di</strong>ficata <strong>di</strong> BFig.3.1. Sezione del campione reag<strong>it</strong>o a T = 652-665 °C.


Sulla somm<strong>it</strong>à del campione vi era della polvere che si presentava come polvere <strong>di</strong> boro β-romboedrico non reag<strong>it</strong>o, con assenza totale <strong>di</strong> magnesio. Si confronti il seguente grafico XRD conquello riportato nel cap<strong>it</strong>olo precedente (Grafico 4.1.):T32 - 30'-652°C-polvere B sulla somm<strong>it</strong>à (sopra il setto)140012001000800cps600400200010 20 30 40 50 602 tetaGrafico 3.1. XRD della polvere <strong>di</strong> boro β-romboedrico sulla somm<strong>it</strong>à non reag<strong>it</strong>oCiò significava che il Mg non era riusc<strong>it</strong>o a raggiungere la somm<strong>it</strong>à del campione (e neppure i suoivapori ne erano stati <strong>in</strong> grado) ed il boro era rimasto esattamente nella forma <strong>in</strong> cui era stato<strong>in</strong>trodotto.Un dato ancora più importante era che il Mg aveva realizzato la stessa <strong>in</strong>filtrazione<strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente dal tempo <strong>in</strong> cui era stato tenuto nel forno. Si era <strong>in</strong>fatti formato una sorta <strong>di</strong>“tappo” <strong>di</strong> magnesio ad una altezza <strong>di</strong> circa 32 mm dall’<strong>in</strong>terfaccia Mg-B presente <strong>in</strong> entrambi icampioni s<strong>in</strong>tetizzati con tempi <strong>di</strong>versi. Di segu<strong>it</strong>o viene riportato lo spettro XRD del “tappo” <strong>di</strong> Mg(Grafico 3.2.).


T32 - T34 Tappo <strong>di</strong> Mg (+ B powder)800= Mg700600500cps40030020010000 10 20 30 40 50 60 702 tetaGrafico 3.2. XRD del “tappo” <strong>di</strong> magnesio.Tale tappo si presentava come uno <strong>di</strong>sco sottile <strong>di</strong> magnesio formato a segu<strong>it</strong>o dell’<strong>in</strong>filtrazione nelB. Il fatto che esso fosse pressoché identico nei campioni s<strong>in</strong>tetizzati alle temperature 652° C e 665°C ed ancor <strong>di</strong> più che non mutasse neppur <strong>in</strong> funzione dei tempi <strong>di</strong> reazione ci ha fatto capire che ilprocesso era sotto un altro fattore lim<strong>it</strong>ante: la capillar<strong>it</strong>à. Infatti a quelle con<strong>di</strong>zioni sperimentali ilMg liquido <strong>in</strong>filtra verso l’alto il campione ma è lim<strong>it</strong>ato ad quella altezza massima h ricavata primaoltre la quale non può risalire, anche se noi lo tenessimo per 24 ore <strong>in</strong> trattamento termico! Si<strong>in</strong>troduce qu<strong>in</strong><strong>di</strong> un aspetto fondamentale nella progettazione del campione f<strong>in</strong>ora non considerato,ovvero che <strong>in</strong> campioni s<strong>in</strong>tetizzati verticalmente <strong>in</strong> cui il Mg sia posto al <strong>di</strong> sotto della polveresi deve tenere conto dell’ altezza massima raggiungibile da parte del liquido che def<strong>in</strong>iràqu<strong>in</strong><strong>di</strong> anche la zona efficace della s<strong>in</strong>tesi <strong>di</strong> reazione tra il B ed il Mg. Tale altezza saràfunzione anche della viscos<strong>it</strong>à del Mg (che varia <strong>in</strong> funzione della temperatura), dello stato <strong>di</strong>ossidazione dell’ <strong>in</strong>terfaccia del liquido e <strong>di</strong> quella del solido (con tutta l’analisi delle proprietà <strong>di</strong>


agnabil<strong>it</strong>à del sistema), del livello d’impaccamento e del valore del volume della Poros<strong>it</strong>à dellapolvere,etc. <strong>in</strong> maniera articolata e complessa.Al <strong>di</strong> sotto del tappo bulk <strong>di</strong> Mg vi è ancora una zona <strong>di</strong> polvere <strong>di</strong> boro che non appare esattamentecome la polvere al <strong>di</strong> sopra del tappo ma sembra avere dei primissimi germi <strong>di</strong> sviluppo piùor<strong>di</strong>nato presentando una sorta <strong>di</strong> maggior congruenza tra i cristall<strong>in</strong>i.T34 (665°C) - 30' - polvere sottostante il "tappo" <strong>di</strong> Mg350300250200cps15010050010 15 20 25 30 35 40 45 50 55 602 tetaGrafico 3.3. XRD della polvere <strong>di</strong> boro sottostante il magnesio.Grafico 3.4. XRD della polvere <strong>di</strong> boro sottostante il magnesio.


E’ necessario qu<strong>in</strong><strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare i <strong>di</strong>agrammi presentati da Liu et alii <strong>in</strong>troducendo l’esistenza <strong>di</strong>questa nuova struttura che <strong>in</strong>izia a formarsi attorno ai xxxx °C (Grafico 3.6.).MgB xTale struttura è presente anche nei campioni bulk <strong>di</strong> MgB 2 s<strong>in</strong>tetizzati a più alte temperature (850-900°C).Tale prodotto potrebbe <strong>in</strong>oltre esser utilizzato, una volta sbriciolato f<strong>in</strong>emente e aggiunto allapolvere <strong>di</strong> boro, come una sorta <strong>di</strong> Self-dop<strong>in</strong>g per <strong>in</strong>crementare il flux-p<strong>in</strong>n<strong>in</strong>g dell’MgB 2 .MgB 2Attorno ai 730 °C si <strong>in</strong>izia a veder la formazione del MgB 2 . Tale dato è <strong>in</strong> buon accordo con i valoririportati <strong>in</strong> letteratura. Di segu<strong>it</strong>o viene riportato un grafico XRD relativo alla s<strong>it</strong>uazione descr<strong>it</strong>ta(Grafico 3.7.).


T36 - 730 °C250200150cps10050010 15 20 25 30 35 40 45 50 55 602 tetaGrafico 3.7. Formazione della fase MgB 2 ..Tale stu<strong>di</strong>o sui range d’esistenza delle varie fasi e strutture sta dando <strong>in</strong>formazioni molto utili allacomprensione del <strong>di</strong>boruro <strong>di</strong> magnesio e a quali siano i parametri importanti da considerare ai f<strong>in</strong>i<strong>di</strong> applicazioni più complesse ed articolate.


Cap<strong>it</strong>olo quattroSINTESIPERDEPOSIZIONE CHIMICADA FASE VAPORE (CVD)Direzione pr<strong>in</strong>cipale del flusso 8Usc<strong>it</strong>a1273Superficie456


4.1.PremessaLa deposizione per via chimica da fase vapore (o Chemical Vapor Depos<strong>it</strong>ion, CVD) è un processo<strong>in</strong> cui uno o più precursori, presenti <strong>in</strong> fase gassosa, reagiscono chimicamente su una superficie,portando alla formazione <strong>di</strong> un film solido.Tale metodologia consente <strong>di</strong> lavorare secondo l’approccio “bottom up” realizzando filmsnanostrutturati attraverso <strong>in</strong>terazioni <strong>di</strong> nanoclusters [Yamada(1998)]; durante la deposizionevengono utilizzate le molecole precursori come veri e propri buil<strong>di</strong>ng blocks consentendo larealizzazione dell’attualissima ed affasc<strong>in</strong>ante molecular engeneer<strong>in</strong>g [Haberland(1995), Alivisatos(2001)].Grazie a questa meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> tipo prettamente chimico si rende possibile la realizzazione <strong>di</strong> qualsiasidepos<strong>it</strong>o <strong>di</strong> tipo metallico e non, come per esempio i carburi, n<strong>it</strong>ruri, ossi<strong>di</strong> vari con le conseguentiapplicazioni <strong>in</strong>dustriali. Le sue applicazioni sono oggi molteplici e variano dall’optoelettronica dellefibre ottiche (strati riflettenti, conduttori trasparenti), all’elettronica avanzata dei semiconduttori, aisuperconduttori, alla sensoristica (film <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong>, semplici e misti), alla catalisi, allabiocompatibil<strong>it</strong>à, alle nanomacch<strong>in</strong>e e films nanometrici utilizzati come <strong>in</strong>teressanti rivestimentiprotettivi per applicazioni aerospaziali. L’elevato numero <strong>di</strong> parametri <strong>di</strong> processo conferisce alCVD una notevole versatil<strong>it</strong>à, permettendo <strong>di</strong> modulare <strong>in</strong> maniera estremamente f<strong>in</strong>e lecaratteristiche dello strato sottile ottenuto.Inoltre, numerosi sono i vantaggi rispetto ad altri processi convenzionali <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi <strong>di</strong> strati sottili etra questi è opportuno ricordare:(1) La possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> ricoprire, con alte veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> deposizione e <strong>in</strong> modo omogeneo, substrati <strong>di</strong>qualsiasi forma e <strong>di</strong>mensione, nonché <strong>di</strong> realizzare deposizioni selettive <strong>in</strong> zonepreferenziali della superficie <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a;(2) L’impiego <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> processo soft e <strong>di</strong> temperature <strong>di</strong> deposizione relativamentebasse, che lim<strong>it</strong>ano il danneggiamento del supporto ed i fenomeni <strong>di</strong> <strong>in</strong>ter<strong>di</strong>ffusione filmsubstrato,permettendo <strong>di</strong> realizzare sistemi eterogenei con <strong>in</strong>terfacce relativamente nette;(3) La formazione <strong>di</strong> film ad elevata purezza, per l’assenza <strong>di</strong> sostanze estranee (solventi, ioni,etc.), che potrebbero <strong>in</strong>ficiare la purezza del materiale ed alterarne le proprietà;(4) La possibil<strong>it</strong>à <strong>in</strong> campo <strong>in</strong>dustriale per deposizioni su larga scala, resa possibile dagliapparati strumentali relativamente semplici e poco costosi.


I pr<strong>in</strong>cipali svantaggi derivano, <strong>in</strong>vece, dalla scarsa <strong>di</strong>sponibil<strong>it</strong>à a livello commerciale <strong>di</strong> opportunicomposti precursori e dal loro elevato costo. Inoltre la grande versatil<strong>it</strong>à e l’elevato numero <strong>di</strong>parametri <strong>in</strong> gioco oltre che cost<strong>it</strong>uire, come già detto, una preziosa caratteristica del metodo,comporta però alcuni problemi <strong>di</strong> riproducibil<strong>it</strong>à nelle con<strong>di</strong>zioni sperimentali. Saranno, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>,<strong>di</strong>fficilmente preve<strong>di</strong>bili a priori le con<strong>di</strong>zioni ideali <strong>di</strong> deposizione <strong>di</strong> un dato materiale chedovranno essere determ<strong>in</strong>ate caso per caso.4.2.Le tecniche CVDLe reazioni chimiche usate <strong>in</strong> CVD sono molte ed <strong>in</strong>cludono: decomposizioni, riduzioni,ossidazioni, carburazioni, n<strong>it</strong>rurazioni, idrolisi, ecc.. Esse possono avvenire s<strong>in</strong>golarmente od <strong>in</strong>comb<strong>in</strong>azione e possono essere attivate <strong>in</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi.I più rilevanti sono:Attivazione termica, che si realizza ad alte temperature sebbene la temperatura possa essereridotta considerevolmente utilizzando precursori metallorganici (MOCVD).Attivazione con ra<strong>di</strong>azioni elettromagnetiche (foto e laser CVD ), a temperature <strong>in</strong>feriori delcorrispondente processo termicoAttivazione via plasma, ( RF, MW etc. ) può essere fatta a basse temperature consentendol’utilizzo <strong>di</strong> substrati basso fondenti e <strong>di</strong> precursori termicamente sensibili <strong>in</strong>utilizzabil<strong>in</strong>elle altre tipologie <strong>di</strong> deposizione.Le tre metodologie d’attivazione vengono <strong>di</strong>scusse più <strong>in</strong> dettaglio nei paragrafi seguenti.4.3.Thermal CVDIn questa tecnica, la più tra<strong>di</strong>zionale, la reazione viene <strong>in</strong>dotta tram<strong>it</strong>e il rifornimento <strong>di</strong> energiatermica con modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong>fferenti, a seconda del tipo <strong>di</strong> processo <strong>di</strong> deposizione e della forma,<strong>di</strong>mensioni e composizione del substrato.Il riscaldamento <strong>di</strong> quest’ ultimo può essere ottenuto me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> una semplice resistenzaelettrica oppure tram<strong>it</strong>e un <strong>di</strong>spos<strong>it</strong>ivo RF o con l’impiego <strong>di</strong> fotoni ad alta <strong>in</strong>tens<strong>it</strong>à generati dalampade a filamento <strong>di</strong> tungsteno e lampade <strong>di</strong> quarzo allo io<strong>di</strong>o. Le temperature richieste,


nell’amb<strong>it</strong>o <strong>di</strong> questa tecnica, possono superare i 900°C. Il metodo è usualmente adottato per ladeposizione <strong>di</strong> film metallici e <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong>.4.4. Plasma Enhanced CVDL’attivazione <strong>di</strong> un processo CVD può essere condotta anche me<strong>di</strong>ante scariche elettriche cheport<strong>in</strong>o alla formazione <strong>di</strong> un plasma ovvero una miscela <strong>di</strong> ioni, elettroni, e specie neutre <strong>in</strong> statisia fondamentali che ecc<strong>it</strong>ati; generalmente la produzione <strong>di</strong> plasmi per PE-CVD avvienesottoponendo un gas a bassa pressione ad una scarica elettrica, sostenuta da una tensione applicataagli elettro<strong>di</strong> presenti nel reattore. Nella s<strong>it</strong>uazione più comune, l’energia elettrica forn<strong>it</strong>a èalternata, tipicamente nel campo delle ra<strong>di</strong>ofrequenze (RF) e delle microonde (MW).L’utilizzo <strong>di</strong> questo metodo garantisce un buon potere coprente del supporto ma soprattutto,consente un notevole abbassamento delle temperature del substrato. Tale metodo è il più complessoda controllare a causa delle molteplici variabili che l’utilizzo ed il mantenimento dello stato <strong>di</strong>plasma comporta. Questo lavoro <strong>di</strong> tesi riporta dati <strong>di</strong> films nanostrutturati realizzati proprio conquesta tecnica. Tutti i dati che sono stati r<strong>it</strong>enuti utili per una più chiara comprensione delfunzionamento <strong>di</strong> questa tecnologia sono riportati nel cap<strong>it</strong>olo due.4.5. Photochemical CVDIn questa particolare tecnica, la reazione chimica viene attivata me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioneelettromagnetica. È possibile <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guere nell’amb<strong>it</strong>o <strong>di</strong> questa metodologia due possibili variantiche prendono il nome <strong>di</strong> Photoassisted e Photol<strong>it</strong>ic CVD.Nella prima, altrimenti detta, Laser-CVD (LCVD) tram<strong>it</strong>e un fascio laser altamente focalizzato siproduce la decomposizione del precursore; i migliori risultati vengono ottenuti utilizzando unasorgente laser ad una lunghezza d’onda cui si verifichi assorbimento sia del substrato che del film <strong>in</strong>cresc<strong>it</strong>a. Questa tecnica permette <strong>di</strong> condurre la deposizione a temperature relativamente basse e <strong>di</strong>prevenire, <strong>in</strong> questo modo, il danneggiamento <strong>di</strong> strutture particolarmente sensibili; un altrovantaggio è la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> lim<strong>it</strong>are, date le proprietà del laser, il riscaldamento del substrato aregioni ristrette m<strong>in</strong>imizzando eventuali fenomeni <strong>di</strong> stress termico e la degradazione del substrato.Nella Photol<strong>it</strong>ic-CVD l’attivazione del processo tram<strong>it</strong>e ra<strong>di</strong>azione elettromagnetica avvieneattraverso la formazione <strong>di</strong> specie ra<strong>di</strong>caliche altamente reattive che portano alla formazione delfilm. Ovviamente, è con<strong>di</strong>zione necessaria che i precursori utilizzati <strong>in</strong> questo tipo <strong>di</strong> applicazionepresent<strong>in</strong>o un forte assorbimento nel visibile o nell’UV.


4.6.C<strong>in</strong>etica e meccanismi <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> massa del processo CVDIn questo processo uno o più precursori volatili vengono condotti <strong>in</strong> fase vapore, normalmenteattraverso l’utilizzo <strong>di</strong> un opportuno gas <strong>di</strong> trasporto (ad es. azoto od argon), nel reattore dove,venendo <strong>in</strong> contatto con il substrato, portano alla formazione <strong>di</strong> un film solido con allontanamentodei sottoprodotti volatili [Pierson(1992)].La fluido<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> questo processo risulta particolarmente complessa a causa <strong>di</strong> numerosi fattor<strong>it</strong>ra i quali: variazioni <strong>di</strong> pressione e volume cui è soggetta la miscela <strong>di</strong> gas prima <strong>di</strong> raggiungere lacamera <strong>di</strong> reazione; la reazione chimica, implicando un cambiamento <strong>di</strong> stato (<strong>in</strong> questo caso daquello gassoso a quello solido) è eterogenea anche se <strong>in</strong> alcuni casi la reazione può decorrere <strong>in</strong> fasegas prima ancora che la superficie del substrato venga raggiunta.Il processo può essere sud<strong>di</strong>viso <strong>in</strong>sette sta<strong>di</strong> rappresentati <strong>in</strong> figura 4.1.:1Direzione pr<strong>in</strong>cipale del flusso 8Usc<strong>it</strong>a237Superficie456Fig.4.1. Rappresentazione schematica degli sta<strong>di</strong> co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> un processo CVDSta<strong>di</strong>o 1) Flusso dei gas reagenti verso la camera <strong>di</strong> reazioneSta<strong>di</strong>o 2) Per effetto della temperatura il precursore viene” attivato”Sta<strong>di</strong>o 3) Diffusione delle molecole attraverso lo strato lim<strong>it</strong>eSta<strong>di</strong>o 4) Le molecole che giungono al substrato vengono adsorb<strong>it</strong>e sulla superficie dellostessoSta<strong>di</strong>o 5) Reazione del precursore sul substratoSta<strong>di</strong>o 6) Nucleazione e cresc<strong>it</strong>a del film


Sta<strong>di</strong>o 7) Elim<strong>in</strong>azione dei prodotti <strong>di</strong> reazione.Questi passi avvengono <strong>in</strong> sequenza, lo sta<strong>di</strong>o più lento del processo è lo sta<strong>di</strong>o determ<strong>in</strong>ante laveloc<strong>it</strong>à globale del processo.Insieme al gas <strong>di</strong> trasporto (argon, azoto tra i più comuni) possono essere utilizzati <strong>in</strong> percentualivariabili gas reattivi quali idrogeno, vapor d’acqua, ossigeno; <strong>in</strong> particolare quest’ultimo si rendenecessario nella s<strong>in</strong>tesi <strong>di</strong> film <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong>.Gli sta<strong>di</strong> che possono determ<strong>in</strong>are la veloc<strong>it</strong>à complessiva del processo sono:(1) il trasporto <strong>di</strong> massa <strong>in</strong> fase vapore;(2) la <strong>di</strong>ffusione dei vapori alla superficie del substrato;(3) la reazione alla superficie.A temperature e pressioni basse si parla <strong>di</strong> Surface–Reaction-Lim<strong>it</strong>ed CVD ( fig.4.2.a. ). In questecon<strong>di</strong>zioni il rate determ<strong>in</strong><strong>in</strong>g step del processo <strong>di</strong> deposizione è lo sta<strong>di</strong>o relativo alla reazione allasuperficie, causa la bassa temperatura e la bassa pressione che porta ad un assottigliamento dellostrato lim<strong>it</strong>e, rendendo più agevole la <strong>di</strong>ffusione dei reagenti al substrato.Ad alte pressioni ed alte temperature la reazione delle molecole che raggiungono la superficie èimme<strong>di</strong>ata, viste le favorevoli con<strong>di</strong>zioni termiche, mentre la veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle speciegassose subisce un rallentamento a causa dell’ispessimento dello strato lim<strong>it</strong>e; <strong>in</strong> queste con<strong>di</strong>zionisi parla <strong>di</strong> Diffusion-Lim<strong>it</strong>ed CVD ( fig.4.2.b. ).Qualora, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il precursore possieda una bassa tensione <strong>di</strong> vapore e reagisca <strong>in</strong> modo rapido allasuperficie lo sta<strong>di</strong>o che determ<strong>in</strong>a la veloc<strong>it</strong>à dell’ <strong>in</strong>tero processo è quello relativo al rifornimentodel precursore: Feed-Rate-Lim<strong>it</strong>ed CVD.


Fig.44.In un processo controllato dallo sta<strong>di</strong>o relativo alla reazione alla superficie, la veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong>deposizione <strong>di</strong>pende dalla temperatura del substrato, al contrario <strong>di</strong> quanto accade nei due casirimanenti .Qualora la temperatura della superficie non sia sufficientemente elevata (fig.4.3. tratto I) non si avràla completa decomposizione delle specie reattive e la veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a aumenta <strong>in</strong> manieraesponenziale con la temperatura secondo una legge <strong>di</strong> tipo Arrhenius:⎛ -E A ⎞⎜ ⎟⎠⎝ RTv = A e[4.1.]dove E A è l’energia d’attivazione apparente per la reazione, R è la costante dei gas, T è latemperatura assoluta e A rappresenta il fattore frequenza. In questo regime si possono, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>,ottenere film <strong>di</strong> spessore uniforme m<strong>in</strong>imizzando le variazioni <strong>di</strong> temperatura.La figura 4.3., <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o riportata, illustra la <strong>di</strong>pendenza della veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> deposizione dallatemperatura del substrato.


Fig.45.3. Tipica <strong>di</strong>pendenza della veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a dalla temperatura del substrato <strong>in</strong> un processo CVDUna volta raggiunta la temperatura T 0 la c<strong>in</strong>etica del processo <strong>di</strong>venta poco sensibile a variazioni <strong>di</strong>temperatura (tratto II) e la veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> deposizione si assesta ad un valore pressoché costante; è ilcaso <strong>di</strong> reazioni controllate dalla <strong>di</strong>ffusione o dalla veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> rifornimento del precursore.Per temperature superiori a quella cr<strong>it</strong>ica T c , si ha una riduzione della veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a causata dauna <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uzione della concentrazione <strong>di</strong> reagente (dovuta alla formazione <strong>di</strong> particelle <strong>in</strong> fase gas)o dal rapido desorbimento dei reagenti dalla superficie, prima che avvenga la reazione.4.7. Lo strato lim<strong>it</strong>eIl comportamento del gas quando entra nel reattore può essere adeguatamente descr<strong>it</strong>to utilizzandola meccanica dei flui<strong>di</strong>. Usando il numero <strong>di</strong> Reynolds ( R e ) ( parametro a<strong>di</strong>mensionale checaratterizza il flusso dei flui<strong>di</strong> ), si può descrivere il comportamento del flusso del gas all’<strong>in</strong>ternodel reattore CVD da quello lam<strong>in</strong>are quando la pressione è moderatamente bassa ( cent<strong>in</strong>aia <strong>di</strong>Pascal ) a quello turbolento quando la pressione aumenta.Lo strato lim<strong>it</strong>e per def<strong>in</strong>izione è la regione, <strong>in</strong> cui la veloc<strong>it</strong>à del flusso varia da un valore nullosulla parete, ad un valore non <strong>in</strong>fluenzato dalle <strong>in</strong>terazioni con la parete stessa ( fig.4.4. ).


Flusso dei gas reagentiStrato lim<strong>it</strong>eFigura 4.4. Andamento dello strato lim<strong>it</strong>e all’<strong>in</strong>terno del tubo del fornoQuesto strato parte dall’imboccatura del tubo ed aumenta il suo spessore f<strong>in</strong>ché il flusso non <strong>di</strong>ventastabile. I gas reagenti, che fluiscono al <strong>di</strong> sopra dello strato lim<strong>it</strong>e, devono <strong>di</strong>ffondere attraversoquesto per raggiungere la superficie <strong>di</strong> deposizione. Lo spessore dello strato lim<strong>it</strong>e, D, è dato dallaseguente relazioneD =x5 [4.2.]R eConR eρwd= [4.3.]µove ρ = dens<strong>it</strong>à [kg m -3 ]d = <strong>di</strong>ametro del tubo [m]µ = viscos<strong>it</strong>à <strong>di</strong>namica [kg m -1 s -1 ]w = veloc<strong>it</strong>à [m s -1 ]x = <strong>di</strong>stanza dall’imboccatura nella <strong>di</strong>rezione del flussodalla relazione matematica si vede che lo spessore dello strato lim<strong>it</strong>e aumenta con l’abbassarsi dellaveloc<strong>it</strong>à del flusso e con l’aumentare della <strong>di</strong>stanza dall’<strong>in</strong>gresso del tubo.In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> flussolam<strong>in</strong>are, si può ragionevolmente assumere che la veloc<strong>it</strong>à del gas sia nulla sulle pareti ed aumentiprogressivamente al crescere della <strong>di</strong>stanza da queste (fig.4.5.). In prossim<strong>it</strong>à del centro del reattore,la veloc<strong>it</strong>à è determ<strong>in</strong>ata soltanto dalla caduta <strong>di</strong> pressione che si manifesta nella <strong>di</strong>rezione delflusso. Lo strato lim<strong>it</strong>e per la veloc<strong>it</strong>à rappresenta la regione <strong>in</strong> cui quest’ultima varia da zero alvalore tipico del flusso del gas libero. In un reattore sufficientemente lungo si raggiunge, dopo uncerto tempo, una con<strong>di</strong>zione stazionaria (spessore uniforme) e l’andamento del profilo non subisce


alcuna variazione lungo il reattore. La <strong>di</strong>stanza necessaria per il raggiungimento <strong>di</strong> tali con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong>pende dalla viscos<strong>it</strong>à del gas, dalla sua veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> flusso e <strong>di</strong>ametro del reattore.Strato lim<strong>it</strong>eProfilo veloc<strong>it</strong>àFlusso dei gas reagentiFig.4.5.Profili <strong>di</strong> veloc<strong>it</strong>à e strati lim<strong>it</strong>eLa figura 4.6. mostra la variazione del profilo <strong>di</strong> temperatura lungo un reattore CVD a pareti calde.Strato lim<strong>it</strong>eProfilo temperaturaFlusso dei gasFig.4.6. Andamento del profilo <strong>di</strong> temperatura <strong>in</strong> un reattore CVD a pareti calde. Le frecce <strong>in</strong><strong>di</strong>cano i valori dellatemperatura nelle <strong>di</strong>verse posizioni.Nell’istante successivo al suo <strong>in</strong>gresso nel reattore, il gas a contatto con le pareti si riscalda, ma alcentro del reattore la temperatura è ancora sostanzialmente <strong>in</strong>variata. Si realizza, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, lapropagazione del calore, per conduzione, dalle pareti del reattore al gas; dopo una certa <strong>di</strong>stanzacr<strong>it</strong>ica il profilo <strong>di</strong> temperatura <strong>di</strong>viene costante. Lo strato lim<strong>it</strong>e per la temperatura è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dallaregione <strong>in</strong> cui quest’ultima varia dal valore <strong>di</strong> <strong>in</strong>gresso a quello delle pareti del reattore. La <strong>di</strong>stanza


necessaria per il raggiungimento delle con<strong>di</strong>zioni stazionarie <strong>di</strong>pende dalla veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> flusso delgas, dalla sua conducibil<strong>it</strong>à termica e dal <strong>di</strong>ametro del reattore.4.8. Concentrazione dei reagentiLo strato lim<strong>it</strong>e per la concentrazione del precursore è rappresentato <strong>in</strong> figura 4.7.(reattore conpareti calde). Appena il precursore entra nel reattore si ha imme<strong>di</strong>atamente la reazione alle pareti,provocando, così, un calo <strong>di</strong> concentrazione <strong>in</strong> prossim<strong>it</strong>à <strong>di</strong> queste zone. Se la veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> reazionealle pareti è molto più elevata della veloc<strong>it</strong>à con cui il gas <strong>di</strong>ffonde verso <strong>di</strong> esse dal centro delreattore, la concentrazione del reagente <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uisce progressivamente dal centro del reattore allepareti. Il profilo risultante ha un andamento approssimativamente parabolico, e la sua curvaturatende via via a <strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire f<strong>in</strong>ché, al lim<strong>it</strong>e, tutto il reagente viene consumato. La <strong>di</strong>stanza necessariaaff<strong>in</strong>ché ciò avvenga <strong>di</strong>pende dalla veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> flusso del gas, dal coefficiente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dellespecie <strong>in</strong> fase vapore e dal <strong>di</strong>ametro del reattore.Strato lim<strong>it</strong>e per laconcentrazioneFlusso dei gasFig.4.7. Andamento del profilo <strong>di</strong> concentrazione del reagente <strong>in</strong> un reattoreCVD a pareti calde. Ciascuna freccia rappresenta il valore locale dellai d lE’ necessario comunque precisare, che lo strato lim<strong>it</strong>e per la concentrazione non esiste <strong>in</strong> tutte lecon<strong>di</strong>zioni operative; se, <strong>in</strong>fatti, la reazione alle pareti procede molto più lentamente della<strong>di</strong>ffusione del gas dal centro del reattore, la formazione dello strato lim<strong>it</strong>e non avviene poiché ilprecursore consumato nella reazione viene progressivamente rimpiazzato dal flusso <strong>in</strong> <strong>di</strong>rezionera<strong>di</strong>ale.


4.9.Modelli <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a dei filmPassiamo ora ad esam<strong>in</strong>are la natura del depos<strong>it</strong>o, cioè la sua microstruttura e l’<strong>in</strong>fluenza dellecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> deposizione.Il modo <strong>in</strong> cui un film si forma su una superficie me<strong>di</strong>ante CVD è ancoramotivo <strong>di</strong> controversia, al punto che varie teorie sono state proposte per descrivere il fenomeno.I pr<strong>in</strong>cipali modelli proposti per la cresc<strong>it</strong>a <strong>di</strong> film sottili sono schematizzati <strong>in</strong> figura 4.8.[Pierson(1992)].Copertura superficialeAumento dello spessoreFig.48: Modelli <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a <strong>di</strong> film sottili: a) cresc<strong>it</strong>a ad isole (Volmer – Weber); b) cresc<strong>it</strong>a a strati ed isole (Stranski –Krastanov); c) cresc<strong>it</strong>a strato su strato (Franck – Van der Merwe).a) Cresc<strong>it</strong>a ad isole: <strong>in</strong> questo caso esiste una scarsa aff<strong>in</strong><strong>it</strong>à chimica tra il film e il substrato a causadella maggiore <strong>in</strong>tens<strong>it</strong>à delle <strong>in</strong>terazioni tra le specie che si depos<strong>it</strong>ano rispetto alle <strong>in</strong>terazioni conla superficie. La cresc<strong>it</strong>a del film procede attraverso la coalescenza <strong>di</strong> isole tri<strong>di</strong>mensionali che sisviluppano a partire da piccoli clusters.c ) Cresc<strong>it</strong>a strato su strato: è il caso <strong>di</strong> film ep<strong>it</strong>assiali su substrati monocristall<strong>in</strong>i; le <strong>in</strong>terazionifilm-substrato risultano maggiori rispetto alle <strong>in</strong>terazioni tra le specie che si depos<strong>it</strong>ano, portando aduna cresc<strong>it</strong>a dello strato sottile secondo una ben precisa geometria che conferisce al film ottenutouna struttura or<strong>di</strong>nata.


) Cresc<strong>it</strong>a a strati ed isole: corrisponde ad una comb<strong>in</strong>azione delle due tipologie viste <strong>in</strong>precedenza <strong>in</strong> cui viene sfavor<strong>it</strong>a la cresc<strong>it</strong>a del film sui primi strati formatisi portando allaformazione <strong>di</strong> isole tri<strong>di</strong>mensionali <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa forma geometrica.La microstruttura del film <strong>di</strong>pende, comunque, fortemente dalla natura del materiale depos<strong>it</strong>ato:materiali <strong>di</strong>elettrici e ceramici, per esempio, risultano spesso amorfi mentre materiali metallici sonocaratterizzati da un maggior grado <strong>di</strong> cristall<strong>in</strong><strong>it</strong>à.Operando opportunamente sulle variabili temperatura e pressione è possibile, vista la <strong>di</strong>pendenzadella microstruttura del film depos<strong>it</strong>ato dalla <strong>di</strong>ffusione e dai processi <strong>di</strong> nucleazione alla superficie,controllare la natura del film stesso: i) a basse temperature ed elevate veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a siottengono, generalmente per film amorfi, ii) ad alte temperature e basse veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a, <strong>in</strong>vece,si favorisce la <strong>di</strong>ffusione e l’aggregazione dei grani ottenendo materiali con un maggior grado <strong>di</strong>cristall<strong>in</strong><strong>it</strong>à4.10. I composti precursoriLo sta<strong>di</strong>o fondamentale nella tecnica CVD è dato dalla reazione chimica che si verifica, questoimplica che la scelta del precursore adatto è determ<strong>in</strong>ante nel successo del processo.I requis<strong>it</strong>i che un buon precursore deve avere per dare orig<strong>in</strong>e ad un buon film sono riassunti nellaseguente lista[H<strong>it</strong>chman(1993)]:elevata volatil<strong>it</strong>à: la volatil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> un liquido è rappresentativa della facil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> evaporazionedello stesso; nel caso specifico del CVD, questa caratteristica è richiesta dal momento che ilprecursore viene trasfer<strong>it</strong>o al substrato <strong>in</strong> fase gassosa. Una misura della volatil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> un liquidoè la tensione <strong>di</strong> vapore.Se la tensione <strong>di</strong> vapore a temperature relativamente basse non presenta valori apprezzabili,bisogna riscaldare i recipienti contenenti il precursore , con ovvi svantaggi legati a per<strong>di</strong>te <strong>di</strong>tempo e a maggiori costi. La composizione chimica del precursore è determ<strong>in</strong>ante per lavolatil<strong>it</strong>à: è <strong>in</strong> tal modo possibile agire sul precursore al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> conferirgli un’adeguatavolatil<strong>it</strong>à;stabil<strong>it</strong>à termica nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vaporizzazione e <strong>in</strong> fase vapore: questo è un prerequis<strong>it</strong>ofondamentale per la realizzazione programmata delle con<strong>di</strong>zioni sperimentali e per la lororiproducibil<strong>it</strong>à. Se questa con<strong>di</strong>zione non è sod<strong>di</strong>sfatta, si possono avere non solo per<strong>di</strong>te


<strong>in</strong>desiderate <strong>di</strong> precursore, ma anche <strong>di</strong>versi camm<strong>in</strong>i <strong>di</strong> decomposizione che possonocomportare <strong>di</strong>somogene<strong>it</strong>à a <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> processo;decomposizione “pul<strong>it</strong>a” e unica: <strong>di</strong> grande importanza è anche il processo <strong>di</strong> decomposizionedel precursore sul substrato, che deve essere pul<strong>it</strong>o e ben def<strong>in</strong><strong>it</strong>o, senza reazioni collaterali, edare orig<strong>in</strong>e a sottoprodotti facilmente elim<strong>in</strong>abili. Questi ultimi devono poter essere rimossirapidamente dalla zona <strong>di</strong> reazione, allo scopo <strong>di</strong> prevenire reazioni parass<strong>it</strong>e con conseguentecontam<strong>in</strong>azione dei film <strong>in</strong> fase <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a.Ulteriori proprietà non <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabili, ma auspicabili, sono <strong>in</strong>vece le seguenti:deve essere puro o facilmente purificabile;deve essere facile da manipolare e da immagazz<strong>in</strong>are;è preferibile che si presenti allo stato liquido piuttosto che solido o gassoso, <strong>in</strong> modo cherisulti più agevole controllare il suo rifornimento nella camera <strong>di</strong> reazione e <strong>in</strong> modo tale daev<strong>it</strong>are la sua condensazione su varie componenti del reattore, che si verifica <strong>di</strong> frequentenel caso <strong>di</strong> precursori soli<strong>di</strong>;non deve essere tossico o piroforico, altrimenti è necessario adottare particolari misure <strong>di</strong>sicurezza e/o l’allestimento <strong>di</strong> apparati <strong>di</strong> deposizione complessi e costosi;deve avere un basso impatto ambientale;deve essere possibile produrlo <strong>in</strong> modo vantaggioso, oppure reperirlo sul mercato a costiaccessibili.L’aspetto economico non è certo l’ultimo <strong>in</strong> or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza: sia la s<strong>in</strong>tesi sia l’utilizzo <strong>di</strong> unprecursore comportano dei costi legati ai reagenti <strong>di</strong> partenza, al processo <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi del precursore,nonché al processo <strong>di</strong> deposizione. Se il precursore <strong>in</strong> oggetto è tale da garantire l’economic<strong>it</strong>à delciclo <strong>di</strong> utilizzo nel suo complesso, allora potrà essere applicato anche a livello <strong>in</strong>dustriale.


Cap<strong>it</strong>olo c<strong>in</strong>queLowPressureChemical Vapour depos<strong>it</strong>ion


5.1.PremessaSvariate tecniche sono state sviluppate per realizzare deposizioni <strong>di</strong> films sottili <strong>di</strong> MgB 2 susubstrati:Magnetron sputter<strong>in</strong>gPulsed Laser Depos<strong>it</strong>ionCatho<strong>di</strong>c arcMolecular beam Ep<strong>it</strong>axye-beam evaporation e molti altri ancoraLe tipiche <strong>di</strong>fficoltà che si <strong>in</strong>contrano durante il processo <strong>di</strong> deposizione dell’MgB 2 sono:la presenza dell’ossido <strong>di</strong> magnesio MgO a causa dell’elevata reattiv<strong>it</strong>à del magnesiocon l’ossigenola formazione preferenziale <strong>di</strong> prodotti sovrastechiometrici <strong>in</strong> boro a causadell’elevata tensione <strong>di</strong> vapore del magnesio che segrega e viene perduto dal sistemadurante i trattamenti termici.Come si è già <strong>di</strong>scusso nel cap<strong>it</strong>olo 4 la tecnica Chemical Vapour Depos<strong>it</strong>ion C.V.D. offre <strong>di</strong>versivantaggi:Elevate veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>aEccellenti conformal coverage, ovvero ricoprimenti <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> seguire la forma deisubstratiApparato semplice e facilmente mo<strong>di</strong>ficabilePer migliorare ulteriormente le caratteristiche dei film depos<strong>it</strong>ati si è sviluppata una variazione delsistema classico C.V.D.: il Low Pressure Chemical Vapour Depos<strong>it</strong>ion.Esso comb<strong>in</strong>a le ottime proprietà <strong>di</strong> deposizione sopracc<strong>it</strong>ate ad un livello <strong>di</strong> purezza dei reagentimolto più elevato dato che la deposizione avviene :


<strong>in</strong> regime <strong>di</strong> alto vuoto (≈10 -5 ÷10 -6 mbar)senza gas <strong>di</strong> trasportoprecursore s<strong>in</strong>gle source5.2.Struttura del sistemaIl sistema utilizzato per realizzare la deposizione consta dei seguenti componenti1. Sistema da vuoto consistente <strong>in</strong> una pompa primaria rotativa ed una secondaria <strong>di</strong>ffusiva perraggiungere i 10 -5 ÷ 10 -6 mbar, più tutta la strumentazione per la misura del vuoto (Pirani edun Penn<strong>in</strong>g) e le connessioni opportunamente <strong>di</strong>mensionate per non aver cadute <strong>di</strong>pressione.2. Un reattore Schlenk <strong>in</strong> vetro <strong>di</strong> silice ove riporre sul fondo il precursore3. Un tappo cavo <strong>in</strong> quarzo a tenuta detto “<strong>di</strong>to” da <strong>in</strong>filare sulla somm<strong>it</strong>à del reattore Schlenk4. Un filo <strong>di</strong> tungsteno spiralizzato ed <strong>in</strong>ser<strong>it</strong>o all’<strong>in</strong>terno della parte cava del “<strong>di</strong>to”collegatoad un alimentatore che funge da fonte termica per effetto joule5. Un supporto <strong>in</strong> acciaio per il substrato da applicare all’estrem<strong>it</strong>à <strong>in</strong>feriore del <strong>di</strong>to6. Un substrato su cui depos<strong>it</strong>are il film (sono stati utilizzati substrati <strong>di</strong> quarzo e zaffiro)7. Una muffola <strong>in</strong> cui <strong>in</strong>trodurre verticalmente l’estrem<strong>it</strong>à <strong>in</strong>feriore del reattore Schlenk <strong>in</strong>modo da realizzare, via scambio termico, l’evaporazione del precursore contenuto sul fondodel suddetto reattore.Di segu<strong>it</strong>o viene riportata un’immag<strong>in</strong>e dell’apparato utilizzato durante le deposizioni (Fig.5.1), undettaglio relativo al reattore utilizzato (Fig.5.2.) ed un dettaglio del sistema da vuoto (Fig.53.)


4-Resistenza<strong>in</strong> tugstenoAlimentatoredella resistenza3-D<strong>it</strong>o cavo<strong>in</strong> quarzo2-ReattoreSchlenk6- Muffola6-MuffolaFig.5.1.: Apparato utilizzato durante le deposizioni


4-Resistenza<strong>in</strong> tugstenoCollegamento alsistema ad alto vuoto3- D<strong>it</strong>o cavo<strong>in</strong> quarzo5-Supporto<strong>in</strong> acciaioAlloggiamentoper il precursore2-ReattoreShlenkForo per l’<strong>in</strong>serimentoverticale nella muffolaFig.5.2.: Dettaglio del reattore


Penn<strong>in</strong>gDiffusivaRotativaFig.5.3.: Sistema ad alto vuoto.


5.3.Proce<strong>di</strong>mento della deposizione.In Drybox (con atmosfera controllata) si carica il precursore nel fondo dello Schlenk. Si posiziona ilsupporto <strong>in</strong> acciaio sull’estrem<strong>it</strong>à del <strong>di</strong>to <strong>in</strong> quarzo e si <strong>in</strong>serisce il substrato (<strong>di</strong> formaparallelepipe<strong>di</strong>ca a base quadrata <strong>di</strong> area 10mm*10mm ed altezza 3.1mm) tra il <strong>di</strong>to ed il supporto(Fig.5.4.).D<strong>it</strong>o cavo<strong>in</strong> quarzoSupportoacciaio<strong>in</strong>SubstratoPressione manuale applicata perbloccare il morsetto sul <strong>di</strong>toFig.54.: Inserimento del substrato tra il <strong>di</strong>to ed il morsetto.Si chiude lo Shlenk con il <strong>di</strong>to e lo si trasporta fuori dal drybox.Il reattore così assemblato viene fissato attraverso dei morsetti sopra una muffola. All’<strong>in</strong>terno del<strong>di</strong>to cavo viene <strong>in</strong>ser<strong>it</strong>a la spira <strong>di</strong> tugsteno che collegata ad un alimentatore scalda le pareti del <strong>di</strong>to(e per conduzione anche il substrato).E’ presente un gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> temperatura tra la superficie del <strong>di</strong>to, il morsetto e le superfici delsubstrato. Per quantificare queste <strong>di</strong>fferenze si è proceduto col mon<strong>it</strong>oraggio dell’andamento della


temperatura <strong>in</strong> funzione della posizione nelle <strong>di</strong>verse parti sopracc<strong>it</strong>ate al variare dell’amperaggioapplicato (Fig.5.5.).SpirariscaldanteT1T2T3Fig.5.5.: Tre punti <strong>in</strong> cui è stata misurata la temperatura al variare dell’amperaggio.Di segu<strong>it</strong>o vengono riportati i valori della temperatura <strong>in</strong> funzione delle varie posizioni T1, T2 e T3al variare della posizione della leva dell’alimentatore.(Tabella 5.1.). L’<strong>in</strong>tervallo che si è analizzatoè quello <strong>in</strong> cui la temperatura varia tra i 300 ed i 500 °C. Tale scelta è stata v<strong>in</strong>colata dallatemperatura <strong>di</strong> decomposizione del precursore che si <strong>in</strong>tende utilizzare per le deposizioni: ilMg(BH 4 ) 2 (ve<strong>di</strong> cap<strong>it</strong>olo6).Posizione leva Alimentatore T1 T2 T36 298 192 2627 455 320 4018 611 483 515Tabella 5.1.: Andamento della temperatura al variare della posizione della leva dell’alimentatorenelle <strong>di</strong>verse posizioni.


La posizione che maggiormente <strong>in</strong>teressa noi è la T3 poiché quella è la superficie del substratomaggiormente esposta al trattamento <strong>di</strong> deposizione.I vantaggi del L.P.C.V.D. possono esser facilmente evidenziati rappresentando graficamente la fasedella deposizione (Fig.5.6.).Al sistemada vuoto≅10 -5 mbarSpirariscaldanteD<strong>it</strong>o a T1ReattoreSchlenkHeatHeatSubtrato a T3Precursore <strong>in</strong> equilibriotra fase solida-vapore≅10 -5 mbarFilm depos<strong>it</strong>atoHeatHeatMuffola che riscalda il precursoreTabella 5.6.: Rappresentazione del processo L.P.C.V.D.


Una volta caricato il precursore il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi è il seguente:Si realizza il vuoto da lavoro all’<strong>in</strong>terno del reattoreSi scalda attraverso la muffola il precursore ad una temperatura <strong>in</strong> cui le veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> evaporazionesiano significativeIl precursore <strong>in</strong> fase vapore risale verso l’alto a segu<strong>it</strong>o dei moti convettivi e dei gra<strong>di</strong>enti <strong>di</strong>concentrazione descr<strong>it</strong>ti nel cap<strong>it</strong>olo 5.Si riscalda il substrato attraverso il <strong>di</strong>to a contatto con la spira ad una temperatura maggiore <strong>di</strong>quella della muffola.La superficie calda del substrato funge da s<strong>it</strong>o attivo termicamente attivato su cui avviene unchemisorbimento dei vapori del precursore, con conseguente reazione chimica <strong>di</strong> decomposizionedel precursore e formazione del depos<strong>it</strong>o.5.4.Valutazioni del sistema L.P.C.V.D.Come si può vedere l’apparato è molto semplice anche se richiede <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>secamente alcunecon<strong>di</strong>zioni non banali:o Il precursore deve presentare buona volatil<strong>it</strong>à per poter raggiungere e creare ilrivestimento con le veloc<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cresc<strong>it</strong>a tipiche dei sistemi C.V.D. classici anche senza lapresenza <strong>di</strong> gas carrier.o Il sistema <strong>in</strong> realtà non depos<strong>it</strong>a solamente sul substrato ma anche su tutte quellezone che presentano una temperatura sufficientemente alta per farlo: la superficie rivoltaverso l’alto, il supporto <strong>di</strong> acciaio, le pareti del <strong>di</strong>to e dello Schlenk prossime allaresistenza, etc. In questo senso il tipo <strong>di</strong> reattore utilizzato è un po’ una mezza via tra ireattori a cold walls (ve<strong>di</strong> cap.4) (se consideriamo la parte alta del sistema <strong>in</strong> prossim<strong>it</strong>àdelle tubazioni da vuoto) e quelli hot walls (se consideriamo la parte bassa del sistema <strong>in</strong>cui tutte le pareti vengono scaldate per irragiamento. Def<strong>in</strong>irei qu<strong>in</strong><strong>di</strong> questo sistemacome un Hybride hot walls.


o Diretta conseguenza della valutazione precedente è che servono <strong>di</strong>screte quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong>precursore per realizzare dei rivestimenti, proprio a causa <strong>di</strong> questa caratteristica delreattore nella parte <strong>in</strong>feriore che <strong>in</strong>duce deposizioni non solo sul substrato.o Modellizzazione accurato delle temperature e delle <strong>di</strong>stanze tra la zona ove ilprecursore sublima e quella ove si depone per ottimizzarne le prestazioni.


Cap<strong>it</strong>olo seiPrecursorieCoat<strong>in</strong>gs via LPCVD


6.1.PrecursoriSi è ipotizzato che un ottimo precursore per deposizione via L.P.C.V.D. sia il magnesio boroidrudo <strong>di</strong> formula bruta Mg(BH 4 ) 2 .Tale precursore si comporta come un s<strong>in</strong>gle source nei confronti del prodotto desiderato secondo lareazione:heatGS4)2→ MgB24Mg( BH+ H2GTale precursore non rispecchia tutti i requis<strong>it</strong>i per poterlo def<strong>in</strong>ire un ottimo reagente da utilizzare,<strong>in</strong>fatti ,seppure le sue proprietà tossicologiche ed <strong>in</strong>cen<strong>di</strong>arie non siano ben note, appartenendo allafamiglia dei composti del boroidruro ci si aspetta alcuni tipici comportamenti (safety sheet ricavatida vari composti del (BH 4 ) -1 :Irr<strong>it</strong>azione delle varie parti del corpo se ne viene a contattoSe <strong>in</strong>alato è tossico anche per modeste quant<strong>it</strong>à (lim<strong>it</strong>e fissato per Na(BH 4 ) è 0.5 grammi per8m 3 ), può provocare arresti respiratoriSe <strong>in</strong>ger<strong>it</strong>o causa forti irr<strong>it</strong>azioni e bruciori, non deve esser <strong>in</strong>dotto il vom<strong>it</strong>oSe posto a contatto con acqua genera vapori <strong>di</strong> H 2 fortemente <strong>in</strong>cen<strong>di</strong>abili, ev<strong>it</strong>areesposizione a fonti <strong>di</strong> calore o fiamme libereSe a contatto con aci<strong>di</strong> <strong>di</strong> Lewis <strong>in</strong> soluzione aprotica genera <strong>di</strong>borano, fortemente tossico edesplosivoPrese <strong>in</strong> considerazione le pericolos<strong>it</strong>à <strong>di</strong> questo composto si è deciso comunque <strong>di</strong> utilizzarlopoiché esso presenta <strong>di</strong>versi vantaggi:È stabile a temperatura ambienteContiene già <strong>in</strong> sé gli atomi nella giusta stechiometria Mg:B=1:2 per realizzare ildepos<strong>it</strong>o <strong>di</strong> MgB 2Dovrebbe avere una <strong>di</strong>screta volatil<strong>it</strong>à. Tale supposizione si basa su uno stu<strong>di</strong>oprecedente condotto all’ I.C.I.S.-C.N.R. <strong>di</strong> Padova dal Dr. P. Zanella e Dr. G. Rossetto<strong>in</strong> cui si ha avuto evidenza del fatto che composti pesanti dell’uranio legati al gruppoanionico (BH 4 ) -1 presentavano veloc<strong>it</strong>à d’evaporazione molto maggiori <strong>di</strong> strutturesimilari con altri gruppi funzionali.


Tutte le reazioni descr<strong>it</strong>te sono state realizzate <strong>in</strong> drybox al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> m<strong>in</strong>imizzare i rischi <strong>di</strong><strong>in</strong>tossicazione ed esplosione precedentemente riportati, per ev<strong>it</strong>are la reazione con l’umi<strong>di</strong>tàatmosferica del prodotto e per avere prodotti meno <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ati da impurezze..6.2.S<strong>in</strong>tesi del precursore.Per produrre il precursore desiderato sono state stu<strong>di</strong>ate varie vie <strong>di</strong> s<strong>in</strong>tesi:6.2.1.Via Grignard.In una soluzione 2 molare <strong>di</strong> etilmagnesiocloruro (1.703 gr, 25 mmoli) <strong>in</strong> etere etilico (12.5ml)viene aggiunto lentamente so<strong>di</strong>oboroidruro (0.945 gr, 25 mmoli) all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> una beuta sul cuifondo vi è un’ancoretta ad ag<strong>it</strong>azione magnetica. La soluzione viene lasciata sotto ag<strong>it</strong>azione per<strong>di</strong>versi giorni aggiungendo perio<strong>di</strong>camente altre quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> etere etilico (f<strong>in</strong>o a 60 ml totali). Lareazione porta alla formazione <strong>di</strong> so<strong>di</strong>ocloruro e etilmagnesioboroidruro come prodotti.Et 2 O2H5MgCl+ NaBH4→ NaCl C2H5MgBH4C +Dato che la reazione procede molto lentamente si lascia la soluzione <strong>in</strong> ag<strong>it</strong>azione per unasettimana. Trascorso questo lasso <strong>di</strong> tempo si centrifuga il prodotto e lo si separa portandolo a seccoattraverso un filtro collegato ad un sistema a basso vuoto (≈ 1 torr).Non è stato possibile isolare l’etilmagnesiocloruro <strong>in</strong> forma solida, ma a temperatura ambiente èstabile come un liquido molto viscoso.Per sost<strong>it</strong>uire il gruppo etilico del Mg con un altro gruppo boroidruro si deve procedere con unaserie <strong>di</strong> reazione concatenate.Una soluzione <strong>di</strong> io<strong>di</strong>o (25.4 gr, 100 mmoli) <strong>in</strong> <strong>di</strong>glime (50 mL) viene aggiunta lentamente ad unasoluzione <strong>di</strong> NaBH 4 (7.5 gr, 200 mmoli) <strong>in</strong> <strong>di</strong>glime (30 mL). Il <strong>di</strong>borano così creato vienetrasportato da un flusso <strong>di</strong> N 2 <strong>in</strong> una soluzione <strong>di</strong> etilmagnesioboroidruro (25 mmoli) <strong>in</strong> etere etilico(100mL).Una volta completato il processo il prodotto f<strong>in</strong>ale è stato centrifugato per 2 ore e seccato a bassovuoto (≈ 1 torr).Di segu<strong>it</strong>o viene riportato uno schema della reazione (Fig.6.1.).


Io<strong>di</strong>o <strong>in</strong><strong>di</strong>glimeN 2N 2B 2 H 6B 2 H 6 + N 2B 2 H 6 + N 2NaBH 4 <strong>in</strong><strong>di</strong>glimeDiborano (G)C 2 H 5 MgBH 4+Mg(BH 4 ) 2Fig.6.1. Schema della reazione via GrignardDalle 25 mmoli del C 2 H 5 MgBH 4 si sono ricavate teoricamente 25 mmoli <strong>di</strong> Mg(BH 4 ) 2.Considerando che il magnesio <strong>di</strong>boruro ha un peso molecolare pari a ca. 54 grammi ciòsignificherebbe un prodotto pari a 1.35 gr con resa del 100%. Un primo calcolo della resa davaun valore <strong>di</strong> circa 70%, che è un valore alto. In realtà non si riesce neppure sotto vuoto <strong>di</strong><strong>di</strong>ffusiva a 180 °C a sottrarre tutto l’etere etilico che sfortunatamente complessa <strong>in</strong> manieraestremamente stabile il magnesio boroidruro.Non si può qu<strong>in</strong><strong>di</strong> prender per ver<strong>it</strong>iero il valore della resa calcolata pari al 70 %, dato che laresa effettiva è sicuramente più bassa.6.4.Conclusioni.Sono state proposte e stu<strong>di</strong>ate tre <strong>di</strong>fferenti metodologie per s<strong>in</strong>tetizzare un precursore adatto alladeposizione L.P.C.V:D. Le migliori si sono <strong>di</strong>mostrate esser le ultime due a scap<strong>it</strong>o <strong>di</strong> quella viaGrignard.Si sono realizzate prove sublimazioni e deposizioni con es<strong>it</strong>i pos<strong>it</strong>ivi anche se sicuramentel’argomento sarà ancora argomento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ti nel prossimo futuro.


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Cap<strong>it</strong>olo quartoH<strong>it</strong>chman M. L., Jensen K. F., 1993, Chemical Vapour Depos<strong>it</strong>ion, Accademic Press, Bury St.Edmunds, Suffolk, Great Br<strong>it</strong>a<strong>in</strong>.Pierson H.O., 1992, Handbook of Chemical Vapour Depos<strong>it</strong>ion, Noyes Pubblication, ParkRidge, New Jersey.Habelard H. <strong>in</strong> Clusters of atoms and molecules I, e<strong>di</strong>ted by H.Havelard, Spr<strong>in</strong>ger,Berl<strong>in</strong>(1995)207Kastner M., Artificial Atoms Physics Today, Vol. 46, No. 1, 24-31 (1993).G. A. Battiston, R. Gerbasi, A. Gasparotto, Chemical Vapor Depos<strong>it</strong>ion, 5, No.,1 (1999), 13Cap<strong>it</strong>olo qu<strong>in</strong>toW.R. Kroll and W. Naegele, , J.Organometal. Chem.,19p.439,(1969)S. Pasynkiewich and K Dowbor, J.Organometal. Chem., p.75,(1972)W.R. Kroll, I. Kuntz and E. Birnbaum, J.Organometal. Chem., p.313-320Wonyong Koh, Su-J<strong>in</strong> and Yunsoo Kim; Th<strong>in</strong> Solid Films,304 p.222-224(1997).Cap<strong>it</strong>olo sestoBecker W. , 1965 “Reaction of Grignard Compounds w<strong>it</strong>h Diborane: Characterization ofChloromagnesium Borohydride” Inorganic ChemistryBremer M., 2003 “ The structure of some am<strong>in</strong>e of magnesium tetrahydroborate and DFTcalculations on solvates of l<strong>it</strong>hium tetrahydroborate ”, Eur.J.Chem.Wiberg E.” Naturforsch”,1952,5,58-59


R<strong>in</strong>graziamentiR<strong>in</strong>grazio per l’attenzione e la <strong>di</strong>sponibil<strong>it</strong>à il professore V<strong>in</strong>cenzo Palmieri, <strong>di</strong>rettore del master <strong>in</strong>seno al quale ho potuto ricavare <strong>in</strong>teressanti e gratificanti possibil<strong>it</strong>à lavorative.P. Zanella, L. Crociani per la cortese compagnia ed <strong>in</strong> particolare G Carta e G. Rossetto che misono stati vic<strong>in</strong>i f<strong>in</strong> negli ultimi faticosi istanti <strong>di</strong> scr<strong>it</strong>tura <strong>di</strong> questa tesi.Un caloroso r<strong>in</strong>graziamento a G. Giunchi paziente e stimolante referente anch’esso purtroppov<strong>it</strong>tima delle mie pressanti richieste e scommesse <strong>di</strong> caffè. Non posso qu<strong>in</strong><strong>di</strong> non c<strong>it</strong>are G.Ripamonti e E. Bassani <strong>in</strong>faticabili ed <strong>in</strong>sost<strong>it</strong>uibili collaboratori preso il C.N.R. <strong>di</strong> Lecco nonché S.Ceresara presente e pacata compagnia, cont<strong>in</strong>uo stimolo a passare ai termoelettrici.Concludo <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e r<strong>in</strong>graziando <strong>di</strong> cuore i ragazzi che con me hanno con<strong>di</strong>viso l’esperienza <strong>di</strong> questomaster:Diego Ton<strong>in</strong>i, Keppel Giorgio, Alessandro Canazza, Paolo Modenese: è stato un piacere!A true pleasure…

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