Iniziativedell’<strong>Ordine</strong>L’incontro tra i rapresentanti dell’ansi e la presidente letizia gonzales<strong>Giornalisti</strong> stranieriPassione italianaNuova collaborazione tra l’<strong>Ordine</strong> e l’Associazione stampa interculturale. L’accessoalla professione, i problemi, le difficoltà e il riconoscimento del lavoro di chi non hacittadinanza italiana. Il ministro Severino assicura che, dopo l’entrata in vigore del nuovoDpr, cadrà il divieto di fare i direttori di testata, norma incompatibile con lo stesso decretoUn incontro denso di significato e contenutie foriero di buoni auspici quellosvolto in aprile tra un gruppo di rappresentanti<strong>dei</strong> giornalisti stranieri inItalia aderenti all’Ansi (Associazionenazionale stampa interculturale) e lapresidente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalistidella Lombardia, Letizia Gonzales. Siè discusso <strong>dei</strong> problemi <strong>dei</strong> giornalististranieri che lavorano in Italia, dell’accessoalla professione e del riconoscimentodel loro lavoro anche da partedi chi, pur non avendo passaportoitaliano (la cittadinanza italiana non èvincolante), collabora da anni a testateitaliane e straniere. Si è discusso dicome avviare una collaborazione permigliorare la rappresentazione dell’immigrazionenei mainstream media e diun eventuale monitoraggio di articoli acarattere fortemente razzista. Si è poidiscusso della possibilità o meno diessere direttore responsabile di testataanche da parte di chi non è cittadinoitaliano.Proprio a questo proposito è recentementeintervenuto anche il presidentenazionale dell’<strong>Ordine</strong>, Enzo Iacopino:“Ieri (18 giugno, ndr) abbiamo incontratoil ministro Severino per discuterecon lei di alcuni problemi legatial recente DPR. mi sono permessodi porre il problema del divieto per igiornalisti non comunitari di assumerela direzione responsabile delle testate( legge n.47 del 08.02.1948 modificatadall’articolo 9 della legge 06.02.1996n.52). Il ministro e il suo staff hannochiarito che tale richiamata previsione• Il gruppo di giornalisti stranieri ricevuti dalla presidente dell’<strong>Ordine</strong> dellaLombardia, Letizia Gonzales nella sede di via Antonio da Recanate 1, a Milano.è incompatibile con il decreto e chepertanto decadrà una volta che il DPRentrerà in vigore (circa 60 giorni). Porremoun quesito formale e avremo unarisposta formale che notificheremoagli Ordini regionali e agli interessati”.Una risposta che l’Ansi attendeva eche ha accolto con favore. L’Ansi è ungruppo di specializzazione della Federazionenazionale della stampa italianapromosso da giornalisti stranieri chelavorano in testate a larga diffusionee multiculturali di varie regioni italianeper rispondere alle esigenze di tutelasindacale, messa in rete e auto-organizzazione<strong>dei</strong> giornalisti o aspirantitali di origine straniera.Una realtà in crescita che vede lavorarenel nostro Paese circa 500 persone.Erano presenti all’incontro milanese:Viorica Nechifor (presidente Ansi),Paula Baudet Vivanco (segretarioAnsi), Sanja Lucic (Radio Popolare),Sumaya Abdel Qader (autrice del libro‘Porto il velo, adoro i Queen’), RaniaSaid Ahmed Ibrahim (Yalla Italia), EvaRizzin (Associazione Articolo 3), NormaPitman (direttrice della Rivista Mujerlatina), Michelle Torres (freelance),Pap Khouma (giornalista e scrittoresenegalese), Tanja Dordevic (freelanceserba). Milano è stata solo una tappadi una lunga serie di incontri nazionaliche Ansi ha promosso nell’ultimo anno,grazie a un finanziamento messoa disposizione da Osi Italia proprio perrafforzare la struttura e per farci conosceredai colleghi. Altri incontri si sonosvolti a Firenze, a Napoli, a Genovae a Roma . Il 3 e 4 aprile, tra l’altro,si è tenuto a Roma il convegno internazionaleMEDIAMente Diversi organizzatodall’Ansi su incarico dell’Unar(Ufficio nazionale antidiscriminazionirazziali).La sede nazionale dell’Ansi è a Torinopresso l’Associazione StampaSubalpina, la prima a riconoscereil gruppo, ma la sede operativa è aRoma presso la Fnsi.<strong>Tabloid</strong> 3 / 201217
Iniziativedell’<strong>Ordine</strong>un settore ancora in fase di rodaggio, dopo l’abbandono dell’analogicoTv, lo tsunami digitalefa i conti con nuove regoleI giornalisti assunti con vari contratti e regolare contribuzione Inpgi nel settoredell’emittenza locale sono circa 2.600, più di quelli che lavorano in Rai e Mediaset messiinsieme. Tra nuovi canali tematici, pubblicità (meno cara) e gli investimenti legati alloswitch off, il modello di business deve salvaguardare la professionalità dell’informazioneLe emittenti locali non godono dibuona salute. Il passaggio al digitaleterrestre nonostante l’opportunitàofferta dalle nuove frequenze ha comportatoinvestimenti non compensatida un aumento <strong>dei</strong> ricavi, soprattuttoa causa del crollo degli investimentipubblicitari.La complessa situazione del settorea ridosso del cosiddetto switchoff, ossia dello spegnimento definitivodel segnale analogico, è statadiscussa a Milano, al Circolo dellaStampa in una giornata promossadall’Associazione Lombarda <strong>dei</strong><strong>Giornalisti</strong> e dalla Fnsi e organizzatadagli Uffici Stampa Brianza.Le imprese televisive locali, in Italia,sono 550 con circa 5mila dipendenti,<strong>dei</strong> quali 2600 hanno un contrattogiornalistico. In totale, tra indotto ecollaboratori, si stimano circa 15.000addetti.Un settore quindi tutt’altro che trascurabiledal punto di vista occupazionale.Un settore oggi con molteimprese in crisi, se non a rischio dichiusura. Le motivazioni di questadifficoltà sono in un insieme di fattoridiversi, che nella giornata milanesesono stati ben descritti.Letizia Gonzales, presidente dell’<strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> <strong>Giornalisti</strong> della Lombardiaaprendo i lavori ha introdotto l’argomentoricordando che già due anni fail giornale della nostra categoria, <strong>New</strong><strong>Tabloid</strong>, si era occupato dell’argomentomettendo in risalto luci e ombre dellatransazione al digitale.Il passaggio tecnologicoA fronte di un notevole investimentoeconomico per passare alle tecnologiedigitali, ha spiegato MaurizioGiunco, Presidente AssociazioneTv locali FRT, le emittenti locali sonostate penalizzate da una non correttadistribuzione delle frequenze, conregole che hanno permesso alle retinazionali e ai soggetti più forti economicamentedi acquisire più frequenze,di fatto aumentando ulteriormentela loro capacità di trasmettere. Le retilocali, quindi, si sono trovate a competerein un mercato più ampio, in cuiil telespettatore può scegliere tra unnumero maggiore di canali. Questoha portato per alcune emittenti allaperdita di ascolti, per la dispersionedel nucleo storico di affezionati telespettatori.In altri casi, invece, gliascolti sono aumentati anche per illancio di nuovi canali tematici, ma lamaggiore concorrenza ha causatouna discesa <strong>dei</strong> prezzi degli spazipubblicitari. Questo passaggio hacoinciso con una caduta verticaledegli investimenti pubblicitari, cheha portato al paradosso della diminuzione<strong>dei</strong> ricavi nonostante un significativoaumento degli ascolti. Lapenalizzazione delle emittenti locali,come ha ricordato Fabrizio Berrini,direttore di Aereanti Corallo, continuacon la recente assegnazione dialcune frequenze a gestori telefonici.Operazione anche questa avvenutaa scapito delle televisioni locali. Sul18 <strong>Tabloid</strong> 3 / 2012