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Agrotecnico Febbraio10.indd - Collegio Nazionale degli Agrotecnici

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Febbraio 2010 11cielo in un giorno d’estate.Infine anche il Ministero dell’Istruzione(che ha certo parola in capitolo,essendo l’autorità che rilascia i titoli distudio) si premurò di valutare l’effettivocontenuto dell’equipollenzainsediando infine una specificaCommissione la quale, valutandole norme e la loro evoluzione neltempo, nel settembre 2002 affermòl’esistenza di una piena equipollenzafra i due titoli di studio.Equipollenza non significa che duecose sono uguali, ma che hanno lostesso valore e la stessa efficacia.IL COMPORTAMENTODELL’ALBODEGLI AGROTECNICIPROFESSIONE AGROTECNICODunque chiarita in tutte le sedi l’esistenzadell’equipollenza fra i due titoliin esame, come si è comportatol’Albo <strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong> di fronte aiprimi Periti agrari che presentaronodomanda per sostenere gli esamiabilitanti?Anche se all’inizio le cose non eranochiare come ora, l’Albo nonebbe mai incertezze, applicando lalegge e le disposizioni del Ministerodell’Istruzione e dell’Università,quindi ammettendo i Periti agrari richiedentie valutando attentamenteil possesso <strong>degli</strong> altri requisiti richiesti(tirocinio, ecc.), ma senza attuarecomportamenti oppressivi ovverocercare di frapporre ostacoli (comeinvece aveva fatto in passato l’Albo deiPeriti agrari, quando a loro si erano rivoltialcuni <strong>Agrotecnici</strong> per iscriversi).Il risultato dell’opposto comportamentodei due Albi professionali inmateria di accessi aveva, alla fine,delineato questo scenario: un Albo,quello <strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong>, “aperto” almercato ed alla concorrenza, l’altro,quello dei Periti agrari, “arroccato”e chiuso ai mutamenti sociali ed anchenormativi.Si è andati avanti così per vari anni,finché l’alternativa professionalerappresentata dall’Albo <strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong>e <strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong> laureatied il loro maggiore dinamismo spingevanopiù diplomati Periti agrari asceglierlo.Piccoli numeri, intendiamoci.Nel 2009 sono stati appena 30 (su880 candidati), un numero modestoche però, visto dall’altro lato (quellodell’Albo dei Periti agrari), così modestonon deve essere parso; infattii candidati agli esami dell’altra categorianel 2009 si sono ridotti adappena 314 unità, rispetto alle qualiquei 30 che hanno scelto un’altrastrada rappresentano ben il 10%.E così il Presidente della categoriaAntonio Catricalà, Presidente dell’ANTITRUST. Considerata la posizione decisamente severa assuntadall’Autorità Garante della Concorrenza nei confronti <strong>degli</strong> Albi professionali, ricevere da questa un pienoe pubblico apprezzamento è motivo di soddisfazione per gli <strong>Agrotecnici</strong> italiani.“concorrente” dei Periti agrari, AndreaBottaro, già molto criticatoal suo interno per scelte da moltinon condivise e per le modalità digestione, nel 2009 ha pigiato il piedesull’acceleratore della polemica,reagendo apertamente e in tutti imodi di impedire l’applicazione delprincipio di equipollenza.Veementi lettere al Ministerodell’Università (da cui dipendonogli esami di abilitazione) ed a quellodella Giustizia, una pervasiva azionedi lobbing, fino a tentare ancheun intervento (tanto irrituale quantosgraziato) presso le Commissionid’esame, nel momento in cui le stessesi apprestavano ad esaminare icandidati.Ahilui!, tutto inutile. La legge è legge,e non si scappa. E la libertà discegliere in quale Albo stare è undiritto che nessun comportamentoprepotente può annullare.Ed infatti, nonostante tutto il frastuonocreato, nessuno dei 30 Peritiagrari ha voluto rinunciare adaffrontare le prove d’esame liberamenteed in pieno diritto scelte.E non è servito al Bottaro l’avereottenuto da un ufficio del Ministrodell’Istruzione una lettera (nel luglio2009) con la quale (peraltro citandoun riferimento normativo superato daquindici anni) veniva ambiguamentedetto che l’equipollenza esisteva manon si applicava (?!?).Non gli è servita anzitutto perchéquella nota affermava l’esattocontrario di quanto stabilito dallostesso Ministero nel settembre 2002sull’equipollenza dei titoli e dunquenon poteva essere presa per buona,se non altro in ragione di questa suavistosa contraddizione, che andavaperlomeno chiarita.E poi perché il <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong><strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong> e <strong>degli</strong> <strong>Agrotecnici</strong>laureati, non avendo alcun interessea mantenere una situazione di ambiguità,ha subito chiesto al MinistroMariastella Gelmini di chiarirela vicenda.Gli <strong>Agrotecnici</strong> si sono inoltre rivoltiall’ANTITRUST, l’Autorità Garantedella Concorrenza e del Mercato,ritenendo infatti che l’eventuale negazionedella equipollenza (sancitaper legge) avesse come ulteriore effettoquello di restringere e distorcerela concorrenza nel delicato “mercato”dell’accesso alle professioni.Ed il Presidente dell’ANTITRUST,Prof. Antonio Catricalà, dopo averesvolto una attenta istruttoria, si pronunciavacon il parere S1081 del 21settembre 2009 affermando alcuniprincipi fondamentali, che avrannoun peso anche negli anni a venire,per tutti gli Albi professionali.Anzitutto ricordando che i curriculastudiorum di agrotecnici e peritiagrari sono del tutto equiparabili epoi che “la verifica del possesso dellecompetenze richieste per lo svolgimentodella professione di <strong>Agrotecnico</strong> deveavvenire proprio nel momento dell’esamedi Stato, e non in una fase a questoantecedente”, in particolare laddovel’equipollenza formale e sostanzialedei titoli di studio di “agrotecnico” e“perito agrario” sia stata più volteribadita dalla legge, vuoi con riferimentoal titolo di diploma, vuoicon riferimento ai corsi di laurea delnuovo ordinamento universitario.A questo proposito osserva l’AN-TITRUST che “da un lato, la formaleequiparazione tra i relativi titoli di studio,operata dalle citate fonti normati-

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