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New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti

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L’inchiesta0.60.40.20-0.2.-0.41880 1900 1920 1940 1960 1980 2000• Il grafico mostra l’andamento delle temperature globali nel periodo 1880-2009(variazioni rispetto alla media 1951-1980). Il riscaldamento risulta evidente.Fonte dati: Goddard Institute for Space Studies (GISS), 2007linea ricavata da una statistica seriache su quella <strong>dei</strong> singoli punti dellalinea stessa.Il primo, un approccio scientificamentescorretto (ma forse giornalisticamenteonesto) è uno <strong>dei</strong> tantimotivi di contrasto tra la comunitàscientifica e quella giornalistica,contrasti evidenziati in altre occasioni,anche recenti, riguardo ad argomentitotalmente diversi dal clima,come la prevedibilità <strong>dei</strong> terremoti,i danni da deboli campi magnetici ola possibilità di ricavare energia (infinitae a poco prezzo...) da processifisicamente inspiegabili.scienziati. Nel caso, per esempio,del riscaldamento globale, il dissidentepotrebbe essere l’esploratoreche ha visto i ghiacci del Polo riformarsirapidamente, il meteorologoche ha studiato il problema con unapproccio “diverso”, il chimico cheaccusa tutti di malafede o l’inventoredi una piramide contro le nubi.Il problema non si pone solo per ilriscaldamento climatico, ma è ungrave ostacolo all’obiettività dell’informazionein qualsiasi campo che sibasa sulla ricerca scientifica.Se si parla di riscaldamento globale,della teoria dell’evoluzione, di nuovee rivoluzionarie cure mediche cisono sempre individui che più o menoin buona fede presentano la loroipotesi (non teoria, ipotesi – anchequesta distinzione è importante) comela scoperta più sconvolgente delsecolo, che pretende di distruggerein un solo colpo decine d’anni di ricercae scardina certezze scientificheche vanno al di là della visionedel mondo che l’ipotesi stessa cercadi contrastare.Per tornare al clima, i personaggipresentati come scienziati controcorrentesono nella maggioranza <strong>dei</strong>casi ricercatori fuori dal mainstream,spessissimo senza nessuna credenziale,individui avventurosi che costruisconouniversi su pochissime onessuna base scientifica.O, in alcuni casi, professori universitariche non si sono mai occupatidel clima, ma che, forse per desideriodi apparire, non si fanno pregaree discettano un po’ a ruota liberasull’argomento.Il fascino delle vocifuori dal coroA questo proposito Caserini fa notarecome su questi fenomeni spessol’approccio del giornalista sial’ascolto del cosiddetto “maverick”(termine che indica un animale nonmarchiato, fuori dal branco NdR),dell’eroe solitario che nel buio dellasua cantina o del garage è riuscitoa ricavare - con pochi e semplicipassaggi matematici - una delle piùimportanti leggi della natura e spiegarequindi un fenomeno fino a quelmomento misterioso, su cui si eranorotti la testa centinaia o migliaia di• L’immagine qui sopra visualizza graficamente come il 97% <strong>dei</strong> ricercatori siaconvinto che il riscaldamento globale sia dovuto soprattutto alle attività umane.<strong>Tabloid</strong> 3 / 20129

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