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Versione integrale - Gruppo Banca Carige

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PRINCIPALI RISCHI ED INCERTEZZEEVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLAGESTIONENell’esercizio appena concluso, in un contestocaratterizzato da diversi fattori di criticità chehanno accompagnato la difficoltosa ripresadell’economia dopo la grave crisi recessiva, il<strong>Gruppo</strong> <strong>Carige</strong> ha proseguito in maniera equilibratail proprio percorso di crescita.In considerazione dell’adeguatezza in terminipatrimoniali e di liquidità e del solido posizionamentostrategico nel business del commercialbanking, anche sulla base delle proiezioni elaboratedai principali istituti di previsioni economiche,gli Amministratori della <strong>Banca</strong> hanno valutatola sussistenza della continuità aziendalee, pertanto, i bilanci d’esercizio 2010 dellaCapogruppo e consolidato sono stati redattisulla base di tale presupposto.Il <strong>Gruppo</strong> gestisce i rischi tipici dell’attivitàbancaria, tra i quali il rischio di liquidità, dimercato e di credito, nonché quelli derivantidall’attività assicurativa e i rischi di complianceutilizzando, oltre ai modelli regolamentari,metodologie più avanzate che hanno permesso,nel tempo, di ampliare la gamma dei rischipresidiati e di migliorare la valutazionedell’adeguatezza patrimoniale in ottica sia regolamentare,sia economica (cfr. Parte E della Notaintegrativa).L’adeguatezza patrimoniale è testimoniatada indicatori di Total Capital Ratio e Tier 1 Ratiosuperiori ai limiti di vigilanza, anche in considerazionedel fatto che il <strong>Gruppo</strong> nel primo trimestredell’anno ha collocato il prestito “<strong>Banca</strong> <strong>Carige</strong>4,75% 2010 – 2015 convertibile con facoltàdi rimborso in azioni” la cui <strong>integrale</strong> conversione,ai valori correnti dell’azione sul mercatoborsistico, è in grado aumentare in maniera sensibiletali indicatori. In termini prospettici i risultatidell’applicazione della normativa di secondopilastro confermano la buona patrimonializzazionedel <strong>Gruppo</strong> poiché i requisiti sui rischi nonconsiderati dalla normativa di primo pilastro sonocompensati dai risparmi di capitale determinatidall’applicazione di metodologie più avanzatesui rischi di credito e di mercato di primopilastro.Il <strong>Gruppo</strong> ha mantenuto anche nel 2010 unasoddisfacente dotazione di liquidità – sintetizzatadall’attività di provvista sui mercati domesticicon il collocamento di circa 2 miliardi di obbligazionialla clientela e dalla presenza suimercati internazionali attraverso il classamentodi circa 894 milioni di covered bond e 470 milionidi obbligazioni sotto il programma EMTN -grazie alla quale ha potuto continuare a finanziaregli impieghi all’economia.Relativamente ai rischi di mercato, il <strong>Gruppo</strong>presenta una marginale esposizione verso iprodotti percepiti dal mercato come rischiosi(cfr. Paragrafo “L’attività di intermediazione”della Relazione consolidata sulla gestione) everso i titoli di Stato dei paesi cd PIGS (Portogallo,Irlanda, Grecia e Spagna).Quanto alla gestione dei rischi di credito,nel 2010 il trend macroeconomico che esprimeancora difficoltà ed il conseguente peggioramentodella qualità del credito si sono manifestatiin misura più contenuta per il <strong>Gruppo</strong> <strong>Carige</strong>,in virtù della sua marginale esposizione neiconfronti delle maggiori imprese industriali interessateda piani di ristrutturazione, dell’elevatofrazionamento della clientela, in larga parte retail,e dell’efficacia degli strumenti di selezione emonitoraggio posti a presidio.Nei prossimi mesi l’attività del <strong>Gruppo</strong> si svolgeràin un contesto ambientale caratterizzatoda prospettive di crescita dell’economia italianaancora lenta con una ripresa dell’attivitàproduttiva che dovrebbe favorire la domanda diinvestimenti delle imprese, ma un moderatoaumento dei consumi delle famiglie che risentirannodella risalita dell’inflazione, dell’aumentodella disoccupazione e di politiche fiscali concentratesulla riduzione del disavanzo pubblico.In questo inizio d’anno, tuttavia, i positivi segnalidi ripresa economica si alternano ad altri, negativi,che determinano incertezza circa i tempidell’effettiva uscita dalla recessione. I mercatifinanziari in particolare manifestano un’elevataturbolenza riconducibile alla crescente globalizzazione,che ha generato un forte allargamentodel perimetro di eventi che nel mondo provocanoripercussioni anche rilevanti sui mercati finanziaridomestici quali: aumento dei prezzidelle materie prime, eventi politici, conflitti localie internazionali.Gli effetti negativi sulla redditività degli intermediaribancari di un’economia che stenta a ripartiresi sommeranno a quelli delle penalizzantinorme di settore introdotte in questi ultimi annie agli oneri di adeguamento alla revisione (notacome Basilea 3) a cui è stata sottoposta la normativadi vigilanza prudenziale. Sono stati inparticolare introdotti vincoli più stringenti in materiadi requisiti patrimoniali e di liquidità, il cuirispetto comporterà la necessità per il Sistema68

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