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STUDIMilano scorge nella stanza, sembrano indirizzare senza esitazioni verso l’iconografiadi cui resta testimonianza in celebri opere musive di età tardoantica.Penso all’abside dei Ss. Cosma e Damiano a Roma, commissionatada Felice IV (526-530), e sopratutto ai mosaici del catino absidale dellaChiesa di S. Apollinare a Classe, con<strong>sacra</strong>ta nel 549. Certo, il medesimotipo di scene si replica anche in secoli successivi: agli inizî del IX, per rimanerea Roma, in S. Cecilia e in S. Prassede si assiste a un sostanziale rifacimentodelle raffigurazioni dei Ss. Cosma e Damiano 60 ; ma l’aspetto piùimportante della descrizione del luogo che attende i tre santi è costituitodalla presenza di una componente agreste, pur concisamente sintetizzatanella semplice citazione di un viridarium e dei platani, che – menzionati inEz 31, 8 con i cedri e gli abeti tra gli alberi del paradisus Dei – sono interpretatida Ambrogio quale simbolo di ubertà in quanto consueto sostegnodelle viti 61 . Essa è infatti tipica dell’immagine dell’al di là dei beati, elaboratadalla letteratura cristiana anteriore al medioevo, nella quale – non senzavenature estetizzanti di ascendenza pagana – si procede sovente a unasovrapposizione del Paradiso al giardino dell’Eden, ora utilizzando espressamenteil termine viridarium, come nella Passione di Perpetua, ora alludendoin maniera più indistinta alla felicità di una natura costantemente edeternamente verde e produttiva, secondo quel che si delinea nella Passionedi Sebastiano BHL 7543 e in altri autori del IV-V secolo 62 .59SAVIO, La Légende, p. 145.60Si tratta di monumenti fin troppo noti, per i quali sarebbe inutile in questa sede darerimandi bibliografici. Si veda giusto per la ripresa di temi e soluzioni figurative paleocristiania Roma durante il pontificato di Pasquale I (817-824): G. MATTHIAE, Pittura romana delmedioevo I, aggiornamento scientifico di M. ANDALORO, Roma 1987, pp. 161-170, 279-280, sopratutto 161-164 per S. Cecilia e S. Prassede.61«Per platanum spiritalis fructus significatur ubertas, quia arbori huic uitis adnectitur,ut eius laeta consortio in partus sese uberes fundat, siquidem dominicae munera passionisremissionemque omnium peccatorum adiuncta spiritus gratia fouere consueuit» (De Iacobet vita beata, in Sancti Ambrosii opera pars altera, ed. C. Schenkl, in Corpus scriptorum ecclesiasticorumlatinorum, XXXII, 2, Pragae-Vindobonae-Lipsiae 1897, II, 4, pp. 42-43).62Un’attenta analisi è svolta in proposito da AMAT, Songes, pp. 118-128, 390-402 (in part.398-401 sul Paradiso-giardino), cui rinvio per le altre testimonianze qui non citate e per le indicazioniche provengono, nella medesima direzione, dalla parallela documentazione epigrafica efigurativa. Per la Passio Perpetuae cfr. Passion de Perpétue et de Félicité suivi des Actes, ed. J. Amat,Paris 1996 (Sources chrétiennes, 417), sopratutto la Visione di Satiro 11, 5-12,1 pp. 144-146,dove leggiamo: «Et dum gestamur ab ipsis quattuor angelis, factum est nobis spatium grande,47

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