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Il Ruolo delle aree protette siciliane nella conservazione del ... - sssn.it

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352 TOMMASO LA MANTIA, SALVATORE PASTA & GIUSEPPE BARBERAPREMESSAGli effetti <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>aree</strong> <strong>protette</strong> sulla <strong>conservazione</strong> <strong>del</strong>la ricchezza biologicarisultano complessi, qualora si consideri che lo scopo <strong>del</strong>la modernatutela non è solamente quello di proteggere le singole specie, ma anchequello di consentirne l’evoluzione, mantenendo un adeguato flusso genicotra le popolazioni <strong><strong>del</strong>le</strong> specie medesime. Ispirandosi a questa filosofia, èstata ideata la rete Natura 2000, la cui cost<strong>it</strong>uzione è stata avviata in Italia insegu<strong>it</strong>o al recepimento <strong>del</strong>la Direttiva 92/43/CEE “Flora-Fauna-Hab<strong>it</strong>at”.Oltre che alla <strong>conservazione</strong> di singoli taxa vegetali o animali, essa mira –anche e soprattutto – alla difesa di intere popolazioni e degli ecosistemi incui queste vivono. Ciò è utile per le piante legnose d’interesse sia forestalesia agrario; per queste ultime le strade da percorrere, per garantire il mantenimentodi un’opportuna variabil<strong>it</strong>à intraspecifica, è quella di ripristinareil flusso genico tra le popolazioni selvatiche (e quindi tra gli hab<strong>it</strong>at naturalie seminaturali) e le <strong>aree</strong> caratterizzate da un’arboricoltura estensiva d<strong>it</strong>ipo tradizionale.Le <strong>aree</strong> <strong>protette</strong> <strong>siciliane</strong> potenzialmente, è in molti casi effettivamente,svolgono un ruolo fondamentale <strong>nella</strong> <strong>conservazione</strong> <strong>del</strong>la biodivers<strong>it</strong>à <strong><strong>del</strong>le</strong>formazioni forestali e agrarie. La superficie di parchi e riserve è infatti copertada vegetazione seminaturale (rispettivamente 83,55% e 68,03% <strong>del</strong>lasuperficie totale) e per il 15,99% e 28,04% da superfici agrarie; una simileripartizione si riscontra anche per i pSIC/ZPS spesso interni alle <strong>aree</strong> <strong>protette</strong>,mentre è da sottolineare come nei pSIC esterni ad esse le <strong>aree</strong> agricoleoccupino il 39,33% <strong>del</strong>la superficie (CULLOTTA et al., 2004).Tuttavia, a dispetto <strong>del</strong> fatto che si tenda ad assegnare quasi meccanicamentealle <strong>aree</strong> <strong>protette</strong> il ruolo di protezione <strong>del</strong>la biodivers<strong>it</strong>à, mancanoadeguati studi in propos<strong>it</strong>o. <strong>Il</strong> presente lavoro cost<strong>it</strong>uisce il primo tentativo diverificare se esiste una corrispondenza “efficace” tra la divers<strong>it</strong>à arborea e le<strong>aree</strong> <strong>protette</strong> in Sicilia.MATERIALI E METODIDi segu<strong>it</strong>o viene presentata una lista <strong><strong>del</strong>le</strong> fanerof<strong>it</strong>e e nanofanerof<strong>it</strong>ed’interesse forestale e/o agronomico presenti in Sicilia; vi figurano anchealcune ent<strong>it</strong>à esotiche di antica introduzione o di dubbio indigenato, utilizzatea scopo forestale e/o agricolo, mentre non sono state prese in considerazionené le liane, né le piante subspontanee introdotte a scopo ornamentale,né gli ibridi (es.: Salix × pelor<strong>it</strong>ana C. Presl), né le specie di dubbia ident<strong>it</strong>àsistematica (es.: Quercus sicula Borzì). Di recente sono stati pubblicati diver-

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