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Rivista PBM 37-38.pdf - STRINGHER

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CAPIRE L’AMERICACapire l’America La Costituzione degli Stati Unitidi citare oscure fonti latine come Giovanni Stobeo. Lagrande maggioranza dei delegati era acutamente consciadelle difficoltà dell’impresa di creare un governodurevole per uomini liberi e operò per disegnare istituzioniche potessero sopravvivere alla sfida del tempo,malgrado il pessimismo fosse diffuso.[…]Un fattore che certamente contribuì in misura determinanteal successo della convenzione fu il giuramentodi segretezza imposto ai delegati al fine di evitare polemichepremature e prese di posizione ufficiali da partedei vari Stati, che avrebbero impedito di raggiungereun accordo. Ai delegati fu addirittura vietato di farecopia delle mozioni approvate: una saggia precauzione,considerato che l’assemblea cambiò idea più voltesu questioni chiave, come il modo di eleggere il presidenteo la durata del suo mandato. […]Costituzione senza difetti o culturapolitica repubblicana?«Gli uomini del 1787 erano molto orgogliosi di esseredei rivoluzionari, ma parlare di democrazia li rendevanervosi», ha scritto con un po’ di ironia Bruce Ackerman.Si tratta, tuttavia, di un’affermazione da prenderemolto sul serio, perché ci permette di affrontare iltema del rapporto tra i meccanismi della Costituzioneamericana e la cultura politica che li sostiene e li hafatti funzionare fino ad oggi. I delegati a Filadelfia nonerano dei democratici, erano dei “repubblicani”, cioèuomini che consideravano il servizio pubblico un doveree un onore, che temevano la tirannide e gli abusidi potere tanto da parte di un sovrano quanto da partedi un governo popolare, che avevano a cuore i dirittifondamentali del cittadino ma esigevano il rispetto e ilmantenimento delle gerarchie sociali esistenti.«L’idea di virtù era centrale per il pensiero politicodei fondatori della repubblica americana. Ogni corpusdi pensiero che incontravano, ogni traduzione intellettualeche consultavano, ogni importante teoria del governorepubblicano da cui erano influenzati enfatizzavanol’importanza della virtù pubblica e privata. Essaera intesa dai fondatori come la precondizione per ilgoverno repubblicano, la base su cui la struttura delgoverno sarebbe stata costruita». Tale filosofia, nutritadelle fonti classiche di cui abbiamo accennato, si tradussein un testo costituzionale la cui ispirazione fondamentaleera il “governo misto” di Montesquieu, unacostruzione che doveva garantire, attraverso il bicameralismoe il controllo dei giudici, il refroidissement delledecisioni di diretta derivazione popolare e il freno a«eventuali soprusi degli organi legislativi». Non a caso,i costituenti moltiplicarono le precauzioni antimaggioritarieprevedendo un Senato la cui nomina spettasseagli Stati e non eletto dai cittadini; un presidente sceltoda un collegio elettorale ad hoc e non direttamentedal popolo; una Corte suprema in grado di tutelare i dirittidi proprietà qualunque fosse l’orientamento dellamaggioranza dei cittadini e dei loro rappresentanti.Purtuttavia, chi a questo punto obiettasse che i senatorioggi sono eletti dai cittadini, il presidente vieneeletto da un collegio elettorale che – salvo incidenti– si limita a ratificare la volontà popolare e infineche la Corte suprema – almeno negli anni Cinquantae Sessanta – ha svolto un decisivo ruolo di supplenzaper allargare la sfera della democrazia americana,chi obiettasse tutto questo avrebbe perfettamente ragione.La Costituzione antimaggioritariasi è prestataa cinque ondate di profonda democratizzazione delleistituzioni: nel 1800-1801 con l’elezione di ThomasJefferson, nel 1828-32 con l’elezione di Andrew Jackson,nel 1865-68 con gli emendamenti che abolivanola schiavitù, negli anni 1913-1920 con gli emendamentiche rendevano obbligatoria l’elezione diretta dei senatori(XVII) e concedevano il voto alle donne (XIX) e,infine, nel 1964-65 con il XXIV emendamento che coronavai provvedimenti dell’amministrazione Johnsonper restituire agli afroamericani i loro diritti civili.Questa evoluzione non può essere spiegata sullabase dei meccanismi intrinseci della Costituzione, perchésono proprio tali meccanismi ad aver subito variemodifiche con 27 emendamenti e, attraverso l’azionedei partiti, con una prassi politica assai diversa da quellaimmaginata dai padri fondatori. Occorre cercare laspiegazione altrove, in una cultura politica che avevain sé una fortissima tensione verso l’uguaglianza.Come ricorda Gordon Wood, le repubbliche presupponevanoun’approssimativa uguaglianza tra i cittadini,con gerarchie sociali accettabili solo per i meriti e iltalento individuale. Benché i federalisti si sforzasserodi disegnare una Costituzione che potesse funzionarein presenza di una società commerciale, sparsa su unterritorio di dimensioni continentali, anche loro accettavanoil presupposto che «una società non poteva rimanererepubblicana a lungo se una piccola minoranzacontrollava la maggior parte della ricchezza». Questacultura politica, mai rinnegata, ha fornito a ogni generazioneil vocabolario politico necessario per nuovitentativi di democratizzazione. […]Malgrado […] la trasformazione degli Stati Uniti insuperpotenza mondiale impegnata in varie avventureimperiali, la cultura politica repubblicana non è scomparsa.La virtù pubblica ha certo conosciuto momentimigliori, il dominio del denaro sulla politica permane,la sensazione dei cittadini di essere impotenti rispettoalle scelte politiche è forte. Con tutto questo, il sensodella legalità, l’accountability, il rispetto per le istituzionicreano un quadro politico unico al mondo.Ovviamente non è vero, come ha detto Barack Obamala notte della sua elezione nel 2008, che negli StatiUniti «tutto è possibile», ma certamente la culturapolitica dei fondatori e la Costituzione del 1787 hannocreato le premesse per più di duecento anni di governoche tendeva verso la democrazia. Questa marcia non èsempre stata pacifica, ha conosciuto numerosi rovesci,talvolta sembra essersi fermata, ma è un risultato che,con l’eccezione della Gran Bretagna, non ha equivalentinella storia dei regimi politici contemporanei.10 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori

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