Colleghialla ribaltaVera Magazine, dove si occupa di diritti<strong>dei</strong> consumatori e poi a Focus D&R.Nel 2007 sceglie definitivamente diseguire il marito nelle sue destinazioniall’estero. Torna così a fare la free lance.”Avevo un mondo intero da scoprire,la prospettiva era lasciare mio figlioad una baby sitter e fare la pendolaretra la redazione e la casa fuori Milano”.Il viaggio, la contaminazione culturalevissuta e cercata come arricchimentoLuisella Zappetto se li porta dietro dasempre, da quando accompagnavaall’aereoporto di Porto Torres o ai traghettiil padre che lavorava a Milano- “ i luoghi delle partenze e degliarrivi mi affascinavano” - o addiritturaquando scriveva, nel tema d’esame diquinta elementare, di avere sognato(una premonizione di ciò che sarebbepoi accaduto, verrebbe da commentare)le piramidi egizie e il Cremlino.Le piramidi, Zappetto le vedrà dopol’Angola, dove nel 1997 raggiunge ilmarito, stanca di essere una Internationalcommuter e dopo due annidi estenuanti ponti radio per poterlosentire: Internet c’è ma skype è ancorada venire. Resterà un anno a Luanda,riuscendo a lavorare con il Ministerodegli Esteri per la Cooperazione italianaallo Sviluppo. “L’Angola di queglianni portava i segni della guerra civile,non ero preparata a ciò che vedevo, aicorpi mutilati dalle mine antiuomo, atrovarmi faccia a faccia con i bambinidi strada, ai cumuli di immondizie dovesi aggiravano le donne per trovare cibo.E’ stata dura tornata in Italia - racconta- Mi sono ritrovata a scoppiarein un pianto disperato ripensando aquel mare infinito di bisogni.”E se l’Angola nel libro è anche l’adattamentoal clima non solo politico, lapossibilità di lavorare nei paesi africaniper organizzazioni umanitarie o perla cooperazione, nel ricordo olfattivoè l’odore dolciastro <strong>dei</strong> rifiuti. Il Cairoè invece “una zaffata di tabaccoprofumato alla mela”: dopo Luanda,Luisella, che si divide tra il lavoro diredazione a Milano e l’Egitto doveintanto è stato trasferito suo marito,sceglie di vivere accanto a lui gli ultimimesi di gravidanza. E’ qui che nasceFederico (nel capitolo sulla sanitàall’estero, racconta del suo parto inun modernissimo ospedale del Cairo),prima di tornare a Milano e di decideredi essere stanziale. Per 4 anni.Poi è l’Olanda, dalla qualità altissimadella vita, “una pianura padana chehanno fatto diventare un gioiello, unasocietà che ti agevola in ogni momento,dove la vita e l’ equilibrio privatosono al primo posto, gli olandesi ruvidamentediretti.”. Un anno all’Aja,un anno di aspettativa dalla redazionedi Focus D&R e poi la decisione dilicenziarsi. C’è la complessità di Moscadietro l’angolo, altri sapori e altricolori, questa volta in bianco grigio enero: il paesaggio cechoviano dellacasa in Serebryany Bor, la foresta dibetulle con le grandi dacie costruiteun tempo per l’apparato del partito eil sanatorio che nel ’22 ospitò AntonioGramsci e dove il filosofo comunistaconobbe la moglie Julca Schucht.Inquinamento e vita culturale, trafficoe impegni sociali, amici di ogni angolodel mondo. Di Mosca e <strong>dei</strong> problemi• Luisella Zappetto con figlio e maritosull’isola di Giava. Nel riquadro lacover del libro che racconta la suaesperienza all’estero.di adattamento in una società comequella russa, nel libro ci sono brevitestimonianze; dice Luisella che occorronotre anni per abituarsi a vivercie arrivare ad amarla: il primo anno èquello dello shock, il secondo quellodella sopravvivenza, il terzo dellapossibilità di rimanervi a tempo indefinito.A Mosca ci resta appunto treanni, prima di partire ancora una volta,destinazione Indonesia: se il ritmo dellavita in Russia veniva dettato dallacittà stessa, questo vale ancora di piùper una megalopoli come Giacarta -dicono gli studi demografici che nel2020 sprofonderà sotto il peso <strong>dei</strong> suiabitanti, arrivati a 35 milioni – doveda un anno la famiglia si è trasferita,dopo 10 mesi di transito in Italia e loshock del rientro in patria: “Quandoci si contamina persino con i sapori,non hai più gli stessi occhi, cambialo sguardo anche sulle piccole cosedel quotidiano”. Giacarta, altra scuola,altri amici, altre storie. Forse un altrolibro. “Soffro per avere rinunciato almestiere in redazione, alla autonomiaeconomica, alla prospettiva di una miapensione ma in cambio ho una vitamolto ricca. Siamo di passaggio sullaterra e bisogna mangiare voracementequesto frutto succoso”.<strong>Tabloid</strong> 3 / 201241
Colleghiin libreriaUNA PUBBLICAZIONE che e’ gia’ un cult per CHI OPErA NELL’INFORMAZIONEDiritti del giornalismoe diritto alla privacyL’Autorità Garante ha pubblicato la terza edizione, completamente rinnovata,del libro su “Libertà di informazione e dignità della persona”, curato da Mauro Paissandi Antonio AndreiniLa grande importanza del Garantecome guardiano della privacy di ognicittadino nei confronti del giornalismo-in particolare del diritto di cronacadi cui si avvale chi diffonde notizie“private”-, è sottolineata dall’attenzioneche il Garante stesso presta nelconciliare l’interesse generale all’informazionecon quello particolaredella privacy. Un’attenzione che siè concretizzata nella pubblicazionedi un libro, “Privacy e giornalismo:libertà di informazione e dignità dellapersona”, strumento utile non soloper coloro che esercitano la professionegiornalistica, ma anche per legaliche operano in questa materia eper studiosi della comunicazione. Neè stata da poco pubblicata la terzaedizione, che contiene una raccoltadi pronunce del Garante in materia.E’ curata da Mauro Paissan -giornalistaper professione, parlamentareper vocazione e membro autorevoledella stessa Autorità garante-, chel’ha corredata di un’approfondita,interessante nota introduttiva.l’autoreMauro Paissan, giornalistaprofessionista dal 1973 e deputato dal1993 al 2001, quando si è dimessoperché eletto dalla Camera comecomponente del Garante.Ha scritto per quotidiani e settimanalie per molti anni ha lavorato al“Manifesto”, di cui è stato direttore.Come si evidenzia dai temi trattatinell’introduzione e dai contenuti dellepronunce dell’Autorità in materiadi giornalismo, il Garante si richiamaa “regole che devono presiedere aun attento bilanciamento della riservatezzae del diritto-dovere di cronaca”.Prendiamo, per esempio, untema “caldo”, spinoso, come quellodella pubblicazione delle intercettazionitelefoniche. Chi le pubblicasi appella al diritto di cronaca. Chisi sente danneggiato invoca il dirittodi privacy. E il libro dedica alleintercettazioni sia un interessanteapprofondimento nell’Introduzionesia un intero capitolo nella raccoltadelle Pronunce del Garante.Nell’articolata prefazione, significativamenteintitolata “Informazione edignità: Diritti <strong>dei</strong> cittadini e responsabilità<strong>dei</strong> giornalisti”, Paissan giungeanche a trattare temi nuovi, come“Internet e libertà di manifestazionedel pensiero”.La seconda parte del libro, tuttadedicata alle Pronunce del Garante,presenta una nutrita raccoltaselettiva delle principali pronuncein materia di giornalismo: non soloprovvedimenti in risposta a ricorsi ereclami o segnalazioni, ma anche comunicatistampa e lettere dell’Ufficioin risposta a richieste di cittadini.I giornalisti sono i primi ad essere tenutial massimo rispetto di un fondamentalediritto della persona comequello alla privacy. E il Garante, peressere loro d’aiuto nel fare scelte nonfacili, mette gratuitamente a disposizionedi chi si appresta ad accedereo già esercita la professione giornalisticauno strumento fondamentalecome questo libro. La versione integraledella sua ultima edizione è consultabilesul sito del Garante all’indirizzohttp://www.garanteprivacy.it/garante/document?ID=1858277. Chivolesse tenerlo a portata di mano,può chiederne una copia a: urp@garanteprivacy.it.Infine, chi lo volesseconsultare, può trovarlo presso laBiblioteca dell’<strong>Ordine</strong> lombardo.Mauro Paissan (a cura di) Privacy egiornalismo, Garante per la protezione<strong>dei</strong> dati personali, Roma, 2012,pagg. 330, S.i.p.42 <strong>Tabloid</strong> 3 / 2012