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Herpes Simplex Virus (HSV) - Sezione di Microbiologia

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<strong>Microbiologia</strong> UpgradeOE Varniercatena, competendo con il guanosintrifosfato per l’incorporazionenel DNA virale neosintetizzato. Così, un compostoinattivo è convertito in un potente e specifico farmaco antiviraleproprio dallo stesso virus che si vuole inibire. L’acyclovir è<strong>di</strong>sponibile in quattro formule come segue (fra parentesi, gli usiprincipali consentiti nel Regno Unito): endovenosa (herpessimplex nei pazienti normali e immunocompromessi), compresse(trattamento e soppressione a lungo terminedell’herpes simplex muco-cutaneo e profilassi <strong>di</strong> <strong>HSV</strong> neipazienti immunocompromessi), crema (infezioni da <strong>HSV</strong> dellacute e delle mucose), e unguento oftalmico (cheratite daherpes simplex). Gli svantaggi dell’acyclovir sono pochi, nontenendo conto del suo costo. Né il farmaco, né i suoi derivatifosforilati possiedono una citotossicità rilevante e <strong>di</strong>vienenocivo solo a concentrazioni veramente alte. In in<strong>di</strong>vidui confunzione renale alterata o dopo la rapida iniezione endovenosaa bolo ad alte dosi, si possono formare precipitati nei tubulirenali <strong>di</strong>stali ma questi si risolvono senza apparenti danni.Circa metà dell’acyclovir iniettato viene escreto nella sua formanativa dai reni. Dopo alte dosi prolungate, l’acyclovir puòcausare depressione del midollo osseo, ma ciò non sembrariscontrarsi nella pratica clinica normale, con le quantitàin<strong>di</strong>cate per il trattamento delle infezioni da <strong>HSV</strong> il composto èsolo molto blandamente immuno-soppressivo. Sono emersi deitimori sostanziali solo perché sono comparsi dei ceppi <strong>di</strong> <strong>HSV</strong>resistenti all’acyclovir. Sulla base dei presenti dati, essi cadonosotto una delle due categorie: mutanti deficienti per ladeossipirimi<strong>di</strong>na cinasi (TK-) e mutanti (pol) che presentanouna DNA polimerasi resistente all’inibizione da acyclo-GTP. Diquesti, solo gli isolati del primo tipo sono emersi in natura inseguito a trattamento terapeutico con acyclovir e tutti quellistu<strong>di</strong>ati hanno manifestato proprietà che suggeriscono unaridotta virulenza. Al momento, la resistenza all’acyclovir non èun problema clinico, ma il pericolo sussiste.Idossiuri<strong>di</strong>na e trifluorotimi<strong>di</strong>na. L’acyclovir non è l’unicocomposto anti-<strong>HSV</strong>, ma per molti aspetti è il migliore.L’idossiuri<strong>di</strong>na è altamente tossica se somministrata per viasistemica e sgradevole se sciolta in <strong>di</strong>metilsulfossido comepreparazione cutanea. Eccezion fatta per l’uso oftalmico, non èpiù un preparato accettato. Sebbene l’F3T sia un farmacoeccellente nella pratica oftalmica non è autorizzato in GranBretagna. Come F3T, l’EDU è efficace nell’herpes oculare, manon è facilmente reperibile in Gran Bretagna.Vidarabina (ara-A). Negli Stati Uniti, l’ara-A somministrato pervia endovenosa è stato approvato dal FDA per il trattamentodell’herpes neonatale e della HSE, ma in Gran Bretagna lalicenza <strong>di</strong> questo prodotto ne limita l’uso nel caso <strong>di</strong> infezionida varicella-zoster. In molti stati, l’ara-A è largamente usato inoftalmologia e, con l'eccezione dell’acyclovir, è l’unico compostocon un rapporto terapeuticità/tossicità adeguato per l’usoendovenoso. A <strong>di</strong>fferenza dell’acyclovir, l’ara-A non è<strong>di</strong>sponibile come preparazione orale e la sua infusione richiedegran<strong>di</strong> volumi <strong>di</strong> liquido veicolante. Il derivato monofosfato(ara-AMP) è molto più solubile e può avere dei vantaggi, marimane un composto <strong>di</strong> ricerca.Altri composti. Fra le centinaia <strong>di</strong> composti <strong>di</strong> ricercaattualmente sottoposti ad indagine come potenziali farmacianti-<strong>HSV</strong>, tre meritano <strong>di</strong> essere menzionati, poiché hannoraggiunto lo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sperimentazione su in<strong>di</strong>vidui umani: labromovinildeossiuri<strong>di</strong>na (BVDU), la fluoro-io<strong>di</strong>o-ara-C e ilfoscarnet. L’ultimo è un inibitore selettivo della DNA polimerasidel virus e si ritiene che risparmi la corrispondente DNApolimerasi delle cellule umane. Come l’acyclovir, BVDU è unanalogo dei nucleosi<strong>di</strong> ed èspecificamente fosforilato dalla deossi-timi<strong>di</strong>na chinasi indottadal virus (dThD). È interessante notare come BVDU presentapiù affinità per la dThD <strong>di</strong> <strong>HSV</strong>-1 che per quella <strong>di</strong> <strong>HSV</strong>-2 e ciòconferisce al farmaco maggiore potere selettivo. Infatti, BVDUè probabilmente il farmaco più potente e più specifico sinoradescritto per <strong>HSV</strong>-1, ma ragioni economiche ne impe<strong>di</strong>ranno,probabilmente, la commercializzazione. Alcuni anni fa l’isoprinosinafu suggerita per il trattamento dell’herpes simplex, manon ci sono dati a supporto della sua efficacia. L’ara-C non haefficacia terapeutica.Uso profilattico. La terapia antivirale profilattica merita <strong>di</strong>essere considerata in due situazioni cliniche. Ad un estremodello spettro clinico, la profilassi può essere contemplata inpazienti la cui vita è costellata da herpes orali o genitali chericorrono frequentemente. Prove cliniche hanno <strong>di</strong>mostrato cheuna dose giornaliera <strong>di</strong> acyclovir <strong>di</strong> circa 800 mg (1000 mgdurante l’immuno-soppressione) può avere un effettofavorevole sulle ricorrenze, ma il costo <strong>di</strong> ben più <strong>di</strong> 1000sterline per anno deve essere tenuto presente. Gli antiviraliesistenti non hanno effetto sulla latenza da <strong>HSV</strong>; le loroproprietà preventive sono attive solo durante la terapia <strong>di</strong>mantenimento. L’effetto a lungo termine <strong>di</strong> questa forma <strong>di</strong>trattamento richiede ancora una piena valutazione e le implicazionisulla sicurezza non sono state ancora ben chiarite.L’altra in<strong>di</strong>cazione per l’uso dell’aciclovir a scopo preventivo èdurante il trapianto <strong>di</strong> midol-lo osseo. I riceventi <strong>di</strong> midollo sonoprofondamen-te immunodepressi e <strong>HSV</strong> rappresenta unacausa seria <strong>di</strong> patologia post-trapianto e <strong>di</strong> morte. Una terapia<strong>di</strong> mantenimento <strong>di</strong> acyclovir per sei o nove mesi a partire datre giorni prima del trapianto fa normalmente parte delcomplesso protocollo terapeutico <strong>di</strong> questi pazienti.PREVENZIONELa storia avvincente dei successi nel campo dellachemioterapia anti-<strong>HSV</strong> è compensata da un elenco simile <strong>di</strong>fallimenti nella capacità <strong>di</strong> prevenire l’infezione da parte dellostesso virus. Per molte infezioni non è stato possibile produrreun vaccino normale, né l’immunizzazione passiva è risultataefficace. L’herpes simplex non è ancora una delle malattieprevenibili.In termini ambientali, poco o nulla può essere fatto perprevenire la trasmissione <strong>di</strong> <strong>HSV</strong>. Il virus è ubiquitario, i veicoliinfettivi sono ovunque e le vie <strong>di</strong> trasmissione non sono<strong>di</strong>ssociabili dalle attività fondamentali del comportamentosociale umano. L’unica area nella quale è possibile raggiungereun certo successo è quella della trasmissione <strong>di</strong> <strong>HSV</strong> aineonati. Qui le <strong>di</strong>fficoltà sono limitate nel tempo e nello spazioe i protocolli per minimizzare la <strong>di</strong>ffusione sono attuabili.Teoricamente, il bambino può essere protetto dal virusmaterno se viene fatto nascere per parto cesareo e più tar<strong>di</strong>viene protetto da altre sorgenti virali da **cordon sanitaire neireparti <strong>di</strong> maternità. Se questi protocolli abbiano sempretotalmente successo o se siano necessari, è altra questione.La decisione <strong>di</strong> procedere o no a taglio cesareo quando unamadre a termine sviluppa herpes genitale è <strong>di</strong>fficile. I pareri <strong>di</strong>autorevoli gruppi nel settore sono in <strong>di</strong>saccordo e un certocontrasto è sempre presente. Quale può essere il consiglio <strong>di</strong>un ostetrico prudente e informato? L’herpes genitale èfrequente, ma quello neonatale è raro. La presenzaasintomatica <strong>di</strong> <strong>HSV</strong> è frequente. Ne consegue che il tagliocesareo per la prevenzione dell’herpes neonatale soloraramente è necessario. Ricorrenze <strong>di</strong> herpes vulvovaginale,anche se presenti a termine o durante il travaglio nonnecessariamente impongono il taglio cesareo. D’altra parte, lasemplice prudenza suggerisce che il parto addominale debbaessere consigliato quando si instaura un’infezione genitaleprimaria al momento del travaglio. Tanto più è florida l’infezione,tanto maggiore è l’in<strong>di</strong>cazione per il taglio cesareo. Unavolta che le membrane si siano rotte, il taglio cesareo deveessere condotto con rapi<strong>di</strong>tà, poiché da quel momento ilrischio <strong>di</strong> trasmissione aumenta col passare del tempo. lacontroparte <strong>di</strong> questo approccio sostanzialmente conservativoè la stretta sorveglianza del neonato, al quale si dovràsomministrare acyclovir al più piccolo sospetto <strong>di</strong> herpessimplex.Preparati <strong>di</strong> immunoglobuline umane non sono stati utili nellaprevenzione delle infezioni da <strong>HSV</strong> in nessun gruppo <strong>di</strong>pazienti. Non è stato determinato se immunoglobulineiperimmuni da <strong>HSV</strong> siano più efficaci (Longson e Klapper,1983). La prevenzione dell’herpes ricorrente è una strategiaattraente. I farmaci sono efficaci solo su una base <strong>di</strong> terapia <strong>di</strong>mantenimento. Fattori <strong>di</strong> costo e <strong>di</strong> sicurezza sollevano seriequestioni circa questo tipo <strong>di</strong> approccio. In prove controllate,interferone da leucociti umani somministrato in gocceall’occhio e con iniezioni si è <strong>di</strong>mostrato efficace nellaprevenzione delle ulcere dendritiche ricorrenti e nelleriattivazioni erpetiche post-rizotomia trigeminale.VACCINI4


<strong>Microbiologia</strong> UpgradeOE VarnierLa ricerca <strong>di</strong> un vaccino anti-<strong>HSV</strong> non è un fatto nuovo.Tentativi in tal senso risalgono a mezzo secolo fa e circa ventianni fa alcuni vaccini, costituiti da virus interi inattivati, furonocommercializzati in Europa. È interessante notare che ilprincipale beneficio <strong>di</strong> questi primi prodotti sembra esserestato più terapeutico che profilattico (essi servirono a ridurrel’ipersen-sibilità alle proteine <strong>di</strong> <strong>HSV</strong> e perciò attenuarono lagravità delle ricadute). Quando sorsero timori sull’oncogenicità<strong>di</strong> <strong>HSV</strong>, i vaccini costituiti da virus interi furono completamenteabbandonati. Da allora sono stati prodotti molti vaccini privi <strong>di</strong>DNA, sia per purificazione sia per ingegneria genetica. Questivaccini da subunità o da glicoproteine sono senza dubbioantigenici e gli anticorpi che evocano possono essereprotettivi, ma la vaccinazione per <strong>HSV</strong> è lungi dal <strong>di</strong>ventareuna realtà nella me<strong>di</strong>cina pratica.Stu<strong>di</strong> eseguiti su piccola scala suggeriscono che il vaccinoanti-<strong>HSV</strong> somministrato ad un soggetto già immune puòessere in grado <strong>di</strong> controllare sia la frequenza, sia la severitàdegli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricaduta, ma l’efficacia nella prevenzionedell’infezione primaria non è ancora stata sufficientemente<strong>di</strong>mostrata. La funzione dei vaccini gruppo-specifici, rispetto aquelli tipo-specifici e il loro rispettivo ruolo nelle infezioni da<strong>HSV</strong>-1 e <strong>HSV</strong>-2 resta ancora da determinare.In un certo senso le in<strong>di</strong>cazioni alla vaccinazione anti-<strong>HSV</strong>rappresentano un <strong>di</strong>lemma. L’infezione primaria non è <strong>di</strong> persé una con<strong>di</strong>zione che necessita prevenzione. In con<strong>di</strong>zioninormali, ad eccezione dell’immunosoppressione, l’episo<strong>di</strong>oprimario è un evento banale; le sole situazioni che presentanoun rischio sono l’herpes neonatale e l’encefalite erpeticape<strong>di</strong>atrica. Un vaccino anti-<strong>HSV</strong> probabilmente non avrebbealcun’influenza sulla prevalenza, già bassa, <strong>di</strong> queste duecon<strong>di</strong>zioni. D’altro canto, a causa dei recenti sviluppi dellame<strong>di</strong>cina, le recrudescenze <strong>di</strong> <strong>HSV</strong> stanno rapidamente<strong>di</strong>ventando un importane problema. La possibilità che ilvaccino anti-<strong>HSV</strong> risolva i problemi legati a <strong>HSV</strong> è incerta eimprobabile. La necessità, la meccanica e la strategia dellavaccinazione restano da ricercare e definire.Aggiornato 3 <strong>di</strong>cembre 20065

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