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MONDO CONTADINO - Ufficio Stampa - Provincia autonoma di Trento

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RUBRICHEspecialetrentingrana56Walter NicolettiA come AgricolturaALIMENTAZIONE, AMBIENTENotizie IASMA Silvia Ceschiniue Informa a cura <strong>di</strong> Europe DirectNotizie a cura <strong>di</strong> Sergio Ferrari31Dall’idea del primo casaro (noneso) al Gruppo formaggidel Trentino: la storia, la tecnica, la filiera dal fieno allastagionatura del “re” dei formaggi trentini. In 20 paginetutto ciò che c’è da sapere su un’eccellenza in forma da85 anni e che vuole mantenere la tipicità in un mondo checambia. Un obiettivo affidato a un manuale <strong>di</strong> buone praticheper gli allevatori, all’aggiornamento del <strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong>produzione, all’ottimizzazione del sistema <strong>di</strong> monitoraggioe controllo dello standard qualitativo.Orto e <strong>di</strong>ntorni:ALLORORicette conta<strong>di</strong>neIris Fontanari63Scaffale a cura <strong>di</strong> Silvia VernacciniCIBO E SALUTE72TÈ VERDE,L’ELISIRCHE VIENEDALL’ORIENTECarmelo BrunoASSOCIAZIONI62ACQUAVITI D’OROPREMIATEDALL’ANAGIL BUONOCHE VIENEDAL FREDDORosaria LucchiniFIRMATO PROVINCIATECNICA, RICERCA, SPERIMENTAZIONERETI ANTIGRANDINE,OPPORTUNITÀE PROBLEMI NEL 2011Piergiorgio Ianes50DIDYMOSPHENIA GEMINATAUN’ALGA DI INTERESSEINTERNAZIONALEMaria Elena Beltrami, Francesca Ciutti,Cristina CappellettiUN BUON INVERNOPER LE NOSTRE APIFranco GattiTECNICA FLASHa cura <strong>di</strong> Sergio Ferrari


tt 05 anno LVI4


tt 05 anno LVIL’EDITORIALEProdotti <strong>di</strong> montagnaun riconoscimento ATTESOTiziano MellariniAssessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione<strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>In queste settimane il mondo agricolo sta vivendoun periodo <strong>di</strong> grande attenzione aquelle che saranno le nuove linee <strong>di</strong> sostegnodella Politica Agricola Comunitaria (PAC). LaCommissione europea e il Parlamento europeo,per la prima volta in un contesto <strong>di</strong> codecisione,hanno presentato il 12 ottobre scorso le nuove proposte<strong>di</strong> regolamentazione che accompagneranno fino al2020 le <strong>di</strong>verse misure <strong>di</strong> aiuto e gli in<strong>di</strong>rizzi produttividella nuova Politica agricola comune.In particolare, la PAC assume una <strong>di</strong>mensione delicata– e per certi versi - ancora più ricca <strong>di</strong> opportunità,proprio perché si sovrappone ad un periodo <strong>di</strong> generaleriorganizzazione dell’economia mon<strong>di</strong>ale dovel’agricoltura potrà recuperare un ruolo centrale, anchein considerazione della crisi strutturale del compartoindustriale.In questo contesto, le regioni della montagna si sonoparticolarmente <strong>di</strong>stinte mettendo a sinergia le propriecompetenze e presentando a Bruxelles le proprie specificherichieste a sostegno degli operatori rurali dellospazio alpino.L’agricoltura <strong>di</strong> montagna è da sempre caratterizzatae orientata alle produzioni tipiche e <strong>di</strong> qualità che dovrebberoriuscire a tradurre adeguate remunerazioni aiproduttori. Per sviluppare queste con<strong>di</strong>zioni, <strong>di</strong> concertocon le altre regioni dell’Arco alpino, ci siamo particolarmenteadoperati affinché la nuova proposta <strong>di</strong>politica comunitaria contenesse quell’attenzione oggiparticolarmente necessaria e auspicata.Nella definizione del “pacchetto qualità”, che ha costituitouno dei primi documenti della nuova PAC, è statoinserito il riconoscimento comunitario per i prodotti <strong>di</strong>qualità e in particolare per i prodotti <strong>di</strong> qualità per lamontagna. Questo percorso è davvero rilevante perchéci consentirà in futuro <strong>di</strong> agganciare e valorizzareanche l’importante investimento che la <strong>Provincia</strong>ha iniziato con l’approvazione del marchio <strong>di</strong> “QualitàTrentino”.In questo contesto, cosa sta facendo il Trentino? Nei<strong>di</strong>versi settori – frutta, vino, allevamento – sono stateconsolidate specifiche politiche <strong>di</strong> promozione dellaqualità a rafforzamento dei singoli brand che potrannousufruire, attraverso una logica <strong>di</strong> sistema, del sostegnodel marchio “Qualità Trentino”. Per raggiungerequesto obiettivo, sono stati approvati specifici <strong>di</strong>sciplinariproduttivi volti a <strong>di</strong>stinguere e caratterizzare ulteriormentela qualità dei nostri prodotti.Così, ad esempio, nel comparto dei formaggi è statarecentemente promossa la denominazione del Puzzone<strong>di</strong> Moena – <strong>di</strong> cui si parla in questo stesso numero<strong>di</strong> Terra Trentina - e stiamo lavorando per proporredenominazioni per ulteriori prodotti quali il Casolet, ilVezzena e lo stesso Trentingrana. Ma non solo. Il sostegnoche attraverso la Camera <strong>di</strong> Commercio e TrentinoMarketing Spa si è saputo assicurare al progetto<strong>Trento</strong>doc rappresenta l’impegno posto sui prodottiambasciatori del nostro territorio e costituisce un punto<strong>di</strong> riferimento e un modello per altri ambiti e settori legatial mondo agricolo, nella convinzione che sono lasinergia e l’attenzione ai vari aspetti, da quelli produttivia quelli commerciali, che possono fare la fortuna <strong>di</strong> unprodotto.In questo solco, è opportuno proseguire anche su altrenicchie quali la farina <strong>di</strong> Storo, le castagne, l’orticolturabiologica della Val <strong>di</strong> Gresta, i piccoli frutti, le trotetrentine, il salmerino alpino, ecc. Il nostro impegno saràquello <strong>di</strong> garantire nella definizione dei nuovi regolamentil’attenzione e il sostegno necessari a garantireil prosieguo delle coltivazioni nel nostro territorio svantaggiato<strong>di</strong> montagna. Ciò nella convinzione e consapevolezzadel ruolo imprescin<strong>di</strong>bile dell’agricolturaquale fattore <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a, tutela e valorizzazionedella montagna.5


PRIMO PIANOtt 05 anno LVI100.000i trentini sovrappeso (28 %),28.000 obesi (8 %).Il 24 % degli adulti segueuna <strong>di</strong>eta, ma solo nel 39 %dei casi perché consigliatida un operatore sanitarioIntervista ad AntonioCosta, <strong>di</strong>rettore delServizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>eteticae nutrizione clinicadell’ApssI TRENTINIA TAVOLA“Virtuosi, ma snobbano la colazione.Poca frutta e verdura ai bambini,ma la filiera corta può aiutarli”Lorenzo Roton<strong>di</strong>8Come si alimentano i trentini?Meglio che in altre regioni,ma anche qui i problemi nonmancano. L’Osservatorioprovinciale per la salute e ilDipartimento <strong>di</strong> prevenzione dell’Aziendasanitaria, li hanno messi sulla bilancia (chenon mente mai!), stu<strong>di</strong>andone i vizi e virtùa tavola, le abitu<strong>di</strong>ni (buone e cattive) alimentari,il loro rapporto con il cibo (anche <strong>di</strong>quello destinato ai figli) e con la “<strong>di</strong>eta” (quellaconsigliata dal me<strong>di</strong>co e quella fai da te).Risultato dell’indagine: 100.000 (centomila) isovrappeso, 28.000 gli obesi, rispettivamenteil 28 e l’8 % della popolazione. Sommatifanno più <strong>di</strong> un terzo dei residenti.I consapevoli ci sono, ma non sono molti:solo il 24 % degli adulti in sovrappeso, infatti,segue una <strong>di</strong>eta, ancorchè nel 39 % deicasi sotto consiglio <strong>di</strong> un operatore sanitario.Un problema che non tocca solo gli adulti:6.700 bambini trentini (1 ogni 5) presentanoun eccesso ponderale, sono cioè sovrappeso,1.100 <strong>di</strong> questi sono obesi.I dati sulla situazione relativa al problemadell’eccesso ponderale nella nostra provinciasono stati <strong>di</strong>ffusi il 10 ottobre scorsoin occasione dell’Obesity Day, giornata <strong>di</strong>sensibilizzazione promossa a livello nazionaledall’Associazione italiana <strong>di</strong> <strong>di</strong>etetica enutrizione clinica. Abbiamo chiesto <strong>di</strong> commentarlial dottor Antonio Costa, <strong>di</strong>rettoredel Servizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>etetica e nutrizione clinicadell’Azienda provinciale per i servizi sanitari,parlando con lui <strong>di</strong> nutrizione, abitu<strong>di</strong>ni alimentari,filiera agroalimentare, qualità deiprodotti trentini, rapporto tra cibo, peso esalute.Come sono i trentini dal punto <strong>di</strong> vista alimentare?Come si nutrono?C’è, in generale, una scarsa attitu<strong>di</strong>ne afare colazione, che spesso è troppo veloceo troppo povera. Si mangia poca frutta everdura, e questo riguarda specialmente ibambini. Si tratta <strong>di</strong> alimenti importanti perl’apporto <strong>di</strong> sali minerali e vitamine ma anche<strong>di</strong> fibre, tutti elementi in<strong>di</strong>spensabili alnostro organismo. Le cattive abitu<strong>di</strong>ni alimentarisono “contagiose”: non sempre, perfortuna, ma spesso. Lo si può notare nellefamiglie dove sono soprappeso i genitori eanche i figli.Nella <strong>di</strong>eta trentina cosa c’è <strong>di</strong> particolarmentesano o, al contrario, <strong>di</strong> carente dalpunto <strong>di</strong> vista nutrizionale?Oggi la produzione agroalimentare trentinaè più che sod<strong>di</strong>sfacente. Carni, formaggi,latte, frutta e verdura non hanno niente dainvi<strong>di</strong>are a nessuno dal punto <strong>di</strong> vista nutrizionale.Tutto ciò che è prodotto nelle nostrevalli è <strong>di</strong> buona qualità dal punto <strong>di</strong> vista bromatologico,cioè dei suoi componenti. Questiprodotti hanno inoltre il vantaggio <strong>di</strong> essere<strong>di</strong>etro la porta <strong>di</strong> casa. Quin<strong>di</strong> possiamoapprofittare dei vantaggi della filiera corta,con riduzione dei costi <strong>di</strong> trasporto e minorimpatto dei conservanti, mettendo in tavolaalimenti freschi, che contengono quin<strong>di</strong> tuttele proprietà benefiche come antiossidanti,vitamine e sali minerali in buono stato <strong>di</strong>conservazione, quin<strong>di</strong> ottimali per essereassunti dall’organismo. L’unica attenzioneche si deve avere è relativa all’eccesso.Cosa succede ad un prodotto alimentareche viene da lontano?Accade spesso che deve essere trattatocon conservanti o tenuto in celle particolari.Dal punto <strong>di</strong> vista nutrizionale perde semprequalcosa.I trentini sono buoni o cattivi mangiatori?Stando ai dati recentemente <strong>di</strong>ffusi a proposito<strong>di</strong> sovrappeso e obesità e confrontandocicon le altre regioni italiane, possiamo<strong>di</strong>re <strong>di</strong> far parte del gruppo <strong>di</strong> chi è messomeglio. Ma non è sufficiente, perché le personein sovrappeso o in stato <strong>di</strong> obesità, senon opportunamente curate, potranno averein futuro danni seri. Sono problematiche chevanno monitorate anche attraverso la prevenzione<strong>di</strong> primo livello, attraverso l’edu-


tt 05 anno LVIPRIMO PIANO6.700i bambini trentini(1 ogni 5)in eccesso ponderale,1.100 dei quali obesiIl 47 %dei trentiniin sovrappesoè convinto<strong>di</strong> pesare“più o meno giusto”Il 31 %dei bambini non fa unacolazione adeguata(il 4 % non la fa affatto).Il 37 % non fa unamerenda <strong>di</strong> metàmattina adeguataIl 15,5 %dei bambini bevepiù <strong>di</strong> una volta al giornobibite zuccherate.Il 60 % meno <strong>di</strong>una volta al giornocazione a scuola e in famiglia sulla correttaalimentazione. La gente deve sapere perchéè importante assumere carboidrati, proteine,grassi, vitamine, eccetera; deve sapere cheè importante che questi nutrienti siano inequilibrio tra loro e che questo rapporto puòessere sbilanciato solamente in casi ben determinati,in caso <strong>di</strong> terapie particolari, perprecise patologie.La <strong>di</strong>eta è sempre personale quin<strong>di</strong>, ma èpossibile dare qualche in<strong>di</strong>cazione validaper tutti dal punto <strong>di</strong> vista alimentare enutrizionale?Innanzi tutto si deve considerare il peso rapportatoall’altezza della persona; quandoquesto “in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea” è sotto osopra determinati livelli considerati normali,ci si deve chiedere il perché. Anche per chiè nella norma ci sono comunque delle normegenerali da rispettare: le proteine devonoessere circa 10%-15%, i gluci<strong>di</strong> 50-55%,i lipi<strong>di</strong> 30-35% del totale. Ognuno <strong>di</strong> questielementi ha delle funzioni fondamentali perl’organismo che, ricor<strong>di</strong>amolo, non è mai infase statica ma in continua trasformazione:crea, <strong>di</strong>strugge e rifà da capo.Riassumendo, la <strong>di</strong>eta deve essere varia,attenta alla quantità e alla qualità <strong>di</strong> quelloche si mangia.Proprio così. Occorre considerare inoltreche l’alimentazione è anche un fatto sociale.Non si devono avere atteggiamenti eccessivamenterestrittivi: anche chi è a <strong>di</strong>eta puòuscire a mangiare con gli amici una voltaalla settimana, senza esagerare ma consumandoanche alimenti che <strong>di</strong> solito limita. Incaso <strong>di</strong> dubbi ci si deve comunque rivolgerea specialisti, anche il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base, ed evitarele <strong>di</strong>ete fai da te, che non consentono <strong>di</strong>ottenere risultati stabili e che possono fareanche danni.Mangiare bene costa <strong>di</strong> più?Se mi riferisco alla filiera corta, <strong>di</strong>co <strong>di</strong> no. Aumentandola povertà, c’è però il rischio che siconsumino maggiormente “cibi spazzatura”,che costano meno ma che hanno proprietànutrizionali non ottimali, ipercalorici, per cuiabbiamo l’assurdo dell’obesità nella povertà.Si potrebbe pensare <strong>di</strong> vivere solo con iprodotti del proprio territorio, o questopotrebbe portare a problemi dal punto <strong>di</strong>vista nutrizionale?Teoricamente sarebbe perfettamente possibile,in pratica no perché non c’è una produzione<strong>di</strong> ogni alimento tale da sod<strong>di</strong>sfare ladomanda. Ciò non vuol <strong>di</strong>re comunque chei prodotti che importiamo non siano buoni,anzi. Penso ai surgelati, in particolare al pesce,che dovrebbe essere presente sulle nostretavole almeno due volte alla settimana.Cosa si può fare per accrescere la conoscenzadella popolazione su questi temi?Si potrebbe partire dalla scuola con dei concettibase <strong>di</strong> fisiologia o <strong>di</strong> biochimica. Pensoperò che vada <strong>di</strong>ffusa la cultura dell’alimentazioneattraverso un’informazione continuasui me<strong>di</strong>a fatta da professionisti preparati.Per saperne <strong>di</strong> più c’è il Servizio <strong>di</strong> Dieteticae Nutrizione Clinica dell’Azienda<strong>Provincia</strong>le per i Servizi Sanitari, che lei<strong>di</strong>rige: <strong>di</strong> cosa si occupa il servizio, a chisi rivolge?Si occupa <strong>di</strong> nutrizione a 360 gra<strong>di</strong>, trattandole patologie <strong>di</strong> interesse internistico, chirurgico,neurologico, oncologico ecc. e, nonultimo, tutto quello che riguarda la nutrizioneartificiale. Per prenotare una visita presso inostri ambulatori basta telefonare alla segreteriadel nostro Servizio <strong>di</strong> Dietetica eNutrizione Clinica.9Quando si può <strong>di</strong>re che una persona haproblemi dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>etetico enutrizionale?Vanno <strong>di</strong>stinte due categorie: la prima comprendecoloro che hanno <strong>di</strong>sturbi del comportamentoalimentare, quin<strong>di</strong> parliamo <strong>di</strong>anoressia e bulimia nervosa, patologie chehanno bisogno <strong>di</strong> un trattamento particolareche va affrontato da una vera e propriaequipe <strong>di</strong> professionisti; la seconda comprendesovrappeso e obesità, una patologiache può <strong>di</strong>ventare cronica se non siinterviene in tempi abbastanza rapi<strong>di</strong> e chepuò portare ad altre malattie gravi.Rientrano poi tra le persone che hanno bisogno<strong>di</strong> un trattamento nutrizionale i pazientiche hanno malattie importanti, comei <strong>di</strong>abetici o quelli che hanno problemi <strong>di</strong>metabolismo o <strong>di</strong> ipertensione, patologie“La <strong>di</strong>etaè una terapia,prima ci vuolela <strong>di</strong>agnosi”gastrointestinali, ed i pazienti chirurgici eoncologici.Quando una <strong>di</strong>eta è appropriata?Bisogna partire dal concetto che la <strong>di</strong>eta èuna terapia e va quin<strong>di</strong> somministrata, alpari delle altre terapie, dopo aver fatto una<strong>di</strong>agnosi che deve tener conto delle patologieo dello stato <strong>di</strong> benessere della personadeterminando, <strong>di</strong> conseguenza, una <strong>di</strong>versificazionedegli interventi. La <strong>di</strong>eta non èun fatto estetico e fondamentale è il rapportotra benessere e corretta nutrizione.Quali segnali ci possono far capire chequalcosa non va nelle abitu<strong>di</strong>ni alimentarinostre o dei nostri figli?La prima cosa è osservare come si mangia.è importante il controllo visivo, anche dellostato fisico della persona. La caratteristicadell’anoressico è quella <strong>di</strong> sminuzzare moltoil cibo, porlo al bordo del piatto, mangiarelentamente e avanzare sempre qualcosa. Ilbulimico invece tende a far sparire il cibodal piatto in pochi secon<strong>di</strong> e poi mangia ancora,in uno stato compulsivo che è in<strong>di</strong>ce<strong>di</strong> una situazione emotiva che porta a trovaresod<strong>di</strong>sfazione o tranquillità nell’abuso<strong>di</strong> cibo. Talvolta questo comportamento èaccompagnato da vomito autoindotto.


PRIMO PIANOtt 05 anno LVIProdotti locali a basso impattoambientale nel futuro della ristorazionecollettiva in TrentinoEDUCAZIONEALIMENTAREORA CI SONOLE LINEE GUIDA10Il 23 settembre scorso la Giunta provinciale ha approvato,su proposta degli assessori Mellarini (agricoltura), Dalmaso(istruzione), Olivi (commercio) e Rossi (salute), le“Linee guida per la redazione del programma per l’orientamentodei consumi e l’educazione alimentare”, programmaprevisto dall’art. 4 della Legge provinciale 3 novembre 2009, n.13 “Norme per la promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari abasso impatto ambientale e per l’educazione alimentare e il consumoconsapevole”. Il documento, frutto <strong>di</strong> un lavoro inter<strong>di</strong>partimentale,in<strong>di</strong>vidua le linee d’in<strong>di</strong>rizzo e gli ambiti d’attività per la redazione<strong>di</strong> un articolato programma per sensibilizzare ed educare la comunitàad una corretta alimentazione.LA NUOVA PIRAMIDEALIMENTAREOltre ad in<strong>di</strong>viduare gli elementi basilari per un’alimentazione salutare,in conformità a quanto stabilito dall’Istituto Nazionale <strong>di</strong> ricercaper gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), il documento evidenzia gliaspetti positivi legati all’utilizzo <strong>di</strong> prodotti agricoli e agro alimentari<strong>di</strong> qualità riconosciuta e certificata, biologici ed a basso impatto ambientale.Al modello tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> piramide alimentare viene quin<strong>di</strong>affiancata una “nuova piramide” che propone un profilo sostenibiledell’alimentazione anche dal punto <strong>di</strong> vista dell’impatto ambientale.Tale modello tiene conto dell’impronta ecologica degli alimenti, considerandol’incidenza che ogni categoria d’alimenti ha sull’ambienteprincipalmente in termini d’emissioni <strong>di</strong> gas serra, consumo d’acqua,risorse energetiche e sfruttamento del suolo. È importante notareche gli alimenti più salutari, <strong>di</strong> cui si raccomanda un consumo frequente,sono anche quelli che inquinano meno per quanto riguardal’immissione nell’atmosfera <strong>di</strong> CO2.LA FORMAZIONEDEGLI OPERATORIIn considerazione della crescente importanza della ristorazionecollettiva il documento in<strong>di</strong>vidua le linee d’in<strong>di</strong>rizzo per formare edFederico Bigaran<strong>Ufficio</strong> per le produzioni biologiche<strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>educare gli operatori della ristorazione collettiva (mense pubbliche eprivate), per favorire l’acquisizione e la messa in pratica <strong>di</strong> quelle conoscenzee competenze che possano condurre a stili <strong>di</strong> vita orientatial benessere ed alla prevenzione.Il documento affronta inoltre il problema dei regimi <strong>di</strong>etetici particolarinecessari per i soggetti affetti da intolleranza alimentare, nonchè gliaspetti operativi ed organizzativi connessi con la filiera dei prodottiagroalimentari <strong>di</strong> qualità ed a basso impatto ambientale.GLI ACCORDIDI FILIERAAll’effettiva <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> tali prodotti per il largo consumo è possibilearrivare migliorando l’insieme delle attività che concorrono allaloro produzione, <strong>di</strong>stribuzione, commercializzazione e fornitura. Attraversoopportuni “accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> filiera” è infatti possibile coor<strong>di</strong>nare edorganizzare operazioni ed interventi per l’aggregazione <strong>di</strong> vari soggettiche operano nei <strong>di</strong>versi segmenti.Attraverso uno schema attuativo, il documento mette in relazionegli obiettivi specifici del programma con le corrispondenti azioni el’ambito normativo e programmatorio interessato. Sulla base dellein<strong>di</strong>cazioni contenute nelle Linee Guida i vari Dipartimenti provincialicoinvolti (agricoltura, istruzione, sanità, turismo, attività economiche)dovranno ora elaborare un programma operativo.


ATTUALITàtt 05 anno LVI12<strong>MONDO</strong><strong>CONTADINO</strong>


tt 05 anno LVIATTUALITàA Roncone il primo Festivaldell’enogastronomia ruraleSergio Ferrari“Solo la civiltà conta<strong>di</strong>na ci salverà“. Lo ha affermato in unarecente intervista il regista ErmannoOlmi che ha prodottofilm in<strong>di</strong>menticabili sul mondorurale ed i suoi valori. La frase rispecchiaperfettamente l’idea base che ha guidato gliorganizzatori <strong>di</strong> “Mondo Conta<strong>di</strong>no”, primofestival dell’enogastronomia rurale (e moltoaltro) che si è svolto a Roncone in Val delleChiese il 24 e 25 settembre scorsi. “MondoConta<strong>di</strong>no” è un appuntamento ideato perpromuovere e valorizzare il territorio, le tra<strong>di</strong>zionied i prodotti della valle del Chiese in unmomento <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> confronto fra agricoltori,allevatori, artigiani e visitatori. Non acaso gli organizzatori hanno fatto coinciderela prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Mondo Conta<strong>di</strong>no con latra<strong>di</strong>zionale Mostra del bestiame bovino, chesi svolge dagli anni ’60 sull’estesa spianataprativa che scende verso il lago <strong>di</strong> Roncone.I giornalisti, che partecipavano ad un educationalstampa <strong>di</strong> tre giorni, hanno coltostupefatti già al primo impatto con la Mostradel bestiame l’immagine <strong>di</strong> giovani e giovanissimiallevatori che aiutavano con gioia edorgoglio gli adulti a condurre vacche, vitellee manze <strong>di</strong> razza Bruna, Frisona, Rendenae Pezzata rossa davanti ai giu<strong>di</strong>ci nazionalie della Federazione provinciale allevatori <strong>di</strong><strong>Trento</strong> per la valutazione <strong>di</strong> merito ai fini dellaclassifica finale delle migliori.Una presenza da protagonisti, quella deigiovani allevatori, sottolineata dallo stessoassessore provinciale all’agricoltura TizianoMellarini: “Rappresentano una sicura garanziaper la continuità <strong>di</strong> un settore che rivestegrande importanza nell’economia della valledel Chiese”.Poco <strong>di</strong>stante dalla Mostra, il cuore autentico<strong>di</strong> Mondo Conta<strong>di</strong>no: una “piazza” sucui si affacciavano 16 casette <strong>di</strong> legno nellequali facevano bella mostra vari prodottienogastronomici e oggetti <strong>di</strong> artigianato locale.Nella palazzina alle spalle, in una salae negli spazi a<strong>di</strong>acenti, quattro “laboratoriesperienziali”: il mondo <strong>di</strong> Maya (api e prodottidell’alveare); l’albero racconta (i segretidegli alberi celati nei cerchi annuali del legnoe l’antica arte locale della scultura lignea), leerbe officinali; il laboratorio del burro e formaggio.Tra i motivi <strong>di</strong> maggiore interesse che hannoanimato questa prima e<strong>di</strong>zione del festival,una seduta <strong>di</strong> assaggi guidati da esperti <strong>di</strong>vari formaggi provenienti dalle malghe dellazona abbinati a vini autoctoni del Trentino,(Lambrusco della Bassa Vallagarina, Negraradella Valsugana, Groppello <strong>di</strong> Revò)un tempo tenuti in grande conto ed ora fortementeri<strong>di</strong>mensionati insieme ai rispettivivitigni e vigneti.Grande attenzione e curiosità per la “nascita”del formaggio Spressa delle Giu<strong>di</strong>carie,una magia che ha rapito una piccola folla <strong>di</strong>ragazzi e adulti: in un recinto attrezzato nelgrande prato <strong>di</strong> “Mondo Conta<strong>di</strong>no” la filieraproduttiva del formaggio simbolo della Valledel Chiese, che si fregia della denominazione<strong>di</strong> origine protetta (DOP), è stata riprodottapasso dopo passo. Ma non solo Spressadelle Giu<strong>di</strong>carie, anche carne salada, trotee salmerini <strong>di</strong> monte, la celebre farina dapolenta <strong>di</strong> Storo, prodotti validamente propostie valorizzati nei giorni del festival dairistoranti della valle, dove abili chef hannoillustrato i vari piatti proposti, tutti a base <strong>di</strong>prodotti locali, talora interpretati secondoantica tra<strong>di</strong>zione, ma anche con varianti einnovazioni tutt’altro che casuali. Se l’eccellenzadella farina <strong>di</strong> Storo era da molti conosciutaed apprezzata da tempo, il salmerino<strong>di</strong> monte è stato invece una piacevolissimascoperta.Affascinanti per la loro antica architettura lebaite sparse sul versante destro della Valledel Chiese. Vere e proprie “ca’ da mont”,cioè <strong>di</strong>more stagionali per gli agricoltori chein estate salgono sull’altipiano <strong>di</strong> Bonipratiper fare il fieno o accu<strong>di</strong>re il bestiame bovinoalpeggiato. Tutto questo, ed altro ancora, èstato “Mondo Conta<strong>di</strong>no”, una prima e<strong>di</strong>zioneche ha colto nel segno, attirando qualchemigliaio <strong>di</strong> persone. Un’occasione <strong>di</strong> incontrocon i riti, i sapori e i saperi <strong>di</strong> agricoltorie allevatori, ma anche con una valle che hamolto da offrire e che ora vuole valorizzarela propria identità e vocazione territoriale, ilproprio contesto ambientale, storico e culturale.In molti hanno colto l’opportunità <strong>di</strong> visitareil Sentiero etnografico <strong>di</strong> rio Caino e CasaMuseo Marascalchi, o <strong>di</strong> assistere allo spettacoloteatrale all’aperto de<strong>di</strong>cato alla storia<strong>di</strong> Fra Dolcino. Davvero emozionante la visitaai forti Larino e Corno della prima guerramon<strong>di</strong>ale. Quattro chilometri <strong>di</strong> ripida ascesaed un salto altimetrico <strong>di</strong> 400 metri, superatinon senza fatica, sono stati ampiamentecompensati dall’esposizione competentee coinvolgente dell’accompagnatore <strong>di</strong> territorioRoberto Panelatti, attuale sindaco <strong>di</strong>Praso. Il suo sogno? Invitare per una giornatapersone <strong>di</strong> tutte le nazionalità <strong>di</strong>scendentidei soldati che nei forti hanno trascorso,fronteggiandosi, quattro anni <strong>di</strong> guerra. Meriterebbeun aiuto per realizzarlo.13


ATTUALITàtt 05 anno LVIVALLE DEL CHIESEUn prodottoturisticopensato comeun’opportunitàper l’interavalle16Esperienza RuraleCome avveniva la lavorazionedel ferro nelle antiche fucinedella Valle del Chiese? Qualisono le erbe officinali untempo utilizzate da StregaBrigida per preparare magici infusi? Comefunzionava il vecchio mulino per macinareorzo, frumento, segale, avena, grano saracenoe la tipica farina da polenta <strong>di</strong> Storo,oggi ricercata eccellenza tra le produzionilocali? Come si produce e che saporeha la Spressa <strong>di</strong> Roncone? E quali segretinasconde la corteccia <strong>di</strong> una pianta e qualisono le caratteristiche del cosiddetto “legnameda opera”? Sono numerose le tematicheselezionate per approfon<strong>di</strong>re la conoscenzadegli antichi mestieri e delle tra<strong>di</strong>zioni ruralidella Valle del Chiese e che oggi è possibileritrovare e toccare con mano grazie a“Esperienza Rurale”, il nuovo progetto <strong>di</strong> offertaturistica avviato nel 2009 dal ConsorzioValle del Chiese che mira a promuovere unosviluppo turistico ed economico sostenibileattraverso la valorizzazione del patrimoniorurale.Le proposte del nuovo prodotto hanno presoil via proprio nelle scorse settimane conil rilancio del Sentiero etnografico del RioCaino, un percorso naturale tra i mestieridel passato e la cultura conta<strong>di</strong>na, ed hannotrovato una propria vetrina in occasione<strong>di</strong> “Mondo Conta<strong>di</strong>no”, il primo Festivaldell’enogastronomia rurale che si è tenuto aRoncone gli ultimi giorni <strong>di</strong> settembre. Un’occasioneper sperimentare e vivere percorsiguidati sul territorio, laboratori <strong>di</strong>dattici legatialla sfera rurale dove i protagonisti, oltre aituristi stessi, sono i concetti <strong>di</strong> autenticità egenuinità dell’opera dell’uomo, sempre inperfetta armonia con l’ambiente circostante.“Il punto <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> questo nuovo prodotto turistico– spiega Massimo Valenti – presidentedel Consorzio turistico – è la sinergia chesiamo riusciti a creare sul territorio; questaofferta è pensata come un’opportunità perl’intera valle”.All’interno del progetto Listen è stata inoltreinaugurata durante l’estate la nuova vetrinaolografica installata presso la sede del Consorzioturistico, una “finestra touch screen”su tutta la valle attiva 34h su 24: toccandolo schermo si aprono i <strong>di</strong>versi scenari attraversoi quali è possibile approfon<strong>di</strong>re la conoscenzadelle realtà rurali locali: il già citatoSentiero etnografico del Rio Caino, il museoconta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Casa Marascalchi, il Museodell’antica civiltà <strong>di</strong> Bondo, Castel Romano,la <strong>di</strong>mora dei Lodron, i signori della valle,oscoprire i borghi, le produzioni tipiche. Enaturalmente la guida all’ospitalità completa<strong>di</strong> tutte le informazioni <strong>di</strong> servizio e il posizionamentosulla mappa interattiva delle strutturericettive.Info: www.visitchiese.ithttp://me<strong>di</strong>a.canarywharf.it/valledelchiese/comunicati_stampa.html


ATTUALITàtt 05 anno LVISopra i vigneti, sotto la cantina:così si presenta la nuova cantina Mori Colli Zugna.Sopra: la barricaia22LA SUPERCAN“NASCOSTA”Bortolo BertanzaDalla vendemmia <strong>di</strong> quest’anno,e precisamente dal 22agosto, come programmato,è operativa la cantina socialeipogea (sotterranea) piùgrande d’Europa. Una cantina, la “Mori ColliZugna”, all’avanguar<strong>di</strong>a e che si avvale <strong>di</strong>tutte le più moderne tecnologie del settoreenologico, basti pensare che è la prima inItalia a gestire totalmente i conferimenti conun sistema informatizzato e <strong>di</strong> tracciabilitàdelle uve che consente <strong>di</strong> risalire alla provenienzadelle uve per lotti <strong>di</strong> 300 quintali.Un battesimo coronato da un’annata eccezionale,per il buon grado zuccherino e l’aci<strong>di</strong>tà,previsti ottimi vini, anche se si registraun calo della produzione del 5 per cento acausa delle gran<strong>di</strong>nate estive e dei perio<strong>di</strong>siccitosi. La raccolta 2011 si attesta su oltre75.000 quintali <strong>di</strong> uva, con una ricettivitàgiornaliera <strong>di</strong> punta che è arrivata a 9.000quintali, senza provocare code <strong>di</strong> trattori elunghi tempi d’attesa nelle giornate più impegnative.I numeri e le strutture della cantina sonodavvero importanti: centomila ettolitri la capienzanei centomila metri cubi della sua volumetria,16 metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, 6.000 metri<strong>di</strong> spazi coperti, 250 botti inox, bottaia e barricaiacon centinaia <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> legno, ampipiazzali e corsie per il carriaggio.Un complesso costato quasi 20 milioni <strong>di</strong>euro, un impegno finanziario notevole sostenutoper il 40 % dalla <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong><strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, per il 30 % con la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> dueimmobili (la cantina nasce dalla fusione delledue cantine sociali <strong>di</strong> Mori e Serravalle), eper il rimanente 30 % a carico dei soci chenel corso <strong>di</strong> una quin<strong>di</strong>cina d’anni verserannoun importo dai quattro ai sette euro perquintale <strong>di</strong> uva conferita.Una scelta quella della costruzione dellanuova cantina che inizialmente ha suscitatoqualche perplessità fra la compagine sociale:molti erano infatti gli scettici, ma le sceltedei vertici hanno convinto i 720 soci che ora,a lavori ultimati, non nascondono il proprioorgoglio.


tt 05 anno LVIATTUALITàTINAOperativa la nuova“Mori Colli Zugna”,la più grande cantinasociale ipogead’Europa23C’è stata anche una volontà politica che hapermesso la realizzazione della nuova cantina,una variante al Prg, le assicurazioni sulfinanziamento pubblico da parte dall’assessoreall’agricoltura Tiziano Mellarini, nonchéla profusione <strong>di</strong> forze del <strong>di</strong>rettore generaleGermano Faes, del presidente Flavio Chizzolae del suo vice Paolo Saiani.Massima attenzione anche all’ambiente: oltrela metà dei due ettari <strong>di</strong> terreno occupatidal complesso è coltivata a vigneto, l’acquacalda e fredda è assicurata gratuitamente da12 sonde geotermiche che per tutto l’anno riscaldanoe rinfrescano l’area degli uffici e deilaboratori; in allestimento anche una batteria<strong>di</strong> pannelli solari.Annessa, anzi nel cuore della cantina, c’èanche una grande vinoteca (“Le more delgelso”) con ampi spazi a <strong>di</strong>sposizione perdegustazioni, convegni, appuntamenti pergli addetti del mondo della vitivinicoltura eun’ampia enoteca per la ven<strong>di</strong>ta al pubblicoche è stata inaugurata il 14 ottobre in occasione<strong>di</strong> “Cantine aperte”, manifestazione inoccasione della quale la nuova cantina è stataaperta alla visita del pubblico in tutti i suoiinnumerevoli meandri.A realizzare, su progetto dello Stu<strong>di</strong>o Tomasie Associati, questa “opera d’arte enologica”è stato un pool <strong>di</strong> aziende specializzate: l’impresaMarsilli <strong>di</strong> Rovereto per le opere murarie,la Defranceschi per i serbatoi inox, laTecnogen per tutte le tubazioni per lo spostamentodell’uva, la Benedetti per gli impiantielettrici, la Tecnoair per la ventilazione e lageotermica. Per quanto riguarda le risorseumane impegnate nella gestione dellacantina, sono una decina i <strong>di</strong>pendenti fissiai quali si aggiungono un’altra quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong>stagionali. Alla fine dell’anno lascerà l’incarico<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore generale Germano Faes, dopotrent’anni della sua guida, per lasciare il postoall’enologo Luciano Tranquillini che già operaall’interno dell’azienda.Per l’inaugurazione “ufficiale” della cantina,quando anche gli esterni saranno ultimati,appuntamento per tutti i soci, appassionati <strong>di</strong>vino e non solo, a marzo-aprile 2012.


ATTUALITàtt 05 anno LVILA SFT DI ALDENONEL NUOVO MAGAZZINO24Bortolo BertanzaDall’inizio della raccolta dellemele produzione 2011 ilConsorzio Cooperativo S.F.T(Società Frutticoltori Trentini)<strong>di</strong> Aldeno è totalmente operativonel nuovo stabilimento. La cooperativa,con una base sociale <strong>di</strong> 550 aziende, ènata dalla fusione, nel 2007, <strong>di</strong> altre due realtà,la Sav-Cofrut e la Soa, ed ha un bacino<strong>di</strong> raccolta che comprende la zona che va dasud <strong>di</strong> Mori a nord <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>.Nel 2008 sono iniziati i lavori <strong>di</strong> costruzionedel nuovo magazzino: una fitta palificazione,oltre 1000 pali <strong>di</strong> un metro <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro,conficcati per oltre sette metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà,hanno consolidato il terreno. La realizzazionedelle prime celle all’inizio del 2009, nel2010 il primo stoccaggio e nel 2011 l’entratain funzione delle sette linee <strong>di</strong> lavorazione,mentre entro l’anno sarà completata la palazzinauffici.Lo stabilimento, sorto a nord <strong>di</strong> Aldeno copreuna superficie <strong>di</strong> 43.000 metri quadrati <strong>di</strong> cuimetà coperti, 14.000 metri <strong>di</strong> celle (70) adatmosfera controllata per una capienza <strong>di</strong>220.000 quintali. Settemila metri sono occupatidalle sette linee <strong>di</strong> lavorazione, composteda due comparti: uno per la precalibratura,totalmente automatizzata, e l’altro comesala <strong>di</strong> impacco dove vengono confezionate,in imballaggi <strong>di</strong>stinti, le varie pezzature. Lecatene sono in grado <strong>di</strong> lavorare fino a 2.000quintali <strong>di</strong> prodotto al giorno con sette tipologie<strong>di</strong>verse <strong>di</strong> mele.Una settantina i <strong>di</strong>pendenti, 20 fissi fra impiegati,operai e frigoristi, una cinquantina glistagionali, che però lavorano per quasi <strong>di</strong>ecimesi l’anno.Il conferito si aggira me<strong>di</strong>amente, in questiultimi anni, sui 350.000 quintali <strong>di</strong> mele prodottesu una superficie <strong>di</strong> 600 ettari, <strong>di</strong> cui20.000 qt biologici, l’8 % della produzioneprovinciale ed il 35 % del prodotto del consorzio“la Trentina”, cooperativa <strong>di</strong> secondogrado alla quale SFT aderisce.E’ il primo anno che il conferimento del biologicoavviene in bins color arancione, una<strong>di</strong>stinzione ine<strong>di</strong>ta e netta anche per il colpod’occhio.Le varietà prevalenti restano la Golden e laStark, ma l’invito a mettere a <strong>di</strong>mora qualitàpiù red<strong>di</strong>tizie è stato recepito dai soci cheorientano i nuovi impianti con cultivar <strong>di</strong> qualitàcome la Rosy Glow (commercializzatacome Pink Lady), la Fuji e la Granny Smith.Un’annata drammatica – la definisce il <strong>di</strong>rettore,Armando Paoli – quella che si è appenaconclusa: ben tre gran<strong>di</strong>nate durante l’estate,due in luglio ed una in settembre, hannodevastato la produzione, con un danno<strong>di</strong> oltre il 75 %. Saranno solamente 50.000i quintali <strong>di</strong> buona qualità, oltre 150.000 andrannoall’industria e 250.000 saranno venduti,seppur danneggiati, a prezzi <strong>di</strong> realizzo.Il costo del magazzino finito arriverà a 35milioni <strong>di</strong> Euro, finanziati per il 40 per centodalla <strong>Provincia</strong> e per il rimanente dai socicon un contributo annuo <strong>di</strong> 0,035 centesimiper chilogrammo conferito.Per il momento non è prevista la <strong>di</strong>smissionedei vecchi magazzini. E’ invece prossimo a<strong>di</strong>ventare esecutivo un progetto che vedrà lacostruzione <strong>di</strong> 190 appartamenti, sull’areadello stabilimento <strong>di</strong> Aldeno. Appartamenti,<strong>di</strong> classe energetica B, che saranno realizzatiin 20 palazzine e che verranno messisul mercato a 2.000 euro il metro quadrato,un prezzo interessante per giovani coppieed altri censiti. Un progetto che sta a cuoreall’intero consiglio <strong>di</strong> amministrazione ed approvatodai vertici della Federazione Trentinadella Cooperazione.


tt 05 anno LVIATTUALITàEntro fine anno l’apertura del terzo bandoLEADER VAL DI SOLEA CHE PUNTO SIAMO25Angela MenguzzatoDipartimento Agricoltura e alimentazione - PATAdue anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal suo avvio,il quarto asse del Programma<strong>di</strong> Sviluppo Rurale procedea pieno ritmo. Negli ultimi mesi,infatti, per il Progetto LeaderVal <strong>di</strong> Sole sono cominciati i pagamenti delleiniziative approvate con il primo bando, èstato chiuso il secondo bando e si sta procedendoall’apertura del terzo, previsto entro lafine dell’anno.Leader sostiene progetti <strong>di</strong> sviluppo ruraleideati a livello locale, al fine <strong>di</strong> rivitalizzare ilterritorio e creare occupazione, attraversouno sviluppo integrato, endogeno e sostenibiledelle aree rurali (Terra Trentina n.9, 2009).Va ricordato che la Commissione ha sottolineatocome i progetti finanziati con Leaderdebbano essere caratterizzati da un elevatogrado <strong>di</strong> innovazione. Un aspetto, quest’ultimo,al quale il Gruppo <strong>di</strong> Azione Locale (GAL)Val <strong>di</strong> Sole si è <strong>di</strong>mostrato particolarmenteattento nel selezionare i progetti.Fra le iniziative in corso <strong>di</strong> realizzazione e presentatecon il primo bando vi è, ad esempio,il ripristino <strong>di</strong> un’antica segheria veneziana adacqua nel Comune <strong>di</strong> Dimaro. La segheria, <strong>di</strong>inizio ‘800 e utilizzata fino al 1960, è il punto <strong>di</strong>partenza <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong>dattico/<strong>di</strong>vulgativolegato al recupero <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni e antichi mestieriin Val Meledrio (promosso dal Comunee dall’ASUC <strong>di</strong> Dimaro).Un altro progetto, finalizzato al recupero dellamemoria passata, è quello presentato dall’associazioneculturale <strong>di</strong> ricerca etnografica <strong>di</strong>Pejo LINUM (Lavorare insieme per narrare gliusi della montagna) relativo al recupero delmezalan. Il mezalan è un tessuto tipico localecon or<strong>di</strong>to in lino e trama in lana, usato in passatonella Val <strong>di</strong> Pejo per confezionare pantalonie capi da lavoro. Il progetto include percorsiformativi che spaziano dalla produzione(coltivazione del lino, raccolta, sfibratura) allatrasformazione (filatura, tintura, tessitura) eun laboratorio <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> tessitura, con realizzazionedei telai.Il progetto del Gruppo Alpini <strong>di</strong> Celentino, invece,prevede il recupero della propria sede,unificandone i locali con quelli del negozio alimentareattiguo, al fine <strong>di</strong> creare un polo multiservizioattivo tutto l’anno per i valligiani e ituristi. La struttura sarà in grado <strong>di</strong> fornire servizimancanti (punto internet, cabina telefonicapubblica, riven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> giornali e generi <strong>di</strong>monopolio, piccolo reparto ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prodottitipici nel periodo turistico), presenterà dellesale da utilizzare per riunioni e manifestazionie verrà costituito un punto informativo per ituristi. La gestione è affidata al personale delnegozio, negli orari <strong>di</strong> apertura dello stessoe ad eventuali volontari nel restante tempo.Complessivamente, sul primo bando sonostate presentate 77 iniziative <strong>di</strong> cui 46 sonostate ammesse a finanziamento, per un importo<strong>di</strong> 3.053.477 euro.Sebbene il primo bando abbia raccolto un numero<strong>di</strong> domande superiore alle aspettative,la massiccia presenza <strong>di</strong> progetti finalizzatialla <strong>di</strong>versificazione e valorizzazione delle risorseturistiche e storico-culturali del territorioed una ridotta presenza del settore agro-forestale,ha comportato la decisione, da partedel GAL, <strong>di</strong> intensificare l’attività <strong>di</strong>vulgativaattraverso serate che offrissero una miglioreconoscenza delle opportunità offerte. I risultatisi sono riscontrati nel corso del 2011 conil secondo bando, chiuso il 25 febbraio 2011.Sono state presentate ben 125 domande <strong>di</strong>cui 14 nell’ambito della Misura 411 “Competitivitàdel settore agricolo e forestale”.Il 28 luglio è stata pubblicata la delibera dellagraduatoria definitiva del GAL, attraverso laquale sono stati ammessi a finanziamento 65progetti, <strong>di</strong> cui 11 con la Misura 411 e 54 per laMisura 413, per un contributo pubblico pari a4.615.174 euro. Le iniziative sono sotto esamedella Commissione Leader per il rilasciodel modello <strong>di</strong> autorizzazione della spesa.Ulteriori informazioni:www.leaderval<strong>di</strong>sole.it


ATTUALITàtt 05 anno LVISiccità e inondazioni, ma anche nuovi mercatiCAMBIA IL CLIMA?SARà UN VANTAGGIO“Non dobbiamo solo avere paura <strong>di</strong> incontrare unmondo che potrebbe piacerci meno <strong>di</strong> quello che giàconosciamo, ma imparare a vedere le opportunità chealtri ancora non vedono”Il ghiacciaio dell’Adamello/Mandrone dal Rifugio aiCaduti dell’Adamello.Ilaria PertotCentro ricerca e innovazione Iasma26Considerando che alcuni cambiamentinel clima si sono giàresi evidenti, che il clima continueràa mo<strong>di</strong>ficarsi a causa<strong>di</strong> variazioni già avvenutenella composizione dell’atmosfera e che leemissioni <strong>di</strong> gas serra permarranno a livellielevati, non c’è dubbio che la Terra sarà soggettaa relativamente gran<strong>di</strong> cambiamenticlimatici nei prossimi secoli. Questi cambiamentiavranno inevitabili conseguenze sullasocietà e sull’ambiente.Mentre è relativamente facile fare delle proiezionisulle variazioni <strong>di</strong> temperatura attese,è molto più complesso e delicato cercare<strong>di</strong> stimare quali siano gli effetti che questeultime potranno avere sugli ecosistemi e <strong>di</strong>conseguenza sulle attività umane. Nel farequeste stime è importante infatti considerarenon solo gli impatti che ci si aspetterebbeproiettando i cambiamenti climatici sull’attualesistema, ma anche fare le analisi nelcontesto <strong>di</strong> un sistema in cambiamento,indotto quest’ultimo sia naturalmente chedall’uomo, in<strong>di</strong>viduando i possibili adattamentiche potrebbero avvenire in rispostaalla combinazione degli eventi stressogeniindotti dal cambiamento climatico.Sappiamo, ad esempio, che l’incrementodella temperatura porta, entro certi valori, adaccelerare il ciclo <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong> una pianta,ma la crescita è anche vincolata dalla <strong>di</strong>sponibilitàd’acqua; <strong>di</strong> conseguenza anchele piogge, come quantità e <strong>di</strong>stribuzione,avranno il loro effetto. Inoltre, la pianta vivein un ecosistema e quin<strong>di</strong> la temperatura ele piogge avranno un effetto anche sui suoipatogeni e parassiti e, ovviamente, anchesui loro antagonisti naturali. Quin<strong>di</strong> se volessimoipotizzare l’effetto dell’aumento <strong>di</strong> temperaturasu una coltura, dovremmo tenereconto dell’effetto combinato <strong>di</strong> esso su tuttele interazioni dell’agro-ecosistema.Questi stu<strong>di</strong> complessi sono ora possibiligrazie ai risultati della ricerca congiunta <strong>di</strong>FBK e FEM che ha portato allo sviluppo <strong>di</strong>ENVIRO, una piattaforma web che ci permette<strong>di</strong> calcolare e visualizzare su una“Climatica...mentecambiando”Una settimana <strong>di</strong> eventi caratterizzatida 5 conferenze pubbliche, 1convegno scientifico, 4 aperitiviclimatici, 4 spettacoli teatrali, 6 workshoptematici. Circa 100 relatori italiani e stranieri,tra i maggiori climatologi oggi “sulla piazza”,ma anche esperti <strong>di</strong> comunicazione, salute,finanza, economia. Molte relazioni <strong>di</strong> altoprofilo scientifico e interviste <strong>di</strong>sponibili sulweb al sito www.climatrentino.it. Questialcuni dati e numeri dell’evento “Climatica...mente cambiando - Trentino clima 2011”,organizzato dalla <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong><strong>di</strong> <strong>Trento</strong>- assessorato ai lavori pubblici,ambiente e trasporti e Dipartimentoprotezione civile e infrastrutture, che siè svolto a <strong>Trento</strong> e Rovereto dal 5 all’11settembre scorsi.mappa del territorio gli effetti multipli del clima.I primi risultati ci hanno già fatto notareche, considerando separatamente gli insettidalla pianta, saremmo portati a pensare chein futuro, con l’aumento della temperatura,questi si svilupperanno più velocemente,faranno più generazioni e <strong>di</strong> conseguenzarichiederanno più trattamenti. Invece inserendoanche la proiezione dello sviluppofenologico della pianta, ci accorgiamo chedal punto <strong>di</strong> vista della produzione agricolaalcuni insetti fitofagi non causeranno grossiproblemi, in quanto la generazione aggiuntivasi svilupperà quando i frutti saranno giàstati raccolti.Un altro aspetto importante è la variabilitàgenetica. Ad esempio, non tutte le varietàdella stessa coltura maturano con lo stessoaccumulo <strong>di</strong> temperatura. L’aver proiettatosu mappa le <strong>di</strong>verse varietà <strong>di</strong> vite presentiin Trentino ci permette ora <strong>di</strong> immaginarecome potrebbe essere organizzata la vendemmiafra 30 o 50 anni.Il cambiamento climatico porterà con sè effettinegativi come siccità ed inondazioni,imporrà all’agricoltura problematiche e sceltestrategiche nuove. Nonostante molti aspettipossano giustamente preoccupare, è necessarioricordare che il cambiamento porteràanche nuove opportunità e sfide. Nuove varietà,nuovi mercati, vantaggi produttivi comel’ampliamento in altitu<strong>di</strong>ne e latitu<strong>di</strong>ne dellefasce <strong>di</strong> coltivazione delle colture o maggioricicli produttivi per le colture fuori suolo.Nel cambiamento climatico non dobbiamoleggere solo la paura <strong>di</strong> incontrare un mondoche potrebbe piacerci meno <strong>di</strong> quello che giàconosciamo, ma grazie alle proiezioni che,mano a mano, si rendono <strong>di</strong>sponibili oggi,imparare a vedere le opportunità che altriancora non vedono.


tt 05 anno LVIATTUALITàLEGNO, IDEE DI FUTURO29Culle moderne e tra<strong>di</strong>zionali aconfronto alla seconda e<strong>di</strong>zionedella Triennale Internazionaledel LegnoIn alto il momento dell’inaugurazioneOltre 12.000 visitatori allaTriennale Internazionalepromossadall’AssociazioneArtigianiLa Triennale Internazionale delLegno ha chiuso i battenti il 23ottobre scorso con un grandesuccesso <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> pubblico.Ben 12.000 persone hanno percorsogli ambienti allestiti con il meglio dellaproduzione artigianale trentina del legno, perla casa, le costruzioni e il design. E grandeemozione hanno suscitato oggetti senzatempo come le culle, reinventate da 22 coppie<strong>di</strong> architetti e artigiani ed affiancate, inun suggestivo <strong>di</strong>alogo generazionale, con leculle storiche provenienti dal Museo degliUsi e Costumi <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge.Analogo successo ha riscosso lamostra <strong>di</strong> palazzo Roccabrunade<strong>di</strong>cata a “Troni e sgabelli delNovecento”. Un apprezzamentoproseguito con i frequentatiseminari tecnici, le suggestioniofferte dalla rassegna <strong>di</strong> produzioniin legno giapponesidell’Accademia delle Artitra<strong>di</strong>zionali e dell’Accademia del design architettonico<strong>di</strong> Kyoto (con un giar<strong>di</strong>no dellatra<strong>di</strong>zione zen e una autentica stanza del Tè,“attrazione” <strong>di</strong> questa seconda e<strong>di</strong>zione dellaTriennale), esposte accanto ai lavori delleScuole professionali e degli Istituti d’arte delTrentino.Un appuntamento per tutti, la Triennale, perchèdel vissuto <strong>di</strong> tutti noi il legno fa parte.Per le do<strong>di</strong>cimila persone che nei duefine settimana <strong>di</strong> ottobre l’hanno visitata,la Triennale è stata l’occasione per comprenderequanto “moderna” stia <strong>di</strong>ventandoquesta straor<strong>di</strong>naria materiaprima <strong>di</strong> cui il Trentino è fortunatamentericco, rimanendo affascinatidalle sue infine declinazionifunzionali, estetiche, artistiche,e dai valori etici e sociali cheesprime in quanto materiasostenibile per eccellenza. A<strong>di</strong>sposizione per un’idea <strong>di</strong>nuovo futuro.


30firmatoMercati conta<strong>di</strong>ni, contributopiù “veloce” ai Comuniprovinciatt 05 anno LVIIComuni che intendono promuoverele “filiere corte” realizzando i mercaticonta<strong>di</strong>ni, destinati alla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta<strong>di</strong> prodotti locali da parte degli impren<strong>di</strong>toriagricoli, avranno maggiori possibilità <strong>di</strong> farlo.La Giunta provinciale ha infatti approvato il7 ottobre scorso, su proposta dell’assessoreal commercio Alessandro Olivi, alcune mo<strong>di</strong>ficheai criteri attuativi dell’articolo 65 dellalegge provinciale 17/2010 sul commercioche <strong>di</strong>sciplina la concessione dei contributiai Comuni. La principale novità riguarda larateazione del contributo (90 % della spesaammessa), che passa da 10 a 5 anni.Al Servizio Commercio della <strong>Provincia</strong> sonopervenute quest’anno 5 domande <strong>di</strong> contributoda parte dei Comuni <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, Cles,Vallarsa, Cembra e Folgaria. Ma ancheRovereto ed Arco hanno annunciato l’intenzione<strong>di</strong> attivare, ricorrendo al contributoprovinciale, propri mercati conta<strong>di</strong>ni. Per incentivaremaggiormente i Comuni a sfruttarel’opportunità offerta dalla nuova legge sulcommercio, l’assessore Olivi ha propostoalla Giunta provinciale, che le ha accolte edapprovate, alcune mo<strong>di</strong>fiche ai criteri attuativi.Per quanto riguarda i beneficiari, è stataabolita la <strong>di</strong>stinzione tra comuni con popolazioneinferiore a 5.000 abitanti e comunicon popolazione superiore a tale soglia. Tuttii comuni, dunque, potranno chiedere edottenere il contributo singolarmente, senzaobbligo per i “piccoli” <strong>di</strong> associarsi.Tra gli interventi ammessi a contributo nonfigurano più le azioni promozionali e pubblicitarie,mentre sono state inserite le speseper l’acquisto delle aree destinate allo svolgimentodel mercato e, nella misura massimadel 7 %, le spese tecniche.Novità anche per quanto riguarda la presentazionedelle domande, laddove viene previstoil limite <strong>di</strong> 3 anni (periodo corrispondenteal vincolo <strong>di</strong> mantenimento dei beni immobiliagevolati) dalla presentazione della domanda<strong>di</strong> contributo prima <strong>di</strong> poter presentareuna nuova domanda. L’erogazione del contributoavverrà in 5 rate annuali anziché in10. Rimangono invece invariati il limite minimoe massimo <strong>di</strong> spesa ammissibile, rispettivamente10.000 euro e 250.000 euro.INTEGRATO IL FONDO RISCHIPER IL COMPARTO AGRICOLOLa Giunta provinciale <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ha deciso <strong>di</strong>integrare, con un finanziamento <strong>di</strong> 2.800.000Euro, il fondo rischi, gestito da Cooperfi<strong>di</strong>,1.perla prestazione <strong>di</strong> garanzie a favore delle impresezootecniche che vengono a trovarsi in<strong>di</strong>fficoltà in conseguenza <strong>di</strong> crisi <strong>di</strong> mercato,finanziarie o commerciali. Il provve<strong>di</strong>mentoè motivato dalla necessità <strong>di</strong> proseguirel’azione <strong>di</strong> sostegno finanziario del settorefin quando la situazione sarà stabilizzata, maanche - questa la novità - dallo stato <strong>di</strong> crisi in2.cui sono venuti a trovarsi altri settori agricoliquali l’ittiocoltura, l’allevamento dei suini e,in particolare, quello dei piccoli frutti minacciatodal temibilissimo moscerino Drosophilasuzukii. “E’ a rischio l’intero settore dei piccolifrutti – spiega l’assessore Mellarini - e perquesto, accanto all’intervento attraverso Cooperfi<strong>di</strong>,ci stiamo parallelamente muovendo,<strong>di</strong> concerto con il Co<strong>di</strong>pra, anche sul terrenodella <strong>di</strong>fesa passiva con l’obiettivo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>arenuove forme assicurative specifiche per ilsettore”.Marchio qualità multicolorePaletta cromaticadel marchio multicolorePRODOTTI TRENTINI: 3,2 MILIONI DI EUROPER LA COMMERCIALIZZAZIONEDue milioni 510mila euro: questa la somma che la <strong>Provincia</strong> metterà a <strong>di</strong>sposizione quest’annodelle organizzazioni dei produttori agricoli e degli enti maggiormente rappresentativi nei singolisettori per finanziare i loro progetti <strong>di</strong> commercializzazione dei propri prodotti. I settori interessatisono quelli delle mele e piccoli frutti, trote, olio, produzioni florovivaistiche, ortofrutticolee dell’artigianato artistico, porfido. Per quanto riguarda il settore lattiero-caseario la Giunta viprovvederà con altra delibera. Considerando le <strong>di</strong>sponibilità del bilancio, la <strong>Provincia</strong> metteràa <strong>di</strong>sposizione 3.210.000 euro, a fronte <strong>di</strong> una spesa ammessa a finanziamento, complessivadei vari progetti settoriali presentati, pari a 6.652.700 euro. Ai vari progetti presentati dalle associazioniApot, Astro, Espo, Florovivaisti trentini, Consorzio artigianato artistico e <strong>di</strong> qualità, Consorziointerregionale Ortofrutticolo, Agraria Riva del Garda e settore caseario sarà applicata lamisura massima dell’agevolazione, pari al 50 %.1.0Marchio Qualità“QUALITà TRENTINO”: MODIFICATIIl marchio Qualitàmulticolore mostrato inquesta pagina, deve essereTRE DISCIPLINARI applicato mantenedo gli DI PRODUZIONEestremi dei colori utilizzati.La paletta cromatica ècostituita dai seguenti colori:Prodotti dell’acquacoltura, Pantone 308, Pantone 3145, latte e produzioni casearie, carniPantone 368, Pantone 2925,Pantone 2728, Pantone 382.bovine e suine: queste le categorie <strong>di</strong> prodotti a marchio “QualitàTrentino” le specifiche per riportate le in quali la Giunta provinciale ha riapprovato iPer la riproduzione deipantoni citati sopra in RGBo CMYK, è necessario seguirequesta pagina.relativi <strong>di</strong>sciplinari. Per quanto riguarda i prodotti dell’acquacoltura,la mo<strong>di</strong>fica del <strong>di</strong>sciplinare deriva dall’adattamento aquelli presentati al Ministero delle politiche agricole alimentarie forestali da parte dell’associazione Astro per l’ottenimento delle IGP “Trote del Trentino” ePMS 308PMS 3145 PMS 368PMS 2925 PMS 2728 PMS 382C 100 R 0 C 100 R 0 C 57 R 131 C 85 R 0 C 96 R 0 C 29 R 203“Salmerino M 5 G 99 M 0 G 130 M 0 del G 184 M Trentino”. 24 G 146 M 69 G 83 M 0 Per G 211 il latte vaccino e ovicaprino e prodotti lattiero caseari, la mo<strong>di</strong>ficaY 0 B 144 Y 19 B 164 Y 100 B 26 Y 0 B 208 Y 0 B 159 Y 100 B 0K 47K 23K 0K 0K 0K 0riguarda in particolare il latte crudo utilizzato per la produzione del latte alimentare che, per po-Marchio Qualitàtersi fregiare del marchio “Qualità Trentino”, deve essere prodotto esclusivamente nel territoriodella provincia <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> e trasformato e confezionato soltanto da aziende trentine. Infine le carnibovine e/o suine lavorate e loro trasformati. In questo caso la mo<strong>di</strong>fica riguarda il riferimentoalla zona <strong>di</strong> provenienza delle carni utilizzate nella produzione <strong>di</strong> “Luganega”, “Speck” e “Mortandelaaffumicata della Val <strong>di</strong> Non”. Oltre che dalla provincia <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, le carni <strong>di</strong> suino possonoinfatti provenire da animali nati, allevati e macellati nelle regioni italiane da cui provengonoi suini per la produzione del “Prosciutto San Daniele DOP” e/o del “Prosciutto <strong>di</strong> Parma DOP”.Scompare il riferimento alla “zona <strong>di</strong> produzione del Gran Suino Padano” alla quale il Ministerodelle politiche agricole alimentari e forestali ha revocato la protezione transitoria.


tt 05 anno LVIspecialetrentingrana33IN FORMADA 85 ANNIDall’idea del casaro Marchesialla nascita del Gruppo formaggi del Trentino


specialetrentingranatt 05 anno LVIData e luogo <strong>di</strong> nascita: 1926, Rumo, Valle <strong>di</strong> NonProduttori: 17 caseifici sociali (790 allevatori)Latte conferito: 650mila quintali annoProduzione annua: 115mila formeValore della produzione: 32 milioni <strong>di</strong> euroSergio Ferrari34La produzione <strong>di</strong> formaggio granaè iniziata in Val <strong>di</strong> Non nel1926 per iniziativa <strong>di</strong> RemoMarchesi <strong>di</strong> Rumo, il quale siera trasferito per motivi <strong>di</strong> lavoroa Mirandola (Mantova) dove ha imparatol’arte <strong>di</strong> fare grana, frequentando la latteria ei caseifici della zona.Tornato in Val <strong>di</strong> Non, Marchesi ha acquistatoil latte del caseificio turnario <strong>di</strong> Cloz e successivamente<strong>di</strong> Revò, Romallo e Cavarenotrasformandolo con l’ausilio <strong>di</strong> casari mantovaniin formaggio grana, pare con buoni risultati.Nel 1931 tale produzione venne peròsospesa per riprendere nei primi anni dopola seconda guerra mon<strong>di</strong>ale per iniziativa <strong>di</strong>alcuni caseifici cooperativi locali.Oggi la produzione <strong>di</strong> formaggio grana coinvolgel’intero Trentino, anche se il numeroprevalente <strong>di</strong> caseifici da grana si trova interritorio anaune.“La produzione <strong>di</strong> grana – spiega SilvanoDalpiaz, esperto <strong>di</strong> settore - è risultata subitocongeniale alla zootecnia trentina, soprattuttoperché si tratta <strong>di</strong> un prodotto che consente<strong>di</strong> valorizzare economicamente la qualitàchimico-organolettica del latte <strong>di</strong> montagnae perchè si basa sull’impegno degli allevatori,sulla presenza <strong>di</strong> una valida, ra<strong>di</strong>cata e<strong>di</strong>ffusa organizzazione cooperativa e su uninnato rispetto delle tra<strong>di</strong>zioni.”l’acquisto della latteria <strong>di</strong> Segno destinata a<strong>di</strong>ventare per tappe successive l’attuale magazzino<strong>di</strong> stagionatura. Significativo il fattoche l’acquisto della struttura, per 700 milioni<strong>di</strong> lire, sia stato garantito dalla firma fideiussoriadei presidenti <strong>di</strong> tutti i caseifici produttori<strong>di</strong> grana. Il Trentingrana doveva curarela stagionatura delle forme <strong>di</strong> formaggio e laven<strong>di</strong>ta. Il conferimento dell’intera produzione<strong>di</strong>venne obbligatorio, dopo essere statoinizialmente parziale, a partire dal 1988.La fusioneNel 1993 i due consorzi si fondono in unastruttura unica denominata Trentingrana-Concast (Consorzio dei caseifici socialitrentini) che, soprattutto nell’ultimo periodo,ha subito profon<strong>di</strong> cambiamenti, sia a livellostatutario che organizzativo.I principali campi d’azione in cui attualmenteopera il consorzio sono i seguenti: analisi dellatte e dei prodotti lattiero-caseari; assistenzatecnica alla produzione; stagionatura ecommercializzazione del formaggio Trentingranae degli altri prodotti lattiero-caseari deicaseifici associati; produzione e commercializzazione<strong>di</strong> burro e siero in polvere.Ampia e significativa è pure l’attività istituzionaleche il consorzio svolge a livello <strong>di</strong>rappresentanza, <strong>di</strong> programmazione dellaproduzione, <strong>di</strong> promozione e <strong>di</strong> collegamentocon l’ente pubblico.La nascita del ConcastNel 1951 nasce il Concast (Consorzio deicaseifici sociali e dei produttori <strong>di</strong> latte delTrentino) come consorzio <strong>di</strong> secondo grado.Qualche anno dopo, nel 1957, inizia adoperare la Federazione provinciale allevatori,cooperativa <strong>di</strong> riferimento delle Unioni <strong>di</strong>valle degli allevatori (11 in tutto il Trentino),intervenendo sin dall’inizio su due livelli:tecnico e commerciale, con particolare riferimentoalla selezione genetica dei bovinida latte e alla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> vitelli da carne e <strong>di</strong>giovani bovini da rimonta.Il consorzio TrentingranaNel 1973 viene costituito un consorzio trai caseifici produttori <strong>di</strong> grana denominatoTrentingrana. Il suo primo atto ufficiale fuLa riorganizzazionedel settoreA partire dal 1° gennaio 2010 sono statiabrogati i due centri operativi Trentingranae Formaggi trentini, che si occupavanoseparatamente della commercializzazionedel grana e degli altri formaggi prodottidai caseifici associati, ed è stata sancita lanascita del “Gruppo formaggi del Trentino”,sud<strong>di</strong>viso nella linea “Trentingrana” e nella linea“Tra<strong>di</strong>zionali”. Se il grana trentino si puòdefinire “principe dei formaggi trentini”, nonsono da meno per qualità le altre eccellenzedel gruppo: Puzzone <strong>di</strong> Moena, Vezzena <strong>di</strong>Lavarone, Casolet Val <strong>di</strong> Sole, Cuor <strong>di</strong> Fassa,Tosela <strong>di</strong> Primiero, Affogato <strong>di</strong> Sabbionara,Fontal <strong>di</strong> Cavalese.Al 1° gennaio 2011 la situazione societariaera la seguente: 17 caseifici cooperativi associati;790 allevatori conferenti il latte; 1 milione118 mila quintali <strong>di</strong> latte conferiti ai 17caseifici; 52,2 milioni <strong>di</strong> euro il valore totaledella produzione; 63 <strong>di</strong>pendenti.Il consorzio è organizzato in 5 settori operativi:gruppo Formaggi del Trentino, laboratorio,servizi, sierificio, burrificio.


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specialetrentingranatt 05 anno LVIVENTI MESIPRIMA DI ASSAGGIARLO38Per fare una forma <strong>di</strong> grana trentino ci vogliono da450 a 520 litri <strong>di</strong> latte e dal latte <strong>di</strong> una caldaia (850-950 litri) si ricavano due forme. Il ciclo <strong>di</strong> lavorazioneinizia con l’aggiunta del latte conferito la seraprecedente (lasciato per la notte a decantare perottenere la panna <strong>di</strong> affioramento che servirà per fare il burro) aquello portato al caseificio la mattina, fresco <strong>di</strong> mungitura. Al lattemescolato delle due mungiture, riscaldato nelle tra<strong>di</strong>zionali caldaiein rame, viene aggiunto il siero innesto, una coltura naturale <strong>di</strong>fermenti lattici. Quin<strong>di</strong> alla temperatura <strong>di</strong> 32° – 33°C si aggiungeil caglio <strong>di</strong> vitello. Il casaro controlla la cagliata che si va rassodandoe, quando essa raggiunge il giusto grado <strong>di</strong> consistenza,procede alla spinatura che consiste nel ridurre la massa coagulatain granelli della <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> un chicco <strong>di</strong> riso. Siprocede quin<strong>di</strong> alla cottura della cagliata (fino alla temperatura <strong>di</strong>55° C) che viene lasciata depositare sul fondo della caldaia doverimane in giacenza per circa un’ora. A questo punto la cagliataviene estratta dopo averla avvolta in una tela <strong>di</strong> lino e si procedealla gemellatura, operazione che consiste nel sud<strong>di</strong>videre la cagliatain due parti il più possibile eguali: due forme <strong>di</strong> grana trentino.Le due parti vengono quin<strong>di</strong> poste in fascere per lo sgrondodel siero che vi è rimasto inglobato.Dopo due giorni il formaggio va in salamoia. Terminata questafase (circa 20 giorni), il formaggio inizia il lungo percorso <strong>di</strong> maturazionenel magazzino <strong>di</strong> cui sono dotati tutti i caseifici trentini.Temperatura e umi<strong>di</strong>tà del locale sono costantemente controllatee le forme vengono frequentemente spazzolate e girate.Quando le forme hanno raggiunto l’età <strong>di</strong> 8-9 mesi, vengono sottopostead un primo controllo che prende il nome <strong>di</strong> “espertizzazione”.Personale qualificato esegue la cosiddetta battitura conapposito martello. Dal suono <strong>di</strong> reazione alla battitura l’espertoricava una prima valutazione sullo stato <strong>di</strong> salute e sulle caratteristichefisiche della massa interna. Il verdetto si traduce in unaclassifica <strong>di</strong> merito. In base al risultato la <strong>di</strong>rezione del caseificiodecide quali e quante forme saranno cedute al magazzino <strong>di</strong>stagionatura <strong>di</strong> Segno. Si tratta <strong>di</strong> un vero e proprio passaggio<strong>di</strong> proprietà dal caseificio al consorzio che gestisce il centro <strong>di</strong>stagionatura.All’età <strong>di</strong> 16-17 mesi le forme vengono sottoposte ad una secondaespertizzazione che serve anche per stabilire il prezzoda pagare al caseificio conferente. Oltre all’espertizzazione cheriguarda tutte le forme, un campione significativo <strong>di</strong> ogni partitaviene sottoposto ad analisi organolettica, cioè ad una valutazionesensoriale che definisce la qualità del prodotto in base a precisiparametri. All’età <strong>di</strong> 18-20 mesi il grana è pronto per la ven<strong>di</strong>ta.Solo il prodotto <strong>di</strong> certe zone notoriamente più vocate <strong>di</strong> altre vienedestinato ad un supplemento <strong>di</strong> stagionatura che può arrivarefino a 22-24 mesi ed oltre. (s.f.)


tt 05 anno LVIspecialetrentingranaDolce <strong>di</strong> natura e corroboranteNel 2002, riferisce Gabriele Webber, all’epoca responsabile del Centrooperativo Trentingrana e <strong>di</strong>rettore del magazzino <strong>di</strong> stagionatura <strong>di</strong>Segno, il consorzio ha indetto un concorso tra agenzie <strong>di</strong> pubblicitàmirato a rilevare attraverso un sondaggio demoscopico la principalecaratteristica percepita del grana trentino. La gara è stata vintadall’agenzia Soluzione Group srl che ancora oggi si occupa<strong>di</strong> pubblicità e comunicazione a supporto del grana trentino.Dall’indagine è emerso che nel vissuto delle persone contattate erala dolcezza a prevalere su altre caratteristiche. E’ nato così il logo“100 % dolcezza” riferito ovviamente al grana trentino.Sul finire degli anni ’90 la pubblicità del grana trentino traevaspunto da un’indagine svolta da un gruppo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci pe<strong>di</strong>atrisu 1216 soggetti <strong>di</strong> età compresa tra 4 mesi e 15 anni nellacui <strong>di</strong>eta alimentare hanno introdotto per almeno tre mesidosi misurate <strong>di</strong> grana trentino. I risultati dell’indagine,assolutamente in<strong>di</strong>pendente, tengono a precisare i responsabili delConcast-Trentingrana, sono stati pubblicati sulla rivista specialistica “Il pe<strong>di</strong>atra”(numero 21/ottobre 1997) e<strong>di</strong>ta a Roma in un articolo intitolato “Formaggio Trentingrananell’alimentazione infantile”. L’elevato contenuto <strong>di</strong> calcio, l’attrattività anche verso soggetti debolio inappetenti e l’effetto ricostituente su soggetti monitorati sono stati tradotti dai creativi dellapubblicità in un poster con un bambino visibilmente in salute fotografato <strong>di</strong>etro a una forma e a unospaccato <strong>di</strong> grana trentino sormontati dal logo “Aiuta a crescere, aiuta a vivere”.NOVITÀaprifacileI DUE TERZI VANNOAL MERCATO NAZIONALE39Per arrivare a 115 mila forme,dato riferito ad anni precedential 2011, occorre che i16 caseifici che produconograna trentino mettano in cantierecomplessivamente 315 forme al giornoper l’intera stagione. La forma tipo descrittanella scheda tecnica del grana trentino haun <strong>di</strong>ametro che va dai 37 ai 43 cm., altezzadello scalzo da 20 a 25 cm. e un peso compresotra 34 e 37 kg.Negli ultimi 5 anni il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> formeprodotte complessivamente è stato <strong>di</strong> 100mila all’anno. Il consorzio grana padano nel2011 ne produrrà 4 milioni 500 mila e il parmigianoreggiano 3 milioni 300 mila. Il granatrentino rappresenta solo l’1,5% della produzionenazionale e dà origine ad una produzionelorda ven<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> 30-35 milioni <strong>di</strong> euroche costituiscono una voce significativa nelcontesto economico dell’agricoltura trentina.Quale la destinazione commerciale del granatrentino? “Il 22-24% della produzione annuale- spiega Gabriele Webber (nella foto) -trova collocamento all’interno del TrentinoAlto-A<strong>di</strong>ge, il 68-71% si vende in Italia, il7-8% all’estero. Le regioni Veneto e Toscanaassorbono il quantitativo maggiore, mail grana trentino è presente in tutte le altre,seppure con quantitativi talora ridotti. I canalisono rappresentati per il 70% dalla <strong>di</strong>stribuzioneorganizzata. Il resto dalle tra<strong>di</strong>zionalilinee commerciali: ristorazione, ingrosso,dettaglio. Il volume complessivo venduto ècostituito per il 70% da forme intere, per il25% da depezzatoconfezionato sottovuoto (il 90% pesa300 grammi) e per il5% da grattugiato inbusta sigillata”.Quali i Paesi versoi quali si in<strong>di</strong>rizzal’esportazione? “Austria,Germania eSvizzera sono piazze definitivamente conquistatesenza nessuna pubblicità preparatoriao contemporanea alla ven<strong>di</strong>ta. Usciredall’Italia è <strong>di</strong>peso da una scelta voluta, nonimposta da necessità. Volevamo verificarela capacità <strong>di</strong> autopromozione del granatrentino. Se gli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> acquisto, seppureper quantità ridotte, continuano nel tempo, sipuò ritenere che il movente stia nella qualitàdel grana trentino che fa la <strong>di</strong>fferenza. Ven<strong>di</strong>amoanche in Giappone, USA e Russia.Stiamo realizzando un primo approccio conl’Australia. Confi<strong>di</strong>amo in una crescita graduale”.Recentemente il Consorzio Trentingranaha partecipato, per la quinta volta econ il supporto <strong>di</strong> Trentino Marketing e TrentinoSprint, all’Anuga <strong>di</strong> Colonia. I <strong>di</strong>rigentisono sod<strong>di</strong>sfatti dei contatti avuti con clientigià acquisiti o potenziali europei ed extra europei.L’Anuga è infatti la più importante fierainternazionale del settore agroalimentare. InGermania il consorzio vende 5.000 forme <strong>di</strong>Grana trentino all’anno tramite importatoriche si occupano della successiva <strong>di</strong>stribuzioneai supermercati. (s.f.)


specialetrentingranatt 05 anno LVILA RICERCAPIÙ QUALITÀALLA FILIERA40


tt 05 anno LVIspecialetrentingranaPiù <strong>di</strong> 150 forme <strong>di</strong> formaggio analizzate17 caseifici monitorati, 5000 analisimicrobiologiche: dalle nuove conoscenzericavate dalla ricerca,un manuale <strong>di</strong> buone pratiche,l’aggiornamento del <strong>di</strong>sciplinare e regolepiù stringenti per i controlli <strong>di</strong> qualitàAlessandro Carlo DiniDirettore generaleFondazione Edmund MachIn un comparto in evoluzione comequello zootecnico, in particolarelattiero-caseario, dove le aziendesi modernizzano, le con<strong>di</strong>zioni ambientalie le modalità <strong>di</strong> allevamentocambiano, per mantenere elevati standardqualitativi dei prodotti e salvaguardare lespecificità territoriali occorre puntare su ricercae sperimentazione.Nel progetto sulla qualità della filiera del Granatrentino abbiamo creduto molto, fin dalsuo nascere. La ricerca, realizzata dalla FondazioneMach, richiesta dal Concast-Trentingranae finanziata dall’Assessorato all’Agricolturadella <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>,ha consentito <strong>di</strong> aumentare la conoscenzadel principale prodotto caseario trentino e <strong>di</strong>controllare e ottimizzare la qualità nelle variefasi migliorando la gestione dell’animale installa, valutando nuovi sistemi <strong>di</strong> raccolta dellatte, razionalizzando i controlli sulla qualitàdel formaggio.Le nuove e più approfon<strong>di</strong>te conoscenzematurate nel corso del progetto hanno portatoad un manuale <strong>di</strong> buone pratiche per gliallevatori, un aggiornamento dei <strong>di</strong>sciplinaritecnici del consorzio, una regolamentazionepiù stringente dei controlli <strong>di</strong> qualità e una “ra<strong>di</strong>ografia”dei punti <strong>di</strong> forza e delle criticità <strong>di</strong>ogni caseificio aderente al consorzio.Ricercatori e tecnici hanno operato in strettacollaborazione con il Concast - Trentingrana,in contatto con la Federazione <strong>Provincia</strong>leAllevatori e un team <strong>di</strong> esperti scientifici delleUniversità <strong>di</strong> Padova, Bologna e Cattolica delSacro Cuore <strong>di</strong> Piacenza. Hanno indagato le<strong>di</strong>verse fasi della produzione: dall’alimentazionedelle vacche alla gestione della raccoltadel latte, alla trasformazione in caseificio,al controllo della qualità e alla gestione economicadelle aziende zootecniche. Insomma,una fotografia a 360 gra<strong>di</strong> del principaleprodotto caseario trentino.è stato un progetto molto impegnativo che havisto unire e collaborare anche varie competenzeall’interno della Fondazione EdmundMach: ricerca, sperimentazione e consulenza.Sono stati presi in considerazione tutti gliaspetti della filiera: zootecnici, caseari, tecnologici,gestionali. Tanto per dare qualche datosulla consistenza delle attività svolte possiamo<strong>di</strong>re che sono 17 caseifici monitorati,più <strong>di</strong> 150 le forme sperimentali <strong>di</strong> formaggioprodotte ed esaminate, 5000 le analisi microbiologiche.E ancora, oltre <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> datistorici su allevamenti, latte e formaggio fornitidal Trentingrana - Consorzio dei Caseifici SocialiTrentini e dalla Federazione <strong>Provincia</strong>leAllevatori <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, sei pubblicazioni scientifichepubblicate e sette in corso <strong>di</strong> stesura, duedottorati <strong>di</strong> ricerca, 90 interviste ad allevatori,18 bilanci aziendali analizzati.Il progetto ha fornito ottimi risultati, pertantovorrei congratularmi con tutti i ricercatori, tecnologie tecnici che si sono prestati in questalunga e articolata attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, conferendoun valore aggiunto a questo importanteprodotto caseario trentino.41Tratto da: Atti del convegno “La filiera del Grana Trentino: Approcci innovativi e integrati alla tecnologia e alcontrollo qualità”, San Michele all’A<strong>di</strong>ge, 20 giugno 2011.


tt 05 anno LVIspecialetrentingranaRicavi e costi (€/vacca) del gruppo <strong>di</strong> aziende rilevate (n = 18)Variabile Me<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ana Minimo MassimoValore latte 3697,0 3762,4 2402,6 4686,5Ricavi carne 243,9 235,4 157,9 369,2Contributi 827,8 794,9 421,3 1342,6Altri ricavi 79,5 56,6 0,0 425,0Totale ricavi 4849,0 4865,2 3717,2 5646,1Mangimi acquistati 1320,7 1262,9 955,0 1880,6Foraggi acquistati 172,8 140,0 0,0 460,6Animali acquistati 187,7 162,6 0,0 671,1Spese veterinarie 136,3 150,9 50,2 233,8Spese per energia 220,5 200,0 100,9 393,1Assicurazioni 121,0 120,0 50,7 190,2Manutenzione 169,6 154,4 26,2 433,7Altri costi <strong>di</strong>retti 109,0 113,8 35,0 226,1Costi generali 151,9 148,8 91,0 224,0Costi <strong>di</strong>retti 2589,9 2644,5 1671,2 3176,9Ammortamento macchine 433,3 438,1 255,5 698,6Ammortamento fabbricati 410,2 372,1 306,3 656,2Terra in proprietà 57,4 51,7 5,8 132,8Terra non in proprietà 74,4 70,3 0,0 168,6Lavoro famigliare 1518,7 1333,3 337,6 2958,8Lavoro <strong>di</strong>pendente 46,7 0,0 0,0 333,3Interesse su capitale 176,9 174,2 137,7 218,3Costo dei fattori <strong>di</strong> produzione 2717,4 2506,4 1551,3 3955,8Costo <strong>di</strong> produzione totale 5307,6 5150,0 4295,0 6894,9Red<strong>di</strong>to famigliare 1188,2 1228,2 282,4 2392,9Indagine sui risultati economici<strong>di</strong> 18 aziende zootecnicheIL REDDITO?DIPENDEDAL FATTOREUOMOAziende “più intensive” e “menointensive”: una strategia non“vince” sull’altra, conta la qualitàdel singolo allevatore e la suavalutazione <strong>di</strong> tutti i vincolie <strong>di</strong> tutte le opportunitàGiorgio De Ros, Laura Filippi45La gestione e il controllo dellaqualità, particolarmentenell’ambito <strong>di</strong> prodotti tipici,costituiscono un’innovazionecon componenti sia tecnicheche organizzative potenzialmente in grado<strong>di</strong> valorizzare le specifiche risorse delle areemontane. Va però rilevato che il successo <strong>di</strong>tali strategie non è <strong>di</strong> per sé garantito.Nell’ambito del progetto Qualità della filieradel Grana Trentino si è quin<strong>di</strong> ritenuto utileeffettuare un’indagine sui risultati economici<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> aziende produttrici <strong>di</strong> latteper Trentingrana.Il lavoro si è articolato su quattro fasi:►strutturazione del database,►in<strong>di</strong>viduazione delle aziende,►rilievo dei dati►analisi dei datiLa strutturazione del database è stata effettuatain funzione delle informazioni richiestedal software Milk Money, messo a punto dalCentro Ricerche Produzioni Animali (CRPA)sulla base <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> calcolo sviluppatonell’ambito <strong>di</strong> European Dairy Farmers.La scheda <strong>di</strong> rilievo dei dati necessari per ilsoftware richiede le informazioni essenzialiper costruire un semplice conto economicoaziendale.Nella selezione delle aziende, dato ancheil tipo <strong>di</strong> dati da rilevare, si è preferito darepriorità all’instaurazione <strong>di</strong> un rapporto fiduciariocon i titolari, rinunciando perciò allaselezione casuale, e con essa alla possibilità<strong>di</strong> controllare la rappresentatività statisticadel campione. Per ridurre al minimogli effetti <strong>di</strong>storsivi <strong>di</strong> tale scelta, si è cercato<strong>di</strong> <strong>di</strong>versificare quanto più il gruppo riguardola <strong>di</strong>mensione e la localizzazione. Le 18aziende resesi <strong>di</strong>sponibili appartengono a10 <strong>di</strong>versi caseifici sociali, sono localizzatein quattro <strong>di</strong>verse Comunità <strong>di</strong> Valle (Val <strong>di</strong>Non, Val <strong>di</strong> Sole, Paganella e Vallagarina) eallevano da un minimo <strong>di</strong> 15 a un massimo<strong>di</strong> 150 vacche.Il rilievo dei dati, relativi all’anno solare 2009,è avvenuto tramite intervista <strong>di</strong>retta ai titolaridelle aziende. Nel caso dei ricavi e dei costiespliciti, i dati <strong>di</strong> base sono stati rilevati daidocumenti contabili messi a <strong>di</strong>sposizionedagli intervistati. Per quanto riguarda le vocirelative ai costi per la remunerazione dei fattori<strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> proprietà della famiglia<strong>di</strong>retto-coltivatrice azienda si è stimato il rispettivocosto opportunità (pari al mancatored<strong>di</strong>to da uso alternativo della risorsa). Peresempio, per il lavoro famigliare sono dapprimastimati i fabbisogni orari me<strong>di</strong> per giornoin estate e in inverno, successivamentevalorizzati con le tariffe orarie per operaiagricoli qualificati.Come primo risultato dell’analisi, il red<strong>di</strong>tofamigliare nelle 18 aziende risulta oscillareattorno a valori centrali <strong>di</strong> circa 1.200 €/vacca.Quin<strong>di</strong> nell’ipotesi che tale situazione siarappresentativa dell’universo <strong>di</strong> riferimento,una mandria <strong>di</strong> 30 vacche nel sistema Trentingranaconsentirebbe un red<strong>di</strong>to decoroso.Al fine <strong>di</strong> inquadrare correttamente il dato vaperò tenuto conto dell’importante impegnolavorativo richiesto dalla zootecnia: la remunerazioneoraria del lavoro nelle 18 azienderegistra infatti un valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 8,2 €all’ora, superiore alle tariffe degli operaicomuni, ma inferiore alle tariffe degli operaiagricoli qualificati.Relativamente al confronto tra <strong>di</strong>versi sistemigestionali, è stata effettuata una analisistatistica dei gruppi che ha permesso<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare, all’interno del gruppo delle18 aziende, 10 definibili “più intensive” e 7“meno intensive”.I risultati del confronto sono sostanzialmentechiari e concordanti per quanto riguarda illato dei ricavi: pur in presenza <strong>di</strong> un sistema<strong>di</strong> contributi pubblici che risulta premiantenei confronti delle aziende meno intensive, ilfattore chiave rimane la produttività unitariadegli animali che, unita a una maggiore <strong>di</strong>mensioneaziendale, fa pendere la bilanciaa favore delle aziende più intensive. A livellodei costi <strong>di</strong> produzione, invece, le <strong>di</strong>fferenzesignificative si limitano in buona sostanzaa un maggiore ricorso a fonti esterne perl’ottenimento <strong>di</strong> mangimi e foraggi da partedelle aziende più intensive. Ne conseguonopiù elevati costi <strong>di</strong>retti per questa tipologia <strong>di</strong>aziende con un impatto sui margini <strong>di</strong> red<strong>di</strong>tonon univoco. Fatti i conti, quin<strong>di</strong>, non sembraquin<strong>di</strong> emergere una chiara convenienza <strong>di</strong>strategie più o meno intensive, né soluzionivalide a prescindere. Una conferma, sesi vuole, dell’importanza del fattore umano,delle qualità del singolo allevatore, ma ancheun invito a considerare tutti i vincoli etutte le opportunità prima <strong>di</strong> effettuare o consigliarescelte strategiche.


specialetrentingranatt 05 anno LVIUn punteggio <strong>di</strong> qualitàper i caseifici46UN PREMIO A CHI LO FANicola ColognaUniversità <strong>di</strong> Padova - Dipartimento Scienze AnimaliIl progetto <strong>di</strong> ricerca sul monitoraggio del Grana Trentino,affidato al gruppo <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>retto dal Professor GiovanniBittante del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Animali dell’Universitàdegli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova, si è focalizzato sull’analisi dei treprincipali elementi della filiera Trentingrana: le caratteristichedel latte <strong>di</strong> massa utilizzato quoti<strong>di</strong>anamente per la produzione<strong>di</strong> Trentingrana; l’influenza del periodo <strong>di</strong> stagionatura in magazzinosulla qualità delle forme <strong>di</strong> Trentingrana; le caratteristiche degliaspetti sensoriali deputati a definire la qualità organolettica del formaggioa fine stagionatura.Caratteristiche del latteMensilmente, il Laboratorio <strong>di</strong> Analisi CON.CA.S.T. – Trentingrana, aifini della determinazione del punteggio latte qualità, analizza almenodue campioni <strong>di</strong> latte <strong>di</strong> ciascuno degli oltre 800 allevatori consorziati.Considerando i kg <strong>di</strong> latte conferiti a munta, l’elaborazione dei dati <strong>di</strong>sette anni <strong>di</strong> analisi ha permesso <strong>di</strong> rilevare una spiccata eterogeneitàper quanto riguarda la <strong>di</strong>mensione delle aziende zootecnichetrentine (Figura 1). Il peso del latte conferito da un’azienda me<strong>di</strong>atrentina è risultato pari a 161 kg/munta e nel corso degli anni oggettod’indagine vi è stato un generale miglioramento <strong>di</strong> tutte le variabiliconsiderate, eccetto che per il tenore in cellule somatiche e perl’attitu<strong>di</strong>ne casearia (Figura 2). L’analisi dell’andamento stagionaledei parametri ha evidenziato come vi sia stato un miglioramento deivalori analitici durante i mesi fred<strong>di</strong> e un peggioramento durante imesi più cal<strong>di</strong> dell’anno.Il periodo <strong>di</strong> stagionaturaLa stagionatura rappresenta, dopo la produzione, la fase più delicataall’interno della filiera <strong>di</strong> un formaggio a lunga maturazione come ilTrentingrana. È durante tale periodo, infatti, che la qualità del latte <strong>di</strong>origine, l’idoneità dell’ambiente <strong>di</strong> produzione e non da ultimo l’abilitàdel casaro, si esprimono all’unisono come capacità del formaggio<strong>di</strong> evolvere le proprie caratteristiche organolettiche e arrivare a unamaturazione corretta e completa.L’analisi statistica ha preso in considerazione le percentuali <strong>di</strong> formescelte risultanti dopo la “battitura” a nove e <strong>di</strong>ciotto mesi <strong>di</strong> stagionatura.Dalle elaborazioni, siè visto come il caseificio sia fonte <strong>di</strong>elevata <strong>di</strong>fferenziazione per quanto riguarda il livello qualitativo delleforme prodottee <strong>di</strong> come si sia verificatoun peggioramento della qualitàdurante i primi quattro anni <strong>di</strong> osservazione, seguito da un lentorecupero (Figura 3).Le forme prodotte durante il periodo primaverile- estivo hanno <strong>di</strong>mostrato in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> qualità al martello migliori rispettoa quelle prodotte durante il periodo autunno – invernale.


tt 05 anno LVIspecialetrentingranaFig. 1: Dimensione aziende per caseificio in base ai kg <strong>di</strong> latte conferitoper munta. Valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> latte conferito per munta: 161kgFig. 2: variazione percentuale dei parametri tra il primo e l’ultimo annoanalizzatoannoVariazione (%)2002 2008Latte, kg/mungitura 170 191 12,40%Grasso, % 3,82 3,87 1,30%Proteina, % 3,37 3,4 0,90%Cellule somatiche, x 1.000/ml 193 201 4,10%Carica batterica, x 1.000 87 66 -24,10%Clostri<strong>di</strong>, n 112 105 -6,30%Urea, mg/kg 0,027 0,029 7,40%Aci<strong>di</strong>tà latte, SH°/50ml 3,4 3,49 2,60%Tempo <strong>di</strong> coagulazione, min 16,6 17,1 3,00%Consistenza del coagulo, mm 30,6 29,4 -3,90%47Fig. 3: evoluzione qualità forme Trentingrana nel periodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oconsiderato.MEGLIOGli aspetti sensorialiLa qualità sensoriale degli alimenti è ormai comunemente consideratacome fattore cruciale per il successo <strong>di</strong> un prodotto alimentare. Dapiù <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni, il consorzio CON.CA.S.T. – Trentingrana ha introdottoun sistema <strong>di</strong> valutazione organolettica in grado sia <strong>di</strong> premiareeconomicamente i caseifici più virtuosi, sia <strong>di</strong> assicurare un altolivello qualitativo delle forme commercializzate a fine stagionatura.La valutazione delle forme <strong>di</strong> Trentingrana, forse unico esempio <strong>di</strong>analisi sensoriale applicata all’interno <strong>di</strong> una filiera <strong>di</strong> produzione casearia,è eseguita su un campione rappresentativo <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> ognicaseificio.I parametri valutati sono l’aspetto esterno, lo spessore della crosta, ilcolore e aspetto della pasta, l’odore, il sapore e l’aroma.A ogni parametroè assegnato un valore che concorre a determinare un punteggio<strong>di</strong> qualità, utilizzato per premiare o penalizzare il prezzo me<strong>di</strong>odel formaggio pagato dal Consorzio ai caseifici. Utilizzando una bancadati decennale <strong>di</strong> valutazione organolettica, si è potuto appurarecome i parametri visivi siano fortemente influenzati dal caseificio <strong>di</strong>produzione, mentre la stagionalità incide maggiormente sui parametriolfatto – gustativi. In Figura 4, si può apprezzare come il caseificiovada ad influire sul punteggio qualità delle forme.Prima battitura = % forme classificate come extra alla prima battitura;Seconda battitura = % forme classificate come extra alla seconda battitura;Combinata = % forme classificate come extra alla seconda battitura sul totale prodotte;Fig. 4: punteggio <strong>di</strong> qualità organolettica delle forme Trentingrana a finestagionatura.


specialetrentingranatt 05 anno LVI48IL CONTROLLO DELLAQUALITÀ SENSORIALEFlavia Gasperi, Isabella Endrizzi, Eugenio Aprea, Franco Biasioli,Alessandra FabrisCentro Ricerca e Innovazione IASMA - Fondazione Edmund MachUno strumento perverificare la rispondenzaai requisiti contenuti nel<strong>di</strong>sciplinare e base <strong>di</strong> unmeccanismo che incentivaeconomicamente iproduttori con gli standardqualitativi più elevatiPerché è importante controllarela qualità sensoriale neiprodotti tipici? I prodotti tipici,ed in particolare quelli conuna denominazione legataall’origine come le DOP (Denominazione <strong>di</strong>Origine Protetta), dovrebbero essere sottopostiad un costante controllo della qualitàsensoriale. Quest’ultima è quella che piùsaldamente crea il legame tra prodotto econsumatore ed è solo attraverso una costanteverifica delle caratteristiche sensorialiche è possibile garantire la riconoscibilità delprodotto da parte del consumatore e il suosuccesso commerciale.Accanto ai meto<strong>di</strong> analitici basati su paneladdestrati a descrivere le caratteristichesensoriali <strong>di</strong> un prodotto, si può ricorrere avalutazioni sensoriali eseguite da panel <strong>di</strong>esperti che, in quanto profon<strong>di</strong> conoscitoridella tipologia <strong>di</strong> prodotto da valutare, giu<strong>di</strong>canoin base a criteri qualitativi complessivi.Su queste valutazioni si basano, ad esempio,i concorsi che selezionano e classificanoi prodotti d’eccellenza, oppure le commissioniche verificano la corrispondenza airequisiti <strong>di</strong> idoneità <strong>di</strong> prodotti a denominazioneprotetta.L’affidabilità <strong>di</strong> queste valutazioni <strong>di</strong>pende,come per qualsiasi altro metodo sensoriale,dalla metodologia <strong>di</strong> lavoro che deve rispettaretutti i requisiti necessari per questotipo <strong>di</strong> analisi. Particolare attenzione deveessere de<strong>di</strong>cata sia alla scelta dei parametriqualitativi su cui basare il sistema <strong>di</strong> valutazione,ossia gli aspetti chiave, identificatividel prodotto, sia alla definizione degli standardqualitativi in base ai quali si <strong>di</strong>stinguonoe si classificano i prodotti. Bisogna, inoltre,adottare gli opportuni accorgimenti per ovviareagli errori psicologici intrinseci alle valutazioniche coinvolgono persone e che frequentementevengono commessi da questotipo <strong>di</strong> giurie.


tt 05 anno LVIspecialetrentingranaGrazie alla stretta collaborazione tra ilTrentingrana – Consorzio dei caseifici sociali ericercatori della FEM è stato fatto un importantepasso avanti verso l’ottimizzazione del sistema<strong>di</strong> controllo che si basa sulle valutazionisensoriali, in grado <strong>di</strong> monitorare e controllarelo standard qualitativo del TrentingranaUna giuria <strong>di</strong> esperti composta da 8 persone controllasistematicamente la produzione <strong>di</strong> tutti i caseificiconsociati attraverso la valutazione <strong>di</strong> 7 parametri<strong>di</strong> qualità sensoriale. Sulla base dei singoli punteggiè quin<strong>di</strong> calcolato un punteggio complessivo cherappresenta il livello qualitativo raggiunto da ognicaseificio.In ogni sessione <strong>di</strong> valutazione vengono analizzate da6 a 9 campioni presentati come mezze forme anonime.Ogni giu<strong>di</strong>ce valuta i campioni in<strong>di</strong>vidualmentesecondo un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso per ogni componente dellagiuria per <strong>di</strong>stribuire su tutti i campioni l’inevitabileeffetto dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> valutazione sul punteggioassegnato.Una delle proposte al vaglio del Consorzio prevede<strong>di</strong> separare la valutazione visiva, da effettuare sullamezza forma, da quella olfatto gustativa da effettuaresu un campione prelevato e presentato in vaschettechiuse e siglate, limitando in questo modo la possibileinfluenza <strong>di</strong> parametri visivi su quelli olfatto-gustativi.Il controllo della qualitàdel TrentingranaIl Trentingrana-Concast ha scelto <strong>di</strong> introdurrenel proprio sistema <strong>di</strong> controllo qualitàdella produzione Trentingrana la valutazionesensoriale da parte <strong>di</strong> una giuria <strong>di</strong> esperti.Il regolamento consortile prevede accantoalla classificazione del formaggio in basealla battitura al martello <strong>di</strong> tutte le forme a 9e a 18 mesi la valutazione sensoriale <strong>di</strong> unacampionatura <strong>di</strong> forme scelte a 18 mesi.I ricavi delle ven<strong>di</strong>te sono <strong>di</strong>stribuiti ai produttoriattraverso un sistema che premia ilraggiungimento <strong>di</strong> elevati standard qualitativie che, nel contempo, penalizza i caseificiche hanno conferito un prodotto <strong>di</strong> qualitàinferiore.Il sistema adottato da oltre 10 anni dal Consorziorappresenta in Italia uno dei pochiesempi nei quali la valutazione sensorialenon è solo uno strumento per verificare larispondenza ai requisiti contenuti nel <strong>di</strong>sciplinare<strong>di</strong> un prodotto che vuole fregiarsi <strong>di</strong>un marchio <strong>di</strong> qualità, ma sta alla base <strong>di</strong> unmeccanismo che vuole incentivare economicamentei produttori con gli standard qualitativipiù elevati.L’intervento <strong>di</strong> FEMGrazie al progetto <strong>di</strong> ricerca finanziato dalla<strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> (“Qualità dellafiliera del Grana Trentino”), il gruppo <strong>di</strong> ricercadella Fondazione E.Mach con competenzenel settore dell’analisi sensoriale ha affiancatoil Consorzio nel lavoro <strong>di</strong> ottimizzazione delsistema <strong>di</strong> controllo che si basa sulle valutazionisensoriali.Dapprima sono stati sottoposti ad un’approfon<strong>di</strong>taanalisi statistica i dati storici forniti dagliesperti nei primi 8 anni <strong>di</strong> valutazioni dellagiuria. Questo ha permesso da un lato <strong>di</strong> valutarecome la qualità del prodotto varia in funzionedei caseifici, della stagione e dell’anno<strong>di</strong> produzione (Bittante et al., 2011) e dall’altro<strong>di</strong> analizzare le procedure adottate in<strong>di</strong>viduandoi punti critici. Contemporaneamentesono state verificate le performance dellagiuria nel suo complesso e dei singoli giu<strong>di</strong>ci.Sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni dei ricercatoriFEM sono stati proposti al Consorzio alcuniinterventi migliorativi che riguardano il campionamentodelle forme da sottoporre allagiuria, le modalità <strong>di</strong> valutazione dei giu<strong>di</strong>ci eil calcolo finale del punteggio <strong>di</strong> qualità.Parte delle mo<strong>di</strong>fiche suggerite sono stateimplementate fin da subito, altre nel corsodel progetto e altre ancora sono in fasevalutazione da parte del Consorzio, poichérichiedono interventi più ra<strong>di</strong>cali ed investimentide<strong>di</strong>cati.Tutti gli interventi basati sul rispetto dei requisitimetodologici dell’analisi sensorialesono stati sviluppati compatibilmente conl’ambiente e le con<strong>di</strong>zioni operative del magazzinodel consorzio.Nel corso del progetto sono stati inoltresperimentati meto<strong>di</strong> strumentali per misurareparametri fisici e chimici correlabili congli aspetti sensoriali come il colore, la consistenzao l’odore. I risultati finora ottenutisono incoraggianti e l’approccio strumentaleproposto, sebbene sia stato verificato su unnumero limitato <strong>di</strong> forme, ha permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminaree caratterizzare i formaggi in manieracomplementare con quanto in<strong>di</strong>catodalla giuria <strong>di</strong> esperti (Endrizzi et al., 2011)anche attraverso meto<strong>di</strong> rapi<strong>di</strong> ed innovativi(Fabris et al., 2010). Se ciò verrà confermatosarà possibile affiancare alla giuria <strong>di</strong> espertiuna serie <strong>di</strong> misure strumentali in grado <strong>di</strong>garantire un controllo qualità molto precisoe meno oneroso.BibliografiaBittante, G., Cologna, N., Cecchinato, A., De Marchi M:, Penasa, M., Tiezzi, F., Endrizzi, I., & Gasperi, F. (2011).Monitoring of sensory attributes used in the quality payment system of Trentingrana cheese. Journal of dairyscience, doi:10.3168/jds.2011-4319.Endrizzi I., Fabris A., Biasioli F., Aprea E., Franciosi E., Poznanski E., Cavazza A., Gasperi F. The effect of milkstorage con<strong>di</strong>tions on cheese quality of Trentingrana: sensory and instrumental evaluation. International DairyJournal (submitted 2011).Fabris, A., Biasioli, B., Granitto, P. M., Aprea, E., Cappellin, L., Schuhfried, E., Märk, T. D., Gasperi, F., &Endrizzi, I. (2010) PTR-TOF-MS and data-mining methods for rapid characterisation of agro-industrial samples:influence of milk storage con<strong>di</strong>tions on the volatile compounds profile of Trentingrana cheese. Journal of MassSpectrometry, 45, 1065–107449


TECNICA, RICERCA E SPERIMENTAZIONEtt 05 anno LVIDIDYMOSPHENIA GEMINATAUn’alga <strong>di</strong> interesseinternazionaleUn in<strong>di</strong>catore biologico della qualità delle acqueosservato e stu<strong>di</strong>ato anche in Trentino1Maria Elena Beltrami, Francesca Ciutti, Cristina CappellettiFondazione E. Mach – Centro Trasferimento Tecnologico50Se durante un’uscita <strong>di</strong> pesca o una passeggiatalungo un fiume vi capita <strong>di</strong> notareche il fondo del corso d’acqua è coperto dauno strato marrone piuttosto spesso, simileal tatto a ovatta bagnata, non pensate subitoche il fiume sia sporco! Potreste essere <strong>di</strong>fronte al particolare sviluppo <strong>di</strong> un’alga: la<strong>di</strong>atomea Didymosphenia geminata (Lyngbye)M. Schmidt.Per la sua forma caratteristica e le relativamente“gran<strong>di</strong>” <strong>di</strong>mensioni (può superare 0.1mm) è stata una delle prime specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>atomeead essere descritta (1819). D. geminataè una <strong>di</strong>atomea <strong>di</strong> acque dolci, che viveattaccandosi al substrato sommerso con unlungo peduncolo costituito da proteine e polisaccari<strong>di</strong>(Figure 1-3).La D. geminata è considerata originaria delNord Europa e Nord America. In Europa èstata segnalata in Repubblica Ceca, Finlan<strong>di</strong>a,Islanda, Norvegia, Polonia, Serbia,Spagna, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna,Turchia. In Italia è <strong>di</strong>ffusa principalmentenelle regioni settentrionali: Lombar<strong>di</strong>a (Giaj-Levra & Abate, 1994), Piemonte (Battegazzoreet al., 2007), Alto A<strong>di</strong>ge (Cappellettiet al., 2007; Beltrami et al., 2008 a), FriuliVenezia Giulia (Zorza et al., 2006), Lazio(Bonar<strong>di</strong>, 1888), Valle d’Aosta (Brun, 1880).In Trentino è stata rinvenuta per la prima voltanell’estate 2004 (Beltrami et al., 2008b)nel corso <strong>di</strong> alcuni campionamenti svolti suiprincipali corsi d’acqua della provincia dallaFondazione E. Mach e APPA <strong>Trento</strong>.Invasiva in Nuova ZelandaIntorno a questa alga si sta sviluppando ungrande interesse nazionale e internazionale,perché in alcuni sta<strong>di</strong> del suo sviluppo puòcreare colonie macroscopiche che arrivanoa rivestire lunghi tratti <strong>di</strong> fondo dei corsid’acqua. Dal <strong>di</strong>battito tra esperti internazionaliè emerso che tali proliferazioni massivesono tipiche della specie sia in Europa che inNord America, si verificano in corsi d’acqua<strong>di</strong> buona qualità e spesso spariscono dopoqualche mese o anno.Diversa è invece la situazione in Nuova Zelandadove la specie è apparsa per la primavolta nel 2004 ed è considerata invasiva (Kilroy,2004). Le sue proliferazioni sono arrivatea coprire fino al 95% del fondo <strong>di</strong> alcunicorsi d’acqua con formazioni impressionanti,che hanno determinato l’allarme del Ministerodell’Agricoltura e Foreste e l’attivazione <strong>di</strong>programmi <strong>di</strong> bio-sicurezza per limitarne la<strong>di</strong>ffusione in corpi idrici non ancora colonizzati,da parte <strong>di</strong> chi frequenta i corsi d’acqua(pescatori, canoisti, ecc). Nel sito web http://www.biosecurity.govt.nz/<strong>di</strong>dymo è possibilevedere immagini e video sulla <strong>di</strong>stribuzionee sugli effetti <strong>di</strong> tali proliferazioni.Nei nostri corsi d’acqua non si sono mai verificatesituazioni allarmanti e, sebbene gliaccrescimenti <strong>di</strong> D. geminata abbiano uninnegabile impatto sull’estetica del corsod’acqua, si sottolinea che a tutt’oggi non sisono mai riscontrati effetti sulla fauna ittica,sulla salute umana o produzione <strong>di</strong> tossine.Distribuzione in TrentinoSebbene la presenza della Didymospheniageminata in corsi d’acqua o laghi del centro-nordItalia sia testimoniata dalla fine del1800, la mancanza <strong>di</strong> dati storici per il Trentinonon permette <strong>di</strong> stabilire con certezza seProliferazione <strong>di</strong> Didymosphenia geminata neltorrente Brusagola specie fosse già presente nel territorio ose sia una specie invasiva.Dal 1999 al 2006, nella provincia <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>,sono stati campionati 60 corsi d’acqua e 3laghi, per un totale <strong>di</strong> 126 siti e 136 campionianalizzati. La presenza <strong>di</strong> D. geminata èstata riscontrata a partire dal 2004, in 40 siti(32%) situati nel bacino dell’A<strong>di</strong>ge, Noce,Avisio, Sarca, Vanoi-Cismon, Brenta, Chiese,Leno. In 5 siti l’alga era assente nel 1999.L’abbondanza relativa della D. geminata rispettoalle altre <strong>di</strong>atomee era sempre moltobassa, circa l’1%.Nell’estate del 2009, nell’ambito del monitoraggiofisico-chimico, microbiologico ebiologico sui corpi idrici parzialmente derivatidalle troticolture ASTRO (convenzionestipulata tra la Fondazione Edmund Mach– Istituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge eASTRO Associazione Troticoltori Trentini), èstata effettuata anche un‘indagine relativaalla determinazione della qualità biologicame<strong>di</strong>ante uso delle <strong>di</strong>atomee. Durante questaanalisi si è riscontrata la presenza dellaD. geminata in tratti del fiume Sarca doveprecedentemente era assente.La <strong>di</strong>stribuzione della D. geminata non èstrettamente correlata con la qualità delcorso d’acqua o con fattori fisici (altitu<strong>di</strong>ne,<strong>di</strong>stanza dalla sorgente, geologia del bacino),poiché è stata osservata in un ampiorange <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni ambientali: sopra ai1000 m s.l.m. e nei tratti <strong>di</strong> fondo valle, incorsi d’acqua <strong>di</strong> elevata qualità, ma anche in


tt 05 anno LVITECNICA, RICERCA E SPERIMENTAZIONE2 3Figure 1-3: Didymoshenia geminata osservata almicroscopio ottico (1-2) e elettronico (3)51tratti maggiormente impattati. Sebbene l’algasia descritta come tipica dei corsi d’acquamontani e oligotrofici, dai nostri risultati sembraessere più frequente in corsi d’acqua<strong>di</strong> fondovalle (al <strong>di</strong> sotto dei 400 m s.l.m.),meso-eutrofici (fosforo totale: 26–60 μg/L),con pH compreso tra 8 e 8.4 e moderataconducibilità (209–298 μS/cm). L’unica proliferazionemassiva è stata tuttavia osservatanell’autunno 2006 nel torrente Brusago (bacinoAvisio), in un sito oligotrofico <strong>di</strong> elevataqualità, bassa conducibilità (37 μS/cm) e aduna quota <strong>di</strong> 1100 m s.l.m.Tale formazione (Figure 4 e 5), microscopicamentecostituita dal groviglio dei peduncolicon i quali l’alga aderisce al substratodel fondo, aveva uno spessore <strong>di</strong> circa 2 cm,una colorazione marrone e una consistenzasimile a ovatta bagnata, resistente al tatto enon mucillaginosa, che potrebbe essere erroneamenteconfusa con batteri filamentosi.L’analisi della comunità dei macroinvertebratisvolta sullo stesso sito in due stagioni<strong>di</strong>verse, non ha messo in evidenza nessunaalterazione nella composizione, con presenzadei gruppi più sensibili, quali Plecotteri,Efemerotteri, Tricotteri.Opinione <strong>di</strong>ffusa a livello internazionale èche ci sia un legame tra questa specie e lapresenza <strong>di</strong> regimazioni idrologiche (es. <strong>di</strong>gheo captazioni), poiché spesso la si ritrovaa valle <strong>di</strong> tali strutture. Probabilmente, infatti,lo sviluppo della Didymosphenia geminata,è favorito da regimi idrologici piuttosto costanti.La <strong>di</strong>ffusa presenza nella provincia <strong>di</strong><strong>Trento</strong> <strong>di</strong> sbarramenti e bacini idroelettrici,potrebbe essere un fattore che favorisce la<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tale alga sul territorio. I possibilivettori <strong>di</strong> trasporto potrebbero essere sia ipescatori che gli uccelli acquatici.LE DIATOMEELe <strong>di</strong>atomee (Bacillariophyceae) sono dellealghe brune unicellulari. Sono caratterizzatadalla presenza <strong>di</strong> un “guscio” esterno <strong>di</strong> siliceche racchiude la cellula, detto frustulo.L’identificazione delle <strong>di</strong>verse specie si basaproprio sull’osservazione al microscopio otticodella forma e delle <strong>di</strong>mensioni del frustulo.Nei corsi d’acqua le <strong>di</strong>atomee possono vivereadese a substrati duri ed inerti (<strong>di</strong>atomee epilitiche),su altri vegetali (<strong>di</strong>atomee epifitiche) esul se<strong>di</strong>mento (<strong>di</strong>atomee epipeliche).In campo ambientale assumono un ruoloimportante nella valutazione della qualitàdelle acque: sono infatti dei buoni in<strong>di</strong>catoribiologici, poiché la presenza delle <strong>di</strong>versespecie è correlata con la quantità <strong>di</strong> nutrienti<strong>di</strong>sciolti nell’acqua. In base all’abbondanzarelativa delle <strong>di</strong>verse specie vengono quin<strong>di</strong>calcolati degli in<strong>di</strong>ci per definire la qualità deicorsi d’acqua.BibliografiaBattegazzore M., Mogna M., Gaggino A.M. & Morisi A., 2007. La <strong>di</strong>atomea Didymosphenia geminata (Lyngbye) Schmidt nel F. Po e nel T. Varaita. Invasione preoccupantecausata da <strong>di</strong>sturbo antropico o mancanza <strong>di</strong> conoscenza? Annales Scientifiques du massif du Mont Viso (Annali Scientifici del massiccio del Monviso) 3: 87-107.Beltrami M.E., Cappelletti C., Ciutti F., 2008 a. Didymosphenia geminata (Lyngbye) M. Schmidt (Bacillariophyta) in the Danube basin: new data from the Drava river(northern Italy). Plant Biosystems 142: 126-129.Beltrami M.E., Blanco S., Ciutti F., Cappelletti C., Monauni C., Pozzi S., Rimet F., Ector L., 2008 b. Distribution and ecology of Didymosphenia geminata (Lyngbye) M.Schmidt (Bacillariophyta) in Trentino watercourses (northern Italy). Algologie, Cryptogamie 29 (2): 141-160Bonar<strong>di</strong> E., 1888. Premières recherches sur les <strong>di</strong>atomées de Vall’intelvi. Journal of Micrographics 12: 303-382.Cappelletti C., Ciutti F., Beltrami M. E., Alber R., Mutschlechner A., 2007. Analisi della comunità delle <strong>di</strong>atomee epilitiche <strong>di</strong> sette corsi d’acqua dell’Alto A<strong>di</strong>ge. Gredleriana7: 127-140.Giaj-Levra P. & Abate O., 1994 - Le <strong>di</strong>atomee d’acque dolce in Italia. ENEA Serie Stu<strong>di</strong> Ambientali, Roma, 290 p.Kilroy C., 2004. A new alien <strong>di</strong>atom, Didymosphenia geminata (Lyngbye) Schmidt: its biology, <strong>di</strong>stribution, effects and potential risks for New Zealand fresh waters. NIWAClient Report: CHC2004-128, 34 p.Zorza R., Oriolo G., Honsell G., Bonfanti P. & Sigura M., 2006. Analisi multi<strong>di</strong>sciplinare e multiscalare <strong>di</strong> un corso d’acqua: l’ambito fluviale del Natisone (<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong>U<strong>di</strong>ne). Atti del XV Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Ecologia (Torino, 12-14 settembre 2005), Torino, pp. 1-6.


TECNICA, RICERCA E SPERIMENTAZIONEtt 05 anno LVIRETI ANTIGRANDINEOpportunità e problemi nel 2011Piergiorgio IanesIasma – Fondazione E.MachIl <strong>di</strong>sastroso effetto <strong>di</strong> una gran<strong>di</strong>nata su unimpianto della Valle <strong>di</strong> Non.Fig. 1 Cartina dell’intensità gran<strong>di</strong>nigena52La gran<strong>di</strong>ne, nella nostra realtà frutticola provinciale, è l’avversitàmeteorica più pericolosa e più temuta dagli agricoltorI. A salvaguar<strong>di</strong>adel red<strong>di</strong>to aziendale la forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa più <strong>di</strong>ffusa è l’assicurazionema nelle zone più gran<strong>di</strong>nigene sempre più è attuata e giustificatala <strong>di</strong>fesa attiva attraverso la realizzazione <strong>di</strong> impianti antigran<strong>di</strong>ne.Dal lontano 1974 l’Istituto Agrario <strong>di</strong> S. Michele, sul territorio provinciale,monitora l’attività gran<strong>di</strong>nigena attraverso una rete <strong>di</strong> grelimetriche sono dei piccoli pannelli in grado <strong>di</strong> segnare l’intensità della gran<strong>di</strong>ne.E’ stato così possibile costruire delle specifiche cartine delleprecipitazioni gran<strong>di</strong>nigene.In quella riportata in Fig. 1, riferita alla realtà frutticola della Valle dNon, è possibile osservare che la maggior frequenza delle gran<strong>di</strong>nate(fasce in rosso) si verifica nell’areale più a Nord. In queste zone,nell’ultimo decennio, molti agricoltori hanno coperto parte della propriaazienda con impianti antigran<strong>di</strong>ne. Attualmente su una superficiefrutticola <strong>di</strong> circa 1.600 ettari ne risultano coperti 270 (17%) ed il trendè in costante crescita, favorito anche dal contributo a fondo perdutodel 50% sulla spesa ammessa erogato dalla O.P. Melinda.La <strong>di</strong>fesa attiva, nelle zone più soggette a gran<strong>di</strong>nate, è vista confavore sia dalla O.P. in quanto si riduce il rischio <strong>di</strong> potenziali fortiper<strong>di</strong>te <strong>di</strong> prodotto commerciale e sia dall’azienda agricola laddove icosti delle polizze risultano molto alti.In queste realtà, il frutticoltore, nella fase <strong>di</strong> rinnovo dell’impiantofrutticolo, pre<strong>di</strong>spone frequentemente la palatura e l’ancoraggiodell’impianto alla possibile copertura con rete antigran<strong>di</strong>ne. Successivamentela messa in posa della rete qualche volta viene affidata a<strong>di</strong>tte specializzate che provvedono anche al tensionamento <strong>di</strong> fili efuni ma più frequentemente viene fatta in proprio.Costo della <strong>di</strong>fesapassiva ed attivaI costi <strong>di</strong> un impianto antigran<strong>di</strong>ne può variare notevolmente in funzione<strong>di</strong>: sistema prescelto, <strong>di</strong>mensioni, giacitura e forma dell’appezzamento,natura del terreno ecc. In<strong>di</strong>cativamente, il costo totale,escludendo palatura ed ancoraggi e fatto montare da una <strong>di</strong>tta, siaggira sui 13.500 € al netto del contributo ricevuto (Tab. 1). In caso <strong>di</strong>impianti semplificati, realizzati in proprio, è possibile prevedere unariduzione dei costi <strong>di</strong> circa un 10-12%.I costi annuali me<strong>di</strong> <strong>di</strong> un impianto antigran<strong>di</strong>ne, calcolando ammortamento,manutenzione e gestione (apertura e chiusura), si aggiranosui 2000 €. Utilizzando la rete bianca i costi tendono a lievitare perchédopo 7-8 anni si rende necessaria la sua sostituzione a causadella minor durata rispetto alla rete nera.La polizza <strong>di</strong> assicurazione pluririschio, nel 2011, nei comuni presicome riferimento (Tab. 2), prevedeva un premio a carico dell’agricoltoredal 2,7 fino al 8% del valore assicurato. A questo va aggiunto ilcosto calcolato riferito alla franchigia (1,46% del premio considerandola me<strong>di</strong>a dei danni periziati in zona). Il valore del prodotto assicuratoad ettaro, considerando una produzione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 500 Q.li alprezzo mercuriale <strong>di</strong> 47 € a quintale, è stato <strong>di</strong> 23.500 €.Il costo totale, ad ettaro, della polizza è variata, in definitiva, da 916 a2750 €. Confrontandoli con i costi della <strong>di</strong>fesa passiva ed attiva (Tab.2) emerge che la convenienza economica per realizzare un impiantoantigran<strong>di</strong>ne si ha nelle zone più gran<strong>di</strong>nigene.Va anche tenuto presente che la polizza copre anche i danni da ventoe gelo-brina ma con una franchigia del 30% a scalare che lascia scopertii danni limitati. Anche i danni gravi alle piante, con ripercussioni


TECNICA, RICERCA E SPERIMENTAZIONEtt 05 anno LVII consigli del veterinario per assicurare la sopravvivenza dell’alveareUN BUON INVERNOPER LE NOSTRE APIFranco GattiMe<strong>di</strong>co veterinario dell’Apss54Quando i primi fred<strong>di</strong> saranno arrivati, piano piano le api si ritirerannorestringendosi in mezzo al nido oppure su uno dei due lati dell’arniae lasciando liberi i restanti favi; questo è il momento <strong>di</strong> procedere alloro invernamento.In una bella giornata <strong>di</strong> sole, senza vento, occorre dunque recarsiall’apiario muniti del materiale necessario per eseguire questa operazione.Accendete l’affumicatore e procedete come se si trattasse<strong>di</strong> una normale visita. Sollevato il coprifavo, iniziate ad asportare itelaini dal lato in cui non vi sono più api. Riponeteli in una cassettamunita <strong>di</strong> coperchio. Qualora vi fosse ancora qualche ape sui faviprelevati, aiutarsi con la spazzola.Man mano che si preleva un telaino, esaminatelo attentamente pervedere se contiene o meno una certa quantità <strong>di</strong> polline e, se cosìfosse, lasciatelo nel nido.Prelevati i primi due o tre telaini, fate scalare tutti gli altri, dandoun’occhiata per valutare la provvista contenuta in ciascuno <strong>di</strong> essi.Generalmente si possono comodamente prelevare quattro telaini e avolte anche più, tutto <strong>di</strong>pende dalla forza della colonia. Dovrete far siche la colonia si trovi in posizione centrale al nido, con i 2 <strong>di</strong>aframmialle estremità.Molti sono gli apicoltori che invernano, sempre che lo facciano, conun solo <strong>di</strong>aframma, spostando i telaini su uno dei lati dell’arnia. Quandoperò in primavera si riaprirà l’arnia, i primi telaini vicini alla paretesaranno ammuffiti e bagnati <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà e con polline andato a male.Qualora una famiglia avesse più <strong>di</strong> 3-4 telaini con abbondante polline,è consigliabile non lasciarli tutti nella stessa famiglia, ma prelevarnequalcuno per immetterlo in quelle famiglie che non ne hannoaffatto o ben poco. Abbiate l’accortezza <strong>di</strong> lasciare in mezzo al nidotelaini con tante celle vuote, ma incorniciate <strong>di</strong> miele sui tre lati. Conqueste celle vuote le api avranno un appoggio ben saldo per la formazionedel glomere e in primavera le celle verranno utilizzate dallaregina per la sua deposizione.Ultimata la sistemazione dei telaini, non rimane che riposizionare ilcoprifavo, facendo attenzione che non vi siano spifferi e tutto il caldorimanga alla sommità del nido. Eventualmente sigillate le fessurecon del nastro isolante. Un vecchio detto asserisce:«Le api voglionotesta calda e pie<strong>di</strong> fred<strong>di</strong>».Utilizzate lane o pile <strong>di</strong> cuscini da collocare sotto il coperchio per ilmantenimento della temperatura, nella parte alta dell’arnia evitandoneil raffreddamento. Questo materiale isolante consentirà anche <strong>di</strong>mantenere caldo il can<strong>di</strong>to che andrete a collocare durante l’invernoper la nutrizione invernale, in quanto in questo modo le api sarannoin grado <strong>di</strong> trasmettere il calore del glomere anche al nutrimento, chesarà quin<strong>di</strong> più assimilabile e <strong>di</strong>geribile.Molto importante è la valutazione delle scorte, perché la morte perfame è molto frequente. Accertarsi che siano <strong>di</strong>sponibili scorte <strong>di</strong>miele in almeno due telai. Nel mese <strong>di</strong> novembre somministrare delcan<strong>di</strong>to anche in piccole quantità per poter valutare le necessità <strong>di</strong>nutrimento e la forza delle famiglie attraverso il consumo <strong>di</strong> alimento,che sarà possibile controllare soltanto alzando il tetto dell’arnia. Dagennaio il nutrimento solido dovrà essere sempre <strong>di</strong>sponibile per leapi al fine <strong>di</strong> garantire la ripresa primaverile. Ricor<strong>di</strong>amo ancora che ilcan<strong>di</strong>to verrà coperto con del materiale isolante (lana, pile, polistiroloecc.) in modo che il calore prodotto dalle api lo mantenga morbido efacilmente utilizzabile.A questo punto non rimane che infilare un listello sotto la parete posterioredell’arnia in modo da darle una certa pendenza in avanti,consentendo così l’evacuazione automatica della condensa internache si verifica specie in febbraio-marzo a causa dell’aumento dellatemperatura nell’abitacolo, dovuto alla deposizione della regina. Lariduzione a 10 cm dell’apertura della porticina è consigliata soltantoper il periodo novembre-<strong>di</strong>cembre, quando il glomere è compatto perle temperature esterne. Già da gennaio è consigliabile aprire completamentela porticina per garantire una efficacie ventilazione conconseguente riduzione dell’umi<strong>di</strong>tà interna.Infine ricordate <strong>di</strong> conservare correttamente in magazzino i telai cheavete prelevato. Andranno collocati in arma<strong>di</strong> ermeticamente chiusipre<strong>di</strong>cando il trattamento antitarma.


RUBRICHEA COME AGRICOLTURAa cura <strong>di</strong> Walter Nicolettiw.nicoletti@rttr.itIn Valle <strong>di</strong> Non l’azienda multifunzionale <strong>di</strong> Mario e Lia SavinelliNON SOLO MELE56Frutticoltura conorticoltura,piccoli frutti e patate.Con attenzionealla filiera corta e allaven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettanei mercati conta<strong>di</strong>niIn valle <strong>di</strong> Non non c’è solo la monocolturadella mela. C’è anchel’azienda frutticola multifunzionale.L’abbiamo chiamata cosìsapendo <strong>di</strong> operare una forzaturasulla vulgata comune. Qui non troviamo lafattoria con animali da cortile e d’allevamento,ma troviamo un’azienda inserita nel compartomelicolo tra<strong>di</strong>zionale eppure interessataad ampliare il ventaglio varietale fino acomprendere anche altre colture frutticole esoprattutto gli ortaggi e l’antica coltura dellapatata.Mario Savinelli, dopo un periodo <strong>di</strong> lavoronel campo artigiano e dopo la gestione<strong>di</strong> un pubblico esercizio a Livo ha scelto lacampagna. Grazie ai corsi per impren<strong>di</strong>toreagricolo presso l’Istituto agrario si è iscrittoall’albo dei produttori a tempo pieno ed oggigestisce con la moglie Lia Zanotelli un’avviataesperienza nel campo rurale.Le colture melicole si estendono per circasei ettari attorno a Livo con le varietà Goldene Stark alle quali si sono via via aggiunte laGala, la Fuji, la Pinova ed altre resistenti allaticchiolatura. L’ampliamento del ventagliovarietale ha consentito innanzitutto <strong>di</strong> <strong>di</strong>luirele pratiche colturali su un calendario più am-


A COME AGRICOLTURApio e più gestibile e, come vedremo, <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfaremaggiormente il gusto e le esigenzedella clientela.A queste si aggiunge anche la riscoperta <strong>di</strong>alcune piante <strong>di</strong> varietà antiche <strong>di</strong> mele comenel caso della Belfiore, la Rosa Mantovanae la Piatlin che rientrano nel logo aziendale“Mele <strong>di</strong> un tempo” e che crescono spontaneamentee senza trattamenti.Accanto alle mele troviamo poi anche lepere come le Abate, Conference e Williams(anch’esse senza trattamenti) alle quali siaggiungono <strong>di</strong>verse piante <strong>di</strong> albicocco chequi ha trovato un clima particolarmente favorevole.A Cis, all’inizio della valle <strong>di</strong> Sole, e a Rumo,nelle Maddalene, l’azienda coltiva circa tremila metri quadrati <strong>di</strong> piccoli frutti e otto milametri <strong>di</strong> patate. In nove serre si coltivano fragole,lamponi, ribes e mirtillo, mentre sotto itunnel antipioggia trovano collocazione anche<strong>di</strong>verse piante <strong>di</strong> ciliegio.Nei settori settentrionali sono stati poi aratidei campi che ospitano due varietà <strong>di</strong> patatad’alta qualità come le Cicero e le Kennebec.Accanto alla frutticoltura e alle patate, troviamopoi alcuni appezzamenti che a rotazioneospitano piante <strong>di</strong> pomodoro, insalata trentina,cavolo cappuccio, cipolla, carota, porro,oltre a prezzemolo, rosmarino e salvia.Nel calendario aziendale il settore frutticoloe quello orticolo vengono organizzati ascaglioni per consentire <strong>di</strong> seguire tutte leoperazioni colturali senza sovrapporle inutilmente.Dalla produzione si passa dunque alla trasformazionee alla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta del prodotto.Grazie alla formazione professionalee alla passione per la qualità, l’azienda haimpostato un laboratorio artigianale per laproduzione <strong>di</strong> ottime confetture, crauti, succhi<strong>di</strong> frutta e succhi concentrati.Il prodotto fresco e quello trasformato vengonoquin<strong>di</strong> commercializzati attraverso imercati conta<strong>di</strong>ni estivi <strong>di</strong> Cogolo, Pellizzano,Malé e Cles ai quali si aggiungonole tante manifestazioni delle valli del Noce.L’azienda partecipa ai mercatini anche conuna serie <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> animazione - comenel caso della rappresentazione della produzionedei crauti o delle confetture - checontribuiscono a far conoscere i suoi prodottiad un pubblico nuovo ed interessato.Alla presenza in valle, l’azienda Savinelliaggiunge però anche quella in <strong>di</strong>versi mercatifuori provincia (Milano, Vicenza e altrecittà) attraverso la rete della “Compagnia deisapori”. Nel periodo estivo, inoltre, l’aziendarappresenta il Trentino nel corso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versiweek end dove vengono presentate e vendutele primizie del Belpaese per la gioia <strong>di</strong>tanti turisti e consumatori.Mario e Lia sono soci <strong>di</strong> Melinda, ma graziead un accordo interno riescono a vendereuna parte del loro prodotto <strong>di</strong>rettamente suibanchi dei mercati conta<strong>di</strong>ni. conferma in proposito LiaZanotelli. Interessante dunque sottolineareanche questo esempio <strong>di</strong> flessibilità del settorecooperativo che nonostante la rigi<strong>di</strong>tàdegli statuti è riuscito a garantire la possibilitàdella ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> una parte delprodotto.Fra le tante sod<strong>di</strong>sfazioni, l’ultima in or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> tempo è quella relativa alla patata <strong>di</strong>Rumo che ha visto schiere <strong>di</strong> amici acquirentirivolgersi al banco <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta tramite ilsistema della prenotazione come nel casodei più blasonati vini o formaggi dello stivale.L’esperienza agricola ha consentito infineuna crescita non solo professionale, maanche culturale. E’ il caso ad esempio dellapartecipazione al corso <strong>di</strong> formazione de<strong>di</strong>catoalle “emozioni del territorio” promossonel 2010 dall’Accademia d’impresa. Grazieagli interventi <strong>di</strong> docenti qualificati come AnnalisaZeni, Mariagrazia Brugnara, GiorgioPerini e Mirko Freni i coniugi Savinelli hannoaffinato la consapevolezza della forza <strong>di</strong> unterritorio e dei suoi prodotti tipici.Il clima e l’esposizione dei terreni, oltre allaforte escursione termica <strong>di</strong> un ambiente produttivoche va dai seicento ai mille metri,rappresentano un punto <strong>di</strong> forza per richiamarel’attenzione del consumatore. .Azienda agricolaMario SavinelliVia Centrale 19/A38020 LivoTel. 0463-533566scriciol@alice.it57


RUBRICHEA COME ALIMENTAZIONEA Maso San Rocco immersa nel bosco un’azienda agricola storica con agriturL’AUTENTICITÀ RURALEA DUE PASSI DALLA CITTÀ58Apochi passi dalla città può capitare<strong>di</strong> incontrare l’atmosferadella campagna e i saporiveri dei suoi prodotti. E’ quantosuccede a maso San Roccoche incontriamo sulla strada che sale aVillazzano in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Vigolo Vattaro. Quici accolgono Gino Pancheri e la moglie altoatesinaAlexandra Gamper. Gino si chiamacome il nonno, uno dei più celebri pittori trentinidel Novecento, perito prematuramente inconseguenza dei bombardamenti del 1943.Il maso si trova immerso in un superbo bosco<strong>di</strong> piante secolari che dona all’ospite frescurad’estate e riparo d’inverno. La <strong>di</strong>morarurale e l’azienda agricola sono annesse allavilla patrizia della famiglia Pedrotti che contribuiscea donare a questo luogo un tocco<strong>di</strong> magia e <strong>di</strong> bellezza particolarmente caratteristici.L’azienda agricola ha una storia che affondale sue ra<strong>di</strong>ci nell’Ottocento e dal 1991 èstata trasformata in agriturismo dai genitori<strong>di</strong> Gino Pancheri, Bruno e Fiorelisa. Oggi laproprietà agricola comprende un vigneto <strong>di</strong>nove ettari, cinquemila metri quadri <strong>di</strong> pianteda frutto, duemila metri <strong>di</strong> serre coltivate apiccoli frutti, mille metri <strong>di</strong> orto, oltre a mezzoettaro <strong>di</strong> prato per alimentare due cavalli,sette capre e <strong>di</strong>versi conigli.Il riscaldamento del maso viene assicuratodalla legna ricavata dal bosco <strong>di</strong> proprietàche confina con il il Dosso <strong>di</strong> San Rocco e ilbosco della città <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>.Nel vigneto sono presenti uve <strong>di</strong> Chardonnay,Pinot bianco, Pinot nero, Traminer,Lagrein, Cabernet, Teroldego, Schiava ealtri incroci che vengono conferite presso laCantina sociale <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>-Le Meri<strong>di</strong>ane. Unaparte del raccolto viene comunque gestita<strong>di</strong>rettamente dall’azienda e contribuisce afornire il vino per l’agriturismo attraverso lelinee Pinot bianco profumi d’autunno, TeroldegoRosé-Terol<strong>di</strong>co Rosen, Cabernet pensierie Lagrein Re nero.Dalle piante <strong>di</strong> ciliegio, albicocco, pesco,pero, melo, prugno, noce, mandorlo, sambucoe dalle serre <strong>di</strong> more e lamponi derivano<strong>di</strong>versi trasformati, succhi, e confetture.La trasformazione del vino e dei prodottifrutticoli ed orticoli (quest’ultima resa possibilegrazie alla pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un modernolaboratorio artigianale), ha consentitoall’azienda <strong>di</strong> compiere un salto <strong>di</strong> qualitàverso la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta del prodotto e la valorizzazionedella ristorazione nell’agriturismo.Le leccornìe <strong>di</strong> maso San Rocco si fregianodel marchio “prodotto in agritur trentino”tramite il quale l’associazione degli operatoriguidata da Graziano Lozzer ha inteso valorizzareil concetto <strong>di</strong> qualità presente in tantestrutture <strong>di</strong> questo tipo..Una visita a maso San Rocco può essereutile per conoscere da vicino il felice connubiofra lavoro nei campi e gastronomiaconta<strong>di</strong>na, il tutto nella pace e tranquillitàprossima alla cittàNei week end la struttura è sempre aperta,mentre nei giorni feriali è sempre meglio prenotare.(w.n.)AgriturismoMaso San RoccoLocalità San Rocco <strong>di</strong> VillazzanoTel. 0461-922785 - 910499


A COME AMBIENTERUBRICHEMonte Finonchio e malga MartinellaLA “RESTITUZIONE”DEL PAESAGGIO59La storia del recupero dei pratie dei pascoli del monte Finonchioe <strong>di</strong> malga Martinellasembra destinata a fare scuola.Questi lembi <strong>di</strong> territoriomontano, rispettivamente a monte <strong>di</strong> Volanosui comuni <strong>di</strong> Rovereto e Terragnolo e sulconfine con Folgaria, ancora nel comune <strong>di</strong>Terragnolo, erano un tempo utilizzati per lafienagione nel periodo agostano e poi per ilpascolo autunnale.Nel corso degli ultimi secoli, specie sul Finonchio,erano sorte delle vere e proprie <strong>di</strong>moreestive per gli abitanti <strong>di</strong> Noriglio, frazione <strong>di</strong>Rovereto, che qui si trasferivano per alcunesettimane al fine <strong>di</strong> seguire la raccolta dei foraggi.Dalla fine degli anni settanta, a causadel progressivo abbandono dell’agricoltura,lo sfalcio delle praterie venne interrotto ecosì anche tutte le pratiche <strong>di</strong> manutenzionedel territorio. Il bosco e le infestanti preseroil sopravvento fino a quanto, all’inizio deglianni duemila, si decise <strong>di</strong> intervenire.Dal 2003 un gregge <strong>di</strong> circa duemila pecore<strong>di</strong> proprietà del pastore Stefano Tonina iniziòa pascolare su quei prati ponendo progressivamentefine al processo <strong>di</strong> abbandono. Matutto questo non bastava a dare l’idea <strong>di</strong> unvero e proprio recupero del territorio.Silvano Zorer, custode forestale <strong>di</strong> Rovereto,e Giuliano Sannicolò, vice presidentedell’Associazione dei cacciatori <strong>di</strong> Terragnolo,lanciarono l’idea <strong>di</strong> affidare ad un allevatoreil compito <strong>di</strong> falciare i prati e <strong>di</strong> trovareun accordo con le migliaia <strong>di</strong> proprietari <strong>di</strong>quelle particelle. Fino a quando si trattava <strong>di</strong>consentire il pascolo con le pecore il problemavenne superato con un accordo <strong>di</strong>rettocon i proprietari. Ma quando si decise <strong>di</strong> elaborareun progetto <strong>di</strong> recupero e salvaguar<strong>di</strong>aintegrale dell’area, i problemi si feceropiù complicati.Per questi motivi sono intervenute le amministrazionicomunali <strong>di</strong> Rovereto e <strong>di</strong> Terragnolo,al fine <strong>di</strong> creare un accordo <strong>di</strong> interessecollettivo che garantisse ai possessori delleparticelle l’intangibilità della proprietà. Nelfrattempo, sempre su in<strong>di</strong>cazione dell’Associazionecacciatori, venne in<strong>di</strong>viduato unallevatore interessato allo sfalcio dei pratidel Finonchio e della Martinella. Attraversola norma del silenzio assenso alla chiamatadelle amministrazioni comunali si è rispostocon un consenso generale per l’avvio delleoperazioni <strong>di</strong> sfalcio, che sono state affidatea partire dall’anno scorso all’azienda agricola<strong>di</strong> Mario Daprà <strong>di</strong> San Sebastiano <strong>di</strong> Folgaria.Attualmente sono stati recuperati a colturaoltre 74 ettari <strong>di</strong> prati sul Finonchio e 35 sullaMartinella con un concretissimo ed apprezzabilebeneficio sia dal punto <strong>di</strong> vista paesaggistico,sia dell’utilizzo sociale <strong>di</strong> questospazio verde.Dove le macchine per lo sfalcio dell’erbanon possono arrivare ci pensano gli animali.Un allevatore della Valsugana, Fabio Campestrin,ha portato qui i suoi asini, mentrel’Associazione Noriglio Cavalli ha fatto pascolarei quadrupe<strong>di</strong> sui prati del Finonchiopromuovendo nel contempo una serie <strong>di</strong>escursioni alla riscoperta <strong>di</strong> questi luoghi.Accanto ai custo<strong>di</strong> forestali, ai cacciatori eagli amici del cavallo si sono mobilitati anchealtri citta<strong>di</strong>ni e appassionati naturalisti, nonultimo anche Filippo Prosser del Museo Civico<strong>di</strong> Rovereto, convinti assertori del recupero<strong>di</strong> queste praterie alpine anche a scopobotanico e faunistico.Un buon esempio <strong>di</strong> alleanza fra amministrazionipubbliche, privati citta<strong>di</strong>ni, produttorie società civile che ci auguriamo possaessere adottato anche in altre realtà. (w.n.)PER INFORMAZIONIwww.sternar.itTel. 347-0419887Riferimenti comuni Rovereto e Terragnolo


NOTIZIE IASMAtt 05 anno LVIPIÙ QUALITÀ PER LA TROTAIRIDEA TRENTINASilvia Ceschini<strong>Ufficio</strong> <strong>Stampa</strong> Fondazione Edmund Mach - IASMA60Da oggi si potrà migliorarela qualità della trota irideaallevata in Trentino, grazieai risultati delle attività <strong>di</strong>sperimentazione condottedal Centro Trasferimento Tecnologico dellaFondazione Edmund Mach. Cinque anni<strong>di</strong> campionamenti, 18.500 trote analizzate,155 mila misurazioni e 1600 campioni <strong>di</strong> dnaraccolti, hanno consentito <strong>di</strong> selezionarepresso l’impianto ittico <strong>di</strong> San Michele ceppi<strong>di</strong> trota iridea ad elevata resa commercialee con caratteristiche qualitative <strong>di</strong> pregio, ecostituire un parco riproduttori composto da2500 trote.I risultati del progetto “Migliorfiletto”sono stati presentatialla FondazioneMach nell’ambito <strong>di</strong> un seminario<strong>di</strong> aggiornamentoper troticoltori organizzatoin collaborazione con il Serviziovigilanza e promozioneattività agricole della<strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>.L’unità servizi ambientali ed acquacolturasi è avvalsa anche della collaborazionedell’Università <strong>di</strong> Firenze, U<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> ASTROche ora, con i risultati ottenuti, potrà migliorarela produzione e la competitività delproprio prodotto sul mercato. “La ricerca hapermesso <strong>di</strong> caratterizzare geneticamente iceppi <strong>di</strong> trota iridea allevati in provincia e valutarnei caratteri quantitativi e qualitativi perin<strong>di</strong>viduare i ceppi con le rese migliori produttive”spiegano i responsabili del progettoFernando Lunelli e Filippo FaccendaNUOVO MASTER UNIVERSITARIOSULLA VITICOLTURASOSTENIBILECOME SARÀ L’AGRICOLTURATRENTINA NEL 2099?RISPONDE “ENVIRO”NEI VIGNETI TRENTINITORNANO LE “STELLE”DI SAN LORENZOLa Fondazione Edmund Mach <strong>di</strong> San Micheleall’A<strong>di</strong>ge organizza un nuovo master universitario<strong>di</strong> primo livello sulla vitienologia sostenibile e latracciabilità dei vini. Si tratta del terzo masterorganizzato negli ultimi due anni, dopo quellosugli spumanti e i vini del territorio, e nasce,anche questa volta, in collaborazione con laFacoltà <strong>di</strong> Agraria dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>Milano.Saranno realizzati sul territorio provinciale unaserie <strong>di</strong> seminari aperti a tecnici e impren<strong>di</strong>toritrentini sulla eco-compatibilità integrati daincontri <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e confronto sulle tecniche <strong>di</strong>valorizzazione e promozione dei vini <strong>di</strong> territorio,con l’obiettivo appunto <strong>di</strong> offrire anche aglioperatori del comparto l’opportunità <strong>di</strong> unaformazione superiore in viticoltura ed enologia.Filo conduttore, dunque, la sostenibilità, conquattro gran<strong>di</strong> capitoli: viticoltura, enologia,mercati e normative. I temi affrontati saranno lagestione sostenibile del vigneto (risorse idriche,suolo, <strong>di</strong>fesa) e in cantina.Come sarà l’agricoltura trentina nei prossimi 90 anni?La risposta arriva da ENVIRO, la nuova piattaformaweb sviluppata dalla Fondazione Bruno Kessler incollaborazione con la Fondazione Edmund Machper monitorare gli impatti del cambiamento climaticosull’agricoltura trentina in particolare su piante, malattiee parassiti, e presentata a San Michele all’A<strong>di</strong>genell’ambito del convegno su agricoltura e climaall’interno <strong>di</strong> “Climatica…mente cambiando”.La modellistica è stata creata dal Centro ricerca einnovazione che ha potuto contare su dati climatici,geografici, catastali e su quelli relativi all’andamentodei patogeni e parassiti forniti dal Centro TrasferimentoTecnologico, mentre la parte tecnologica è statasviluppata da FBK.La piattaforma sarà ultimata fra un anno e rappresentauno strumento utile sia al mondo agricolo che dellaricerca. Inizialmente stu<strong>di</strong>ata per il settore viticolo saràpresto implementata <strong>di</strong> dati e informazioni relative amelo e fragola. Con un cursore si potrà fare un viaggionel tempo e vedere in una determinata zona, adesempio, come evolve una malattia, come cambia ilmomento <strong>di</strong> maturazione dell’uva e come si sviluppanoi parassiti.Continua l’azione <strong>di</strong> recupero e valorizzazionedelle antiche varietà <strong>di</strong> vite coltivate in Trentino,messa a punto dai ricercatori della FondazioneEdmund Mach <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>ge. DopoCasetta, Lagarino, Verdealbara e gli ultimi“rinati” Maor e Paolina, ora anche il “SaintLaurent” localmente noto come “San Lorenzo”,presente un tempo in Valsugana e nella valle<strong>di</strong> Cembra, potrà essere nuovamente coltivato.E questo grazie alla recente iscrizione nelRegistro nazionale delle varietà <strong>di</strong> vite idoneealla produzione <strong>di</strong> vino con D.M. 22 aprile 2011e conseguente pubblicazione nella GazzettaUfficiale n° 170 e al provve<strong>di</strong>mento della Giuntaprovinciale che ha ammesso alla coltivazionerecentemente anche gli altri vitigni recuperati daSan Michele.Sod<strong>di</strong>sfatti i ricercatori della PiattaformaMiglioramento genetico della vite del Centroricerca e innovazione che hanno collaboratoattivamente alla raccolta dei dati necessariall’iscrizione e che complessivamente ad oggihanno contribuito al recupero <strong>di</strong> 19 varietà.


tt 05 anno LVICentro <strong>di</strong> informazionedell’Unione europeavia della Val, 2 - Casalino | 38057 PERGINE VALSUGANA (TN) - ItalyTel: 0461 519123 - Fax: 0461 531052europe<strong>di</strong>rect@iasma.it | http://europe<strong>di</strong>rect.iasma.itIstituto Agrario <strong>di</strong> San Michele all’A<strong>di</strong>gea cura <strong>di</strong> Silvia Ceschini e Giancarlo OrsingherUE INFORMASPRECO DI ALIMENTIUNA PIAGA EUROPEAUn recente stu<strong>di</strong>o finanziatodall’Unione europea (“Preparatorystudy on foodwaste across EU 27”) hastimato che in Europa ognianno vengono buttati 89 milioni <strong>di</strong> tonnellate<strong>di</strong> cibo, circa 179 chili a persona! Circa il61% <strong>di</strong> questo spreco potrebbe essere evitatose gli alimenti fossero gestiti meglio. Adesempio, se i consumatori avessero pianificatomeglio i loro acquisti; se i dettagliantiavessero gestito meglio le loro scorte; segli avanzi dei ristoranti fossero stati portatia casa.Sprecare così tanto cibo è inaccettabile dalpunto <strong>di</strong> vista ambientale, economico ed etico.Lo stu<strong>di</strong>o ha rivelato che senza nuovepolitiche e attività preventive lo spreco <strong>di</strong>cibo in Europa aumenterà del 40% entro il2020, arrivando a 126 milioni <strong>di</strong> tonnellate.Chi sta sprecando tutto questo cibo e perchè?Il cibo viene sprecato in tutte le fasidella filiera produttiva: produttori, industrie,ven<strong>di</strong>tori al dettaglio, fornitori e consumatorine sono i responsabili.Lo spreco <strong>di</strong> cibo avviene per <strong>di</strong>verse ragioni.Per esempio, nel settore manifatturieroè causato principalmente dalla sovrapproduzione,da prodotti con forme anomale (<strong>di</strong>mensionie forma sbagliate), e dai danni alprodotto e al confezionamento. Nel settoredelle ven<strong>di</strong>te lo spreco è causato dagli standarddel marketing (problemi <strong>di</strong> estetica o<strong>di</strong>fetti nella confezione), cattiva amministrazionedelle scorte e strategie <strong>di</strong>marketing (es. 2x1 o 3x2). Nell’ambientecasalingo, le ragioni includono anche unamancanza <strong>di</strong> consapevolezza sulle quantità<strong>di</strong> cibo buttate e sui costi ambientali edeconomici derivati dallo scarto del cibo. Lamancanza <strong>di</strong> consapevolezza su come utilizzareal meglio il cibo (ad esempio, sfruttareal massimo gli scarti, cucinare con gliingre<strong>di</strong>enti a <strong>di</strong>sposizione) contribuisce ulteriormenteallo spreco in casa così come fagià la mancanza <strong>di</strong> una spesa pianificata ela lettura sbagliata delle date <strong>di</strong> scadenza.Infine, il settore della ristorazione contribuisceulteriormente allo spreco offrendoporzioni singole (mentre gli ospiti hannobisogno <strong>di</strong> porzioni multiple), a causa della<strong>di</strong>fficoltà nel prevedere l’esatto numero <strong>di</strong>clienti e perchè portare a casa gli avanzi èun’usanza non ancora accettata in Europa.La riduzione <strong>di</strong> questo enorme spreco sideve e si può ottenere coinvolgendo tuttigli operatori della filiera agroalimentare, dalproduttore al consumatore.61IL PARLAMENTO EUROPEOCONTRO TUTTI I GAS A EFFETTO SERRANella lotta all’inquinamento l’Europa non puòconcentrarsi soltanto sulla Co 2, ma devefare <strong>di</strong> più per ridurre le emissioni degli altrigas a effetto serra. La richiesta arriva <strong>di</strong>rettamentedal Parlamento europeo secondoil quale l’UE dovrebbe aumentare gli sforziper eliminare l’uso dei gas refrigeranti idrofluorocarburi(Hfc) e idroclorofluorocarburi(Hcfc), utilizzati in alcuni frigoriferi e impianti<strong>di</strong> aria con<strong>di</strong>zionata, e ridurre le emissioni <strong>di</strong>‘’black carbon’’, la fuliggine da gas <strong>di</strong> scaricoe combustione. Si tratta <strong>di</strong> sostanze dall’elevatopotere climalterante, che sarebbe relativamentepoco costoso abbattere in tempirapi<strong>di</strong>. Per i gas refrigeranti sono infatti già<strong>di</strong>sponibili alternative tecnologiche, mentreper la fuliggine (le cui particelle <strong>di</strong> carbonio,scure, assorbono il calore e sul terreno acceleranolo scioglimento <strong>di</strong> neve e ghiacci)servono controlli più severi sui veicoli in circolazione.QUARTO BANDO“SPAZIO ALPINO”Il 26 ottobre si è aperto il quarto bando delprogramma “Spazio alpino”, l’iniziativa <strong>di</strong>cooperazione transnazionale dell’Unioneeuropea che ha l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere losviluppo sostenibile delle regioni che rientranonei sette Stati attraversati o toccati dalleAlpi. Competitività e attrattività, accessibilitàe connettività, ambiente e prevenzionedei rischi sono le tre tematiche per le qualipossono essere presentati progetti. Ci saràtempo dal 28 novembre al 20 gennaio 2012per inoltrare le manifestazioni <strong>di</strong> interesse,mentre fra il 19 marzo e il 27 aprile dovrannoessere inviati i progetti completi. Nel giugno2012 è prevista la comunicazione della listadei progetti approvati. www.alpinespace-euITALIA, FRANCIA E SPAGNAA DIFESA DELL’ORTOFRUTTAI tre Paesi UE hanno presentato al Consigliodei Ministri agricoli la richiesta <strong>di</strong> misure urgentiper soccorrere il settore ortofrutticoloeuropeo in grande <strong>di</strong>fficoltà. Queste misurepotrebbero garantire ai produttori e alle cooperativedel comparto un futuro più red<strong>di</strong>tizio.Per questo viene chiesto <strong>di</strong> rivedere leattuali normative che si applicano al settorein seno alla Politica Agricola Comune, da piùparti ritenute ormai insufficienti per superaredelle crisi come quella attuale. Appare dunqueurgente che le attuali misure del settoreortofrutticolo vengano adattate ai nuoviscenari e che ne siano create <strong>di</strong> nuove pergarantire che il settore risulti più competitivoe red<strong>di</strong>tizio.


tt 05 anno LVIscaffale a cura <strong>di</strong> Silvia VernacciniRUBRICHE► Maurizio Bottura (a cura <strong>di</strong>),Manuale <strong>di</strong> viticolturaFondazione Edmund Mach, San Micheleall’A<strong>di</strong>ge, 2011, pp. 188; in ven<strong>di</strong>ta pressol’Istituto Agrario San Michele all’A<strong>di</strong>ge: tel.0461 615111La coltura della vite riveste da sempre un ruolomolto importante nella salvaguar<strong>di</strong>a del territorio,sia attraverso il recupero <strong>di</strong> zone marginali siaattraverso una valorizzazione con fini turistici.Ecco perché è importante arricchire il patrimonioe<strong>di</strong>toriale con pubblicazioni specifiche de<strong>di</strong>cateall’agronomia. Questa, per l’appunto, è la versioneaggiornata e arricchita della prima e<strong>di</strong>zione uscitanel 2007: una guida completa ed efficace pergestire il vigneto nel suo complesso e <strong>di</strong>fenderlodai parassiti per produrre uve <strong>di</strong> qualità.► Umberto Raffaelli (a cura <strong>di</strong>)L’Uccellanda dei Baroni Buffaa Scurelle in ValsuganaSoprintendenza per i Beni architettonici,<strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>, <strong>Trento</strong>, 2011,pp. 176, euro 20Ormai da <strong>di</strong>versi anni la Soprintendenza per i Beniarchitettonici è impegnata nel restituire al Trentino isegni della sua storia, del suo passato. Così ancheper l’uccellanda <strong>di</strong> Scurelle, un piccolo e<strong>di</strong>ficio delXVII secolo che apparteneva alla nobile famigliaBuffa <strong>di</strong> Telve Valsugana, dove ancor oggi esisteun imponente e<strong>di</strong>ficio. Il libro descrive l’intervento<strong>di</strong> recupero architettonico <strong>di</strong> questa testimonianzaartistica (decorazioni scultoree) ma anche storica,in quanto documenta l’attività venatoria inTrentino nelle sue <strong>di</strong>verse tipologie e negli aspettilegislativi (XVII-XIX sec.). Interessante anche ilsaggio sulle vicende sociali ed economiche legateall’uccellagione della famiglia Buffa.► Maria WiesmüllerCanederliKompass, Collana “Delizie in cucina”, Bolzano,pp. 80, euro 6,95I canderli rappresentano un piatto rilevantenella gastronomia trentino-tirolese, siano essifatti con semolino, pane o patate: importanteè che rimangano in forma durante la cottura,delle compatte palline rotonde, ma al contemposoffici. E questo libretto, dal piccolo formato,vuole proprio aiutare i cuochi a portare in tavolacanederli “a regola d’arte”. Ecco allora canederlida gustare come piatto unico – e nell’impastocompare la carne, il pesce, le verdure – oppurecome un dolce, magari con la pasta <strong>di</strong> lievito e unprelibato ripieno <strong>di</strong> confetture... imper<strong>di</strong>bili sonopure le pagine de<strong>di</strong>cate a come preparare sfiziosicanederli con gli avanzi <strong>di</strong> cucina!►Alberto FolgheraiterIl Trentino dei secoli dannati.Epidemie e sanità dal XIV al XXsecoloCurcu & Genovese, <strong>Trento</strong>, 2011, pp. 336,euro 35Sono storie <strong>di</strong> contagi e <strong>di</strong> tentativi <strong>di</strong> contrastarela grande mortalità causata dalle guerre, maanche da epidemie ed epizoozie nel Trentino deisecoli scorsi: flagelli che spesso si succedevano apoca <strong>di</strong>stanza, se non assieme, raccolti in questovolume, in parte una sintesi <strong>di</strong> altri libri usciti afirma dello stesso autore: I Dannati della peste, Lacollera <strong>di</strong> Dio, Il veleno nel paiolo. Storie cariche <strong>di</strong>riman<strong>di</strong> storici e bibliografici, ma soprattutto <strong>di</strong> belleimmagini e <strong>di</strong> riproduzioni documentaristiche chene completano la comprensione alimentandonepure la suggestione. Storie che fanno pensarea un Trentino trascorso per meglio apprezzare e<strong>di</strong>fendere quella che, oggi, è la nostra terra.►Cristian BertolLa Prova del cuore. CristianBertol e le sue eccellenzeFondazione Trentina per l’Autismo Onlus,2011, pp. 160, euro 19,90 (e<strong>di</strong>zione italiano/inglese)Nel backstage del libro si legge che GiovanniColetti, presidente della Fondazione Trentina perl’Autismo, per dare ad essa sostegno si rivolge adue amici, Cristian Bertol, chef trentino “stellato”e appartenente alla prestigiosa associazioneJeunes Restaurateurs d’Europe, e Fulvio Baldo,presidente della IGF, la più importante legatoriadella regione. Risultato questo magnifico libro,vincente nella veste grafica, nel contenuto e, nonultimo, nell’obiettivo: contribuire nella costruzione<strong>di</strong> un mondo migliore per le persone affette daautismo. L’intero ricavato al netto dei costi verràinfatti devoluto alla Fondazione e a inizi ottobrene sono già state consegnate 13.500 copie! Bensessanta sono qui le ricette che accompagnanoin un viaggio eno-gastronomico alla scoperta deiprodotti tipici del Trentino. La generosa creativitàche contrad<strong>di</strong>stingue, nella presentazione comenella qualità, i piatti <strong>di</strong> Cristian – proprietarioassieme al fratello Renzo del Ristorante VillaOrso Grigio a Ronzone e protagonista dellatrasmissione televisiva “La prova del cuoco”– rivela il profondo rapporto che lega lo chef allatra<strong>di</strong>zione a cui appartiene: ogni piatto racchiudecosì un pezzetto <strong>di</strong> terra trentina, come i Cubi allaTosella <strong>di</strong> Primiero, il Soffiato <strong>di</strong> Trentingrana, laTagliata <strong>di</strong> cervo al mirtillo <strong>di</strong> Sant’Orsola, il Tortinoalle mele antiche <strong>di</strong> Malosco…►Giulio Bazzanella (a cura <strong>di</strong>)La terra buona. Alla scopertadell’agricoltura trentinaServizio Vigilanza e Promozione delle attivitàagricole, <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong>,<strong>Trento</strong>, 2011, pp. 144 (II e<strong>di</strong>z.). Per richiederlo:mariagrazia.eberle@provincia.tn.itSono <strong>di</strong>versi i libri de<strong>di</strong>cati alla realtà agricolatrentina nei suoi aspetti più specifici, ma pochiquelli che ne descrivono un quadro generale senzacadere in una arca<strong>di</strong>ca celebrazione bucolica.Questo è appunto uno <strong>di</strong> questi, una rie<strong>di</strong>zioneaggiornata (2008) <strong>di</strong> quanto la nostra “buona terra”sa offrire, seppur nella sua connotazione montana.Già sfogliandolo, e poi ancor più leggendolo,colpisce la ricchezza dei prodotti trentini – dallafrutticoltura alla ittiocoltura, dalla zootecnia alvivaismo, dall’apicoltura alla vitivinicoltura…. –e le loro connessioni con la società e persino lacultura. Ecco perché è un libro adatto alle nuovegenerazioni, uno strumento <strong>di</strong>vulgativo perinsegnanti ed educatori per spiegare il valoreidentitario che sa assumere l’economia trentina.63


tt 05 anno LVIdall’ItaliaNOTIZIEINCIDENTI LAVORONEI CAMPI -37% IN 10 ANNIÈ nelle campagne che si è verificata nel2010 la maggiore riduzione degli infortunisul lavoro, che hanno registrato una riduzionedel 38% in <strong>di</strong>eci anni con un calo del 30%per le morti nello stesso periodo. E’ quantoemerge da una analisi della Col<strong>di</strong>retti sullabase dei dati dell’Inail. La riduzione degli infortunisul lavoro nei campi è continua anchenel primo semestre del 2011 con una riduzionedel 2,6% rispetto allo stesso periododell’anno precedente.IN ALTO ADIGE ARRIVA LA MELAGIAPPONESE SHINANO GOLDIn vista dell’introduzione in Alto A<strong>di</strong>ge dellamela ‘’Shinano Gold’’, una delegazione giapponesedella regione Nagano si è recata invisita lo scorso settembre in Alto A<strong>di</strong>ge. In unincontro presso il Centro <strong>di</strong> sperimentazione‘’Laimburg’’ a Vadena si è parlato dei testche il Centro sta eseguendo per verificare ilgrado <strong>di</strong> adattabilità al territorio locale dellamela ‘’Shinano Gold’’ prodotta nella zona<strong>di</strong> Nagano. La sperimentazione, avviata nel2007, sembra dare risultati incoraggianti. Lavicino e lontano‘’Shinano Gold’’ è una mela gialla, particolarmentesuccosa e croccante, dall’ottimosapore che potrebbe costituire una possibileintegrazione per la ‘’Golden Delicious’’. Pergli inizi del 2012 si concluderà la fase dellesperiementazioni e si potrà valutare la possibilità<strong>di</strong> sfruttamento commerciale della melagiapponese a livello europeo.DIECI FAMIGLIE SU 100GRANDI CONSUMATRICI DI FORMAGGIUno stu<strong>di</strong>o Ismea-Gfk-Eurisko, presentatoa “Cheese 2011”, stima che “due milionie 300 mila famiglie, pari al 10% dei nucleiitaliani, da sole consumano quasi un terzodei formaggi a denominazione protetta nazionale”.“Si tratta, è stato rilevato, <strong>di</strong> nucleifamiliari generalmente numerosi, residentipiù <strong>di</strong> frequente nei piccoli centri del Nord-Ovest, con un responsabile d’acquisto over45 ed un profilo socio-economico non elevato.Gran<strong>di</strong> consumatori <strong>di</strong> formaggi in genereche, nonostante il rigore imposto dalla crisi,spendono più del doppio della me<strong>di</strong>a italiana(767 euro l’anno contro i 360 <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a) e finoal triplo quando si tratta <strong>di</strong> formaggi insignitidel riconoscimento comunitario”.Riforestazione in Somaliaper ridurre la nostra CO 2CLIMA: SETTEMBRE 2011IL SECONDO PIù CALDO DAL 1800Quello del 2011 è stato il secondo settembrepiù caldo in Italia dal 1800 a oggi e il primo alNord. Ad attestare le temperature record chehanno investito il Paese in settembre sonoi rilevamenti della banca dati del gruppo <strong>di</strong>climatologia storica dell’Istituto <strong>di</strong> scienzedell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionaledelle ricerche (Isac-Cnr) <strong>di</strong> Bologna.A livello nazionale il settembre 2011 è stato ilsecondo più caldo, con un’anomalia <strong>di</strong> +2.6gra<strong>di</strong> centigra<strong>di</strong> rispetto alla me<strong>di</strong>a del periodo<strong>di</strong> riferimento (1971-2000). Il settembrepiù caldo <strong>di</strong> sempre è invece quello del1987, quando si registrò un’anomalia <strong>di</strong> +2.8gra<strong>di</strong> rispetto alla me<strong>di</strong>a. Per il Nord Italia,il settembre 2011 è il più caldo in assolutocon 3 gra<strong>di</strong> in più rispetto alla me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> riferimento,seguito da quello del 1987 chefece registrare un +2.8. Per quanto riguardale precipitazioni, il settembre 2011 ha vistopiovere il 10% in meno rispetto alla me<strong>di</strong>adel periodo <strong>di</strong> riferimento, attestandosi comeil 118.mo più piovoso, ovvero come il 95.mopiù secco. Nel Nord Italia le precipitazionisono state del 30% inferiori alla me<strong>di</strong>a.DAL TRENTINO AL PAKISTANUN PONTE PER LO SVILUPPO RURALE65Ipaesi dell’Africa Orientale, in particolareEtiopia, Somalia e Kenya, sono oggicolpiti dalla peggiore siccità registratanegli ultimi 60 anni. Due successive stagionidelle piogge particolarmente scarse, l’avanzamentodella desertificazione e il problemadella deforestazione hanno determinato unasituazione drammatica. In alcune aree dellaregione il prezzo del grano è salito tra il 100 eil 200%, riducendo la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> alimentiper le famiglie e per il bestiame. L’agricoltura<strong>di</strong> questi Paesi è fortemente legata alla stagionedelle piogge e la mancanza <strong>di</strong> raccoltimette a rischio la sopravvivenza delle comunitàlocali. Per far fronte a questa emergenzala <strong>Provincia</strong> <strong>autonoma</strong> <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> ha avviatonel 2010 il Bando “Verso una <strong>Provincia</strong> adEmissioni Zero” per finanziare progetti <strong>di</strong> riforestazionee <strong>di</strong> lotta alla deforestazione, attraversoi quali concorrere alla riduzione delleproprie emissioni <strong>di</strong> CO2. Dei progetti finanziaticon il bando, uno si sta realizzando inSomalia promosso dall’Associazione Acquaper la Vita – Water for Life.Il progetto si concentra nell’area del BassoShabeelle dove il fiume Shabeelle, che lungoil suo corso attraversa enormi depositilagunari salini, esonda perio<strong>di</strong>camente allagandovaste aree. Sui terreni salati non è piùpossibile coltivare alcun prodotto alimentaretra<strong>di</strong>zionale. Dal 2000 l’associazione Waterfor Life – Acqua per la vita, anche grazie alcontributo della <strong>Provincia</strong>, ha istituito unascuola agraria la quale, in collaborazione conFAO, ha svolto delle ricerche sui terreni salati.Da tali stu<strong>di</strong> emerge la possibilità <strong>di</strong> sfruttarequeste aree improduttive attraverso una miratariforestazione, che oltre ad aumentare ilverde può produrre cibo per la popolazione,foraggio per gli animali domestici e legnameda costruzione. Il progetto prevede inoltrela produzione <strong>di</strong> un vivaio in tutte le scuoledell’area coinvolta in cui si pianteranno alcunespecie che ben si adattano ai terreni salatie alla possibilità <strong>di</strong> consociazione. Con talispecie verranno piantati 25 ettari con piantinefornite da una ONG locale.Una delegazione <strong>di</strong> tecnici pakistani (nellafoto) ha visitato la realtà frutticola trentinanell’ambito <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> cooperazioneinternazionale volto a migliorare le con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong> vita delle popolazioni della Swat Valleyattraverso un più razionale sviluppo dellafiliera ortofrutticola. Il progetto è stato finanziatodal Ministero degli affari esteri e gestitodall’Istituto Agronomico per l’Oltremare incollaborazione con la Fondazione E. Mach.Visite guidate e lezioni teoriche organizzatesul territorio provinciale hanno consentito aitecnici pakistani <strong>di</strong> acquisire strumenti formativiutili al miglioramento della produzionee della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoliin Pakistan. Un momento <strong>di</strong> interazionetecnica e culturale che rappresentala prima fase <strong>di</strong> un programma che si completeràil prossimo anno con la visita dei tecnicidella Fondazione Mach presso le areedel progetto.


NOTIZIEtt 05 anno LVIagenda66GEOGRAFIA E PAESAGGIO3 e 10 novembre, Tsm, <strong>Trento</strong>“Territorio, infrastrutture e paesaggio” è iltitolo del terzo ciclo <strong>di</strong> incontri organizzatidalla Scuola per il governo del territorio edel paesaggio. Prossimi incontri il 3 e il 10novembre, ore 17.30 nell’Aula Magna dellaTsm-Trentino School of Management, a<strong>Trento</strong> in Via Giusti, 40, rispettivamente conAntonio De Rossi, del Politecnico <strong>di</strong> Torino, econ l’architetto svizzero Aurelio Galfetti, docenteall’Accademia <strong>di</strong> Mendrisio.www.tsm.tn.itVINO E BRAND4 novembre, San Michele all’A<strong>di</strong>geCome promuovere il nome <strong>di</strong> un’azienda?Ne parleranno Hervé Remaud, professore <strong>di</strong>Wine Marketing presso il BEM <strong>di</strong> Bordeaux,Giampiero Bertolini (Frescobal<strong>di</strong>), RiccardoIlly (azienda vitivinicola Mastrojanni), CamillaLunelli (Cantine Ferrari), Cinzia Merli (LeMacchiole). www.iasma.itSAGRA DELLA CIUIGA4-6 novembre a San Lorenzo in BanaleUna grande sagra per festeggiare i 10 anni <strong>di</strong>questo tipico salume con le rape oggi presi<strong>di</strong>oSlow Food. Un weekend fra il folkloristicoe goloso nelle corti, tra i vicoli, nelle cantinee sotto i vòlt <strong>di</strong> San Lorenzo, uno dei “Borghipiù Belli d’Italia”. Un intenso programma <strong>di</strong>degustazioni, menu a tema e d’autore, mercatini,spettacoli <strong>di</strong> strada e musica antica.www.visitacomano.itLA FOTO CURIOSADa un piccolo seme, <strong>di</strong>sperso tra il cementoe l’asfalto, tenacemente e contro tutto etutti questa “eroica” pianta <strong>di</strong> pomodoro,immortalata da Mastro 7 a Mattarello, hacompiuto la sua missione: dare frutti pernuove vite.AGRIALP 20114-7 novembre, quartiere fiera BolzanoIn un mondo <strong>di</strong>gitalizzato la regionalità sicontrappone alla globalizzazione, creandonuovi network per esaltare il potenziale deicircuiti economici regionali. Alla Fiera Agricoladell’Arco Alpino 400 espositori nazionalied esteri con i propri prodotti e servizi; <strong>di</strong>battitie tavole rotonde su approvvigionamentoa km zero, energie rinnovabili, sicurezza sullavoro, sicurezza sociale. www.agrialp.comERBARIAFino al 20 novembre,Museo Scienze Naturali (TN)Mostra fotografica che presenta le gigantografie<strong>di</strong> piante e fiori realizzate dal fotografoPiergiorgio Migliore. La mostra lega labellezza dei soggetti ritratti alla conoscenzascientifica e culturale delle piante esposte.Alle foto si accompagnano libri e stampebotaniche antiche, fogli <strong>di</strong> erbari storici ecuriosità legate ai possibili usi tra<strong>di</strong>zionalidelle erbe. Protagoniste sono, in particolare,le piante comuni, facilmente rintracciabili inqualsiasi campo e spesso ignorate, ma figuranoanche cultivar da orto o parti <strong>di</strong> alberiornamentali. www.mtsn.tn.itBOLLICINE SU TRENTO24 novembre-11 <strong>di</strong>cembre,Palazzo Roccabruna (TN)Ogni settimana presso l’Enoteca provincialesono proposte oltre cento etichette fra ivini più rappresentativi del territorio, nonchégrappe e <strong>di</strong>stillati. In tre fine settimana, inoccasione degli eventi enogastronomici, PalazzoRoccabruna ospita i ristoranti trentiniper valorizzare i prodotti e i piatti della cucinalocale. Altri eventi: Accademia d’Impresaorganizza un percorso formativo de<strong>di</strong>catoalle ricette della tra<strong>di</strong>zione trentina, mentreil Museo delle Scienze <strong>di</strong> <strong>Trento</strong> e PalazzoRoccabruna invitano ad una serie <strong>di</strong> originaliappuntamenti che abbinano scienze ed enogastronomia.www.palazzoroccabruna.itlettereCome <strong>di</strong>fendersidalle zecche?Sono un lettore del vostro perio<strong>di</strong>co cheapprezzo molto. Vivo a Fornace e coltivo, atitolo hobbistico, un piccolo appezzamento <strong>di</strong>terra a 840 mt. <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne. Negli ultimi anniho assistito al progressivo intensificarsi dellapresenza <strong>di</strong> zecche su arbusti e cespugli e,ora, basta accostarsi alla vegetazione peravere il contatto con questi acari. Sento <strong>di</strong>reche pure in altri siti della provincia il fenomenoè rilevante. Ritengo che, data la gravità dellemalattie che possono veicolare, sia importantenon sottovalutare il problema. Potreste trattarel’argomento descrivendo quelle che possonoessere le <strong>di</strong>fese attive e passive e le eventualiazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione massiva? Grazie perl’attenzione e complimenti per il perio<strong>di</strong>co.Renzo VicentiniFornacePer svilupparsi, le zecche necessitano <strong>di</strong>ambienti ad elevata umi<strong>di</strong>tà ( margini dei boschiricchi <strong>di</strong> cespugli) oltre che <strong>di</strong> animali selvaticisu cui compiere il proprio pasto <strong>di</strong> sangue(soprattutto topi selvatici e ungulati quali cervie caprioli). Per la complessità del loro ciclo <strong>di</strong>sviluppo (per compiere un ciclo completo sononecessari dai 3 ai 5 anni) sono <strong>di</strong>fficilmenteera<strong>di</strong>cabili dal territorio. Ad oggi non sonoancora state identificate strategie risolutivedel problema. Il controllo dell’infestazioneambientale ( solo per aree urbane o giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>limitata estensione) risulta abbastanza efficace(ma non elimina completamente il rischio)attraverso interventi combinati <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica dellacomposizione vegetale (taglio a raso dei cespugliper ridurre l’umi<strong>di</strong>tà del terreno ed una maggioreinsolazione), esclusione attraverso recinzione<strong>di</strong> vertebrati e utilizzo <strong>di</strong> acarici<strong>di</strong> ad usoambientale. Tali trattamenti tuttavia necessitano<strong>di</strong> continue applicazioni nel tempo.La protezione in<strong>di</strong>viduale risulta attualmente ilmetodo più efficace per prevenire le malattieda zecche (Borreliosi <strong>di</strong> Lyme, encefalite virale(TBE), anaplasmosi e rickettsiosi). Essa consistenell’indossare un adeguato abbigliamentoqualora si frequentino zone infestate (abitichiari con chiusura a livello dei polsi e dellecaviglie), ma soprattutto nel controllo personaleal rientro. Gli abiti vanno lavati a 60 °C (le zecchesopravvivono a cicli <strong>di</strong> lavaggio in lavatrice a 40°)ed è consigliata una doccia con auto-ispezionedel corpo soprattutto delle zone del capo inprossimità dell’attaccatura dei capelli e delleorecchie, delle ascelle e della zona pubica.In caso <strong>di</strong> riscontro <strong>di</strong> una zecca (attenzionealle piccole <strong>di</strong>mensioni soprattutto dellelarve), è necessaria una pronta rimozionefacendo attenzione a non lasciare la parteboccale (rostro) infilata nella cute. In caso <strong>di</strong>sintomatologia febbrile o alterazioni cutanee aseguito <strong>di</strong> una puntura <strong>di</strong> zecca è necessariorivolgersi al più presto al proprio me<strong>di</strong>co o alpronto soccorso.E’ buona norma infine prevenire e controllarel’infestazione degli animali domestici attraversol’utilizzo <strong>di</strong> specifici prodotti.Annapaola RizzoliCentro Ricerca e InnovazioneFondazione Edmund Mach - Iasma


tt 05 anno LVIenonewsNOTIZIECavit, l’export Usaspinge in alto i ricaviCresce il fatturato a 151,6 milioni <strong>di</strong>euro (+ 11%) rispetto ai 136,1 milionidel precedente esercizio. Miglioral’utile netto a 1,3 milioni <strong>di</strong> euro. Si registraun ulteriore rafforzamento della posizione finanziariae un significativo aumento del vinoritirato dalle cantine associate. L’esposizionedebitoria scende a 18,524 milioni <strong>di</strong> eurocon un decremento del 10%. Cavit registrauna posizione finanziaria netta del 12% sulfatturato ed evidenzia un equilibrio finanziarioche la conferma tra le aziende più “virtuose“ nel suo settore. Il vino conferito a Cavit èaumentato in due anni <strong>di</strong> circa il 25% ed oggiritira quasi il 90% della produzione totale deipropri associati. Anche la remunerazione deivini ritirati è aumentata, complessivamente,del 19%.Questi i dati più significativi del bilancio2010/2011 <strong>di</strong> Cavit, approvato il 16 settembrescorso dall’assemblea dei rappresentantidelle cantine aderenti. Un bilancio inpositiva controtendenza rispetto all’andamentogenerale del settore vinicolo a livellonazionale e mon<strong>di</strong>ale, alla base del quale –ha spiegato il presidente Adriano Orsi - stala scelta <strong>di</strong> potenziare la presenza già consistentesul mercato americano, con il Pinotgrigio in prima posizione, ma all’interno <strong>di</strong>un’offerta arricchita <strong>di</strong> nuovi vini e con il supporto<strong>di</strong> una robusta campagna pubblicitaria.Negli USA, Cavit è ai primi posti nella classificadegli esportatori <strong>di</strong> vini e nell’ultimo annoha guadagnato un punto percentuale. Analogapressione commerciale Cavit ha esercitatocon successo nei Paesi del nord Europadove è presente da anni. L’approccio con iPaesi dove finora Cavit non era presente(Canada, Giappone, Russia) ha prodotto risultatiproporzionati al volume dei vini esportati,mentre nei Paesi emergenti (Brasile eCina) il consorzio ha adottato invece una posizione<strong>di</strong> vigile attesa con volumi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>tavolutamente ridotti.A livello nazionale Cavit ha mantenuto laposizione grazie all’offerta <strong>di</strong> nuovi prodotti,sostenuta da un’intensa azione pubblicitaria,ed alla scelta <strong>di</strong> potenziare l’offerta<strong>di</strong> vini spumante metodo classico puntandosoprattutto sul prestigioso e pluripremiato<strong>Trento</strong>doc “Altemasi”.Il rapporto con le cantine sociali – ha spiegatoil presidente Orsi - <strong>di</strong>venterà sempre piùstretto grazie al progetto PICA, affidato allaFondazione Mach-Istituto agrario <strong>di</strong> S. Michelee alla Fondazione Bruno Kessler. Scopodel progetto <strong>di</strong> ricerca multi<strong>di</strong>sciplinare eintegrata è quello <strong>di</strong> garantire una correttascelta varietale in funzione delle caratteristichedel clima e del terreno delle singolezone <strong>di</strong> competenza; permettere una correttagestione del vigneto in funzione dellecaratteristiche del terreno e delle previsionimeteo in<strong>di</strong>viduate per ogni vigneto; prevederecon anticipo l’andamento della maturazionedelle uve e consentire alle singolecantine una migliore programmazione dellavendemmia. (s.f.)67Mondomerlot 2011Grande partecipazione <strong>di</strong> aziende alla sestae<strong>di</strong>zione del Concorso nazionale Merlot d’Italiache si è svolto il 14 ottobre scorso ad Aldenonell’ambito <strong>di</strong> MondoMerlot 2011. Ben 107i vini in competizione che sono stati attentamenteesaminati dai 30 commissari (enologi,sommelier, giornalisti) provenienti da tutto ilterritorio nazionale. Il verdetto finale ha consacratoquale miglior Merlot nazionale il toscano“Girolamo 2009” dell’Azienda Castello<strong>di</strong> Bossi <strong>di</strong> Castelnuovo Berardenga (SI),mentre per quanto riguarda il miglior trentino ilpremio è andato al Trentino DOC Merlot Créa2009” dell’Agraria Riva del Garda, che si èanche classificato secondo tra i Doc e Docg2009/2010.Ancora una volta in miglioramento la qualitàregistrata dalle sei commissioni che hannovalutato i vini in concorso. Venerdì 21 ottobrea Palazzo Geremia la premiazione dei vincitori;nell’occasione è stato conferito anche ilPremio “Traguar<strong>di</strong> trentini” all’enologo RubenLarentis.Il Marzeminosi è fatto EticoIn un mercato globale del vino che ha visto negliultimi decenni la comparsa <strong>di</strong> nuovi attori,troppo spesso creati dal marketing più cheda territori veramente vocati alla produzione,la “Vigna Eccellente” - l’unico concorso vitivinicoloitaliano che non premia l’etichetta ma,partendo dall’inizio dell’intera filiera, decretail miglior vigneto – richiama l’attenzione allavera origine <strong>di</strong> un vino anziché al “vestito” dellabottiglia e agli aspetti modaioli che sembranosempre più caratterizzare questo prodotto suimercati. Una precisa scelta <strong>di</strong> campo confermataanche da questa un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione(38 aziende agricole in gara), che ha laureatocome “miglior vigneto <strong>di</strong> Marzemino dell’anno”quello coltivato da Alessio Mittempergher; alsecondo posto Tiziana Parisi e al terzo l’AziendaAgricola Maso Fiorini.La premiazione ha offerto l’occasione al Comune<strong>di</strong> Isera per il lancio del marchio “MarzeminoEtico”, un importante progetto nato incollaborazione con la Cantina Sociale <strong>di</strong> Iserae lo stesso prof. Scienza. Obiettivo, stilare unCo<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Sostenibilità delle Produzioni: chilo rispetterà otterrà il marchio <strong>di</strong> “MarzeminoEtico”, un simbolo che si propone <strong>di</strong> tutelare ilterritorio <strong>di</strong> produzione assecondando al tempostesso quella domanda <strong>di</strong> prodotti naturaliche il mercato sempre più richiede. Una sorta<strong>di</strong> patto tra produttore e consumatore che,superando certe forzature dei vini biologici ebio<strong>di</strong>namici, propone un sistema <strong>di</strong> regole daseguire in vigna capaci, con l’aiuto <strong>di</strong> ricerchee mezzi scientifici, <strong>di</strong> limitare quanto più possibileconcimi e fitofarmaci, stimolando al tempostesso un corretto uso e risparmio delle risorsenaturali.


ORTO E DINTORNI: LE AROMATICHEtt 05 anno LVIalloro68La fogliadella gloriaIris Fontanariiris@martinatti.comL’alloro è una pianta assai rinomatasia per le forti proprietàaromatiche, molto sfruttatenell’arte culinaria per quel gradevolesapore che comunica aicibi, sia per le sue numerose proprietà me<strong>di</strong>cinali.Tuttavia, presso gli antichi popoli,questa pianta aveva anche altre funzioni:in Grecia era consacrata ad Apollo, che eraraffigurato sempre con la corona d’alloro; ela leggenda narra che in alloro fu trasformataDafne, quando volle sfuggire ad Apollo.Sempre d’alloro fu la corona dei vincitori adOlimpia e a Roma; con le sue fronde furonopure incoronati imperatori, poeti, uomini illustri,me<strong>di</strong>ci e filosofi. Nel Me<strong>di</strong>oevo l’alloroera utilizzato per le ghirlande con le quali siincoronavano gli artisti e i neodottori (usanzatuttora in vigore), da cui l’origine della parola“laurea”.La pianta è originaria dell’Asia Minore, magià fin dai tempi antichi era <strong>di</strong>ffusa in tuttal’area me<strong>di</strong>terranea. In Italia è presente, allostato spontaneo, nelle macchie e nei boschisparsi lungo le coste tirreniche e adriatichee, soprattutto, in Sardegna; mentre nelle regionipiù meri<strong>di</strong>onali è quasi del tutto assenteperché necessita, per svilupparsi, non solo<strong>di</strong> climi piuttosto cal<strong>di</strong>, ma anche <strong>di</strong> un certogrado <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà. Per questo motivo la troviamospesso al confine fra la vegetazionesempreverde e le querce a foglie caduche,


tt 05 anno LVIORTO E DINTORNI: LE AROMATICHEqua e là attorno ai gran<strong>di</strong> laghi, al marginedella Pianura Padana.Nella nostra provincia, come in tutta l’Italia,l’alloro è ampiamente coltivato e talora pureinselvatichito e può vegetare fino a quote vicineai 1000 metri d’altitu<strong>di</strong>ne, qualora il luogosia ben esposto. Essendo estremamentedecorativo, è spesso presente nei giar<strong>di</strong>ni,dove può assumere qualsiasi forma: arbusto,albero, cespuglio ecc. e dove si adattaanche alla formazione <strong>di</strong> siepi lucide e compatte.Note botaniche e colturaliL’alloro (Laurus nobilis) è chiamato anchelauro (dal celtico “lauer”, ossia “verde”, perle foglie persistenti); con questo appellativo,dal quale deriva anche il nome della famiglia(Lauracee), è da sempre considerato simbolo<strong>di</strong> gloria e <strong>di</strong> vittoria.E’ un albero sempreverde, alto da 8 a 10metri e anche più, con un fusto <strong>di</strong>ritto e cilindricoe con rami alterni, lunghi e ripiegativerso l’alto in modo da conferire alla chiomaun aspetto piramidale. La corteccia, moltosottile e liscia, ha inizialmente un colore verdeche in seguito <strong>di</strong>venta grigio cenere e siscrepola in placche biancastre.Le foglie, che emanano un intenso odorearomatico, sono alterne, lucide e coriacee,<strong>di</strong> forma lanceolata con il margine leggermenteondulato; superiormente sono <strong>di</strong> unbel verde cupo lucente, mentre inferiormentesono più chiare.I fiori, unisessuali, sono riuniti in gruppi <strong>di</strong> 4-6all’ascella delle foglie e sono <strong>di</strong> due tipi: quellimaschili con 8-12 stami molto sporgenti equelli femminili con un pistillo e un ovario supero.I frutti, presenti solo sugli in<strong>di</strong>vidui femminili,sono drupe ovoidali, <strong>di</strong> consistenzacarnosa, racchiudenti un unico seme; hannocolore verde da giovani e poi nero bluastroesono profumate e grosse come una piccolaoliva a maturazione completa.L’alloro si può coltivare facilmente anche invaso. Esige un terreno normale, non umidoe un’esposizione soleggiata e ben riparatadai venti. Nelle zone fredde è opportuno portarela pianta al coperto durante i mesi rigi<strong>di</strong>.La moltiplicazione <strong>di</strong> questa pianta è <strong>di</strong>scretamentefacile: è sufficiente prelevare, inagosto o settembre, dei germogli laterali conuna porzione <strong>di</strong> ramo (8-10 cm <strong>di</strong> lunghezza)e interrarli in un cassone in un miscuglio<strong>di</strong> torba e sabbia in parti uguali; nell’aprilesuccessivo si trasferiranno le talee con ra<strong>di</strong>ciin vasi <strong>di</strong> circa 8 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, ripieni <strong>di</strong>terriccio universale e, dopo successive invasature,si porranno in vivaio.Dopo un paio d’anni,preferibilmente aprimavera, sicollocherannoa <strong>di</strong>mora inuovi alberelli.Per crearedelle siepi èbene potare gli alloriafine inverno nelle parti più alte per costringerele piante ad emettere foglieanche verso il basso. Le siepi, inoltre, dovrannoessere completamente esposte allaluce e non dovranno perciò avere impianti <strong>di</strong>alberi o arbusti a ridosso.Proprietà terapeutiche e usiDell’alloro si utilizzano le foglie e i frutti: leprime si possono raccogliere tutto l’anno, isecon<strong>di</strong> si raccolgono a completa maturazione(ottobre-novembre).Le foglie si possono essiccare, lasciandoleattaccate ai rami, in un locale ombroso e benaerato; andranno poi riposte al buio, chiusein contenitori <strong>di</strong> vetro. I frutti vanno essiccatial sole o in forno a temperatura non moltoelevata.L’alloro possiede spiccate proprietà carminative,stimolanti, aromatizzanti, espettoranti,antisettiche, <strong>di</strong>aforetiche (provocantisudorazione) ecc., ma la sua efficacia terapeuticaè legata soprattutto allo stomaco: necalma gli spasmi, favorisce la <strong>di</strong>gestione ene combatte l’astenia.Le foglie e i frutti contengono un olio essenziale,detto cineolo, la cui azione, anche adosaggi bassissimi, è molto marcata: perscopi terapeutici va perciò usato con prudenzae moderazione, ricordando che ladose massima giornaliera per un adulto nondovrà mai superare le 10 gocce!L’essenza, date le sue proprietà lenitive eantidolorifiche, viene utilizzata anche permassaggiare zone colpite da reumatismi, <strong>di</strong>storsioni,slogature, artriti, torcicolliecc.L’infuso, ottenuto mettendodue foglie secchespezzettate inuna tazza d’acquabollente (lasciarein infusione 10 minutie poi filtrare),agisce come stimolantegeneraledell’organismo ed èanche antisettico e purificatore <strong>di</strong>tutto l’apparato <strong>di</strong>gerente.Per fare un bagno tonico e ristoratore sipuò versare nella vasca il decotto ottenutocon due manciate <strong>di</strong> foglie fresche, messe abollire per cinque minuti in un litro d’acqua.In cucina l’olio essenziale è utile per cuocereil fegato o per aromatizzare pesci, carni <strong>di</strong>maiale, lessi, ragù e tanti altri piatti: pochegocce sono sufficienti per aromatizzare lapietanza e togliere ai con<strong>di</strong>menti stessi l’eccesso<strong>di</strong> grasso.Le foglie, unitamente all’aglio, al vino, allespezie ecc., entrano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto in tutte le carnimarinate; tuttavia, data l’intensità del sapore,si dovrà sempre fare molta attenzione aldosaggio.La ricettaRiso e lenticchieIngre<strong>di</strong>enti: 250 g <strong>di</strong> riso integrale, un etto <strong>di</strong>lenticchie secche, una cipolla, un gambo <strong>di</strong>sedano, 2 foglie d’alloro, uno spicchio d’aglio,un ciuffo <strong>di</strong> prezzemolo, olio extravergined’oliva, sale, peperoncino rosso.Lasciare le lenticchie in ammollo per circaotto ore. Pulire e tagliare a pezzetti la verdurae farla saltare in una pentola con poco olioper qualche minuto. Aggiungervi le lenticchiescolate, le foglie d’alloro e coprire per benecon acqua. Portare a ebollizione, abbassare lafiamma e coprire la pentola.Nel frattempo cuocere a parte il riso in unaquantità d’acqua pari al doppio del suo volume;portare a ebollizione, salare, abbassare lafiamma e coprire, proseguendo la cottura afuoco moderato.Quando riso e lenticchie sono cotti,mescolarli fra loro, insaporirecon olio, peperoncino e un trito <strong>di</strong>prezzemolo e aglioe servire subito.69


RICETTE CONTADINEtt 05 anno LVI70filantiIN CUCINAI Formaggi <strong>di</strong> malganella gastronomia trentinaIris Fontanariiris@martinatti.comUno dei cibi più antichie <strong>di</strong>ffusi, che ha avutosempre una notevolerilevanza nell’alimentazionedei nostri conta<strong>di</strong>ni,è sicuramente il formaggio.Per il suo alto contenuto <strong>di</strong> sostanzenutritive (grassi, proteine, sali mineralie vitamine), questo alimento può sostituirevantaggiosamente le uova, ilpesce e la carne; a detta <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>etologi,mezzo chilo <strong>di</strong> pane mangiatocon un etto e mezzo <strong>di</strong> formaggio costituisceun pasto completo!E’ pertanto utile ripercorrere, almenosommariamente, la storia <strong>di</strong> questoprodotto, che ha avuto un’importanzabasilare nel sostentamento della popolazionerurale del nostro territorio.Nelle vallate trentine, l’allevamentodel bestiame da latte per la produzione<strong>di</strong> formaggio, burro e altri latticini,si sviluppa in tempi remotissimi:furono i Celti ad introdurre, intornoall’anno 1000 a. C., la tra<strong>di</strong>zione dellatransumanza (alpeggio) e l’arte dellalavorazione del latte vaccino.Gli stessi Romani, già nei primi secolidell’era volgare, apprezzavano iformaggi prodotti nelle terre dell’Italiasettentrionale da loro sottomesse.Nel Me<strong>di</strong>oevo la pastorizia ed il pascoloassunsero una rilevante caratteristicaeconomica, tanto che loscambio o la cessione dei prodotti casearisono spesso citati nelle “Carte <strong>di</strong>Regola” delle varie località.Anche la migrazione estiva del bestiame,il caricamento della malga, lanomina del casaro e dei pastori ecc.,erano regolamentati dagli “Statutidelle Comunità <strong>di</strong> Valle”, sia per quelche riguardava l’organizzazione dellamalga stessa che per la durata dell’alpeggio.


tt 05 anno LVIRICETTE CONTADINEPolenta ai 4 formaggie funghiCanederlo al formaggioTaiadele smalzadeUn’ottima qualità <strong>di</strong> formaggio <strong>di</strong> malga èquello nostrano, prodotto da metà giugno afine settembre con il latte crudo. Ha la crostaliscia e dura, <strong>di</strong> colore giallastro. La pasta ècompatta, semigrassa, <strong>di</strong> colore giallo. Il saporeè gradevole, con un gusto più pronunciato,però non piccante, dopo una stagionatura<strong>di</strong> almeno otto mesi. Quand’è fresco, ha toniintensi che conservano i profumi dell’alpeggio.Questo formaggio può entrare, assiemead altri tre tipi <strong>di</strong> formaggi teneri, nella gustosaricetta della polenta ai quattro formaggi efunghi.Ingre<strong>di</strong>enti: (per 4 persone)►600 g <strong>di</strong> farina gialla (<strong>di</strong> cui un 10% g potrebbeessere sostituito con farina <strong>di</strong> granosaraceno), 500 g <strong>di</strong> formaggi morbi<strong>di</strong>, ¼ <strong>di</strong>litro <strong>di</strong> latte, 3 uova, un cucchiaio <strong>di</strong> farinabianca, 800 g <strong>di</strong> funghi (finferli e porcini).Nella tra<strong>di</strong>zione culinaria conta<strong>di</strong>na dellanostra regione, una variante dei tra<strong>di</strong>zionalicanederli è il canederlo al formaggio, che siprepara sostituendo lo speck o la lucanica oaltro tipo <strong>di</strong> carne, con vari formaggi, in prevalenzacon quelli dal gusto saporito, tagliatia da<strong>di</strong>ni. Naturalmente rimangono invariati glialtri ingre<strong>di</strong>enti, ossia il pane raffermo tagliatoa pezzetti, il latte, l’erba cipollina, il prezzemolo,l’aglio, le uova, il pepe e la noce moscata(a piacere).Anche questi canederli si possonoconsumare in brodo o asciutti,con<strong>di</strong>ti con sugo <strong>di</strong> pomodoro(o altro tipo <strong>di</strong> sugo) oppurecon burro fuso e salvia.Una ricetta, nella quale l’ottimo Trentingranasvolge un ruolo primario perché ne sa esaltarela bontà, è quella delle “taiadele smalzade”(pasta saltata in padella).Ingre<strong>di</strong>enti:►400 g <strong>di</strong> tagliatelle, sugo d’arrosto, 2 cucchiai<strong>di</strong> panna, un rametto <strong>di</strong> rosmarino, ½dado (a piacere), formaggio grattugiato.Preparare, in una pentola piuttosto larga, unasalsa con la panna e il rosmarino, utilizzandoil fondo <strong>di</strong> una carne arrosto e mezzo dado.Cuocere le tagliatelle al dente,scolarle e metterle nella pentolacontenente la salsa. Mescolarebene a fuoco molto basso eaggiungere il granagrattugiato. Servirle ben calde.71Tagliare a pezzettini 300 g <strong>di</strong> vari formaggi,ammorbidendoli a bagnomaria. Sciogliere inuna padella, a fiamma bassa, gli altri 200 gcon 3 rossi d’uovo, il latte e il cucchiaio <strong>di</strong> farinain modo da ottenere una morbida fonduta.Preparare a parte i funghi, cuocendoli brevementecon poco aglio e prezzemolo. Aggiungerealla polenta, una volta pronta, i formaggilasciati ammorbi<strong>di</strong>re.Sistemare la polenta in 4 stampi,lasciandola un pochino raffreddare.Estrarre le “polente” dagli stampi,versarvi sopra la fonduta <strong>di</strong>formaggio e servire con i funghi.Pasta ai formaggiCon gli avanzi <strong>di</strong> formaggi duri da fondere lemassaie d’un tempo erano solite preparare unaltro tipo <strong>di</strong> sugo che serviva a con<strong>di</strong>re la cosiddetta“pasta ai formaggi”.Per la preparazione <strong>di</strong> questo piatto servono anche:panna da cucina, sale, pepe, ½ dado, un po’<strong>di</strong> latte, 320 g <strong>di</strong> pasta corta.Mentre la pasta cuoce, tagliare i formaggi a pezzettini,unirli alla panna da cucina e a tutti gli altriingre<strong>di</strong>enti.Scolare la pasta, metterla in unapirofila, coprire con la salsa ecuocere in forno per una decina<strong>di</strong> minuti a temperatura me<strong>di</strong>a.Servire calda e filante.I prodotti caseari delle nostre vallate,già nei documenti <strong>di</strong> fiera del XIIIsecolo, prendevano spesso il nomedalle caratteristiche e dal luogo dacui provenivano i vari formaggi freschie stagionati: “rabbiano”, dalla Val <strong>di</strong>Rabbi; “brentegano”, da Brentonico;“spressa” <strong>di</strong> Roncone, in Valle delChiese ecc.Sempre nello stesso secolo, a <strong>Trento</strong>,si teneva una fiera del formaggio,collegata a quella del bestiame, nellaprima domenica <strong>di</strong> Quaresima, la cosiddettaDominica Caseolariae, nellaquale si acquistavano formaggi dellenostre vallate assieme a prodotti caseari“stranieri”, provenienti cioè dalVeneto, dalla Lombar<strong>di</strong>a, dal Tiroloecc.Ai giorni nostri è ancora possibile imbattersiin qualche “vecchia” malga,dotata dello “stallon” per il riparo delbestiame durante la notte; del “bait dellat”, per riporre il latte munto alla sera;della “casèra”, per la lavorazione dellatte stesso; del “volt” per riporre leforme <strong>di</strong> formaggio, le ricotte freschee affumicate (“poine”), le caciotte, ilburro; dello “stalot” per il ricovero deimaiali ecc. ed è ancora possibile acquistarei prodotti appena... sfornati,che profumano <strong>di</strong> fieno, <strong>di</strong> erba <strong>di</strong>pascolo, <strong>di</strong> fumo, odori legati ad untempo passato, ma pur sempre vivonella memoria <strong>di</strong> quei conta<strong>di</strong>ni che inmalga hanno trascorso forse tutte leloro estati.Il formaggio prodotto in malga - comepure quello proveniente dai numerosicaseifici sociali presenti un tempo neinostri paesi - accompagnato da polentacalda, ha sempre costituito siaper i malgari che per i conta<strong>di</strong>ni, abitantii masi e le case coloniche, unodei pasti più frequenti e salutari.


tt 05 anno LVICIBO E SALUTEGiapponesi o cinesi?Ver<strong>di</strong> o neri?La <strong>di</strong>fferenza è nel lorocontenuto<strong>di</strong> molecola EGCGorientestu<strong>di</strong> in vitro e in vivo, soprattutto sui tumoridell’apparato <strong>di</strong>gerente, della vescica, dellaprostata, del seno, del polmone.Il tè verde potrebbe contribuire a limitare losviluppo del tumore agendo a livello dell’AN-GIOGENESI (limitando la crescita dei vasisanguigni del tumore). Tra tutte le molecole<strong>di</strong> origine alimentare l’EGCG (epigallocatechinagallato) è la più efficace nel bloccarel’elemento chiave che attiva l’angiogenesi.Questa inibizione è rapida e necessita <strong>di</strong>basse concentrazioni della molecola, facilmenteottenibile col consumo <strong>di</strong> poche tazze<strong>di</strong> tè verde al giorno.Facendo il confronto tra i due tipi <strong>di</strong> tè, quelloverde ha proprietà antiossidanti e antitumoralisuperiori a quelle del tè nero, a causa delle<strong>di</strong>fferenti concentrazioni <strong>di</strong> catechine presenti:nel verde sono circa il doppio <strong>di</strong> quellecontenute nel nero.NON TUTTI I Tè VERDISONO UGUALIIl contenuto <strong>di</strong> catechine in un tè varia a secondadel luogo <strong>di</strong> coltivazione, del tipo <strong>di</strong>piante, della stagione <strong>di</strong> raccolta e dei processi<strong>di</strong> fabbricazione. In altre parole, nonbasta che l’etichetta riporti che si tratta <strong>di</strong> untè verde per <strong>di</strong>re che siamo in presenza <strong>di</strong>un tè ricco <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> molecole antitumorali.Ad esempio, analizzando vari tipi<strong>di</strong> tè si è visto che i tè ver<strong>di</strong> giapponesi (inparticolare Sencha, Gyokuro e Uchiyama,facilmente reperibili nei negozi specializzati)contengono molto più EGCG rispetto a quellicinesi. Ricor<strong>di</strong>amo che anche il tempo <strong>di</strong> infusioneè un fattore molto importante per ilcontenuto <strong>di</strong> polifenoli nella bevanda finale:un’infusione <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> cinque minuti estraesolo il 20% delle catechine che potrebbero,invece, essere presenti con un’infusione <strong>di</strong>8-10 minuti.TRE TAZZE AL GIORNOLEVANO L’OSTEOPOROSI DI TORNOQuesta è un vera novità: il tè verde fa beneanche alle ossa. Secondo uno stu<strong>di</strong>o pubblicatosul Journal of Agricultural and FoodChemistry, le catechine possono stimolare laformazione delle ossa e aiutare a rallentarela per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> minerali. In particolare si è notatoche l’EGCG aumenta l’attività <strong>di</strong> un enzimafondamentale per la crescita ossea e per lamineralizzazione delle cellule. Inoltre, concentrazionielevate <strong>di</strong> questa catechina bloccanol’attività degli osteoclasti, le cellule coinvoltenell’indebolimento delle ossa. Quantoberne? A partire da tre tazze al giorno.riduce il RISCHIO DI CANCROAL POLMONE DEI FUMATORIBevendo una o più tazze al giorno <strong>di</strong> tè verdeviene contrastato l’effetto del fumo sul cancroal polmone, secondo una ricerca eseguita aTaiwan e presentata all’Associazione Americana<strong>di</strong> Ricerca sul Cancro. Gli stu<strong>di</strong>osi hannoesaminato alcune centinaia <strong>di</strong> personeammalate <strong>di</strong> cancro al polmone e in buonasalute, a cui hanno chiesto <strong>di</strong> descrivere leloro abitu<strong>di</strong>ni riguardo al fumo, all’uso <strong>di</strong> tèverde e altri fattori riguardanti lo stile <strong>di</strong> vitanegli anni precedenti.Complessivamente fumatori e non fumatori,che non bevevano tè, avevano un rischio piùgrande <strong>di</strong> cinque volte <strong>di</strong> contrarre il cancroal polmone paragonati a quelli che bevevanoalmeno una tazza <strong>di</strong> tè verde al giorno. Tra ifumatori, i non bevitori <strong>di</strong> tè avevano il rischio<strong>di</strong> cancro al polmone aumentato <strong>di</strong> ben tre<strong>di</strong>civolte confrontati coi fumatori che bevevanouna o più tazze <strong>di</strong> tè verde al giorno.TEANINA: UN AMMINOACIDOEMERGENTELa teanina è un amminoacido contenuto neltè e molto stu<strong>di</strong>ato in Giappone, dove è statoapprovato come ad<strong>di</strong>tivo alimentare da moltidecenni. Fin dai tempi antichi era nota l’azionerasserenante generata da una buona tazza<strong>di</strong> tè.Indagando sui componenti, è stato possibileattribuire alla Teanina un ruolo chiave nellapromozione <strong>di</strong> un effetto rilassante. Uno stu<strong>di</strong>oclinico ha valutato la relazione tra attivitàcerebrale e assunzione <strong>di</strong> teanina. L’esperimentoconsisteva nel somministrare teaninaa soggetti con problemi <strong>di</strong> ansia allo scopo <strong>di</strong>valutare gli effetti tramite analisi dei tracciatidell’EEG (elettroencefalogramma). è risultatoche le onde cerebrali Alfa (caratteristiche<strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> coscienza vigile ma rilassata)hanno fatto registrare un incremento sensibiledopo circa trenta minuti, che è il temponecessari alla teanina per essere assorbitae raggiungere il tessuto cerebrale.Quin<strong>di</strong>, lateanina è in grado <strong>di</strong> produrre un effetto rilassantenell’uomo senza indurre sonnolenza,opponendosi all’effetto stimolante della caffeina.NIENTE LATTE NEL Tè, PROMOSSIIL LIMONE E LO ZUCCHEROLa scoperta non farà piacere agli inglesi chesono soliti “macchiare” il tè col latte, ma i datiscientifici sono chiari: l’aggiunta <strong>di</strong> latte al tèneutralizza una parte del suo potenziale antiossidante.Mentre un altro stu<strong>di</strong>o sostieneche l’aggiunta <strong>di</strong> limone e zucchero migliorala capacità <strong>di</strong> assorbimento delle catechine.73


tt 05 anno LVICIBO E SALUTECOSÍ GLI ALIMENTISI CONSERVANO PIÙ A LUNGOEsistono alcune regole che consentono unaconservazione <strong>di</strong> maggior durata degli alimentiin frigorifero e una maggiore igiene:►Carne e pesce vanno messi nello scompartopiù freddo, separati dagli altri alimenti conappositi involucri per assicurarsi che i liqui<strong>di</strong>eventualmente <strong>di</strong>spersi non contaminino altrialimenti. In genere gli alimenti dovrebberoessere ben chiusi e separati. Lavarsi benele mani dopo aver manipolato carne e pescecrudo.►Latticini, bibite, conserve e tutti gli alimentisulla cui confezione è scritto “refrigeraredopo l’apertura” possono essere ripostia una temperatura tra 4 e 8°C, se non<strong>di</strong>versamente in<strong>di</strong>cato.►Frutta e verdura vanno riposti se possibile inappositi cassetti, nei ripiani meno fred<strong>di</strong>. E’buona pratica non conservare nello stessorecipiente alimenti cotti e alimenti cru<strong>di</strong> (noa verdure cotte assieme a verdure crude).In caso <strong>di</strong> frutta e verdure lavate, prima <strong>di</strong>riporle in frigorifero è conveniente asciugarlebene perché l’aumento dell’umi<strong>di</strong>tàfavorisce la crescita <strong>di</strong> batteri e muffe, conuna conseguente riduzione del tempo <strong>di</strong>conservazione.►è importante non togliere le uova dal propriocontenitore.►I formaggi vanno conservati in contenitorio nelle loro confezioni originali, evitando<strong>di</strong> appoggiarli <strong>di</strong>rettamente sui ripianidell’elettrodomestico.► Surgelati: vanno riposti in freezer e, quandodevono essere consumati, vanno scongelatise possibile mettendoli nel frigorifero conun giorno <strong>di</strong> anticipo. E’ buona norma nonricongelare alimenti decongelati.►In generale è buona abitu<strong>di</strong>ne che alimentie confezioni non tocchino mai la parete <strong>di</strong>fondo che spesso è umida o ricoperta <strong>di</strong>brina; non riempire troppo il frigorifero pernon alterare il processo <strong>di</strong> ventilazione e<strong>di</strong> raffreddamento. Riporre gli alimenti chepotrebbero gocciolare nel ripiano più bassodel frigorifero. Non riporre nel frigoriferoalimenti troppo cal<strong>di</strong>. E’ preferibile farliraffreddare in fretta e poi trasferirli in frigo oin frezeer.In occasione <strong>di</strong> barbecue e pic-nic all’apertovanno protetti gli alimenti dalla polvere e dagliinsetti che potrebbero contaminarli. Trasportaregli alimenti deperibili con le borse frigo e con letavolette refrigeranti.La corretta collocazione dei cibi, cru<strong>di</strong> ecotti, nei <strong>di</strong>versi scomparti del frigorifero aseconda delle temperature <strong>di</strong> conservazione èun’azione semplice che ciascun consumatoredovrebbe adottare per garantire una correttaconservazione degli alimenti acquistati.Mantieni sempre i prodotti refrigerati e quellisurgelati alla temperatura in<strong>di</strong>cata sull’etichettae riponili, subito dopo l’acquisto, nel frigorifero onel congelatore.75La bottiglia del lattenella porta delfrigorifero?Non sempre è la partepiù fresca.Per esempio lavarsi bene le mani prima <strong>di</strong>cucinare, prima <strong>di</strong> toccare alimenti da consumarecru<strong>di</strong> o che non necessitano <strong>di</strong> ulteriorecottura, tenere sempre ben puliti glistrumenti <strong>di</strong> cucina, i piani <strong>di</strong> lavoro e in particolareil frigorifero sono raccomandazioniimportanti, anche se all’apparenza banali.IL FRIGORIFERO DOMESTICOQUESTO SCONOSCIUTO!Il frigorifero <strong>di</strong> casa è un elettrodomesticoestremamente utile e ormai in<strong>di</strong>spensabileper le nostre abitu<strong>di</strong>ni alimentari: sono semprepiù gli alimenti che necessitano <strong>di</strong> essereconservati tramite refrigerazione, talvolta da0 a 4°C, altre volte da 0 a 2°C, altre volteancora da 2 a 8°C. E come tale è importanteconoscerlo bene. E’ necessario verificare latemperatura del frigorifero!Da stu<strong>di</strong> eseguiti sul monitoraggio dellatemperatura nei frigoriferi domestici risultanoproprio dei valori spesso maggiori <strong>di</strong>8°C. Possono essere adatti per conservarefrutta e verdura, ma non adeguati per conservarealimenti confezionati che riportanoin etichetta la scritta: “Temperatura <strong>di</strong> conservazione0-4°C”. E il tuo frigorifero chetemperatura fa?Nell’utilizzo del frigorifero è bene sapere,infatti, che la temperatura può variare a secondadell’altezza dei ripiani; sul manuale<strong>di</strong> istruzioni è bene verificare sempre qualisono le aree più fredde e quelle fresco cantina,se presenti. Per esempio è <strong>di</strong>ffusa l’abitu<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> riporre la bottiglia del latte pastorizzatoaperto nella porta del frigorifero, chenon sempre è la parte più fresca.Per garantire una corretta conservazione icibi vanno messi negli scomparti e sui ripianiappropriati. Ma non solo. La <strong>di</strong>sposizione delcibo nel frigorifero è altrettanto importanteper ridurre contaminazioni tra cibi puliti e cibida lavare prima del consumo, oppure tra cibicru<strong>di</strong> e cotti. E’ buona norma tenere separatigli alimenti cru<strong>di</strong> dagli alimenti pronti al consumoquali salumi, formaggi, salse.Il frigorifero e il freezer sono ottimi alleati perla conservazione corretta dei cibi, a pattoche siano tenuti puliti con acqua e detergente,che la temperatura sia controllata perio<strong>di</strong>camentee che sia effettuata la perio<strong>di</strong>casbrinatura.


DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011dalle 10 alle 17 www.iasma.it/porteaperte2011

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