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STUDIpropria di una singola circoscritta comunità, meglio sfuggiva all’eventualitàdi inquinamenti, sono altresì avvalorate, non sulle circostanze che introdusseroil culto per i due santi bresciani nella grande abbazia, ma sulla sua esistenzain essa ben prima dell’età cui rimonta la Chronica, anche dal Martirologiometrico che il monaco cassinese Erchenperto, morto dopo l’889,compilò ampliando il Martirologio di York. In esso, tra le numerose notizieestranee al testo inglese, quella dei due martiri, a proposito dei quali, al mesedi febbraio, si legge: «Ter quinis Faustini Iovitteque kalendis» 8 .Le redazioni della PassioneQuesti i pochi punti fermi in nostro possesso, che ci informano degli alboridel culto; ma la fortuna di Faustino e Giovita non si alimentava di unaquod secum de Brexia asportaverat decenter recondidit» (Chronica monasterii Casinensis,ed. H. HOFFMAN, in Monumenta Germaniae historica, Scriptores, XXXIV, Hannoverae 1980,p. 24 rr. 4-7, cfr. anche rr. 20-24). Circa Petronace bibliografia in P. TOMEA, Intorno a S. Giulia.Le traslazioni e le “rapine” dei corpi santi nel regno longobardo (Neustria e Austria), in Cultoe storia in Santa Giulia, a cura di G. Andenna, Brescia 2001, p. 91 n. 140, da integrare conH. HOFFMANN, Die älteren Abtslisten von Montecassino, «Quellen und Forschungen aus italienischenArchiven und Bibliotheken», 47 (1967), pp. 242-247, e i cenni contenuti in Montecassinodalla prima alla seconda distruzione, a cura di F. Avagliano, Montecassino 1987.8Il testo pubblicato per la prima volta, utilizzando il Montecassino, Biblioteca dell’Abbazia,439, in Spicilegium Casinense complectens analecta <strong>sacra</strong> et profana, I, Montis Casini1888, pp. 401-404, ha avuto una trascrizione dal Madrid, Biblioteca Nacional 19 (A. 16) in A.CORDOLIANI, Un manuscrit de comput ecclésiastique mal connu de la Bibliothèque Nationalede Madrid, «Revista de Archivos, Bibliotecas y Museos», 57 (1951), in part. pp. 28-31, e infineun’edizione critica per opera di U. WESTERBERGH, Beneventan Ninth Century Poetry,Stockholm 1957 (Studia Latina Stockholmiensia, 4), pp. 74-90, che non ha tuttavia utilizzatoil Paris, BN, lat. 7418. La paternità erchempertiana del Martirologio, messa in dubbio dallaWesterbergh, che preferisce pensare al rifacimento di un precedente componimento effettivamentecompiuto dal monaco cassinese, è stata successivamente difesa da P. MEYVAERT,Erchempert, in Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastique, XV, Paris 1963, coll. 685-687, ed è accettata da J. DUBOIS, Les Martyrologes du moyen âge latin, Turnhout 1978 (Typologiedes sources du moyen âge occidental, 26), p. 59. Omettendo di ricordare i numerosilavori comparsi recentemente sull’attività storiografica di Erchemperto, che esula dagli argomentidei quali ci stiamo occupando in questa sede, mi limito a menzionare ancora, sulla personalitàdel nostro autore, gli orientamenti generali di F. AVAGLIANO, Erchempert von Montecassino,in Lexikon des Mittelalters, III, München-Zürich 1986, coll. 2124-2125, e di M.OLDONI, Erchemperto, in Dizionario biografico degli italiani, XLIII, Roma 1993, pp. 66-71.21

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