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Guide dell'Accademia Urbense - archiviostorico.net

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www.accademiaurbense.it<strong>Guide</strong> <strong>dell'Accademia</strong> <strong>Urbense</strong> ~


www.accademiaurbense.itMemorie <strong>dell'Accademia</strong> <strong>Urbense</strong> (nuova serie) n° 39Collana diretta da Alessandro LaguzziImpaginazione di Simona Vaga e Alessandro LaguzziSegreteria: Giacomo GastaldooL'autore ringrazia il Comitato prQrrwtore "San Silvestro 400 anni": SergioPestarino, Clara Wilcke Bocca, Alessandro Pennini; per le fotografieErdmann Wilcke, Alessandro Wilcke, Riccardo Calcagno, AlessandroPennini, Osvaldo Regini per la disponibilità e la cordialità con cui l'hannoaccolto e per le foto e i contributiforniti.Altre foto sono di Gian Piero Gastaldo, di Angelo Anselmi o sono tratte dapubblicazioni delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A tutti loro un grazie riconoscente.Alessandro Laguzzi e gli amministratori del Comune di Mornese dedicanoquesta pubblicazione alla memoria di Emilio Podestà, che con le sue appassionatericerche, ha ricostruito con minuzia di particolari le vicende storichedella comunita mornesina.


www.accademiaurbense.it<strong>Guide</strong> <strong>dell'Accademia</strong> <strong>Urbense</strong>ALESSANDRO LAGUZZIGUIDA DIMORNESEAssociazione OltregiogoAccademia Urbcnse - Ovada?J~~\\~


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www.accademiaurbense.itMORNESELungo la strada che conduce daOvada a Gavi, poco oltre CasaleggioBoiro, si trova il comune diMornese. Il suo territorio, attraversato.dall'Albedosa, dal Gorzente edal Roverno, affluenti dell'Orba, èformato dalle aspre colline cheportano gradatamente verso l'Appenninoe comprende, nella suaparte meridionale, i laghetti dellaLavagnina.Il paese, con la frazione Mazzarellie il nucleo Benefizi, è untipico centro di alta collina. Gliabitanti sono in parte dediti ad attivitàagricole nel settore vitivinicolo(Dolcetto d'Ovada, Barberae Cortese del Monferrato) e allasilvicoltura. È presente fra le attivitàmanifatturiere: la produzionedi mobili e l'artigianato specializzatoin infissi, falegnameria e ferramenta.Si aggiunga che la bellezzadei luoghi e la genuinitàdella cucina attirano, durante levacanze estive, un buon numero divilleggianti, che sembrano averaccolto le parole di Emilio Podestà,lo storico del Borgo:Vieni a scoprire Mornese!Ce ne andremo ai Pianonisul Bricco Grosso o giù nel Rovernoa respirare l'odore del boscoed il vento che giunge dal Tobbio.{oo.}Passerà in un soffio l'estatelasciando le erbe bruciatee più bianche le zolle di tufo.Se arrivi quando ormaila vendemmia è vicina,e già la pianura s'acquetaal tramonto nell'ombra turchina,e si tace ai Mazzarelliil colore del folto,solo tuo sarà, ti prometto,l'incendio di porpora ed'oro,tuo l'orizzonte con l'Alpee il Monvisoed ancora la vigna in Airoleillanguente di ocra e di lacca!Vieni a Mornese!Sogneremo insieme il mattinoche filtra tra i tronchiper vagabondi sentieri del montee spazia il crinale del colle;gironzoleremo più tardi,se vuoi, per le vie del paese. vivaci soltanto alla festa del Palioo quando si portano i Cristi.E a sera risaliremoin cerca del Castellazzo perdutodietro la Chiesa oppure in Borgaltoa tentare sull 'arenaria corrosalo stemma dei Doria.Vieni: ti aspetto,e già ti vedo felicesotto l'arco che s'apre al castelloascoltare .i segreti del tempo.Mornese è noto, anche internazionalmente,per essere il paesenatale di Maria Domenica MazzareUo,la Santa cofondatrice conDon Bosco, nel 1872, dell 'Ordinesalesiano delle Figlie di MariaAusiliatrice.A lato, un 'ala del castello.


4 MOIO\ESEehe collegassero le coste alla pianura,sottraendo il sale e le altrepreziose merci, oggetto del lorocommercio. agli onerosi pedaggi acui le sottoponevano i feudatariche presidiavano i passi degli antichiitinerari. Si venne cosi spontaneamentea costituire un nuovopercorso passante per Montaldeo:c proprio lungo questa strada SIsviluppò l'abitato di Momese.Conclusa, nei primissimi annidel XIII secolo, la lunga guerra fraAlessandria e i marchesi di Monferrato,il Comune stipulava unpatto con la comunità e i signori diMontaldeo (a somiglianza di ciòche già era avvenuto nel caso diLerma), nel quale essi giuravanofedeltà ad Alessandria e s'impenavanoa fare insieme pacem etauerrall/. Proprio in questa occa­~ione. fra i luoghi i cui abitanti iMontaldesi si impegnano a far giurarefedeltà agli Alessandrini, comwww.accademiaurbense.itfII basso, pallorama di Mornese\'isto da sud-estNel/a pagina a lato. il c(lstelloe il centro del paese in ul1a vedutaaereaLA STORIAL'attuale luogo di Mornesevenne inserito, nel decimo secolo.durante la ristrutturazione amministrativae militare attuata da ReBerengario Il, nel territorio dellamarca Obertenga, c in seguito,durante la ripresa demograficaverificatasi intorno al Mille, fuinteressato da un'attiva presenzadei monaci di San Siro, il potentemonastero genovese, che, nel1065, ricevevano in dono dal marcheseGundo alcuni beni fondiarisiti in Iaea et fili/do Tral1l0ntanae,a poca distanza dall'attuale abitatodi Momese. Erano le prime mossedella pe<strong>net</strong>razione genovese nell'O\tregiogo.Un'influenza, quest'ultima,che contraddistingueràin pennanenza le vicende storich.edel nostro borgo. Interesse precIpuodella città ligure era quello d~creare una nuova rete di percorSI


www.accademiaurbense.itMOR'JESE 5pare. con Voltignana e Ponticello,per la prima volta, il nome M%­nexi"s, che ci pare identificabilecon sicurczza come quello dellanostra località.L'atto mirava a contrastarc l'espansionegenovese verso \'Oltregiogo,un territorio che offriva alleturbolente casate liguri l'opportunitàdi sottrarsi alle lotte intestine,che travagliavano la città, offrendoloro una base nella quale ripararein caso di disgrazia della propriafazione.Mornese non si sottrae a questapolitica, condotta con la forza, mapiù frequentemente con il denaro,nei confronti di una nobiltà localeindebolita dalle continue liti eimpoverita dai frazionamenti ereditari.Intorno al 1270, infatti, Lanfrancodella Volta, dell'omonimapotente famiglia genovese, arricchitasicon i prestiti e il cambiodella valuta, risulta proprietario diun castrum nella nostra località.La forti ficazione, secondo il Belgrano,sarebbe stata edi ficata da unaltro Lanfranco della Volta, nel1241, quando era stato bandito daGenova come partigiano di FedericoIl. Per certo, il padre di quest'ultimo,Giovanni, già nel 1222,risultava in possesso di una cospicuaparte del bosco di Sommaripa,che il 20 giugno di quello stessoanno concedeva in pascolo aimonaci del Tiglieto.Sono gli anni che vedono ladecadenza degl i A leramici diMonferrato, che si estinguono conla morte di Giovanni, mentre 1'01­tregiogo è segnato dalle lotte fra lepiù potenti casate della città ligure(principalmente i Doria, gli Spinolae i Grimaldi), che si fannoguerra devastando l'un l'altro ipossedimenti degli avversari.


6 MOR: ESEwww.accademiaurbense.itin basso, il castello di Mornesealla jìne dell'SOO, a sinistra i ruderidi quello demolito dai genovesinel 1404Approfittando dei dissidi intestinie della guerra di Genova congli Aragonesi, i Visconti, signori diMilano, s'impadroniscono diparecchi paesi posseduti dalComune che, com'è noto, si consegnaloro intorno alla metà delsecolo.Nel 1348 la zona di Mornese etutto l'Oltregiogo è colpita dallapestilenza: Le campagne sono spopolatedal contagio, fra queste leterre del Sant'Eremo di Ponticello,nel frattempo passate ai Carmelitani,che prive di manodopera perle scarse possibilità d'investimentodella non ricca comunità, sono incerca di un acquirente.I DORtA St t SEDtANOA MOR:"ESE oNel 1352, il priore delconvento procede, infatti,alla vendita del feudo infavore dei fratelli Marco ePietro Doria, figli di Baldassarre,attestando contemporaneamenteche lavilla di Ponticello, sededell'Eremo, non è mai statapossesso di alcun sovrano.E mentre a Genova sidelinea l'affermazione dinuove famiglie, estraneealI 'oligarchia che avevagovernato fino ad allora,come gli Adorno e i Campofregoso,a Mornese proprioi membri di una delleparentele esautorate dalpotere politico, i Doria,completano il loro insediamentonell 'Oltregiogo,Nella pagina a Ialo, il castelloviSIO cla ovestin basso il giardino interno cielcaslello le CIIi mura sono costruitesui resti ciel vecchio castellocontrapponendosi con la loro. presenzaagli Spinola, installàti inValle Scrivia. Proprio la nuovaacquisizione della famiglia spingeLuca Doria, signore di Lerma, altentativo di creare nella zona unostato dei Doria. Egli, infatti, inpiena ribellione contro il governodella Repubblica, passa ai Viscontie, alleatosi con gli Spinola, apre leostilità assaltando Tagliolo, cheoccupa. La reazione genovese nonsi fa attendere: mentre il Doria è inprocinto di assaltare Voltaggio,viene raggiunto da una condanna amorte e alla confisca dei beni perlesa maestà. Poco dopo, la suamo.rnesl1 . 11 (05"'10


www.accademiaurbense.itMOR. F.5L 7morte pone fine definitivamente alprogetto.el 1384. la vedova, ViolanteDoria. vende al comune di Genovala sua quota del castello di Lerma,imita a l'anno successivo dai suoiparenti.MOR-"E l E;\TRA A F\R PARTEDEI. :\10I\FERRATOCircondati dal territorio dellaRepubblica, che. con la pace diTorino del 1381, ha riacquistatopiena signoria sulla zona, allontanatisii Visconti e spentasi la rassicurantcimmunità dell'abbazia, iDoria di Mornese non si sentonopiù così al sicuro. Uno dei duecomproprietari del castello, MarcoDoria. decide così di mettersi sottola protezione dci marchesi di Monlèrrato.cl 1389, infatti, in cambiodei mlil/a benefìcia da essi avuti.egli dona la metà del castello, delleterre, del paese. degli uomini e delcomando, a Teodoro Il Paleologo,il quale lo reinveste immediatamentedella parte chc il patriziogenovese aveva appena donato.Il marchese monferrino acquistavacosì un ten'itorio, senza muovereun dito. fatto questo che loinduceva probabilmente a largheggiarein concessioni. Il Doria.infatti, era tenuto soltanto a forniredue balestrieri, in caso di richiestadi impegno militare da parte delmarchese, mentre il Monfcrrato siprecludeva ogni làcoltà di imporretasse sul luogo e di accogliereeventuali richieste dei Mornesinidi essere sgravati da quelle impotedai Doria.


MOR:--ILSF.www.accademiaurbense.itSotto, lapide hilillgue lIell'atrio delcastello risalente ai primi del '500In basso. Nicolò Pallavicillo inun quadro di Pieter Paul Rl/bellsNella pagilla a lato, Mornese ileI1645 in ulla leI/era di G. Rodino,cOllservala all'A.S. G.111 basso, la Chiesa Parrocchialedi Mornese e l'Oratorio in undocumellto dell 'A.S.A. del 17J5L'altra parte del castello e delterritorio, appartenente a PietroDoria, rimane invece in libera proprietà,a salvaguardia degli interessieconomici della famiglia eforse in vista di altri spericolatigiochi di equilibrismo politico.L'investitura, rinnovata nel1394 da Teodoro Il di Monferrato,non doveva però rivelarsi una protezioneetlieaee come sperato. leIcorso delle lotte fra le variefazioni, il castello veftiva, infatti,occupato e distrutto nel 1404 dalletruppe genovesi. Era, però, lastessa Repubblica a risarcire,pochi anni più tardi, i Doria per idanni subiti, quando, nel 1409, ilpaese aveva visto il passaggio deimercenari, detti "le belve", diFacino Cane, il condottiero chedue anni più tardi otteneva, fral'altro, in feudo il castello di Montaldeo.Intol11o al 1431, poi, nel quadrodell'offensiva milanese cheavrebbe apportato al ducato ampieporzioni del Monferrato, il castellocadeva nelle mani di FrancescoSforza, che combatteva per contodi Filippo Maria Visconti. Morto ilduca alla metà del secolo e liberataGenova dalla signoria milanese, ilfeudo tornava agli stessi Doria,che con tutta la forza della lorofazione avevano aderito all'alleanzastipulata fra Genova, Milanoe Firenze.Tramontata la Signoria milanesead opera dell'imperatoreCarlo V, intol11o al 1530 MOl11eseveniva nuovamente in possesso delmarchesato di Mon ferrato, e, iI lOmaggio di quell 'anno, GiovanGiorgio di Monferrato investivaGiacomo Doria della eonsuetametà del feudo. Nonostante levicissitudini passate in un secolo emezzo, infatti, i Doria possedevanoancora in allodio l'altra metà


www.accademiaurbense.itMaR ESI:: 9del castello. L'investitura fu ripetutada Federico Gonzaga c MargheritaPaleologa nel 1538, mentreil figlio di Giacomo, Cristoforo.venne invecc investito nel settembredel 1546 dalla reggente Marghel'i t a a no m e del fi g li oGuglielmo, ancora minorenne.Intanto, castello e paese venivanooccupati alternativamentedalle truppe francesi e spagnole,impegnate nell'ennesimo conflittoper l'egemonia sulla Penisola, allafine del quale, con la pace diCateau-Ca.mbrésis, il Monferrato.dopo vari travagli, veniva assegnatoai Gonzaga-Nevers. Pertanto,il 2R ottobre 1559, CristoforoDoria fu reinvestito daMargherita e Guglielmo. Il gentiluomo,infatti, rinnovava il suogiuramento di fedeltà annullando,come afferma il documento, altrigiuramenti,estorti con laforza c perpaura di penecorporali. Lafamiglia genovesepoteva cosicontinuare adesercitare inMornese le sueprerogative.Intanto, le investiture venivanoregolarmente rinnovate: nel 1567 èla volta di Ugone Doria, investitoda Guglielmo di Monferrato. Ilperiodo della sua signoria saràfunestato da numerosi fatti di sangue,dando origine ad una faidache interesserà una fra le parentelepiù numerose del paese.Poco dopo la morte di Ugone,Filippo da Passano acquistava ilfeudo, e ne veniva regolarmenteinvestito da Vincenzo Gonzaga lostesso anno.IL Sf.ln::vroIl feudo di Mornese restò poehianni nelle mani di Filippo da Passano.ehe lo rivendeva, nel settembredel 160 l, a ieolò Pallavieino,il quale lo pagava ventimila scudid'oro, di eui tredicimila come anticipo.Lo stesso Pallavicino venivapoi investito daFerdinando diMantova nel1618. Anche ilpossesso da partedei Pallavieinodoveva peròdurare poco. IlIO febbraio1628, il castellopassava con tutto


IOMORf\ESEwww.accademiaurbense.itil feudo a un altro patrizio genoveseGiovan Battista Serra, chene v~niva immediatamente investitoda Carlo I.Intanto apprendiamo che laparte una volta posseduta in allodiodai Doria era divenuta feudoimperiale, probabilmente durantela prima metà del Cinqu~eento.Questo fatto sarà probabdment~all'origine del giuramento difedeltà preteso dal Monferrato edel rifiuto opposto dallo stessoSerra nel 1660.Nel 1650, Carlo Il stabilivache "le medesime terre del Monferratofossero obbligate a prendereil sale dalla camera ducaI e " ,ma successivamente, accogliendole suppliche dci Serra, che rivendicavanole antiche immunità,recedeva dalle sue intenzioni.Verso la fine del Seicento, lafamiglia Serra è coinvolta in unconOitto giurisdizionale con laCamera ducale monferrina,vicenda che si conclude con unasentenza del senato di Casale chedecretava per Filippo Serra il·bando perpetuo sotto pena dimorte.MOR!\[S[ [NTRA A FAR PARTE0[1,1,0 STATO SABALOOIl nuovo secolo, il Settecento,vede Mornese, con la pace di Utrecht,assegnata per la parte monferrinaallo stato sabaudo. In questaoccasione Filippo Serra, che non siè presentato a giurare fedeltà al~uovo sovrano, veniva spossessatodel feudo. Il provvedimento perònon riguardava la metà di spettanzaimperiale. Alla morte delSerra, saranno le figlie ed eredi agiurare fedeltà al nuovo signore,che le perdonerà dello sgarbopatemo reinfeudandole del paese.Poi," con la pace di Vienna, nel1736, anche la parte imperiale delfeudo passerà ai Savoia comeTagliolo, Rocca Grimalda, Montaldeo,Capriata c San Cristoforo:La Guerra di successioneAustriaca (1744-1749) coinvolgeràpoi il paese nel conflitto, facendoglisubire l'occupazione delle soldatagliedell 'una e dell'altra partee pesanti contribuzioni.. .Prima di ritornare al Dona,nella seconda metà del secolo, ilfeudo subirà numerosi passaggi diproprietà, andando dai Serra ai


www.accademiaurbense.itMORNESEIlNella pagina a lato. disegno ,di M01'l1ese nel 1808 6'In basso, Dvn DomenicoPestarinoA laro, la salita {II castello inuna cartolina difine '800)Y!orneseMarini, ai Centurione, agliSpinola, agli Orsini diRoma e infine a LuniaresPio di Savoia.A fine secolo, lo spiritorivoluzionario, giunto eonl'esercito francese guidatoda apoleone, porteràanche in questo borgonotevoli cambiamenti el'emergere del ceto borghese.Con le nuove ideesi diffonderà anche uncerto spirito d'irreligiosità,per reagire al quale ilparroco, Gio GiacomoCarrante, promuoveràl'ingrandimento a tre navate dellaParrocchiale ed altre opere diabbellimento.Tramontato l'Impero Francese,che aveva visto Mornese inseritonel Cantone di Castelletto, nelDipartimento di Montenotte, eassegnata la parrocchia definitivamentealla Diocesi di Aequi, laRestaurazione porterà ad un ri fioriredel sentimento religioso, delquale saprà farsi interpretc, versola metà dci secolo, Don DomenicoPestarino (Mornese 1817-1874).Egli, dopo un 'esperienza pastoralegenovese, tornato a Mornese,saprà raccogliere attorno a sé ungruppo di giovani ansiose divivere pienamente la loro religiosità,fra eui si segnalerannoAngela Maccagno e MariaDomenica Mazzarello. Sarà semprelui, il previn, ad ineoraggiare leprimc esperienze eomunitarie dipreghiera e di lavoro delle giovanie suceessivamente ad indirizzare laMazzarello all'apostolato di tiposalesiano, mettendola in eontattocon Don Bosco, che egli chiameràa Mornese.Le aspirazioni risorgimentali


12 MORNESEwww.accademiaurbense.itIII basso. una via del borgoNella pagina a lato. il castellodi Mornese oggiIn basso, uno scalone del castellotroveranno nel borgo un rappresentantenel marchese GiorgioDoria, protagonista di primo pianonella sua Genova degli avvenimentidel '48.E mentre la raggiunta unità delPaese e poi l'avvento del nuovosecolo promettevano una vitamigliore per le campagne, lo scoppiodella Grande guerra portò tantiMornesini a morire nelle trinceedel Car o o lungo le pendici delGrappa.Il periodo fascista coincise pertutta la zona con la crisi del settorevitivinicolo, colpito dallaperonospera, e con la suafaticosa rinascita, mentrele Feste vendemmialisegnarono il momento dimaggior consenso per ilregime.La seconda guerramondiale vide nasceresui monti che circondanoMornese un forte movimentopartigiano piùvolte colpito dalla rappresaglianazi-fascistaper cui la "Benedicta" èassurta a simbolo nazionaledi sacrificio.Oggi il borgo, dopoessere stato colpitopesantemente, negli anni'60 e '70 del secolo passato,dal massiccio spopolamentoche ha caratterizzatole campagne, hatrovato un suo equilibrioe cerca in campo turisticouna valorizzazione, a cuilo destinano: la piacevo-lezza dei luoghi, la suggestione delpittoresco castello. le tradizionienogastronomiche e folklorichc, lacordialità degli abitanti.IL PAESEIl nucleo abitato di Mornese èdisposto lungo il percorso chedalle Capanne di Marcarolo portaa Montaldeo, fanno eccezione lecontrade che sono sorte attorno alcastello e alla Parrocchiale.Recentemente diverse villettesono state costruite sulla stradaOvada - Gavi.


www.accademiaurbense.itMORNESE 13II. CASTF.L1.0Il castello sorge su di un poggioche domina l'abitato.Attorno alla sua mole ènata quella parte di paeseche si chiama Borgoalto,un nucleo di abitazioni chepresenta angoli suggestivi.Al castello si accede perun'erta, partendo dallapiazzetta sulla quale prospettala casa sorta sull 'areadell'antico edificiocomunale con loggia.Nel 1404 le truppegenovesi posero l'assedioal castello, lo occuparono elo distrussero non lasciandoaltra traccia che lemuraglie che oggi racchiudonoil giardino del nuovocastello, che venne ricostruito,pochi anni dopo,dai Genovesi stessi.Di questo editicio rimane unadescrizione dell'inizio del '600: "IIcaste/Io, .!ahhricato assai hOl/ore-


14 MOR:--JESEwww.accademiaurbense.itIn hasso. il collegioNella pagina a lato, sullo sfondodel porticato il hel dipinto di PC.Crida che ricorda l'incontrodi Don Bosco con Maria Maz::arelloe lefìglie dell'lmlllacolatava/mente. et con forza di battariada mano, COli li sai modioni etpassatori nel/a porta sl/periore etponte lemtore, et fabricato sopraIII/ poggietto, ha l/na so/a et quatrocamere al piano et sei stanze sottohOllorel'O/i. et di sopra tre stanzeper /a servi/lì et una cusina al/agienovese et un 'a/tra cl/sina et duedispense abasso et pilì sotto /acantina". Il documento attesta lapresenza di uno scarso amlamento,privo di pezzi pesanti, che denuncial'importanza secondaria, ai finibellici, della fortificazione.La veste con cui oggi si presentala costruzione risale al XVIIIsecolo, epoca in cui essa fu completamenteadattata a residenzasignorile di campagna (destinazioneche mantiene tuttora),lasciando però notevoli vestigiadell'utilizzazione precedente,come l'apparato a sporgere su beccatellia doppia mensola in arenaria,la merlatura. la configurazionedel mastio."L'aspetto assunto - sottoIincaFlavio Conti - è caratteristico deicastelli genovesi del Monferrato:anzi si può senz'altro dire cheMornese, con Montaldeo, CasaleggioBoiro, Silvano d'Orba,Lerma c Tagliolo, costituisca unapiccola scuola genovese - monferrinaben caratterizzata nei suoiclementi: castelli a blocco (quasisempre con torre unica), sviluppatiin altezza, intonacati. apparatoa sporgere su doppia (talvoltatripla) fila di mensole terminantia quarto di cerchio,ampie finestre quadrate, masoprattutto nel suo aspetto generale".Ciò che contraddistingue Morneserispetto agI i altri casteIl i adesso simili è soprattutto la piantacomplessa c articolata, che risentedelle preesistenze che sopravvivonoancora, benché parzialmentemascherate da aggiunte o modi ficheposteriori. Valgano per esempio:la torre che affianca l'ingresso.o la torre quadrata, oggitenninata ad altana, sulla destra.Nettissima, in queste fabbriche,l'impronta francese, che è spiegabilese consideriamo i continuirapporti della Superba con lavicina d·Oltralpe. e le somiglianzeclimatiche.Oggi, il castello. che continuad essere proprietà della famigliaDoria, si presenta in buone condizionidi consevazione, grazie alfatto di essere stabilmente abitato.


www.accademiaurbense.itMORl'ESE 15IL. COI.I.F:GIOAlIra edi ficio storico del Borgoaltoè il Collegio. che fu laprima casa madre delle Figlie diMaria Ausiliatrice, la congregazionereligiosa femminile dellaquale santa~Maria Domenica Mazzarellofu cofondatrice assieme asan Giovanni Bosco. Ad esso siaccede per Via Borgoalto, la viache sale dalla piazzetta del paeseverso il castello e piega versodestra. stretta fra le case.Proprio lungo questa via, raccontanoi biografi della Santa. MariaMazzarello, dopo il tifo che l'avevaprostrat,l, mentre andava l'i tlettendo sucome impiegare la vita non potendopiù affrontare il lavoro dci campi,ebbe una visione. Le parve, infatti. divedersi di fronte un gran caseggiato,con tutta l'apparenza esteriore di uncollegio per giova<strong>net</strong>te. Si fermò aguardare piena di stllpore, e disse frasé: Ma (jui /10/1 c 'f! mai stala quesla!w!azza! Nel mentre le parve di sentireuna voee. che diceva: 11 le !e affida.Questa esperienza per la Santa fu unaconferma di quanto andava maturandoda tempo: imparare il mestiere di sartaper radunare le ragazze del paese cdoccuparsi della loro fonmlzione.Passando per Via Mario Fen'ettino,ehe si incunea fra le case, sigiunge al Collegio. A sinistra delcancello una lapide ricorda l'anticoaccesso. Di lì passò per laprima volta don Bosco il 13dicembre 1867, invitato da donPestarino, per benedire la Cappelladel Collegio, il quale era statocostruire dal prete mornesino,f~lttOcon l'approvazione di don Bosco,come collegio per i ragazzi.Era l'anno 1864 quando si decise ilprogetto. Don Pestarino ne parlò inchiesa per esortare i compaesani a parteciparealla costruzione dell'edifìcio.I Mornesini. desiderosi di avere prestola scuola, corrisposero generosamentecon oll'crte di materiali. prestando gratuitamentela mano d'opera [...J MariaMazzarello e la eugina Petronillaprendevano aneh'esse parte aIl'operositàgenerale. Maria si recava nellefamiglie per invitare le donne a raccoglierepietre nelle vigne e portarlesulla strada, donde i carri le avrebberotrasportate al luogo dove doveva sorgerel'edificio. e le donne aderironoall'invito, specialmente le giovani. Il13 giugno 1865 si fece la cerimonia di"posa della prima pietra". Poi, nel1871, giunse il veto dalla Curia diAcqui: non si poteva più destinare ilCollegio ai ragazzi. Una sofferenzaprofonda per don Pestarino, per don


16 MOR LSF.www.accademiaurbense.itBosco. e per i Mornesini. E la decisionedi don Bosco: il Collegiosarebbe di\'entato la casa per l'Istitutodelle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il 23maggio 1872. infatti. vi si tra~ferironoMaria Ma7Zarello c le compagne e li.il 5 agosto dello ~tesso anno. divenneroFiglie di Maria Ausiliatrice. cl1879. per desiderio di don l3oseo. laCasa Madre si trasferi a Nizza Monferrato.Il Collegio fu venduto. vennepoi riacqui. tato ~ellant'anni dopo. nel1949 divenendo un orfanotrofio per leliglie dci carabinieri.el conile è presente un pozzo.oggi ristrutturato. che dava acquaalla prima comunità delle Figlie diMaria Ausiliatrice. Oggi è diventatoil simbolo della povertà deiprimi tempi.Attorno al cortile è costruito ilpOl1icato. Le ultime quattro arcaterestano a testimoniare l'ubieazionedella prima Cappella del Collegioche don Pestarino aveva dedicata aMaria 5S,"" Addolorata. In questoluogo. il 5 agosto IR72, nacque 1'\­stituto delle F.M.A. Alla presenzadel Veseovo di Acqui. di donBosco. di don Pestarino e di altrisacerdoti. II novi/ie. tra cui MariaMazzarello. fecero la loro professionereligiosa.La Cappella fu poi ricostruitalateralmente e benedetta il 22 ottobre1951. Sullo sfondo del porticato.un dipinto di RG. Crida. est:­guito nel 1953. ricorda l'incontrodi don Bosco con Maria Mazzal'elioe le Figlie di Maria Ausiliatrice.LA C-\PPEI.I.A L)EI. COI.IH;IOÉ stata benedetta e inaugurata il16 aprile J 995, giorno di Pasqua..La sua linearità architettonicarichiama i tratti fondamentali dellapiritualità di Santa Maria Mazzal'clio.Nel presbiterio si noti che ilTahernacolo e la Croce costituisconoun unico hlocco. La statuadi Maria Ausiliatrice. al ccntrodella piccola abside. ricorda chenel pensiero di Maria Mazzarellonon si può dissociarc l' Eucarist iadalla devo/.ionc a Maria.La Cappella è illuminata daalcune vetrate. Realizzate su disegnodel pittore Nino Marabotto.parlano dello "spirito di Mornese"vissuto nei vari momenti della vita


www.accademiaurbense.itMORì':ESE 17In questa pagina e iII quella a lato,due l'ell'ate che ricordallo episodidella "ita di Maria .'v!a::zarello.111 particolare quella della pagilla alato. ricorda la partellza delle primesuore missionariedi santa Maria Mazzarello. Levetrate ai lati dell'altare ricordanol'amore eucaristico di Maria. Lealtre vetrate. sulla sinistra di chientra. parlano del suo impegnoapostol ico: la vita nel laboratorio,il divertimento vissuto nella gioiavera con le ragazze di Mornese, ilsogno realizzato della consacrazionea Dio, lo sradicamento per lanuova sede di Nizza Monferrato.Sul lato destro viene illustrato ilservizio alla Chiesa insieme a donBosco: dalla misteriosa chiamatadi Borgoalto, ali 'incontro con donBosco, all'incontro con il Papa PioIX. alla partenza delle prime missionarieper l'America Latina.L'edificio conserva anche lacamera di madre Mazzarello, allaquale si accede per lo scalone checonserva la struttura degli inizi.Madre Mazzarello occupò questacameretta dal IR72 al 1879. Piccola cdessenziale. ci parla ancora dci tempiquando Maria, dopo aver imparato ascrivere (a 35 anni), si poneva qui ascrivere alle sorelle panite per le missionidell'Ameriea Latina. In questacamera alimentava il desiderio diessere lei pure missionaria. MariaMazzarello. però. non andò in missione.Fu invece chiamata a lasciarequesta casa e il suo paese per andare aNizza. nuova sede della Casa Madre.L'edicola dedicata a MariaAusiliatrice è sotto il portico dellacostruzione annessa al Collegio. Élì, come memoria viva del grandeamore a Maria che. qui a Momese,trovava espressioni semplici carichedi affetto.LA PARROCCIIIAI.ESul poggio che fronteggia ilcastello si eleva la Parrocchiale,dedicata a San Silvestro papa e aSan !'ìicola da Tolentino. Quivenne cretto il primitivo oratoriodedicato alla Vergine, che nel'500divenne parrocchia in sostituzionedella chiesa di San Silvestro, orascomparsa. troppo decentratarispetto ali 'abitato (si trovava sulla


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www.accademiaurbense.itMORNESE19Nella pagina a lato, la navatacentrale della Parrocchialedi San Silvestro Papa/n basso, scorcio della facciatadella Parrocchialestrada per Montaldeo). La chiesettadi Santa Maria era tuttaviainadeguata alle necessità del paesee verso la fine del '500 il feudatarioNicolò Pallavicino le costruì af{anco una nuova chiesa, che,aperta al culto nel 1602, venneintitolata a San Nicola da Tolentino,mentre S. Maria era ridotta adoratorio. Dopo alcuni anni però,mentre S. Nicola conservava iltitolo di santo patrono, la parrocchiaritornò sotto il titolo originariodi San Silvestro papa, intitolazioneche mantiene.Sia la facciata sia l'internoattuali sono il frutto di diversirimaneggiamenti che si sono susseguitinel tempo. Ad una primasistemazione, promossa nel 1738,dalla Marchesa Eleonora SerraSpinola, feudataria del paese, sidevono il pavimento del presbiterio,costruito originariamente conpietra nera di Lavagna, ancor oggivisibile in una parte del coro, l'altaremaggiore di marmo di Carrarae la balaustrata del presbiterio. Sinotino gli stemmi di casa Serraancora oggi visibili nei due pilastrinid'ingresso della balaustra ele insegne marchionali dei feudatarisul petto degli angeli in marmoche sostengono dai due lati l'altare.Tuttavia, le trasformazionipiù rilevanti avvennero nel secolosuccessivo, quando, nel 1813, peropera del parroco Gio GiacomoCarrante, iniziarono i lavori chedovevano aggiungere al fabbricatole navate laterali, mentre l'absideveniva ampliata, previa un'imponenteopera di fondazione, per collocarviil coro. Successivamente,alla fine dello stesso secolo,essendo parroco don Valle, lachiesa venne allungata di una campataverso il sagrato, il soffittosopraelevato e la facciata assunseun aspetto simile all'attuale.Oggi la facciata, non priva dimonumentalità e affiancata a sinistradal campanile coevo, si presentain stile composito, tripartitada lesene secondo la divisioneinterna e attraversata all'altezzadel soffitto delle navate laterali dauna cornice, che separa la parteinferiore, dove si aprono tre portali,che risentono di influssiliberty, sormontati da lu<strong>net</strong>te amosaico, dal frontone, nel qualesono ricavate tre nicchie, che ospi-


20 MORNESEdell'interno inizia entrandodalla porta di sinistra.Alla prima campata dellanavata di sinistra, fontcbattesimale dovuto alloscultore Antonio Bacci diSerravezza, in Toscana,realizzato ai primi del'900. Alla parete Battesimodi GesLì, di autoreignoto, tardo-settecentewww.accademiaurbense.itA lato, l'altare maggioredella ParrocchialeIn basso, la Vergine delSuffragio. pala dell 'altaredi San Giuseppe (1681)tana al centro lastatua di San Si/vestmpapa, a sinistraSan Guido e adestra San Giuseppe.La statua di SanNicola da Tolentinoe Sant 'Antonio, rispettivamenteasinistra e a destra,poggiano Invecesulle paraste d'angolo,che incorniciano la facciata.Anche le statuesono coeve alla facciatae si devonoal10 scultore AntonioBrilla (Savona1813 - 1891) e aifigli. elle lu<strong>net</strong>tesopraporta, risalential primo dopoguerra:San Pietrobattezza il centurione,la Madonnae S. Antonio daPadova.La descrizione


www.accademiaurbense.itMOR'JFSE 21A IalO, pala dcII 'al((lrededicalo a SUDI' MariaDomenica Ma::zarelloIn hasso. s((IlI/a secenlescadella iV/adonna dci Rosariosco, restaurato nel 1874 daCostantino Frixione.Il secondo altare è dedicatoal Sacro Cuore diGesù. ed è anch'esso operadel Bacei. L'altare è sormontatoda un 'ancona pro­\"eniente da Roma raffigurantei I Sacro Cuore diGesù. acquistata da DonErnesto Vaglino.Il terzo altare è dedicatoa San Giuseppe. Sopra lostesso. incorniciata damanni. la pala della Velginedel Sulli'agio, quadro dibuona fattura, benedetto nel168 I, e descritto nella visitapastorale del 1766, restauratodal Frixione nel 1869.A sinistra dell'altar maggiore lacappella della Madonna del Rusa-l'io, la cui statua risale al '600. Inantico era posta nella nicchia sopral'altare cd era chiusa da unavetrata con piombi dorati. Allepareti quadri di Santa Teresa ç diAngela Meriei, opera del Frixione.Maria Qomenica Mazzarello fuascritta alla Compagnia del Rosarionel 1848.Dell 'altare maggiore. caratterizzatoda due grandi angeli lateraliabbiamo già detto. Aggiungiamoche venne ampliato negli anni'940. Il trono dorato posto sopra iltabernacolo, al centro dell'altare,proviene. per acquisto fatto a metà'800, da un convento genovese. IlCrocefisso che sovrasta l'altarevenne comprato a Genova nel1746 dalla Compagnia del SS.Sacramento, che ha sempre curatol'altare. Dietro di esso, il coroligneo, risalente al 1830, è lavorodi maestranze locali. Al centro del-


22 MORNESEpito, che riproduce i santi dellafacciata. Venne realizzato a fine'800, come gran parte degli medilignei, dai confessionali alle bussole,dal laboratorio salesiano Artie Mestieri di Torino.A destra dell'altar maggiore, lacappella di San Nicola da Tolentino.L'altare a urna del Bacci èinserito nel complesso realizzato ametà Ottocento dal genovese Passadore,mentre la statua di SanNicola è dell'indoratore Righetti(1920) di Genova.L'altare di S. Antonio daPadova, terzo della navata destra,realizzato in legno, fu eseguito dalmornesino Renzo Pestarino, mentrela statua del santo è delRighetti.Il ~condo altare è consacratoalla gloria mornesina Santa MariaDomenica Mazzarello e venneeretto in occasione della sua beatificazionenel 1938.Il primo altare dellanavata destra è dedicatoa Maria Ausilia-. trice. Sulla mensa statuettadi San LuigiGonzaga, al quale inprecedenza era dedicatoun altare. Di questadevozione rimaneanche il gonfalone conSan Luigi che fudipinto dal Frixionenel secolo scorso.Nella controfacciata,sopra l'entrata princi­-pale, troneggia l'organoGandini del1919. L'organista torwww.accademiaurbense.itIn basso, scena del presepeartistico di San SilvestroNella pagina a lato, internodell 'Oratorio dell 'AnnunziataIn basso, casa natale di Suor MariaDomenica Mazzarellol'abside un quadro raffigurante:San Silvestro che battezza l'imperatoreCostantino, del pittoreSanto Panario (Genova 1786­1871).Alle pareti del presbiterio duegrandi quadri settecenteschi rap-·presentanti: l'Epifania e la Presentazioneal tempio. Nel soffittoaffrescato, come tutto l'internodella chiesa, dall'opera del pittorealessandrino Luigi Gambini, chelavorò negli anni '30 del secolopassato, Esaltazione dell 'Eucarestiae. Le virtù teologali. Mentre,nella volta della navata centrale,sono sviluppati temi inerenti Labuona novella, Le virtù cardinali, iprotettori e gli altri santi veneratidai mornesini, fra i quali DonBosco e Maria Domenica Mazzarello.La navata centrale è dominatada un pulpito monumentale, inlegno pregiato, ottimamente scol-


marchese GiorgioDoria concesse unterreno per costruirvile sagrestie. L'oratoriovenne alloraallungato con lacostruzionc del presbiterioe del coro,mentre anche iI tettoera alzato e sul presbiterioveniva costruitoun cupolino.G l i affre sc h i c hedecorano l'abside e ilcupolino sono del pittoreMuratore di oviLigure che ha raffigurato:nell'abside, SanSilvestro c San CarloBorromeo (alla cuiregola erano legati i"Disciplinati" dell'oratorio), nelcupolino l'Assunta.L'altare fu rinnovato nel 1890,mentre la statua dell'Immacolatache lo sovrasta, di origine secentewww.accademiaurbense.itMORNESE 23•tonese dotto Achille Bocca, medicocondotto a Morncsc, collaborò allascelta delle voci dell'organo, le cuitcnde sono decorate da angiolettidi stile Iiberty. Alle pareti Via Crucis,in legno intagliato e dipintodella bottega Cristiano Delago,scultore in legno gardenese, volutada Don Voglino (1924).L'ORATORIO DELL'ANNU\'ZIATASulla destra, a fianco della Parrocchiale,con la facciata arretratadi alcuni metri, la semplice facciatadell'Oratorio dcll'Annunziata.Dopo essere stata per brevetempo parrocchiale col titolo diSanta Maria. nel 1602 venneridotta a Venerando Oratoriogestita da una confraternita laica.L'edificio, più angusto dell 'attuale,fu ampliato nel llQ8, quando il


24 MORNESEwww.accademiaurbense.itsca, è stata restaurata nel 1920. Iltempietto che la contiene è ottocentesco.ell'oratorio sono anche conservatiun Crocifisso processionalesettecentesco e un gonfalonebifronte dipinto dal pittore SantoPanario, famoso ritrattista, checonserva però nei quadri di soggettoreligioso modi tardo-barocchi.L'opera venne restaurata dalFrixione nel 1878.oSotto la chiesa parrocchiale, neisotterranei ristrutturati, è visitabileil Presepe artistico permanentedi San Silvestro. Personaggi inmovimento, effetti notte-giornorendono realistica la rappresentazione.elle sale adiacenti sonoesposti presepi realizzati e donatidalle suore Salesiane di varienaZionI.I MAZZARELLIDa Mornese. prendendo lastrada che conduce a Bosio, sigiunge ai Mazzarelli. Tre piccoliinsediamenti, che hanno presonome dal cognome comune a piùfamiglie che li abitano: Mazzarellidi qua, Mazzarelli di mezzo,Mazzarelli di là. Qui è la casadove il 9 maggio 1837 nacqueMaria Domenica :vJazzarello.L'edifieio è modesto, ma dignitoso,costruito in pietra. Fra questemura Maria trascorse la sua fanciullezza,poi la famiglia si trasferìalla cascina Valponasca.Si entra nella casa natale e sivisita la camera in cui Ella nacque.È il luogo dove si sosta per pregaree meditare. Lo sguardo èattratto da un reliquiario dietro ilquale il volto dolce e fermo diSanta Maria Mazzarello, dipintodal Crida, ispira fiducia e confidenza.L'altare e la balaustra sonoquelli della primitiva Cappella del


www.accademiaurbense.itMORNESE 25Nel/il pagina a /alo iII a/Io.i/lempiu dedicato a Sanla MariaDumenica Mazzarcl/oIII hasso. /'a/lareA/aIO. /a CfJiesella de/llucleodei BenefiziCollegio. A questo altare avevacelebrato per la prima volta donBosco quando fu benedetta e inauguratala Cappella stessa, il 13dicembre IR67. Presso questabalaustra Maria Mazzarello e lesuc IO compagne si crano consacratea Dio, il 5 agosto 1872,dando inizio all'Istituto delleFiglie di Maria Ausiliatrice.Nella stanza attigua si trovaun' interessante documentazionefotografica sugli inizi dell'Istitutoc. sulle primc spedizioni missionane.LA CIII ESI::ITA 01::1 :\'1AZZAI{ELLIBenedetta il 24 maggio 1843.fu costmita dalla popolazione dciMazzarelli che la volle fortcmente• per onorare la Madonna. La dedicaronoa Maria Ausiliatrice c aisanti Stef~lI1o e Lorenzo in rinuraziamentoper la protezione a~utadurante la grave epidemia di colerache imperversò tra il 1835 c il1836.II. TF.:\tI'IO IH:I>ICATO ;\ S;\~TAMARIA O. MA7.7.ARFI.I.OSorge qui, nel luogo delle origini.Si innalza luminoso e semplicenelle linee architettoniche.Sul frontone del Tempio, la statuadella Santa accoglie i pellegrini ditullO il mondo.Voluto dalle figlie di Maria Ausiliatricee costruito con l'aiuto d '\leEx-allieve di 57 Na7ioni, fu consacrato9 agosto 1972. Era l'anno centenariodell'Istituto e per l'occasione.tornò a Mornese proprio lei. MariaMazzarello; l'urna che conserva iI suocorpo aveva lasciato temporaneamentela Basilica di Maria Ausiliatrice pervenire qui, tra le sue Figlie e tra la suagente. L'interno del tempio è sobrioecl essenziale. L'attenzione si concentrasul Tabernacolo. Sullaparete, dietro il tabernacolo, campeggiaun dipinto di Catlàro Rareche rappresenta la G/oria di SanlaMaria Mazzarel!o. Sorretta dagliangeli, Maria Mazzarello è tuttaprotesa verso Maria Ausiliatriceche Le viene incontro con Su~Figlio. Sotto l'altare una reliquiadella Santa.L'OIw I:: LE AUI{IFODINE IH)MAI\EOI::LLA VAL GORZI:::'ITI::Il vi Ileggiante c l'escursionistache durante una passeggiata percorrala Valle del Gorzente nonpuò far a meno cii notare, lungo lerive del torrente, a monte di Casaleggio,in più punti, estesi depositidi ciolloli ben allineati sugli antichiten'azzi alluvionali. La superficiecoperta è di alcuni chilometriquadrati, ma doveva essere certamentepiù vasta, prima che In


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www.accademiaurbense.itMORì\E5F. 27Nella pagina a la[o, e in hassoil primo lago della Lamgnillaepoca moderna s'iniziasse a raccoglierele pietre per le costruzioni.Sono quelle distese di ciotoli letracce indubitabili del lavoro dicolti"azione delle sabbie auriferedel fiume fatte in epoca romana. Inquel periodo centinaia, se nonmigliaia 'di schiavi lavoraronoall'estrazione dell'oro lungo lerive del torrente Piota. È probabileche la loro attività sia all'originedella leggenda sulla mitica città diRondinaria. Ancora oggi le sabbieaurifere del torrente consentono alcercatore paziente, con un minimodi attrezzatura. di poter raccogliereun lucido bottino di pagliuzzed·oro. Ricordiamo che in questazona miniere d'oro furono attiveper tutto l'Ottocento c sino aiprimi anni del nostro secolo. Soltantoperò negli ultimi vent'anni, ea livello dilettantistico, è ripresa laraccolta dell'oro nei fiumi dellazona, soprattutto per iniziativa diun appassionato, il Dr. GiuseppePipino. che ha fondato il "Museoitaliano dell'oro". Nel 1985 Ovadaè stata scde del Campionato Mondialedi pesca dell"Oro, da allorasono sorte nella zona associazionidi appassionati e si organizzanogare.sulla sinistra il paese, si intravvedonocon la coda dell'occhio i tremanufatti che lo caratterizzano. chesi ergono su altrettanti dossi collinari:la Chiesa parrocchialc. ilCa tello cd il Collegio, che coronano,insieme allo sfondo. verso sude sud o"est, delimitato dai primicontrafforti dell'Appennino LigurePiemontese. un paesaggio ameno erilassante, ai piedi del quale si aprel'un ica zona pianeggiante del circondario.la piana di Casaleggio.Attraversata all'incrocio la Circonvallazione,i prosegue sullastessa strada secondaria e. superatala prima curva a sinistra, (proseguendodiritti si andrebbe a CostaMezzana, sul lato orientale di Marnencoc poi giù in Nerbaia finoquasi ai piedi di Montaldeo), siscorge subito Montaldeo. posto anord, a quota più alta della stradache stiamo percorrendo, che nel frattempoè un pochino discesa.Guardando verso Montaldeo.lungo le vallate è tutto un alternarsidi vigne coltivate e di vigne abbandonate.di rustici "cascinotti" fatiscentic no.I BENEFIZI F:I> ALI'RI PERCORSIUscendo dal paese dalla partenord, sorpassata la cappelletta di SanRocco. recentcmente restaurata.sulla sinistra si diparte una stradasecondaria asfaltata, una volta semplicecarraia sterrata, che oggi incrociala Circonvallazione del paese.Lasciata la Circonvallazione e


nMORI ESEwww.accademiaurbense.itIn lontananza, a destra sulla dorsalevalliva. si staglia verso il eielola chiesetta della "Castagneiga", direcente restaurata, fabbricato ruraleaggraziato. posto al trivio tra Mornese,Parodi Ligure e Montaldeo.che fa da punto di confine approssimativodei tre comuni.Proseguendo su di un trattopiano, quasi all'improvviso, a sinistra,la vista si apre sulla vallata diCasaleggio Boiro e più in alto e lontano,sul bordo di una grande fendituradella montagna si erge l'omonimocastello. il più antico dellazona. che ispirò negli anni '60 ilregista Sandro Bolchi che vide inesso idonea rappresentazione cielcastello dell'lnnominato e vi giròpertanto le seene del famoso sceneggiatatelevisivo ispirato ai "PromessiSposi".Da quel punto la stretta carrozzabilescende ripidamente a destra, mail nucleo abitato dei Benefizi (in originesi trattava, con le sue terre, diun "beneficium" ecclesi~lstico), nonsi vede ancora. Spunta ali 'improvvisodal nulla in fondo alla valletta,ben nascosto. ben protetto. proprioperché era stato costruito appartatoper le esigenze storiche delmomento, esigenze non legate allapri\'(/cy d·oggi. ma alla sicurezzavera e propria.o Il paese o meglio il nucleo, comeviene definito. é rappresentato dadue massicce costruzioni, chedistano pochi palmi l'una dall'altra eche si mostrano movimentate daarchi, terrazzi, tettucci, scalettc e dauna chiesetta, che nelle fomle attualipuò risalire al '600 con antistanteuna piazzetta.Il verde ed i fiori circondanotutto nella buona stagione, macomune a tutto l'anno é il profondosilenzio. interrotto dali 'abbaiare deicani pronti a difendere la loro pace equella delle 6 persone che ancora virisiedono.Risalendo la strada. a destra, sipuò proseguire verso altri percorsipiù impegnativi.In alto, a sinistra, dalla cascinadei Magli si gode nuovamente unavista incomparabile a 360°. Gliappennini a Sud, le Alpi a Ovest ed


La pi<strong>net</strong>a di Mornese offrediverse possibilità di passeggiate egite sia a piedi che a cavallo. Unadelle più semplici e abbastanzapianeggiante, percorribileanche con unbimbo in passeggino,parte dalla chiesetta diSan Carlo (attualmente inri-costruzione), sulladestra. Qui parte il "percorsoverde", provvistodi attrezzi ginnici didiversa difficoltà che siincontrano man mano. Sisegue la costa del monte,lasciando sulla sinistrauna villetta isolata; lastrada sale leggermente.Sempre avanti diritto siarriva alla vasca dell'acquache rifornisce Mornese,sul cocuzzolo delmonte. In alternativa sipuò scegliere una dellestrade che, a destra o sinistra,in piano o scendendo,permettono di trovareposti e viste incantewww.accademiaurbense.itMORNESE 29Nella pagina a lato, la Cappellettadella Madonna di Pompeiin località "Castagneiga"In basso, il Castello di Casaleggioa Nord, ad Est il Giarolo, che delimitala provincia di Piacenza, monteche nella tradizione locale è punto diriferimento in merito ai venti, alfreddo ed alla neve.Ai piedi della cascina, svoltandoa sinistra, attraversata la proprietàdei "Balostri", si scende a Casaleggio,da cui si dipartono altri numerosipercorsi che si ricollegano aquelli della pi<strong>net</strong>a, del castello e deilaghi della Lavagnina.Proseguendo invece per la stradadi Vallescura, (con brevi deviazionisi incontra la torre Alberola o l'osservatorioastronomico di Lerma),con fondo sterrato carrabile di•recente rifacimento, si raggiungel'omonima valle di Lerma o seguitando,ad altro bivio, si incontra, lachiesa di San Pancrazio di .Silvanod'Orba.PASSEGGIATE FACILILasciando il paese verso la frazioneMazzarelli, 100 metri dopo lapiazza Gustavo Doria si prende lastrada a destra verso San Carlo dallaquale si dipartono numerosi itineran.Andiamo in pi<strong>net</strong>a


www.accademiaurbense.itvoli verso la valle del Roverno overso Mornese. passando per unboseo rado c luminoso. Cercando dimantenersi in alto. si arriva ad unospiazzo attrezzflto dalla Forestale.


www.accademiaurbense.itMORNESE31Nella pagina a lato, il corsodel torrente RovernoIn hasso. il corso del torrenteCorzelltegiungere a costiera del Pantaleo epoi giù verso i laghi della Lavagnina.Quest'ultima è una gita cheprende tutta la giornata. Occorrepartire di buon mattino, calzati comein montagna e attenti alle vipere.Lasciati al Roverno dall'autista, igitanti lo ritroveranno al pomeriggiosull'altro versante, alla Lavagnina.La strada verso il Pian dei Deschi èfaticosa ma merita. Riposarsi all'anticacascina sulla vetta per la colazioneal sacco, una meraviglia. Poila discesa verso Iselli e i laghi e ilrinfì'escante bagno finale.Ai PianoniSempre partendo da S. Carlo, seci dirigiamo a sinistra verso il PianFerici ("i Pianoni"), in macchina o a


32 MORNESEwww.accademiaurbense.itMornese festeggia il patrono S.Nicola il lO di settembre. Particolarmenteinteressante nel pomeriggiola processione con il concorsodelle confraternite di altri paesi ditradizione ligure, che portano i loroCristi. L'oratorio e la confraternitadi Mornese sono intitolati allaSS .ma Annunziata e i confratelliportano attualmente mantelle rosse, itabarrini.Le cappelle campestri dei Benefizi,di S. Rocco e della Madonna diPompei e la chiesa dei Mazzarelli, S.Lorenzo, vengono officiate una voltaall'anno, la mattina alle 8 o alla sera:segue un rinfresco gratuito per tutti:torte e focacce dolci e salate, vino,caffé, preparati e offerti dai prioridelle cappelle e dalle donne delpaese. Particolarmente frequen~ata lamessa delle 8 il giorno di S. Rocco,16 agosto; affollatissima la funzioneserale a San Lorenzo, ai Mazzarelli,sempre nel mese di agosto.Il Comune di Mornese sponsorizzaconcerti da camera e vocaliche hanno luogo sia nella sala consiliaredel Comune sia in altre sedi,nel corso dell'estate. La piazza delComune ospita anche spettacoli teatraliestivi organizzati da associazionilocali.Molto amata la sagra ferragostanasulla piazza della scuola, conmusica dal vivo e specialità culinarie.L'organo Gandini della Parrocchialesi presta per concerti di rilievoed è noto a livello internazionale.Per saperne di più:EMILIO PODESTA, Mornese nellastoria dell'Oltrgiogo genovese (trail 1000 e il 1400), Erga, Genova,1983.EMILIO PODESTA, Uomini monferrinisignori genovesi, storia diMornese fra il 1400 e il 1715,Genova, 1986.EMILIO PODESTA, Mornese e 1'01­tregiogo nel '700 e nel Risorgimento,Pesce Editore, Ovada, 1989.Sito Inter<strong>net</strong> Accademia <strong>Urbense</strong>:accaderniaurbense.interfree.it


www.accademiaurbense.it•Questo volume, a cura <strong>dell'Accademia</strong> <strong>Urbense</strong>,è stato impresso nel mese di Settembre 200 ldalla Tipografia Ferrando s.n.c. di Molare


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