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New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti

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L’angolodella leggebile al ruolo di un giornalista formatoa esercitare il suo mestiere attraversostudi e tirocini severi.Tanti sono i dubbi laceranti che ognigiorno ci assillano: che dire delle sequenzedella morte in diretta del calciatoredel Livorno Morosini, rilanciatasenza alcuna pietas su tivù, siti on lineanche <strong>dei</strong> grandi giornali? C’era unevidente interesse pubblico a saperese i defibrillatori e le ambulanze eranopronti per un intervento immediato ese i test ai quali era stato sottopostoil calciatore erano stati adeguati, marilanciare le immagini del suo crollocome fosse stato uno spettacolo èstato corretto?Il vero problema (ma anche la grandeopportunità) è che abbiamo formulevalide per tutto e tutti, ogni giorno,su ogni notizia, dobbiamo misurarnerilevanza sociale e informativa senzadimenticare tuttavia i principi rigorosidell’essenzialità della notizia e delrispetto della sfera privata delle persone.Anche i giuristi concordano sulfatto che, essendo la libertà dell’informazionee il rispetto della dignitàdella persona diritti costituzionalmenterilevanti si debba procedere in base acriteri di ragionevolezza e valutandocaso per caso. Persino il Regolamentoche Parlamento e Consiglio europeostanno elaborando (dovrebbe esserepronto per il 2016) non sciolgono ilnodo in modo definitivo. E ciò chiamaancora più in causa la sensibilità <strong>dei</strong>giornalisti e l’obbligo di un approcciorigoroso alla questione della privacy.Un tema che tormenta è sicuramentequello <strong>dei</strong> suicidi. Oggi vengonopubblicate con grande evidenza lestorie di imprenditori che si tolgonola vita perché sconvolti dalla crisi delleloro aziende. Il divieto di dare notizia<strong>dei</strong> suicidi non è mai stato impostodall’esterno, né ha mai riguardatovicende di evidente interesse pubblico(penso a Raul Gardini e GabrieleCagliari, industriali e manager travoltidalla vicenda di Tangentopoli neiprimi anni Novanta). La cautela nellanciare questo tipo di notizia nascedalla certezza che fra le componenti diun suicida ci sia l’effetto emulazione.Raccontare i dettagli di un suicidio,spettacolarizzarlo, non è scorrettoin sé: rischia di spingere altri a farlafinita.Le notizie si pubblicano, ma con dellelimitazioni che noi stessi ci siamodati e ci dobbiamo dare anche perevitare la ricorrente (e ora riemergente)tentazione <strong>dei</strong> bavagli legislativi.Il diritto dovere di cronaca garantitodalla nostra Costituzione va insommacontemperato con il diritto anch’essocostituzionale della tutela della personalità<strong>dei</strong> cittadini, soprattutto di quellipiù deboli. Nessuno può autorizzare ocensurare la libera manifestazione delpensiero, ma non possiamo violare ladignità delle persone.Per quanto riguarda i minori lo abbiamodeciso ben 22 anni fa varando laCarta di Treviso. E con il Codice deontologicodel 1998 varato insieme alGarante della privacy abbiamo estesola nostra attenzione a temi quali le violenzesessuali, i dati sanitari, il dirittoall’oblio, così complicato da esercitarenell’era di Internet e <strong>dei</strong> motoridi ricerca. Grazie anche alla Cartaeuropea <strong>dei</strong> diritti e al decreto legislativodel 2003 si chiariscono giornodopo giorno i contorni e i confini diun’attività paragonabile a un work inprogress. Ogni giornale, ogni notizia,va valutata senza schemi precostituiti,contemperando i diritti in campo. Oggisi cestinano tante notizie, si evita di nominarei colpevoli di sevizie e violenzeper tutelare la crescita del minore odonne vittime di violenze sessuali.Non esiste una regola che valga universalmente.Talvolta la vittima esceallo scoperto con nome e cognomeper difendere la sua dignità, che noigiornalisti dobbiamo tutelare anchecon l’essenzialità della notizia, senzaindulgere in particolari scabrosi.Il voyeurismo non è giornalismo. Maspesso ce ne dimentichiamoCerto, ogni scelta costa fatica, ognigiorno nei giornali, nelle tivù, nelle radio,si discute. E i tempi sono strettis-• A fianco la riproduzione della Carta<strong>dei</strong> doveri del giornalista, della Carta diTreviso e della Legge sulla privacy.<strong>Tabloid</strong> 3 / 201233

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