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Il numero di Gennaio 2010 - Associazione Nazionale Venezia Giulia ...

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La Redazione rispondeDonare una proprietàper testamento.Cosaprescrive la legge.A cura dell’Avv.Vipsania AndreicichA pagina 5anno XVI - n° 1<strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>perio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e DalmaziaCentro Stu<strong>di</strong> padre Flaminio RocchiPoste Italiane SpA - Spe<strong>di</strong>zione inAbbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. inL. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - RomaLa nuova e<strong>di</strong>zione a cura del Comitato ANVGD <strong>di</strong> GoriziaLa prefazione <strong>di</strong> Fulvio SalimbeniNel Dizionario biograficodei <strong>Giulia</strong>ni, Fiumani e Dalmatii personaggi che hanno fatto la storia<strong>Il</strong> Comitato Anvgd <strong>di</strong>Gorizia, presieduto da RodolfoZiberna, sta per dare alle stampecon le E<strong>di</strong>zioni della Laguna(tel. 0481.69132 - fax0481.69540 ) il Dizionario biograficodei <strong>Giulia</strong>ni, Fiumani eDalmati, che richiama ed aggiorna la prima e<strong>di</strong>zionecurata nel 1962 da Sergio Cella e la rie<strong>di</strong>zione, del 1994,a cura <strong>di</strong> Edo Apollonio.Al fine <strong>di</strong> presentare questa meritevole ed impegnativanuova e<strong>di</strong>zione, pubblichiamoper gentile concessione dell’E<strong>di</strong>torela Prefazione firmatadal prof. Fulvio Salimbeni, docente<strong>di</strong> Storia Contemporaneanell’Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne.Di recente la stampa nazionaleha de<strong>di</strong>cato qualche attenzionealla vicenda del Dizionariobiografico degli Italiani, lamonumentale impresa concepitada Giovanni Gentile già neglianni Venti dello scorso secolo econcretamente avviata appenaPersonaggi ed operenel nuovo Dizionario biografico(nella foto, uno scorcio del Quarnero)sul finire dei Cinquanta per iniziativa dell’Istituto dellaEnciclope<strong>di</strong>a Italiana, attualmente giunta alla lettera M,per un complesso <strong>di</strong> quasi settanta tomi, perché sembravache i tagli alla cultura decisi dall’attuale governo potesseropor termine a questo progetto, orgoglio della culturanazionale, <strong>di</strong> cui, peraltro, quasi nessuno, fuori dallacerchia degli specialisti, sapeva qualche cosa.Sopitesi rapidamente le polemiche in merito, resta ilfatto del riaccendersi dell’interesse almeno degli stu<strong>di</strong>osiattorno al problema del genere biografico e della sua utilitàe valore nell’ambito degli stu<strong>di</strong> storici. Per quello cheriguarda, poi, la nostra regione,in questo momento è in corso<strong>di</strong> pubblicazione – finora sonousciti i volumi de<strong>di</strong>cati al Me<strong>di</strong>oevoe al periodo veneziano,mentre è in cantiere quello sull’etàcontemporanea, dal 1797a oggi – il Nuovo Liruti. Dizionariobiografico dei Friulani,ambiziosa opera, essa pure d’altolivello scientifico, che vedecoinvolta l’Università degli stu<strong>di</strong><strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne insieme con la Deputazione<strong>di</strong> Storia Patria per ilFriuli.<strong>Il</strong> manifesto ufficiale dell’ANVGD per il Giorno del Ricordo <strong>2010</strong>, autricela grafica Jordana Canova (nipote <strong>di</strong> esuli) e Sergio La Gatta. Comelo scorso anno, è la piccola Egea Haffner (residente in Trentino)a rappresentare l’immagine simbolo dell’elaborazione grafica;il successo del manifesto dello scorso anno ha convinto i due autoria riproporre il soggetto, anche se in una veste completamente <strong>di</strong>versaSegue a pagina 4Per una storia dell’ANVGDNella tesi <strong>di</strong> Silva Arrigoni, <strong>di</strong> origine fiumana,la costituzione e gli obiettivi dell’<strong>Associazione</strong>Giorno del Ricordo <strong>2010</strong>su www.anvgd.itil calendario aggiornato delle manifestazionie il Profilo storicodella <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e della DalmaziaCome negli scorsi anni, sul sito dell’Anvgd nella sezione de<strong>di</strong>cata alGiorno del Ricordo sarà consultabile il calendario delle manifestazioniprogrammate per il 10 Febbraio, aggiornato in tempo reale.Nella sezione sono pubblicate le notizie e le anticipazioni sugli eventiin corso <strong>di</strong> organizzazione. Nelle prossime settimane il calendario saràconsultato dagli utenti: un buon servizio sia per chi le legge che per chiorganizza le manifestazioni.Nella sezione Profilo storico della <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e della Dalmazia èconsultabile il documento, redatto da Guido Rumici ed e<strong>di</strong>to dallaFederEsuli, che presenta un’utile ed equilibrata sintesi della storia deiterritori ceduti. Uno strumento agile ed utile <strong>di</strong> consultazione che raccoman<strong>di</strong>amoa chi ne desideri sapere <strong>di</strong> più.Julians and Dalmatians:The expulsion of innocentsIn english language to page 14<strong>Giulia</strong>nos y dalmatas:la expulsión de los inocentesEn lengua española en la página 15Silva Arrigoni è stata per alcunimesi gra<strong>di</strong>ta ospite della Bibliotecadella Sede nazionale, dove ha potutoconsultare le annate complete <strong>di</strong>“Difesa Adriatica” a partire dal 1947per delineare la storia dell’<strong>Associazione</strong>attraverso le pagine del suoperio<strong>di</strong>co. La ricerca è confluita nellasua tesi <strong>di</strong> laurea, ora pubblicatain sintesi nella rivista della Facoltà <strong>di</strong>Lettere e Filosofia dell’Universitàdegli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, “ScintilleUmanistiche”(II, 2008, e<strong>di</strong>ta daMimesis).Ne pubblichiamo un estratto, relativamenteagli anni della fondazionee alla firma del Trattato <strong>di</strong> Osimo.[…] Ho scelto <strong>di</strong> tracciare unquadro storico dell’<strong>Associazione</strong><strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia, una trale tante organizzazioni <strong>di</strong> esuli chenacquero in Italia ed all’estero sottola spinta della guerra e della ricostruzionedell’Europa a conflitto concluso.Di queste associazioni si sa pocoe, fino alla proclamazione della Giornatadel Ricordo, si sapeva e si parlavapoco anche degli esuli giulianodalmati.L’Anvgd è stata la prima e l’unicaa strutturarsi a livello nazionale.Trieste, cattedrale <strong>di</strong> San Giusto, settembre 1987.Cerimonia all’aperto degli Esuli a quarant’anni dal trattato <strong>di</strong> pace(foto tratta dal volume a c. <strong>di</strong> E. Varutti, <strong>Il</strong> campo profughi<strong>di</strong> Via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata a U<strong>di</strong>ne,Anvgd - Comitato <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, U<strong>di</strong>ne 2007)Segue a pagina 2Ne ho delineato lo sviluppo attraverso“Difesa Adriatica”, ancora oggisuo organo ufficiale. Ho delimitatoil periodo analizzato fra la fine delsecondo conflittto mon<strong>di</strong>ale e la ratificadel Trattato <strong>di</strong> Osimo, 1975-’77,perché questi due termini sono unascansione estremamente importanteper gli esuli giuliano- dalmati, ilcui snodo si situa nel 1954 con larestituzione <strong>di</strong> Trieste all’Italia, acmedelle speranze irredentistiche. Inquesto arco <strong>di</strong> tempo l’<strong>Associazione</strong>si evolse e passò da unirredentismo finalizzato alla revisionedel Trattato <strong>di</strong> Pace ad un


2 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>continua dalla prima paginafatti e commentiPer una storia dell’ANVGDNella tesi <strong>di</strong> Silva Arrigoni, <strong>di</strong> origine fiumana,la costituzione e gli obiettivi dell’<strong>Associazione</strong>irredentismo definito «irredentismoconcreto» […]. Caratteristiche basedell’Anvgd, furono fin dalla sua fondazione,la <strong>di</strong>chiarata apartiticità ed ilcompito <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa «morale e materiale»degli esuli accanto ad una sentitafede religiosa, forte interesse politico,ra<strong>di</strong>cato sentimento irredentista. Questiaspetti possono essere evidenziatianche attraverso i Presidenti che si succedetteroalla guida dell’<strong>Associazione</strong>.Ho fondato l’indagine sui CongressiNazionali perché sono stati, e lo sonotuttora, un momento molto importanteper l’<strong>Associazione</strong> poiché consentono<strong>di</strong> elaborare il consuntivo delle<strong>di</strong>rettive tracciate e <strong>di</strong> impostare i programmiper gli anni futuri. Si è resonecessario, specialmente per gli anniQuaranta e Cinquanta, approfon<strong>di</strong>realcuni temi che, all’epoca, eranoprioritari quali quelli della casa e deicampi profughi.L’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> nacquecoagulando in sé molte anime dell’esodo,leghe, associazioni e comitati,sorti spontaneamente in Italia persopperire alle prime necessità <strong>di</strong> sopravvivenzadei profughi ed al <strong>di</strong>fficoltosocoor<strong>di</strong>namento governativo.Fu animata fin dai suoi esor<strong>di</strong> da unforte impulso ideologico, sia a favore<strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarata italianità che controle clausole del Trattato <strong>di</strong> Pace, definito«l’infame Diktat» dal primo Congressofu sentito da tutti i convenuticome una vera e propria Costituenteperché ebbe la funzione <strong>di</strong> gettare lebasi istituzionali e politiche <strong>di</strong> quellache sarebbe <strong>di</strong>ventata l’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> eDaImaazia. Non a caso infatti la denominazionemutò nel corso deglianni, man mano che la struttura acquisìcaratteristiche specifiche e le finalitàsi palesarono più chiaramente.Nel 1948 questo insieme variegato<strong>di</strong> profughi si denominava Comitato<strong>Nazionale</strong> per la <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> eZara. Si trasformò in <strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> per la <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Zara,per assumere poi definitivamente ilnome attuale, ovvero <strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia.Nel febbraio 1947 si era tenuta un’assembleaa Bologna, la prima, che cer-Arezzo, il campo profughi <strong>di</strong> Laterina (dal volume <strong>di</strong> Padre F. Rocchi,L’esodo dei <strong>Giulia</strong>ni Fiumani e Dalmati, e<strong>di</strong>zioni “Difesa Adriatica”, Roma 1970)cava <strong>di</strong> dare un corpo unitario alle organizzazionisorte in Italia. Era evidentea tutti che soltanto un’organizzazioneunita, compatta e forte avrebbepotuto conseguire dei risultati ed avrebbepotuto far sentire la propria vocepresso i <strong>numero</strong>si interlocutori governativicui l’<strong>Associazione</strong> doveva rivolgersise intendeva perseguire gli obiettiviche si era posta. […]Gli anni Cinquanta videro l’ <strong>Associazione</strong>concentrata su temi moltoconcreti: la sistemazione degli esuli neicampi profughi, le richieste al Governoaffinché applicasse leggi esistenti one emanasse <strong>di</strong> nuove per ridurre la<strong>di</strong>soccupazione, la creazione <strong>di</strong> Villaggigiuliano-dalmati (come E42 <strong>di</strong>Roma, Fertilia in Sardegna, S. Antonioa Brescia), l’applicazioni <strong>di</strong> norme perl’e<strong>di</strong>ilizia popolare, l’assistenza ai bambiniattraverso le colonie e l’aiuto neglistu<strong>di</strong>, il supporto all’emigrazione,soprattutto negli Stati Uniti ed in Americadel Sud, il sostegno e l’organizzazionedelle opzioni per la citta<strong>di</strong>nanzaitaliana. […] Gli interventidell’Anvgd proseguirono negli anni,fino ai giorni nostri, sul fronte degliindennizzi, dei danni <strong>di</strong> guerra e deibeni abbandonati, capitolo non ancorachiuso nel contenzioso con la Croazia,ed apparentemente risolto con laSlovenia. […]Una delle anime più effervescentifu quella dei giovani. Nati, i più, in Italia,da genitori esuli, mantenevano conle terre d’origine un legame più lasco,che consentiva però <strong>di</strong> acquisire unavisione più ampia, più critica, menolegata al “campanile”. I giovani eranoperò animati, da un entusiastico concetto<strong>di</strong> italianità e desideravano acquisirevisibilità all’interno dell’<strong>Associazione</strong>.I congressi, dalla fine deglianni Cinquanta agli anni Sessanta, viderouna forte e stimolante partecipazionegiovanile che non mancò <strong>di</strong>avanzare critiche verso il gruppo <strong>di</strong>rigente.Nei primi mesi del 1975, tra gliesuli serpeggiavano sentimenti pessimisticisugli esiti dell’irredentismoadriatico ed una crisi generale dovutaa <strong>di</strong>versi fattori, tra i quali il passaredegli anni e l’acquisito benessere economico[…]. L’<strong>Associazione</strong> si reseconto che, con la ratifica del Trattato<strong>di</strong> Osimo, cominciava un nuovo periodostorico che stimolava a «guardareall’avvenire piuttosto che al passato,ora che la speranza <strong>di</strong> riottenere le terredella Zona B era definitivamente tramontata».Tra l’altro, la sigla del Trattatocoincideva anche con l’anniversariodell’esodo e questo invitava alla riflessione.Erano consapevoli che fossefondamentale definire le linee <strong>di</strong> «unirredentismo rinnovato sulla base dellepossibilità e delle prospettive deitempi moderni». […]Silva ArrigoniEx silos <strong>di</strong> Trieste.L’approdo degli Esuli <strong>di</strong>venteràuno «Shopping Center»«Silos Shopping Center», pare sarà questa la denominazione del centropolifunzionale che sorgerà dalla riqualificazione dell’ex silos <strong>di</strong> Trieste, nel qualei profughi giuliani e dalmati approdarono nelle prime fasi dell’esodo con le loromasserizie. <strong>Il</strong> grande immobile risalente al XIX secolo, nelle imme<strong>di</strong>ate a<strong>di</strong>acenzedella stazione centrale e del porto vecchio, cambierà ra<strong>di</strong>calmente aspetto: daluogo <strong>di</strong> sofferenza a «grande centro per lo shopping, la cultura e il tempo libero»,come recita la presentazione del progetto sul sito internet de<strong>di</strong>cato .<strong>Il</strong> «Silos Shopping Center» ospiterà, su una superficie <strong>di</strong> 45.000 mq, un supermercato,un hotel quattro stelle <strong>di</strong> 140 camere, centri benessere, ristoranti,caffè, uffici, negozi, servizi, fitness e uno spazio da 1300 posti per congressi,concerti e manifestazioni teatrali. I visitatori avranno inoltre a <strong>di</strong>sposizione unparcheggio <strong>di</strong> quasi 2000 posti auto. All’interno del progetto <strong>di</strong> riqualificazione èprevista anche la realizzazione della stazione autobus.Trieste, il silos come si presentava in una fotografia del 1939La targa apposta nel 2004 dal Comune <strong>di</strong> Trieste in memoriadei profughi giuliani e dalmati che vi transitarono nell’esodoUn particolare del silos nelle con<strong>di</strong>zioni in cui versa oggi(dal sito www.informatrieste.eu)Una riunionedell’Anvgdnegli anniCinquanta.Al centrosi riconoscePadreFlaminio Rocchi(dal volumePadreFlaminio Rocchi.L’uomo,il francescano,l’esule,Anvgd,Roma 2007)In questa simulazione grafica, il progetto <strong>di</strong> recupero degli ambienti interni(dal sito www.silostrieste.it)


<strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>DIFESA ADRIATICAcultura e libri3Libri in vetrinaMolti sono i titoli pervenutici recentemente<strong>di</strong> argomento giulianodalmata:i volumi spaziano dalla narrativaalla poesia, dalla storiaall’archivistica. Ne <strong>di</strong>amo, <strong>di</strong> ciascuno,sud<strong>di</strong>visi per <strong>di</strong>scipline, una brevepresentazione, certi <strong>di</strong> fornire ai nostriLettori alcuni suggerimenti utili: regalareun libro, e per <strong>di</strong> più un libro chetratti <strong>di</strong> storia, <strong>di</strong> paesaggi, <strong>di</strong> memoriedelle regione adriatiche, è un servizioreso alla conoscenza della culturagiuliana e dalmata nei suoi moltepliciaspetti. Buona lettura, dunque!PubblicisticaGiannantonio Pala<strong>di</strong>ni,Istria e Dalmaziaa c. <strong>di</strong> A. Cuk e T. Vallery,Anvgd-Comitato Prov.le <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>,Alcione E<strong>di</strong>tore, <strong>Venezia</strong> 2009,pp. 190, Euro 12,00.Docente per oltre 30 anni <strong>di</strong> StoriaModerna e Contemporanea nell’UniversitàCa’ Foscari <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>,scomparso nel 2004, Pala<strong>di</strong>ni fu personalitàtutt’altro che secondaria delmondo accademico nazionale nellafase cruciale tra gli anni Sessanta eSettanta. Di orientamento riformista,fu oltremodo sensibile alla questionedella <strong>di</strong>vulgazione extra-accademicadella storia, tanto da privilegiare da uncerto momento in avanti l’attivitàpubblicistica. Questo volume raccoglieuna serie significativa <strong>di</strong> suoi articoliapparsi tra gli anni Ottanta e Novantasu “<strong>Il</strong> Gazzettino”, tutti de<strong>di</strong>catialla questione giuliana, ponendosi conil suo interesse <strong>di</strong> storico tra gliantesignani <strong>di</strong> un qualificato interventoa favore della memoria e della ricercanell’ambito, rimosso e trascurato,dell’identità italiana nei territoriorientali.StoriacontemporaneaM. Bucarelli, L. Monzali,Italia e Slovenia,E<strong>di</strong>zioni Stu<strong>di</strong>um,Roma 2009,pp. 222, Euro 21.«A più <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci anni dalla sua<strong>di</strong>ssoluzione – scrive Luciano Monzalinel capitolo I del volume -, rimane vivanella coscienza <strong>di</strong> molti italiani la presuntaesistenza della Jugoslavia», <strong>di</strong>contro al <strong>di</strong>namismo degli ambientiimpren<strong>di</strong>toriali e bancari che invecehanno saputo cogliere le opportunità<strong>di</strong> mercato offerte dal nuovo assettostatuale dei Paesi confinanti. Dunquequesta raccolta <strong>di</strong> saggi firmati da autori<strong>di</strong>versi si propone <strong>di</strong> ricontestualizzarei rapporti italo-slovenia partire dall’esodo dall’Istria, passandoattraverso le fasi della <strong>di</strong>sgregazionedella Federativa e le relative implicazioniinternazionali, per giungereinfine al quadro economico-commercialedegli scambi tra Italia e Slovenia.Un volume che potrebbe definirsi “atema”, essendo esplicita la volontà deicuratori <strong>di</strong> fornire uno strumento <strong>di</strong>conoscenza volto a favorire il confrontoe la <strong>di</strong>alettica a fronte delle gran<strong>di</strong>sfide economiche e geo-politiche dellospazio europeo nel XXI secolo.Topografiae cartografiaUniversità Popolare <strong>di</strong> Trieste,Coor<strong>di</strong>namento Adriatico,Istituto Geografico MilitareLa toponomastica in Istria, Fiumee Dalmazia. I. Profili giuri<strong>di</strong>ciA c. <strong>di</strong> G. de Vergottini e V. PiergigliE<strong>di</strong>zioni Istituto Geografico Militare,pp. 239, s.l., s.i.p., 2009.La valorizzazione della toponomasticastorica italiana dell’Istria, <strong>di</strong> Fiumee della regione dalmata in assenza<strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o sistematico <strong>di</strong> riferimento,questo è lo scopo della ricercacondotta da stu<strong>di</strong>osi italiani e non,coor<strong>di</strong>nati dai curatori, al fine <strong>di</strong> ricostruirela cartografia dell’Adriaticoorientale dalle origini alla metà del XIXsecolo. «La lingua e la toponomasticaitaliana rappresentano […] – scriveGiuseppe de Vergottini nella sua Introduzione– uno strumento in<strong>di</strong>spensabileper il tentativo <strong>di</strong> mantenere,attraverso la tutela giuri<strong>di</strong>ca, l’identitàitaliana <strong>di</strong> popolazioni autoctone». Sitratta pertanto, come rimarcano i curatori,del primo «repertorio corretto ecompleto» frutto <strong>di</strong> un «complessolavoro <strong>di</strong> censimento e catalogazionedei toponimi», anche con l’ausiliodella preziosa cartografia dell’autorevoleIstituto Geografico Militare.MemorialisticaLino Vivoda,Quel lungo viaggio verso l’esilio.Pola-Ancona-Bologna-La Spezia,E<strong>di</strong>zioni Istria Europa,Imperia 2008, pp. 62, s.i.p.Esule da Pola, l’Autore trascrive inquesta pubblicazione il suo viaggio <strong>di</strong>profugo dal capoluogo istriano, assegnatodal trattato <strong>di</strong> pace del 1947 allaJugoslavia, attraverso <strong>di</strong>verse città italianesino al campo profughi allestito(ma è un eufemismo) nella casermaBotti <strong>di</strong> La Spezia, dove egli è vissutocon la famiglia per ben 8 anni. Uncontributo <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, questo, che permetteancora una volta <strong>di</strong> percepire ladurezza della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esule nell’Italiadevastata dalla guerra recente,spesso insensibile se non ostile ai connazionaliscampati alle violenze dellebande <strong>di</strong> Tito.Un racconto in “presa <strong>di</strong>retta”,questo, ancorché <strong>di</strong> oltre 60 anni ad<strong>di</strong>etro,che riesce a comunicare l’enormità<strong>di</strong> quegli eventi che videro un’interacittà svuotarsi in poco tempo dellasua popolazione, italiana <strong>di</strong> nascita,italiana per dolorosa scelta.Fotografia d’epocaZara. Una città tra storia e leggenda,a c. <strong>di</strong> G. Bambara e A. Cepich,Vannini E<strong>di</strong>trice, Gussago (Brescia)2009, pp. 216, Euro 24.La fotografia come documento storico,come “occasione” <strong>di</strong> memorierichiamate da una scena che più nonesiste, perché è esistita soltanto nelmomento dello scatto. Un volume tutto<strong>di</strong> immagini, questo pubblicato inseconda e<strong>di</strong>zione riveduta ed ampliatae in elegante veste, che attinge dagliarchivi personali <strong>di</strong> Gino Bambara,Ezio Biglino, Antonio Cepich e GiorgioGiadrini. È la Zara degli anni Venti,con le sue eleganti Rive, i suoi straor<strong>di</strong>narimonumenti d’arte, il suo teatrolirico, gli ufficiali e i soldati d’Italia,le navi della Marina, la visita dei Realinel maggio 1922.Ed anche con la riproduzione dellelocan<strong>di</strong>ne del Teatro Ver<strong>di</strong>, con esecuzionie compagnie <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne eun cartellone non secondo ai miglioriteatri, ed infine con la documentazionedei terribili bombardamenti del1943-’44. Un atto d’amore non soltantoper i zaratini e la loro città scrigno<strong>di</strong> tesori offesi e <strong>di</strong> vite perdute,ma un dono per chiunque sappia trarredal racconto per immagini il sensodella storia.Civiltà letterarieNedjeljka Bali-Nizic,Scrittori italiani a Zara,a c. <strong>di</strong> R. Tolomeo,Società Dalmata <strong>di</strong> Storia Patria,<strong>Il</strong> Calamo, Roma 2008,pp. 178, Euro 15.«Un profilo a tutto tondo <strong>di</strong> questiintellettuali dalmati e dei loro legamiletterari con il mondo culturale italiano»,così definisce Rita Tolomeo il saggiodella stu<strong>di</strong>osa croata tradotto a curadella Società Dalmata <strong>di</strong> Storia Patriae de<strong>di</strong>cato ad alcune delle più rappresentativefigure della cultura letterariazaratina tra Otto e Novecento e sinoalla Prima guerra mon<strong>di</strong>ale. Dai profilidelle singole personalità rievocateemerge un ambiente culturale <strong>di</strong> pregevolelivello e <strong>di</strong> notevole vivacità,determinata anche al «loro esser figli<strong>di</strong> una realtà più complessa, <strong>di</strong> incontro,prima che <strong>di</strong> scontro, <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tàculturali molteplici» (Tolomeo), purnella fedeltà alla civiltà letteraria <strong>di</strong>appartenenza, l’italiana, ed alla storiaintesa come fonte e sigillo <strong>di</strong> italianità.NarrativaDaria Camillucci,<strong>Il</strong> confine <strong>di</strong> Tito,Ibiskos E<strong>di</strong>trice, Empoli 2007,pp. 122, Euro 15.Nata a Trieste, giornalista, l’Autriceambienta la sua storia tra il 1979 eil 1980, anno della morte <strong>di</strong> Tito, dellaquale sono protagonisti una donna triestinaed un uomo sloveno intriso <strong>di</strong>pregiu<strong>di</strong>zi anti-italiani: sullo sfondo, iprimi segnali dell’inquietu<strong>di</strong>ne seguitaoltreconfine alla scomparsa delMaresciallo.Un rapporto, quello narrato daDaria Camillucci, costantemente segnatoda un «inestinguibile duello»,irrime<strong>di</strong>abilmente carico <strong>di</strong> tensioni e<strong>di</strong> sottili prepotenze, fino alla salvificafuga della donna, che decide <strong>di</strong> riprendersiil suo cuore, inutilmente rotolato<strong>di</strong> là dal confine.In ricordo <strong>di</strong> Marisa Ma<strong>di</strong>eripresto una targa a FiumeFiume. <strong>Il</strong> Consiglio per la minoranza nazionale italiana si è espresso sullacollocazione <strong>di</strong> una targa in memoria della scrittrice Marisa Ma<strong>di</strong>eri, un progettonon recente che ha incontrato <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne, apparentemente,burocratico.Marisa Ma<strong>di</strong>eri nasceva a Fiume nel 1938. A causa dell’esodo la sua famigliasi portò a Trieste, dove risiedeva, coniugata con il germanista Clau<strong>di</strong>o Magris,e dove si è spenta prematuramente all’età <strong>di</strong> 58 anni. La memoria e l’esperienzadella profuganza le ispirarono il libro Verde acqua, nel quale rievocaval’esodo <strong>di</strong> 300 mila italiani dall’Istria attraverso la storia della sua famiglia. <strong>Il</strong>libro è stato via via tradotto in più lingue ed ha conosciuto <strong>di</strong>verse e<strong>di</strong>zioni:croato, spagnolo, francese, tedesco, polacco, sloveno e inglese. Al 1992 risaleLa radura, volume pubblicato dalla E<strong>di</strong>t <strong>di</strong> Fiume in collaborazione con la“Durieux” <strong>di</strong> Zagabria.La targa dovrebbe dunque essere apposta entro il primo trimestre <strong>di</strong> quest’annosullo stabile dell’attuale via Zagabria, nei pressi dei Mercati citta<strong>di</strong>ni,nel centro a Fiume. In quest’occasione, inoltre, a Palazzo Modello, sede dellaComunità degli italiani <strong>di</strong> Fiume, sarà promossa una serata letteraria, alla qualesarà invitato Clau<strong>di</strong>o Magris.Tra gli altri progetti, approvati dal Consiglio per la minoranza italiana dellaCittà <strong>di</strong> Fiume e da realizzare durante il <strong>2010</strong>, il cofinanziamento <strong>di</strong> attivitàpromosse dalla Comunità degli italiani, tra le quali la Settimana della culturafiumana, promossa in occasione della festa del patrono San Vito.Fausta Maria Milli,Straniero,Albatros <strong>Il</strong> Filo, Roma 2009,pp. 281, Euro 19,00Di origine istriana, l’Autrice si cimentacon un romanzo ambientato fraTrieste, Montona e Capo<strong>di</strong>stria in dueperio<strong>di</strong> storici salienti per le regioniorientali, la Prima guerra mon<strong>di</strong>ale el’occupazione jugoslava del 1945. Nelracconto si <strong>di</strong>panano le vicende <strong>di</strong> famigliee in<strong>di</strong>vidui travolti dai conflittibellici ed etnici, animati da sentimentie passioni che le violentecontrapposizioni mortificano ma nonsopprimono. Fausta Maria Milli conducecon abilità i racconti paralleli, icui protagonisti devono confrontarsicon le asprezze e i rischi <strong>di</strong> contesti etempi <strong>di</strong>sumani.PoesiaDiego L. Bastianutti,Per un pugno <strong>di</strong> terra,Zeisciu, Magenta 2006,pp. 239, s. i. p.Nato a Fiume nel 1939, emigratonel 1952 con la famiglia negli StatiUniti, docente nella Queen’sUniversity <strong>di</strong> Kingston (Ontario),Bastianutti è, come suol <strong>di</strong>rsi, un “addettoai lavori”, un autore colto per ilquale la poesia non è una rima baciatama stu<strong>di</strong>o costante e un confrontoinesausto con la parola. Questa sillogepuò considerarsi una sorta <strong>di</strong> autobiografia,non ripiegata su stessa perchési misura con il percorso esistenziale<strong>di</strong> un esule, <strong>di</strong> un profugo la cui essenzaè universale, e in quanto – comescrive l’Autore – «ho cominciato […]a capire che non voglio esser schiavo<strong>di</strong> una memoria ossessiva del mio passato».In realtà il tema e la con<strong>di</strong>zionedell’esilio è un filo sottotraccia dellasua poesia, e così «[…] i ricor<strong>di</strong> che inme si addensano/accolti forse in lacune<strong>di</strong> memoria/<strong>di</strong> una vita <strong>di</strong>scontinua,/come note <strong>di</strong> un frammento/hanno inme atavica risonanza/e ravvivano intardo autunno le spighe <strong>di</strong> sogni maicolte/maturate in freddo esilio […]».L’e<strong>di</strong>zione è bilingue italiano/inglese,forse perché – annota il prefatore,Sergio Maria Gilar<strong>di</strong>no – «l’esilio dellasua carne egli non vuole che <strong>di</strong>ventianche quello della sua poesia».La poesia <strong>di</strong>alettale istriana,a c. <strong>di</strong> P. Ferro Mosca,Alcione E<strong>di</strong>tore, <strong>Venezia</strong> 2009,pp. 159, Euro 12,00.La curatrice, esule da Pola, ha riunitoin questo go<strong>di</strong>bile volume composizioni<strong>di</strong> noti autori del Novecentoe contemporanei, da Virgilio Giotti aLoredana Bogliun, da Ester Barlessi aBepi Nider, da Li<strong>di</strong>a Delton ad AdrianoSansa. Tutti, pur con accenti e intonazioni<strong>di</strong>versi, rinviano ai temi dell’esodoe della memoria, trasferiti sulregistro famigliare e domestico del <strong>di</strong>aletto.«Con il <strong>di</strong>aletto – chiarisce lacuratrice – gli scrittori aderiscono inmaniera più efficace alla rievocazionedel paesaggio dell’infanzia, al paeseperduto e trasfigurato dai ricor<strong>di</strong>».Con il linguaggio materno dunque,questi autori <strong>di</strong>alogano con la scenasempre viva della prima memoria,composta indelebilmente dalla tenerezzaquieta delle rievocazioni e dallafrattura urticante dell’esilio.Oscar Venturini,Frammenti <strong>di</strong> pensiero,<strong>Il</strong> Coriandolo, Trieste 2008,pp. 67, s. i. p.Di professione grafologo, l’Autoreha abbandonato per una volta la suaveste professionale per svelarsi me<strong>di</strong>antela più sincera (e pericolosa) forma <strong>di</strong>espressione, la poesia. «Sento il cantodel mare, attorno, la chiglia della barcasegna il tempo.//La costa ondeggiaverde sotto il cielo, solo ieri ha fiorito isuoi germogli» (da Litorale istriano).P.C.H.


4 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>continua dalla prima paginaLa nuova e<strong>di</strong>zione a cura del Comitato ANVGD <strong>di</strong> GoriziaLa prefazione <strong>di</strong> Fulvio SalimbeniNel Dizionario biograficodei <strong>Giulia</strong>ni, Fiumani e Dalmatii personaggi che hanno fatto la storiaTutto ciò, che s’è voluto ricordareper sommi capi, <strong>di</strong>mostra come la biografiaquale genere letterario e storico,dopo un periodo <strong>di</strong> declino, almenonel contesto continentale – <strong>di</strong>versoessendo il <strong>di</strong>scorso per la culturabritannica –, in seguito all’affermarsidella storiografia delle “Annales”,portata a privilegiare le forze anonimee collettive della storia, le masse, piuttostoche le gran<strong>di</strong> personalità e i protagonistidella vita istituzionale e politica,della guerra e della <strong>di</strong>plomazia,oggi, in seguito al tramonto <strong>di</strong> questacorrente storiografica transalpina, essastessa, però, negli anni più recenti voltaa recuperare in qualche misura tale filone<strong>di</strong> ricerca, stia ritornando in auge,e ottima testimonianza <strong>di</strong> ciò è il presenteDizionario biografico dei<strong>Giulia</strong>ni, Fiumani e Dalmati, nuovae<strong>di</strong>zione, mutata non solo nel titolo,della Piccola Enciclope<strong>di</strong>a <strong>Giulia</strong>na eDalmata, con tenacia e determinazionevoluta da Ru<strong>di</strong> Ziberna, che nellasua Premessa, cui al riguardo si rimanda,ne ha ricordato i precedenti, dallaprima, quasi artigianale e<strong>di</strong>zione, del1962, ideata e <strong>di</strong>retta da Sergio Cella,uno stu<strong>di</strong>oso e organizzatore <strong>di</strong> culturache meriterebbe un’attenzione maggiore<strong>di</strong> quella finora riservatagli, allaristampa, dovuta a Edo Apollonio, del1994, che è alla base <strong>di</strong> questa versione,ampiamente rivista, aggiornata eintegrata, ristrutturata in modo da renderlaun vero e proprio <strong>di</strong>zionario biografico,essendo state tolte le voci geografiche,concentrando tutta l’attenzionesui maggiori e minori <strong>di</strong> questeterre, con una significativa aperturaanche alla componente slovena locale,il che è un segno, oltre che dell’intelligenteapertura intellettuale dell’attualepresidente dell’Anvgd <strong>di</strong> Gorizia,dei tempi che cambiano e dell’affermarsidella fondata convinzione chel’area adriatica, e nella fattispecie quellasettentrionale, per secoli è stata luogod’incontro, e non <strong>di</strong> scontro, <strong>di</strong>popoli, lingue e tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>verse, chehanno reso unica, nella sua ricchezzae complessità, questa regione – punto<strong>di</strong> confluenza delle civiltà romanza,germanica e slava – nell’ambito europeo,come, negli ultimi tempi, più voltesottolineato anche nelle pagine della“Voce del Popolo” <strong>di</strong> Fiume da MilanRakovac e da Aljosa Curavic.Ciò premesso, si può ben <strong>di</strong>re cheil testo che ora esce alle stampe per leE<strong>di</strong>zioni della Laguna <strong>di</strong> Gorizia siconnota come un valido strumento <strong>di</strong>lavoro e <strong>di</strong> consultazione, utile perchiunque sia interessato all’argomento,ma in primo luogo per il mondodella scuola, dove <strong>di</strong> quel che riguardal’altra sponda adriatica poco o nullasi sa, anche se con l’istituzione dellaGiornata del Ricordo il 10 febbraioqualche cosa pure in esso ha iniziatoa muoversi. È merito in<strong>di</strong>scutibile dellaFederazione delle organizzazionidella Diaspora, in particolaredell’Anvgd e dell’<strong>Associazione</strong> delleComunità Istriane – che, tra l’altro,hanno promosso, per lungimiranteiniziativa dell’in<strong>di</strong>menticabile ArturoVigini, la costituzione dell’Istituto Regionaleper la Cultura istriana, fiumanae dalmata (Irci) prima e del Centro<strong>di</strong> Documentazione Multime<strong>di</strong>ale(Cdm) poi –, oltre che del Circolo“Istria”, antesignano del <strong>di</strong>alogo con i«rimasti», aver impresso una netta svoltaalla pubblicistica in esse prodotta,passando dalla memorialistica, sempreutile, ma che non consente gran<strong>di</strong>progressi nell’ambito della comprensionecritica delle tragiche vicende delNovecento, al varo <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> serioimpianto scientifico, affidate a stu<strong>di</strong>osiqualificati e sorrette dall’esperienzae dalla centenaria operosità <strong>di</strong> istituzioniquali le due Società Dalmate <strong>di</strong>storia patria (Roma e a <strong>Venezia</strong>-Padova),la Società <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Fiumani, la SocietàIstriana <strong>di</strong> archeologia e storiapatria, cui ora, da un quarantennio, s’èaggiunto il Centro <strong>di</strong> ricerche storiche<strong>di</strong> Rovigno, ideato, promosso e <strong>di</strong>rettoda Giovanni Radossi, che svolgeun’opera <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione culturale trastu<strong>di</strong>osi italiani <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là dal confine,sloveni, croati e <strong>di</strong> tutta Europa,che merita ogni apprezzamento e gratitu<strong>di</strong>ne,così come quanto da tempova facendo la fiumana E<strong>di</strong>t con le suecollane e perio<strong>di</strong>ci, senza trascurarela più giovane Società <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> storici egeografici <strong>di</strong> Pirano, animata daKristjan Knez e molto attiva a livello <strong>di</strong>convegni, conferenze ed e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>ricerche e <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> storia istriana.Da qui la comparsa <strong>di</strong> manuali,come quelli, a più mani, a cura dell’Ircie per i tipi della Morcelliana <strong>di</strong> Brescia(1994), Istria. Storia <strong>di</strong> una regione<strong>di</strong> frontiera, e rispettivamente dell’istituzionerovignese, sulla storiaistriana, da poco tradotto anche incroato, e quello, firmato congiuntamenteda Roberto Spazzali, MarcoCuzzi e Guido Rumici, su Istria-Quarnero-Dalmazia: storia <strong>di</strong> una regionecontesa dal 1796 alla fine delXX secolo, uscito da poco a cura dellaLibreria E<strong>di</strong>trice Goriziana, per nonparlare dei non pochi saggi e contributi<strong>di</strong> Raoul Pupo e dei suoi allievicosì come dei vari volumi <strong>di</strong> MarioDassovich, comparsi nella prestigiosacollana “Civiltà del Risorgimento” (DelBianco E<strong>di</strong>tore) del Comitato <strong>di</strong> Triestee Gorizia dell’Istituto per la storiadel Risorgimento italiano, e dei duedocumentati lavori <strong>di</strong> Luigi Tomaz,Architettura adriatica tra le due sponde.Gli storici possono sbagliare, lepietre no: saxa loquuntur, del 2006, e<strong>Il</strong> confine d’Italia in Istria e Dalmazia:duemila anni <strong>di</strong> storia, apparso nel2007, entrambi con il patrociniodell’Anvgd <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>. A tali opere,infine, si possono aggiungere quelle<strong>di</strong> Carlo Ghisalberti e <strong>di</strong> Ester Capuzzo,dell’Università degli stu<strong>di</strong> “La Sapienza”<strong>di</strong> Roma, da sempre appassionatidella storia del confine orientale, cuihanno de<strong>di</strong>cato <strong>numero</strong>se, importantimonografie; è proprio <strong>di</strong> questi giornila presentazione a Trieste del volumedella Capuzzo Alla periferia dell’Impero.Terre italiane degli Asburgotra storia e storiografia (Esi, Napoli).Un tanto si voleva segnalare permeglio far intendere a chi prenderà inmano il Dizionario biografico dei<strong>Giulia</strong>ni, Fiumani e Dalmati, che nonè certo un’opera definitiva, ma sempreaperta a ulteriori aggiornamenti,integrazioni e revisioni, il solido e tutt’altroche <strong>di</strong>lettantistico retroterrastoriografico che la sottende. È d’indubbiopregio il fatto che si sia decisod’allargare il <strong>di</strong>scorso all’intera <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong>, comprendendo, quin<strong>di</strong>,Spalato, la Riva e il Palazzo <strong>di</strong> Diocleziano in una cartolina del XIX secoloanche personaggi nati o operanti a Triestee a Gorizia, visti gli intensi e strettissimirapporti sempre intercorsi tra talirealtà urbane, l’Istria e il mondo adriaticonel suo complesso. Del resto, proprioGrazia<strong>di</strong>o I. Ascoli – ovviamentepresente nell’opera con una voce specifica–, che nel 1863 coniò ilneologismo «<strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>», richiamandosiin modo esplicito alla tra<strong>di</strong>zioneromana prima e veneziana poi<strong>di</strong> quelle terre, per usarlo in sostituzionedel «Litorale Austriaco», a riven<strong>di</strong>carne.l’italianità, aveva sottolineatol’in<strong>di</strong>scutibile unità e geografica e storica,linguistica, culturale della conteagoriziana, dell’emporio tergestino edella regione istriana.Del pari meritorio è l’ampliamentocronologico, perché, laddove l’e<strong>di</strong>zioneoriginaria era incentrata in prevalenzasull’Otto e Novecento, la presente,seguendo l’o<strong>di</strong>erno orientamentoa valorizzare i tempi lunghi dellastoria, onde cogliere al meglio la complessitàdei fenomeni <strong>di</strong> volta in voltain esame, s’estende sino al me<strong>di</strong>oevo,prendendo nella debita considerazionenon soltanto chi in quest’area nacque,ma pure chi per perio<strong>di</strong> più omeno lunghi v’operò.In tale ottica d’ampliamento degliorizzonti dell’iniziativa va pure rilevatoche non si parla più quasi esclusivamente<strong>di</strong> patrioti, irredentisti o personalità<strong>di</strong>stintesi nell’agone politicoo per l’eccellenza dei risultati conseguitiin ambito artistico, dandosi opportunospazio, altresì, pure a chi haoperato e s’è <strong>di</strong>stinto nella vita sociale,economica e religiosa, secondoquelle che sono le più aggiornate vedutemetodologiche della ricercastoriografica. Tale impostazione, chepermea <strong>di</strong> sé il volume nel suo complesso,ha il merito <strong>di</strong> liquidare unavolta per tutte, almeno si spera, la tendenza,fin troppo a lungo dominantenel mondo dell’esodo e della <strong>di</strong>aspora,d’incentrare l’attenzione quasi solamentesui tragici anni 1943-1947,ignorando il moltissimo che c’era primae rendendo, perciò, impossibile,la comprensione degli stessi luttuosieventi che hanno portato al quasi totalesra<strong>di</strong>camento della civiltà italianasulla riva orientale dell’Adriatico, comegià notava Ernesto Sestan nel classicoe tuttora insostituibile <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>.Lineamenti <strong>di</strong> una storia etnica e culturale,che appunto muoveva dall’antichitàper giungere fino alla catastrofedel secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale, guardandopiù che alla storia politica e istituzionalea quella in senso lato socialee culturale, senza ignorarne le componentietniche.Ecco perché, a nostro avviso, ilDizionario biografico dei <strong>Giulia</strong>ni,Fiumani e Dalmati si propone comeun contributo importante sul versantesia d’una corretta e seria <strong>di</strong>vulgazionesia della <strong>di</strong>dattica per le scuole, dellacui necessità d’aggiornamento e <strong>di</strong>poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> testi ad hoc già s’èaccennato in precedenza, affiancandosial recente profilo <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong> MariaGrazia Ziberna, Storia della <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong>. Da Gorizia all’Istria, dalle originiai nostri giorni, e<strong>di</strong>to dalla Lega<strong>Nazionale</strong> <strong>di</strong> Gorizia nel 2007. Di làda tante celebrazioni retoriche delnovantesimo anniversario della pace<strong>di</strong> Versailles del 1919 e dell’impresafiumana <strong>di</strong> D’Annunzio, delsettantesimo dell’inizio della secondaguerra mon<strong>di</strong>ale e del ventesimo dellacaduta del Muro <strong>di</strong> Berlino, che hadato avvio a una nuova stagione pureper queste terre, la pubblicazione d’untale lavoro è il contributo migliore cheoggi si possa fornire alla conoscenzad’una civiltà che, nonostante tutte leavversità della storia, è riuscita a sopravviveree sta dando chiari segni <strong>di</strong>ripresa.Fulvio SalimbeniLussinpiccolo, fine Ottocento


<strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>DIFESA ADRIATICA5La Redazione rispondeDonare una proprietà per testamento.Cosa prescrive la leggeA cura dell’Avv.Vipsania AndreicichGentile Avvocato, sono ormai in avanzataetà e devo cominciare a pensare a ciò che accadràai miei beni dopo <strong>di</strong> me. Vivo in un piccoloappartamento <strong>di</strong> proprietà, riscattato grazieall’intervento della vostra <strong>Associazione</strong>,dalla quale ho ricevuto anche benevola assistenzasugli indennizzi dei beni abbandonati.Per questo vorrei lasciare a Voi il mio immobile,in<strong>di</strong>cando l’associazione nel testamento.Come erede ho un’unica nipote, figlia <strong>di</strong> miasorella, che non si fa mai viva e non vedo daanni. Posso lasciare ugualmente a Voi questamia proprietà o spetta a lei <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto? E mianipote potrebbe contestare l’ere<strong>di</strong>tà per venirein possesso dell’appartamento? Scusi la domandaingenua ma non vorrei fare un gesto <strong>di</strong> riconoscenzanei Vostri confronti e vederlo poi svanireda lassù...Lettera firmataMe<strong>di</strong>ante testamento, è possibile <strong>di</strong>sporredei propri beni per il tempo in cui una personaavrà cessato <strong>di</strong> vivere. La legge ha però previstodei limiti alla possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre dei propribeni dopo la morte. Tali limiti riguardanounicamente i congiunti più stretti del de cuiusin<strong>di</strong>cati in modo tassativo dalla legge: ovveroil coniuge, i figli legittimi, legittimati, adottivi,naturali, e, in mancanza <strong>di</strong> figli, gli ascendenti.A tali soggetti la legge riserva una parte dei benidel de cuius che viene in<strong>di</strong>cata come quota <strong>di</strong>legittima o riserva mentre i successibili che vihanno <strong>di</strong>ritto sono designati con il nome <strong>di</strong>legittimari.Quando nel momento in cui una personacessa <strong>di</strong> vivere vi sono dei legittimari, il patrimonioere<strong>di</strong>tario <strong>di</strong> <strong>di</strong>stingue idealmente in dueparti: la quota <strong>di</strong>sponibile, della quale il de cuiusera libero <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre attribuendola a chiunqueavesse voluto, e la quota <strong>di</strong> legittima o riservadella quale non era dato <strong>di</strong>sporre, perché spettanteper legge ai legittimari.Al fine <strong>di</strong> determinare le quote sopra in<strong>di</strong>cateoccorre calcolare l’entità del patrimoniodel de cuius nel momento del suo decesso,aggiungendo il valore dei beni <strong>di</strong> cui lo stessoabbia eventualmente <strong>di</strong>sposto in vita me<strong>di</strong>antedelle donazioni.Se a seguito <strong>di</strong> tali calcoli, risulta che le <strong>di</strong>sposizionitestamentarie o le donazioni eccedonola quota <strong>di</strong> cui il de cuius poteva <strong>di</strong>sporre,ciascun legittimario potrà agire per ottenerequanto a lui riconosciuto dalla legge nei confronti<strong>di</strong> coloro che hanno ricevuto dei beniappartenenti al patrimonio del de cuius.Questo non è certamente il caso <strong>di</strong> cui cistiamo occupando in quanto la legge non prevedenessuna quota <strong>di</strong> legittima nei confrontidei nipoti, pertanto nell’ipotesi in cui non sihanno né figli, né coniuge, né ascendenti, si ètotalmente liberi <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre dei propribeni me<strong>di</strong>ante testamento.<strong>Il</strong> testamento è però necessario in quanto,in caso <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizioni testamentariela legge prevede la successione dei beni delde cuius a favore degli ere<strong>di</strong> legittimi, nell’or<strong>di</strong>nee nelle quote espressamente stabiliti.Nel caso propostoci dalla signora tutti i beniverrebbero trasferiti alla nipote, in quanto unicaerede legittima della persona che ci scrive.La successione legittima opera, oltre chenel caso <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> testamento, anche nelcaso <strong>di</strong> nullità dello stesso.È perciò importante sapere che, affinché untestamento sia valido, deve essere redatto secondole forme espressamente in<strong>di</strong>cate dallalegge.Le forme <strong>di</strong> testamento previste dalle leggesono: a) il testamento olografo, che deve esserescritto per intero, datato e sottoscritto <strong>di</strong> pugnodal testatore; b) il testamento per atto <strong>di</strong>notaio, che può essere sia pubblico che segreto.Ritengo inoltre importante precisare cheogni testamento può essere in qualsiasi momentoannullato con la semplice redazione <strong>di</strong>un nuovo testamento.ULTIM’ORAScuola e confine orientale:rinviato l’incontro FederEsuli-Ministero Pubblica Istruzione<strong>Il</strong> Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca ha rinviato al 28 gennaioprossimo la seconda riunione del «Gruppo <strong>di</strong> Lavoro per la conoscenza dellastoria degli esuli dell’Istria, <strong>di</strong> Fiume e della Dalmazia», istituito congiuntamentealla FederEsuli, con la partecipazione <strong>di</strong> Anvgd, <strong>Associazione</strong> ComunitàIstriane, Libero Comune <strong>di</strong> Fiume in Esilio, <strong>Associazione</strong> Dalmati Italiani nelMondo. L’incontro era originariamente previsto per il 15 gennaio. Ad esso l’Unionedegli Istriani aveva chiesto, pochissimi giorni prima, <strong>di</strong> partecipare, pur nonfigurando tra le associazioni invitate dal Miur in quanto non compresa neldecreto ministeriale <strong>di</strong> costituzione del Gruppo.Si ricorderà che la costituzione del «Gruppo <strong>di</strong> lavoro» presso il Miur è statarichiesta dalla Federazione nel corso della riunione dell’11 giugno 2009 del«Tavolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento» presso la Presidenza del Consiglio e sollecitata conlettera del 22 luglio 2009 al Ministro on. Gelmini. I successivi, costanti contattitenuti da questa Federazione con il Miur hanno condotto alla emanazione, il26 ottobre 2009, del D. D. <strong>di</strong> costituzione del «Gruppo <strong>di</strong> lavoro» firmato dalDirettore generale dott. Mario G. Dutto, nel quale sono in<strong>di</strong>cati quali rappresentanti<strong>di</strong> categoria: l’on. Lucio Toth per l’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e Dalmazia; il dott. Renzo Codarin per la FederEsuli; l’on. Renzo de’Vidovich per i Dalmati Italiani nel Mondo; il dott. Lorenzo Rovis per l’<strong>Associazione</strong>delle Comunità Istriane.In data 4 <strong>di</strong>cembre 2009 il Ministero dell’Istruzione ha in<strong>di</strong>rizzato ai DirettoriGenerali degli Uffici Scolastici Regionali una nota (prot. Miuraoodgos n.12375) nella quale sono in<strong>di</strong>cati – su segnalazione <strong>di</strong> questa Federazione – i sitiinternet degli Enti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> ricerca per la conoscenza e l’approfon<strong>di</strong>mentonei temi connessi al confine orientale.La riunione convocata per il 15 gennaio p. v,. non è la prima, come erroneamentein<strong>di</strong>cato nella nota del “Piccolo”, bensì la seconda dopo quella del 1°<strong>di</strong>cembre 2009, nel corso della quale si è inse<strong>di</strong>ato ufficialmente il «Gruppo <strong>di</strong>lavoro» e si sono <strong>di</strong>scusse le prime proposte operative. Si veda al riguardo ilcomunicato <strong>di</strong> questa Federazione emesso lo stesso 1° <strong>di</strong>cembre e ripreso da<strong>di</strong>verse agenzie <strong>di</strong> stampa.L’avvio del confronto Miur-FederEsuli è stato altresì oggetto, con altri temi <strong>di</strong>attualità, della conferenza stampa tenuta da questa Federazione a Trieste il 23<strong>di</strong>cembre 2009.<strong>Il</strong> lavoro intrapreso nel corso del 2009, sostenuto dalla particolare attenzionealla qualità scientifica dei contenuti offerti dalla Federazione delle Associazioni,ha condotto alla pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un Seminario <strong>di</strong> formazione de<strong>di</strong>catoai docenti della scuola, previsto per il 23 gennaio p. v. nella sede stessa delMinistero, al quale sono stati chiamati i proff. Giuseppe de Vergottini (Università<strong>di</strong> Bologna), Raoul Pupo (Università <strong>di</strong> Trieste) e Giuseppe Parlato (UniversitàSan Pio V, Roma).p. c. h.<strong>Il</strong> comunicato stampa della FederEsuliA seguito del rinvio, la Federesuli ha emesso un comunicato mel quale silegge tra l’altro:«Per gli Esuli e la Scuola tutto rinviato al 28 gennaio prossimo. L’annunciatariunione a Roma del “Gruppo <strong>di</strong> lavoro per la conoscenza della storia degliesuli dell’Istria, <strong>di</strong> Fiume e della Dalmazia”, convocata dal Ministero della PubblicaIstruzione non si terrà il 15 gennaio come previsto in un primo momento.<strong>Il</strong> rinvio permetterà <strong>di</strong> chiarire alcune posizioni sulle finalità da raggiungere nelcampo specifico, così come richiesto dalla Federazione dopo l’ampliamentodella rosa dei partecipanti al Gruppo <strong>di</strong> Lavoro ad attività già avviata. Le <strong>di</strong>chiarazionifatte in questi giorni a mezzo stampa rischiavano <strong>di</strong> comprometterel’opera capillare fin qui svolta con i soggetti coinvolti».Quarnero e Dalmazia, scendonole quotazioni degli immobiliI dati delle ultime settimane del2009 confermano l’arresto delle quotazionidel mercato immobiliarenell’Istria oggi croata. Effetto, si ritiene,della recessione generale dei mesiscorsi, nonché della stretta cre<strong>di</strong>tiziaattuata dalle banche.Per fare qualche esempio, a Zaranell’arco <strong>di</strong> un mese il costo a metroquadro è sceso dai 1.738 euro ai 1.633euro attuali. Analogo deprezzamentoa Spalato e Sebenico. La riduzione deiprezzi ha interessato anche il territorioquarnerino, dove il costo è passatoProfilo storico della <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia<strong>Il</strong> documento della FederEsuliper il Giorno del Ricordo <strong>2010</strong>La Federazione delle Associazioni degli Esuli IstrianiFiumani e Dalmati ha curato, con l’apporto redazionale etecnico della Sede nazionale Anvgd, la pubblicazione online<strong>di</strong> una <strong>di</strong>spensa i cui testi e immagini provengono dallamostra <strong>di</strong> cui è autore Guido Rumici.Si tratta <strong>di</strong> 20 pagine sud<strong>di</strong>vise in 22 brevi capitoli e 73immagini a corredo: un ottimo strumento in vista del prossimoGiorno del Ricordo perché consente, soprattutto aipiù giovani e agli adulti <strong>di</strong> accedere alle informazioni essenzialirelativamente alla storia delle terre perdute, dall’epocaromana ai giorni nostri.La pubblicazione in formato Pdf è scaricabile dalla homepage del nostro sito cliccando su «Profilo storico della <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e Dalmazia» oppure cliccando sul link http://www.anvgd.it/Pdf/Dispensa-FederEsuli-<strong>2010</strong>.pdf.Di seguito, ecco i capitoli della pubblicazione:da circa 1.744 a circa 1.680 euro. APola e nella sua zona il calo è invecenettamente inferiore.L’unica eccezione – è rilevato – aRagusa (l’o<strong>di</strong>erna Dubrovnik), dovepersiste una domanda ancora forte, inrelazione ad un’offerta limitata; qui siregistrano ad<strong>di</strong>rittura 3.200 euro al metroquadrato, con punte <strong>di</strong> 6.500 perle più prestigiose ubicazioni.L’epoca romana. L’epoca me<strong>di</strong>evale. L’epoca veneziana.<strong>Il</strong> periodo austro-ungarico (1797-1918). La prima guerramon<strong>di</strong>ale. La <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> alla fine della prima guerramon<strong>di</strong>ale. <strong>Il</strong> periodo fascista. La seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.L’armistizio italiano (8 settembre 1943). Le violenze dell’autunno1943. Le Foibe: deportazioni e uccisioni in <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e Dalmazia. L’occupazione nazista nella <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e in Dalmazia. Zara, una città <strong>di</strong>strutta. La finedella guerra e le violenze del maggio-giugno 1945. Ledeportazioni del 1945. <strong>Il</strong> Trattato <strong>di</strong> pace <strong>di</strong> Parigi. L’Esodo.I campi profughi. <strong>Il</strong> “Memorandum” <strong>di</strong> Londra: Trieste tornaall’Italia. <strong>Il</strong> Trattato <strong>di</strong> Osimo. I beni abbandonati. Lecomunità e le scuole italiane esistenti in Istria, Fiume eDalmazia dopo l’Esodo.Seguono una pagina de<strong>di</strong>cata ad alcuni personaggi illustried una bibliografia consigliata.


6 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>dai comitatiDELEGAZIONEDI BARLETTAOrganizzato dall’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> Arma <strong>di</strong> Cavalleria-sezione<strong>di</strong> Corato e patrocinato dall’Istituto<strong>Nazionale</strong> della Guar<strong>di</strong>a d’Onore alleReali Tombe del Pantheon <strong>di</strong> Roma -Delegazione <strong>di</strong> Bari e dall’Istituto delNastro Azzurro - Delegazione <strong>di</strong> Bari,si è tenuta il 5 <strong>di</strong>cembre. presso il PalazzoLa Monica <strong>di</strong> Coratouna commemorazione della trage<strong>di</strong>aistriana dal titolo «Foibe ed Esodo» nelcorso della quale si è fatto riferimentoal libro Nato in Rifugio <strong>di</strong> GiuseppeDicuonzo.L’intervento del relatore è stata precedutoda una presentazione dell’avv.Michele Dicuonzo, esule <strong>di</strong> secondagenerazione, il quale si è soffermatosu alcuni aspetti giuri<strong>di</strong>ci dello status<strong>di</strong> profugo e sui compiti <strong>di</strong> rappresentanzae <strong>di</strong> tutela che l’Anvgd svolgesul territorio nazionale. L’evento è terminatocon la proiezione del documentario«Pola ad<strong>di</strong>o».È stato quin<strong>di</strong> consegnato al prof.Dicuonzo un Attestato <strong>di</strong> merito per ilsuo costante impegno a favore della<strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> pagine <strong>di</strong> storia nonancora abbastanza conosciute, specienelle scuole.COMITATO DI BERGAMOSabato 31 ottobre a Villa <strong>di</strong> Serio(Bergamo) si è svolta la serata finaledel “Concorso nazionale <strong>di</strong>cortometraggio Cortovillese 2009” –arrivata alla sua V e<strong>di</strong>zione – istituitadal Comune. Nell’ambito <strong>di</strong> questamanifestazione il corto «L’ altrastoria», <strong>di</strong> Aldo Rapè e Nicola Vero,ha ricevuto il premio come “Migliorcorto della Sezione ragazzi”.La proiezione del corto, che trattacon delicatezza, maestria ed anchesimpatia l’argomento foibe, ha riscossogran<strong>di</strong> consensi ed èstata lungamente applau<strong>di</strong>ta. Poichégli autori non erano presenti per precedentiimpegni, il premio – consistentein una targa – è stato consegnato, inloro vece, al Comitato <strong>di</strong> Bergamodell’Anvgd, nelle mani dellavicepresidente Santa Carloni, qualecitta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Serio.70 bergamaschiall’occupazione <strong>di</strong> Fiume[…] Un passaggio <strong>di</strong> storia contemporaneache l’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong><strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia, conil patrocinio dell’assessorato all’Istruzione<strong>di</strong> Palazzo Frizzoni e dell’assessoratoalla Cultura della Provincia <strong>di</strong>Bergamo ha ricordato con l’evento«Diedero Fiume alla Patria. I legionariBergamaschi con D’Annunzio» organizzatonell’au<strong>di</strong>torium del liceo«Mascheroni» il 24 novembre scorso.«<strong>Il</strong> titolo dell’iniziativa, moderata daMarco Cimmino – spiega Maria ElenaDepetroni, docente <strong>di</strong> Lettere al«Mascheroni» e presidente del Comitatolocale dell’<strong>Associazione</strong> – è statoripreso da un’omonima pubblicazione(e<strong>di</strong>ta nel 2004 dalla Società <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>Fiumani a Roma), che, avvalendosidegli elenchi dei legionari depositatinel 1939 all’Archivio del Vittoriale, haricostruito un <strong>numero</strong> realistico deipartecipanti all’impresa. Si contano7.164 presenze. Un <strong>numero</strong> destinatoad aumentare man mano che la ricercastorica avanza. Infatti in quell’elencoi bergamaschi sono 48. Un<strong>numero</strong> salito a 70 grazie ad una recentericerca svolta comparando altrefonti».La cerimonia è iniziata con l’omaggiodegli studenti del «Mascheroni» aibergamaschi che raggiunserol’Immaginifico a Ronchi il 12 settembre1919. È seguita la posa <strong>di</strong> un sertofloreale al busto <strong>di</strong> Tullia Franzi (concessodal Comune <strong>di</strong> Alzano Lombardo).«È una letterata, poetessa, stu<strong>di</strong>osa<strong>di</strong> storia dell’arte nativa della parrocchia<strong>di</strong> Alzano Maggiore – continuaDepretoni –. Fu legionaria <strong>di</strong> Fiumee capitano del Battaglione “Regina”.Per il suo attivismo patriotticoGabriele D’Annunzio la decorò conla “Stella d’Oro <strong>di</strong> Fiume” e con la“Medaglia <strong>di</strong> Ronchi e del Carnaro”.COMITATO DI GORIZIAGiunto alla sua 60.a e<strong>di</strong>zione si èsvolto il Pranzo <strong>di</strong> San Tommaso, SantoPatrono della città istriana <strong>di</strong> Pola,da cui provengono centinaia degli esuligiuliano-dalmati che risiedono aGorizia. Come noto, infatti, oltre il15% della popolazione residente appartienealla prima, seconda o terzagenerazione degli esuli dall’Istria, Fiumee Dalmazia, costretti ad abbandonarele loro terre ed ogni bene per iltimore delle violenze perpetrate neiloro confronti dalle truppe del marescialloTito, il quale aveva avviato unavera e propria “pulizia etnica”.Da appuntamento riservato soloagli esuli nel corso dei decenni si èevoluto in appuntamento aperto a tuttiquei citta<strong>di</strong>ni che desiderano conoscerela gastronomia e la culturagiuliano dalmata.Un festoso clima ha fatto da corniceagli interventi svolti dalle <strong>di</strong>verseautorità presenti.<strong>Il</strong> Prefetto Maria Augusta Marrosu,ha riba<strong>di</strong>to il ruolo importante svoltodall’<strong>Associazione</strong> nella <strong>di</strong>ffusione dellaconoscenza della cultura istriana edalmata. <strong>Il</strong> Sindaco Ettore Romoli havoluto portare i saluti più sinceri e gliauguri <strong>di</strong> buone festività e <strong>di</strong> un anno<strong>2010</strong> forieri <strong>di</strong> meritate sod<strong>di</strong>sfazioniper l’Anvgd e la Lega <strong>Nazionale</strong> <strong>di</strong>Gorizia.<strong>Il</strong> presidente, Rodolfo Ziberna,dopo aver ringraziato le autorità, haricordato l’importanza <strong>di</strong> salvaguardareanche le tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una comunità,come quella del Santo Patrono edel ritrovarsi insieme. Ziberna ha quin<strong>di</strong>anticipato alcune delle iniziative concui si celebrerà il Giorno del Ricordoil 10 febbraio prossimo, insieme alComune <strong>di</strong> Gorizia e la Prefettura:presso l’au<strong>di</strong>torium <strong>di</strong> via Roma avràluogo la prolusione storica svolta dallostesso Ziberna, cui seguirà la cerimonia<strong>di</strong> conferimento da parte delPrefetto degli attestati del Capo delloStato ai <strong>di</strong>scendenti delle vittime delleFoibe.<strong>Il</strong> pranzo è stato preceduto dall’esecuzione<strong>di</strong> brani <strong>di</strong> rara <strong>di</strong>fficoltà e suggestioneda parte della straor<strong>di</strong>nariagiovane arpista goriziana Ester Pavlic,docente d’arpa presso la scuola <strong>di</strong>musica “R. Lipizer”, pluripremiata inprestigiosi concorsi italiani e stranieri,e dal flautista Sebastiano Titton. All’arpasi è alternata una apprezzata interpretazione,svolta da Ada Merni e TullioSvettini, <strong>di</strong> brani scelti dal libro <strong>di</strong> AnnaMaria Mori Nata in Istria.Monfalcone, il Comune correggela citazione sul Monumentoalle vittime delle Foibe dopola dura presa <strong>di</strong> posizionedel Comitato AnvgdPace fatta tra Comune e <strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> eDalmazia <strong>di</strong> Gorizia, che aveva duramentedenunciato la decisione delComune <strong>di</strong> Monfalcone <strong>di</strong> collocareuna targa in via dell’Istria riportantealcune parole del Presidente emeritodella Repubblica Carlo Azeglio Ciampiche, estrapolate dal loro contesto, sarebberostrumentalmente usate pergiustificare gli orrori delle foibe conquanto accaduto sul confine orientalenel corso del Ventennio.«Se è stato doveroso da parte nostracriticare duramente una scelta sbagliatadel Comune – afferma il presidentedel Comitato e vicepresidentenazionale dell’Anvgd, Rodolfo Ziberna– ora è parimenti doveroso da partenostra esprimere apprezzamento,auspicando che altre giunte <strong>di</strong> sinistrache amministrano molti Comuni dellaprovincia <strong>di</strong> Gorizia possano seguirnel’esempio».Ricor<strong>di</strong>amo che, in una dura presa<strong>di</strong> posizione della rappresentanzaisontina dell’<strong>Associazione</strong>, «il monumento<strong>di</strong> via dell’Istria, con quella frase<strong>di</strong> Ciampi si sarebbe ridotto a unindecoroso manufatto dotato <strong>di</strong> unaorribile targa». Dopo l’incontro con lavicesindaco <strong>di</strong> Monfalcone, SilviaAltran, «nel corso del quale si è trovatal’intesa <strong>di</strong> erigere una testimonianzadecorosa, collocata nel centro delgiar<strong>di</strong>no e dotata <strong>di</strong> una targa sobriain cui si ricordano le vittime delle foibee gli esuli dalle terre <strong>di</strong> Fiume, Istria eDalmazia, la nostra <strong>Associazione</strong> –afferma Rodolfo Ziberna – ben volentieririconosce al Comune <strong>di</strong> aver fattoun passo in<strong>di</strong>etro e <strong>di</strong> aver accolto lerichieste delle Associazioni degli esuli».<strong>Il</strong> monumento venne inauguratotra le polemiche il 16 novembre scorso.La famigerata targa con il pensiero<strong>di</strong> Ciampi, che secondo l’Anvgd invece<strong>di</strong> rendere onore alle vittime lecolpevolizzava, era stata oscurata connastro adesivo nero. Sarà sostituita conuna riportante la scritta «<strong>Il</strong> Comune <strong>di</strong>Monfalcone ricorda le vittime dellefoibe e dell’esodo giuliano-dalmata».Grado, ricordodel Maestro MattiassiRicordare il compianto maestro<strong>Giulia</strong>no Mattiassi. È stato questo ilmotivo che ha indotto i responsabilidel gruppo gradese dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmaziapresieduto da Giovanni Borsatti, a promuovereun incontro programmato il22 novembre scorso.Mattiassi è stato da sempre l’animatoredel gruppo gradese dell’Anvgde per questo gli è stato reso omaggioanche con la presentazione del libro<strong>di</strong> Guido Rumici Esuli a Grado, e<strong>di</strong>todal Comitato gorizianoe dall’Istituto <strong>di</strong>Cultura Veneta.Sull’isola <strong>di</strong> Grado gli esuli istrianiarrivarono in piccola parte tra il 1943 eil 1944 e subito dopo la fine della secondaguerra mon<strong>di</strong>ale, fra il 1945 eil 1946. La maggioranza, come ricordalo stesso Rumici, arrivò a Gradodopo il 10 febbraio 1947 (gli arrivi proseguironofino al 1949), data della firmadel Trattato <strong>di</strong> pace che sancì il ritornodell’amministrazione italiana aGorizia e nel monfalconese dopo laparentesi del Governo militare alleato.COMITATO DI LATINAÈ in <strong>di</strong>stribuzione il <strong>numero</strong> <strong>di</strong> luglio-<strong>di</strong>cembre2009 del notiziario delComitato pontino , nel quale sono riportatebrevi cronache degli eventiai quali ha preso parte. Tra questi, lacerimonia commemorativa dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> Familiari Caduti eDispersi in Guerra, il 17 maggio; lacommemorazione del 4 Novembre,in occasione del Giorno dell’Unitànazionale e Festa delle Forze armate.In quella circostanza, si legge nel notiziario,la Messa solenne presso laCattedrale <strong>di</strong> San Marco è stata officiatanella mattina dal vescovo Petrocchi,presenti <strong>numero</strong>se autorità civili (tra cuiil prefetto, il sindaco <strong>di</strong> Latina on. VincenzoZaccheo, per la Provincia ilvicepresidente De Monaco e <strong>numero</strong>sisindaci del territorio), militari e leassociazioni combattentistiche.<strong>Il</strong> prefetto Bruno ha letto il messaggiodel presidente della RepubblicaNapolitano, ricordando il valore <strong>di</strong>tutti i Caduti e l’impegno militare dellenostre missioni internazionali pergarantire la pace. L’Anvgd era presentealla manifestazione, con <strong>di</strong>versi rappresentantidel Consiglio <strong>di</strong>rettivopontino.E ancora, si legge la cronaca dellacommemorazione, curata dal Comitatol’11 novembre scorso, della ricorrenzadei Defunti. Su iniziativa dellarappresentanza guidata da BenitoPavazza è stata celebrata una Messanella Chiesa dell’Immacolata per rendereomaggio agli Esuli mancati nellacittà <strong>di</strong> Latina e nella sua provincia.COMITATO DI LIVORNODomenica 22 novembre la comunitàdegli esuli giuliano-dalmati <strong>di</strong> Livornoed una rappresentanzadell’Anvgd <strong>di</strong> Pisa, guidata dalla PresidenteRossella Bari, hanno intesosolennizzare la Festa della Madonnadella Salute, Santa Patrona <strong>di</strong> Neresine,con una Messa nella cappella <strong>di</strong> S.Barbara, dell’Accademia Navale,officiata dal Cappellano Don AldoNigro.La folta schiera <strong>di</strong> neresinotti localiera completata da alcuni sociestimatori <strong>di</strong> Padre Flaminio Rocchi,alla cui memoria era de<strong>di</strong>cata la sacrafunzione con la recita corale delladolcissima preghiera che egli stessoscrisse nel venticinquesimo della suaOr<strong>di</strong>nazione sacerdotale.Nella Cappella S. Barbara tra lelapi<strong>di</strong> marmoree che ricordano gliUfficiali, e le loro navi, scomparsi inmare per eventi bellici troneggia unaltorilievo della Madonna invocatacon il dolce nome <strong>di</strong> Stella Maris,altorilievo che era nella chiesetta delleScuole Cremm (Corpi Reali EquipaggiMarina Militare) <strong>di</strong> Pola fino al1947, quando a seguito dell’esodo lasciòquella città per giungere anch’esso“esule” a Livorno e trovarvi giustasistemazione in Accademia.In ogni occasione, in cui guardola Stella Maris, ricordo le tante Messeda me servite, quale chierichetto, aiCappellani Militari della base <strong>di</strong> Polanell’estate 1942 durante una mia vacanzaestiva e mi prende una punta <strong>di</strong>nostalgia e commozione.La consegna dei Premi <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o“Padre Flaminio Rocchi” ha conclusola giornata.Sono stati premiati RiccardoRocchi per il completamento dellaScuola Elementare e Sofia Zuccoli peril felice esito del ciclo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> dellaScuola Me<strong>di</strong>a Superiore con una sommain denaro, pubblicazioni sul GrandePadre Flaminio, perché ne conoscanola vita ed i gran<strong>di</strong> meriti, ed unapergamena ricordo stretta in unnastrino tricolore.<strong>Il</strong> Premio “Padre Flaminio Rocchi”,giunto alla settima e<strong>di</strong>zione, è statovoluto da chi scrive per onorare la Suamemoria, immensamente grato perquanto da Lui fatto a favore degli esuli,ma soprattutto per aver ottenuto,insieme al Prof. Troili ed a Padre Tamburini,la destinazione della strutturadell’ex Collegio Navale <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si adospitare giovani giuliano-dalmati perchépotessero completare gli stu<strong>di</strong> econseguire il necessario <strong>di</strong>ploma cheaprisse loro, favorevolmente, il mondodel lavoro. Sono uno <strong>di</strong> quei 500giovani esuli allievi del Collegio“Nicolò Tommaseo” che riuniti ogginella “Libera Unione Muli delTommaseo” non mancano <strong>di</strong> attestare,in ogni possibile occasione, tutta laloro gratitu<strong>di</strong>ne a quelle personalità.Nel corso della riunione convivialeMarianna Camalich, neresinottadoc, affettuosissima decana delle Socie<strong>di</strong> questo Comitato, ha avuto nei mieiconfronti dolcissime espressioni <strong>di</strong> ringraziamentoper la mia opera: voglioassicurare lei e gli altri amici Soci chesono felice <strong>di</strong> essere loro utile e li ringrazioper la loro fattiva e continuacollaborazione.Mario CervinoCOMITATO DI PALERMO<strong>Il</strong> 4 Novembre, i rappresentanti delComitato Anvgd palermitano, il presidenteGino Zambiasi, Paolo Guagenti(vicepresidente) e Bruno Faccini hannoreso omaggio, con il vessillo associativo,al monumento ai Caduti inPiazza Vittorio Veneto. Molti citta<strong>di</strong>nipalermitani, come spesso accade, hannochiesto loro chi fossero, e con pazienzae molto orgoglio i tre <strong>di</strong>rigentihanno dato loro, in sintesi, elementiutili a comprendere la storia giulianodalmata.Dopo aver ascoltato congrande interesse qualcuno dei passantirammentava <strong>di</strong> aver appreso dai massme<strong>di</strong>a il significato del 10 Febbraio.Con grande rammarico, la delegazionedel Comitato e i tanti istriani,fiumani e dalmati presenti si sono resiconto che purtroppo la conoscenzastorica è ancora scarsa e che moltoLatina, in questa fotografia del 10 febbraio scorso l’omaggiodel sindaco Zaccheo al monumento alle vittime delle Foibe fatto erigeredal Comitato Anvgd pontino (foto www.comune.latina.it)


<strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>DIFESA ADRIATICAdai comitati7Palermo, la ban<strong>di</strong>era dell’Anvgd alla cerimonia per il 4 Novembre<strong>di</strong>nnanzi al monumento ai Cadutilavoro va ancora perseguito per <strong>di</strong>vulgarela memoria degli eventi.Mentre i rappresentanti degli Esuliintonavano l’inno Fratelli d’Italia –confida il presidente Zambiasi – «guardavonegli occhi i bimbi <strong>di</strong> una scolarescache era presente, <strong>di</strong> un’età comela mia quando lasciai Fiume. Un nodomi prese alla gola, per un attimo nonriuscii più a cantare ed una lacrimami solcò il viso. Una bimba <strong>di</strong>sse allasua compagna: “perché piange quelsignore?”. “Buh”, rispose l’altra. Al terminedella manifestazione mi avvicinaie <strong>di</strong>ssi loro: “io quando lasciai lamia Fiume avevo 9 anni come voiadesso, la penso sempre la mia terra,mi auguro che un giorno a scuola enei libri <strong>di</strong> testo vi sarà illustrata la nostrastoria. Così capirete le ragioni chemi hanno costretto a lasciare la miacittà e il perché della mia lacrima».COMITATO DI ROMADonatella Schürzelnuovo presidenteA seguito dell’assemblea dei soci,il Comitato provinciale <strong>di</strong> Roma ha rinnovatole cariche interne. <strong>Il</strong> presidenteuscente Oliviero Zoia ha lasciatoogni incarico, cedendo il suo posto aDonatella Schürzel; vicepresidentesono oggi Maria Ballarin e GiorgioMarsan. Gli altri consiglieri: AntonioBallarin, Maria Bonaparte, <strong>Giulia</strong>naBu<strong>di</strong>cin, <strong>Giulia</strong>na Devescovi, PlinioMartinuzzi, Marco Occhipinti, ElenaRossi, Marzia Vodopia.Significativo il fatto che il trio <strong>di</strong>presidenza sia composto unicamentedalla seconda generazione della nostraComunità romana. A tutti i neoelettil’augurio <strong>di</strong> un buon lavoro!* * *ì<strong>Il</strong> 13 <strong>di</strong>cembre il Comitato capitolinoha organizzato, come è ormaitra<strong>di</strong>zione, il pranzo sociale in occasionedella festività <strong>di</strong> San Tomaso, precedutodalla Messa officiata nella Chiesaparrocchiale <strong>di</strong> San Marco Evangelista,nel Quartiere <strong>Giulia</strong>no-Dalmata.Una consuetu<strong>di</strong>ne sempre gra<strong>di</strong>ta dai<strong>numero</strong>si partecipanti, che anche inquesta circostanza hanno aderito conentusiasmo.COMITATO DI VENEZIAAlessandro Cuknuovo presidenteSi è svolta a Marghera in novembre,con un’ampia partecipazione <strong>di</strong>soci, l’Assemblea del Comitato <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>dell’Anvgd per il rinnovo dellecariche sociali per il triennio 2009-2012.<strong>Il</strong> successivo <strong>di</strong>rettivo provincialeha eletto presidente onorario TullioVallery, presidente Alessandro Cuk,vicepresidente Antonio Zett, segretarioPiero Gazzari, tesoriere EneoSponza. I consiglieri sono Luigi Tomaz,Irma Sandri Ubizzo, Luciano Toncetti,Clau<strong>di</strong>o Chiappetta, Mario Cocolet,Aldo Sigovini, Luigi D’Agostini, IdaCernecca, Roma Ter<strong>di</strong>, GianmarcoValli e Giancarlo Stival.Tullio Vallerypresidente onorario<strong>Il</strong> Comitato ha organizzato il tra<strong>di</strong>zionaleincontro <strong>di</strong> Natale, un’occasioneper festeggiare il presidente onorarioTullio Vallery e per ringraziarlo <strong>di</strong>quanto ha fatto per il Comitato nell’arco<strong>di</strong> più <strong>di</strong> cinquant’anni.L’incontro è iniziato con la Messaa Mestre presso la Chiesa <strong>di</strong> S.Girolamo celebrata da don AntonioMoro che ha avuto parole significativenell’omelia per i temi giulianodalmati.Alla fine della Messa LucianoToncetti, del Direttivo del Comitato,ha letto la preghiera <strong>di</strong> SanTommaso, mentre il presidente AlessandroCuk ha ringraziato i presentidella loro partecipazione e ha donatouna medaglia celebrativa a SoniaCalzavara del Coro Polifonico <strong>di</strong> Creail cui significato è stato illustrato dalvice-presidente Antonio Zett.<strong>Il</strong> Coro Polifonico ha, infatti, accompagnatoefficacemente la liturgiae alla fine della celebrazione liturgicasi è esibito in altri canti concludendocon il celebre “Va’ pensiero” <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>.Successivamente si è svolto il pranzosociale, all’inizio del quale è intervenutoil presidente del Consiglio Comunale<strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> Renato Boraso aportare il saluto dell’AmministrazioneComunale.<strong>Il</strong> Comitato <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> ha quin<strong>di</strong>voluto ringraziare Tullio Vallery che perdecenni è stato il punto <strong>di</strong> riferimentocon la consegna <strong>di</strong> una medaglia d’oroe <strong>di</strong> una targa sulla quale è inciso: ATullio Vallery ringraziandolo per l’impegnoe la de<strong>di</strong>zione profusa alla <strong>di</strong>fesadei <strong>di</strong>ritti e alla <strong>di</strong>ffusione dellacultura giuliano-dalmata.Al pranzo è seguita una lotteriagratuita organizzata con perizia daSpinea (<strong>Venezia</strong>) V Mostra dei Presepi.Due immagini d’insieme del presepio <strong>di</strong> Giancarlo Stival nel quale sonoriprodotti l’Arena <strong>di</strong> Pola e l’Arco dei SergiIrma Sandri Ubizzo che aveva comeprimo premio un quadro <strong>di</strong> Maria RosaSimionato donato dall’<strong>Associazione</strong>Donne e Colore <strong>di</strong> Spinea che è statopresentato dalla sua presidente LilianaDarsiè.<strong>Il</strong> Presepeambientato a PolaSi è aperta a Spinea (<strong>Venezia</strong>) la Ve<strong>di</strong>zione della Mostra dei Presepi cheraccoglie più <strong>di</strong> 140 opere provenientida <strong>numero</strong>se località del Veneto, maanche dal Trentino Alto A<strong>di</strong>ge, dallaLombar<strong>di</strong>a e dalle Marche.Un presepio in particolare attrael’attenzione ed è quello <strong>di</strong> GiancarloStival (nel Direttivo Anvgd <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>),ambientato a Pola e realizzato in collaborazionecon Delia Strano e conAlessandro Cuk, presidente dell’<strong>Associazione</strong>“Amici dei Presepi Spinea”.Nell’opera è rappresentata la Fuga inEgitto della Sacra Famiglia per sfuggirealle persecuzioni, una metafora dell’esodogiuliano-dalmata del secoloscorso dalle terre Istriane e dallaDalmazia.Stival ha infatti rappresentato la città<strong>di</strong> Pola con i suoi due monumenti piùsignificativi: l’Arena e l’Arco dei Sergi,con la popolazione costretta dai partigianititini ad abbandonare la città persempre, portando con sé poche cose.Sullo sfondo i rustici istriani che lo stessoStival costruisce con grande periziae con i quali organizza anche dellemostre.Le due situazioni lontane nel tempoe nella storia parlano all’unisonodelle sofferenze e dei <strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> un forzatotrasferimento da una terra amataad un’altra ignota, <strong>di</strong> una partenza frettolosa,<strong>di</strong> anime spezzate dal dolore edalla paura, <strong>di</strong> un nuovo cammino dapercorrere per raggiungere nuovi li<strong>di</strong>dove <strong>di</strong>morare.COMITATO DI VICENZA<strong>Venezia</strong>,il neopresidentedel Comitato,Cuk (a sin.) e ilvicepresidente Zettconsegnano una targaricordo a Vallery,nominatopresidente onorarioDue momenti della inaugurazione del Monumento ai Caduti <strong>di</strong> Nassiriyaa Creazzo (Vicenza). Alla cerimonia ha partecipato una qualificatarappresentanza del Comitato Anvgd, presente con il Labaroe guidato dal presidente Coriolano FagarazziSabato 14 novembre a Creazzo(Vicenza) l’Amministrazione Comunaleha inaugurato il monumento a ricordodei Caduti <strong>di</strong> Nassiriya. Per questaoccasione erano presenti autoritàistituzionali della Provincia <strong>di</strong> Vicenzae della Regione Veneto, dell’Arma deiCarabinieri, dell’Esercito, della Marinae degli Alpini, inoltre <strong>numero</strong>seassociazioni d’Arma e <strong>di</strong> volontariatolocali. <strong>Il</strong> comitato provinciale Anvgd<strong>di</strong> Vicenza era rappresentato con ilproprio labaro, accompagnato dal presidenteCoriolano Fagarazzi edal vicepresidente Renzo Raffaelli.


8 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>“Difesa”,il gra<strong>di</strong>mento dei Lettori,le firme ospitateEd è tempo <strong>di</strong> bilanci anche per“Difesa Adriatica”, che ha chiuso il2009 con un<strong>di</strong>ci numeri proposti ailettori su 176 pagine, <strong>di</strong> cui 44 a colori.Ai 251 articoli, si sono aggiunte 101cronache provenienti dai Comitati eDelegazioni provinciali dell’<strong>Associazione</strong>,107 articoli tratti dalla Stampa,56 notizie provenienti dal nostro sitointernet, 48 articoli in lingua inglese espagnola, per un totale <strong>di</strong> 563 proposte<strong>di</strong> lettura corredate da 712 immagini.Un risultato positivo, realizzatoanche grazie all’ospitalità offerta in unanno da “Difesa Adriatica” a 92 pennedel giornalismo e del mondodell’associazionismo dell’Esodo.Eccoli, in or<strong>di</strong>ne alfabetico: GinevraAbbandonati, Vipsania Andreicich,Marisa Antollovich, Sergio Bagnoli,Viviana Ban, Sergio Bartole, BrunellaBassetti, Stefano Bizzi, MicolBrusaferro, Maria Cacciola, CarlaCace, Guido Ceronetti, RenzoCodarin, Gastone Coen, NicolaComelli, Bruno Crevato-Selvaggi, FrancaDapas, Renato De Fanti, GiovannaA. de Manzano, Decio Dechigi, AndreaDessardo, Renzo de’ Vidovich,Michele Dicuonzo, Valerio Di Donato,Giorgio Di Giuseppe, VivianaDinelli, Bruno Dudan, Antonio Fares,Carlo Figari, Silvio Forza, Daria Garbin,Ario Gervasutti, Loredana Gioseffi,Nicolò Giral<strong>di</strong>, Federico Imperato,Franco Juri, Kristian Knez, HelenaLabus, Giovanni Lugaresi, StefanoLusa, Mauro Manzin, MariellaManzutto, Marino Maracich, AnnaMaria Marcozzi Keller, AndreaMarsanich, Emanuela Masseria, ChiaraMattioni, Alessandro MezzenaLona, Vittorio Miletti, GianfrancoMiksa, Luciano Monzali, IzabelaMuzic, Nico Nal<strong>di</strong>ni, Lorena Oplanic,Niki Orciuolo, Carmen PalazzoloDebianchi, Roberto Palisca, RaffaelePanico, Antonio Paolucci, GiuseppeParlato, Simone Peri, Vincenzo Pricolo,Flavio Rabar, Elio Ricciar<strong>di</strong>, FabioRocchi, <strong>Il</strong>aria Rocchi, Marcello Rocchi,Sergio Romano, Dario Saftich, FulvioSalimbeni, Guglielmo Salotti, IrmaSandri Ubizzo, Veronica Santoro, AntonioSar<strong>di</strong>, Gianpaolo Sarti, MarinoSegnan, Cosimino Simeone, FrancoSodomaco, Leopoldo Sotte, StelioUn anno <strong>di</strong> crescitaper il sito internetdell’ANVGDArchiviato il 2009, è tempo <strong>di</strong>bilanci anche per il sito internetdell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e Dalmazia,www.anvgd.it.Qualche dettaglio significativo:nel corso dell’anno appenatrascorso sono state inserite 1.047notizie e informazioni per gli utenti(+22% rispetto al 2008) e 1.780articoli tratti dalla stampa e dai sitiweb nazionali e non (+28%).Nel 2009 sono state 77.577 le visite al nostro sito (+56%), effettuate daun <strong>numero</strong> complessivo <strong>di</strong> 33.245 visitatori (+37%). Le pagine visualizzatesono state 319.529 (+40%), per un totale <strong>di</strong> 4.525 ore <strong>di</strong> collegamento(+41%).I contatti al nostro sito nel 2009 sono arrivati da 77 Nazioni <strong>di</strong> 44lingue nei 5 continenti, tra cui ai primi 10 posti: Italia, Croazia, Slovenia,Australia, Canada, Usa, Germania, Argentina, Uruguay, Regno Unito.Nel nostro Paese le visite nel 2009 sono arrivate da 530 località, conquesta “graduatoria” dei primi 10: Roma, Milano, U<strong>di</strong>ne, Torino, Padova,Trieste, Genova, Napoli, Firenze, Treviso. Tra le primi <strong>di</strong>eci esce Bologna efa il suo ingresso Napoli.Le connessioni dalla Croazia provenivano da 12 località, quelle dellaSlovenia da 16, dall’Australia da 11, dal Canada da 28. Per gli Stati Unitile connessioni sono arrivate da 32 <strong>di</strong>versi Stati, tra cui nei primi:Pennsylvania, Washington, Virginia, California, New Jersey, Michigan, Florida,In<strong>di</strong>ana, Georgia.Le fonti <strong>di</strong> accesso istituzionali con più <strong>di</strong> 10 connessioni nel corsodell’anno, escludendo quin<strong>di</strong> i principali operatori telefonici e gli utentiprivati, sono state: Regione Friuli <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong>, Ministero della Difesa,Direzione generale dei Beni Librari, Regione Toscana, RegioneMarche, Università <strong>di</strong> Bologna, Università <strong>di</strong> Trieste, Comune <strong>di</strong> Trieste,Ra<strong>di</strong>otelevisione Slovenia, Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, Rai, Politecnico <strong>di</strong> Torino,Provincia <strong>di</strong> Ferrara, Ministero Beni Culturali, Ministero dell’Ambiente,Gruppo E<strong>di</strong>toriale L’Espresso, Ministero croato della Pubblica Amministrazione,Camera dei Deputati, Ministero della Pubblica Istruzione, Università<strong>di</strong> Padova, Università <strong>di</strong> Milano, Università <strong>di</strong> Bari, Comando generaleArma Carabinieri, Consiglio <strong>di</strong> Stato, Senato della Repubblica, Comune<strong>di</strong> Prato, Ministero dell’Economia, “Avvenire”, Comune <strong>di</strong> Padova,Ministero degli Esteri, E<strong>di</strong>t, Inps, Provincia <strong>di</strong> Bologna, Ra<strong>di</strong>otelevisioneCroazia, Ministero della Giustizia, Provincia <strong>di</strong> Trieste, Università <strong>di</strong> Genova,Regione Lombar<strong>di</strong>a, Università <strong>di</strong> Parma.In considerazione della crescente frequenza dei contatti e del ruoloormai consolidato che il sito svolge nella comunicazione sui temi dell’esodogiuliano-dalmata, se ne prevede nei prossimi mesi un restylingcompleto, tale da rendere ancora più agile la navigazione.Spadaro, Pietro Spirito, Gian AntonioStella, Piero Tallan<strong>di</strong>ni, Luigi Tomaz,Lucio Toth, Rosanna TurcinovichGiuricin, Tullio Vallery, PiersandroVanzan S.J., Lauretta Vignaga, GinoZambiasi, Rodolfo Ziberna.Gli abbonati<strong>Il</strong> <strong>2010</strong> è partito con un bacinocomplessivo <strong>di</strong> 3. 860 abbonati (429all’estero). Per l’estero le famiglie abbonaterisiedono in 28 Paesi, ovvero128 in Australia, 87 in Croazia,45 negli Stati Uniti, 38 in Argentinae Canada, 18 in Brasile, 12 rispettivamentein Germania e Slovenia, 9in Svizzera, 8 in Francia, 6 inSudafrica, 4 in Belgio Regno Unito,3 in Uruguay, 2 in Spagna Malta eVenezuela, 1 in Austria, Cile, Cipro,Costarica, Irlanda, Lussemburgo,Monaco, Nuova Zelanda, Paraguay,Svezia e Ungheria.Ecco invece la sud<strong>di</strong>visione dellefamiglie abbonate sparse in 96province italiane: 465 a Roma, 293a Genova, 263 a Milano, 260 a Trieste,224 a <strong>Venezia</strong>, 219 a Torino,106 a Padova, 89 a U<strong>di</strong>ne, 88 aCroazia, insod<strong>di</strong>sfattoil Tribunale dell’Ajaper i crimini <strong>di</strong> guerranegli anni NovantaSecondo fonti vicine al Tribunale penale internazionaleper l’ex Jugoslavia (Tpi), il procuratore capo Serge Brammertznon sarebbe sod<strong>di</strong>sfatto delle indagini condotte in Croaziaper accertare le responsabilità dei crimini commessi a dannodella città <strong>di</strong> Knin, roccaforte dei secessionisti serbi durantela guerra degli anni Novanta. Peraltro, negli ambientidell’Unione Europea si nutrono sospetti che il governocroato non abbia avuto sinora la reale volontà <strong>di</strong> adempierealle richieste del Tpi. Uno dei capi d’accusa contro ilgenerale Ante Gotovina, sotto processo per crimini <strong>di</strong> guerraall’Aja, riguarda i bombardamenti militarmenteingiustificati <strong>di</strong> Knin nell’estate del 1995.L’agenzia Reuters ricorda che la Croazia deve risolverelo stallo con il tribunale Onu per i crimini <strong>di</strong> guerra entro laprossima primavera se non vuole correre il rischio che inegoziati per il suo ingresso nell’Ue subiscano ulteriori ritar<strong>di</strong>.Se la Croazia non dovesse riuscire ad ottenere il vialibera per quanto riguarda il capitolo giustizia, però, potrebbenon riuscire a completare i negoziati nel <strong>2010</strong>. NaturalmenteZagabria ha riba<strong>di</strong>to <strong>di</strong> aver fatto tutto il possibileper venire incontro alle richieste avanzate dal Tpi. Peraltro verso, per completare l’iter burocratico del capitologiu<strong>di</strong>ziario, la Croazia deve anche <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> aver progre<strong>di</strong>tonella lotta alla corruzione, al crimine organizzato e<strong>di</strong> aver ri<strong>di</strong>mensionato i contributi statali alle aziende in<strong>di</strong>fficoltà. Capitoli non facili del dossier Europa.Presidenziali, sfidanti al ballottaggioNelle votazioni per eleggere il nuovo presidente dellaRepubblica croata i dati confermano il rinvio al ballottaggiotra il socialdemocratico Ivo Josipovic, can<strong>di</strong>dato delcentro-sinistra, contro il suo ex collega <strong>di</strong> partito, il sindaco<strong>di</strong> Zagabria Milan Ban<strong>di</strong>c. Josipovic rappresenta la sinistramoderata, la classe me<strong>di</strong>a i giovani e le zone urbane delPaese. Docente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto internazionale nell’Università’ <strong>di</strong>Zagabria, Josipovic è dato per favorito dai sondaggi ancheper il secondo turno. Ban<strong>di</strong>c invece è considerato il can<strong>di</strong>datoalternativo del centro-destra, nonostante sino a pochissimotempo ad<strong>di</strong>etro sia stato uno degli esponenti piùin vista dello stesso partitosocialdemocratico <strong>di</strong>Josipovic.d.a.L’Aja, la sededel tribunaleinternazionaleper i crimini <strong>di</strong> guerranell’ex JugoslaviaTreviso, 76 a Varese, 69 a Firenze eGorizia, 58 a Verona, 52 a Vicenza,47 a Bologna, 46 a Trento, Brescia45, Livorno 44, Novara 41, Bergamo40, Pordenone 39, Ancona 35, Latina34, Bolzano 32, Belluno 31, Alessandria30, Napoli 29, Avellino eBari 27, Savona 25, Massa Carrara22, Pisa 21, Imperia 20, Cuneo 19,Monza Brianza e Parma 18, Comoe Palermo 17, Cremona 16, LuccaPesaro-Urbino e La Spezia 15, Modenae Perugia 14, Pavia 13, Sassari12, Ferrara Frosinone Mantova eViterbo 11, Pescara e Ravenna 10,Lecco Rimini Taranto e Vercelli 9,Arezzo e Caserta 8, Lecce Pistoia eSiena 7, Forlì-Cesena Foggia MacerataReggio Emilia Rieti Salerno eTerni 6, L’Aquila Biella Lo<strong>di</strong> MessinaSondrio e Verbania 5, AscoliPiceno Brin<strong>di</strong>si Catania Prato Rovigoe Teramo 4, Campobasso ChietiCaltanissetta Grosseto e Piacenza 3,Cagliari Cosenza Oristano ReggioCalabria Ragusa e Siracusa 2,Agrigento Aosta Asti Benevento eTrapani, 1.Cantrida,presto demolitociò che restadel bagno “Riviera”Al suo posto sarà costruita una villa privataSta per scomparire del tutto ciò che rimane dopo tantidecenni dell’antico bagno “Riviera” <strong>di</strong> Cantrida (Fiume),tra<strong>di</strong>zionale ritrovo <strong>di</strong> generazioni <strong>di</strong> fiumani. Lo riporta inqueste settimane il quoti<strong>di</strong>ano in lingua italiana “La Vocedel Popolo”: « l’8 <strong>di</strong>cembre scorso – si legge nella cronaca– le ruspe e gli operai hanno iniziato a buttare giù ciò cherimaneva del Riviera, ossia la terrazza […]. Al suo posto,nell’arco <strong>di</strong> otto mesi, sorgerà una lussuosa casa privata atre piani». Fautore, un pittore dalmato, Josko Eterovic.I vicini sono tuttavia sul piede <strong>di</strong> guerra nel timore chela nuova costruzione sia svincolata da preoccupazioni <strong>di</strong>or<strong>di</strong>ne paesaggistico in un contesto ancora relativamentepreservato. I residenti hanno già manifestato una certa inquietu<strong>di</strong>neagli uffici competenti, dai quali però avrebberoottenuto conferma che l’Eterovic sia già regolarmente provvistodei nulla osta per avviare la costruzione.Un caffè a Cantrida,in questa tenera fotografia d’altri tempi<strong>Il</strong> lungomare <strong>di</strong> Cantrida in questa immagine antecedentela Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale. Sulla sinistra si<strong>di</strong>stingue lo sta<strong>di</strong>o comunale


<strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>DIFESA ADRIATICA<strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia,il profilo storicoLa <strong>di</strong>spensa pubblicata dalla FederEsuli e redatta da Guido Rumici9Come anticipato in altra pagina <strong>di</strong> questo <strong>numero</strong>, la FederEsuli ha pre<strong>di</strong>sposto una «<strong>di</strong>spensa» redatta da Guido Rumiciad uso delle scuole, che costituisce un utile e sintetico documento <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione. <strong>Il</strong> documento è integralmentescaricabile dal sito www.anvgd.it. Ne riproduciamo, a titolo esemplificativo, due pagine.L’EPOCA VENEZIANAFra il IX e il X secolo d. C. il nascenteStato veneziano inizia a far sentirela sua influenza sulle coste orientalidell’Adriatico. La potenza <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>fu prevalentemente commercialee le coste dell’Istria e della Dalmazia<strong>di</strong>vennero ben presto in<strong>di</strong>spensabiliper i suoi traffici mercantili verso ilLevante. <strong>Venezia</strong> estese gradualmenteil suo dominio alle principali localitàdell’Adriatico Orientale e dell’internodell’Istria. Molte citta<strong>di</strong>ne dapprimafurono obbligate ad un vero vincolo<strong>di</strong> vassallaggio (come Capo<strong>di</strong>strianel 932); poi, successivamente, prestaronogiuramento <strong>di</strong> fidelitas versola Serenissima (come Pola nel 1145).Nel tempo il rapporto tra <strong>Venezia</strong> e lecittà della costa istriana assunse la forma<strong>di</strong> protettorato, che si estese ancheverso le zone dell’entroterra. Nel 1267la de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Parenzo sancì l’ulteriorepenetrazione politica e militare<strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> in Istria, che si estese ancor<strong>di</strong> piu nel 1420 con la de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>Albona, Muggia e Fianona. La Serenissimagoverno l’Istria e la Dalmaziaper altri quattro secoli, fino alla cadutadella Repubblica e al trattato <strong>di</strong>Campoformido (1797). I segni dellaDignanoZaraPerio<strong>di</strong>co mensile dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e DalmaziaCentro stu<strong>di</strong> padre Flaminio RocchiDIRETTORE RESPONSABILEPatrizia C. HansenE<strong>di</strong>trice:ASSOCIAZIONE NAZIONALEVENEZIA GIULIA E DALMAZIAVia Leopoldo Serra, 3200153 Roma - 06.5816852Con il contributo della legge 72/2001Redazione e amministrazioneVia Leopoldo Serra, 3200153 RomaTel./Fax 06.5816852Grafica e impianti:CATERINI EDITORE (Roma)Servizi Integrati per l’E<strong>di</strong>toria e la ComunicazioneTel. 06.58332424 Fax 06.97255609E-mail: posta@caterinie<strong>di</strong>tore.compresenza veneziana sono ancora oggievidenti in tutto l’Arco Adriatico: i palazzipubblici e privati, le piazze e lecalli, le fortificazioni e il Leone <strong>di</strong> SanMarco e ancora visibile in molte localitàistriane e dalmate.IL PERIODOAUSTROUNGARICO(1797-1918)Teatro comunale<strong>di</strong> FiumeAbbaziaAbbonamenti:Annuo 30 euroSostenitore 50 euroSolidarietà a piacereEstero omaggioUna copia 2 euro - Arretrati 3 euroC/c postale n° 32888000Intestato a “Difesa Adriatica”Autorizzazione del Tribunale <strong>di</strong> Roman° 91/94 dell’11 marzo 1994Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento Postale <strong>di</strong> ROMAStampa:Romana E<strong>di</strong>trice Srl - S. Cesareo (RM)Finito <strong>di</strong> stampare il 18 gennaio <strong>2010</strong>Dopo la pace <strong>di</strong> Campoformido(siglata tra Napoleone e gli Asburgo),che segno la fine della secolare presenzaveneziana in Istria e inDalmazia, inizio l’epoca austriaca, cheandò dal giugno 1797 all’ottobre1918, con una piccola parentesinapoleonica tra il 1806 ed il 1813.L’arrivo degli austriaci in Istria, peraltrogià presenti nella parte più internadella penisola, porto <strong>di</strong>verse trasformazionisociali ed amministrative. <strong>Il</strong>centro <strong>di</strong> gravita della regione si spostoda <strong>Venezia</strong> a Trieste, che ne ere<strong>di</strong>totutte le funzioni. Dopo la battaglia<strong>di</strong> Austerlitz, nell’ambito della pace <strong>di</strong>Presburgo (1805), il Veneto, l’Istria ela Dalmazia passarono dal dominioasburgico a quello <strong>di</strong> Napoleone, imperatoredei Francesi. Nel marzo 1806Napoleone aggrego ufficialmentel’Istria e la Dalmazia al Regno d’Italia.Dopo alterne vicende, i francesi rimaserosulla costa orientale dell’Adriaticosino al 1813, quando gli austriaciripresero il controllo della penisolaistriana e della costa dalmata. La nuovaamministrazione asburgica portoun’efficiente burocrazia e un sensodello Stato che si innesto sul substratocivile e culturale lasciato dalla SerenissimaRepubblica <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong>. Versola meta del secolo XIX <strong>di</strong>venne tuttaviairreversibile la presa <strong>di</strong> coscienzanazionale <strong>di</strong> stratisempre più ampi delle popolazioniitaliane, slovene e croate residentiall’interno dell’impero asburgico, chenel 1867 si trasformo nella duplicemonarchia austro-ungarica. I fatti del1848-1849, la nascita del Regno d’Italia(1861), la terza guerra d’in<strong>di</strong>pendenza,la mutata politica <strong>di</strong> Viennaverso le <strong>di</strong>verse nazionalità, furonoalcuni dei fattori che contribuirono acreare tensioni tra le etnie italiane,croate e slovene, in precedenza vissutein un clima <strong>di</strong> tranquilla convivenza.Di fatto, nella seconda meta dell’Ottocento,le lotte nazionali riguardaronosoprattutto le elite politiche eculturali italiane e slave mentre, inbuona parte della popolazione istrianae dalmata, il rispetto dell’autorità costituitae dello Stato, il culto della giustizia,l’attaccamento alle tra<strong>di</strong>zionilocali e religiose attutirono il livellodello scontro che stava iniziando adelinearsi.LA PRIMA GUERRAMONDIALELa proclamazione del Regno d’Italia(1861) esercito un forte richiamoculturale ed emotivo sulle popolazioni<strong>di</strong> lingua italiana della <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> e della Dalmazia e nei decennisuccessivi si andò sempre più manifestandouna decisa volontà politicaseparatistica (l’Irredentismo) nei confrontidell’Austria. I nazionalisti italiani,da ambo i lati del confine italo-austriaco,riven<strong>di</strong>cheranno le zone abitateda secoli da popolazioni <strong>di</strong> linguaRagusa <strong>di</strong> Dalmazia: centro cittàveneta, ma queste aspirazioni contrasterannocon le analogheriven<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> matrice slava. Lepopolazioni slovene e croate furonopero considerate dalle autoritàaustroungariche piu leali <strong>di</strong> quelle italiane,probabilmente per la mancanza<strong>di</strong> un altro Stato <strong>di</strong> riferimento cuivolgere lo sguardo. Diversi provve<strong>di</strong>mentiemanati da Vienna in camposcolastico o amministrativo tra la finedell’Ottocento e l’inizio del Novecentofurono interpretati come vessatori neiconfronti dell’etnia italiana poiché siriteneva fossero stati adottati per favorireil più fidato elemento slavo. Con ilpatto <strong>di</strong> Londra (26 aprile 1915) lepotenze dell’Intesa (Francia, Inghilterrae Russia) promisero all’Italia che seLa guerra <strong>di</strong> trinceaSacrario <strong>di</strong> Re<strong>di</strong>pugliaNazario Saurofosse intervenuta militarmente al lorofianco avrebbe avuto garantita, a guerrafinita, l’annessione del Trentino, dell’AltoA<strong>di</strong>ge, <strong>di</strong> Trieste, della Contea <strong>di</strong>Gorizia e <strong>di</strong> Gra<strong>di</strong>sca, dell’intera Istriacon le isole <strong>di</strong> Cherso e Lussino, <strong>di</strong>una parte della Dalmazia (con Zara,Sebenico e le isole <strong>di</strong> Lissa, Lesina eCurzola), oltre ad alcuni altri territori eposse<strong>di</strong>menti. L’Italia entro in guerra il24 maggio 1915 e, dopo tre anni <strong>di</strong>duro e sanguinoso conflitto, riuscì acontribuire alla vittoria delle potenzedell’Intesa. Tra le centinaia <strong>di</strong> migliaia<strong>di</strong> morti caduti al fronte, non mancarono<strong>di</strong>versi <strong>di</strong> quei volontari irredentigiuliani che avevano <strong>di</strong>sertato dalle filaaustriache per raggiungere le linee italiane.Tra tanti nomi, quelli <strong>di</strong> NazarioSauro (da Capo<strong>di</strong>stria), <strong>di</strong> Fabio Filzi(da Pisino d’Istria) e <strong>di</strong> FrancescoRismondo (da Spalato), catturati dagliaustroungarici e condannati a morteper <strong>di</strong>serzione, sono stati spesso ricordaticome simboli della de<strong>di</strong>zione deigiuliani alla lotta nazionale italiana.La guerra si concluse sul fronte italianocon l’Armistizio <strong>di</strong> Villa Giustidel 3 novembre 1918.


10 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>L’Operetta a RomaUna mostra e il concertoal Quartiere <strong>Giulia</strong>no-DalmataSi è inaugurata il 16 <strong>di</strong>cembre a Roma, nelle sale della Regione Friuli <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong>, il nuovo allestimento della mostra storica dell’operetta «Tu che m’haipreso il cuor» realizzata dall’<strong>Associazione</strong> internazionale dell’Operetta, con lacollaborazione del Comune <strong>di</strong> Trieste e della Fondazione Teatro Ver<strong>di</strong>. L’amoreper l’operetta a Trieste e nella <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> risale ad almeno la metà del XIXsecolo, ed è legato a nomi noti del genere, come Franz Lehár e del dalmata deSuppé, nipote <strong>di</strong> Donizetti.In tempi più vicini a noi, fu nel 1950, che Trieste volle dotarsi <strong>di</strong> un Festivalestivo dell’Operetta <strong>di</strong> livello internazionale. Molti telespettatori ricorderannoche negli anni Settanta la Rai mandò in onda tutta una serie <strong>di</strong> rappresentazioniper le regìe <strong>di</strong> Vito Molinari e <strong>di</strong> Gino Lan<strong>di</strong>.L’<strong>Associazione</strong> dell’Operetta, sorta nel 1992, ha istituito due premi: il PremioInternazionale dell’Operetta, omaggio a quanti hanno contribuito alla <strong>di</strong>ffusionee al successo del genere, e il Premio <strong>Nazionale</strong> Sandro Massimini,conferito annualmente a un giovane attore brillante del teatro musicale leggeroitaliano. Ai premi si accompagnano due rassegne, i Pomeriggi Musicali al Rossetti,de<strong>di</strong>cati al musical, e TriesteOperetta al Ridotto, manifestazione che anticipail Festival.Dopo l’inaugurazione, il Teatro San Marco, nello storico Quartiere <strong>Giulia</strong>no-Dalmata,l’<strong>Associazione</strong> Triestini e Goriziani in Roma “Gen. Licio Giorgeri”e l’<strong>Associazione</strong> internazionale dell’Operetta hanno proposto un concerto <strong>di</strong>melo<strong>di</strong>e celebri tratte dalle operette più famose italiane e danubiane con i cantantiAndrea Binetti e Nicolò Ceriani, Gisella Sanvitale (ben nota negli ambientidegli esuli per le sue apprezzate interpretazioni) e <strong>Il</strong>aria Zanetti, accompagnatida Antonio Kozina al violino e Giovanni Maria Monti al pianoforte.Grande successo <strong>di</strong> pubblico, accorso in gran <strong>numero</strong> e generoso <strong>di</strong> meritatiapplausi.Red.Trieste fra storia e futuro:dall’Adriatico oltre l’AtlanticoLusinghiero successo <strong>di</strong> pubblicoper la presentazione del documentario<strong>di</strong> Viviana Facchinetti de<strong>di</strong>cato all’emigrazionegiuliano-dalmataoltreoceano.La proiezione si è tenuta nel salonedell’Hotel Savoia Excelsior, seguitada quasi 10 minuti <strong>di</strong> applausi. Realizzatodalla Fioccolandvideo in collaborazionecon la Fondazione CulturaleRustia Traine, con il contributodella Regione Autonoma Friuli <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong>, il video è stato presentatonel corso dell’incontro promosso dalconsigliere regionale Bruno Mariniassieme alla Fondazione Rustia Trainee al Comitato Provinciale <strong>di</strong> Triestedell’Anvgd. Erano presenti il presidentedel Consiglio comunale <strong>di</strong> Trieste,consiglieri comunali e regionali, autoritàcivili e militari, qualificati esponentidei sodalizi degli Esuli.A caratterizzare il documentario –sottolinea la nota stampa <strong>di</strong>ffusa – è ilritmo vivace e l’attenzione per i risvoltie i vissuti umani. Le riprese televisivecontemporanee si alternano conimmagini <strong>di</strong> repertorio.Tre le categorie storiche identificatedall’autrice del documentario. Inprimo luogo le persone originarie <strong>di</strong>quei luoghi, che si trovarono a rapportarsicon l’incertezza politico-econo-La ricerca della giornalista Viviana Facchinettipresentata nel capoluogo giulianomica del dopoguerra e della fine delGoverno Militare Alleatoangloamericano.Quin<strong>di</strong> gli esodati giuliano-dalmatiche, dopo la tempesta bellica, trovaronoprimo rifugio a Trieste, da dovepartirono per Paesi lontani alla ricerca<strong>di</strong> un’identità perduta, non <strong>di</strong> rado raggiungendosignificativi traguar<strong>di</strong> nellapatria <strong>di</strong> adozione.Notizie lieteInfine, le seconde e terze generazioni,inserite nel nuovo tessutosociale, ma non <strong>di</strong>mentiche delle origini.Un capitolo particolare è de<strong>di</strong>catoalle ragazze triestine che negli anniCinquanta sposarono giovani militaridel Gma e poi consociate nel TriestineGirls Club, sodalizio attivo e promotore<strong>di</strong> varie iniziative negli Stati Uniti.Viviana Facchinetti al termine della presentazione.Alla sua destra, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei, Renzo CodarinRoma, 16 <strong>di</strong>cembre 2009,Teatro San Marco.Da sin., il violinistaAntonio Kozina, il pianistaGiovanni Maria Monti,Andrea Binetti e Gisella Sanvitale,Nicolò Ceriani e <strong>Il</strong>aria ZanettiAuguri! Simone Vicki Michelle Peri e Silvio Premudasi sono sposati il 12 <strong>di</strong>cembre 2009 a Trieste, nella Chiesa<strong>di</strong> San Bartolomeo (Barcola). Simone Peri è consigliere nazionaledell’Anvgd e presidente della Famiglia MontoneseLino Relli, capo<strong>di</strong>striano, Consigliere onorario dell’<strong>Associazione</strong><strong>Nazionale</strong> <strong>Venezia</strong> <strong>Giulia</strong> e Dalmazia e per lunghi anniinsostituibile responsabile dell’Ufficio assistenza del Comitato<strong>di</strong> Trieste dell’Anvgd, festeggia il 50° anniversario <strong>di</strong> matrimoniocon Maria Kurat. Auguri da figli, nipoti e amici esuli,guardando insieme la foto dell’epoca...


<strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>È deceduto a U<strong>di</strong>ne, la sera <strong>di</strong>Natale, lo scrittore Carlo Sgorlon, voceper eccellenza del Friuli antico, duroe generoso dal quale ha tratto ispirazionee nutrimenti sin dall’esor<strong>di</strong>o eper tutta la sua lunga carriera <strong>di</strong> autore.Alla trage<strong>di</strong>a delle Foibe de<strong>di</strong>cò ilromanzo La Foiba grande (prima e<strong>di</strong>zioneMondadori 1992, ristampa nel2005) e alla strage <strong>di</strong> Porzus il volumeLa malga <strong>di</strong> Sir (1997).Ne La Foiba grande le sanguinosevicende del confine orientale ricordanola trage<strong>di</strong>a che travolse gli italianidurante e dopo la Seconda guerramon<strong>di</strong>ale. Una pagina defilata dellastoria nazionale che Sgorlon riaprìnarrando la storia <strong>di</strong> Benedetto e dellagente <strong>di</strong> Umizza. Un dramma in<strong>di</strong>viduale,familiare, collettivo, al cui fondoera l’incubo della morte nelle cavitàcarsiche, il dramma dell’esilio forzatoda una terra amatissima.Lo scrittore è stato ricordato su “<strong>Il</strong>Piccolo” del 27 <strong>di</strong>cembre da ElvioGuagnini, storico e critico della letteraturanell’Università <strong>di</strong> Trieste, con l’ar-DIFESA ADRIATICASgorlon, le Foibe nei suoi romanziticolo Ad<strong>di</strong>o a Carlo Sgorlon, cantoredel Friuli. Del suo contributo riproduciamoqualche significativo passaggio.[…] Tra i narratori friulani del secondo’900, affermatisi come altrettantepresenze <strong>di</strong> rilievo nel panoramadella letteratura italiana contemporanea[…], Sgorlon occupa una posizione<strong>di</strong> spicco. Nato a Cassacco nel1930, Sgorlon si laureò alla Normale<strong>di</strong> Pisa in letteratura tedesca, con unatesi su «Kafka narratore», che <strong>di</strong>vennepoi un saggio pubblicato nel 1961.[…]Ecco, dunque, nelle pagine <strong>di</strong>Sgorlon, affermarsi l’interesse per unaciviltà arcaico-conta<strong>di</strong>na in decadenza<strong>di</strong> fronte ad altre forme <strong>di</strong> civiltà[…]. Dunque, anche la proposizione<strong>di</strong> una poetica del racconto nella qualelo scrittore sembrava proporsi comeaedo, testimone e messaggero dellaciviltà conta<strong>di</strong>na e della sua eternità<strong>di</strong> segno. […] Epica e fantasia, riflessionisui destini degli uomini e sulleloro drammatiche insicurezze, sullanostalgia, sulla vita e sulla morte sembranoanimare anche un testo come«L’armata dei fiumi perduti» (1985)de<strong>di</strong>cato a una pagina sanguinosadella Seconda Guerra mon<strong>di</strong>ale com’èquella relativa ai Cosacchi in Friuli.[…]Elvio GuagniniELARGIZIONI E ABBONAMENTIQuesta rubrica riporta:- le elargizioni a “Difesa Adriatica”<strong>di</strong> importo superiore all’abbonamentoor<strong>di</strong>nario;- le elargizioni <strong>di</strong>rette alla Sede nazionaleAnvgd;- gli abbonamenti or<strong>di</strong>nari sottoscrittia “Difesa Adriatica”;All’interno <strong>di</strong> ogni gruppo, i nominativisono elencati in or<strong>di</strong>nealfabetico. In rispetto della normativasulla privacy non vengono citate lelocalità <strong>di</strong> residenza degli offerenti.Ringraziamo da queste pagine tutticoloro che, con il loro riconoscimento,ci inviano il segno del loro apprezzamentoe del loro sostegno. Le offertequi in<strong>di</strong>cate non comprendono leelargizioni ricevute dai singoli Comitatiprovinciali dell’Anvgd.ABBONAMENTICON ELARGIZIONIA “DIFESA ADRIATICA”(ccp 32888000)Le elargizioni si concentrano maggiormentetra fine e inizio anno, inoccasione del rinnovo dell’abbonamento.L’elenco comprende gli abbonatisostenitori o che hanno versatocomunque una quota maggiore dell’or<strong>di</strong>nario.SETTEMBRE 2009 BongiovanniMauro € 50, Borroni Antonio € 50,Brajac Merina € 50, Ciurlizza Clau<strong>di</strong>a€ 50, Concina Antonio € 50,Kauten Sandra e Giancarlo € 50 inricordo <strong>di</strong> Myriam Voncina ved.Kauten con immutato affetto, MerluzziElena € 40, Reppa Marcella € 50,Vitali Li<strong>di</strong>a € 50.OTTOBRE 2009 GamberonciGiulio € 50, Milani Ermanno € 50,Rovis Coloni Fides € 50.NOVEMBRE 2009 Baroni FrancescoAntonio € 70, Belletich Albino€ 50, Breccia Ornella € 50, BrencoBruno € 50, Cappellani Mariapia €100, Creglia Maria € 50, CuarneriRaffaele € 50, Damiani Arianna € 50,De Francesco Giorgio € 50,Defranceschi Licia € 50, DechigiDecio €40, Di Blasi Corrado € 50,Diviacchi Bruno € 50, DraghicchioEnnio,€ 50, Fabietti Ferruccio € 50,Fonda Lino € 50, Fonda Fabio € 50,Gabrio Gabriele € 50, GambalettaMario € 50, Gaiero Giuseppina € 50,Gigliofiorito Antonio € 50, GloderGian Antonio € 50, Jurman Na<strong>di</strong>a €70, Legovich Antonia € 50, LiubicichClau<strong>di</strong>o € 60, Lombar<strong>di</strong> Signori Ernes€ 35, Lotzniker Silvio € 40 in ricordo<strong>di</strong> Giorgina Novak Lotzniker moglie emadre esemplare , Malusà Maria €50, Maurovich Sergio € 50, Miani Marino€ 50, Michesi Marina € 60, MilliMaria € 50, Mitton <strong>Giulia</strong>no € 35,Mizzan Antonio € 50, Moran<strong>di</strong>Destrini Wanda € 50, Monastero SanDaniele € 100, Montagner Mayer €50, Niero Marco € 50, Ober Tullio €50, Panella Montagnoli Raffaella € 50,Pauluzzi Ego € 80, Pelligra Maria €50, Peloso Gianpaola € 35, de PetrisGiannella € 50, Pizzinat Giovanni €50, Prencis Clau<strong>di</strong>o € 40, Pizzuti Elio€ 100, Rigo Gianna € 50, TrigariComm.Dott.Aldo € 50, Saba Nerina€ 50, Sala Clau<strong>di</strong>o € 50, Saitz Franco€ 50, Schmeiser Euro € 50, ScodnikRenata € 50, Semeia Ovi<strong>di</strong>o € 50,Sette Teresa € 50, Sigovini Fabio € 50,Sirola Bessone Annamaria € 50,Smaila Roberto € 50, Talatin Edda €35, Tiblias Cottini Anna € 50,Tomassoni Eleuterio € 50, Tossi Emo€ 50, Viola Italo € 50,DICEMBRE 2009, Almani Maria€ 50, Alacevich Marco € 50, BaboniAttilio € 35, Breccia Anita Bruna €40, Bracco Irma € 50, Bommarco Gabriella€ 50, Canaletti Immacolata €50, Capialbi Maria € 50, CarobellaNerina €35, Cergna ved. Silvi Virginia€ 50, Coos Lucia € 50, Colavalle Luigi€ 50, Cursi Clau<strong>di</strong>o € 50, CurkovicAntonio € 40, Deragna Peliti Elena €50, Derencin Lorenzo € 40, DettoniLoris € 50, Fachinetti Michele € 500esprimo la mia gratitu<strong>di</strong>ne per la costanteopera svolta da codesta associazione<strong>di</strong> fini degli indennizzi il cuiultimo acconto è stato da me <strong>di</strong> recenteriscosso; Floris Clau<strong>di</strong>o € 40,Fonda Narciso € 50, Giacaz Clelia €40, Gelci Ferruccio € 50, Gelci Italo€ 50, Genzo Paolo € 40, GiacomettiMaria € 50, Labianca AntoniaGiannoccaro € 60, Miglia Luigia €50, Menesini Domenico € 50, MussapEmilio € 50, Palaziol Antonio € 50,Perich Lucia € 60, Poli Martino € 50,Rabar Flavio € 70, RatzenbergerEgone € 50, Rocconi Corrado € 50,Simcic Alviana € 50, Smaila Franco€ 50, Spangher Garisenda € 60,Stanflin Maria Cristina € 50, SorellePretteggiani € 50, Superina Pietro €50, Verdura Luciano 50, Visintin Renato€ 35, Zanfabro Livia € 50.ELARGIZIONI DIRETTEALLA SEDE NAZIONALE ANVGD(ccp 52691003)SETTEMBRE 2009 N.N. € 2.700,Brajac Nerina De Franza MargheritaMolino Mario € 250 in memoria deipropri defunti Miro Brajac – TonciZubranic – Ten. Amelio Molino,Rocconi Leonardo € 50 in memoria<strong>di</strong> Valeria Petrini.OTTOBRE 2009 Milani Ermanno€ 950 pro beneficenza, CosoliGianfranco € 40.ABBONAMENTI ORDINARIA “DIFESA ADRIATICA”(ccp 32888000)<strong>Il</strong> rinnovo degli abbonamenti siconcentra maggiormente tra fine e inizioanno, quando i lettori ricevonoinsieme al giornale il bollettino postaleprecompilato. L’elenco comprendesolo coloro che hanno versato la quotaor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> abbonamento.SETTEMBRE 2009 Bertossa Bruno,Bon<strong>di</strong> Umberto, Bracco Eugenio,Buffetti Marina, Co<strong>di</strong>glia Ornella, DeFabris Maria Luisa, De Franza Margherita,Luxardo Paolo, Nuvolari Daria,Rovina Fausto, Sinti Maria, UsillaMarisa, Vernier Laura.OTTOBRE 2009 Celli Ennio,Cressevich Liliana, CrescenzoAdriana, Maracich Giovanni,Marussich Li<strong>di</strong>a, Moscheni Maria,Sichich Aldo, Speroni Margherita, UrbaniGarbin Egeria, Talatin Marucci.NOVEMBRE 2009 Acciarri Alfredo,Addaro Giovanni, Albanese MariaAntonietta, Alfano Scarascia Edda,Angeli Fausto, Asta Flavio, Baxa FrancescaRomana, Balestri Giovanni,Bartoli Marinella, Basezzi Nevio,Battiliana Laura, Bellani Egli, BellettiLuigi, Bellotto Maria Marisa, BenigniGiorgio, Benussi Francesco, BenvenutiPironti Franca, Bernabe Raffaele Alberto,Berni Adelma, Bianco Narciso,Bianchi Valerio, Bibalo Rita Pierina,Biloslavo <strong>Giulia</strong>no, Boghich Oscar,Bonal<strong>di</strong> Alfiero, Boniciolli Antonietta,Borsatti Marzin Carolina, BradamanteAttilio, Brescak Gabriele, BretschneiderFranco, Burian Bruno, BussiThea, Cacciola Maria, Caffarelli Francesco,Camalich Milena, Casalaz Livia,Casagrande Ada, Cassani Liliana,Castelletti Petronio, Cattalini Lucio,Ceci Mariano, Cergnul Azaleo, CervaiMaria, Chersi Matteo, Chervatini MariaPia (Orlan<strong>di</strong>ni Mario), Ceppi Fabio,Chiurco Liliana, Codellia Pietro, CondottaNerino, Coss Flavio, CostaTibilotti Clelia, Crusi Maria, D’AlessioRoberto, D’Ancona Bruno, D’AnconaAnnamaria, Debrevi Tarcisio, ...Segue nel prossimo <strong>numero</strong><strong>Il</strong> 31 agosto 2009 si è spento a Padova, con Zara nel cuoreCav. Tommaso Ivanov†11Nato nel 1921, visse i primi anni felici nellaZara che fu e da cui lo strapparono la guerra – fuufficiale a Mostar – e la prigionia in Germania. Alritorno nella Sua città, fu incarcerato dai titini e poicostretto a vivere per cinque anni sotto il regimecomunista, in attesa <strong>di</strong> ottenere l’opzione. Solo nel1950, con la moglie Anna Marsan, zaratina, compagna<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> presso l’Istituto Magistrale <strong>di</strong> Zara, ela figlia Adriana <strong>di</strong> un anno, imboccò la via dell’esodo,che dopo varie traversie lo portò a vivere aPadova, dove completò la sua carriera <strong>di</strong> stimatoed amato insegnante elementare. De<strong>di</strong>cò la vitaalla memoria e allo stu<strong>di</strong>o storico della nostra comunetrage<strong>di</strong>a, segnalandosi come Consigliere del Libero Comune <strong>di</strong> Zara inEsilio, collaboratore della Società Dalmata <strong>di</strong> Storia Patria <strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> e della“Rivista Dalmatica”, in particolare <strong>di</strong> Oddone Talpo, e confratello della ScuolaDalmata dei SS. Giorgio e Trifone.Si impegnò attivamente per la salvezza delle tombe degli Italiani <strong>di</strong> Zara epubblicò l’opera <strong>Il</strong> Cimitero <strong>di</strong> Zara, con i testi <strong>di</strong> tutte le lapi<strong>di</strong> italiane, a testimonianzadella nostra identità.Con Lui si spegne una preziosa voce della nostra memoria storica, <strong>di</strong> cui eracultore, anche negli aspetti quoti<strong>di</strong>ani e aneddotici della vita zaratina.La figlia Adriana, con il genero Roberto e la nipoti Debora e Valentina,piange la per<strong>di</strong>ta del suo stupendo padre, dell’educatore, dello stu<strong>di</strong>oso e dellozaratino che affrontò il lacerante dramma dell’esilio, per donarle la libertà e lapossibilità <strong>di</strong> vivere da italiana.<strong>Il</strong> 22 novembre 2009 è deceduta la SignoraGiuseppina Rosato†madre affettuosa della Ins. Maria Antonietta Stocchi, preziosa collaboratricedel Comitato Anvgd de L’Aquila.Alla cara Maria Antonietta, al fratello Alessandro ed alla sorella, gli Esuligiuliani e dalmati residenti nel territorio aquilano inviano le più fraterne condoglianze.†<strong>Il</strong> 17 <strong>di</strong>cembre 2009 nella città <strong>di</strong> Massa si sono svolte le esequie dell’esuleIstrianoEgi<strong>di</strong>o Mittonnato a Valle d’Istria nel 1924.Svolse la Sua attività professionale per molti anni nello stabilimento Dalmine<strong>di</strong> Massa, lasciando vivo ricordo in tutti i Suoi compagni <strong>di</strong> lavoro.Lascia nel dolore della separazioni, la moglie Amalia, i figli Alida, Adalberto,Maria Antonietta, i cinque nipoti, i sette pronipoti.Ne danno notizia il Comitato Anvgd <strong>di</strong> Massa con Sergio Tabanelli, la famiglia,gli amici.†Dopo una vita de<strong>di</strong>cata ad insegnare ai bambini della scuola materna edella scuola elementare è mancata il 14 <strong>di</strong>cembre a Saluzzo (Cuneo) all’età <strong>di</strong>anni 100 e 10 mesi,Suor Leonia Perlottinata a Zara il 16 febbraio 1909.La Sua famiglia abbandonò Zaradurante i bombardamentiangloamericani ma Suo papà perrappresaglia venne catturato dai tedeschie poi deportato a Dachau,dove morì.La fotografia qui riprodotta (è sedutaal centro) ricorda la festa delsuo centenario con il Vescovo <strong>di</strong>Saluzzo Monsignor GiuseppeGuerrini, il Sindaco della città PaoloAllemano, la Madre Generale ela Superiora.Note dolorose†È mancato a Roma, il 26 <strong>di</strong>cembre 2009,Guido CicinEra nato a Zara il 23 agosto 1922. Esule e patriota fedele e indomito allacausa <strong>Giulia</strong>no-Dalmata, è deceduto improvvisamente circondato dall’affettodella consorte Marcella Marzetti e dei figli Sergio, Glauco, Alessio, Daniela eSabrina.


12 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>“Gazzetta del Mezzogiorno”22 novembre 2009L’Adriatico raccontato dai fariEppure fu nel mare Adriatico cheFernand Braudel ebbe l’illuminazionesulla organicità storica del Me<strong>di</strong>terraneo:era nel porto <strong>di</strong> Ragusa, oraDubrovnik, in Dalmazia, e lì lo storicofrancese comprese che il «marenostrum» aveva funzionato per secoli[…]. L’Adriatico era per i romani il«mare superum». Nella sua sacca <strong>di</strong>acqua e <strong>di</strong> rocce si è rifugiata la storia,il mito, la vita. Per lungo tempo è statoun liquido confine tra Oriente e Occidente[…].Ora le due sue coste contrappostecercano <strong>di</strong> ritessere le storie interrotte.E ad aiutarci in questo rammendo arrivaopportuno un volumetto <strong>di</strong> EnricaSimonetti, Luci sull’Adriatico, de<strong>di</strong>catoai «Fari tra le due sponde» ([…]Laterza, pp. 112, Euro 12). Un percorsoideale, che tende a fare la spola dauna costa a quella <strong>di</strong> fronte, quasi infilandoun filo <strong>di</strong> luci e splendori nellecrune <strong>di</strong> questi aghi in verticale. Dalfaro Finibus Terrae <strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong>Leuca a quelli dell’isola greca <strong>di</strong> Corfù,da Brin<strong>di</strong>si all’albanese Durazzo, daBari ai fanali e alle lanterne delMontenegro... […]A Spalato, il faro <strong>di</strong> Veli Rat, fu e<strong>di</strong>ficatocon pietre e con l’albume <strong>di</strong>10mila uova. Non è già un salto nellafavola questo costruire fari come se sifacessero meringhe? E una meringa ciappare – nella sua metafisica circolarità– il faro sullo scoglio <strong>di</strong> Porer al largo<strong>di</strong> Pola: una torre che ha preso il biancoredella roccia; o, al contrario, unaroccia che si è mimetizzata per impalli<strong>di</strong>recome la sua torre. Perché […]il faro può ergersi all’altezza dellametafora. Da quello <strong>di</strong> Bari GuglielmoMarconi si collegò ra<strong>di</strong>otelegraficamentecon Bar sulla sponda delMontenegro; quello <strong>di</strong> Trieste fu e<strong>di</strong>ficatocon le pietre del Carso su cui gettaronoil sangue molti italiani nellaprima guerra mon<strong>di</strong>ale, e ad essi fude<strong>di</strong>cato .“La Voce del Popolo”23 novembre 2009Neresine: due feste, una fedeGrande festa l’altro giorno aNeresine ed a Mestre-Zelarino per laricorrenza della “Madonna della Salute”patrona <strong>di</strong> Neresine. […] Tanti ifedeli giunti per l’occasione a venerarela protettrice da Punta Croce,Ossero, San Giacomo, Lussingrandee Lussinpiccolo. […] Composizionifloreali <strong>di</strong> particolare bellezza hannoadornato la statua della Vergine e glialtari del tempio, preparati con amoredalla neresinotta Pia Zorovi. Notate ailati dell’altare maggiore le due gran<strong>di</strong>nuove tende <strong>di</strong> velluto rosso che adornanogli ingressi alla sacrestia, donateper l’occasione da Iolanda Gilar<strong>di</strong>-Tomassoni. […] Notata la presenza inRASSEGNAchiesa del presidente del Consigliocomunale Anto Ne<strong>di</strong>c, della vice-sindacoAna Kucic <strong>di</strong> parecchi consigliericomunali. […] Nella stessa giornata<strong>di</strong> sabato a Mestre-Zelarino in provincia<strong>di</strong> <strong>Venezia</strong> nell’accogliente ed elegantestruttura del Centro pastorale“Car<strong>di</strong>nale Giovanni Urbani” si e’ svoltoil 19.mo incontro degli Esulineresinotti e loro <strong>di</strong>scendenti residentiin Italia. […] Oltre un centinaio gliintervenuti giunti da tutta Italia. […]L’assemblea della ComunitàNeresinotta all’unanimità’ ha elettosabato a Presidente Onorario Giuseppe-BepiRocchi, fratello <strong>di</strong> PadreFlaminio, il cui nome aleggia in tuttigli ambienti degli esuli istriani, fiumanie dalmati. […]“<strong>Il</strong> Piccolo”27 novembre 2009Progetto per Quarantotti Gambinia 10 anni dalla nascitaSiamo ormai alle porte del <strong>2010</strong>,l’anno che vedrà portare alla luce tuttauna serie <strong>di</strong> iniziative in ricordo <strong>di</strong>Pierantonio Quarantotti Gambini(Pisino d’Istria, 23 febbraio 1910-<strong>Venezia</strong>22 aprile 1965) a un secolo dallanascita. […] A capofila troviamo […]la neocostituita <strong>Associazione</strong> dellaCultura <strong>Giulia</strong>no-Veneta, che ha coinvoltopartner quali l’Università degliStu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trieste/Scienze dello spettacolo,L’Armonia, La Macchina del Testo,l’associazione “Gianrinaldo Carli”,l’associazione Iniziative europee, ilFestival “I 1000(O)cchi” oltre a stu<strong>di</strong>osi,artisti e giornalisti. […] La Trieste cheGambini tratteggia è la stessa città delsuo romanzo più affascinante L’ondadell’incrociatore ed egli l’ama comeuna ragazza, come la ragazza, cosìGli esuli da Lussino (nella foto) puntuali ogni anno al Raduno<strong>Il</strong> faro <strong>di</strong> Lanterna (Veli Rat), nei pressi <strong>di</strong> Spalatogiovane «Io quarant’anni e tu nemmenoventisei», che la vita gli ha fatto incontrareinaspettatamente. Una storiad’amore che nei suoi momenti <strong>di</strong> felicitàe <strong>di</strong> amarezza non potrebbe esserepiù straziante e insieme più triestina.[…]<strong>Il</strong> tram <strong>di</strong> Abbazia in una cartolinad’epoca. Dal 1908 al 1933fece servizio, oltre che nel centro<strong>di</strong> Fiume, sulla lineaMattuglie-Abbazia-Laurana“<strong>Il</strong> Piccolo”3 <strong>di</strong>cembre 2009La storia <strong>di</strong> Triestee Dalmazia in 50mila cartolineÈ una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> famiglia che sitramanda <strong>di</strong> padre in figlio, quella delcollezionismo in casa Stern. Una verapassione per il mondo delle cartolinee della filatelia. […] Custode <strong>di</strong> questoenorme patrimonio è Sergio Stern[…]. «La mia è una vocazione <strong>di</strong> famiglia[…] cominciata negli anni Venticon mio nonno che, nato a Frauheime(vicino a Marbourg), giunge a Triestedurante la Grande guerra comesottufficiale, per comandare lacontraerea <strong>di</strong> Montebello. […] Ed èproprio lui gettare le basi <strong>di</strong> questacollezione, cominciando a raccoglierecartoline e fotografie <strong>di</strong> fine Ottocento».Attualmente la collezione <strong>di</strong>Sergio Stern conta fra i 50 e i 60 milapezzi, per lo più unici e introvabili […].«I generi che preferisco - continua ilcollezionista - riguardano la Triesteasburgica e monarchica, le cartolinepatriottiche della guerra 1915-18, vistasia da parte italiana che austriaca[…]. Inoltre ho una bellissima collezione<strong>di</strong> vedute d’epoca <strong>di</strong> tutte le localitàdella Dalmazia, partendo daMuggia per arrivare poi fino a Perasto».[…]Andrea Di Matteo“<strong>Il</strong> Piccolo”5 <strong>di</strong>cembre 2009Trieste: i giornalidel dopoguerraNel 1945 in una Trieste strematadagli eventi bellici e al centro <strong>di</strong> unadrammatica e convulsa situazionepolitica, la carta stampata trovò particolarefervore. A parlare dei giornalitriestini dal maggio 1945 al 10 febbraio1947, quando a Parigi venne firmatoil trattato <strong>di</strong> pace, sarà Guido Botterinell’incontro promosso oggi […] dallaSocietà <strong>di</strong> Minerva.Un giovane Quarantotti Gambini a TriesteBen quarantadue testate uscironoa Trieste in quell’arco <strong>di</strong> tempo: riviste,fascicoletti, perio<strong>di</strong>ci, giornali <strong>di</strong>passatempo e quoti<strong>di</strong>ani, tra cui quellodel Servizio informazioni del Gma,il Giornale Alleato appunto, che uscìdal 19 giugno 1945 al 2 marzo ‘47allorché cedette il posto al “Giornale<strong>di</strong> Trieste”, che uscì il 6 marzo e che«tutti intesero essere il nome de ”<strong>Il</strong> Piccolo”durante la dominazione alleata».Organo del partito comunista <strong>di</strong>Trieste, invece, era “<strong>Il</strong> Lavoratore” il cuiprimo <strong>numero</strong> risale al 25 maggio1945. Dello stesso anno, ma uscì il 13maggio, il quoti<strong>di</strong>ano “PrimorskiDevnik”, attivo ancor oggi, mentre il23 luglio sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> VittorioFurlani uscì, promosso dal Comitato<strong>di</strong> liberazione nazionale, “La voce libera”,che aveva tra i suoi e<strong>di</strong>torialistiSilvio Benco. Ancora, tra i quoti<strong>di</strong>ani,“<strong>Il</strong> nostro Avvenire”, organo dei combattimenti<strong>di</strong> nazionalità italiana nell’esercito<strong>di</strong> Tito. E il “Corriere <strong>di</strong> Trieste”,che nasce nel giugno 1945 comequoti<strong>di</strong>ano democratico in<strong>di</strong>pendente,in realtà filo-jugoslavo. […]Grazia PalmisanoEsce in questo mese il librodel giornalista Jan Bernassull’Istria e la Dalmazianel secondo dopoguerra. Nella foto,uno scorcio del Quarnero“La Voce del Popolo”5 <strong>di</strong>cembre 2009Un libro su un popolocostretto a <strong>di</strong>vidersiJan Bernas, giovane giornalista italiano<strong>di</strong> origini polacche, oggi corrispondenteda Varsavia dell’agenzia“Apcom”, da tempo attento stu<strong>di</strong>osodelle vicende dell’esodo giulianodalmata, pubblicherà in gennaio il suonuovo libro intitolato Ci chiamavanofascisti. Eravamo italiani. <strong>Il</strong> volumeuscirà per le E<strong>di</strong>zioni Mursia, con unaprefazione <strong>di</strong> Walter Veltroni, già sindaco<strong>di</strong> Roma e profondo conoscitoredella realtà degli esuli giulianodalmati.Vi proponiamo oggi unostralcio della sinossi del libro.«Nel visitare le bellissime città checostellano l’Istria, il Quarnero e laDalmazia, nel camminare per queivicoli, nell’ammirare quei campanili,quelle piazze, quel mare non si puòalmeno per un istante non fermarsi apensare a come dovevano apparireprima della guerra. Quali parole o profumiavremmo sentito? Quali i volti cheavremmo incontrato? Non lo sapremomai. Possiamo solo immaginare. Oggi,nelle case degli esuli, nelle loro cittàvive altra gente. Pola è <strong>di</strong>ventata Pula,Capo<strong>di</strong>stria Koper, Rovigno Rovinj,Buie Buje, Parenzo Porec, DignanoVodnjan, Fiume Rijeka e Zara Zadar.L’essenza <strong>di</strong> quei posti è cambiata.Non solo i nomi. Sono passati pocopiù <strong>di</strong> 60 anni, eppure sembrano trascorsisecoli. […]Ma in Istria, come recita una notacanzone, non sono solo le pietre aparlare italiano. In ogni città, in ognipiccolo borgo vivono persone che, perscelta o perché costrette dalle circostanze,decisero <strong>di</strong> restare a casa propria:i «rimasti». Un termine sgradevoleper chiamare gli italiani d’Istria,<strong>di</strong> Fiume o della Dalmazia. Quasi unmarchio, che negli anni ha scavato unaprofonda frattura con gli esuli, susci-


<strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>DIFESA ADRIATICA13tando risentimenti e <strong>di</strong>ffidenze reciproche.[…]Questo libro nasce dunque da unviaggio, spirituale e <strong>di</strong> coscienza ancorprima che <strong>di</strong> ricostruzione degli eventi.[…] Questo libro vuole andare benoltre le foibe, <strong>di</strong>ventate nell’immaginariocollettivo simbolo <strong>di</strong> una vicendaassai più complessa. Nell’ascoltarele tante storie riportate, emerge peròun denominatore comune: esuli o rimasti,vicini al regime <strong>di</strong> Mussolini opartigiani comunisti, nella Jugoslavia<strong>di</strong> Tito bastava essere italiani per venire<strong>di</strong>scriminati e perseguitati. […]“Slobodna Dalmacija”6 <strong>di</strong>cembre 2009Zara <strong>di</strong>menticata. La “Sfinge”col suo tesorosta morendo <strong>di</strong> vergognaL’azione <strong>di</strong> pulitura della “Sfinge”dai graffiti, ad opera degli scolari delGinnasio Privato e della Scuola Me<strong>di</strong>a“Nova”, ha fatto tornare in mentead alcuni Zaratini la monumentale statua;ad altri è servita a rammentare chene sono titolari, nella città in cui vivono:Nel complesso, ha stupito per lagenerale incuria in cui è tenuta, assiemeall’ambiente circostante, suscitandomestizia in chi della “Sfinge” e delparco attiguo si ricorda perfettamente.Configurava una fantasia <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>naggio,d’alberi e <strong>di</strong> piante, <strong>di</strong> labirintivegetali, d’artificiali grotte… La “Sfinge”recava nel petto il rilievo dell’aquila;teneva le zampe, in mezzo allequali faceva mostra <strong>di</strong> sé un pugnale<strong>di</strong> cemento, raccolte in una conchiglia[…]. Le conchiglie, come il pugnale,sono rotti, il rilievo danneggiatoal punto da renderlo irriconoscibile,del parco non c’è più traccia da unpezzo […]. La “Sfinge” […] era avvoltada leggende – che avesse il voltodella consorte <strong>di</strong> Giovanni Smirich, ilquale la fece erigere; che nel corpocusto<strong>di</strong>sse un tesoro o che in esso fosseallestito un tinello. Per via del suppostotesoro, furono eseguiti, un paio<strong>di</strong> volte, degli scavi intorno ad essa,danneggiandola. […]Nella villa non risiedono ere<strong>di</strong> <strong>di</strong>Giovanni Smirich, pittore accademico,storico dell’arte e restauratore, <strong>di</strong>scendente<strong>di</strong> antica famiglia zaratina,per quanto a Zara viva un suo nipote,il neuropsichiatria Dr. Sergio Padelin,affermato specialista per la cura della<strong>di</strong>pendenza dalla droga. L’intero complessoè stato nazionalizzato e, <strong>di</strong> fatto,non ha proprietari. […] GiovanniSmirich è uno dei fondatori del MuseoArcheologico zaratino; lavorò sulrestauro della chiesa <strong>di</strong> S. Donato;partecipò al restauro <strong>di</strong> S. Grisogonoe <strong>di</strong> S. Anastasia; suggerì la soluzioneideale per il Parco Regina Elena. Eranoto come pittore, ma le sue opereandarono <strong>di</strong>strutte dai bombardamentidel Secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale.Davorka MezicGiornalblog14 <strong>di</strong>cembre 2009L’archivio fiumano del VittorialeLe carte degli archivi dannunzianiconservati al Vittoriale fanno parte dellastoria letteraria, politica e <strong>di</strong> costumedell’Italia del ’900. Una quantità smisurata<strong>di</strong> documenti che d’Annunziovolle custo<strong>di</strong>ti nelle colonne degli Archivi,costruite appositamente nelcomplesso del Vittoriale. Tra gli archividannunziani, il fiumano è forse ilmeno conosciuto: solo illustri storicifino a ora vi si sono soffermati.L’«Archivio generale fiumano»comprende <strong>numero</strong>si fon<strong>di</strong> costituitisi,per lo più a Fiume, dalla fine del’18 fino alla metà degli anni ’70. Centinaia<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> carte (in oltre 400cassette) che riuniscono le testimonianzedei governi succedutisi a FiumeRASSEGNAZara, la Sfinge <strong>di</strong> cui parla l’articolo apparso su “Slobodna Dalmacija”dalla fine della Grande Guerra al ‘24,dell’evento dell’Impresa dannunzianadel 12 settembre ‘19 con la breve stagionedella Reggenza italiana delCarnaro […] In un corpus <strong>di</strong> circa5.000 fascicoli vi è anche la corrispondenzafiumana pervenuta al poeta:lettere, messaggi, cartoline, memorie,fotografie <strong>di</strong> chi con<strong>di</strong>vise con lui l’Impresae <strong>di</strong> tanti altri che aderirono dalontano alla causa <strong>di</strong> Fiume. Dunque,[…] una fonte che attende <strong>di</strong> essereesplorata e riscoperta. Per l’Archiviofiumano, il Vittoriale sta portando acompimento la creazione <strong>di</strong> una basedati, consultabile in loco e sul web,nell’ambito del Progetto Archivi delNovecento (www.archividelnovecento.it).Oggi la base dati dell’Archiviofiumano conta almeno 20mila record,equivalenti ad altrettanti fascicolie documenti rior<strong>di</strong>nati e schedati.L’idea del Progetto è una rete <strong>di</strong> archi-vi on line e il <strong>di</strong>alogo tra archivi <strong>di</strong>versi.Giuseppina CalderaAnsa21 <strong>di</strong>cembre 2009Mantica in Montenegro:sì a ingresso Balcani in Ue«L’ingresso nell’Ue <strong>di</strong> tutti i Paesidei Balcani occidentali è la stella polaredella nostra politica in questaarea». Lo ha detto il sottosegretario agliEsteri Alfredo Mantica parlando con igiornalisti al termine del colloquio conil suo omologo del MontenegroMilorad Scepanovic.«L’Italia ha dato un grande contributoai progressi compiuti dalMontenegro quest’anno come l’avvicinamentoalla Nato e all’Ue», ha detto[…]. E una maggiore collaborazionetra Italia e Montenegro proprio nell’ambitodell’Iniziativa Centro-EuropeaVittoriale degli Italiani, l’Officina con i calchi del fregio del Partenonee <strong>di</strong> quella Adriatico-Ionica è stato l’auspicioespresso anche da Scepanovic.[…]“<strong>Il</strong> Piccolo”23 <strong>di</strong>cembre 2009Scudo fiscaleper gli immobili ricompratiin Croazia?Estendere i benefici dello scudo fiscaleagli esuli o ai loro ere<strong>di</strong>, proprietari<strong>di</strong> immobili o terreni situati nelleterre d’Istria, Fiume e Dalmazia, oggisotto la sovranità della Croazia. È questala richiesta formulata con forza ierida Renzo Codarin, presidente dellaFederazione degli Esuli, da LorenzoRovis, esponente dell’<strong>Associazione</strong>delle Comunità Istriane, e da Renzode’ Vidovich, per i Dalmati Italiani nelMondo.<strong>Il</strong> ragionamento è semplice. LaCroazia non rientra nel novero deiPaesi dai quali la legge sullo scudo fiscalepermette <strong>di</strong> effettuare laregolarizzazione per il rientro <strong>di</strong> capitali,beni immobili e attività illegalmenteesportate prima del 31 <strong>di</strong>cembre del2008. «In moltissimi casi – ha peròspiegato de’ Vidovich – che possiamostimare in qualche migliaio, esuli oere<strong>di</strong> <strong>di</strong> esuli hanno potuto riacquistarecase e terreni abbandonati e un tempo<strong>di</strong> proprietà della loro famiglia con<strong>di</strong>versi strumenti giuri<strong>di</strong>ci e finanziari.Oggi – ha aggiunto – a loro carico sorgerebbelo stesso obbligo che gravasu coloro che hanno illecitamenteesportato i loro beni. Ma la loro situazioneè <strong>di</strong>versa, perché gli esuli o i loroere<strong>di</strong> non hanno esportato alcunché.Per questo motivo – ha concluso - chie<strong>di</strong>amoche sia estesa anche a loro l’agevolazionedella legge sullo scudo fiscale».[…]Ugo SalviniQuesti e molti altri articoli dallastampa italiana ed estera in versioneintegrale sul sito www.anvgd.itUno «scudo fiscale» anche per gli immobili acquistati nell’Istriaoggi slovena e croata? Nella foto, case a GrisignanaMontenegro, l’isola <strong>di</strong> Santo Stefano. Nei documenti viene menzionataper la prima volta nel 1442 come carcere militare. L’Italia, per voce delSottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, sostiene il piccolo Paeseadriatico nel suo percorso verso l’integrazione europeaTi sei iscritto all’ANVGD?Cosa aspetti? Noi Ti aspettiamoRivolgiti ai nostri Comitati Provincialio contatta la nostra Sede nazionale(tel. 06 5816852)L’abbonamento a Difesa Adriaticanon equivale alla quota associativa


14 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>Julians and Dalmatians:The Expulsion of InnocentsHistorian Giannantonio Pala<strong>di</strong>ni’s articles encompassed in one volumeFor more than 30 years he wasprofessor of Modern and ContemporaryHistory at Venice’s Ca’ FoscariUniversity. Pala<strong>di</strong>ni, who passed awayin 2004, was a great personality of theItalian academic world in the crucialphase of the 1960s and 1970s. Areformist, he was also sensitive to theextra-academic <strong>di</strong>vulgation of History,and was active as a publicist innewspapers and magazines. Asignificant series of his articles,published in Venice’s “<strong>Il</strong> Gazzettino”in the 1980s and 1990s, can now befound in a single volume: these articlesare all de<strong>di</strong>cated to matters pertainingto the Julian question. As a historian,he was very interested in favoringresearch and conservation of historicalmemory of the Italian identity of theEastern Adriatic regions.From the volume “Istria andDalmatia” (e<strong>di</strong>ted by A. Vuk and T.Vallery, in care of the ANVGDProvincial Committee of Venice(Alcione e<strong>di</strong>tors, Venice 2009, 190 pgs,cost 12 euros) we have chosen anarticle from the September 20 th , 1991,e<strong>di</strong>tion “<strong>Il</strong> Gazzettino”. That was a yearthat marked the definitive collapse ofYugoslavia after a decade of war andbloodshed. In this brief comment,Pala<strong>di</strong>ni places the Julian exilealongside other movements of massesof the last century: drawing this parallelis a matter of opinion, but it doesThe matter of the Yugoslav regime’sexpropriation of property legallybelonging to Italians in the yearsimme<strong>di</strong>ately following the SecondWorld War was in the spotlightrecently: last week, in fact, the VeniceTribunal (the Venice branch of theItalian courts) decided on an importantsentence which recognized an heir’sright to a congruous retribution forpersonal property lost in confiscationand repaid in minimal amounts by theItalian Economic Ministry over the lastdecades.However, warns Renzo Codarin,the president of the Federation of Exile’sAssociations, “the great majority ofexiles cannot sustain costly causes,only to have them go up in smoke,given the recompense decided by theTribunals. For these exiles, the onlysolution would be a political one. Wemustn’t forget, also, that this recentexample was an exception, and notthe rule.” Lorenzo Rovis, president ofthe Association of IstrianMunicipalities, added that“unfortunately, I believe that the VeniceTribunal’s case represents only a victoryfor large property holders. Italian Law137 is on their side, as it gives themhigher coefficients for the re-evaluationof their properties. Smaller propertyholders, on the other hand, must becontented with much smaller<strong>di</strong>fferences.”In any case, a right has beenrecognized, and the Trieste daily “<strong>Il</strong>Piccolo” published an article on thesubject on December 24 th , 2009,entitled “Confiscations, Opters, andEqual Retribution” and written byMauro Manzin.Abandoned property: a neveren<strong>di</strong>ng story, whether in human,represent the enormity of the injusticesperpetrated on entire populaces by theclash of totalitarian regimes.p. c. h.After having, for decades,hypocritically ignored that terrible pageof history, Italy today recognizes thatthe Exile from Istria and Dalmatia inthe 1940s and 1950s are part of itsnational and state history.The over three hundred thousandItalians who fled what was then <strong>Venezia</strong><strong>Giulia</strong> were forced by Yugoslaviato abandon their properties and theirdead. That led to the shifting of bordersand populations – in an area that hadbeen Venetian for centuries and, in thelast terrible thirty years, finally Italian –against a backdrop of violence,systematic expulsions concerningother peoples, from persecuted Jewsto persecuting Germans.We must be clear on this point,even at the cost of revisiting the currentliterature on the Second World War.The cost is the recognition thatdemocratic and antifascisthistoriography consciously omitted, fora long time, the weight of the injusticescommitted against the Italian andGerman populations, the defeated inthe conflict. These peoples never hadany form of moral justification, andthus, sooner or later, the matter of theircompensation will have to come up.The Julian and Dalmatian Exoduscan be seen in this context of“population exchanges” whichcharacterize our century, but whichalso, in earlier centuries (ed. TheNineteenth Century) were even morecommonplace. The <strong>di</strong>stinguishingfactor of these more recent exodusesis the knowledgeable force that movesthem. The idea of an ethnic and racialrecomposing of a given territorybrought these mass exoduses to becarried out; the same force whichbrought the Turks, during an<strong>di</strong>mme<strong>di</strong>ately after the First World Warand at the gates of Europe, to commitgenocide against the Armenians andto expel en masse the Greeks from AsiaMinor. Twenty-five years later, in theheart of Europe, the process ofaffirmation of that idea reached itsclimax in the mass expulsion ofGermans from a quarter of the territorywhich in 1937 had been the ThirdReich. And when the Red Armyentered Eastern Prussia in 1944-1945,a page of History little known in Italy,the invasion had cataclysmiccharacteristics, perhaps withoutprecedent in the History of Europe. (…)The Exodus of Istrians andDalmatians, then, is a minor chapter,if only for extent, of the same story. Astory that also encompasses the Nazi’sFinal Solution against the Jews but thatwas not only a “problem” of the Nazis.Confiscations, Opters, and Equal RetributionCommentary on the Venice Tribunal’s sentence, recognizing the right to equalretribution for personal property expropriated from Italians by the Yugoslav regimepolitical, <strong>di</strong>plomatic, or juri<strong>di</strong>cal terms.The latest proof? The sentencepronounced by the Venice Tribunal, infavor of Paola Mattiazzi, a sole heir.The case was based on Law 137 of2001, the so-called “equal retribiutionlaw”, unofficially sponsored by the exsenatorFulvio Camerini. There aresome <strong>di</strong>stinguishing factors to be<strong>di</strong>scussed, however. The people inquestion left Sebenico between 1941and 1943, and so they cannot reallybe considered “exiles” in the usualsense. The fact remains that theirproperties were “confiscated by thevictors”, to quote the case records,referring to Tito’s troops. Ms. Mattiazzi’sfamily <strong>di</strong>d not “opt”, as <strong>di</strong>d the exileswho left after 1945, and for Sloveniaand Croatia this puts them in a <strong>di</strong>fferentcategory.In any case, this case is not to beconsidered secondary, as it representsa juri<strong>di</strong>cal precedent of greatimportance, as it is connected to theItalian law of “just and equalretribution”. For exiles who can trulybe defined as such, the story is a<strong>di</strong>fferent one. For them, regar<strong>di</strong>ngSlovenia, there exists the “Solano Pact”of 1997: whoever had lived for 5 yearsin ex-Yugoslav territory had the rightto have the first option (a pre-emptionof 5 years) as Italian citizens wantingto purchase property in Slovenia. Forour exiles this is tantamount tori<strong>di</strong>culous: none of them has everimagined wanting to go and purchasewhat is rightfully theirs in the first place.Every foreign minister since then,beginning with Renato Ruggiero who,in 2001 affirmed solemnly in Lubianathat “Pacta sunt servanda”, or rather,that both the Osimo Treaty of 1975(which made official the cession ofZone B, part of the Free Territory of Trieste,to Yugoslavia) and the RomeAccords of 1981, shouldn’t bereopened.The Croatian side is yet <strong>di</strong>fferent.A mixed commission of Italians andCroats has been working for years,without tangible results yet to be seen,on the identification of eventual casesthat could be considered outside of theOsimo Treaty, and thus be subject toretribution. Up to now we have seenonly rhetoric and <strong>di</strong>plomaticdeclarations. The sentence in Venice,though, is concrete, and could be thebeginning of working in a more amplespectrum.Mauro Manzin“<strong>Il</strong> Piccolo”,December 24th, 2009Gallignana (Istria) the ancientPalazzo Salomon, todayabandoned. It was built in the 15thCentury in Venetian Gothic stylePola, February-March 1947, exodus of the Italians from this Istrian city,which was assigned to Tito’s Yugoslavia. People with their belongings ona truck as they await boar<strong>di</strong>ng for ItalyA story which, in the end,encompassed the plans of the U. S.and Great Britain (can one not bereminded of their naïve trust in theSoviet Union?) to “prussianize”Germany, to sterilize the German stateborn in 1871, and thus paving theway for Communism to take overcentral Europe.Stalin and Tito halped carry out thisplan, albeit on <strong>di</strong>fferent scales, and theyused whatever history would givethem: racial hatred, class aversion,ethnic conflict. So it was that after theWar, Italy found itself taking in theIstrians and Dalmatians without reallyFuturism in <strong>Venezia</strong>-<strong>Giulia</strong>:Martinetti & Co.An exhibit on the avant-garde from itsbeginnings to the Thirties.Gorizia. An important exhibitopened the 28 th of November (andwill close the 28 th of February, <strong>2010</strong>)in two places: the exhibition hall ofthe “Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmioof Gorizia, and the halls of the GoriziaCastle.In the hall of the Fondazione, thefirst sector of the exhibit will be<strong>di</strong>splayed, the one de<strong>di</strong>cated to FilippoTommaso Marinetti, thecharismatic founder and historicalhead of Futurism, and his relationshipwith the Julian avant-garde, which isrichly documented: autographedmanuscripts, post cards, drafts withcorrections by the authors, magazines,books in Italian, French, German,Russian, English, Czech, Japanese andSpanish (from various Spanishspeakingcountries), photographs,posters, and paintings by great artistswho made portraits of Marinetti.A painting by Tullio Crali,a Dalmatian futurist painterThe organizers of the exhibit were able to use, for the first time, thearchives of Bruno G. Sanzin, Marinetti’s chief reference point in Trieste. TheFiume adventure of D’Annunzio is also well-documented, as well as variousexperiences which took place there. The exhibit documents an importantaspect of the futurist movement, and thatis, the great battle of intervention sustainedby the futurists, as well as Marinetti’srelationship with the world of Julian culture,interrupted by the Great War andrenewed in 1919, when the intellectualSofronio Pocarini declared his adhesion tofuturism and the Futurist Party and publishedthe “Manifesto of the foun<strong>di</strong>ng of the FuturistMovement for <strong>Venezia</strong>-<strong>Giulia</strong>” in the “LaVoce dell’Isonzo” newspaper.Within the exhibition homage ispaid to the most important Julian artist offuturism, the Dalmatian Tullio Crali, fatherof “Aeropittura” (“Airpainting”), conceive<strong>di</strong>n the awe of machines, velocity and flight.Also by Crali, Figura conabito scomponibile (Figure infragmented dress), 1932.understan<strong>di</strong>ng the sense of all thisimmigration: it came, too, from EasternAfrica (by 1943 there were 10,000refugees) and, above all, thousands ofJews who came to the peninsulaconsidering it the “gate of Zion” in thehopes of reaching Eretz Israel, theancient land of the Jewish nation. Morethan 20,000 Jews transited throughItalian cities between 1945 and 1948with this goal in mind. These were allchapters of that terrible history of forcedethnic-racial re-composition that tookplace in this part of the world, fifty yearsago.Giannantonio Pala<strong>di</strong>niHe was the most representative figure ofFuturism in <strong>Venezia</strong>-<strong>Giulia</strong>.(traduzioni <strong>di</strong> Lorie Simicich Ballarin)


16 DIFESA ADRIATICA <strong>Gennaio</strong> <strong>2010</strong>

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