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STUDIavanti. L’ultimo dei dodici miracoli di potenza non è operato da Benedettostesso, ma – contro la sua volontà – da sua sorella, la monaca Scolastica, chesi rivela più potente di lui presso Dio perché ha amato di più. Questoinsuccesso finale del taumaturgo è immediatamente seguito da una primavisione, quella dell’anima della sorella che sale al cielo. Poi Gregorio raccontae commenta magnificamente la seconda visione di un’anima portatain cielo, che si accompagna a un altro mirabile spettacolo: mentre assisteall’assunzione celeste di un vescovo defunto, il santo vede tutto il mondoraccolto sotto un unico raggio di luce divina.Dai miracoli, l’abate di Montecassino passa dunque, per finire, alle visionidell’aldilà. Dopo di esse, non gli resta altro che entrare egli pure in questaeternità beata. Debitamente annunciata da lui stesso, la sua morte è degna diquel lottatore che è sempre stato: muore nell’oratorio del monastero, in piedi,pregando, sostenuto dalle mani dei suoi figli. Dopo che due di loro hannoavuto la visione del suo itinerario verso il cielo, il racconto si conclude.Nello schema, nel complesso abbastanza semplice, di questa biografia, sivorrebbe poterne datare i principali avvenimenti. Ma la cronologia non sta acuore a Gregorio. Egli non dice mai a quale età Benedetto compia questo oquel passo e nemmeno fornisce date relative alla storia generale. Tuttavia cidà, fin dal Prologo, un’indicazione utile: il suo racconto è basato sulla testimonianzadi quattro monaci, discepoli immediati del santo, che Gregorio hainterrogato personalmente: ossia lo scarto cronologico tra il narratore e ilsuo eroe è poco notevole. Benedetto deve essere vissuto fin verso la metà diquel VI secolo nel cui ultimo decennio Gregorio scrisse i suoi Dialogi.Questo dato sommario è corroborato e precisato da due episodi particolaridel periodo cassinese, che si ricollegano a fatti conosciuti attraverso altrefonti. Ne cito uno: la visita solenne fatta a Montecassino dal re goto Totila,preceduto da tre suoi conti, visita che rappresenta l’occasione per due miracolidi conoscenza (come li chiama il p. de Vogüé) operati da Benedetto.Certamente questi fatti avvennero prima dell’anno 552, quando il re morì.Ma la data del 547 per la morte di Benedetto, mal si accorda con alcuni datidella Regola, che pare terminata tra il 550 e il 560. Anche all’altro estremo, lanascita, la data convenzionale del 480 potrebbe essere ritardata. All’anno 529il passaggio del santo da Subiaco a Montecassino non è inverosimile.Questi riferimenti possono soddisfare, almeno sommariamente, lalegittima curiosità del lettore moderno, abituato ad ammirare personaggi11

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