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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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stico – almeno in quello che nei suoi caratteri generali è stato individuatodagli storici <strong>della</strong> sociologia come tale – una visione ultrasocializzatadell’uomo 27 . Per riprendere quanto detto nell’introduzione a propositodell’emergere <strong>della</strong> necessità di un’articolazione teorica tra l’individuale edil sociale, si tratta dell’accusa di ricondurre la spiegazione e/o comprensionedi un’azione o evento sociale a fattori deterministici di ordine collettivo,sia di tipo strutturale, sia di tipo culturale 28 . Nel caso del modello<strong>integrazionista</strong> come sin qui delineato, come dice Jean Piaget, si configura“il tutto come un essere che attraverso le sue costrizioni modifica gli individui(impone loro la sua logica) e si colloca in modo eterogeneo alle coscienze individuali,tali quali sarebbero indipendentemente dalla loro socializzazione” 29 . In effetti,applicando a questo caso l’analisi critica generale <strong>dei</strong> riduzionismi sociologicicondotta di recente da Margaret Archer, il rischio del modelloconsiste nella “conflazione verso il basso”, in cui la soluzione del problemadell’articolazione tra dimensione sociale e dimensione individuale vienerisolto rendendo il soggetto come un epifenomeno <strong>della</strong> società. Si tra t-ta dell’idea che gli individui siano un “materiale indeterminato” che “vieneunilateralmente mo<strong>della</strong>to dalla società, le cui proprietà solistiche hanno il completomonopolio <strong>della</strong> causalità e operano in modo unidirezionale, verso il basso” 30 .L’indeterminatezza cui si riferisce la Archer riguarda in particolare ilpresupposto che si diventi a pieno titolo <strong>della</strong> società quando si assumaun’identità forte. Si tratta di elemento che sembra risolvere a priori il problemadell’ordine sociale in quanto assicura un’omologia tra individuo estruttura sociale. Ma la crisi <strong>della</strong> comunità, da più parti indicata comeuno <strong>dei</strong> caratteri <strong>della</strong> società moderna, e la pluralizzazione <strong>dei</strong> mondi di significatosono state messe in relazione con la difficoltà da partedell’individuo a trovare un chiaro senso <strong>della</strong> propria identità 31 . Si delineain tal modo l’immagine di un soggetto “senza più casa” e, di conseguenza,non sembra più possibile definire cosa sia l’identità alla luce diquesta molteplicità di immagini e rappresentazioni. Come acutamenteosserva Loredana Sciolla, “l’identità muta nella sua stessa struttura, nel senso27 Per tale impostazione critica, si veda il già citato Wrong D., 1961.28 Per un inquadramento teorico di tale posizione, si veda ad esempio Donati P.,1991a.29 Piaget J., 1964, trad. it., pp. 145-146.30 Archer M., 1995, trad. it., pp. 13-14.31 Berger et al., 1973.97

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