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Rivista PBM 37-38.pdf - STRINGHER

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Storia in corsoObama a metà di un percorso difficileLe cifre della sconfittaNelle elezioni di metà mandatodel 2 novembre 2010 idemocratici hanno perso 60 seggisu 435 complessivi alla Camera e 7su 100 al Senato.In 9 Stati hanno dovuto cedere lapoltrona di governatore.Ai democratici sono mancati i votidi quella parte della popolazioneche, diversamente dal 2008, si èastenuta dal voto:n nel 2008 avevano votato 130milioni di persone (61% deglielettori), di queste 120 milioniavevano votato per la Camera;n nel 2010 hanno votato 90 milionidi persone (41% degli elettori),75 milioni hanno votato per laCamera. Mancavano all’appello 45milioni di elettori.Tutti gli osservatori concordanonel dire che la sconfitta è statacausata da considerazioni legateall’economia:n i disoccupati negli USA sonooggi 15 milioni, altri 15 sono isottoccupati;n la durata del sussidio didisoccupazione (99 settimane) staper scadere per moltissimi di loro.(Cfr. Marco D’Eramo, Il “tradimento” diObama, MicroMega, n.8 2010)va amministrazione hanno incominciato a prendere in considerazione la documentazionerelativa ai detenuti del campo di concentramento cubano sisono resi conto che il disordine e l’incompletezza dei dossier relativi ai sospettiterroristi lì detenuti erano tali che sarebbero stati necessari mesi per venirea capo di ciascun caso. Inoltre, spesso le confessioni dei detenuti e gli indizi aloro carico risultavano estorti con la tortura e questo li rendeva del tutto inefficaciin qualunque tribunale operante nell’ambito della legge.Succede pertanto che terroristi dichiarati, i quali, con ogni evidenza, se venisserorilasciati ritornerebbero a militare nelle file di Al Qaida, non possonoessere portati davanti a un tribunale perché questo, applicando la legge, nonpotrebbe fare altro che ordinarne la scarcerazione e, in ogni caso, non sarebbein condizione di processarli sulla base dei dossier raccolti su di loro. Così,anche nel caso di Guantanamo, la situazione determinatasi a seguito della“guerra al terrorismo” del presidente Bush si è presentata talmente compromessae intricata da frustrare ogni speranza di poterla risolvere in tempi brevi.E poco più di un anno fa Obama ha ammesso che la «scadenza esatta» da luifissata per la chiusura di Guantanamo non si sarebbe potuta rispettare.Oggi, a due anni dalla vittoria elettorale che sembrava poter cambiare ilcorso della storia, il campo di prigionia di Guantanamo è ancora in funzionee Obama sconta politicamente la difformità fra ciò che aveva dichiarato dipoter fare («yes, we can») e le effettive attuazioni pratiche di due anni di governo.Come molti hanno rilevato, l’elettorato americano non ha apprezzatoche gli fossero stati venduti insieme il miraggio del cambiamento e il “businnesas usual”.La reazione alla sconfittaAll’indomani della sconfitta del 2 novembre, Obama si è assunto tutta la responsabilitàe ha affermato di essere pronto a cercare punti di compromessocon i repubblicani per «trovare un terreno comune per fare progressi» vistoche «è il momento di guardare avanti e di lavorare insieme a loro». Questeparole non hanno mancato di sollevare preoccupazioni nella sinistra del partitodemocratico, tanto più nel momento in cui esse hanno avuto una primaattuazione pratica nell’accordo che la presidenza ha raggiunto con l’opposizioneper mantenere in vigore gli esoneri fiscali per i redditi alti, introdotti daBush.Il rush finale, prima del 2011È vero però che, in un rush finale senza precedenti nella recente storia americana,fra novembre e dicembre Obama è riuscito a fare approvare anche altriimportanti provvedimenti, prima di ritrovarsi, con l’iniziodel 2011, davanti al nuovo Congresso ridisegnatodalle elezioni. Sono stati accettati così sia l’abolizionedella legge omofoba “don’t ask, don’t tell”,che proibiva agli omosessuali dichiarati di entrarenelle Forze Armate, sia l’approvazione del NewStart, il più importante trattato sul disarmo nuclearedalla fine della Guerra Fredda. Infine, allavigilia delle vacanze di Natale, l’“anatra zoppa”Barack Obama è riuscito a ottenere il risarcimentodelle spese mediche per gli uomini e le donneche lavorarono a Ground Zero. La spesa complessivasupera i 4 miliardi di dollari e i repubblicani l’avevanosempre avversata, ma, almeno in questo caso, laloro politica consacrata al “niente tasse e niente interventistatali” è apparsa gretta e meschina e Obama, rendendoomaggio all’America eroica dell’Undici Settembre, ha chiusol’anno segnando un punto a suo favore. E ha fatto capire che, nelsecondo tempo, la partita del suo mandato elettorale è ancora da giocare. Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori

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