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Infermieristica e Cure complementari - Ipasvi

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<strong>Infermieristica</strong>e <strong>Cure</strong> <strong>complementari</strong>Le cure <strong>complementari</strong>17A cura di IPAFD Valentina Iacchia*Per cure <strong>complementari</strong> si intende“quell’insieme di pratiche e cureeterogenee che traggono origineda tradizione popolare tramandatecidal passato o da correnti dipensiero filosofico, o da ideologie ereligioni prevalentemente orientaliche sono accomunate dalla rivendicazionedi una maggiore efficacianelle pratiche naturali, rispetto allamedicina scientifica”. Questo terminecomprende molti sistemi di cura che solitamentenon sono inclusi nel sistema ufficiale,come, ad esempio, la medicina vibrazionale(floriterapia), massaggio psicosomatico,medicina ayurvedica, la medicina tradizionalecinese (moxibustione, agopuntura),la riflessologia. ecc.Utilizzo volutamente il termine “<strong>complementari</strong>”perché voglio sottolineare che questediscipline non vogliono contrapporsi allamedicina allopatica, ma bensì “agire insieme”,a tale fine mi appare poco indicato ilcomune uso della terminologia “medicinealternative”, perché in questo caso ci si riferirebbealla contrapposizione a qualcos’altroe non è certo questo l’atteggiamento chesi vuole attuare.La caratteristica fondamentale delle cure<strong>complementari</strong> è quella di avere una visione“globale e “integrale” della persona, insintesi una visione olistica dell’uomo, condizioneche è evidentemente molto affineall’atteggiamento professionale infermieristico.Per questo ritengo che i professionistiche si occupano dell’assistenza delle persone,possano trarre molto vantaggio nell’approfondimentodi queste discipline al fine diattuare una migliore risposta nel soddisfacimentodei bisogni. La persona da uno statodi equilibrio precedente alla malattia, passaa una fase in cui l’equilibrio viene a mancare.L’obiettivo dell’assistenza infermieristicaè quello di riportare l’individuo a una fase diadattamento per fargli affrontare la malattia;a tale fine le cure naturopatiche ben siadattano a questo ruolo soprattutto per lanaturale capacità che hanno nel far emergerele risorse di guarigione già insite nell’individuo.Altri aspetti comuni tra naturopatiae scienze infermieristiche sono: L’uomo, visto come entità unica e irripetibile,costituito dall’integrazione dimente, corpo e spirito. L’ambiente, visto come l’insieme deifattori che influiscono e interagisconocon la persona. La salute, che non è soltanto l’assenzadi malattia, ma un equilibrio tra tutte lecomponenti che costituiscono l’entitàdell’uomo. La malattia, vista come squilibrio e nonsolo come manifestarsi di una disfunzionefisica.


18<strong>Infermieristica</strong> e <strong>Cure</strong> <strong>complementari</strong>Questa visione comune dà la possibilità diintegrare le due discipline per arrivare alrisultato finale, ossia, il benessere dellapersona.Interessante è notare come naturopatia eterapie <strong>complementari</strong> stanno riscuotendosempre maggior successo.Tale fatto può essere dovuto a vari fattori etra questi ricordiamo: Una “crisi” della medicina tradizionale,che sembra non riuscire più a darerisposte esaustive ad alcuni problemi disalute. Una più diffusa conoscenza delle altreculture, soprattutto orientali, in cui iconcetti di malattia e di cura non sonouguali ai nostri. Un riconoscimento del valore dell’approccioolistico, che interpreta lamalattia come il risultato di tanti ediversi fattori. Una considerazione complessiva dinon nocività di queste medicine (informazioneper altro scorretta).Una maggiore informazione sugli effettiiatrogeni che la medicina convenzionalepuò produrre.Rispetto alla normativa di riferimento ènecessario ricordare ciò che è stato definitoin ambito europeo piuttosto che nazionale.Il Consiglio d’Europa nell’anno 1999, constatatala crescente diffusione dalleMedicine Complementari, ribadisce lanecessità di assicurare ai cittadini il piùelevato livello di sicurezza delle terapie euna più corretta informazione.Precisamente sottolinea l’importanza del:Principio del pluralismo scientifico.La libertà di scelta terapeutica deipazienti.Il riconoscimento dello stato giuridicodelle terapie <strong>complementari</strong> uniformitra gli stati membri.La regolarizzazione di queste terapie agaranzia dell’utente, il quale ha diritto aprofessionisti preparati, dotati di unsistema di auto-regolamentazione esottoposti a controllo esterno.La necessità della formazione deglioperatori con il coinvolgimento delleUniversità, alle quali aspetta il compitodi organizzare nelle proprie strutturecorsi adeguati.Gli aspetti legislativi più importanti a livellonazionale sono: Dicembre 1998: Legge quadro sullemedicine non convenzionali. Luglio 1999: progetto di legge Galletti“Disciplina delle professioni sanitarienon convenzionali esercitate da nonmedici”. Febbraio 2001: “Disciplina delle professionisanitarie svolte dagli operatoridelle medicine non convenzionali (progettolegge n. 7589)”. Maggio 2002: Linee guida sulla medicinacomplementare in cui si individuanonove pratiche definite come atto medico.Rispetto all’ambito regionale ricordiamo la: Regione Toscana dal 1996 sostiene iniziativedi integrazione della Medicinacomplementare all’interno del suopiano sanitario. Regione Piemonte (primo passo checoinvolge la figura dell’infermiere),Legge regionale del 2002, n° 25,“Regolamentazione delle pratiche terapeutichee delle discipline non convenzionali”. Regione Lombardia, Delibera n°48041del 4 febbraio 2000, ha introdotto unafase di “Osservazione e valutazione diprocedure terapeutiche di MC”, approvandodei progetti per lo sviluppo della


stessa, costituendo un “Comitato tecnico-scientificoper la valutazione, il controllodello sviluppo e la verifica delrisultato dei progetti attivati in materia”.Nel piano regionale 2002/2004 obiettivospecifico integrazione tra MC e quella nonconvenzionale comprendente la deliberaVII/13235 del 9 giugno 2003 che ha comeoggetto: ”Programma quadriennale di collaborazionecon l’O.M.S. sulla valutazionee l’utilizzo della MC, in attuazione delP.S.S.R. 2002/2004. Schemi di convenzionetra la Regione Lombardia, l’Universitàdegli Studi di Milano e l’UniversitàCattolica del Sacro Cuore”.Come già specificato, la figura del professionistache si occupa di assistenzaavrebbe un notevole vantaggio nell’acquisireo approfondire queste conoscenze,perché, se opportunamente integrate allaprassi permettono di migliorare la propriaattività e di amplificare la portata dellaprestazione.Inoltre, non possiamo dimenticare chel’OMS individua nell’infermiere (Rapportotecnico 1996) un “consigliere del consumatore”;così come il codice deontologico sottolineal’importanza di sostenere la personanelle scelte terapeutiche, garantendoinformazioni precise… adoperandosi affinchéla persona disponga di informazioniglobali e non solo cliniche… Da ciò sideduce che le cure <strong>complementari</strong> infermieristichesi debbano avvalere di saperi eabilità acquisiti attraverso un percorso formativospecifico, così da poter essere propostidall’infermiere in autonomia, in regimelibero professionale e/o di dipendenzacome parte integrante di un piano di cure.Alla luce di quanto detto si può facilmentecapire come attraverso le cure <strong>complementari</strong>possiamo agire anche sullaQualità della Vita intesa come senso globaledi benessere.Concludendo, vorrei riportare un pensierodi un medico cinese il quale definiva lamedicina allopatica come la “medicinadegli schiavi”, perché per la cura di questepersone si mirava al trattamento dei sintomicosì da averle nel più breve tempo nuovamenteefficienti, senza mai preoccuparsidella vera causa dei problemi di salute;e la medicina complementare come la“medicina degli uomini liberi”, cioè di coloroche vogliono e possono fermarsi unpoco a riflettere su ciò che gli sta accadendoe che cercano di attuare misure a risoluzionedel problema che abbiano unapproccio globale.<strong>Infermieristica</strong> e <strong>Cure</strong> <strong>complementari</strong>19RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI1. G. Bachelard, il nuovo spirito scientifico, Laterza 19782. G. Bateson, mente e natura, Adelphi 19843. F. Laplantine, Antropologia della malattia, Sansoni 19884. Atti dell’Attività didattica elettiva “<strong>Cure</strong> <strong>complementari</strong> e assistenza infermieristica” organizzata dall’UniversitàInsubria di Varese. Varese il 25/02/06.5. E. Husserl, Meditazioni Cartesiane, Bompiani 19946. J.C. Sournia, Storia della medicina, Dedalo 19947. F. Rabotti, Le professioni intellettuali, Giuffrè Milano 2003* Capo Ostetrica - azienda Ospedaliera Sant’Anna - Como

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