New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti

New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti New Tabloid n°3 - Ordine dei Giornalisti

12.07.2015 Views

L’inchiesta• “Climategate:gli scienziaticontrattaccano”questo il titolodell’articolo delTelegraph cheriporta le efficacirisposte delmondo scientificoalle accuse difalsificazione dei datisul riscaldamentoglobalePer saperne di piùLibri, siti e blogdi discussioneDi seguito alcunepubblicazioni e siti citati inquesto articolo.Stefano Caserini, “Aqualcuno piace caldo, Errorie leggende sul clima checambia”, Edizioni Ambiente.pag 349, euro 20tre: un’istituzione indipendente chedal 2001 aiuta i giornalisti a orientarsimeglio nelle controversie checoinvolgono la scienza, mettendolia confronto con i migliori scienziatiin un clima di dialogo e collaborazione.Al briefing di emergenza convocatoa Londra all’indomani della pubblicazioneonline del nuovo dossier, hannopartecipato una ventina di giornalistiscientifici delle più importantitestate internazionali, dalla Reutersal Financial Times, dalla BBC al Times,al Guardian, fino a Nature eScience.Tra gli speaker, il direttore dell’Unitàdi ricerca climatica dell’Università diEast Anglia, Phil Jones: lo scienziatoal centro delle polemiche, finalmentedisponibile a discutere tutti gli aspettidella vicenda e a sottoporsi al fuocodi fila delle domande dei giornalisti.Il confronto è intenso, ma alla finesono tutti convinti che quando Jonesscriveva di aver usato un “trucco” siriferiva a un aspetto molto più formaleche sostanziale.“L’altra volta gli scienziati erano corsia mettersi al riparo, e si erano rifiutatidi commentare, cementando cosìun’impressione di colpevolezza” hascritto il Telegraph in un articolo significativamenteintitolato “ClimategateII: gli scienziati contrattaccano”.“Questa volta il professor Jones hasubito indetto una conferenza stam-pa: era una faccenda per molti versispinosa, ma è riuscito a sottolineareche alcuni degli estratti su cui si eratanto discusso erano stati decontestualizzatiin modo ingannevole”.In sostanza, quella che intendevaessere una discussione franca eaperta tra scienziati – che mischiavagergo e linguaggio colloquiale enon risparmiava critiche sulla significativitàdi certe ricerche – era statadrammaticamente fraintesa per effettodell’intervento di una “maliziosamanina” che sapeva come ingannarei giornalisti. Fino a quando il ScienceMedia Centre ha messo nella stessastanza scienziati e giornalisti, perun lungo faccia a faccia intenso eproduttivo.Di questo e degli altri successi su temiscientifici controversi collezionatiin dieci anni dal Science Media Centrebritannico si è parlato di recentein una sessione del XII congressosulla Comunicazione della Scienza aFirenze (PCST 2012), con la direttricedel centro inglese Fiona Fox e lanuova Chief Scientific Adviser dellaCommissione Europea, la microbiologascozzese Anne Glover.Il modello inglese è già stato adottatocon adattamenti in molti paesi –Australia, Nuova Zelanda, Giappone,Canada e da poco la Danimarca – edè in corso di sviluppo preliminare negliStati Uniti e in Italia.*Presidente di Science Writers in ItalyStefano Caserini, “Guidaalle leggende sul clima checambia. Come la scienzadiventa opinione”, EdizioniAmbiente. pagg.187, euro 12Naomi Oreskes, Erik M.Conway, “Merchants ofDoubt: How a Handful ofScientists Obscured theTruth on Issues from TobaccoSmoke to Global Warming”,Bloomsbury PressWww.climalteranti.it.Un blog di discussione ( avolte di alto livello scientifico)sul cambiamento climatico ela comunicazione. Ha istituitoil premio “A qualcuno piacecaldo” per i personaggi o gliorgani di stampa che si sonodistinti per negazionismonell’ultimo anno.http://bit.ly/tV5pw8. Thedebunking handbook.Un vademecum in inglese(da scaricare in pdf) perla corretta comunicazionedella scienza e la distruzionedelle “bufale”, anche e forsesoprattutto per gli scienziati.Allo stesso sito, un’app periOS e Android con la rispostaa tutte le domande sul clima.È in atto la traduzione initaliano da parte di “Italianclimate network” (http://www.italiaclima.org/)Tabloid 3 / 201213

Le iniziativedegli altril’iniziativa freedom of information act (f.o.i.a.) alla camera dei deputatiAccesso ai documentiDiritto Ue, Italia sorda?Un gruppo di giornalisti, giuristi e docenti universitari chiede di applicare nel Belpaese,una legge in vigore in America e Inghilterra sulla trasparenza nella P.A. e sulla richiestadi atti pubblici da parte dei comuni cittadini. Già un migliaio le adesioni raccolteL’“Iniziativa per un Freedom of InformationAct in Italia” è stata presentataufficialmente il 29 maggio con unaconferenza presso la Sala Stampadella Camera dei Deputati.Il Freedom of Information Act (FO-IA) è una legge - già operativa negliStati Uniti e in Inghilterra - checonsente a chiunque l’accesso alleinformazioni della pubblica amministrazione.Una legge sulla trasparenza,se vogliamo, una legge sullalibertà di informazione. Nel corsodella conferenza, ma già nei materialidi presentazione e sul sito www.foia.it, si fa chiaramente riferimentoal fatto che si tratta di un’iniziativadi cittadini per i cittadini, dal bassoe orizzontale, che raccoglie al suoCosa dice la legge ingleseEcco di seguito il passaggio chiave della legge inglese sul F.o.i.a.: “Lalegge sulla libertà d’informazione (FOIA) assicura un’ampia libertàper poter visionare tutti i tipi d’informazione e i dati in possessodel governo e degli enti pubblici. La legge consente di esaminaredocumenti per risolvere problemi, verificare l’operato di un ente inmerito a singoli problemi, verificare quanto sia effettivamente efficaceun’amministrazione, visionare la spesa di un ente pubblico, controllareche l’operato di un’amministrazione sia conforme a quanto affermato,e poter indagare sulle reali motivazioni di determinate decisioni. Leautorità possono non divulgare le informazioni, soltanto nel caso in cuiuna legge lo permetta. Ma, sempre nell’interesse pubblico, anche leinformazioni riservate possono essere divulgate: se si ha il sospetto chedelle informazioni siano state indebitamente celate, è possibile presentaredenuncia al Commissario per l’Informazione Indipendente, che ne puòordinare la divulgazione”.interno un ricco e variegato catalogodi sigle, persone e personalità delpanorama nazionale.L’iniziativa raggruppa 75 tra associazioni,giornalisti della carta stampatae del Web, giuristi e tecnici dellapubblica amministrazione, politici,professori universitari e singoli cittadini,più “in dettaglio 58 persone e17 sigle. E vuole presentare, in sedeistituzionale, la domanda di trasparenza”che si manifesta fortementein varie forme nell’opinione pubblicain tutto il Paese. Un migliaio le adesionigià arrivate a sostegno dellaproposta. Insomma una misura agaranzia del diritto di accesso alleinformazioni della pubblica amministrazioneda parte di chiunque, indipendentementedai vincoli di uninteresse legittimo giuridicamentetutelato imposti dalla legge attuale.Vincoli, tra l’altro, contrastanti conla Convenzione europea sull’accessoai documenti ufficiali, risalenteal 2009 ma non ancora recepitadall’Italia.L’Iniziativa per un Freedom of InformationAct in Italia ha chiesto, tral’altro, anche un incontro urgentecon il Presidente del Consiglio MarioMonti.Pubblica trasparenzaLibero accesso ai datiL’iniziativa parte dal presuppostofondamentale che sarebbe necessaria,anche in Italia, l’introduzionedella Convenzione del Consigliod’Europa del 18 giugno 2009 suldiritto di accesso ai documenti ufficiali,così da garantire «il diritto diognuno, senza discriminazioni dialcun tipo, all’accesso, su semplicerichiesta, dei documenti detenutidalle pubbliche autorità».In Inghilterra è leggegià da dodici anniNonostante i giudizi negativi di TonyBlair, che pure lo aveva introdottonel 2000, è uno strumento che gliinglesi sembrano gradire sempre dipiù: 47.141 richieste di accesso nel2011, + 7% rispetto all’anno precedente,secondo i dati resi noti dalMinistero della Giustizia inglese. IlGuardian, ad esempio, ha raccoltoin un database interattivo tutte le14 Tabloid 3 / 2012

L’inchiesta• “Climategate:gli scienziaticontrattaccano”questo il titolodell’articolo delTelegraph cheriporta le efficacirisposte delmondo scientificoalle accuse difalsificazione <strong>dei</strong> datisul riscaldamentoglobalePer saperne di piùLibri, siti e blogdi discussioneDi seguito alcunepubblicazioni e siti citati inquesto articolo.Stefano Caserini, “Aqualcuno piace caldo, Errorie leggende sul clima checambia”, Edizioni Ambiente.pag 349, euro 20tre: un’istituzione indipendente chedal 2001 aiuta i giornalisti a orientarsimeglio nelle controversie checoinvolgono la scienza, mettendolia confronto con i migliori scienziatiin un clima di dialogo e collaborazione.Al briefing di emergenza convocatoa Londra all’indomani della pubblicazioneonline del nuovo dossier, hannopartecipato una ventina di giornalistiscientifici delle più importantitestate internazionali, dalla Reutersal Financial Times, dalla BBC al Times,al Guardian, fino a Nature eScience.Tra gli speaker, il direttore dell’Unitàdi ricerca climatica dell’Università diEast Anglia, Phil Jones: lo scienziatoal centro delle polemiche, finalmentedisponibile a discutere tutti gli aspettidella vicenda e a sottoporsi al fuocodi fila delle domande <strong>dei</strong> giornalisti.Il confronto è intenso, ma alla finesono tutti convinti che quando Jonesscriveva di aver usato un “trucco” siriferiva a un aspetto molto più formaleche sostanziale.“L’altra volta gli scienziati erano corsia mettersi al riparo, e si erano rifiutatidi commentare, cementando cosìun’impressione di colpevolezza” hascritto il Telegraph in un articolo significativamenteintitolato “ClimategateII: gli scienziati contrattaccano”.“Questa volta il professor Jones hasubito indetto una conferenza stam-pa: era una faccenda per molti versispinosa, ma è riuscito a sottolineareche alcuni degli estratti su cui si eratanto discusso erano stati decontestualizzatiin modo ingannevole”.In sostanza, quella che intendevaessere una discussione franca eaperta tra scienziati – che mischiavagergo e linguaggio colloquiale enon risparmiava critiche sulla significativitàdi certe ricerche – era statadrammaticamente fraintesa per effettodell’intervento di una “maliziosamanina” che sapeva come ingannarei giornalisti. Fino a quando il ScienceMedia Centre ha messo nella stessastanza scienziati e giornalisti, perun lungo faccia a faccia intenso eproduttivo.Di questo e degli altri successi su temiscientifici controversi collezionatiin dieci anni dal Science Media Centrebritannico si è parlato di recentein una sessione del XII congressosulla Comunicazione della Scienza aFirenze (PCST 2012), con la direttricedel centro inglese Fiona Fox e lanuova Chief Scientific Adviser dellaCommissione Europea, la microbiologascozzese Anne Glover.Il modello inglese è già stato adottatocon adattamenti in molti paesi –Australia, Nuova Zelanda, Giappone,Canada e da poco la Danimarca – edè in corso di sviluppo preliminare negliStati Uniti e in Italia.*Presidente di Science Writers in ItalyStefano Caserini, “Guidaalle leggende sul clima checambia. Come la scienzadiventa opinione”, EdizioniAmbiente. pagg.187, euro 12Naomi Oreskes, Erik M.Conway, “Merchants ofDoubt: How a Handful ofScientists Obscured theTruth on Issues from TobaccoSmoke to Global Warming”,Bloomsbury PressWww.climalteranti.it.Un blog di discussione ( avolte di alto livello scientifico)sul cambiamento climatico ela comunicazione. Ha istituitoil premio “A qualcuno piacecaldo” per i personaggi o gliorgani di stampa che si sonodistinti per negazionismonell’ultimo anno.http://bit.ly/tV5pw8. Thedebunking handbook.Un vademecum in inglese(da scaricare in pdf) perla corretta comunicazionedella scienza e la distruzionedelle “bufale”, anche e forsesoprattutto per gli scienziati.Allo stesso sito, un’app periOS e Android con la rispostaa tutte le domande sul clima.È in atto la traduzione initaliano da parte di “Italianclimate network” (http://www.italiaclima.org/)<strong>Tabloid</strong> 3 / 201213

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!