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I portinnesti del pero - InfoKeeper

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PeroORIENTAMENTI PER LA SCELTAI <strong>portinnesti</strong> <strong>del</strong> <strong>pero</strong>BRUNO MARANGONI, DONATELLA MALAGUTI - Dipartimento di colture arboree, Università di BolognaLavoro effettuato con la collaborazione di:B. Mezzetti (Dipartimento di biotecnologie agrarie e ambientali e Azienda didattico-sperimentale «P. Rosati»,Università di Ancona);G. Murri (Assam, Regione Marche);S. Sansavini, S. Musacchi, M. Grandi (Dipartimento di colture arboree, Università di Bologna);M. Pala, G. Lovicu (Centro regionale agrario sperimentale, Cagliari);G. Grassi, P. Rega (Istituto sperimentale per la frutticoltura, Caserta);S. Pellegrino (Consorzio di ricerca sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese, Cuneo - Regione Piemonte);J. Youssef (Ersa, Regione Friuli Venezia Giulia);De Stefano (Regione Basilicata);B. Bivona (Regione Sicilia);F. Loreti, R. Massai (Dipartimento di coltivazione e difesa <strong>del</strong>le specie legnose «G. Scaramuzzi», Università di Pisa);A. Bergamini, G. Videsot (Istituto sperimentale per la frutticoltura, Trento);R. Testolin (Dipartimento di produzioni vegetali e tecnologie agrarie, Università di Udine);G. Bassi (Istituto sperimentale di frutticoltura, Provincia di Verona).26S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE A GRARIO 51/2002Attualmente, i <strong>portinnesti</strong> utilizzatiin Italia appartengono alle grandi famigliedei franchi (selezioni di Pyruscommunis) e dei cotogni (selezioni diCydonia oblonga)L’uso <strong>del</strong> cotogno come portinnestoha rappresentato un grande fattore diespansione <strong>del</strong>la coltura <strong>del</strong> <strong>pero</strong>, graziealla notevole riduzione di vigoreche riesce a imprimere al nesto. In particolare,la moderna pericoltura tendea utilizzare densità di impianto semprepiù elevate, e per ridurre i costi di manodoperai frutticoltori sono orientativerso l’adozione di <strong>portinnesti</strong> in gradodi conferire alle piante una vigoria contenuta,pur mantenendo buoni standardproduttivi e qualitativi. La riduzione<strong>del</strong>la taglia degli alberi e la precoceentrata in produzione sono obiettiviprimari dei principali programmi di selezionedi <strong>portinnesti</strong> di <strong>pero</strong> (Michelesi,1980; Rivalta et al., 1994).Oltre all’effetto nanizzante, il cotognoconsente di ottenere una precoceentrata in produzione e una più facilegestione <strong>del</strong> nesto, grazie alla riduzione<strong>del</strong> vigore e all’applicazione di criterimoderni di potatura, con forme diallevamento obbligate sia in pareteche in volume. Il suo impiego in terrenipoco vocati, come quelli poco fertilio caratterizzati da elevata alcalinitàe/o alto contenuto in calcare, pregiudicaperò la redditività <strong>del</strong>la coltura.L’unica alternativa al cotogno, nellezone non vocate a questo soggetto, appareoggi il franco. Il Pyrus communispresenta una maggiore tolleranzaal calcare e a molte virosi, un’ottimaaffinità d’innesto e una buona rusticità.Le attuali esigenze <strong>del</strong>la frutticoltura,in particolare la necessità di contenerei costi di produzione, non possonoperò consentire il ritorno ad albericon elevata vigoria e tardiva entratain produzione. Per tali ragioni sonostate ottenute diverse serie di <strong>portinnesti</strong>clonali di <strong>pero</strong> caratterizzatida un’induzione di ridotta vigoria alnesto; ricordiamo la serie «OH×F» dagliUsa; «F», «P» e «RV» dalla Francia,«BP» dal Sud Africa. Anche in Italia sisono avviati programmi di ricerca perl’ottenimento di nuovi <strong>portinnesti</strong> clonalie in particolare presso il Dipartimentodi colture arboree <strong>del</strong>l’Universitàdi Bologna è in corso un progettoper l’ottenimento di soggetti di <strong>pero</strong> avigoria differenziata, progetto avviatonel 1979 dall’allora Istituto di coltivazioniarboree.Materiali e metodiI campi sperimentali sono stati realizzatiutilizzando la cultivar Conferenceinnestata sui <strong>portinnesti</strong> riportati intabella 1. Le piante sono state messe adimora con sesti di impianto di 5×3 mseguendo uno schema sperimentalecostituito da quattro blocchi randomizzaticon cinque piante per blocco. Irilievi sono stati effettuati sulle trepiante centrali di ogni parcella.Annualmente sono stati effettuati irilievi riguardanti i seguenti parametrivegetativi: circonferenza <strong>del</strong> tronco (a20 cm dal punto d’innesto), altezza,larghezza e spessore <strong>del</strong>la chioma, peso<strong>del</strong> legno di potatura e attitudinepollonifera. Per quanto riguarda l’attivitàriproduttiva, annualmente sonostati rilevati produzione, numero, pesomedio e calibro dei frutti. Inoltresono state rilevate le fasi fenologicheFoto: MusacchiTabella 1 - Portinnesti utilizzatie meritevoli di sperimentazionePortinnestiOrigineVigoriaindottaPortinnesti utilizzati nella sperimentazioneEM A selezione di cotogno d’Angers mediaEM C selezione di cotogno scarsaAdams selezione di cotogno d’Angers medioscarsaSydo ® selezione di cotogno mediaBA 29 selezione di cotogno di Provenza medioelevataCts 212 EM A×cotogno mediaOHF 40* franco Old Home×Farmingdale medioelevataFox 11* ( 1 ) selezione di pera Volpina mediaelevataOHF 282* ® franco Old Home×Farmingdale elevataFox 16* selezione di pera Volpina elevataOHF 87* franco Old Home×Farmingdale mediaKirchensaller selezione di Pyris communis elevataPortinnesti meritevoli di sperimentazionePyrodwarf ® Old Home×Bonne Louise medio-(Rhenus 1*) d’Avranches scarsaPyrodwarf ® 2-33 Old Home×Bonne media(Rhenus 3*) Louise d’AvranchesEMH* QR-193-16 medioscarsaCydomalus Malus×Cydonia medio-(C119)scarsaOHF 69* Old Home×Farmingdale elevata( 1 ) Per la cultivar William.William (4 a foglia) innestato su Fox 11 *


Peroriguardanti inizio, piena e fine fioritura,germogliamento e caduta foglie. Idati, opportunamente aggregati, sonostati elaborati statisticamente con ilmetodo Student Newman Keuls.Portinnesti consigliatiFranco comuneOrigine. Seme di varie cultivar (William,Butirra d’Anjou, Decana, peri dasidro, ecc.).Caratteristiche intrinseche. Moltiplicazioneper seme. È provvisto di unapparato radicale vigoroso, profondoe fittonante, che garantisce un ottimoancoraggio <strong>del</strong>la pianta e una buonatolleranza nei confronti degli stressidrici e termici. Poco pollonifero, nonincontra grosse difficoltà di adattamentoai diversi tipi di terreno, anchecalcarei; patisce però condizioni asfittiche,meglio tollerate dai cotogni. Èmolto sensibile ad Agrobacterium tumefaciens,sensibile a Erwinia amylovora,Eriosoma lanigerum e ai nematodi,tollerante al pear decline.Caratteristiche indotte. È dotato diun’ottima affinità con tutte le cultivarpiù diffuse. Molto vigoroso, entra inproduzione lentamente, ma induce nelnesto nel lungo periodo una buona capacitàproduttiva. Conferisce una lentamessa a frutto (anche 7-8 anni),scarsa efficienza produttiva, non esaltala pezzatura dei frutti pur mantenendole buone qualità organolettichedegli stessi.Giudizio d’insieme. Pur essendo statosuperato dall’introduzione dei cotogninanizzanti, questo portinnesto rimaneancora tra i più diffusi, in particolarenei terreni dove questi non possonoessere convenientemente utilizzati.Data la particolare vigoria, non si prestaper la costituzione di impianti ad altadensità, mentre resta ancora uno dei<strong>portinnesti</strong> più validi per gli impiantitradizionali e per una pericoltura orientataverso le produzioni biologiche.Cotogno BA 29Origine. Selezione di cotogno di Provenza,licenziato nel 1966 dall’Inra diAngers (Francia).Caratteristiche intrinseche. Facileda moltiplicare per talea legnosa o margottadi ceppaia. È provvisto di un apparatoradicale robusto, fine e ramificatoche garantisce un buon ancoraggio.Predilige terreni fertili e freschi, ma è ingrado di tollerare anche i terreni siccitosicon calcare attivo fino al 6-7%. Èmediamente sensibile a Erwwiniaamylovora (classe III secondo la classificazioneriportata da Le Lezec et al.,1997), ma suscettibile ad Agrobacteriumtumefaciens, «pear decline», virosie al freddo.Caratteristiche indotte. È dotato diuna scarsa affinità con le cultivar piùdiffuse, in particolare con William,Abate e Kaiser. Per questo nella comuneprassi vivaistica viene interpostoun intermedio <strong>del</strong>la cultivar ButirraHardy, in grado di ridurre la disaffinità.Piuttosto vigoroso, entra in produzionelentamente, ma è dotato nellungo periodo di una buona e costantecapacità produttiva, soprattutto con lecultivar più vigorose. Induce una buonapezzatura dei frutti e ne esalta l’aspettoe le qualità organolettiche.Giudizio d’insieme. È il portinnestodi cotogno più diffuso, anche se negliultimi anni a esso vengono preferiticotogni meno vigorosi per la costituzionedi impianti ad alta densità, per iquali non si presta. Rimane ancorauno dei <strong>portinnesti</strong> più validi per i peretitradizionali e per la pericolturacondotta con sistemi biologici, essendotra i cotogni che meglio tolleranofattori di stress in virtù <strong>del</strong>la propriarusticità.Cotogno EM COrigine. Selezione di cotogno d’Angers<strong>del</strong>la Stazione sperimentale di EastMalling (Regno Unito).Caratteristiche intrinseche. Moltiplicazioneclonale per la margotta diceppaia e per talea legnosa. È provvistodi un apparato radicale fascicolatoe superficiale; ciò comporta uno scarsoancoraggio e una limitata tolleranzaagli stress termici e idrici, tale da rendereindispensabile l’adozione <strong>del</strong>lamicroirrigazione. Predilige terreni fertilie freshi, comunque non siccitosi,con un basso tenore di calcare attivo(max 4-5%). È mediamente sensibile(classe III) a Erwinia amylovora, suscettibilead Agrobacterium tumefaciens,«pear decline» e virosi, resistentea Eriosoma lanigerum e nematodi.Caratteristiche indotte. È dotato diuna discreta affinità con le cultivar piùdiffuse, anche se può essere utilizzatoun intermedio <strong>del</strong>la cultivar ButirraHardy con le varietà maggiormente disaffini.Nanizzante (40% di BA 29),conferisce una produzione eccezionalmenteprecoce e abbondante, soprattuttonei primi anni di impianto, incontrandoinvece qualche difficoltà amantenere gli standard produttivi nellungo periodo. Induce una buona pezzaturadei frutti e ne esalta l’aspetto ele qualità organolettiche.Giudizio d’insieme. È il portinnestodi cotogno più utilizzato negli ultimianni per la costituzione di impianti adalta densità (anche oltre 10.000 piante/ha),per i quali rimane uno dei <strong>portinnesti</strong>più indicati, grazie alla vigoriaestremamente ridotta. Non si prestainvece per gli impianti tradizionali, essendotra i cotogni che meno tolleranofattori di stress a causa <strong>del</strong>la limitatavigoria e struttura radicale.Cotogno Sydo ®Origine. Selezione di cotogno d’Angers,licenziato nel 1975 dall’Inra diAngers (Francia).Caratteristiche intrinseche. Facileda moltiplicare per talea legnosa omargotta di ceppaia. È provvisto di undiscreto apparato radicale fascicolatoe abbastanza superficiale, che non garantisceun totale ancoraggio <strong>del</strong>lapianta. Predilige terreni fertili e freschi,irrigui, con un basso tenore dicalcare attivo (4-5%). È mediamentesensibile (classe III) a Erwinia amylovora,sensibile a Eriosoma lanigerum,scarsamente suscettibile alle virosipiù comuni.Caratteristiche indotte. Presentauna limitata affinità d’innesto con lecultivar William e Abate. Induce unavigoria più contenuta rispetto a BA 29(70%), una precoce messa a frutto, unabuona pezzatura; sapore, colore e qualitàorganolettiche buone.Giudizio d’insieme. Adatto per lacostituzione di un impianto ad altadensità (3-4.000 piante/ha), è il portinnestodi cotogno che si è maggiormentediffuso negli ultimi anni nell’areapadana, poiché meglio tollera le condizionidi stress rispetto a EM C, mantenendonel’affidabilità produttiva.Cotogno EM AOrigine. Selezione di cotogno d’Angers<strong>del</strong>la Stazione sperimentale di EastMalling (Regno Unito).Caratteristiche intrinseche. Moltiplicazioneclonale per margotta diceppaia o per talea legnosa. È provvistodi un apparato radicale fascicolatoe superficiale che, analogamente alcotogno EM C, non garantisce unbuon ancoraggio <strong>del</strong>la pianta al terrenoe la tolleranza a freddo e siccità.Predilige terreni fertili e freschi, nonsiccitosi o asfittici, con un basso tenoredi calcare attivo (max 4-5%). È sensibilea Erwinia amylovora, Agrobacteriumtumefaciens, «pear decline» evirosi, resistente a Eriosoma lanigerume nematodi.Caratteristiche indotte. Per ridurrela disaffinità <strong>del</strong> portinnesto anche inquesto caso è consigliabile, in particolarecon le cultivar William, Abate eKaiser, ricorrere all’innesto intermedio<strong>del</strong>la cultivar Butirra Hardy. Dimedio vigore (90% di BA 29), conferisceuna precoce entrata in produzione,ma incontra difficoltà a mantenerestandard produttivi ottimali nel lungoperiodo. Induce una buona pezzaturadei frutti e ne esalta l’aspetto e le qualitàorganolettiche.S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE A GRARIO 51/2002 27


PeroGiudizio d’insieme. Pur presentandobuone caratteristiche complessive nonha riscontrato una larghissima diffusioneper la costituzione di impianti ad altadensità, poiché a esso sono preferiti<strong>portinnesti</strong> meno vigorosi. Pur nei limitipropri dei cotogni, rimane uno dei <strong>portinnesti</strong>più validi per impianti a mediadensità, grazie alla buona capacità produttivae all’apprezzabile qualità deifrutti indotte nelle cultivar innestate.Cotogno AdamsOrigine. Selezione di cotogno d’Angers,licenziato nel 1981 dai vivaiAdams di Ruysbroek (Belgio).Caratteristiche intrinseche. Facileda moltiplicare per talea legnosa o permargotta di ceppaia. È provvisto di unapparato radicale fascicolato e superficialeche non consente il suo utilizzoin terreni siccitosi. Per questo prediligeterreni fertili e freschi, irrigui, conun medio tenore di calcare attivo (6-7%). È mediamente sensibile (classeIII) a Erwinia amylovora.Caratteristiche indotte. Dotato didiscreta affinità con le cultivar più diffuse,richiede l’utilizzo di un intermedioper William. La vigoria <strong>del</strong> nesto risultacontenuta (60% di BA 29). Garantisceuna precoce messa a frutto, unabuona e costante efficienza produttiva,soprattutto con cultivar più vigorosecome Decana. Conferisce ai frutti buonepezzature e qualità organolettiche.Giudizio d’insieme. È scarsamentediffuso in Italia, nonostante sia unodei <strong>portinnesti</strong> che meglio si presta allarealizzazione di impianti ad altadensità; è infatti uno dei cotogni piùutilizzati in Paesi come Belgio e Olanda,dove da molti anni sono state elaboratele strategie produttive incentratesu <strong>portinnesti</strong> poco vigorosi.Portinnesti promettentiRientrano in questo gruppo i <strong>portinnesti</strong>sperimentati in Italia che, puravendo dimostrato caratteristiche positive,necessitano di una ulteriore valutazionein campo prima di formulareun giudizio definitivo. L’adozione diquesti <strong>portinnesti</strong> nei nuovi pereti deveessere effettuata con cautela.Franco Fox 11* (A 28)Origine. Semenzali di pera Volpinaselezionati presso il Dca di Bologna.Caratteristiche intrinseche. Moltiplicazioneclonale per micropropagazione.È provvisto di un apparatoradicale espanso con scarsa presenzadi capillizio, in grado comunque digarantire un adeguato ancoraggio<strong>del</strong>la pianta al suolo. Non esige particolaritipi di terreno e ben si adattaanche in suoli calcarei (8-10% di calcareattivo). È tollerante verso Agrobacteriumtumefaciens, molto sensibileinvece a Erwinia amylovora(classe V).Caratteristiche indotte. Presentaun’ottima affinità con tutte le cultivarpiù diffuse. Vigoroso (leggermente piùdi BA 29), induce una messa a fruttoprecoce, una buona efficienza produttiva,un’adeguata pezzatura dei frutti,di media qualità organolettica.Giudizio d’insieme. La buona vigoriaconsente l’adozione di questo portinnestoin impianti di media densità(fino a 2.500 piante/ha) oppure in quellitradizionali orientati verso produzionia basso impatto ambientale. Inoltreè particolarmente indicato in terrenicalcarei e con pH elevati, come alternativaal BA 29. Della stessa serie, appareinteressante anche il Fox 16*(Dca B 21), con caratteristiche simili aFox 11*, ma dotato di maggiore vigoriae minore tolleranza al calcare attivo.Franco OHF 40* (Farold ® 40)Origine. Incrocio <strong>del</strong>le cultivar OldHome×Farmingdale realizzato pressoi vivai Brooks in Oregon (Usa).Caratteristiche intrinseche. Moltiplicazioneper micropropagazione.Presenta un apparato radicale abbastanzafascicolato che garantisce unbuon ancoraggio e una buona tolleranzaalle basse temperature. Prediligeterreni fertili e freschi, non siccitosi,anche con un alto tenore di calcare attivo.Inoltre ha una buona tolleranza aErwinia amylovora (classe I), Eriosomalanigerum, Phytophthora sp. eAgrobacterium tumefaciens.Caratteristiche indotte. Buona affinitàcon le cultivar più diffuse. Presentaun vigore medio-elevato (90% di BA 29).Conferisce un’ottima pezzatura ai frutti,dotati di buone qualità organolettiche.Giudizio d’insieme. Anche per questoOHF, le tolleranze al colpo di fuocobatterico, alle basse temperature e alcalcare attivo costituiscono le caratteristichedi maggior interesse. Inoltre hadimostrato valide capacità produttive,anche se l’elevata vigoria ne consentel’adozione solo negli impianti a mediobassadensità. Comunque è uno dei<strong>portinnesti</strong> franchi più promettenti.Portinnesti meritevolidi sperimentazioneQuesto gruppo di <strong>portinnesti</strong> meritaun ulteriore approfondimento <strong>del</strong>lasperimentazione viste le buone caratteristichedi vigore, affinità d’innestoe precoce entrata in produzione chehanno dimostrato nei primi campisperimentali in essere da pochi anni.Grafico 1 - Area <strong>del</strong>la sezione <strong>del</strong> tronco riferitaall’anno 200190 a80 ab ab70ab ab bb b60b5040b cc3020100Area sezione tronco (cm 2 )OHF 87*Fox 11*OHF 40*Fox 16*Sydo ®KirchensallerI dati per portinnesto sono ottenuti per media di tutte le stazioni di ricerca.A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative perP ≤ 0,01.OHF 282*BA 29AdamsEM ACts 212EM CGrafico 2 - Valori cumulati negli anni <strong>del</strong> peso <strong>del</strong>legno di potatura (1996-2001)8a7 ab ab ab6ab ab5bLegno potatura (kg/albero)43210OHF 87*KirchensallerFox 11*Sydo ®Fox 16*A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative perP ≤ 0,05.OHF 40*BA 29cAdamscEM AcCts 212cEM Cdati non sufficientiOHF 282*28S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE A GRARIO 51/2002


PeroGrafico 3 - Produzione cumulata per portinnesto(1996-2001)70a60ab ab ab ab50 ab abb b40cbc30cProduzione (kg/albero)2010Grafico 4 - Peso medio dei frutti (media 1996-2001)Peso frutti (g)250200150100500OHF 87*Fox 16*OHF 40*BA 29OHF 282*Sydo ®1996 1997 1998 1999 2000 2001I dati per portinnesto sono ottenuti per media di tutte le stazioni di ricerca.A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative perP ≤ 0,01.AdamsFox 11*EM AKirchensallerEM CCts 2120Sydo ®BA 29AdamsEM AFox 16*KirchensallerCts 212Fox 11*OHF 40*EM COHF 87*OHF 282*I dati per portinnesto sono ottenuti per media di tutte le stazioni di ricerca.Per quanto riguarda Pyrodwarf ® , hadimostrato un buon controllo <strong>del</strong>la vegetazionee una buona fruttificazione,in particolare per la cultivar William.Risultati e discussioneDalla valutazione dei risultati ottenutidurante il periodo di prova dei <strong>portinnesti</strong>nei campi sperimentali distribuiti sulterritorio nazionale emergono alcunedifferenze riguardanti i principali parametririlevati, con particolare riferimentoalla produzione e al peso medio deifrutti per pianta, nonché all’area <strong>del</strong>tronco e al legno di potatura.Per quanto riguarda la vigoria <strong>del</strong>l’alberoindotta dal portinnesto valutataattraverso l’area <strong>del</strong> tronco riferitaall’anno 2001 (grafico 1) si evidenziaun maggior sviluppo <strong>del</strong> franco OHF87* seguito dai franchi Fox 11*, OHF40*, Fox 16* e dal cotogno Sydo ® ; quest’ultimoha manifestato un vigore simileagli altri cotogni di medio vigorequali BA 29 e Adams. I <strong>portinnesti</strong> risultatipiù nanizzanti, come già noto,sono EM A, Cts 212 e EM C.I dati cumulati 1996-2001 relativi alpeso <strong>del</strong> legno di potatura (grafico 2)rispecchiano lo stesso andamento riscontratoper l’area <strong>del</strong>la sezione <strong>del</strong>tronco. Dal confronto di questo parametro,rimane escluso OHF 282* inquanto la forte variabilità dei dati nonha consentito di eseguire una correttaanalisi statistica.La produzione per albero (dati cumulati1996-2001) (grafico 3) evidenziavalori superiori per OHF 87*, seguitodal gruppo degli altri <strong>portinnesti</strong>franchi (Fox 16*, OHF 40*, OHF 282* edai cotogni BA 29, Sydo ® e Adams).Produzioni inferiori sono state rilevatein Kirchensaller e Cts 212, mentreFox 11*, EM A ed EM C hanno evidenziatouna produzione intermedia.Il peso medio dei frutti, pur con unacerta variabilità dei valori rilevati neisingoli anni, non ha mostrato una significativainfluenza <strong>del</strong> portinnestosulla pezzatura degli stessi (grafico 4).Nel complesso i risultati ottenuti neidiversi campi di comparazione evidenziano,come era ovvio, una diversa influenza<strong>del</strong> portinnesto sul comportamentovegeto-produttivo <strong>del</strong>l’albero. I<strong>portinnesti</strong> nanizzanti hanno evidenziatouna buona capacità produttiva e,se utilizzati in impianti ad alta densità,inducono a produzioni unitarie elevate.Parallelamente occorre continuarela ricerca di <strong>portinnesti</strong> alternativi alcotogno e capaci di favorire una precoceentrata in produzione degli impianti.Tali considerazioni vanno effettuateanche in relazione alle strategie colturaliincentrate sui concetti di sostenibilitàecologica e di basso impatto ambientale(vedi regolamenti comunitari2058 e 1257). Queste, oltre a contribuirealla riduzione dei trattamenti antiparassitarie <strong>del</strong>l’utilizzo dei fertilizzanti,hanno innovato la pericoltura modernaverso una gestione relativamentesemplificata, tesa a ottenere un prodottopiù salubre e di qualità. In questaottica, <strong>portinnesti</strong> dotati di maggior rusticitàe adattabilità a condizioni podologichenon sempre ottimali (ad esempioterreni calcarei) risultano di notevoleaiuto per il superamento <strong>del</strong>le difficoltàcolturali indotte dai sistemi digestione sostenibile.In questi anni anche la selezione di<strong>portinnesti</strong> tolleranti all’Erwinia amylovorarisulta fondamentale per il mantenimento<strong>del</strong>la coltivazione <strong>del</strong> <strong>pero</strong>nelle aree infette da questo patogeno.Fondamentale peraltro permane laricerca di materiali che si prestino auna facile moltiplicazione con le comunitecniche in uso presso i vivaispecializzati, materiali che oltretuttodevono essere necessariamente risanatida virosi e fitoplasmi.Il portinnesto ha un ruolo fondamentaleper ottimizzare l’efficienza <strong>del</strong>l’impianto,ma non può prescindere dalletecniche colturali e dalle pratiche agronomiche.Il materiale vivaistico deveessere di accertata validità e certificato.La scelta <strong>del</strong>la forma di allevamentoe <strong>del</strong>la densità d’impianto va fatta in relazionealla vigoria <strong>del</strong> portinnesto e<strong>del</strong>la cultivar, oltreché in funzione <strong>del</strong>lanatura <strong>del</strong> terreno e <strong>del</strong> tipo di gestionecolturale (alta densità, colture a bassoimpatto ambientale, ecc). Inoltre unaconcimazione equilibrata nell’arco <strong>del</strong>lastagione vegetativa, l’utilizzo <strong>del</strong>lafertirrigazione, l’inerbimento <strong>del</strong>l’interfilare,il diserbo o la lavorazione meccanicasulla fila e un’adeguata difesaantiparassitaria costituiscono, nel loroinsieme, i fattori che decretano la buonariuscita <strong>del</strong> pereto.Lavoro svolto nell’ambito <strong>del</strong> progetto finalizzatoMipaf «Formulazione di liste di orientamentovarietale dei fruttiferi». SottoprogettoPortinnesti. Pubblicazione n. 219.Il Dipartimento di colture arboree vuole ringraziarePietro Castaldini direttore <strong>del</strong>l’Ipsaa (sededi Ostellato - Ferrara), per avere ospitato laprova e collaborato alla rilevazione dei dati.La bibliografia verrà pubblicata negli estratti.S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE A GRARIO 51/2002 29


PeroBIBLIOGRAFIABassi D., Tagliavini M., Marangoni B.(1994) - Selection of clonal rootstocksof Pyrus communis. Acta Hortic., 367:364-371.Le Lezec M., Leconte P., Laurens F. ,Michelesi J.C. (1997) - Apple trees,pear trees and rootstoocks. Varietalsusceptibility to bacterial fire blight(2 nd part). Arboriculture fruitiere, 504:33-37, 13 ref.Michelesi J.C. (1980) - Selezione e sperimentazionedi <strong>portinnesti</strong> di <strong>pero</strong> allaStazione di frutticoltura di Angers. Atti<strong>del</strong> Convegno Soi «Aggiornamento<strong>del</strong>la coltura <strong>del</strong> <strong>pero</strong>», Ferrara: 41-52.Ragazzi D., Canavari M. (2000) - Aspettieconomici <strong>del</strong>la «filiera <strong>pero</strong>». Rivistadi Frutticoltura, 9: 18-21.Rivalta L., Bagnara G.L. e Farina M.(1994) - Costituzione di <strong>portinnesti</strong>franchi di <strong>pero</strong>. Atti Giornate scientificheSoi, S. Benedetto <strong>del</strong> Tronto 22-24 giugno: 175-176.Sansavini S., Castagnoli M., MusacchiS. (1997) - Nuovi <strong>portinnesti</strong> dei peri«William e Abate Fétel»: confrontofra selezioni di cotogno e franchi clonali.Frutticoltura, 3: 31-40.S UPPLEMENTO A L’INFORMATORE A GRARIO 51/2002 1

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