INTRODUZIONELa cultura della sicurezza sul lavoro rappresenta una recente conquista del mondo industrializzato,ed è finalizzata al raggiungimento di migliori condizioni di vita, lavorative ed economiche per tutti,oltre a rappresentare un principio etico e deontologico irrinunciabile per ogni datore di lavoro.Ove siano stati valutati i rischi connessi con lo svolgimento delle attività lavorative, fissati i criteridi accettabilità e siano stati realizzati i necessari interventi, ne consegue, a seguito della riduzionedel numero degli incidenti e dell’entità dei loro effetti, il raggiungimento di vantaggi rilevanti anchedal punto di vista socio-economico.Tale vantaggio, legato ad un’efficace ed efficiente attività di prevenzione, si riflette inoltre anchenei rapporti con gli Enti assicurativi, che permettono di stipulare polizze con premi di importoridotto e comunque legati al modo in cui l’azienda si pone nei confronti della gestione dellasicurezza.Risulta quindi indispensabile che le aziende si impegnino al fine di ridurre gli incidenti e le malattieprofessionali e quindi garantire la salute e la sicurezza (S&S) dei lavoratori e delle parti interessateesposte ai rischi.LE PICCOLE E ME<strong>DI</strong>E IMPRESE (PMI)La realtà produttiva italiana è costituita in prevalenza da PMI e pertanto queste rappresentanol’ossatura dell’economia italiana.Il problema per questo tipo di aziende, e quindi per l’intero panorama economico italiano, nascedalla loro limitata disponibilità di mezzi economici e di personale qualificato. Questi due fattorihanno evidenziato le difficoltà delle PMI ad adeguarsi alle numerose norme esistenti in materia diS&S ed a strutturarsi secondo un sistema di gestione di tipo sistematico.L’importanza data, da parte delle organizzazioni (intese come aziende, imprese, organismi,associazioni, etc.), ed in particolare da parte delle PMI, agli aspetti riguardanti la S&S deilavoratori, dovrebbe essere pari a quella attribuita ad altre attività imprenditoriali.Ciò richiede l’adozione di un approccio adeguatamente strutturato per la gestione di tali aspetti, inparticolare per identificare, valutare e controllare i rischi connessi al lavoro. La nuova gestione perla S&S si dovrebbe allora configurare come un processo dinamico in cui sono coinvolte tutte lefunzioni aziendali, in base a posizione gerarchica e competenza tecnica.Nella cultura industriale è diffusa la conoscenza dell’approccio basato sui concetti della Qualità.Essa ha il merito di aver introdotto quella particolare forma mentis nella struttura aziendale cheporta a considerare, quali fattori primari per la gestione dell’impresa, gli aspetti organizzativi, distandardizzazione e di autoregolazione dei processi e delle attività, permettendo quindi che lagestione dei processi produttivi sia condotta secondo una logica di tipo proattivo 1 .Alla fine del 1994 sono state recepite nell’ordinamento legislativo nazionale alcune importantidirettive sulla sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro. Ciò è avvenuto attraverso l’emanazione delD.Lgs 626/94.Tale decreto ha creato, inizialmente, alcune difficoltà interpretative, quali ad esempio quelle relativealle figure che si sarebbero dovute occupare di sicurezza. Queste difficoltà hanno creato un certodisorientamento nelle aziende per aspetti, di tipo formale ed organizzativo, riguardanti:- la relazione di valutazione dei rischi,- le misure generali di tutela,- la formazione delle figure coinvolte nel decreto,- la riunione periodica,1 La logica proattiva mira all’individuazione ed eliminazione delle criticità del sistema prima che il suo effetto negativo si manifestied è basata sull’analisi dei processi da cui definire le attività, individuare i punti critici con l’obbiettivo di progettare un sistemasicuro.4
- il concetto di “miglioramento” della sicurezza.Le presenti linee guida dovrebbero fornire chiarimenti ed indicazioni circa le attività da svolgere perattuare un sistema di gestione per la S&S, prefiggendosi lo scopo di migliorare le prestazioni dellePMI con riguardo a S&S dei dipendenti, attraverso la formulazione di principi circa le modalità diintegrazione della gestione specifica per S&S con gestione (più generale) legata alle altre attivitàaziendali in modo tale da:a) minimizzare i rischi per i lavoratori e per le altre parti interessate che risultano esposte a rischi,b) migliorare l’attività legata agli aspetti di natura economica,c) aiutare le organizzazioni nella costruzione di valori basati sul concetto di responsabilitàall’interno del mercato in cui operano.PECULIARITÀ E PROBLEMATICHE DELLE PMIIl problema più rilevante a tutt’oggi, all’interno delle PMI, si riscontra nel fatto che, esauritasi laprima fase relativa all’espletamento delle attività inerenti la sicurezza (predisposizione delDocumento della sicurezza, modalità di controllo della sicurezza, altri adempimenti), non si èriusciti ad attivare una struttura in grado di gestire e rendere operativo, in modo opportuno, a livellodell’intera organizzazione ed al di là degli obblighi imposti dalla legge, quanto prodotto.Il documento contenente la valutazione dei rischi rappresenta soltanto il passo iniziale epropedeutico per istituire all’interno della azienda, un sistema che valga come gestione complessivadegli aspetti legati alla sicurezza.Tale situazione è anche conseguenza del fatto che, superata la prima fase, come già detto, sia venutameno quell’attenzione necessaria, nei confronti degli aspetti di sicurezza ed igiene negli ambienti dilavoro, a far sì che quanto dichiarato venisse tradotto in pratica.Non è stato sufficientemente compreso il significato rivestito dal documento di valutazione deirischi, il quale si pone come il primo tassello di un processo di gestione degli aspetti di sicurezza, inpratica come una fotografia dello stato iniziale dell’azienda, utile per consentire successivamente dieffettuare la pianificazione e l’attuazione delle attività di riferimento nell’ottica dei concetti dimiglioramento continuo delle condizioni di lavoro.I problemi che le PMI incontrano nella fase di attivazione dei servizi di prevenzione/protezionenonché d’istituzione dei programmi relativi alla gestione della sicurezza sono essenzialmentericonducibili ai seguenti:• carenze di tipo strutturale, che si traduce nel non avere a disposizione all’interno deiservizi di prevenzione/protezione un sufficiente numero di risorse umane in grado digestire le attività di pertinenza;• mancanza di disponibilità, in termini di tempo, da parte proprio degli addetti checostituiscono il servizio, in quanto già sovraccarichi per altre attività;• assenza di un’adeguata formazione e cultura di base in materia antinfortunistica, tale dapermettere la piena conoscenza e consapevolezza degli aspetti inerenti la sicurezza.Dei tre aspetti sopraccitati quello che nella PMI è maggiormente sentito è quello relativo allaformazione. La legge prevede infatti che, qualora il servizio sia costituito mediante personaleinterno all’azienda, il datore di lavoro assicuri una formazione degli addetti che sia adeguata allosvolgimento dei propri compiti. Nella maggior parte dei casi tale obbligo di formazione si traduce inun corso di cui usufruisce unicamente colui che riveste la figura di Responsabile del servizio.Un ulteriore limite è poi rappresentato dal fatto che la risorsa del Responsabile del servizio è unapersona che svolge contemporaneamente un’altra mansione aziendale e tale situazione risulta, diconseguenza, poco favorevole alla sicurezza. In genere tale figura riveste in azienda ruoli di addettoagli uffici tecnici e presenta, pertanto, dal punto di vista professionale, un notevole bagaglioconoscitivo non bilanciato, il più delle volte, da sufficiente conoscenza ed esperienza nel campodella sicurezza del lavoro.5
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