DIECI ANNI DI PROGRAMMI REGIONALIPER LA SICUREZZA STRADALELa sicurezza dei trasporti costituisce una materiache comprende problematiche e relazionicomplesse, nella quale si ritrovano e si incrocianoaspetti tecnici, legati alla programmazione, allaprogettazioneeallagestionedelleinfrastruttureedelterritorio, aspetti formativi, legati ai comportamentidell’utenza, e aspetti organizzativi, legati allaprevenzione, alla vigilanza, al pronto intervento eall’assistenza sanitaria.In particolare essa è <strong>di</strong>rettamente connessaalle specifiche caratteristiche del territorio ed èfortemente con<strong>di</strong>zionata dall’assetto della reteinfrastrutturale.Da questo punto <strong>di</strong> vista l’Emilia-Romagna presentacaratteristiche indubbiamente sfavorevoli, perchél’espansione e la <strong>di</strong>spersione degli inse<strong>di</strong>amentiha accentuato la proliferazione <strong>di</strong> “luoghi critici”,contrad<strong>di</strong>stinti da significative tensioni interne tra ilsistemainse<strong>di</strong>ativoequellodelleinfrastruttureperi trasporti, estendendoli a gran parte del territoriourbanizzato.La consapevolezza delle conseguenze sui livellid’incidentalità e la complessità della materia hannoportato la <strong>Regione</strong> alla stesura <strong>di</strong> uno specificoimpiantolegislativo,laL.R.n.30del20luglio1992“Programma <strong>di</strong> intervento per la sicurezza deitrasporti”, con l’obiettivo <strong>di</strong> aumentare il livello <strong>di</strong>sicurezza degli utenti della strada.Conquestofinesonostaterealizzate,incollaborazione con le amministrazioni provinciali ecomunali, il mondo della scuola e della formazione,attività <strong>di</strong> educazione, comunicazione sociale,stu<strong>di</strong>o e ricerca, insieme a opere <strong>di</strong> riqualificazionedelleinfrastrutturestradalichehannoassunto,pernumero <strong>di</strong> realizzazioni, enti interessati e importocomplessivo dei lavori, un particolare rilievo.Sono stati infatti esaminati più <strong>di</strong> seicento progettiinfrastrutturali e finanziati, in collaborazione conle amministrazioni provinciali e comunali, trecentointerventi, per un ammontare complessivo <strong>di</strong> oltresettanta milioni <strong>di</strong> euro.Questa categoria <strong>di</strong> interventi, pur essendo <strong>di</strong> livellominore (per ammontare economico e <strong>di</strong>mensionedei singoli lavori) rispetto, ad esempio, alle nuoverealizzazioni, costituisce un atten<strong>di</strong>bile in<strong>di</strong>catoredel livello della progettazione stradale e delleproblematiche maggiormente <strong>di</strong>ffuse sulla rete viariaregionale.Gli interventi finanziati hanno infatti consentito <strong>di</strong>costituire un significativo repertorio informativoe progettuale, per quanto attiene all’analisi dellecriticità, allo stu<strong>di</strong>o delle soluzioni progettuali ealla raccolta dei dati economici, contribuendo amo<strong>di</strong>ficare, nel corso del tempo, impostazioni econoscenze.La prima fase <strong>di</strong> applicazione della L.R. 30/92,varata a titolo sperimentale, era infatti contrad<strong>di</strong>stintadacriteria“maglielarghe”,chepermettevanoilfinanziamento <strong>di</strong> un’ampia tipologia <strong>di</strong> interventi, daisistemi <strong>di</strong> gestione informatizzata della mobilità alleopere <strong>di</strong> sola manutenzione.La risposta a questa impostazione ha evidenziatocome fosse predominante l’interesse per gliinterventi sulla piattaforma stradale, contrad<strong>di</strong>stinto,però,daunasorta<strong>di</strong>logicaconservativaanziché<strong>di</strong>riqualificazione della funzione e dell’organizzazionedell’infrastruttura viaria.Sullabase<strong>di</strong>questaesperienzasonostatepre<strong>di</strong>sposte una seconda e una terza fase <strong>di</strong>applicazione della L.R. 30/92 incentrate sulfinanziamento dei soli interventi sulla piattaformastradale e su una più selettiva definizione dei criteri<strong>di</strong> partecipazione.In queste due fasi si è quin<strong>di</strong> effettuata una maggioreselezione dei progetti ammissibili al contributo,incentivando l’approfon<strong>di</strong>mento progettuale, ilrapporto con la strumentazione urbanistica e lacompartecipazione finanziaria <strong>di</strong> più enti.Si è cercato così <strong>di</strong> favorire lo sviluppo <strong>di</strong> unaprogettazione che considerasse la strada nel suorapporto con lo spazio circostante e utilizzasse, inmodo coor<strong>di</strong>nato, tutte le soluzioni necessarie adaffrontare l’insieme dei problemi derivanti da questorapporto.Pur ritenendo sod<strong>di</strong>sfacenti i risultati <strong>di</strong> questanuova impostazione, in termini <strong>di</strong> aumento dellaqualità degli interventi e <strong>di</strong> collaborazione tra glienti, è risultato evidente il <strong>di</strong>vario tra le risorse a<strong>di</strong>sposizione e quelle necessarie a estendere questesoluzioni su tutta la rete regionale per elevarne lostandard me<strong>di</strong>o.Perquestomotivoeaseguito<strong>di</strong>alcunepositiveesperienze europee, in occasione della quartafase<strong>di</strong>applicazionedellaL.R.30/92,sièpreferitoconcentrare i finanziamenti unicamente sullasoluzione tipologica della rotatoria, pur consapevolidella possibile banalizzazione dell’elaborazioneprogettuale e delle problematiche infrastrutturali.Si sono pertanto privilegiati i progetti che trattavanoin modo sistematico ed uniforme assi o reti stradali e<strong>di</strong>mostravano una particolare coerenza rispetto allagerarchia della rete viaria ed ai sistemi inse<strong>di</strong>ativi eterritoriali.Dal 2002, in occasione dell’applicazione delPiano Nazionale della Sicurezza Stradale, si èprovveduto, sviluppando l’impostazione dei pianiregionali, ad un ulteriore affinamento dei criteri <strong>di</strong>assegnazione, ritenendo prioritario ridurre unacerta frammentazione degli interventi e concentraregli stessi in ambiti territoriali circoscritti, nei qualiattuare soluzioni esemplari da mutuare in altre areeomogenee.Questi ambiti, in<strong>di</strong>viduati dalle amministrazioniproponenti, sono stati denominati “Aree zero”per evidenziare l’obiettivo tendenziale <strong>di</strong> azzerarel’incidentalità.Gli interventi sono ora in fase <strong>di</strong> realizzazione e dailoro esiti potrà certamente derivare una ulterioreoccasione <strong>di</strong> presentazione e <strong>di</strong> confronto.Massimo BertuzziClau<strong>di</strong>o DomenichiniServizio infrastrutture viarie e intermodalità7
INTERVENTI