1 . IL MIGLIORAMENTO GENETICO DEGLI ANIMALI IN ...

1 . IL MIGLIORAMENTO GENETICO DEGLI ANIMALI IN ... 1 . IL MIGLIORAMENTO GENETICO DEGLI ANIMALI IN ...

12.07.2015 Views

6[2] V(dR) = 2F ⋅ V(A)in cui F è il tasso medio di consanguineità (cfr. il capitolo 10) e V(A) è la varianzagenetica additiva, cioè la quota della variabilità fenotipica totale attribuita all'effettoadditivo dei poligeni (cfr. capitolo 3) e ricavabile direttamente dall’ereditabilità (cfr.capitolo 4).Poiché all'aumentare della V(dR) aumenta la probabilità di ottenere guadagnigenetici molto inferiori al valore atteso, un alto valore della varianza corrisponde sulversante economico ad un alto coefficiente di rischio che si deve associareall'investimento richiesto per la realizzazione del progetto di miglioramento.Solitamente V(dR) aumenta all'aumentare del guadagno genetico atteso E(dR)secondo una relazione del tipo quadratico, il che significa che più ci si avvicina almassimo di E(dR) più rapidamente aumenta la varianza e quindi il rischio direalizzare in pratica un guadagno molto più piccolo del valore atteso.Poichè il profitto ottenibile con un dato schema di selezione U(dR) è legato sia alguadagno genetico che al quadrato della sua varianza, una funzione economica dellescelte possibili degli operatori avrà la forma:[3] U(dR) = E(dR) - w(dR)2dove w è un parametro che misura, in una scala arbitraria, il livello medio diavversione al rischio degli operatori in una specifica situazione. Una funzione diutilità deve infatti aumentare con il profitto atteso e diminuire con l'aumentare delrischio di perdita, ma il peso che si deve attribuire a quest'ultimo dipendedall'atteggiamento degli operatori che può essere favorevole o mediamenteindifferente al rischio. D'altro canto, poiché la funzione [3] raggiunge un massimorelativo per E(dR) =1/(2w), l'insieme dei valori per cui U(dR) mantiene unsignificato deve essere limitato all'intervallo fra E(dR) = 0 e E(dR) = 1/(2w). Diconseguenza occorre minimizzare la probabilità di avere E(dR) > 1/(2w) e questacondizione è soddisfatta se si sceglie il parametro w in modo che 1/(2w) sia uguale alvalore più grande di [E(dR) + 2σ(dR)] tra quelli che si ottengono per i diversischemi di selezione alternativi in esame. In questa ipotesi, cioè ponendo:[4] w = 1/2Max [E(V(dR)) +2σ(dR)]in cui σ(dR) è la radice quadrata della varianza del progresso atteso, il parametro wsi riferisce all'atteggiamento di massima avversione al rischio.Sostituendo questo valore nella relazione [3] si possono calcolare i valori dellafunzione di utilità relativa ai diversi schemi di selezione in esame ed individuare loschema specifico, la cui scelta corrisponderà alla decisione più razionale sottol'aspetto economico. Evidentemente cambiando il valore di w cambia anche la scaladella razionalità economica delle scelte possibili con la conseguenza che un sistemaottimizzato per il guadagno genetico atteso può non godere la preferenza deglioperatori in un clima di generale avversione al rischio, ma essere scelto in imprese ilcui atteggiamento favorevole al rischio fa ritenere che un maggior guadagno attesocompensi la crescita del rischio associato.6

7Esempio 1.3 Nella selezione della razza bovina Frisona Italiana l'organizzazione delmiglioramento è basata sul cosiddetti schema convenzionale che prevede l'impiegomassiccio dell'inseminazione artificiale, la valutazione dei tori tramite la prova diprogenie (cioè con l'impiego delle informazioni fenotipiche delle figlie), la selezionedi un numero relativamente ristretto di madri di tori. Il valore riproduttivo dei tori ègeneralmente molto attendibile, ma è ottenuto a scapito di un lungo tempo di attesaper l'ottenimento dell'indice (elevato intervallo fra le generazioni). Da qualchetempo a questa parte gli allevatori di Frisona Italiana utilizzano sempre piùfrequentemente come riproduttori i cosiddetti "tori giovani" per i quali non sonoancora disponibili indici genetici attendibili, ma che possono creare un progressogenetico tanto più elevato (o tanto più basso) quanto maggiore è l'incertezza degliindici genetici che si possiedono.1.5. I valori economiciIl concetto di economicità del MG esposto nel paragrafo precedente fa riferimento algiudizio di opportunità da formulare nei riguardi di diversi progetti di selezionerelativi ad un solo carattere produttivo e tiene conto di un aspetto fortemente legatoall’imprenditore, la sua avversione o propensione al rischio. Poichè, però, l’obiettivodella selezione in tutte le specie zootecniche è normalmente orientato almiglioramento contemporaneo di più caratteri produttivi, in questi ultimi anni, anchealla luce dell’aumentata potenza di calcolo disponibile, si è fatto strada il concetto divalore economico (assoluto o relativo). La sua determinazione per i caratteri che sicombinano in un obiettivo di selezione è infatti essenziale per il calcolo di un indiceche stima il valore del genotipo aggregato degli animali candidati alla selezione.Il valore economico di un carattere, potenziale obiettivo di selezione, è usualmentedefinito come la “variazione marginale dell’efficienza del sistema produttivo inesame, causata dal miglioramento genetico di una unità di misura del carattereconsiderato” (Groen). A questa univocità della definizione concettuale, noncorrisponde però una pari uniformità metodologica nel calcolo effettivo dei valorieconomici; al contrario, la letteratura sull’argomento delinea un ventaglio assaiampio di metodi di calcolo alternativi che si differenziano per:1) la definizione della efficienza produttiva, che può essere valutata in terminieconomici o in termini biologici;2) la precisazione dell’interesse al miglioramento genetico da individuare fra lamassimizzazione del profitto, la riduzione dei costi di produzione, l’aumento deiricavo per unità di investimento, ecc.;3) l’individuazione del sistema produttivo, sia per quanto concerne il livello diriferimento (singolo animale in produzione, allevamento, intero settore regionale onazionale), che in riguardo alla base di valutazione (numero costante di animali,fattori di produzione costanti, quantità di un determinato prodotto costante);7

6[2] V(dR) = 2F ⋅ V(A)in cui F è il tasso medio di consanguineità (cfr. il capitolo 10) e V(A) è la varianzagenetica additiva, cioè la quota della variabilità fenotipica totale attribuita all'effettoadditivo dei poligeni (cfr. capitolo 3) e ricavabile direttamente dall’ereditabilità (cfr.capitolo 4).Poiché all'aumentare della V(dR) aumenta la probabilità di ottenere guadagnigenetici molto inferiori al valore atteso, un alto valore della varianza corrisponde sulversante economico ad un alto coefficiente di rischio che si deve associareall'investimento richiesto per la realizzazione del progetto di miglioramento.Solitamente V(dR) aumenta all'aumentare del guadagno genetico atteso E(dR)secondo una relazione del tipo quadratico, il che significa che più ci si avvicina almassimo di E(dR) più rapidamente aumenta la varianza e quindi il rischio direalizzare in pratica un guadagno molto più piccolo del valore atteso.Poichè il profitto ottenibile con un dato schema di selezione U(dR) è legato sia alguadagno genetico che al quadrato della sua varianza, una funzione economica dellescelte possibili degli operatori avrà la forma:[3] U(dR) = E(dR) - w(dR)2dove w è un parametro che misura, in una scala arbitraria, il livello medio diavversione al rischio degli operatori in una specifica situazione. Una funzione diutilità deve infatti aumentare con il profitto atteso e diminuire con l'aumentare delrischio di perdita, ma il peso che si deve attribuire a quest'ultimo dipendedall'atteggiamento degli operatori che può essere favorevole o mediamenteindifferente al rischio. D'altro canto, poiché la funzione [3] raggiunge un massimorelativo per E(dR) =1/(2w), l'insieme dei valori per cui U(dR) mantiene unsignificato deve essere limitato all'intervallo fra E(dR) = 0 e E(dR) = 1/(2w). Diconseguenza occorre minimizzare la probabilità di avere E(dR) > 1/(2w) e questacondizione è soddisfatta se si sceglie il parametro w in modo che 1/(2w) sia uguale alvalore più grande di [E(dR) + 2σ(dR)] tra quelli che si ottengono per i diversischemi di selezione alternativi in esame. In questa ipotesi, cioè ponendo:[4] w = 1/2Max [E(V(dR)) +2σ(dR)]in cui σ(dR) è la radice quadrata della varianza del progresso atteso, il parametro wsi riferisce all'atteggiamento di massima avversione al rischio.Sostituendo questo valore nella relazione [3] si possono calcolare i valori dellafunzione di utilità relativa ai diversi schemi di selezione in esame ed individuare loschema specifico, la cui scelta corrisponderà alla decisione più razionale sottol'aspetto economico. Evidentemente cambiando il valore di w cambia anche la scaladella razionalità economica delle scelte possibili con la conseguenza che un sistemaottimizzato per il guadagno genetico atteso può non godere la preferenza deglioperatori in un clima di generale avversione al rischio, ma essere scelto in imprese ilcui atteggiamento favorevole al rischio fa ritenere che un maggior guadagno attesocompensi la crescita del rischio associato.6

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!