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STUDIparola, il cui gesto od anche il semplice sguardo hanno una efficacia imprevedibile.Solo l’ultimo di questi miracoli di potenza si compirà non come Benedettovuole, ma contro la sua volontà, in virtù del potere superiore di Scolastica,che in occasione dell’ultimo incontro con il fratello ottiene dal cielo unatempesta che favorisce il protrarsi del colloquio (cfr. de Vogüé, p. 38).Dall’insieme della narrazione gregoriana la vita di san Benedetto è quelladi un santo che non ha altro scopo di condurre altri alla santità. Portiamocibrevemente al capitolo XXXVI del secondo Libro dei Dialogi, e leggiamo:Gregorio (è il papa che scrive): Mi piacerebbe, Pietro (è l’interlocutore del dialogo)raccontarti ancora molti particolari della vita di questo venerabile padre,ma a bella posta ne tralascio alcuni per affrettarmi a esporre ciò che altri hannofatto. Non vorrei però che tu rimanessi all’oscuro del fatto che, fra i tanti miracoliche resero famoso al mondo l’uomo di Dio, c’è pure da porre il luminososplendore della sua dottrina. Scrisse infatti una Regola per i monaci, notevoleper il senso della misura e bella per la perspicuità della forma. Se poi qualcunovolesse conoscere con maggior ricchezza di particolari la vita e i costumi delsanto, potrebbe trovare nelle prescrizioni medesime della Regola il modo stessocome egli visse in pienezza il suo insegnamento; ché Benedetto non avrebbein nessun modo potuto insegnare in un modo e vivere in un altro.Pertanto, è la stessa narrazione gregoriana che ci introduce alla conoscenzadella Regola di Benedetto: ci viene presentata con espressioni lusinghiere“discretione praecipua, sermone loculenta”; bella nella forma, discretanei contenuti, nella disciplina. Ma altresì fonte per comprendere meglio lavita del santo: non sarebbe stato capace di vivere in modo diverso da quelloprescritto ai suoi monaci.La Regola di Benedetto, che in questa sede sarebbe troppo lungo presentareanche in sintesi, trascritta in numerosi manoscritti, diffusa e praticataa partire dal secolo IX in tutti i monasteri del Sacro Romano Impero,maschili e femminili, è alla base della cultura e della civiltà europea. Nessuntesto, dopo la Bibbia, ha conosciuto una diffusione altrettanto capillare.Nell’antichità, ossia nei primi secoli della storia monastica, erano statecompilate molte regole; nessuno sa esattamente quante se ogni abate sipoteva ritenere autorizzato a comporne una per il proprio monastero.Benedetto di Aniane nella sua Concordia regularum, raccolta all’iniziodel secolo IX, ne ricuperò e trascrisse una ventina, ma con lo scopo dimostrare, su tutte, la preminenza della piccola Regola di san Benedetto. E15

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