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11_novembre - Porto & diporto

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nautica / porto&<strong>diporto</strong>JobsoilAncoraggi marini con le “radici”La costruzione di edifici e diopere di ingegneria semprepiù imponenti è dovuta inparte ai diminuiti spazi a disposizioneper la eccessiva urbanizzazionedelle città, ed in parte all’aumentodella popolazione che è passatain poco meno di 50 anni da 3 a 6,8miliardi di persone. La conseguenzatecnologica di questi fattori, è che gliingegneri sono costantemente allaricerca di materiali e soluzioni tecnologicheche consentano di realizzareedifici con altezze notevolissime emai sufficienti. Il corpo della strutturaè cosi passato da fango a mattoni,poi a cemento ed infine all’acciaio,si sono trovate soluzioni per alleggerireil peso dell’edificio e materialipiù performanti per sostenerlo. Maquesta continua ricerca tecnologicasi è concentrata unicamente nellastruttura visibile dell’edificio “la partefuori terra”.Le opere interrate invece, quelleche sono addette a sostenere il pesosempre maggiore delle strutture,sembrano essere quelle utilizzatedai nostri antenati secoli e secoli fa,nella realizzazione delle palafitte, fusticilindrici che prima erano in legnoed ora in cemento e ferro, se pur dimaggiori dimensioni. La ricerca italianaha messo a punto un brevettointernazionale che stravolge il concettodei pali di fondazione, non piùpali con forma cilindrica ma pali con“radici” che consentono di trasferiresu un maggior volume di terrenoil carico trasmesso dell’edificio: lasemplice osservazione delle cosenaturali, come spesso accade è statasufficiente a trovare una soluzionemolto efficace.Si tratta in effetti di realizzare fondazioniche si avvicinano nella formaalle radici di un albero con un astacentrale (il palo tradizionale) e tan-ti rami variamenti disposti (i cilindriTFEG – Thriving Friction by ExtruderGear, trasferimento di forze conestrusione guidata). Questo concettose vogliamo banale, consente di realizzarefondazioni altamente performanticon capacità di sopportare(per geometrie simili), carichi fino a3 volte quelli consentiti fino ad oggicon le soluzioni tradizionali. E’ statorecentemente realizzato uno studioper l’utilizzo del sistema TFEG perla costruzione di ancoraggi marininell’ambito della costruzione di unprestigioso porto turistico in Sardegna,ma il metodo è applicabile anchea pali di grande diametro, micropalie tiranti di ancoraggio.In seguito all’insuccesso di ormeggitradizionali a Cala Volpe peril prossimo futuro sono stati sceltiormeggi con ancoraggio TFEG e ciòanche alla luce delle seguenti problematicheoperative: il sito in studio,presenta un basso fondale (7 – 10m.) e la necessità di ormeggiare barchecon dimensioni fino a 130 metridi lunghezza. A ciò si aggiunga, ilprestigioso contesto ambientale cheobbliga di preservare la prateria diPosidonia oceanica esistente. Le soluzionitradizionali consistono come ènoto nella realizzazione dei cosiddetticorpi morti (blocchi di calcestruzzoai quali ancorare le catene), ma il54 - <strong>novembre</strong> 2010

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