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11_novembre - Porto & diporto

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musei / porto&<strong>diporto</strong>MuseoArcheologicodei Campi FlegreiSplendido nella sua strategica posizione a piccosul mare e a guardia della linea costiera da Napolia Pozzuoli, la fortezza aragonese di Baiaconquista non solo per la sua storia e gli straordinari panoramicon vista che regala a chi lo visita, ma anche peril ritrovato museo archeologico dei Campi Flegrei chedopo un lungo periodo di chiusura della maggior partedelle sale (ne erano rimaste aperte solo due) rinasce anuova vita grazie ad un’originale soluzione escogitatadalla Soprintendenza di Napoli e Pompei alle cui cureè affidato.Già che il problema era la carenza del personale (solo16 guardiani per l’intero castello articolato in ben 54 saleallestite trai vari piani e ambienti del maniero), ecco chetutto si è risolto incaricando 19 tecnici specializzati inrestauro di dare una mano ai custodi perché noi altri sipossa finalmente godere non più solo della sala dedicataai reperti provenienti dal Rione Terra (l’unica che erarimasta visitabile a parte i camminamenti e le terrazzedel castello sino alla piazza d’armi) ma anche di quellededicate a quanto recuperato nella campagne di scavoa Cuma e Puteoli, a Miseno e Liternum, nelle acque diBaia nell’area del parco archeologico sommerso.Ed era pur ora già che quando fu aperto, una quindicinad’anni fa o giù di lì, il percorso museale del castelloottenne un riconoscimento come l’itinerario più bellod’Italia. D’altra parte, in una delle torri, si era ricostruito il Sacellodegli Augustali e il Ninfeo sommerso di Punta Epitaffioche nei secoli si era inabissato con il resto dei quartieri baianitutt’ora subacquei.Un po’ per volta, dunque, si dovrebbe tornare alla normalitàcon i giovani restauratori che svolgeranno i loro compitid’ufficio lungo il percorso destinato ai visitatori dando unamano agli altri sorveglianti. Con la riapertura delle sale, dunque,nuova luce per l’allestimento museale che ricostituiscecontesti smembrati di provenienza flegrea, riunendo repertidi vecchio rinvenimento, altrimenti custoditi prevalentementenei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, aquelli provenienti dai recenti scavi dell’Università Federico II,dell’Orientale, del Centre J. Bèrard e della Soprintendenzastessa, secondo un’esposizione ragionata per contesti topograficie tematici, sotto la direzione scientifica del professoreFausto Zevi.Questo l’itinerario: nelle ex camerate dei soldati della fortezza,disposte in sequenza continua su due livelli, la visitacomincia con la Sezione di Cuma al secondo livello, compostada 24 sale con l’illustrazione della storia del sito dall’abitatoopico del IX sec.a.C., alla città greca dall’VIII al V sec.a.C.e alla sua topografia – mura, strade, santuari necropoli - allacittà Sannitica di IV sec.a.C. – con l’esposizione nella sala12 di un rarissimo fregio di metope dipinte e triglifi di un edificiotemplare - alla città Romana con l’esposizione di repertiscultorei e architettonici dagli edifici pubblici del foro all’ultimafase di occupazione nel periodo bizantino.La Sezione di Pozzuoli, invece, costituita da 20 sale nelprimo livello illustra la storia del sito: la prima espansioneurbana della colonia augustea - edifici per spettacoli, acque-62 - <strong>novembre</strong> 2010

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