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STUDIalcune sezioni? 13 I pareri nel merito sono divisi; senza esporne in manieraparticolareggiata l’intera sequenza, basterà enunciare brevemente le tesiintorno alle quali si sono sopratutto raccolti.Il Savio – alle cui opinioni ha arriso finora il maggior numero di consensi– nell’ampio e approfondito esame di cui corredò l’edizione della Passio,la ritenne composta più facilmente intorno agli inizi del IX secolo in unarco di tempo che va dal 750 ca. – momento in cui il corpo di Calocero, unodei comprimari – si è visto – della leggenda, sarebbe stato portato al Nordda Astolfo, da Ravenna o da Roma nel 756 – e l’820 ca., generico termineiniziale (recentemente precisato all’825) dell’episcopato di Ramperto, che,secondo lo studioso gesuita, farebbe trasparire la conoscenza del testo nellaTranslatio di Filastrio, da lui scritta nell’838 14 .Alcuni anni dopo Paolo Guerrini, sulla suggestione del trasferimento aNapoli dei due futuri martiri spostava invece drasticamente l’ambito di originedella Passio (che il Savio aveva voluto composta a Milano), asserendoidea «non […] azzardata e improbabile», che l’opera fosse stata concepitaa Montecassino dalle stesso Petronace 15 . Mentre, recentemente, Jean-Charles Picard ha ricondotto a Brescia l’allestimento dello scritto, chesarebbe inoltre conseguente alla fondazione del monastero dei Ss. Faustinoe Giovita effettuata da Ramperto nell’841 16 .Da osservare, infine, che un contorno del tutto diverso, anche per quelche concerne la successione delle tre redazioni citate, era stato tracciato nel13Ho già segnalato la presenza della Passio nel codice di San Gallo in P. TOMEA, Tradizioneapostolica e coscienza cittadina a Milano nel medioevo. La leggenda di san Barnaba,Milano 1993 (Bibliotheca erudita, 2), pp. 526, 544; sul ms. 342-343 n. 26.14SAVIO, La Légende, pp. 19-36. Un elenco di autori che hanno accolto la tesi dello studiosoin TOMEA, Tradizione apostolica, p. 540. Per la datazione dell’inizio dell’episcopato diRamperto all’825: S. GAVINELLI, Il gallo segnavento del vescovo Ramperto di Brescia, «Brixia<strong>sacra</strong>. Memorie storiche della diocesi di Brescia», s. 3 a , IX, 3-4 (2004), pp. 21-38.15P. G UERRINI, Storia-Leggenda-Arte, in I santi martiri Faustino e Giovita nella storia nellaleggenda e nell’arte, «Brixia <strong>sacra</strong>», 14 (1923), pp. 28-129, in part. 53-54; in merito la rec.negativa di J. SIMON, «Analecta Bollandiana», 42 (1924), p. 168.16PICARD, Le souvenir, sopratutto pp. 593-595, cui si rifà A. MERKT, Faustinus u. Iovita,in Lexikon für Theologie und Kirke, III, Freiburg-Basel-Rom-Wien 1995 3 , col. 1199. Vicinoall’ipotesi dello studioso francese la posizione espressa in precedenza da A. RIMOLDI, Faustinet Jovite, in Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastique, XVI, Paris 1967, chepone la stesura della Passione dei due martiri durante il governo di Ramperto.25

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