New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti

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12.07.2015 Views

L’angolodella leggeUna sentenza dell’alta corte salutata con favore dal mondo della reteBlog senza registrazioneper la Cassazione si puòRibaltato il concetto espresso, in precedenza, dalla Corte d’Appello di Catania sul casodi un blogger siciliano che era stato denunciato per il reato di stampa clandestina. Orail blog può non essere più considerato prodotto editoriale la cui testata è sottopostaall’obbligo di registrazione in Tribunale, in base alla legge n. 62 del 2001Sei anni di processo e tre gradi digiudizio per dire che per un blog nonc’è obbligo di registrazione della testataal Tribunale. E che un qualsiasicittadino può esprimere le sue opinionisu un blog non registrato senzaincorrere nel reato di stampa clandestina,così come era invece previstodalla vecchia legge sulla stampa.Una sentenza quella della Corte diCassazione che è stata salutata congrande favore dal mondo della Retee, in particolare, dai blogger. La storicasentenza della Cassazione che hacancellato le due precedenti di primoe secondo grado,rispettivamente deigiudici del Tribunale di Modica e dellaCorte d’Appello di Catania, è statapronunciata il 10 maggio ma non siconoscono ancora le motivazioni.Al centro del caso un giornalista enoto blogger siciliano, Carlo Ruta,che curava notizie e commenti suifenomeni mafiosi attraverso il suoblog www.accadeinsicilia.net senzaessersi preventivamente preoccupatodi registrare la relativa testata inTribunale. Ruta era stato condannatonel 2008 dal tribunale di Modicaper il reato di stampa clandestina(pronuncia confermata poi nel 2011dalla Corte di appello di Catania).Proprio per un post pubblicato suAccade in Sicilia un magistrato si erasentito offeso e aveva querelato perdiffamazione Carlo Ruta. Il tribunaledi Modica, considerando il blog unavera e proprio testata giornalistica (ecioè un “prodotto editoriale” in basealla legge n. 62/2001, e in quanto“stampa periodica”, avrebbe dovutoessere registrato presso il Tribunalecompetente) lo aveva condannato.Ora la Cassazione ha stabilito cheun blog non è di per sé un prodottoeditoriale e la figura del blogger nonè sovrapponibile con quella del giornalista.Nella pratica significa che iblog, e i loro animatori (giornalisti eno), potranno continuare l’attività,senza obbligo di registrare la testata.Nel caso specifico del processoa Ruta, la Corte di Cassazione haemesso provvedimento di assoluzioneperché “il fatto non sussiste” cassandole due sentenze precedenti“senza rinvio”. Processo finito, quindi.E parola fine, sembrerebbe. Dopoanni di dubbi interpretativi e dopoche sembrava ormai deciso l’obbligodi registrazione anche dei blog cometestate giornalistiche dotate quindi diun direttore responsabile. La Corte diCassazione, nel prendere in esamelo specifico caso del blogger siciliano,è stata chiamata così a decideresu una delle questioni più delicate daquando esiste il web 2.0: se, cioè,tutti quei blog, caratterizzati da periodicitàdegli aggiornamenti e dallacomunicazione al pubblico, debbanoessere equiparati a una normale testatagiornalistica e, quindi, soggettialla legge sull’editoria (Legge n. 47del 1948). E ha, di fatto, sentenziatoche stampa tradizionale e telematicanon sono la stessa cosa.Ciò detto, rimane inalterato però tuttoil dibattito sul diritto all’identitàpersonale, sull’accesso agli archivi,sul diritto alla privacy.Tabloid 3 / 201235

L’osservatoriosull’estero"pay the writer!", la campagna lanciata da un sindacato americano"Pagate i collaboratori"I blogger alzano la voceIl National Writrer's Union lancia una campagna per assicurare un"equo compenso" anche a chi non è giornalista professionale e scriveper siti d'informazione. Fanno discutere i casi di Aol e di Huffington Posta cura di Pino Rea per Lsdi*Si chiama ”Pay the Writer!” (Pagare icollaboratori!) la campagna lanciatadalla National Writer’s Union (NWU),il sindacato degli autori che collaboranocon le testate di informazione,per assicurare a blogger indipendenti,giornalisti e scrittori il compensoper il loro lavoro. Il presidente delsindacato, Larry Goldbetter, ha spiegatoa Ijnet (il sito web a cui fa capouna rete internazionale di giornalisti)che la campagna sta andando bene,anche se si tratta di una battagliacomplessa. Il sindacato offre un serviziodi consulenza e sta reclutandonuovi soci. E l’azione di boicottaggiodell’Huffington Post ha aiutato a tenerealta l’attenzione sulla questione.Un problema è che, diversamentedalle tradizionali campagne dell’organizzazione,non esistono in questocaso dei luoghi specifici dove farere le esperienze, le conoscenze e isaperi di migliaia di scrittori.Le nuove tecnologie editoriali hannoreso molto più facile scrivere edessere pubblicati, ma nello stessotempo rendono sempre più difficileguadagnarsi la vita. Ma questo nonsignifica che lì non ci siano soldi.Pensate ad Arianna Huffington, adesempio, che guadagna 4 milioni didollari l’anno ad Aol. Proprio Aol haregistrato un forte aumento dei ricavipubblicitari nel primo trimestre diquest’anno, ma continua a tagliare icompensi dei collaboratori".E il problema di chi scrive volontariamente,nel tempo libero - si è chiestoIjnet - rappresenta un pericolo per lafissazione di criteri standard nel settore?"Sì e no. Lo è se si comincia apensare che, siccome alcuni voglionoscrivere nel tempo libero, gratuipropagandao incontrare i lavoratoriinteressati. “Il giornalismo – spiegaGoldbetter nell’intervista – sta vivendoquesto mutamento radicaledalla stampa al digitale e gli editorihanno il coltello dalla parte del manico.Siamo un piccolo sindacato macon un forza lavoro sterminata chesta assistendo al collasso della suacapacità di guadagnarsi da vivere colsuo lavoro’’. Ma che programma ha ilNational Writer's Union per garantireun salario degno per i lavoratori indipendentionline? "In estrema sintesi:l’organizzazione - spiega Larry Goldbetter- L’unico modo che i giornalistie gli scrittori indipendenti hanno perfar sentire la propria voce è dar vita aun sindacato forte, molto più grandedi quello che siamo ora. E l’unicomodo per mettere a punto un pianopiù articolato è quello di condivide-YouKioske scaricava i giornali di mezzo mondo senza il consenso degli editoriChiusa l'edicola virtuale, tre arresti in SpagnaI responsabili del sito spagnoloYouKioske, che forniva gratuitamentele versioni pdf dei giornali cartacei ditutto il mondo, sono stati arrestati con l’accusa diviolazione della proprietà intellettuale e “costituzioneo adesione a una organizzazione criminale”. Gliarrestati sono i fratelli David e Oscar GonzalezRuz e il loro socio, Raùl Antonio Luque. I fratelliGonzalez e socio lavoravano nello scantinato di unavilletta, dalla quale scaricavano legalmente i giornalidi tutto il mondo, che poi venivano ripubblicatigratuitamente in Rete. Secondo i dati in possessodal fisco spagnolo, YouKioske avrebbe raggiuntoun fatturato di un milione di euro all’anno. Secondol’ordinanza del giudice, Youkioske era basato suun server canadese e il dominio era registrato allasocietà MilporMil Limited, con sede nel Belize. Loscopo, scrivono i magistrati, era quello di «facilitarel’accesso» a varie pubblicazioni senza alcunaautorizzazione da parte degli editori36 Tabloid 63 / 2007 2012

L’osservatoriosull’estero"pay the writer!", la campagna lanciata da un sindacato americano"Pagate i collaboratori"I blogger alzano la voceIl National Writrer's Union lancia una campagna per assicurare un"equo compenso" anche a chi non è giornalista professionale e scriveper siti d'informazione. Fanno discutere i casi di Aol e di Huffington Posta cura di Pino Rea per Lsdi*Si chiama ”Pay the Writer!” (Pagare icollaboratori!) la campagna lanciatadalla National Writer’s Union (NWU),il sindacato degli autori che collaboranocon le testate di informazione,per assicurare a blogger indipendenti,giornalisti e scrittori il compensoper il loro lavoro. Il presidente delsindacato, Larry Goldbetter, ha spiegatoa Ijnet (il sito web a cui fa capouna rete internazionale di giornalisti)che la campagna sta andando bene,anche se si tratta di una battagliacomplessa. Il sindacato offre un serviziodi consulenza e sta reclutandonuovi soci. E l’azione di boicottaggiodell’Huffington Post ha aiutato a tenerealta l’attenzione sulla questione.Un problema è che, diversamentedalle tradizionali campagne dell’organizzazione,non esistono in questocaso <strong>dei</strong> luoghi specifici dove farere le esperienze, le conoscenze e isaperi di migliaia di scrittori.Le nuove tecnologie editoriali hannoreso molto più facile scrivere edessere pubblicati, ma nello stessotempo rendono sempre più difficileguadagnarsi la vita. Ma questo nonsignifica che lì non ci siano soldi.Pensate ad Arianna Huffington, adesempio, che guadagna 4 milioni didollari l’anno ad Aol. Proprio Aol haregistrato un forte aumento <strong>dei</strong> ricavipubblicitari nel primo trimestre diquest’anno, ma continua a tagliare icompensi <strong>dei</strong> collaboratori".E il problema di chi scrive volontariamente,nel tempo libero - si è chiestoIjnet - rappresenta un pericolo per lafissazione di criteri standard nel settore?"Sì e no. Lo è se si comincia apensare che, siccome alcuni voglionoscrivere nel tempo libero, gratuipropagandao incontrare i lavoratoriinteressati. “Il giornalismo – spiegaGoldbetter nell’intervista – sta vivendoquesto mutamento radicaledalla stampa al digitale e gli editorihanno il coltello dalla parte del manico.Siamo un piccolo sindacato macon un forza lavoro sterminata chesta assistendo al collasso della suacapacità di guadagnarsi da vivere colsuo lavoro’’. Ma che programma ha ilNational Writer's Union per garantireun salario degno per i lavoratori indipendentionline? "In estrema sintesi:l’organizzazione - spiega Larry Goldbetter- L’unico modo che i giornalistie gli scrittori indipendenti hanno perfar sentire la propria voce è dar vita aun sindacato forte, molto più grandedi quello che siamo ora. E l’unicomodo per mettere a punto un pianopiù articolato è quello di condivide-YouKioske scaricava i giornali di mezzo mondo senza il consenso degli editoriChiusa l'edicola virtuale, tre arresti in SpagnaI responsabili del sito spagnoloYouKioske, che forniva gratuitamentele versioni pdf <strong>dei</strong> giornali cartacei ditutto il mondo, sono stati arrestati con l’accusa diviolazione della proprietà intellettuale e “costituzioneo adesione a una organizzazione criminale”. Gliarrestati sono i fratelli David e Oscar GonzalezRuz e il loro socio, Raùl Antonio Luque. I fratelliGonzalez e socio lavoravano nello scantinato di unavilletta, dalla quale scaricavano legalmente i giornalidi tutto il mondo, che poi venivano ripubblicatigratuitamente in Rete. Secondo i dati in possessodal fisco spagnolo, YouKioske avrebbe raggiuntoun fatturato di un milione di euro all’anno. Secondol’ordinanza del giudice, Youkioske era basato suun server canadese e il dominio era registrato allasocietà MilporMil Limited, con sede nel Belize. Loscopo, scrivono i magistrati, era quello di «facilitarel’accesso» a varie pubblicazioni senza alcunaautorizzazione da parte degli editori36 <strong>Tabloid</strong> 63 / 2007 2012

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