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Rivista PBM 37-38.pdf - STRINGHER

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Storia sui giornaliUna rassegna stampa di argomento storico, con articoli tratti da quotidiani e riviste,nazionali e internazionali, su temi al centro del dibattito pubblico, discussionistoriografiche, novità nella ricerca A cura di Vittorio CaporrellaRassegna stampacompleta sul sitopbmstoria.itLa rassegna stampadel meseAvvenire19 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10473La Stampa18 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10472El País18 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10471La Stampa18 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10469Corriere della Sera17 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10468la Repubblica12 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10457la Repubblica12 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10456La Stampa11 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10460Corriere della Sera11 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10459Antonia ArslanArmeni 1915, il genocidio in presa direttaÈ stato pubblicato in italiano il diario di Henry Morgenthau, l’ambasciatore americanonell’Impero ottomano all’inizio del Novecento che fu spettatore del genocidio armenoGiorgio BoattiArrivò l’Artusi così il mondo cambiò cuocoGiorgio Boatti intervista Massimo Montanari, storico medievalista ed esperto di storiadell’alimentazioneCarlos BoyeroCuando el cine italiano era grandeMartin Scorsese ha prodotto un documentario sul cinema italiano, che esplora il lavorodei più grandi registi del nostro paese, rappresentanti di movimenti cinematografici come ilNeorealismo e la Commedia all’italianaMarta MorazzoniStregati da Hitler: complici e vittimeIl romanzo dello scrittore tedesco Hans Fallada Ognuno muore solo racconta il clima politicoe sociale della Germania nazista durante la Seconda guerra mondialeAlessio AltichieriCanaletto. Un italiano a LondraUna mostra alla National Gallery di Londra celebra il lavoro del pittore veneziano Canalettoe degli artisti che furono suoi grandi rivaliPaolo MauriIl lungo viaggio dello stivaleNe L’Italia nelle antiche carte dal Medioevo all’Unità nazionale lo studioso Roberto Borriha raccolto una serie di rappresentazioni cartografiche della penisola dall’XI al XIX secoloAndrea TarquiniIo, bambina fabbricata dal ReichIl progetto Lebensborn fu promosso dal regime nazista per incentivare la nascita di bambiniprocreati da genitori fedeli al Reich e di razza arianaClaudio FranzoniNel mare nostrum c’era folla di eroiI viaggiatori che a partire dal IX millennio a.C. attraversarono il mar Mediterraneo per finipolitici ed economici contribuirono alla diffusione della cultura grecaFrancesca BonazzoliIl Rinascimento della rivolta «sessantottina»Fino al Rinascimento gli artisti erano reputati degli artigiani, poiché il loro valore intellettualeveniva sottovalutato rispetto a quello manuale Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Storia sui giornali La rassegna stampa del meseCorriere della Sera11 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10465Le Monde10 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10461The New York Times10 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10458Corriere della Sera10 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10464The New York Times5 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10454Corriere della Sera5 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10453Corriere della Sera4 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10466La Stampa4 dicembre 2010http://www.pbmstoria.it/giornali10451Angelo VarniGli austriaci e il Papa Re: così Bologna disse «basta»Angelo Varni esamina le vicende del Risorgimento a Bologna ripercorrendo le tappesalienti che portarono i “moderati” ad abbracciare un “Risorgimento nazionale” legato allamonarchia sabauda e alla rivoluzione del 12 giugno 1859Bruce BarcottLumières médiévalesLe arti figurative e il senso estetico si sono modificati gradualmente dall’antichità al Medioevo,assecondando i cambiamenti sociali, politici e culturaliIan W. TollThe Shores of TripoliNel suo libro Pirates of Barbary lo storico Adrian Tinniswood ripercorre la storia dellapirateria mediterranea durante l’Età modernaGiuseppe GalassoSe il Paese smarrisce l’identità non si può accusare MazziniEsaminando le contrastanti valutazioni storiografiche della figura di Giuseppe Mazzini e delsuo ruolo nell’unificazione italiana, Giuseppe Galasso riflette sulle tendenze antirisorgimentalie antiunitarie con cui oggi, troppo spesso, individuiamo nel passato un “capro espiatorio” perproblemi che in realtà appartengono al nostro tempoVirginia DeJohn AndersonHoliday books: MapsBarnet Schecter ha scritto una biografia di George Washington basata sull’analisi della suacollezione di mappe geograficheAlberto MartinelliE Keynes criticò la pace di VersaillesAlberto Martinelli recensisce l’edizione italiana della raccolta di saggi del famoso economistabritannico John Maynard KeynesChristopher DugganGli intellettuali del Sud sconfitti dai «lazzaroni»Christopher Duggan evidenzia il ruolo avuto dal patriota Vincenzo Cuoco, impegnato, fin dallanascita della repubblica liberale partenopea, a cercare di colmare la distanza tra élites e massenel processo di rivendicazione delle libertà civili, della democrazia e della nazione in ItaliaAntonella CilentoNapoli-Italia, dove la pelle conta sempre più dell’animaIl romanzo La pelle di Curzio Malaparte, pubblicato subito dopo la Seconda guerramondiale, ritrae la Napoli di allora vista attraverso gli occhi di un giornalista, collaboratoredelle truppe americane giunte a liberare la cittàPERLASTORIAmailA cura diCristina RolfiniRedazioneSerena SironiRicerca iconograficaBeatrice ValliPer i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche efotografiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest’opera, l’editoreè a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire, nonché per eventuali nonvolute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti.L’editore autorizza la riproduzione dei materiali ai soli fini didattici. Le riproduzionieffettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale, ocomunque per uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguitodi specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, corso di Porta Romana n. 108,20122 Milano, e-mail segreteria@aidro.org e sito web www.aidro.orgImpaginazionePaola Ghisalbertimarchio della PearsonItalia spaTutti i diritti riservati© 2011, Pearson Italia,Milano-TorinoMultimedia Dept.Lina GussoReferenze iconograficheArchivio Pearson ItaliaRedazioni: via Archimede 23, 20129 Milanotelefono 02.74823.1 – fax 02.74823.258Uffici commerciali: via Archimede 51, 20129 Milanotelefono 02.74823.1 – fax 02.74823.362www.brunomondadoriscuola.comwww.brunomondadoristoria.it/www.pbmstoria.itwww.pearson.it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Storia in corso. Il manuale sempre aggiornatoSchede monografiche sui grandi temi del mondo contemporaneoe sull’evoluzione del quadro internazionale A cura di Marco FossatiObama a metàdi un percorsodifficileIl 20 gennaio 2009 Barack Obama haassunto la carica di 44° Presidentedegli Stati Uniti d’America, dopoaver vinto con successo le elezionidel 4 novembre 2008. A due annidi distanza, il 2 novembre 2010, si sonotenute le elezioni di Midterm che hannorappresentato una pesante sconfitta perla sua politica. Proponiamo qui qualcheelemento di riflessione criticae di approfondimento che può aiutarcia comprenderne le ragioni.Elezioni di metà mandato(Midterm Elections)negli Stati UnitiLa tornata elettorale di Midtermsi tiene a metà del mandatopresidenziale (4 anni), e da ciòderiva la sua denominazione. Leelezioni riguardano i 435 membridella Camera dei Rappresentanti,un terzo dei 100 membri delSenato e alcuni governatori deisingoli Stati. Anche se le elezionidi metà mandato non riguardanodirettamente il presidente, esserappresentano un importantegiudizio sul suo operato econdizionano le scelte politiche delsuccessivo biennio.Un confronto tra presidentiCommentando l’uscita del libro di memorie che George Bush ha presentato«con un’astuta scelta di tempo» proprio una settimana dopo le elezioni dimetà mandato che hanno duramente punito il suo successore, l’editoriale delquotidiano britannico “Guardian” di martedì 9 novembre metteva a confrontoi due presidenti così: «Se si è intellettualmente modesti, se si va in guerradue volte e tutte e due le volte ci si mette nei pasticci, se si tagliano le tassealla vigilia di una recessione mondiale, si viene trattati con deferenza e ci sipuò ritirare in pace dichiarando di aver fatto la storia. Ma se si è eccezionalmenteintelligenti e capaci, si fanno e si dicono le cose giuste, si viene demonizzaticome anti-americani, alieni, persone da cui il paese andrebbe “ripulito”».Questo giudizio, che può incontrare il consenso dei molti estimatori cheObama ancora conserva, specialmente in Europa, non è stato condiviso daglielettori americani delusi da quello che ha fatto o non ha fatto in questi dueanni il loro presidente.Una massiccia astensioneNelle recenti elezioni di Midterm (2 novembre 2010) questa delusione si è manifestatasoprattutto attraverso una massiccia astensione di quella parte dell’elettorato(afroamericano, ispanico ecc.) che due anni fa era stato determi- Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Storia in corsoBoicottaggio americano contro lalegge inglese sul tè. Boston teaparty, 1773.Obama a metà di un percorso difficilenante per la vittoria democratica. Alla freddezza dell’elettorato pro-Obamasi è contrapposto il forte attivismo dei conservatori e, in particolare, di quellacomponente che si è riconosciuta nel movimento del “Tea party” nato percontestare la debolezza dell’opposizione repubblicana.I fan europei di ObamaObama sembra avere oggi più sostenitori in Europa che nel suo paese. Maquesto è proprio lo specchio delle difficoltà che il presidente degli Stati Unitista incontrando nel rapporto con il suo elettorato perché lo stile di governoeuropeo, considerato assistenzialista e interventista, è giudicato da molticontrario ai valori americani centrati sulla libertà individuale e sulla diffidenzaverso ogni ingerenza dello stato.Tea partyIl 16 dicembre 1773 i ribelli dellecolonie inglesi in America, cheda tempo stavano attuando ilboicottaggio del tè importato dallaCompagnia delle Indie, salironoa bordo di tre navi all’ancora nelporto di Boston e buttarono a mareil loro carico di tè. Quell’episodio,subito indicato come il Bostontea party, è considerato unpassaggio decisivo, se non il veroe proprio segnale d’inizio, dellalotta per l’indipendenza degliStati Uniti. Una lotta che, è benericordare, prese l’avvio dallapretesa del governo britannicodi imporre nuove tasse ai coloniamericani. Il movimento delladestra, sorto negli Stati Unitinell’aprile del 2009, che si èispirato a quell’episodio e neha preso il nome, si propone dilimitare il potere del governofederale e di ridurre la spesapubblica e, dunque, il prelievofiscale di cui essa si alimenta. I suoiprincipali bersagli sono stati lariforma sanitaria e gli interventi asostegno dell’economia approvatidall’attuale amministrazione. Lapiù evidente differenza fra i duetea party sta nel fatto che quellodel Settecento era nato nel quadrodella lotta per l’indipendenza dalladominazione inglese, mentre oggila protesta è contro il governoamericano. Ma se si considerache l’accusa più forte mossa aquest’ultimo è di voler trasformaregli Stati Uniti in un paese europeo,si vede che l’obiettivo polemiconon è poi così diverso.Il caso della riforma della sanità pubblicaQuesto vale anche per la riforma sanitaria, che è stata vista in Europa comeun buon risultato ottenuto dal presidente in continuità con le sue promesseelettorali, ma ha sollevato negli Stati Uniti forti opposizioni, e non solo fra iceti privilegiati che, non essendone direttamente beneficiari, l’hanno considerataunicamente una possibile causa di nuove tasse. È significativo, in questosenso, che gli elettori anziani (sopra i 65 anni) − i quali nel 2008 si eranoequamente distribuiti sui due schieramenti − abbiano voltato le spalle a Obamanelle ultime elezioni indirizzando il 21% in più dei loro voti ai suoi avversari.Questo spostamento sembra corrispondere al fatto che si era dichiaratocontrario alla riforma sanitaria il 60% degli anziani preoccupato che potesserodiminuire i finanziamenti al programma Medicare, ovvero al piano di assistenzasanitaria per gli ultrasessantenni, indipendentemente dal loro reddito,approvato dall’amministrazione Johnson a metà degli anni sessanta. Vale lapena di ricordare che quel programma aveva incontrato allora la dura opposizionedei repubblicani che lo avversavano con gli stessi argomenti usati oggicontro la riforma sanitaria di Obama.Le preoccupazioni economiche degli americaniDiversamente da noi europei, comprensibilmente attenti alle decisioni che igoverni degli Stati Uniti compiono in politica estera, gli elettori americani sidimostrano sempre sensibili più di tutto ai problemi interni e, in generale, allequestioni che hanno una rilevanza economica. Così, nei giorni precedenti alleelezioni di metà mandato, nelle corrispondenze dei giornali americani si leggevache «per ogni discussione sull’Afghanistan ce ne sono venticinque sullaCina: le preoccupazioni per l’economia sono molto più forti di quelle per ilterrorismo» (John Klein su “Time”).Le difficoltà dell’economia americana non sono evidentemente ascrivibilialla responsabilità dell’attuale amministrazione e inoltre gli interventi chequesta ha compiuto per impedire il crollo del sistema bancario, coprendo coni soldi pubblici i giganteschi buchi dibilancio prodotti dagli operatori finanziari,non hanno fatto che confermareun indirizzo già adottatodal precedente presidente conservatoreBush. Ma il cosiddetto salvataggiodi Wall Street ha suscitatoreazioni indignate che hanno trovatosolo Obama come bersaglio e, difronte alla disoccupazione ancora increscita e a una ripresa che tarda amostrarsi, i suoi sforzi per rilanciarel’economia, come l’indispensabilemanovra economica da 787 miliardidi dollari, sono un sacrificio di cuinon si vedono ancora i vantaggi.La crisi economica ha costretto moltiamericani a vivere nelle tendopoli aimargini delle città. Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Storia in corsoObama a metà di un percorso difficileLe cifre della sconfittaNelle elezioni di metà mandatodel 2 novembre 2010 idemocratici hanno perso 60 seggisu 435 complessivi alla Camera e 7su 100 al Senato.In 9 Stati hanno dovuto cedere lapoltrona di governatore.Ai democratici sono mancati i votidi quella parte della popolazioneche, diversamente dal 2008, si èastenuta dal voto:n nel 2008 avevano votato 130milioni di persone (61% deglielettori), di queste 120 milioniavevano votato per la Camera;n nel 2010 hanno votato 90 milionidi persone (41% degli elettori),75 milioni hanno votato per laCamera. Mancavano all’appello 45milioni di elettori.Tutti gli osservatori concordanonel dire che la sconfitta è statacausata da considerazioni legateall’economia:n i disoccupati negli USA sonooggi 15 milioni, altri 15 sono isottoccupati;n la durata del sussidio didisoccupazione (99 settimane) staper scadere per moltissimi di loro.(Cfr. Marco D’Eramo, Il “tradimento” diObama, MicroMega, n.8 2010)va amministrazione hanno incominciato a prendere in considerazione la documentazionerelativa ai detenuti del campo di concentramento cubano sisono resi conto che il disordine e l’incompletezza dei dossier relativi ai sospettiterroristi lì detenuti erano tali che sarebbero stati necessari mesi per venirea capo di ciascun caso. Inoltre, spesso le confessioni dei detenuti e gli indizi aloro carico risultavano estorti con la tortura e questo li rendeva del tutto inefficaciin qualunque tribunale operante nell’ambito della legge.Succede pertanto che terroristi dichiarati, i quali, con ogni evidenza, se venisserorilasciati ritornerebbero a militare nelle file di Al Qaida, non possonoessere portati davanti a un tribunale perché questo, applicando la legge, nonpotrebbe fare altro che ordinarne la scarcerazione e, in ogni caso, non sarebbein condizione di processarli sulla base dei dossier raccolti su di loro. Così,anche nel caso di Guantanamo, la situazione determinatasi a seguito della“guerra al terrorismo” del presidente Bush si è presentata talmente compromessae intricata da frustrare ogni speranza di poterla risolvere in tempi brevi.E poco più di un anno fa Obama ha ammesso che la «scadenza esatta» da luifissata per la chiusura di Guantanamo non si sarebbe potuta rispettare.Oggi, a due anni dalla vittoria elettorale che sembrava poter cambiare ilcorso della storia, il campo di prigionia di Guantanamo è ancora in funzionee Obama sconta politicamente la difformità fra ciò che aveva dichiarato dipoter fare («yes, we can») e le effettive attuazioni pratiche di due anni di governo.Come molti hanno rilevato, l’elettorato americano non ha apprezzatoche gli fossero stati venduti insieme il miraggio del cambiamento e il “businnesas usual”.La reazione alla sconfittaAll’indomani della sconfitta del 2 novembre, Obama si è assunto tutta la responsabilitàe ha affermato di essere pronto a cercare punti di compromessocon i repubblicani per «trovare un terreno comune per fare progressi» vistoche «è il momento di guardare avanti e di lavorare insieme a loro». Questeparole non hanno mancato di sollevare preoccupazioni nella sinistra del partitodemocratico, tanto più nel momento in cui esse hanno avuto una primaattuazione pratica nell’accordo che la presidenza ha raggiunto con l’opposizioneper mantenere in vigore gli esoneri fiscali per i redditi alti, introdotti daBush.Il rush finale, prima del 2011È vero però che, in un rush finale senza precedenti nella recente storia americana,fra novembre e dicembre Obama è riuscito a fare approvare anche altriimportanti provvedimenti, prima di ritrovarsi, con l’iniziodel 2011, davanti al nuovo Congresso ridisegnatodalle elezioni. Sono stati accettati così sia l’abolizionedella legge omofoba “don’t ask, don’t tell”,che proibiva agli omosessuali dichiarati di entrarenelle Forze Armate, sia l’approvazione del NewStart, il più importante trattato sul disarmo nuclearedalla fine della Guerra Fredda. Infine, allavigilia delle vacanze di Natale, l’“anatra zoppa”Barack Obama è riuscito a ottenere il risarcimentodelle spese mediche per gli uomini e le donneche lavorarono a Ground Zero. La spesa complessivasupera i 4 miliardi di dollari e i repubblicani l’avevanosempre avversata, ma, almeno in questo caso, laloro politica consacrata al “niente tasse e niente interventistatali” è apparsa gretta e meschina e Obama, rendendoomaggio all’America eroica dell’Undici Settembre, ha chiusol’anno segnando un punto a suo favore. E ha fatto capire che, nelsecondo tempo, la partita del suo mandato elettorale è ancora da giocare. Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


CAPIRE L’AMERICALIBRIJoe BageantLa Bibbia e ilfucile. Cronachedell’AmericaprofondaBruno Mondadori 2010Pagg. 240 - Euro 18,00ISBN 9788861594517http://www.brunomondadori.com/scheda_opera.php?ID=<strong>37</strong>48Protagonisti del libro di Bageant sono i bellicosi cristianiconservatori che popolano l’heartland (laprofonda America) e che incidono sostanzialmentesui risultati politici, dal novembre 2004 a oggi. Si trattadel proletariato bianco di provincia (i rednecks), pocoistruito, che “lavora, suda, beve e prega” e non se lapassa per niente bene. Non parliamo quindi dei neoconrepubblicani, ma di gente che vive di duro lavoro,senza aver mai elemosinato nulla dallo stato e cheda venticinque anni sta drammaticamente “perdendoterreno”. Gente snobbata dai colti liberal urbani, cheama il wrestling e l’impero americano e che vive bevendosiogni fandonia della propaganda dei mass media.L’autore, eccentrico reporter e blogger (www.joebageant.com/)“di moderato successo”, non si limita araccontare, con forza e vivacità, la sua terra e la suagente, ma ci aiuta a capire dove sta andando l’America.Un paese passato dal crac finanziario del punto.com di fine anni novanta alle “bolle” dell’industria deimutui, con un ceto medio “tendenzialmente povero”,ma con sette carte di credito. Storie autobiografiche dipersone comuni: sgobboni, sottopagati, ipertesi, oberatida affitti e assicurazioni sanitarie, orgogliosamenteindividualisti, visceralmente antistatalisti, terrorizzatidal “diverso”. Molti hanno figli in Iraq e Afghanistan,sono repubblicani per inerzia e credono che l’unica politicaestera possibile sia quella dei muscoli e della violenza.È qui che la Bibbia incrocia il fucile, il fanatismofideistico incontra il culto della forza. L’atavico legametra fondamentalismo protestante, “caccia al cervo”,mito della frontiera e patriottismo si fa stringente edesplosivo. Questa gente messa ai margini dai sondaggistireagisce, per frustrazione, anche votando controi propri interessi. E gli ultimi risultati elettorali di mediotermine palesemente lo dimostrano. «Per vincerela battaglia in corso per l’anima dell’America – ricordal’autore – è indispensabile sanare le ferite di questiamericani». È necessario ritornare ad ascoltarli e dialogarecon loro.Fabrizio TonelloLa Costituzionedegli Stati Uniti.Storia, testoinglese, nuovatraduzione,commento e noteBruno Mondadori 2010Pagg. 192 - Euro 16,00ISBN 9788861594050http://www.brunomondadori.com/scheda_opera.php?ID=<strong>37</strong>52La pubblicazione della Costituzione americana acura di Fabrizio Tonello colma una grave lacuna nelmondo dell’editoria italiana. Infatti, come fa notare ilcuratore, è sorprendente che di un così fondamentaletesto per la storia, non solo americana, non ci fosse incommercio una traduzione italiana. Ma il valore del librova ben oltre l’eccellente traduzione. Esso ci orientae guida nella contestualizzazione, nell’esame e nell’analisicritica del testo costituzionale. Come si spiega la longevitàdella Costituzione americana? Come si spieganoil suo successo e la sua attualità? Primariamente, con laqualità del personale politico che la pensò e redasse. FabrizioTonello, docente di American Political System eRepubblica e Impero nella riflessione politica americanapresso l’Università di Padova, fornisce a studiosi, docentie studenti, gli strumenti per comprendere la genesie le tematiche riguardanti la più antica Costituzionescritta in vigore. Strumenti linguistici, innanzitutto, inquanto la lingua inglese di Franklin, Madison e delegatinon è quella attuale di Obama e importanti traslazionisemantiche vanno storicizzate e spiegate. Ma l’operapropone anche strumenti giuridici, politici e filosoficiper capire la dialettica che originò le complesse sceltecostituzionali. L’accurata introduzione e le puntali noteguidano nella lettura e offrono chiavi interpretative perl’approfondimento e la valutazione critica. Dall’analisidegli articoli di Confederazione, passando attraverso itemi della schiavitù e del dibattito tra nazionalisti e decentralizzatori,fino alle strutture di governo e alle proceduredi revisione, il curatore non trascura nulla. Uninteressante post scriptum, prendendo spunto dal giudiziodi Th. Jefferson sulla necessità di rivedere periodicamentele costituzioni, favorisce la riflessione su quantoun quadro costituzionale, ratificato secoli prima, possavincolare le scelte delle generazioni future e condizionarelo sviluppo di nuove teorie democratiche di rappresentanza.All’indirizzo web www.archives.gov/exhibits/charters/charters.html è possibileconsultare e scaricare i testi, in lingua originale, delle “Carte dellelibertà” americane, contestualizzati e illustrati in sintetici quadri storici.A cura di Lino Valentini Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


La Costituzione degli Stati UnitiDi seguito pubblichiamo brani selezionati dall’Introduzione alla nuovatraduzione della Costituzione degli Stati Uniti, in cui il professorTonello traccia un quadro di riferimento indispensabile per comprendereil valore della Costituzione americana come documento storico.Testo di Fabrizio TonelloFabrizio Tonello insegna American Political System e Repubblica e Impero nella riflessione politica americanapresso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Tra i suoi libri, La politica come azionesimbolica (2003), Il giornalismo americano (2005), Il nazionalismo americano (2007).Durata e consensoLa Costituzione degli Stati Uniti detiene vari primati trale carte fondamentali che reggono le sorti degli Stati incui è politicamente diviso il nostro pianeta. Si tratta, innanzitutto,della più antica Costituzione scritta in vigore:nessun regime politico esistente ne ha una di duratacomparabile. La Francia, l’unico Paese insieme agliStati Uniti a effettuare una rivoluzione e instaurare unarepubblica prima del 1800, ha avuto tra il 1789 e oggiben quindici Costituzioni, ciascuna pensata per durare eciascuna ricacciata dopo qualche anno nell’oblio. I Paesiusciti sconfitti dalla seconda guerra mondiale, Germania,Giappone e Italia, hanno tutti delle Costituzioniadottate dopo la fine del conflitto. Solo la Gran Bretagna,che non ha una Costituzione scritta ma una seriedi documenti costituzionali approvati in epoche diverse,può vantare un ordinamento politico stabile più anticodi quello americano. In secondo luogo, la Costituzione,attraverso la costante azione di judicial review della Cortesuprema, è uno strumento assai più attivo e presentenelle scelte politiche quotidiane del Paese di quanto nonavvenga negli Stati europei, dove le corti costituzionalisono chiamate in causa con frequenza assai minore. Infinela Costituzione americana è oggetto di un consensoche praticamente non ha eguali in alcun altro Paese: i cittadinirispondono regolarmente ai sondaggi proclamandola loro fiducia nella Corte suprema incaricata di vigilarla:76% nel 2009. Deputati e senatori mostrano unadeferenza verso la rule of law e verso i giudici assai piùsolida di quella del resto del mondo industrializzato, e inparticolare dell’Italia. Questa longevità della Costituzione,e la riverenza di cui è avvolta, ne hanno fatto oggi unoggetto di culto, il che rende più difficile farne un’analisiobiettiva, indagare sulle ragioni del suo successo e suiproblemi che essa crea ai nostri giorni.La prima difficoltà nell’esaminare il testo della Costituzionee i dibattiti sulla sua stesura è di caratterelinguistico […] Parole come felony, jury, impeachment,writ of habeas corpus, jeo- pardy, “life or limb”, commonlaw si intendono solo sapendo che l’inglese del1787 non è l’inglese del 2010 e che qualsiasi lavoro criticodeve tenere conto di un vocabolario giuridico natonella Londra di Shakespeare, o addirittura della MagnaCharta. […]Il primo motivo del successo della Costituzione è certamentel’eccezionale qualità del personale politicopresente alla Convenzione di Filadelfia. Benché mol-«We the people of the United States, in Orderto form a more perfect Union, establish Justice,insure domestic Tranquility, provide for thecommon defence, promote the general Welfare,and secure the Blessings of Liberty to ourselvesand our Posterity, do ordain and establish thisConstitution for the United States of America»ti delegati siano intervenuti raramente, o comunqueabbiano giocato un ruolo minore, nell’insieme il gruppodi intellettuali di formazione classica, con un acutosenso della storia e un profondo senso dello Statoera assai numeroso: oltre ai celebri Benjamin Franklin,James Madison e Alexander Hamilton occorre citarealmeno James Wilson, il più “democratico” dei partecipanti,Gouverneur Morris, la penna più elegante dellaconvenzione, a cui si deve la redazione del testo finale,il medico Benjamin Rush e John Dickinson, capace Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


CAPIRE L’AMERICACapire l’America La Costituzione degli Stati Unitidi citare oscure fonti latine come Giovanni Stobeo. Lagrande maggioranza dei delegati era acutamente consciadelle difficoltà dell’impresa di creare un governodurevole per uomini liberi e operò per disegnare istituzioniche potessero sopravvivere alla sfida del tempo,malgrado il pessimismo fosse diffuso.[…]Un fattore che certamente contribuì in misura determinanteal successo della convenzione fu il giuramentodi segretezza imposto ai delegati al fine di evitare polemichepremature e prese di posizione ufficiali da partedei vari Stati, che avrebbero impedito di raggiungereun accordo. Ai delegati fu addirittura vietato di farecopia delle mozioni approvate: una saggia precauzione,considerato che l’assemblea cambiò idea più voltesu questioni chiave, come il modo di eleggere il presidenteo la durata del suo mandato. […]Costituzione senza difetti o culturapolitica repubblicana?«Gli uomini del 1787 erano molto orgogliosi di esseredei rivoluzionari, ma parlare di democrazia li rendevanervosi», ha scritto con un po’ di ironia Bruce Ackerman.Si tratta, tuttavia, di un’affermazione da prenderemolto sul serio, perché ci permette di affrontare iltema del rapporto tra i meccanismi della Costituzioneamericana e la cultura politica che li sostiene e li hafatti funzionare fino ad oggi. I delegati a Filadelfia nonerano dei democratici, erano dei “repubblicani”, cioèuomini che consideravano il servizio pubblico un doveree un onore, che temevano la tirannide e gli abusidi potere tanto da parte di un sovrano quanto da partedi un governo popolare, che avevano a cuore i dirittifondamentali del cittadino ma esigevano il rispetto e ilmantenimento delle gerarchie sociali esistenti.«L’idea di virtù era centrale per il pensiero politicodei fondatori della repubblica americana. Ogni corpusdi pensiero che incontravano, ogni traduzione intellettualeche consultavano, ogni importante teoria del governorepubblicano da cui erano influenzati enfatizzavanol’importanza della virtù pubblica e privata. Essaera intesa dai fondatori come la precondizione per ilgoverno repubblicano, la base su cui la struttura delgoverno sarebbe stata costruita». Tale filosofia, nutritadelle fonti classiche di cui abbiamo accennato, si tradussein un testo costituzionale la cui ispirazione fondamentaleera il “governo misto” di Montesquieu, unacostruzione che doveva garantire, attraverso il bicameralismoe il controllo dei giudici, il refroidissement delledecisioni di diretta derivazione popolare e il freno a«eventuali soprusi degli organi legislativi». Non a caso,i costituenti moltiplicarono le precauzioni antimaggioritarieprevedendo un Senato la cui nomina spettasseagli Stati e non eletto dai cittadini; un presidente sceltoda un collegio elettorale ad hoc e non direttamentedal popolo; una Corte suprema in grado di tutelare i dirittidi proprietà qualunque fosse l’orientamento dellamaggioranza dei cittadini e dei loro rappresentanti.Purtuttavia, chi a questo punto obiettasse che i senatorioggi sono eletti dai cittadini, il presidente vieneeletto da un collegio elettorale che – salvo incidenti– si limita a ratificare la volontà popolare e infineche la Corte suprema – almeno negli anni Cinquantae Sessanta – ha svolto un decisivo ruolo di supplenzaper allargare la sfera della democrazia americana,chi obiettasse tutto questo avrebbe perfettamente ragione.La Costituzione antimaggioritariasi è prestataa cinque ondate di profonda democratizzazione delleistituzioni: nel 1800-1801 con l’elezione di ThomasJefferson, nel 1828-32 con l’elezione di Andrew Jackson,nel 1865-68 con gli emendamenti che abolivanola schiavitù, negli anni 1913-1920 con gli emendamentiche rendevano obbligatoria l’elezione diretta dei senatori(XVII) e concedevano il voto alle donne (XIX) e,infine, nel 1964-65 con il XXIV emendamento che coronavai provvedimenti dell’amministrazione Johnsonper restituire agli afroamericani i loro diritti civili.Questa evoluzione non può essere spiegata sullabase dei meccanismi intrinseci della Costituzione, perchésono proprio tali meccanismi ad aver subito variemodifiche con 27 emendamenti e, attraverso l’azionedei partiti, con una prassi politica assai diversa da quellaimmaginata dai padri fondatori. Occorre cercare laspiegazione altrove, in una cultura politica che avevain sé una fortissima tensione verso l’uguaglianza.Come ricorda Gordon Wood, le repubbliche presupponevanoun’approssimativa uguaglianza tra i cittadini,con gerarchie sociali accettabili solo per i meriti e iltalento individuale. Benché i federalisti si sforzasserodi disegnare una Costituzione che potesse funzionarein presenza di una società commerciale, sparsa su unterritorio di dimensioni continentali, anche loro accettavanoil presupposto che «una società non poteva rimanererepubblicana a lungo se una piccola minoranzacontrollava la maggior parte della ricchezza». Questacultura politica, mai rinnegata, ha fornito a ogni generazioneil vocabolario politico necessario per nuovitentativi di democratizzazione. […]Malgrado […] la trasformazione degli Stati Uniti insuperpotenza mondiale impegnata in varie avventureimperiali, la cultura politica repubblicana non è scomparsa.La virtù pubblica ha certo conosciuto momentimigliori, il dominio del denaro sulla politica permane,la sensazione dei cittadini di essere impotenti rispettoalle scelte politiche è forte. Con tutto questo, il sensodella legalità, l’accountability, il rispetto per le istituzionicreano un quadro politico unico al mondo.Ovviamente non è vero, come ha detto Barack Obamala notte della sua elezione nel 2008, che negli StatiUniti «tutto è possibile», ma certamente la culturapolitica dei fondatori e la Costituzione del 1787 hannocreato le premesse per più di duecento anni di governoche tendeva verso la democrazia. Questa marcia non èsempre stata pacifica, ha conosciuto numerosi rovesci,talvolta sembra essersi fermata, ma è un risultato che,con l’eccezione della Gran Bretagna, non ha equivalentinella storia dei regimi politici contemporanei.10 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Storiografiera del Risveglio ginevrino, un movimento religioso animatotra gli altri dal pastore Alexandre Vinet. Infatti, alfondo della sua volontà di conciliazione con la Chiesae con il papa, da lui sintetizzata nell’espressione LiberaChiesa in libero Stato, agì un senso forte della distinzionee, quindi, della separazione tra Chiesa e Stato, respiratonell’ambiente ginevrino. In seguito, egli ebbe contatticon ambienti cattolico-liberali francesi e, più tardi, conquelli lombardo-piemontesi, in cui era inserito il fratelloGustavo, attraverso i quali entrò in contatto con il pensierodi Antonio Rosmini e con la sua lezione che, comequella di Vinet, spingeva per una radicale distinzione eper una effettiva separazione tra Stato e Chiesa. Nonsi trattava, però, di un separatismo di matrice anticlericaleo, comunque, ostile nei confronti della Chiesa, manasceva al contrario da una profonda convinzione nella“inevidenza” delle verità religiose e cioè dalla loro radicalealterità rispetto alle dimensioni abitualmente frequentatedalla razionalità umana, come la filosofia e lascienza, la politica e l’economia ecc. In questa linea, Cavoursi convinse della radicale incompetenza della politicain materia religiosa e della necessità di evitare interferenzedello Stato nella vita della Chiesa, come quellepraticate sia dagli stati dell’Ancien Régime sia dai giacobiniche durante la rivoluzione francese avevano impostola costituzione civile del clero.Cavour era critico verso il potere temporale del papa,ma non verso alcune delle motivazioni che lo sostenevano.Egli, per esempio, consentiva con la necessità di garantirepiena libertà e totale indipendenza al papa e agliorgani centrali della Chiesa cattolica che avevano la lorosede in Roma. Questi obiettivi, infatti, erano conformialle sue idee sulla distinzione e separazione tra Stato eChiesa. Ma era anche convinto che, nella mutata situazionestorica, tale potere non fosse più in grado di offrirequeste garanzie al papato come era accaduto in passato.In altre parole, ai suoi occhi, la S. Sede doveva trovareuna nuova collocazione in un contesto internazionalemolto diverso da quello del Medioevo e dell’età modernae cercarne uno nuovo in un contesto fortemente segnatodalla presenza degli Stati nazionali. In quest’ottica,egli pensava sinceramente che potesse realizzarsiuna convergenza tra gli interessi del nascente Stato italianoe quelli più autentici del papato (e, più complessivamente,dell’intera Chiesa cattolica). Cavour ripresecosì una delle più originali intuizioni di Rosmini: l’intuizioneche ormai la Chiesa non aveva molto da guadagnaredall’alleanza con i sovrani, mentre la ricerca dilibertà che pervadeva i popoli europei giocava, in definitiva,anche a favore della libertà della Chiesa.Lo Stato italiano, la libertà della Chiesae l’indipendenza della S. SedeSu questo sfondo si colloca la singolare proposta cavourianadi dichiarare ufficialmente Roma capitale d’Italia.Subito dopo la proclamazione del Regno d’Italia, avvenutail 17 marzo 1861, il nuovo Stato italiano avevadavanti a sé molti problemi da affrontare, a cominciaredall’assenza di riconoscimenti internazionali (ancheChiesa cattolica e identità italianalo Stato più vicino ai progetti italiani, la Francia di NapoleoneIII, ha aspettato la morte di Cavour per riconoscereil nuovo Regno, in segno di omaggio alla suafigura). Preoccupavano, inoltre, una situazione dell’Italiameridionale più problematica di quanto si era pensatoin precedenza, e il dominio austriaco in Veneto, chemolti patrioti percepivano come una ferita insopportabile.Anche tra i suoi collaboratori, perciò, ci fu chi noncomprese la fretta cavouriana di questa proclamazionee a molti sembrò che il politico realista, quale egli appariva,fosse improvvisamente scivolato nell’utopia. Cavour,però, procedette ugualmente. Dichiarare Romacapitale, dopo avergli già portato via gran parte del suopotere temporale, poteva sembrare un’inutile provocazioneaggiuntiva nei confronti del papa, ma la sua intenzioneera opposta: affermando che Roma poteva esseresia la sede di una religione universale sia la capitale delnuovo Stato nazionale, egli voleva far capire a Pio IX –e a tutto il mondo – che solide garanzie per la libertà el’indipendenza della S. Sede potevano venire ormai solodal Regno d’Italia. E si mise a lavorare intensamentein questa direzione, elaborando con i suoi interlocutoriromani – oltre a Pantaleoni anche il teologo Carlo Passaglia– e con i suoi collaboratori – in particolare MarcoMinghetti e Costantino Nigra –, una base per le trattativecon la Curia romana, che si ispirò al già ricordatoprincipio Libera Chiesa in libero Stato, prevedendo garanziedavvero rilevanti per la libertà del papa.Riconoscendo l’importanza della libertà della Chiesae dell’indipendenza della S. Sede, anche se in contrastocon altri interessi politici immediati suoi e del suo governo,Cavour non cercò solo di attirare consensi cattoliciverso il nuovo Stato. Egli interpretò, piuttosto, alcuneistanze profonde di quell’identità nazionale che, diffusenei decenni precedenti, ispiravano ormai largamentel’opinione pubblica italiana. La politica cavouriana, inaltre parole, recepì alcune spinte animatrici del discorsorisorgimentale, elaborato prevalentemente tra gli anniCamillo Benso conte di Cavour.14 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Storiografieventi e gli anni cinquanta dell’Ottocento, e caratterizzatoda una filigrana religiosa e dall’influenza della tradizionecristiana. Il discorso patriottico italiano, infatti, siè nutrito di temi e simboli, figure ed episodi del raccontobiblico e ha assunto, in un certo modo, la narrazionecristiana come modello ed esempio per elaborare unanuova narrazione nazionale. Lo conferma la stessa parolachiave del processo di unificazione italiana: Risorgimento,che significa resurrezione e rimanda, perciò, alcuore della fede cristiana. Sulla costruzione dell’identitànazionale, in particolare, influì il problema della collocazionedella sede del papato a Roma e cioè sul suolo italiano,al centro del costituendo Stato nazionale.Tale presenza, espressiva di una confessione cristiana,quella cattolica, fortemente caratterizzata da una dimensioneuniversale, ha sollecitato i patrioti risorgimentalia identificare un’identità nazionale anch’essa aperta,più di altre identità nazionali, a una dimensione universale.L’universalismo cattolico, cioè, ha contagiato il nazionalismoitaliano, anche se apparentemente si trattadi istanze inconciliabili. Roma, con tutto il suo denso significatostorico-simbolico, fu inserita nel canone risorgimentale– l’insieme dei testi più espressivi del discorsopatriottico ottocentesco – e così, prima che si presentassecome un problema politico per lo Stato italiano, la“città eterna” era già diventata un luogo simbolico irrinunciabileper la nazione italiana. Assai più del Veneto,un’Italia senza Roma divenne perciò impensabileper i patrioti italiani – e non solo per quelli cattolici –anche a causa della presenza a Roma del papa e della S.Sede: avrebbe rappresentato una ferita insopportabiledell’identità nazionale. Paradossalmente, cioè, proprioil principale ostacolo che impediva di andare a Roma – ecioè la presenza del papa – costituì, al tempo stesso, unodei motivi più forti per acquisirla al nuovo Stato unitarioe Cavour, più di altri, comprese questa contraddizionedandole uno sbocco politico, seppure di carattere anzituttosimbolico.Egli, infatti, che pure, alla guida del governo piemontese,aveva condotto una politica di secolarizzazione,contrastando duramente gli interessi ecclesiastici, mutòatteggiamento quando si trattò non più di sistemare irapporti con l’istituzione ecclesiastica all’interno di unpiccolo Stato ma di interrogarsi sulle sorti del massimorappresentante di una religione universale. Su questoterreno, perciò, egli abbandonò una politica addossatasu problemi specifici e immediati, comprendendo cheavviare il nuovo Stato verso un contrasto permanentecon il papato avrebbe significato condannare tale Statoa una scissione permanente con la sua anima nazionale.Questa scissione, com’è noto, c’è stata. Pio IX, infatti,rifiutò i gesti di conciliazione proposti da Cavour,Chiesa cattolica e identità italianama questi li rilanciò immediatamente, subito dopo cheerano stati respinti, già nei discorsi parlamentari concui sostenne la proposta di Roma capitale. E la storiasuccessiva mostra che la sua scelta coglieva un’esigenzaprofonda, iscritta nella natura stessa della nazioneitaliana, prima di corrispondere agli interessi, peraltromutevoli secondo i tempi e le situazioni, dello Statoitaliano.La conciliazione tra Stato e Chiesa el’identità nazionale italianaStoriografia e pubblicistica hanno lungamente insistitosul conflitto tra Stato e Chiesa nei primi decenni postunitari,come mostra la storia delle celebrazioni dell’anniversariodella Breccia di Porta Pia. Ma le cose cambianose le si guarda alla luce del lavoro di scavo compiuto,negli ultimi anni, dalla storiografia sull’identità nazionaleitaliana. Indubbiamente, nel mondo in cui viviamo,la nazione costituisce il principio supremo che legittimal’esistenza di uno Stato indipendente. Ma i fenomeni diglobalizzazione degli ultimi decenni inducono a considerarecon più attenzione che nazione e Stato, comunitàetniche e istituzioni politiche, identità culturali estrutture amministrative, da un lato, non coincidono interamentee, dall’altro, si influenzano a vicenda: si tratta,infatti, di creazioni storiche che hanno origini, naturae finalità diverse, la cui simbiosi, che peraltro si realizzaogni volta in modo diverso, innesta molteplici processi.Così, se lo Stato italiano è potuto nascere in conflittocon la Chiesa cattolica, l’identità nazionale italiana lo haspinto successivamente in un’altra direzione.Ancor prima della Breccia di Porta Pia le forze dellaconciliazione iniziarono a lavorare, in età giolittianasi cominciò a parlare di conciliazione silenziosa, mentre,durante la Prima guerra mondiale, cattolici e noncattolici si trovarono uniti nel difendere i confini dellapatria comune. Non è stato un caso neanche che i cattoliciabbiano sentito il bisogno, con il Partito popolaredi Sturzo, di entrare nella vita di uno Stato nato senzadi loro e che il fascismo, originariamente anticlericaleo, addirittura, paganeggiante, abbia perseguito l’obiettivodell’accordo con il Vaticano. Sulla stessa linea, dopola Seconda guerra mondiale, la Democrazia cristiana,inizialmente sostenitrice di quello che Jemolo ha chiamatoil regime clericale, è divenuta via via sempre piùlaica, mentre il suo grande avversario, il Partito Comunistaitaliano, evolveva da un ateismo programmatico aun crescente apprezzamento per i valori del mondo cattolico.La spinta verso la conciliazione tra Stato e Chiesa,pur nella distinzione e nella separazione secondo ilprogetto di Cavour, è infatti iscritta nel Dna dell’identitànazionale italiana.è disponibile l’Archivio di “Per la Storia Mail” in formato Pdf e Word.Tutti i numeri arretrati sono scaricabili o consultabili on line sul sitowww.brunomondadoristoria.it15 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Risorgimento NOVItà 2011L’AVVENTURA DELL’ITALIARisorgimento e unità nazionaleEdizioni Scolastiche Bruno Mondadori1 5 0Il centocinquantesimoanniversariodell’unificazione italianastimola anche la scuolaa proporre una riflessione suquesto evento fondamentaledella storia nazionale, letto siain chiave storica sia alla luce deipercorsi e dei problemi dell’Italiaunita.Alla scuola, peraltro, non spettaun compito di celebrazione,quanto di proposta metodologicae culturale. Con questa finalitàle Edizioni Scolastiche BrunoMondadori hanno chiesto ilcontributo di alcuni studiosi didiverse discipline per suggerirechiavi di interpretazione e spuntidi riflessione che nascano dacompetenze scientifiche e, insieme,da passione civile.Dall’idea di nazione alla lingua,dalla letteratura all’arte, dallegrandi questioni storiografiche(come gli squilibri territorialidel nostro paese) ai problemi,tutti politici, dell’organizzazionedello stato: le tematiche delvolumetto attraversano in chiaveinterdisciplinare alcuni grandi nodidella storia e dell’attualità italiane.L’avventura dell’Italia si proponedunque come uno strumentodi approfondimento e insiemecome un’occasione di formazioneculturale e civile.a n n iPatria/nazione Emilio Gentile,Nazione e libertà all’originedell’Italia unitaEmilio Gentile è docente di Storiacontemporanea all’UniversitàLa Sapienza di RomaNord e Sud Alberto De Bernardi,Le due ItalieAlberto De Bernardi è docente diStoria contemporanea all’Universitàdegli Studi di BolognaStato/chiesa Agostino Giovagnoli,Quel giorno a Porta PiaAgostino Giovagnoli è docente diStoria contemporanea all’UniversitàCattolica del Sacro Cuore di MilanoEconomia Germano Maifreda,Cucire lo stivaleGermano Maifreda è docente di Storiaeconomica e sociale dell’Età modernaall’Università degli Studi di MilanoStato Gianfranco Pasquino,Centralismo, federalismo,buongovernoGianfranco Pasquino è docentedi Scienza politica all’Universitàdegli Studi di BolognaBeni culturali Carlo Bertelli,Modernità e conservazione dellamemoriaCarlo Bertelli, critico dell’arte, èprofessore emerito di Storia dell’arteall’Università di Losanna edella Svizzera italianaLingua Luca Serianni,Lingua comuneLuca Serianni è docente di Storiadella lingua italiana all’UniversitàLa Sapienza di RomaLetteratura Ezio Raimondi,La “società stretta”Ezio Raimondi, storico della letteratura,è professore emerito di Letteraturaitaliana all’Università degli Studidi BolognaMemoria Scipione Guarracino,Fatta l’Italia, bisogna fare i manualiScipione Guarracino è studioso diMetodologia e didattica della storiaAa.Vv.L’AVVENTURA DELL’ITALIARisorgimento e unitànazionaleEdizioni Scolastiche Bruno MondadoriPagg. 96Euro 4.00978-88-424-4485516 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Edizioni Scolastiche Bruno MondadoriManuali di storia per il bienniodella Scuola secondaria di secondo gradoI nostri manuali di storia sono coerenti con quanto previstodalle nuove Indicazioni nazionali e dalle Linee guida per il primobiennio dei Licei e degli Istituti Tecnici e ProfessionaliNovità 2011Marco Fossati, Giorgio LuppiSin dal suo titolo, questo manualedice che lo studio della storia èun elemento fondamentale dellaformazione dei giovani cittadini.Ciò vale in particolare per la storiaantica e altomedievale, in cui sitrovano le radici della nostra civiltà edella nostra cultura.Il corso si basa sulle seguenti scelteculturali e didattiche: lo sviluppo di unlessico progressivo, per la costruzionedi adeguate competenze lessicali;l’attenzione al nesso passato-presentee al rapporto fra storia e tematiche dellacittadinanza, elemento basilare di unaformazione civile; la messa in rilievodi tematiche relative alle scienze, alleculture, alle tecniche e all’ambiente,di cui è importante riconoscere il ruolonello sviluppo delle civiltà e dei rapportifra le persone.Il manuale dedica alla dimensionegeografica una grande attenzioneattraverso moltissime carte storichedi facile lettura e specifiche attivitàdedicate alla competenza dilocalizzazione (A carte scoperte).Particolare è l’Atlante (Gli spazidella storia fra passato e presente)che accompagna ogni volume: unostrumento per leggere le trasformazionidei territori e degli ambienti nel tempo,fino ai nostri giorni.Ogni unità del corso presenta due tipidi capitoli: capitoli brevi, di 3-4pagine, illustrano i passaggi storici inmodo snello ma esauriente; capitolimonografici, detti Grandi nodi,analizzano le strutture fondamentalidelle società antiche e altomedievalicon fonti e approfondimenti.Il manuale è disponibile anche in unaversione con allegato il volumettoIl bello delle regole, espressamentededicato all’analisi della Costituzionerepubblicana e alle tematichedella cittadinanza nel mondocontemporaneo.Per il lavoro in classeviene fornito al docenteun LIMBOOK che contieneil Pdf sfogliabile di tuttoil corso, con la possibilità di attivarezoom e ampliamenti utili a renderepiù dinamica e coinvolgente la lezione.Il LIMBOOK può essere utilizzatosia con la Lavagna interattivamultimediale sia con un normale PC evideoproiettore.Ricchi di storia1. Dalle prime civiltà all’età di Cesare+ AtlantePEARSONPagg. 336 + 24 - Euro 17,80978-88-424-3517-4con Il bello delle regolePagg. 336 + 24 + 160 - Euro 19,80978-88-424-3594-52. Dall’impero romano all’AltoMedioevo + AtlantePagg. 312 + 24 - Euro 17,806PEARSON978-88-424-3518-1disponibile anche nellaversione onlinePEARSONCyan 100% Cyan 100%Cyan 100%Yellow 80%Black 10%Per sei annilavoreremoinsiemeIl programma Magenta 70% 6 con noi si proponedi accompagnare nell’attività didatticail docente che adotta un corso di storiaPEARSONBruno Mondadori.Informazioni più ampie e dettagliate suquesta iniziativa sono disponibili nel sitowww.6connoi.pearson.itCyan 50%Yellow 100%17Tutti i corsi hannoforma mista,cartacea e digitale.Le partidisponibili online – con materiali di ampliamento,approfondimento e aggiornamentoperiodico – sono accessibilicollegandosi al sito www.pearson.ite seguendo le istruzioni.Tutti i nostri manuali sonocompleti di Guida per il docente17 Edizioni Scolastiche Bruno MondadoriLunetta del marchio PEARSON


Novità 2011Fabio Carrara, Giancarlo Galli,Gianluigi TavecchioI nodi della storia. Antichitàe Alto MedioevoPagg. 384 - Euro 19,00978-88-424-4512-8Questo manuale è calibrato sui nuovi programmidi storia per il primo biennio degli Istitutiprofessionali. Esso persegue attraverso la trattazionei tre obiettivi principali indicati dai documentiministeriali: l’organizzazione biennale dello studio;la contestualizzazione storica delle tematiche dellascienza, della tecnica e del lavoro; la formazione delcittadino consapevole.’organizzazione in volume unico (diviso in Unità diL apprendimento) risponde a criteri di economicità econsente di modulare i tempi della programmazionebiennale su quelli dell’apprendimento da parte dellaclasse.Il manuale focalizza le grandi svolte della storia anticae altomedievale e ha un ricco apparato didattico cherisponde all’esigenza di fornire concreti aiuti allo studioe di favorire la gradualità dell’apprendimento.Laboratoriointerattivomultimedialeper il lavoroin classeFranco Amerini, EmilioZanette, Roberto RovedaconAtlanteSulle tracce di Erodoto1. Dalle prime civiltàalla crisi della repubblica romanacon Il bello delle regolePagg. 408 + 160 - Euro 22,10978-88-424-4403-9senza Il bello delle regoleEuro 19,40978-88-424-4404-6con AtlantePagg. 408 + 48 - Euro 20,90978-88-424-411<strong>37</strong>2. Dall’impero romano all’AltoMedioevoPagg. 360 - Euro 19,40978-88-424-4405-3disponibile anche nellaversione onlineQuesto manuale mira a favorire l’acquisizione di unacultura storica di base, intesa come sviluppo diconoscenze, abilità e competenze disciplinari e comeriflessione sui valori di una cittadinanza attiva.Particolare attenzione è dedicata alla costruzionedel lessico disciplinare, prerequisito di ogniapprendimento, e alla maturazione di competenzegeostoriche. Nel profilo, nel lessico e nelle schedetrovano ampio spazio la dimensione politica e civile,in un corretto rapporto fra passato e presente, e losviluppo del pensiero scientifico e tecnologico, vistonei suoi effetti sulla società e sui modi di vita.Il manuale è disponibile anche in una versione conallegato il volumetto Il bello delle regole, espressamentededicato all’analisi della Costituzione repubblicanae alle tematiche della cittadinanza nel mondocontemporaneo.disponibile una versione storia e geografia:È il manuale è abbinato a un prezzo conveniente a una“geografia del presente” che colloca nello scenariomondiale i grandi temi della globalizzazione e lemaggiori rilevanze geopolitiche di Italia ed Europa.disponibile una versione con l’Atlante (Gli spaziÈ della storia fra passato e presente) che accompagnail primo volume: uno stumento per leggere letrasformazioni dei territori e degli ambienti nel tempo,fino ai giorni nostri.Per il lavoro in classe viene fornito aldocente un LIMBOOK che contiene il Pdfsfogliabile di tutto il corso, con la possibilitàdi attivare zoom e ampliamenti utili arendere più dinamica e coinvolgente la lezione. Il LIMBOOKpuò essere utilizzato sia con la Lavagna interattivamultimediale sia con un normale PC e videoproiettore.Sulle tracce di ErodotoSTORIA E GEOGRAFIA1. Dalle prime civiltà allacrisi della repubblica romana+ C. Tincati, M. Dell’AcquaGeografia del presentePagg. 408 + 216Euro 30,20978-88-424-4494-72. Dall’impero romanoall’Alto MedioevoPagg. 360 - Euro 19,40978-88-424-4405-31818 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Cittadinanza e CostituzioneNovità 2011Gianfranco PasquinoIl buongoverno. Commento allaCostituzione italianaPagg. 256 - Euro 12,50978-88-424-35792Opera di uno dei maggiori studiosiitaliani di scienza politica, notoper il suo rigore scientifico ma ancheper la vivacità delle sue idee e dei suoiscritti, questo nuovo commento allaCostituzione rappresenta anche unasorta d’introduzione alle categoriefondamentali del pensiero politico,di avviamento all’esercizio dellacittadinanza repubblicana, di formazionedi un’opinione pubblica consapevole deipropri diritti e dei propri doveri.Il Commento, le Idee, i Testi. LaCostituzione non è un “feticcio”, ma unpunto di riferimento per la convivenzacivile e uno strumento per orientarsinella polis. Ogni ipotesi di cambiamentodella Costituzione presuppone intanto lasua conoscenza e la comprensione dellasua specificità all’interno della tradizionepolitica occidentale. A tale fine l’opera èsuddivisa in tre sezioni: il Commento allaCostituzione, che ne illustra i contenuti ei problemi alla luce del costituzionalismomoderno e in rapporto agli altri sistemipolitici; le Idee-chiave, schede cheillustrano le categorie e il lessico di cui èinnervata la nostra cultura politica; i Testi,una sintetica ma efficace antologia deigrandi autori e testi del pensiero politicomoderno e contemporaneo.opera si propone dunque come unoL’ strumento per affrontare in modoconcreto e non retorico le tematiche diCittadinanza e Costituzione.All’Esame con la Costituzione.La trattazione è accompagnatada puntuali glosse di informazione echiarimento terminologico, da brevischede sugli aspetti più discussi dellaCarta (Interrogare la Costituzione),e da Approfondimenti. Chiude l’operauna sezione di materiali e proposte diesercitazioni per l’Esame di stato(saggio breve e articolo di giornale).Tutti i corsi hannoforma mista, cartaceae digitale. Le partidisponibili online – con materialidi ampliamento, approfondimento eaggiornamento periodico – sono accessibilicollegandosi al sito www.pearson.ite seguendo le istruzioni.Giovanna Mantellini, Doris ValenteUno strumento per laformazione civile dei giovaniorganizzato per domande chiave,a partire dai problemi che pone lasocietà di oggi – italiana, europeae mondiale.CittadiniCostituzione e convivenza civileedizione aggiornataPagg. 240 - Euro 12,60978-88-424-4070-3Giovanna Mantellini, Doris ValenteUn agile ed economico manualedi educazione alla cittadinanza,costruito per schede di analisi dellaCostituzione, brevi approfondimentie una didattica che mette al centrol’esperienza dei ragazzi.Il bello delle regoleLezioni di Cittadinanza e CostituzionePagg. 160 - Euro 6,15978-88-424-4721-4a cura di Marcello FloresUn’opera originale, interamentededicata all’analisi della tematicadei diritti dell’uomo visti nelcontesto storico e nella realtà attualedell’Italia, dell’Europa e del mondo.Alessandra Blasi, Marco Fossati,Angelica Guidi, Donatella MealliFreedomDiritti umani e formazione civilePagg. 168 - Euro 8,00978-88-424-4017-8redazioni: via Archimede 23, 20129 Milanotelefono 02.74823.1 – fax 02.74823.258uffici commerciali: via Archimede 51, 20129 Milanotelefono 02.74823.1 – fax 02.74823.362www.brunomondadoriscuola.comwww.brunomondadoristoria.it/www.pbmstoria.itwww.pearson.itmarchio dellaPearson Italia spa19Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Bacheca della didatticaMateriali per la classe e proposte didattiche dagli insegnanti per gli insegnantiUnità di apprendimento semplificata a cura della prof.ssa Amalia GuzzelloniAmalia Guzzelloni è docente di italiano e storia al primo biennio dell’IP Bertarelli di Milano. La seguente Unitàdi apprendimento è il frutto della sua esperienza e pratica didattica con gli alunni non italofoni.AVVIO ALLO STUDIODELLA STORIA1 Che cos’è la storia?La parola storia è una parola molto comune e ha moltisignificati.Si può raccontare una storia di fantasia (in inglesestory) ma anche una storia vera; si può raccontare lastoria di una persona, come la storia della nascita dellaTerra e la storia dei primi uomini sulla Terra.Nelle pagine dei libri di storia conosciamo (conoscere)il passato e scopriamo (scoprire) ciò che è accaduto(accadere) prima di noi (in inglese history).La ricostruzione degli avvenimenti del passato è possibilegrazie al lavoro degli storici.Lo storico cerca di ricostruire la vita dell’uomo dallasua comparsa sulla Terra a oggi: egli raccoglie letracce, le testimonianze che lo aiutano a scoprireche cosa è successo tanto tempo fa.Le tracce che lo storico utilizza per ricavare le informazionisul passato si chiamano documenti ofonti. Sono documenti: la carta d’identità, il permessodi soggiorno, la tessera sanitaria, la patentedi guida, il passaporto.I documenti servono per ricostruire la storia diuna persona o di un popolo.I documenti (o fonti) possono essere di tipo diverso:n materiali (oggetti, impronte, resti di edifici ecc.);n scritti (libri, lettere, diari, interviste ecc.);n orali (racconti, leggende, interviste, registrazioniecc.);n illustrati (pitture, affreschi, decorazioni, disegni,quadri, fotografie ecc.).Fonte scrittaFonte materiale2 La linea del tempoPer ricostruire il passato bisogna collocare i fatti neltempo, cioè attribuire ai fatti una data. Poi, bisognamettere i fatti in ordine cronologico, cioè bisogna ordinarei fatti a partire dai fatti più lontani per arrivareai fatti più vicini a noi. Gli storici per ordinare i fattidella storia usano la linea del tempo.Nella civiltà occidentale gli anni si contano a partiredalla nascita di Cristo.I fatti accaduti prima della nascita di Cristo si indicanocon una data seguita dalla sigla a.C. (avanti Cristo);i fatti accaduti dopo la nascita di Cristo si indicanocon una data seguita da d.C. (dopo Cristo) oppurescrivendo solo la data.Gli anni a.C. si contano dal più piccolo al più grande.- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - I - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -avanti Cristo 6 5 4 2 3 2 1 O 1 2 3 4 5 6 dopo Cristo20 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori


Unità di apprendimentoavvio allo studio della storia3 Come si misura il tempo?Il tempo si misura in secondi, minuti, ore, giorni, settimane,mesi, anni, decenni, secoli, millenni.Per gli anni si usano i numeri cardinali arabi 1 (uno),per i secoli si usano i numeri romani per scriverli (I) ei numeri ordinali per leggerli (primo).Anni1 uno2 due3 tre4 quattro5 cinque6 sei7 sette8 otto9 nove10 dieci2 anni biennio10 anni decennio100 anni secoloSecoliI primo dall’anno 1 all’anno 99II secondo dall’anno 100 all’anno 199III terzo dall’anno 200 all’anno 299IV quarto dall’anno 300 all’anno 399V quinto dall’anno 400 all’anno 499VI sesto dall’anno 500 all’anno 599VII settimo dall’anno 600 all’anno 699VIII ottavo dall’anno 700 all’anno 799IX nono dall’anno 800 all’anno 899X decimo dall’anno 900 all’anno 999Per sapere a quale secolo appartiene una data dobbiamoprendere il numero che indica le centinaia eaumentarlo di 1 unità.1515 15 + 1 = 16 sedicesimosecoloil 1515 appartiene al XVI secolo712 7 + 1 = 8 ottavosecoloil 712 appartiene all’VIII secoloXVIVIII4 Preistoria e storiaGli storici dividono i fatti del passato in preistoria estoria.La preistoria è un lunghissimo periodo. La preistoriainizia con la comparsa dell’uomo sulla Terra (circa 2milioni e mezzo di anni fa) e finisce con l’invenzionedella scrittura (3000 a.C.).La storia inizia con l’invenzione della scrittura (3000a.C.) e continua fino a oggi.Gli storici dividono la storia in età. Osserviamo la tabella.PreistoriaEtà anticaEtà medievaleEtà modernaEtà contemporaneadalla comparsadei primi ominidiall’invenzionedella scrittura(3000 a.C.)dal 3000 a.C. allacaduta dell’Imperoromanod’Occidente (476d.C.)dal 476 all’arrivoin Americadi CristoforoColombo (1492)dal 1492 all’iniziodella rivoluzionefrancese (1789)dal 1789 ai giorninostri21 Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori

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