New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti

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12.07.2015 Views

Editorialeda vicino la nostra professione e chequindi continua ad essere uno dei temicardine di New Tabloid. Stiamo parlandodell’avvento dei nuovi media (blog, socialnetwork, web tv) e del rapporto di questonuovo mondo della comunicazione conil giornalismo. Nella sezione Primo Pianoabbiamo messo in sequenza alcunericerche che ci aiutano a capire meglioquesta realtà in continua trasformazione.Si parte dal rapporto tra Facebook e latelevisione, una ricerca che testimoniacome la migrazione tra vecchi e nuovimedia sia un processo complesso, in cuispesso le due realtà convivono. Un altrostudio riguarda la presenza su Facebookdi quotidiani e periodici, un monitoraggioche mostra come sia ancora pocoutilizzata dalla stampa italiana lapotenzialità comunicativa dei socialnetwork, cosa che invece sembra riusciremeglio ai singoli professionisti, come cifanno vedere le classifiche dei colleghipiù seguiti su Facebook e Twitter.Tante tessere di un mosaico cheracconta del grande cambiamentoin atto nel mondo dell’informazione,un tema che sarà al centro del nostroprossimo convegno sul futuro delgiornalismo, in programma, anchequest’anno, in ottobre all’UniversitàStatale di Milano.Su questo numero trovate soloun’anticipazione di questo importanteappuntamento, che sarà poi ampiamentepresentato sul prossimo Tabloid. Comeper le edizioni precedenti è una ricercadi Enrico Finzi di AstraRicerche a fare daintroduzione: Finzi indagherà sul flussodi notizie e informazioni che fluttuano tracarta stampata e nuovi media on line,cercando anche di capire quali sianole richieste e le aspettative dei lettori.Argomenti che saranno poi discussi daautorevoli esponenti del giornalismoitaliano, con una novità tecnologica,l’utilizzo di Twitter per permettere aun pubblico più ampio di seguire ildibattito ed eventualmente intervenirein diretta nel corso del convegno.Al delicato rapporto fra giornalistie scienziati e cioè alla necessità dicoltivare dubbi e non trasmetteresoltanto certezze come vorrebberoi giornalisti ma non gli scienziati,dedichiamo la copertina e la nostrainchiesta di apertura che prendespunto da un convegno che abbiamoorganizzato a ridosso dell’ultimogrande summit mondiale sull’ambiente,la conferenza Rio +20. Un incontro incollaborazione con la “costola“ italianadell’americana Climate Network alcircolo della Stampa di Milano, peroffrire ai colleghi strumenti pratici diorientamento su una materia il cuiinteresse va ben oltre il grande meetinginternazionale sul clima.Il meteo non è il clima, ci hannospiegato gli esperti. Ed è un concettotutt’altro che scontato, che spessogenera un’informazione fuorviantesu un tema importante come quellodel riscaldamento del pianeta. Nonè dunque l’estate torrida che stiamovivendo a doverci preoccupare,ma le temperature medie degli ultimidecenni e i possibili effetti negli annia venire. Nell’inchiesta che parteda pag. 6 trovate lo sviluppo deiconcetti fondamentali espressi durantequell’incontro e le indicazionipratiche per un corretto approccioa questo tema.Per concludere raccontiamo unainteressante esperienza di vita nomadedi una collega globetrotter per amoree per lavoro che ci racconta in un bellibro come trasformare una necessitàin una grande opportunità.Tabloid 3 / 20125

L’inchiestacome la divulgazione scientifica sui giornali può sposarsi con il rigore della scienzaC’è uno strano climatra scienziati e giornalistidi Marco Ferrari*Il clima non è il tempo e non si deve confondere con la meteorologia. Effettoserra e buco dell’ozono non hanno rapporto fra loro. E uno scienziatocontrocorrente non è, per forza, più bravo dei suoi colleghi. L’approcciogiornalistico alla notizia spesso è in contrasto con quello scientifico. Nelcaso dell’informazione sui cambiamenti climatici la confusione è aggravatada prese di posizione, a volte clamorose, non sempre disinteressate6 Tabloid 3 / 2012

L’inchiestacome la divulgazione scientifica sui giornali può sposarsi con il rigore della scienzaC’è uno strano climatra scienziati e giornalistidi Marco Ferrari*Il clima non è il tempo e non si deve confondere con la meteorologia. Effettoserra e buco dell’ozono non hanno rapporto fra loro. E uno scienziatocontrocorrente non è, per forza, più bravo <strong>dei</strong> suoi colleghi. L’approcciogiornalistico alla notizia spesso è in contrasto con quello scientifico. Nelcaso dell’informazione sui cambiamenti climatici la confusione è aggravatada prese di posizione, a volte clamorose, non sempre disinteressate6 <strong>Tabloid</strong> 3 / 2012

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