12.07.2015 Views

Pagina 33 - Copertina Inconscio, Edipo, Super-io Cosa è cambiato e ...

Pagina 33 - Copertina Inconscio, Edipo, Super-io Cosa è cambiato e ...

Pagina 33 - Copertina Inconscio, Edipo, Super-io Cosa è cambiato e ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Pagina</strong> <strong>33</strong> - <strong>Copertina</strong> <strong>Inconsc<strong>io</strong></strong>, <strong>Edipo</strong>, <strong>Super</strong>-<strong>io</strong> <strong>Cosa</strong> è <strong>cambiato</strong> e come siamo cambiati asettant´anni dalla morte del fondatore della psicoanalisi UMBERTO GALIMBERTIA settant´anni dalla morte di Freud vien da chiedersi che cosa sopravvive della sua teoria e che cosainvece si è rivelato caduco. È questa una domanda legittima, ma che forse vale solo per le scienzeesatte, dove verifiche oggettive e sperimentaz<strong>io</strong>ni sempre più approfondite consentono di validare oinvalidare una teoria. La psicoanalisi non è una scienza "esatta", ma si iscrive nell´ambito dellescienze "storico-ermenutiche". E questo perché la psiche è così solidale con la storia da essereprofondamente attraversata e modificata dallo spirito del tempo, che è possibile cogliere edescrivere solo con l´arte dell´interpretaz<strong>io</strong>ne o, come oggi si preferisce dire, col lavoroermeneutico.Questo spiega perché, a partire da Freud, si sono sviluppati tanti percorsi interpretativi, approdati adaltrettante teorie psicoanalitiche, da cui hanno preso avv<strong>io</strong> le diverse scuole. In comune esse hannoil concetto di «nevrosi» che Freud, dopo aver rifiutato di considerare la nevrosi una malattia delsistema nervoso come voleva la medicina di stampo positivista in voga al suo tempo, ha trasferitodal piano "b<strong>io</strong>logico" a quello "culturale".Lo ha fatto definendo la nevrosi come un «conflitto» tra il mondo delle puls<strong>io</strong>ni (da lui denominatoEs) e le esigenze della società (denominate <strong>Super</strong>-<strong>io</strong>) che ne chiedono il contenimento e il controllo.In questa dinamica è possibile scorgere il tragitto dell´umanità e il suo disag<strong>io</strong> che Freud condensain queste rapide espress<strong>io</strong>ni: «Di fatto l´uomo primordiale stava megl<strong>io</strong> perché ignorava qualsiasirestriz<strong>io</strong>ne puls<strong>io</strong>nale. In compenso la sua sicurezza di godere a lungo di tale felicità era moltoesigua. L´uomo civile ha barattato una parte della sua possibilità di felicità per un po´ di sicurezza».Questa interpretaz<strong>io</strong>ne del disag<strong>io</strong> psichico, che sposta la lettura della sofferenza dal pianob<strong>io</strong>logico a quello culturale, è la grande scoperta di Freud, tuttora alla base delle successive teoriepsicoanalitiche che, per quanto differenti tra loro, rifiutano di reperire le spiegaz<strong>io</strong>ni dellasofferenza psichica esclusivamente nel fondo b<strong>io</strong>logico dell´organismo.A questa intuiz<strong>io</strong>ne Freud è giunto grazie alla sua assidua frequentaz<strong>io</strong>ne della filosofia e inparticolare di quella di Schopenhauer, che Freud considera suo «precursore»: «Molti filosofipossono essere citati come precursori, e sopra tutti Schopenhauer, la cui "volontà inconscia" puòessere equiparata alle puls<strong>io</strong>ni psichiche di cui parla la psicoanalisi». Secondo Schopenhauer,infatti, ciascuno di noi è abitato da una doppia soggettività: la «soggettività della specie» cheimpiega gli individui per i suoi interessi che sono poi quelli della propria conservaz<strong>io</strong>ne, e la«soggettività dell´individuo» che si illude di disegnare un mondo in base ai suoi progetti, che altronon sono se non illus<strong>io</strong>ni per vivere, senza vedere che a cadenzare il ritmo della vita sono leimmodificabili esigenze della specie.Questa doppia soggettività viene codificata dalla psicoanalisi con le parole «<strong>io</strong>» e «inconsc<strong>io</strong>».Nell´inconsc<strong>io</strong> occorre distinguere un inconsc<strong>io</strong> «puls<strong>io</strong>nale» dove trovano espress<strong>io</strong>ne le esigenzedella specie, e un inconsc<strong>io</strong> «superegoico» dove si depositano e si inter<strong>io</strong>rizzano le esigenze dellasocietà. Sono esigenze della specie la sessualità, senza la quale la specie non vedrebbe garantita lasua perpetuaz<strong>io</strong>ne, e l´aggressività che serve per la difesa della prole. Queste due puls<strong>io</strong>ni, propr<strong>io</strong>perché sono al serviz<strong>io</strong> della specie, l´<strong>io</strong> le subisce, le patisce, e perciò diventano le sue «pass<strong>io</strong>ni»,che la società, per salvaguardare se stessa, chiede di contenere, nella loro espress<strong>io</strong>ne, entro certilimiti.Tra le esigenze della specie (Es o inconsc<strong>io</strong> puls<strong>io</strong>nale) e le esigenze della società (<strong>Super</strong>-<strong>io</strong> oinconsc<strong>io</strong> sociale) c´è il nostro <strong>io</strong>, la nostra parte cosciente, che raggiunge il suo equilibr<strong>io</strong> nel dareadeguata e limitata soddisfaz<strong>io</strong>ne a queste esigenze contrastanti, la cui forza può incrinarel´equilibr<strong>io</strong> dell´<strong>io</strong> (e in questo caso abbiamo la nevrosi) o addirittura può dissolvere l´<strong>io</strong>sopprimendo ogni spaz<strong>io</strong> di mediaz<strong>io</strong>ne tra le due forze in conflitto, e allora abbiamo la psicosi ofollia. La psicoanalisi, che per curare ha bisogno dell´alleanza dell´<strong>io</strong>, può operare solo con lanevrosi, aggiustando le incrinature dell´<strong>io</strong>, mentre è impotente con la psicosi, dove inconsc<strong>io</strong>puls<strong>io</strong>nale e inconsc<strong>io</strong> sociale confliggono corpo a corpo, senza uno spaz<strong>io</strong> di mediaz<strong>io</strong>ne.


Ma propr<strong>io</strong> perché la psiche è «storica» e perciò muta col tempo, non si può essere fedeli a questagrande intuiz<strong>io</strong>ne di Freud, se non superando Freud, perché il suo concetto di nevrosi ben si attagliaa una «società della disciplina» dove la nevrosi è concepita come un «conflitto» tra il desider<strong>io</strong> chevuole infrangere la norma e la norma che tende a inibire il desider<strong>io</strong>. Oggi la società della disciplinaè tramontata, sostituita dalla «società dell´efficienza» dove la contrapposiz<strong>io</strong>ne tra «il permesso e ilproibito» ha lasciato il posto a una contrapposiz<strong>io</strong>ne ben più lacerante che è quella tra «il possibile el´impossibile».Che significa tutto questo agli effetti della sofferenza psichica? Significa, come opportunamenteosserva il soc<strong>io</strong>logo francese Alain Ehrenberg in La fatica di essere se stessi (Einaudi), che nelrapporto tra individuo e società, la misura dell´individuo ideale non è più data dalla docilità edall´obbedienza disciplinare, ma dall´iniziativa, dal progetto, dalla motivaz<strong>io</strong>ne, dai risultati che si èin grado di ottenere nella massima espress<strong>io</strong>ne di sé. L´individuo non è più regolato da un ordineesterno, da una conformità alla legge, la cui infraz<strong>io</strong>ne genera sensi di colpa, ma deve fare appelloalle sue risorse interne, alle sue competenze mentali, per raggiungere quei risultati a partire dai qualiverrà valutato.In questo modo, dagli anni Settanta in poi, il disag<strong>io</strong> psichico ha <strong>cambiato</strong> radicalmente forma: nonpiù il «conflitto nevrotico tra norma e trasgress<strong>io</strong>ne» con conseguente senso di colpa ma, in unoscenar<strong>io</strong> sociale dove non c´è più norma perché tutto è possibile, la sofferenza origina da un «sensodi insufficienza» per ciò che si potrebbe fare e non si è in grado di fare, o non si riesce a faresecondo le attese altrui, a partire dalle quali, ciascuno misura il valore di se stesso. Per effetto diquesto mutamento, scrive Eherenberg: «La figura del soggetto ne esce in gran parte modificata. Ilproblema dell´az<strong>io</strong>ne non è: "ho il diritto di compierla?" ma: "sono in grado di compierla?"». Doveun fallimento in questa competiz<strong>io</strong>ne generalizzata, tipica della nostra società, equivale a una nontanto mascherata esclus<strong>io</strong>ne sociale.Del resto già Freud, considerando le richieste che la società esigeva dai singoli individui, ne Ildisag<strong>io</strong> della civiltà si chiedeva: «Non è forse lecita la diagnosi che alcune civiltà, o epoche civili, emagari tutto il genere umano, sono diventati "nevrotici" per effetto del loro stesso sforzo di civiltà?[...] Pertanto non provo indignaz<strong>io</strong>ne quando sento chi, considerate le mete a cui tendono i nostrisforzi verso la civiltà e i mezzi usati per raggiungerle, ritiene che il g<strong>io</strong>co non valga la candela e chel´esito non possa essere per il singolo altro che intollerabile».Alla domanda iniziale: cosa resta di Freud a settant´anni dalla sua morte? Rispondo: l´aver sottrattoil disag<strong>io</strong> psichico alla semplice lettura b<strong>io</strong>logica, l´averlo collocato sul piano culturale, l´averintuito per effetto di questa collocaz<strong>io</strong>ne che il disag<strong>io</strong> psichico si modifica di epoca in epoca, percui compito della psicoanalisi, più che attorcigliarsi nelle diverse denominaz<strong>io</strong>ni delle nevrosi, èquello di individuare le modificaz<strong>io</strong>ni culturali che caratterizzano le diverse epoche, che tantaripercuss<strong>io</strong>ne hanno sulla modalità di ammalarsi «nervosamente».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!